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Il contrabbando in Italia
1. Costi e guadagni, leciti e illeciti.
In Italia i tabacchi sono gravati da un'imposta di consumo, che prende il nome di «accisa» ed è conglobata nel prezzo finale di vendita al pubblico. Il costo finale per il consumatore è, inoltre, influenzato dall'imposta sul valore aggiunto e dall'aggio spettante al rivenditore. In tal modo il prezzo richiesto dal produttore, compresi gli oneri di distribuzione, ammonta a circa il 12% dei prezzo di vendita al pubblico. Aggiungendo l'aggio del tabaccaio che è pari al 10%, il restante 78% è costituito dal carico fiscale, a sua volta ripartito tra l'accisa - che incide per il 58% - e l'I.V.A. con aliquota al 20%. Un chilogrammo convenzionale di sigarette, corrispondente a 50 pacchetti, vendute al pubblico al prezzo di 5.500 il pacchetto, ammonta a 275.000, di cui 214.500 lire rappresentano la fiscalità applicata (159.500 di accisa + lire 55.000 di I.V.A.), 27.500 lire l'aggio dei rivenditore e lire 33.000 il prezzo richiesto dal fornitore: oltre i tre quarti del prezzo pagato dal consumatore è incamerato a titolo di imposte dallo Stato.
Sul mercato clandestino il chilogrammo convenzionale ha un costo d'acquisto, presso i depositi esteri, oscillante tra le 45.000 e le 78.000 lire, cui corrisponde un prezzo al minuto, per il consumatore finale, compreso tra le 150.000 e le 175.000 lire (3.000/3.500 lire al pacchetto). Dunque, la differenza tra i due valori - quello di acquisto e quello di vendita - sul mercato clandestino varia in una forbice compresa tra 130.000 lire/kg. (vendita a lire 175.000/kg. - acquisto a lire 45.000/kg.) e 72.000 lire/kg. (vendita a lire 150.000/kg. - acquisto a lire 78.000/kg) (55). L'alta incidenza fiscale renderebbe quindi inutile l'abolizione del monopolio per arginare il contrabbando (56), proprio perché la forbice tra prezzo legale e illegale - così elevata da incoraggiare l'acquisto di t.l.e. di contrabbando - è conseguenza del carico fiscale e non del monopolio.
Solo una defiscalizzazione dei prodotti, tale da rendere non più giustificati dal punto di vista economico i costi delle organizzazioni criminali, potrebbe eliminare il contrabbando: il che non vuol dire che un'ipotesi del genere sia facilmente praticabile. Le imposte gravanti sulle sigarette, in tutte le nazioni del mondo assolvono a funzioni distinte, di carattere economico e di natura sociale: i tabacchi sono beni di largo consumo, in grado di fornire un elevatissimo gettito per le casse dello Stato; al tempo stesso, si tratta di beni non di prima necessità, anzi dannosi per la salute, sì che l'elevata tassazione viene giustificata come strumento di dissuasione dal consumo (57). Nell'ultimo
2. I personaggi.
Nel trasporto e nella vendita all'ingrosso di t.l.e.. nel territorio dello Stato sono impegnate numerose organizzazioni criminali. Una «mappa» aggiornata delle stesse deve tenere conto della loro particolare flessibilità. Il traffico di tabacchi verso l'Italia viene organizzato da dieci figure principali, alcune delle quali già citate in quanto protagoniste del traffico a livello internazionale:
- Prudentino Francesco, nato ad Ostuni (BR) l'1.6.1948, detto «Zavorra» o «Cicco la busta», catturato a Salonicco il 22.12.2000, che, finché era latitante, ha avuto base dapprima in Montenegro e quindi in Grecia: i suoi carichi arrivano spesso dalle isole caraibiche; ha collegamenti con varie organizzazioni criminali presenti in Puglia;
- Cuomo Gerardo, nato a Gragnano (NA) il 4.11.1946, arrestato in Svizzera nell'agosto 2000, in esecuzione di relazione una ordinanza di custodia cautelare del G.i.p. di Bari, a seguito di indagini svolte dalla D.D.A. della stessa città;
Vi è poi un gruppo c.d. di «secondo livello», costituito da vari sodalizi criminali dediti alla raccolta materiale degli ordinativi ed alla effettiva distribuzione - sui singoli mercati comunitari - dei tabacchi di contrabbando, mediante una capillare rete in Italia e in altri Paesi comunitari. Tali sodalizi hanno un elevato indice di mobilità, sia in ordine alla composizione della struttura sia in ordine alle aree di influenza. Mutevoli sono pure i rapporti di collegamento con i personaggi che compongono il livello direttivo dei traffici internazionali.
