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Delegazioni parlamentari presso le Assemblee internazionali Sei in:

Consiglio d'Europa
Scheda sull'organizzazione


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Origini: Il Consiglio d'Europa è la prima organizzazione internazionale costituitasi in Europa dopo la II guerra mondiale. Oggi comprende la quasi totalità del continente.

Base giuridica: il Trattato di Londra, firmato il 5 maggio 1949.

I 10 paesi fondatori sono Belgio, Danimarca, Francia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Regno Unito, Svezia. L'Italia ha ratificato lo Statuto del CdE con la Legge 23 luglio 1949, n. 433.

Composizione: sono membri del CdE 46 Stati: Albania, Andorra, Armenia, Austria, Azerbaijan, Bosnia-Erzegovina, Belgio, Bulgaria, Croazia, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Georgia, Germania, Grecia, Islanda, Irlanda, Italia, Lettonia, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo, ex Repubblica iugoslava di Macedonia, Malta, Moldova, Monaco, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Romania, Repubblica ceca, Russia, San Marino, Serbia e Montenegro, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera, Turchia, Ucraina, Ungheria. La Bielorussia, che godeva dello status di invitato speciale è stata sospesa nel 1997. Vi sono inoltre tre paesi non europei (Canada, Messico e Israele) che godono dello status di osservatori presso l'Assemblea. Cinque paesi hanno infine lo status di osservatori presso il Comitato dei Ministri (Canada, Giappone, Messico, Stati Uniti e Santa Sede).

Obiettivi: il Consiglio d'Europa, fin dalla sua fondazione, opera per assicurare il rispetto di tre principi fondamentali:

  • la democrazia pluralista;
  • il rispetto dei diritti umani;
  • la preminenza del diritto

A complemento di questi principi il CdE opera per la valorizzazione dell'identità culturale europea attraverso la lotta contro ogni forma di intolleranza; per l'individuazione di soluzioni per i problemi sociali (quali le minoranze linguistiche, politiche o culturali, la xenofobia, l'intolleranza, la protezione ambientale, la bioetica, l'AIDS, le tossicodipendenze) e infine la salvaguardia della qualità della vita dei popoli dell'Europa.

Con il progressivo ampliamento ad Est dell'organizzazione, verificatosi a partire dagli anni Novanta, a seguito della caduta della cosiddetta «cortina di ferro», ha assunto particolare importanza l'aiuto ai paesi dell'Europa centrale e orientale nell'attuazione e nel rafforzamento delle riforme politiche, legislative e costituzionali.

I lavori del Consiglio d'Europa si traducono nella elaborazione di convenzioni e accordi a livello continentale, che costituiscono la base per l'armonizzazione delle legislazioni nei diversi stati membri. Alcuni accordi possono essere ratificati anche da paesi non membri. Il CdE adotta anche accordi parziali, che rappresentano una forma di cooperazione a geometria variabile volta a consentire ad un certo numero di stati membri, in accordo tra loro, di sviluppare una attività in un campo specifico di interesse comune.

Principali organi: il Comitato dei Ministri, il Segretario generale, l'Assemblea parlamentare e il Congresso dei poteri locali e regionali d'Europa.

L'organo decisionale, il Comitato dei Ministri, è composto dai ministri degli esteri degli stati membri e dai loro rappresentanti permanenti. A livello ministeriale si svolgono almeno due riunioni all'anno, mentre i rappresentanti permanenti (in genere gli ambasciatori presso il Consiglio d'Europa), investiti anch'essi di potere decisionale, si riuniscono di norma due volte al mese. Per rafforzare il dialogo intergovernativo, nell'ambito del Consiglio d'Europa si svolgono anche riunioni di ministri responsabili nazionali di altri settori propri della competenza di questa organizzazione, quali ad esempio la giustizia, i diritti umani, le comunicazioni, la cultura, l'ambiente, la famiglia.
Il Segretario Generale, eletto dall'Assemblea parlamentare per un periodo, rinnovabile, di cinque anni, è l'organo di indirizzo e di impulso del Consiglio d'Europa. Esso è responsabile sia del coordinamento che dell'orientamento delle attività.

Il Congresso dei poteri locali e regionali d'Europa è un organo consultivo, che rappresenta le collettività locali e regionali dei diversi paesi membri.

L’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa

Al Comitato dei Ministri si affianca, come organo consultivo, l'Assemblea parlamentare, composta dalle delegazioni dei 45 paesi, i cui delegati sono membri dei parlamenti nazionali e da essi eletti o nominati. Il numero dei rappresentanti dei diversi paesi membri è legato alla consistenza della popolazione e varia da un minimo di due ad un massimo di diciotto. Una disposizione del regolamento dell'Assemblea richiede che, compatibilmente con la disponibilità di seggi, le delegazioni nazionali siano il più possibile rappresentative delle correnti politiche all'interno dei vari parlamenti nazionali. Le competenze sui lavori dell'Assemblea sono ripartite fra dieci commissioni permanenti, che a loro volta possono formare delle sottocommissioni su temi specifici. Nell'Assemblea sono costituiti cinque gruppi politici: socialista, popolare, dei democratici europei, il gruppo liberale democratico e riformatore e il gruppo della sinistra unitaria europea. Alcuni parlamentari non sono iscritti ad alcun gruppo politico. L'Assemblea si riunisce a Strasburgo quattro volte l'anno; nell'intervallo fra le sessioni la continuità dei lavori è assicurata dalla Commissione permanente, che dispone degli stessi poteri dell'Assemblea. L'Assemblea ha la competenza esclusiva nella formulazione del proprio ordine del giorno, ed esamina argomenti di attualità riguardanti, in particolare, i problemi sociali e le più importanti questioni di politica internazionale. I testi approvati dall'Assemblea hanno la funzione di indirizzare e stimolare le attività del Comitato dei Ministri e di fornire orientamenti politici e giuridici ai Governi ed ai Parlamenti degli stati membri.

Tra i suoi poteri, l'Assemblea ha quello di eleggere i giudici della Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo, il Commissario per i diritti dell'uomo del Consiglio d'Europa ed il Segretario generale del Consiglio d'Europa.

Le lingue ufficiali sono il francese e l'inglese; i documenti ufficiali sono pubblicati solo in queste due lingue. Il tedesco, il russo e l'italiano sono invece lingue di lavoro e vengono usate nel corso delle riunioni plenarie e delle commissioni.