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CASA E CAMORRA
Il fenomeno con tutte le sue implicazioni sociali e umane ha caratterizzato, dal dopoguerra in poi, non solo la conformazione urbanistica della città ma anche l'assetto socio-economico delle sue periferie, con implicazioni di crescita civile per migliaia di nuclei familiari assegnatari di alloggi di edilizia residenziale popolare. Alla fatiscente edilizia abitativa del piano Marshall del dopoguerra i cui alloggi costruiti in città hanno generato disagio ed insofferenza degli occupanti si è provveduto con il trascorrere degli anni a ricercare soluzioni idonee per risolvere il problema abitativo. Le scelte urbanistiche delle aree e relativa costruzione di fabbricati si sono dimostrate poco felici, gli enormi scatoloni di cemento, nei rioni ghetto di Traiano e della 167, senza alcuna infrastruttura, hanno acuito il disagio dei nuclei famigliari insediati, fasce di cittadini del proletariato e del sottoproletariato esclusi dal contesto cittadino, espulsi dalla redditività dell'economia del vicolo, costretti a vivere e confrontarsi l'uno con l'altro nella grama vita quotidiana. In questi rioni ghetto la mala pianta della illegalità è iniziata a germogliare e crescere diventando terreno fertile per lo sviluppo della criminalità.
La strategia politica di dividere dal ceto medio-borghese il proletariato generò quel clima di ostilità e di ribellione nei confronti delle istituzioni.
Nel cuore della città intanto migliaia di nuclei familiari continuavano a vivere nei bassi e seminterrati radicati sul territorio e alle tradizioni popolari più antiche, ogni basso era luogo di gioia, dolore, vita e morte di intere generazioni, era arduo tentare di allontanare da quel contesto i nuclei familiari.
La città intanto cresceva in un crescente disordine urbanistico di edilizia residenziale con imponenti lottizzazioni di aree ed edificazione di fabbricati in siti suggestivi. L'altra faccia della città quella antica e storica con i suoi monumentali palazzi e di fabbricati fatiscenti, dove la mano pubblica e privata non manifestava interessi di sorta cedeva al logorio del tempo con un susseguirsi di crolli e vittime, gli sgomberi ad «horas» per il pericolo di crolli costringeva le numerose famiglie ad occupare strutture pubbliche e private in particolare scuole.
La perdurante lentezza nell'eseguire i lavori di ripristino statico dei fabbricati da parte dei proprietari, la lentezza burocratica delle procedure, il mancato intervento pubblico per lavori di comminatoria in danno costringeva centinaia di cittadini a vivere per anni in strutture occupate nella promiscuità più assoluta.
La sinistra con la sua propaganda e suoi uomini facendo leva sui bisogni dei senzatetto cominciò ad occupare abusivamente alloggi di E.R.P.
In questo precario contesto gli effetti del sisma del 23.11.80 aggravarono le condizioni statiche dei vecchi fabbricati per cui anche la più piccola fessura nelle pareti diventò un valido motivo per dichiararli inagibili e sgomberare le famiglie.
Migliaia di famiglie trovarono alloggi di fortuna occupando scuole, conventi, alberghi e roulotte, non si ritenne per motivi ancora oscuri di disporre dopo gli eventi sismici verifiche tecniche oculate per tutti quei fabbricati che sgomberati, non erano agli effetti pericolanti. Migliaia di famiglie furono lasciate per mesi ed anni a vivere in strutture occupate nel più aberrante degrado. L'amministrazione Valenzi si adoperò per l'emergenza senza prestare alcuna attenzione alla degenerazione illegale di quel periodo.
Tra le tante occupazioni di rilievo, quella dei fabbricati di ERP nella 167 del rione Scampia di Secondigliano, non ancora rifiniti e senza allacci fognari destinati ai vincitori del bando Gescal del 1977 la sinistra extraparlamentare con alcuni suoi capi storici, uno di questi dott. Di Vicino dipendente del comune di Napoli direzione Igiene e Sanità venne assassinato per una faida interna al clan Nuzzo di Acerra di cui ne faceva parte, il capoclan Nicola-Nuzzo detto «carusiello» in precedenza era stato a sua volta ammazzato.