In tale gruppo, sulla base delle informazioni fornite al Comitato (64), operano i seguenti personaggi (ovviamente la lista non è esaustiva):
- Corti Mario Donato, nato a Nibionno (CO) il 6.10.1944, e Corti Luigi, nato a Nibionno (CO) il 1o.9.1950: entrambi controllano i traffici in Lombardia, in Piemonte e al confine con la Svizzera;
- Manara Gianfranco, nato a Como il 2.6.1956;
- Conti Germano, nato a Gravedona (CO) l'8.10.1942: controlla i traffici in Lombardia, in Piemonte e al confine con la Svizzera;
- D'onofrio Giuseppe, nato a Fasano (BR) il 22.7.1954: controlla parte della costa adriatica;
- Perrella Renato, nato a Napoli l'1.9.1947: controlla i traffici in Toscana;
- Carossino Pio, nato a Sant'Olcese (GE) il 14.1.1941: controlla i traffici in Liguria;
Appare utile citare alcuni soggetti che, soprattutto nell'ambito delle organizzazioni operanti in territorio elvetico e che costituiscono il livello direttivo/organizzativo del traffico, sono spesso utilizzati a vario titolo dai sodalizi criminosi per taluni aspetti organizzativi (65):
- Horn Rodolfo Gino Edoardo, nato a Genova il 22.8.1931;
- Bernasconi Angelo, nato a Balerna (Svizzera) il 12.7.1943;
- Giorgetti Demetrio, nato ad Agevo (CH) l'11.10.1933;
- Pozzi Giorgio, nato a Lugano (Svizzera) l'8.5.1942.
Per quanto riguarda più specificatamente l'area pugliese, le informazioni (66) fanno riferimento anche ad un livello relativo alle «squadre pugliesi», dedite all'acquisto dai «contrabbandieri internazionali», al trasporto via mare dei tabacchi, allo scaricamento a terra lungo le coste pugliesi ed al deposito in magazzini per la successiva rivendita ai «colleghi» napoletani e pugliesi.
Le «squadre pugliesi» di maggiore importanza, sul piano organizzativo e per quantità di uomini e di mezzi, sono quelle operanti nei territori di Bari e di Brindisi. Esse fanno capo alle seguenti organizzazioni criminali:
- clan Parisi, attualmente diviso nei gruppi Fortunato, Palermiti e Barbaro (Bari);
- clan Stranaglia, collegato al clan Parisi (Torre a Mare, Mola di Bari);
Tali squadre (circa 50 complessivamente) acquistano sulla base degli ordinativi ricevuti dagli stessi contrabbandieri locali.
3. Le forme del contrabbando in Italia.
Attualmente le forze di polizia, in particolare la Guardia di Finanza, segnalano, quanto agli itinerari e alle modalità attuative del contrabbando:
- la tendenza, da parte delle organizzazioni criminali contrabbandiere, a diversificare repentinamente rotte e basi logistiche;
- la continua ricerca, da parte delle organizzazioni contrabbandiere, di nuovi e più appetibili mercati, a cominciare da quello britannico e da quello spagnolo, caratterizzati da un minore margine di rischio e da un maggiore guadagno. A proposito dell'aumento del contrabbando in Inghilterra, il Ten. Col. Catania dell'Olaf , ha riferito che «Le liste di fornitura che vengono attualmente chieste non più solo ai fornitori italiani che sono Montenegro, ma a quelli che sono in Grecia, non corrispondono alle marche richieste del mercato italiano. Ciò significa, probabilmente, che si tratta di sigarette che non restano in Italia o che non passano in Italia, ma che vanno verso la Spagna o l'Inghilterra. A Dover, qualche tempo sono stati arrestati due cittadini pugliesi ed un cittadino napoletano a seguito del sequestro di un ingente quantitativo di tabacchi lavorati esteri (67).
