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Doc. XXIII n. 34


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4. Le imprese di settore.

In Sicilia, stando ai dati della sezione regionale dell'Albo delle imprese di servizi di smaltimento (istituito presso le camere di commercio ai sensi dell'articolo 30 del decreto legislativo n. 22 del 1997), dall'entrata in vigore delle nuove disposizioni fino al maggio 1998, sono state presentate 840 domande di iscrizione all'albo. Di queste, 220 sono state accolte. Non sono solo queste le imprese attive


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nell'isola. Molte imprese, infatti, non hanno affatto chiesto l'iscrizione all'albo, ma hanno continuato a operare sulla base di autorizzazioni rilasciate dall'autorità regionale sulla base di vecchie disposizioni. Questo rende difficoltoso il censimento stesso degli operatori.

4.1. Il panorama delle imprese.

1) Provincia di Agrigento: risultano 11 società autorizzate allo stoccaggio provvisorio di rifiuti speciali ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica n. 915 del 1982, che corrisponderebbero a rifiuti speciali non pericolosi ai sensi del decreto legislativo n. 22 del 1997.
Per ciò che riguarda gli stoccaggi provvisori di rifiuti tossici e nocivi (classe 21), ora speciali pericolosi, vi è un solo impianto autorizzato e precisamente Enel Git per conto proprio.
Relativamente alla raccolta e trasporto di rifiuti speciali operano n. 37 aziende di cui 4 (Filservizi srl di Agrigento, Iseda srl di Porto Empedocle, Sbalanca Giuseppe di Racalmuto, Sicil-Eco di Campobello di Licata) per rifiuti speciali pericolosi e il rimanente per rifiuti speciali non pericolosi.
Nel settore dei rifiuti ospedalieri (sanitari ai sensi dell'articolo 45 del decreto legislativo n. 22 del 1997) operano nella raccolta, trasporto e conferimento, 5 aziende (Eco-Sud di Palma di Montechiaro, Ecopeco di Ribera, Filservizi di Agrigento, Legnoplast di Licata, Sicil-Eco di Campobello di Licata). Non risultano quindi nella provincia aziende autorizzate al trattamento, all'incenerimento, alla discarica di rifiuti speciali (pericolosi e non pericolosi).

2) Provincia di Caltanissetta: risultano 6 aziende autorizzate allo stoccaggio provvisorio di rifiuti speciali non pericolosi, nessun impianto di stoccaggio di rifiuti speciali pericolosi, due impianti di incenerimento di rifiuti ospedalieri: asl 2 di S. Cataldo (che brucia per conto proprio) e Azienda Ospedaliera S. Elia di Caltanissetta (in conto proprio). Risultano inoltre autorizzati con ordinanza ex articolo 13 del decreto legislativo n. 22 del 1997 due impianti di incenerimento negli ospedali di Niscemi e Mussomeli.
Le aziende autorizzate al trasporto di rifiuti speciali non pericolosi sono in numero di 23, quella autorizzata per trasporto di rifiuti pericolosi è la Chemical Control di Gela mentre tre aziende sono autorizzate per la raccolta, trasporto e conferimento di rifiuti ospedalieri (Chemical Control di Gela, Consoli Matteo di Gela, Coop Si.Co.L.P. Gomma di Caltanissetta). Nel sito AGIP Petroli di Gela esistono 3 vasche autorizzate di discarica di tipologie 2A, 2B e 2C, all'interno delle quali l'impianto Enichem non conferisce, per sua propria scelta aziendale.

3) Provincia di Catania: esistono 17 aziende autorizzate allo stoccaggio provvisorio di rifiuti speciali di cui 2 per rifiuti speciali pericolosi (Cyanamid Italia di Catania, Fiat auto Spa di Catania, 2 per oli esausti (Meta Service di Giarre, Spada Antonino di Acireale) e 13 per rifiuti speciali non pericolosi.


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Le imprese autorizzate al trasporto, raccolta, conferimento, di rifiuti speciali sono 51, di cui 3 per rifiuti speciali pericolosi (Acciaierie Megara di Catania, Fiat Auto Spa di Catania, Paradivi Servizi srl di Acicastello), e il rimanente (48) per rifiuti speciali non pericolosi. Le aziende che operano nel settore dei rifiuti ospedalieri sono 8, di cui 1 autorizzata all'incenerimento ma mai attivata (Ascoli Tomaselli di Catania), una autorizzata alla sterilizzazione e al trattamento (Ospedale Cannizzaro di Catania), e 6 autorizzate alla raccolta, trasporto e conferimento. Tra i 13 impianti autorizzati allo stoccaggio di rifiuti speciali non pericolosi vi è il Consorzio Area sviluppo industriale che era autorizzato fino al 1998 ad effettuare trattamenti (incenerimento della buccia d'arancia). Tale trattamento, essendo scaduta l'autorizzazione, non è stato riproposto. Un altro (Cyanamid di Catania) autorizzato al trattamento e all'incenerimento di rifiuti speciali non pericolosi ed un altro ancora (Ecofin di Catania) autorizzato al trattamento di rifiuti speciali.