Intanto gli interventi straordinari con un dispiego finanziario notevole, certamente sproporzionati rispetto ai danni subiti dalla città crearono le premesse a quel salto di qualità della camorra e dei suoi clan che di concerto con politici ed imprenditori diventarono indiscussi gestori di tutte le iniziative imprenditoriali sul territorio.
La frequente tensione sociale si aggravò ulteriormente con la discesa in campo dei terroristi rossi con il ferimento dell'assessore comunale prof. U. Siola, attentati vari ed il rapimento dell'assessore regionale Cirillo.
I campi container e bipiani allestiti in città e provincia vennero assegnati ad un numero considerevole di nuclei familiari, l 'esigenza reale del fabbisogno poteva essere ridotta se si fosse proceduto ad attuare il rientro nei fabbricati riattati, ai sensi dell'ordinanza 80 dell'allora ministro Zamberletti, successivamente la legge 219 ha elargito migliaia di miliardi a privati consentendo alla stragrande maggioranza di essi a ritrovarsi con un immobile nuovo, lo stesso per cui negli anni precedenti non avevano ritenuto riattare e come ulteriore regalo libero dai vecchi inquilini che a loro volta dopo anni di precariato nelle strutture occupate intenzionati a non ritornarvi per la certezza di una assegnazione di alloggio di ERP.
Dai dati rilevati e riportati nelle statistiche poche centinaia di famiglie sono rientrate negli alloggi di provenienza.
Dopo lo smantellamento dei campi container con contestuale assegnazione di alloggio per gli occupanti il CIPE nel 1983 emanò ai sensi della legge 219; titolo VIII un bando pubblico per l'assegnazione di alloggi a tutte quelle categorie di cittadini che non occupanti di container ed altro erano muniti del certificato di sgombero per grave pericolo di crollo, questa categoria rientrava nella fascia A sino ad esaurimento, ulteriori quote di alloggio furono riservate alla fascia B abitanti di bassi, seminterrati, caverne o altro alloggio improprio, la C per gli sfrattati, la D per giovani coppie, la E per gli anziani, la F con requisiti generali il bando in questione con relative graduatorie, esclusa
la categoria A, tendeva ad assegnare alloggi ai non terremotati per sanare il fabbisogno abitativo della città, questione artatamente messa in piedi dalla politica piagnona del tempo e dell'alleanza camorristica-imprenditoriale-politica per il grande business della costruzione di migliaia di alloggi della 219 a Napoli e in provincia.
Decine di migliaia di cittadini parteciparono al bando con requisiti e senza, la commissione assegnazione alloggi del commissariato straordinario di governo iniziò la verifica delle domande e relativi accertamenti per stilare le graduatorie degli aventi diritto, molti alloggi furono assegnati alle diverse categorie, altri alloggi in fase di ultimazione dei lavori erano in procinto di essere assegnati. Senza alcun preavviso nel febbraio del 1990 in concomitanza delle elezioni regionali in 48 ore furono assaltati ed occupati 4.000 alloggi della 219, l'organizzazione politico-camorrista aveva curato nei dettagli l'operazione, le forze dell'ordine ebbero un primo chiaro ordine, quello di sgombrare gli edifici occupati, cosa che avvenne per alcune centinaia di famiglie che ritornarono nelle case di provenienza, inopinatamente l'operazione sgombero si bloccò per ordini adducibili alla vecchia decisione di comodo, «motivi di ordine pubblico».
Si riteneva, ma i fatti hanno dimostrato il contrario che gli alloggi fossero materialmente tutti occupati, cosi non era, la commissione d'inchiesta sulla ricostruzione presieduta dal già presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro con un blitz alle prime luci dell'alba in Napoli, località Mianella, quartiere Miano appurò con stupore che in una struttura occupata virtualmente, di fatto solo poche famiglie erano presenti negli alloggi, gli altri tutti ermeticamente sprangati con lucchetti e catene, si evinse chiaramente che le voci raccolte sulla inquietante presenza della camorra corrispondevano al vero, la tecnica usata dai clan si era avvalsa del bisogno di pochi occupanti per gestire il parco alloggi vuoto ed immettere previo pagamento negli stessi coloro che spinti dalla necessita di un alloggio ne facessero richiesta.