Quanto all'andamento del fenomeno, si registra un aumento dei sequestri effettuati nelle regioni del medio-alto Adriatico e una sensibile flessione di quelli effettuati nell'area pugliese, con una ripresa nel trimestre agosto-ottobre 2000, indicativa della maggiore incisività del contrasto negli ultimi mesi e della conseguente diversificazione del modus operandi delle organizzazioni contrabbandiere. Queste ultime mostrano una elasticità spesso superiore a quella delle forze di polizia, con troppa frequenza obbligate a una ricorsa che esige tempi tecnici di adattamento. Proprio per questo è illusorio immaginare il carattere risolutivo di interventi come quello denominato Operazione Primavera: ostacolare il contrabbando in una determinata zona del territorio nazionale (certamente quella più esposta a questo tipo di aggressione criminale) consente di conseguire risultati nel breve periodo e nella pur significativa, ma circoscritta, area oggetto dell'intervento. Ma induce i sodalizi criminali a diversificare i fronti degli sbarchi, ovvero a praticare differenti modalità di acquisizione dei tabacchi: durante l'Operazione Primavera si sono moltiplicate le rapine ai tabaccai, ma soprattutto ai treni che trasportano carichi di sigarette, in zone della Puglia, come il foggiano, non interessate dall'azione delle unità di polizia; in seguito il bilancio registra un ampliamento del fronte degli sbarchi e, anche per cause assolutamente diverse, collegate alle mutate condizioni politiche del Montenegro, delle modalità di introduzione dei tabacchi.
A titolo esplicativo si rappresenta graficamente un quadro generale dei sequestri effettuati nell'area pugliese-adriatica (68):
4. Il porto di Gioia Tauro.
Insieme con l'incremento del contrabbando intraispettivo nei porti dell'Adriatico, va approfondita l'evoluzione dei traffici lungo la dorsale tirrenica. Il Tirreno, infatti, da sempre al centro di scambi destinati all'intero bacino del Mediterraneo, offre per conformazione naturale alcuni siti portuali di importanza strategica, che non sono sfuggiti all'attenzione delle organizzazioni contrabbandiere, come Livorno, La Spezia, Genova e Gioia Tauro, attraverso i quali è possibile approvvigionare i mercati clandestini del centro e nord Europa.
Fra tali porti ha assunto un ruolo preminente Gioia Tauro, nonostante abbia avviato l'attività solo nel 1995. Sono significativi i risultati segnalati dalla Guardia di Finanza:
- nel febbraio del 2000, presso il porto di Livorno, militari della Guardia di Finanza, unitamente a personale della locale dogana, hanno sottoposto a sequestro due container, con oltre 12 tonnellate di sigarette, destinati in Inghilterra: erano stati sbarcati dalla m/n Amersham, proveniente da Gioia Tauro;
- il 21 giugno 2000, nell'ambito di un'operazione condotta nei confronti di un'organizzazione criminale calabrese, il Nucleo Regionale della Polizia Tributaria Calabria e la Compagnia di Gioia Tauro hanno sequestrato un container con circa 5 tonnellate di t.l.e. proveniente da Port Said (Egitto), documentalmente destinato a società di import-export della zona, ma presumibilmente a depositi clandestini siti nel napoletano. Ulteriori sviluppi investigativi hanno permesso di trarre in arresto otto soggetti, tra cui Piromalli Gioacchino, nato e residente in Gioia Tauro e già segnalato nella mappa sulla criminalità organizzata relativa all'anno 1998, per associazione a delinquere finalizzata al contrabbando di t.l.e.;
- nel luglio 2000 i militari della Compagnia di Gioia Tauro hanno sequestrato in distinti interventi:
- oltre 5 tonnellate di sigarette occultate in un container sbarcato dalla motonave Sealand Intrepid, proveniente da Jebel Alì (Dubai) e con destinazione Port Said (Egitto);
- oltre 10 tonnellate di sigarette stivate in un container sbarcato da una motonave proveniente da Xiamen (Cina), con destinazione dichiarata Kumport (Turchia);
- il 9 ottobre 2000 la Compagnia di Gioia Tauro ha sequestrato oltre 9 tonnellate di t.l.e., occultate in un container sbarcato dalla citata Sealand Intrepid, proveniente da Fuzhou (Cina) e diretta ad Iljichevsk (Ucraina). Dalla documentazione riguardante il carico di copertura, si è potuto costatare che mittente di tale merce era una società di Xiamen.
