Il periodo fascista
Giunto al potere nel 1922, Benito Mussolini manifestò subito la
volontà di modificare il sistema elettorale e di conseguenza indire
nuove elezioni per costituirsi una Camera sostanzialmente favorevole (nelle
elezioni del 1921 erano stati eletti solo 35 deputati fascisti). La legge
elettorale del 18 novembre 1923, n. 2444, meglio nota come legge Acerbo
(dal nome del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giacomo Acerbo,
che ne fu l'estensore materiale), rispondeva a questa fondamentale esigenza.
Si introdusse un sistema che prevedeva la introduzione nel territorio dello
Stato del Collegio Unico nazionale attribuendo due terzi dei seggi alla
lista che avesse riportato la maggioranza relativa, mentre l'altro terzo
sarebbe stato ripartito proporzionalmente tra le altre liste di minoranza
su base regionale e con criterio proporzionale. La legge dopo un dibattito
che vide le opposizioni divise fu approvata dalla Camera il 21 luglio 1923
con 223 voti a favore e 123 contrari.
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Decreto reale di autorizzazione alla presentazione
del disegno di legge [ASCD, DPLIC, vol. 1083, fasc. 2120] |
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Relazione della Commissione presieduta
da Giovanni Giolitti sul disegno di legge [ASCD, DPLIC, vol. 1083,
fasc. 2120] |
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Il disegno di legge sulla riforma della rappresentanza politica presentato alla Camera il 27 febbraio 1928 dal ministro della giustizia Alfredo Rocco, introdusse un nuovo sistema elettorale che, negando la "sovranità popolare" e liquidando l'esperienza parlamentare, contribuiva alla realizzazione di un regime autoritario basato sulla figura del Capo del governo. Il provvedimento approvato alla Camera il 16 marzo senza discussione riduceva le elezioni all'approvazione di una lista unica nazionale di 400 candidati, prevedendo la presentazione di liste concorrenti solo quando la lista unica non fosse stata approvata dal corpo elettorale. La compilazione della lista era compito del Gran Consiglio del Fascismo, dopo aver raccolto le designazioni dei candidati da parte delle confederazioni nazionali di sindacati legalmente riconosciute ed altri enti ed associazioni nazionali. (Testo unico 2 settembre 1928, n. 1993)
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Decreto reale di autorizzazione alla presentazione
del disegno di legge [ASCD, DPLIC, vol. 1171, fasc. 1918] |
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Un emendamento accettato dal Capo del Governo, Benito
Mussolini [ASCD, DPLIC, vol. 1171, fasc. 1918] |
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Risultato della votazione finale [ASCD, DPLIC, vol.
1171, fasc. 1918] |
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Il sistema elettivo fu poi abbandonato nel 1939; la Camera dei deputati
venne soppressa ed al suo posto venne istituitala Camera dei Fasci e delle
corporazioni di cui facevano parte coloro che rivestivano determinate cariche
politico-amministrative in alcuni organi collegiali del regime e per la
durata della stesse.
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