Il volume considerevole d'affari oltre a riempire i forzieri della camorra creo un precedente che nel tempo si è consolidato sul territorio, ovvero: «La Camorra e suoi clan quale elemento sociale ed attenta ai bisogni della gente».
Ad oggi gli alloggi, circa 3.000, sono ancora occupati, con vari e discutibili provvedimenti amministrativi regionali una prima sanatoria per gli occupanti abusivi la data del 31 12.91 è stata modificata con quella del 31.12.94 e poi del 31.12.98.
Gli assegnatari legittimi quelli in possesso dei requisiti e titoli stabiliti dal bando CIPE del 1983 attendono senza nutrire alcuna speranza il corso degli eventi vittime della camorra e della politica non hanno alzato la voce ne manifestato con clamori, i deboli e gli onesti come sempre sono le vittime della illegalità che impera nella città di Napoli.
Tutto questo è accaduto e si sta rigenerando con i soliti corsi e ricorsi; le case che furono occupate nel 1981 nella 167 nel rione Scampia cedute ad acquirenti vari previo pagamento, gli ex occupanti di allora sono diventati nuovi occupanti abusivi di alloggi di E.R.P.
I Bipiani installati per la sistemazione provvisoria dei terremotati dopo l'assegnazione di un alloggio agli stessi, sono stati rioccupati altre 2 volte da abusivi a loro volta beneficiati di assegnazione.
I bassi ed alloggi impropri della categoria B del bando CIPE del 1983 a cui erano stati destinati una quota alloggi per liberarli, dopo l'assegnazione delle case agli ex occupanti sono di nuovo tutti rioccupati.
Le conclusioni di queste vicende sono sconfortanti per una serie di considerazioni che scaturiscono dalla lettura attenta di quel periodo:
a) Le strategie del Governo e delle istituzioni locali partono dalla volontà di svuotare il centro antico e storico di Napoli dai nuclei famigliari ancora presenti e dare vita al progetto dello sventramento dello stesso, i tentativi messi in atto e parzialmente realizzati con l'alibi di comodo del terremoto con migliaia di napoletani trasferiti o deportati nella provincia di Napoli sono stati i primi tasselli di quel mosaico preparato dalla D.C. e dal P.C.I. nei mesi successivi al sisma del 23.11.80.
Un precedente molto significativo e quello riferibile alla cittadina di Pozzuoli che interessata dal fenomeno bradisismo trovò la convergenza politica dell'asse D.C. - P.C.I. per lo sgombero del rione terra e di zone suggestive della Puteoli antica con la realizzazione del complesso di Monterusciello.
Oggi quel rione sgomberato e preda di immobiliari che traggono notevoli vantaggi economici e dulcis in fundo da un bradisismo a comando; sale e scende nel corso degli anni come un ascensore basta premere il bottone giusto.
b) Le evidenti responsabilità politiche per aver allocato in ghetti quali il Parco Verde di Caivano, Rione Salicelle di Afragola, Marigliano, Boscoreale, Saviano migliaia di napoletani che osteggiati dalle popolazioni locali non hanno ancora trovato un giusto inserimento tale disagio a reso più penetrante l'azione della camorra che da anni imperversa nei rioni della 219 oggi diventati centrali del crimine organizzato, negli ultimi mesi diverse sentenze di morte sono state eseguite nel Parco Verde di Caivano.
c) La «disattenzione» istituzionale sul problema casa-camorra, alcuni blitz effettuati dalla polizia per snidare dalle case occupate qualche famiglia malavitosa di grande effetto propagandistico fa a pugni con l'assegnazione a 39 nuclei familiari senza titoli e requisiti di un alloggio nel Nuovo Rione S. Alfonso dei Liquori assegnazione avvenuta nel novembre del 1997 da parte dell'amministrazione di sinistra del Comune di Napoli.
Tra gli assegnatari elementi dei clan, uno di questi, Nunzio Mele, ucciso dopo qualche settimana sul posto.
L'amministrazione comunale in carica con ripetute ordinanze sindacali ha disposto la revoca delle assegnazioni ad oggi non ancora avvenuta. (Vedi allegato n. 1).
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