Particolare attenzione merita la Cina: tutti i carichi di t.l.e. sottoposti a sequestro nel porto di Gioia Tauro nel corso del 1999 avevano come origine comune la Repubblica popolare cinese che, secondo l'OLAF, rappresenta il più grande produttore a livello mondiale
In tema di «rotta cinese» giova sottolineare che il porto di Xiamen riveste per la Cina, al pari di Igoumenitsa e Patrasso - per la Grecia - un ruolo di assoluta rilevanza, in quanto collocato in un'area geografica considerata ad alto rischio per detti traffici. La conferma di tale ipotesi è fornita dai fatti di cronaca avvenuti proprio a Xiamen, dove uno scandalo di vaste proporzioni ha visto coinvolte numerose persone, tra cui doganieri e funzionari di polizia, in un giro di contrabbando per un valore di 10.000 miliardi di lire.
Da Xiamen spesso vengono spedite merci «alla rinfusa» da parte di più mittenti, che una volta giunte nei porti di stoccaggio vengono convogliate, con il c.d. sistema «groupage», verso una unica destinazione, a mezzo di apposito container. In seguito, la merce giunta nel porto di destinazione, viene suddivisa ed inviata ai diversi destinatari.
Uno dei porti di stoccaggio, funzionali a tale tecnica e, quindi a maggior rischio per le illecite importazioni di tle provenienti dalla Cina e, più in generale, dall'Estremo Oriente è quello di Dubai sul Mar Rosso - Emirati Arabi Uniti.
In particolare, da Dubai le merci stoccate con il metodo «groupage» a mezzo di navi di linea giungono nel nostro Paese, facendo rotta verso i porti dell'area tirrenica e, spesso avendo come scalo finale Gioia Tauro e La Spezia (69).
Dunque, l'area doganale di Gioia Tauro, la cui movimentazione per il 2001 è prevista in 2,4 milioni di containers, è piazza primaria di transito e di stoccaggio tanto per i carichi di t.l.e. destinati al mercato
5. La rotta croata.
Completa il panorama delle rotte attraverso cui le organizzazioni contrabbandiere fanno giungere il tabacco in Italia il ruolo della Croazia. Fattori determinanti ad elevare tale Stato a punto di riferimento per le organizzazioni contrabbandiere sono la favorevole posizione geografica e la cronica instabilità politica dell'intera area balcanica. A titolo esemplificativo ed a riscontro di quanto anzi detto, si consideri che:
- il 26.04.2000 militari del Corpo della Compagnia di Fernetti hanno sequestrato oltre kg 900 di t.l.e., di provenienza intraispettiva,
Tali elementi, se rapportati al mutato contesto greco-montenegrino, segnalano la possibilità che la Croazia costituisca la nuova e più sicura frontiera del contrabbando. Allo stato è ipotizzabile l'allocazione di basi logistiche contrabbandiere in Croazia, nonché una sorta di consenso sociale e l'adesione da parte di cittadini slavi al business del contrabbando - il tutto certamente favorito dalle disagiate condizioni socio-economiche in cui versa il Paese -, a fronte dei facili proventi che le organizzazioni criminali sono in grado di garantire. Quanto esposto è indicativo della tendenza da parte delle multinazionali del contrabbando a percorrere la via croata, via terra e anche via mare, tramite l'utilizzo dei porti dell'Adriatico, così diversificando le vie di «importazione» dei t.l.e (71).
6. Le modalità di pagamento dei tabacchi.
I pagamenti da parte delle organizzazioni contrabbandiere nazionali avvengono prevalentemente con denaro contante, ovvero - in forma minore - ricorrendo a operazioni bancarie. La movimentazione dei flussi finanziari con il contante rappresenta una metodologia che, semplice sul piano concettuale e al tempo stesso articolata nelle procedure, pone gli operatori al riparo da rischi, poiché non lascia traccia dei trasferimenti. Il ricorso ad operazioni bancarie, anche con idonee coperture (prestanome, società di comodo, utilizzo di conti correnti di soggetti ignari, complicità bancarie, libretti al portatore...), non è mai in grado di garantire la medesima sicurezza, essendo possibile, anche a distanza di tempo, ricostruire i differenti movimenti.