4) Provincia di Enna: esistono 4 aziende autorizzate rispettivamente per raccolta, trasporto e conferimento di rifiuti speciali non pericolosi (Altecoen di Emia e Fiorenza Angelo di Agira), raccolta, trasporto e conferimento di rifiuti speciali pericolosi (Altecoen), raccolta e trasporto di rifiuti ospedalieri (Altecoen). La ditta Fiorenza di Agira è anche autorizzata allo stoccaggio provvisorio di rifiuti speciali non pericolosi. Inoltre la Unicem (ex Smae) esercita attività di stoccaggio di olii esausti che vengono bruciati per ottenerne argille espanse.

5) Provincia di Messina: sono autorizzate 44 aziende di trasporto di rifiuti speciali di cui solo 2 per il trasporto di rifiuti pericolosi: una per il trasporto di tutte le 28 classi di rifiuti tossici e nocivi della Tabella 1 del decreto del Presidente della Repubblica n. 915 del 1982, ora rifiuti pericolosi (Investimenti Ambientali di Messina) e l'altra (Eco.Ser. di Pace del Mela) anch'essa per tutte le 28 classi del decreto del Presidente della Repubblica n. 915 del 1982. Sono poi autorizzate 3 aziende di raccolta, trasporto, conferimento di rifiuti tossici e nocivi (ora pericolosi) interregionale (Eco.Ser. di Pace del Mela, Giano Ambiente di Messina con due autorizzazioni per le classi 1-28 e 13-17, 24-27).
È inoltre autorizzato uno stoccaggio provvisorio per rifiuti tossici e nocivi (ora pericolosi) in conto proprio (Raffineria di Milazzo) un altro stoccaggio provvisorio conto proprio (Enel G.I.T di San Filippo del Mela) per rifiuti tossici e nocivi.
Gli stoccaggi per rifiuti speciali non pericolosi sono in numero di 4 (Caprileone, Milazzo, Patti, Messina). Le aziende autorizzate alla raccolta e trasporto e conferimento di rifiuti ospedalieri sono in numero di 8 (Chemialpha, Chemimar, Chemipur di Messina, Ecologica Sud di S. Agata di Militello, Ecosistemi di Messina, G.E.A.M. di Messina, Investimenti Ambientali di Messina, Pulisan Sud di Castel di Lucio).
A titolo di esempio si forniscono alcuni dati sulla Chemialpha. È un'azienda che opera nel settore della raccolta e trasporto dei rifiuti sanitari provenienti da strutture ospedaliere, cliniche private, studi medici e nella vendita di materiale sanitario. L'azienda, il cui amministratore unico è Roberto Canta, esercita anche attività di derattizzazione,


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disinfezione, sterilizzazione e vendita di contenitori per rifiuti speciali ospedalieri. Nel corso di un sopralluogo, è stato accertato che i contenitori di rifiuti ospedalieri, sistemati su un furgone e pronti per essere inviati all'incenerimento in Calabria, erano aperti contrariamente a quanto affermato dal responsabile. Ciò potrebbe far pensare alla possibilità che lungo il percorso di trasferimento all'impianto di incenerimento i contenitori possano essere manomessi con immissione di altri rifiuti. Ciò supporta il giudizio che la Commissione si è formato nel corso dei contatti con l'azienda e cioè che la gestione dei rifiuti raccolti presso le varie aziende che li producono e conferiti agli impianti di smaltimento apparentemente sembra corretto, ma a seguito di una più approfondita verifica, risulta poco chiaro. L'azienda ha smaltito, tra gli altri, i rifiuti del Policlinico universitario di Messina anch'esso oggetto di visita della Commissione. Nel 1993 infatti ha curato il servizio di raccolta, trasporto e termodistruzione dei rifiuti speciali prodotti nell'ambito del Policlinico e degli Istituti periferici ad esso collegati. Ed inoltre negli anni 1995, 1996, 1997 ha curato lo smaltimento dei liquidi esausti di sviluppo e fissaggio e la raccolta e trasporto di rifiuti speciali ospedalieri trattati.
Nel settore degli olii esausti opera dal luglio 1999 la ditta Smeb di Messina con un inceneritore di morchie oleose per conto terzi. Un forno inceneritore sperimentale della ditta Ecologica Sud ha operato a Sant'Agata di Militello per la termodistruzione di rifiuti speciali. L'autorizzazione è stata però revocata in quanto la ditta aveva proceduto alla termodistruzione senza avvisare l'organo tecnico provinciale.