Quando invece si ricorre alle banche, è possibile rilevare le tracce finanziarie dei flussi di denaro provenienti dal contrabbando di t.l.e. nel momento più delicato del riciclaggio, quando cioè i capitali illeciti realizzati, destinati da un lato al rifinanziamento del traffico di t.l.e. e dall'altro al deposito da parte dell'organizzazione, hanno bisogno di schermature tecniche al fine di impedire la diretta imputazione dei proventi alla organizzazione criminale.
Il sistema maggiormente adottato è quello della accensione di conti correnti intestati a prestanome, utilizzati per il prelievo delle somme destinate alla regolazione finanziaria del commercio di t.l.e., e successivamente rimpinguati della necessaria provvista. Periodicamente tali rapporti vengono estinti e ne vengono attivati degli altri. Le operazioni avvengono con la necessaria complicità di funzionari interni alle agenzie bancarie, per la frequenza delle operazioni sospette e la conoscenza dei reali soggetti che movimentano i conti. La complicità di personale deviato del sistema bancario non si limita, peraltro, a non osservare la deontologia professionale e le norme in vigore, con particolare riferimento alla legge n. 197/91, ma costituisce un elemento accessorio tecnico raffinato, interno al sistema, utile per effettuare ulteriori operazioni contabili e manomissioni di conti correnti.
A tal fine vengono utilizzati con artifizi i conti correnti di clienti della Banca, ignari di ciò che accade, i cui saldi sono fatti transitare sui conti della organizzazione, tramite temporaneo appoggio su conti dì corrispondenza interna alle agenzie bancarie. Successivamente si ricontabilizzano le somme a favore dell'ignaro cliente, facendo in modo che non rimanga alcuna traccia elettro-contabile dei movimenti finanziari.
Non è da escludere che incaricati dei pagamenti dalle organizzazioni, avendo possibilità di accesso al più avanzati metodi di movimentazione elettronica dei fondi (internet, e-commerce), ricorrano a
7. I mezzi di trasporto utilizzati per il contrabbando.
L'utilizzo dei mezzi di trasporto per il trasferimento dei t.l.e. è strettamente connesso alla destinazione geografica del tabacchi. Su di essi si è concentrata l'analisi delle forze dell'ordine e della magistratura, in base alla quale i cosiddetti «lunghi tragitti» esigono l'utilizzazione di semirimorchi, trattori stradali, camion frigoriferi. In alcuni casi i mezzi sequestrati risultano privi di documenti di circolazione e di proprietà ignota; in altri, invece, sono intestati a prestanome, a società di trasporto italiane e/o estere, talvolta anche noleggiati. Per i «brevi tragitti» vengono preferiti fuoristrada blindati dai punti di sbarco ai depositi temporanei, e autovetture di elevata cilindrata e furgoni vari dal territorio pugliese in direzione del mercato campano. Dall'esperienza operativa maturata emerge che la titolarità dei mezzi è spesso soltanto formale: titolari di veri e propri parchi autovetture in realtà sono privi di redditi e i loro veicoli sono nella disponibilità delle organizzazioni contrabbandiere.
Come si documentava prima, il contrabbando avviene per la quasi totalità attraverso il trasporto dei tabacchi dalle coste balcaniche e greche a quelle pugliesi, mediante imbarcazioni veloci, il cui assemblaggio (scafi, motori, attrezzature tecniche e carene rinforzate) viene
Concessionario per l'Italia Meridionale della Marine Power era la Marine Service Center S.r.l. di Monopoli (BA), i cui titolari (F.lli Saponaro) sono stati destinatari di ordinanze di custodia cautelare per concorso in contrabbando nel mese di gennaio 2000, a seguito di specifiche indagini condotte dal Nucleo Regionale Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Bari (operazione «Bob Tail»), con le quali è stato dimostrato che la Marine Service Center S.r.l. ha fornito dolosamente motori marini alle organizzazioni contrabbandiere. In tale occasione sono stati sottoposti a sequestro anche i due cantieri della predetta società, siti a Monopoli (BA) e a Pescara (74). Una recente indagine della Direzione distrettuale antimafia di Potenza ha individuato una organizzazione di svariate decine di componenti, dedita al trasporto di tabacchi di contrabbando dalla Puglia e dalla Calabria verso la Campania, attraversando la Basilicata, il cui territorio rappresenta zona di transito per le rotte interne.
8.
Il contrabbando di t.l.e. offre da sempre punti di contatto con le organizzazioni criminali di tipo mafioso, in quanto rappresenta per esse una delle più importanti fonti di accumulazione della ricchezza illecita (75). Fin dagli anni 50 «Cosa Nostra» monopolizzava l'acquisto delle sigarette con due organizzazioni facenti capo rispettivamente a
9. 2001: la ripresa degli «scafi blu».
Sulla scorta di informazioni fornite dallo SCICO, il mese di gennaio 2001 fa emergere segnali di «ripresa» del fenomeno del contrabbando extraispettivo, pur se al di sotto dei livelli espressi nello stesso periodo dell'anno precedente. In Puglia si segnalano sbarchi di t.l.e. con metodi differenti rispetto al passato. Gli scafi contrabbandieri non giungono più sulle rive pugliesi, ma si fermano in mare aperto, ad alcune miglia dalla costa, in attesa di «barchini» che, effettuato il trasbordo di tabacchi dallo «scafo blu», tornano a terra per dare seguito al vero e proprio scarico.
Tale metodo consente maggiori possibilità di fuga agli scafi, poiché possono manovrare con facilità ed estrema rapidità in acque libere, e inoltre comporta per le organizzazioni minori margini di rischio, in considerazione del fatto che i «barchini» caricano un quantitativo di t.l.e. minore; sono più facilmente manovrabili e occultabili nelle insenature e negli anfratti della costa pugliese; in caso di sequestro hanno comunque un minore valore intrinseco.
Il dato singolare, che conferma tendenze già descritte in questo documento, è che nel mese di gennaio 2001 si è registrata una percentuale di sequestri pari nell'86% di sigarette non presenti sul mercato clandestino italiano: si tratta di marche quali West, Regal, Super King, Benson & Hedges, notoriamente consumate sui mercati esteri, come quello inglese, dove, in ragione dei più alti ricarichi sul prezzo di vendita finale, sono possibili maggiori «utili» per le organizzazioni contrabbandiere.
Quanto sopra porta ragionevolmente a ritenere che, allo stato attuale, è in atto un vero e proprio «contrabbando in transito», che vede il territorio italiano interessato al fenomeno quale terra di confine comunitario e/o luogo di stoccaggio per quantitativi di t.l.e. destinati ai mercati esteri.
(55) Cfr.Doc. Nr.2158.
(56) Cfr. DOC N.2244 Risposta al questionario della DNA.
(57) L'organizzazione mondiale della Sanità spinge in modo autorevole a che i Governi usino la leva fiscale per limitare i consumi di tabacco ma i risultati non sempre sono corrispondenti ai desiderata. In Inghilterra le sigarette, proprio in conseguenza dell'alta incidenza fiscale, hanno raggiunto un prezzo cosi elevato da scoraggiare i consumi e da favorire il contrabbando, esercitato - manco a dirlo - dalle organizzazioni italiane.
(58) I dati sono contenuti in uno studio consegnato alla Commissione dal Direttore dei Monopoli Dott. Vittorio CUTRUPI, all'esito della sua audizione dinanzi al Comitato in data 19 luglio 2000. Sugli stessi risultati si è ampiamente soffermato il Ministro delle Finanze Ottaviano Del Turco nel corso della sua citata audizione davanti al plenum della Commissione.
(59) Per consumato in frode si intende il quantitativo di sigarette immesso illegalmente in consumo nel territorio dello Stato, nei casi in cui il sequestro in flagranza di reato non sia stato possibile.
(60) Vedi quanto esposto nella prima parte della Relazione.
(61) Ciò trova conferma, oltre che nelle informazioni della DDA di Bari, anche in quanto dichiarato dal Dott. Capoccia (D.D.A. di Lecce): «Questo è un dato che per noi emerge chiarissimo. Il meccanismo finanziario del basso livello distributivo delle sigarette è elementare: troviamo somme anche ingentissime in contanti di piccolissimo taglio, perché realtà il denaro proviene dalla vendita per strada; ci sono buste di plastica e contengono anche 300-400 milioni banconote da 5 mila e da 10 mila lire».
(62) Così, la Relazione della Commissione presieduta dall'On. Tiziana Parenti, redatta in seguito al sopralluogo effettuato in Puglia nei giorni 31 maggio 1 giugno 1995.
(63) In tal senso le valutazioni espresse dalla DNA, v. doc. n.2244.
(64) Cfr. doc. n.2158 (elaborato della G. di F.), doc. 2220 (elaborato del Comando Generale dei Carabinieri), doc. n. 2189 (elaborato della DIA).