6) Provincia di Palermo.

Questa si caratterizza per il numero più consistente di autorizzazioni per le varie fasi dello smaltimento.

6.1) Rifiuti ospedalieri: vi sono tre aziende autorizzate all'incenerimento di rifiuti ospedalieri (Asl 6 di Palermo il cui impianto è ora dismesso, l'Azienda Ospedaliera Civico di Palermo, la Usl 61 Villa Sofia di Palermo).
Inoltre la Ecofarma di Carini (Ugri) è autorizzata all'incenerimento di rifiuti ospedalieri e solidi non pericolosi per conto terzi.
Sono in numero di 18 le aziende autorizzate per la raccolta, trasporto, conferimento di rifiuti ospedalieri (Ambientai di Santa Flavia, Cammarata Antonina di Partinico, Coop. Giovani Bagheresi di Bagheria, Coservice di Palermo, D.E.A. di Palermo, Eco-Progress di Palermo, Ecoltec di Sarro Francesca di Palermo, Ecomed di Bagheria, Focari di Palermo, Ital-Rat di Palermo, L'Ammiraglia Recuperi di Palermo, La Siciliana di Palermo, LP Italia di Palermo, SI.TA.M. di Palermo, Sicurad di Palermo, Soc. Coop. L'Anfora di Palermo, TE.R.R.A. di Palermo, U-GRI di Palermo).

6.2) Stoccaggi provvisori.

6.2.1.) Rifiuti speciali non pericolosi. Sono autorizzati 29 stoccaggi provvisori di cui uno in conto proprio (ISAF di Palermo).


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6.2.2.) Rifiuti speciali pericolosi: sono autorizzati 3 stoccaggi provvisori per conto proprio (Enel Git di Termini Imerese, Enichem Agricoltura di Priolo in fase di smantellamento, Italtel Sit di Carini).

6.3.) Trattamento rifiuti speciali pericolosi. È autorizzata la ditta Exacta di Carini.

6.4.) Raccolta, trasporto e conferimento interregionale di rifiuti pericolosi: sono autorizzate 2 imprese (Dea di Palermo e Se.Sm.I. di Termini Imerese).

6.5.) Raccolta, trasporto e conferimento rifiuti speciali. Sono autorizzate 83 aziende per i rifiuti non pericolosi e 4 aziende (Brugnano Nicola di Palermo, Cammarata Antonina di Partinico, Meschis Antonino di Palermo, Sicurad di Palermo) per i rifiuti pericolosi. Non risultano autorizzate discariche di rifiuti industriali di tipo 2B e 2C né inceneritori di rifiuti industriali.
È inoltre in corso di autorizzazione l'inceneritore della Usl 6 di Palermo, da ubicare nel sito della discarica di Bellolampo per l'incenerimento di rifiuti ospedalieri, farmaci scaduti, carogne di animali e siringhe.

7) Provincia di Ragusa.

7.1) Rifiuti ospedalieri: sono autorizzate 2 aziende per raccolta, trasporto e conferimento (Eco.Dep. di Morando Giovanni di Vittoria, Medieco di Modica).

7.2) Rifiuti pericolosi: è autorizzata la ditta Eco.Dep. di Morando Giovanni per la raccolta, il trasporto ed il conferimento di rifiuti tossici e nocivi.

7.3) Stoccaggi provvisori: sono autorizzati 6 stoccaggi provvisori di rifiuti speciali non pericolosi e nessuno per rifiuti speciali pericolosi.

7.4) Raccolta trasporto e conferimento di rifiuti speciali non pericolosi: sono autorizzate 13 aziende.
Mancano discariche, impianti di trattamento ed inceneritori per rifiuti industriali.

8) Provincia di Siracusa. In tale provincia si concentra la gran parte degli impianti autorizzati per i rifiuti industriali dell'isola.

8.1) Rifiuti ospedalieri: vi sono 4 aziende autorizzate per la raccolta, trasporto e conferimento (Coop. Unione marinara di Augusta, Ge.S.P.I. di Augusta, Selmat di Siracusa, Sma.Ri di Siracusa).