(65) cfr. DOC. nr 2158( Comando Generale GDF e DOC. N.2245( DDA Bari).
(66) Le informazioni provengono dalla DIA v. doc. N.2189 e dalla DDA di Bari, da quella di Lecce e di Napoli.
(67) Cfr. resoconto stenografico del 5.7.2000 pag. 13.
(68) Fonte : SCICO della Guardia di Finanza Cfr. Doc. nr 2133.
(69) Fonte SCICO, doc. nr.2129.
(70) Cfr. resoconto stenografico dell'audizione del 13.09.2000.
(71) L'allarme per la Croazia , oltreché dalle audizioni dei magistrati delle D.D.A. auditi dal Comitato emerge anche da una specifica analisi dello SCICO della G.di F. (cfr. doc. n.2232).
(72) Le informazioni al riguardo provengono dal Comando Generale della Guardia di Finanza e dal Comando Generale dei Carabinieri (v. Doc nr.2220).
(73) Cfr. doc.nr.2158 e doc. nr.2245 D.D.A. Bari.
(74) Il Col. Renato Zito Comandante del Nucleo Regionale di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza della Puglia ha riferito della importante a indagine condotta dalla Dott.ssa Anna Maria Tosto della D.D.A. di Bari.
(75) Cfr. la Relazione 15.01.1976 «Traffico Mafioso di tabacchi e stupefacenti nonché sui rapporti e gangsterismo italoamericano» redatta dal Sen. Michele Zuccalà nel corso della sesta legislatura e altresì la Relazione 13.07.1999 sullo stato della criminalità nella provincia di Brindisi redatta dal Sen .Ottaviano Del Turco nel corso di questa legislatura.
(76) Cfr. Saverio Lodato (intervista a Tommaso Buscetta) «La mafia ha vinto».
(77) Uno di questi, Tommaso Spadaro di Palermo, avrebbe continuato ad operare nel duplice settore dei t.l.e. e degli stupefacenti, fino all'arresto e alla condanna di 26 anni di reclusione, inflitta sia a lui che allo svizzero George Kastl, dal Tribunale di Firenze, nel giugno del 1984 per concorso nel traffico di 82 Kg. di eroina.
(78) Un primo episodio degno di nota è quello relativo all'arresto a Barletta, il 22 marzo 1985, per detenzione di un chilogrammo di eroina, insieme ad altri complici siciliani, di Matteo Albano. In particolare, da indagini tecniche, si apprese che la sostanza sequestrata era parte di un quantitativo complessivo di 50 chilogrammi che Filippo Messina («uomo d'onore», contrabbandiere e trafficante d'eroina del gruppo di Pino Savoca) doveva fornire ai pugliesi.
(79) Con la chiusura del porto franco di Tangeri - che dalla fine della II Guerra Mondiale in poi era stato il centro di tutti i traffici illeciti - e con il passaggio (1959-1960) di tale sito sotto il controllo della monarchia marocchina, le multinazionali del tabacco avevano trasferito i depositi nei porti olandesi e jugoslavi. Ciò aveva favorito l'abbandono, da parte dei contrabbandieri napoletani, della «via tirrenica», e un maggior interesse per la cosiddetta «via adriatica», che vedeva la Puglia luogo ideale per lo sbarco delle sigarette, destinate, all'epoca, al mercato campano.
(80) Durante la seconda metà degli anni '80, il processo di «affermazione» della criminalità di tipo mafioso in talune aree della Puglia poteva dirsi ormai avviato. Tuttavia l'esistenza della Sacra Corona Unita e il riconoscimento giurisdizionale del suo carattere di associazione di tipo mafioso si ebbe, per la prima volta nella storia giudiziaria attraverso la sentenza del 26 marzo 1990 della Corte d'Appello di Lecce, presieduta dal dott. Mario Buffa.
(81) Il dott. Capoccia (D.D.A. di Lecce), ha riferito che nel Salento, «probabilmente per un fatto storico, cioè di non risalenza nel tempo delle organizzazioni criminali, una strutturazione molto rigida com'è nel napoletano non esiste. Da noi il gruppo criminale (...) fa indifferentemente qualunque attività. Non c'è una ripartizione rigida. Fanno sigarette, fanno droga, attentati, omicidi quando c'è la necessità».
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