8.2) Raccolta, trasporto e conferimento di Rifiuti Speciali non pericolosi: Sono autorizzate n. 42 aziende.

8.3) Raccolta. trasporto e conferimento di rifiuti speciali pericolosi: è autorizzata la ditta Giovanni Aprile per la raccolta, trasporto, conferimento e la stessa ditta per la raccolta, trasporto, conferimento interregionale.


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8.4.) Trasporto interregionale di oli usati: è autorizzata la ditta Giovanni Aprile.

8.5.) Discariche per rifiuti speciali non pericolosi: sono autorizzati 4 siti di discarica (ditta Giuseppe Andolina di Sebastiana Rizzo di Melilli, Condea Augusta, IGM 1 di Siracusa, Sarplast spa, divisione Eurosket, di Priolo Gargallo).
Sono in costruzione le discariche delle ditte APRILE, Sma.Ri., Cisma per un totale di capacità di smaltimento di circa 300 mila metri cubi. Sono in fase di sola progettazione le discariche delle ditte Soem, Sbi e Sudmetano.

8.6.) Discariche per rifiuti speciali pericolosi: è autorizzata una discarica (Aprile Giovanni) ormai esaurita.

8.7) Stoccaggio provvisorio di rifiuti speciali non pericolosi: sono autorizzati 7 stoccaggi (Esso Raffineria di Augusta per conto proprio, Fratelli Cultrera e C. di Floridia, Fratelli Caschetto di Siracusa, Fratelli Corrado e Francesco Di Malò di Noto, fratelli Lastrina di Floridia, Fratelli Tiralongo di Rosolini).

8.8.) Stoccaggio provvisorio di rifiuti speciali pericolosi: sono autorizzati n. 7 stoccaggi (Giovanni Aprile di Augusta, Condea, Augusta di Palermo, Enel Git di Augusta conto proprio, Enel Git di Priolo Gargallo conto proprio, Enichem di Priolo Gargallo conto proprio, Erg Petroli di Priolo Gargallo conto proprio, Nico Siciliana di Melilli).

8.9.) Trattamento di rifiuti speciali non pericolosi: vi è un solo impianto autorizzato (Giovanni Aprile di Augusta) per trattamento per inertizzazione.

8.10) Trattamento di rifiuti speciali pericolosi: vi sono 2 aziende autorizzate (Giovanni Aprile di Augusta, Nico Siciliana di Melilli) per i trattamenti di innocuizzazione.

8.11) Incenerimento di rifiuti: sono autorizzati due impianti (Erg Petroli di Priolo per rifiuti speciali non pericolosi e Coop. Unione marinara di Augusta per rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi prodotti nel porto di Augusta).

9.) Provincia di Trapani: sono autorizzate 5 aziende per la raccolta, il trasporto ed il conferimento di rifiuti ospedalieri (ECO Trinacria di Erice Casa Santa, Eco-Disinfest di Marsala, Ecological Service di Marsala, Impresital di Marsala, Intersan di Giuseppe Rubino di Marsala).

Gli stoccaggi provvisori di rifiuti speciali non pericolosi sono in numero di 9 ed inoltre vi è uno stoccaggio per oli esausti (Pinta Zottolo di Mazara del Vallo). Le autorizzazioni per il trasporto di rifiuti speciali pericolosi sono due (Vincenzo D'Angelo di Alcamo, Ecological Service di Marsala) mentre quelle per il trasporto di rifiuti non pericolosi sono in numero di 20. Infine sono autorizzati due inceneritori per rifiuti speciali (la Coop.Agricola Cantina Sociale Avanti per conto proprio e l'altro della ditta Cantina sociale Blandano).


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4.2. Considerazioni sull'argomento.

In questo contesto, la Commissione ha fermato la propria analisi su due profili: il funzionamento dell'albo e il c.d. doppio regime, creatosi tra le imprese di recente iscrizione all'albo e quelle autorizzate dalla regione.
Assai lungo e laborioso è stato l'iter per consentire l'avvio dell'attività di competenza dell'albo regionale degli smaltitori, e ciò anche per i ritardi con i quali il ministero dell'ambiente ha provveduto ad attrezzare le camere di commercio per la specifica funzione. L'impossibilità di essere tempestivamente iscritti nell'albo, per un certo periodo, avrebbe impedito ad alcune imprese di partecipare alle gare ed avrebbe dato ingresso ad imprese provenienti da altre regioni.
L'albo presenta problemi concernenti sia la composizione della commissione che rappresenta l'albo stesso, sia la struttura amministrativa e la sua collocazione all'interno delle camere di commercio, sia le procedure di iscrizione ed i criteri di valutazione.
La Commissione, per il tramite di propri consulenti, che nel maggio del 1999, si sono incontrati con il presidente dell'albo medesimo, ha proceduto ad alcune verifiche dirette, soprattutto per accertare l'intensità e la qualità dei controlli, nonché i motivi dei ritardi del suo effettivo funzionamento. In esito a tale incontro è emerso che l'albo, in questa prima fase di attività (1997-1999), ha dato una grande accelerazione all'esame delle domande per l'iscrizione, riuscendo a completare le procedure per più di 1000 posizioni. Tuttavia la qualità dei controlli effettuati sul livello imprenditoriale e sulle reali possibilità operative delle imprese è apparsa molto deludente, perché i controlli sono cartolari, lacunosi e spesso basati su autocertificazioni. L'attività ispettiva è, anche per carenza di idonei strumenti, assai rara. Altre informazioni assunte presso gli uffici regionali e provinciali, hanno permesso di stabilire che, almeno per talune situazioni, appare privo di sufficienti riscontri il fatto che, in carenza delle iscrizioni all'albo, le imprese non abbiano potuto operare.
Da questo accertamento sono altresì emersi i problemi organizzativi derivanti dalla collocazione dell'albo nelle strutture delle camere di commercio. È altresì emerso che il ministero dell'ambiente non riesce ancora ad assolvere alla funzione di indirizzo e di coordinamento degli albi regionali. L'avvio della struttura nazionale di coordinamento e controllo sembra in grande ritardo. Sul problema sono in corso iniziative e si confida che al più presto il gap informativo ed organizzativo sarà colmato.
Questi ritardi - e si passa così al secondo profilo - hanno costituito, secondo quanto sostenuto da Antonia Di Micelti (presidente dell'associazione delle piccole industrie di Siracusa) (13), un condizionamento per le imprese, le quali trovano grandi difficoltà ad adeguare la propria attività alle prescrizioni normative, a volte esse stesse sospese in attesa di provvedimenti di attuazione. Non si è mai certi di essere in regola sotto i profili autorizzativi e per ciò che concerne gli adempimenti burocratici.

(13) Cfr. l'audizione del 27 maggio 1999.

Questo è certamente vero per le nuove imprese che intendono fare ingresso nel mercato siciliano. Lo è meno per quanto concerne le


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imprese già esistenti. Queste infatti continuano a operare in base alle vecchie autorizzazioni regionali. Ecco pertanto il doppio regime costituito dalla possibilità di operare in Sicilia in virtù dell'iscrizione all'albo, sia per autorizzazione della regione. Il che, oltre a costituire un'anomalia ed una turbativa al regime legale, rappresenta anche una grave forma discriminatoria nei confronti delle imprese iscritte, assoggettate ai (pur deboli) controlli dell'albo e soprattutto alla prestazione della gravosa fidejussione prevista dalla normativa vigente.
Concludendo sul punto che riguarda l'imprenditoria siciliana, la Commissione deve riconoscere che, al di là delle volontà espresse dalle associazioni di categoria, sembra assai lontana quella dimensione di autodisciplina e di vigenza di «codici etici» di cui si è parlato nel corso delle audizioni. Gli altri riscontri, provenienti soprattutto dalla magistratura e dagli enti locali che affidano gli appalti, sembrano contraddire le dichiarazioni rese. Il sistema degli appalti denuncia condizionamenti e controlli da parte di settori imprenditoriali che desiderano continuare ad operare in regimi di sostanziale monopolio e di assoggettamento dei prezzi a regole non corrispondenti a quelle di mercato. In definitiva, la carenza di opportuni controlli sull'operare della imprenditoria siciliana e la alternante applicazione della normativa che disciplina il settore, finiscono per il penalizzare proprio la imprenditoria sana che, dovendo corrispondere agli onerose previsioni normative incidenti sui costi e sui tempi di lavorazione, finiscono per trovarsi in condizioni sfavorevoli di mercato fino a non potere più sostenere la concorrenza con i soggetti che, invece, operano contra legem. Paradossalmente, le pur necessarie prescrizioni del decreto legislativo n. 22 del 1997, hanno generato un impatto negativo proprio sull'imprenditoria più sana ed attenta al dettato legislativo. (14)

(14) Lo afferma ancora Antonia Di Miceli nella sua audizione.

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