Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 160 del 18/6/2002
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(Direttiva sulle relazioni interpersonali tra uomo e donna nell'Aeronautica militare - n. 3-00691)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la difesa, onorevole Cicu, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Grillini n. 3-00691 (vedi l'allegato A - Interpellanze ed interrogazioni sezione 3).

SALVATORE CICU, Sottosegretario di Stato per la difesa. Signor Presidente, il


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Ministero della difesa si è già espresso sulle questioni poste dagli onorevoli interroganti il 21 marzo di quest'anno, rispondendo in Commissione difesa ad analoga interrogazione presentata dall'onorevole Deiana, la n. 5-00646. In quell'occasione si è fatto presente che, con la legge del 20 ottobre 1999, n. 380, recante delega al Governo per l'istituzione del servizio militare volontario femminile, il legislatore ha inteso dettare principi e criteri per assicurare la realizzazione delle pari opportunità uomo-donna nel reclutamento, nell'accesso ai diversi gradi, qualifiche e specializzazioni ed incarichi del personale delle Forze armate e del corpo della Guardia di finanza, nonché per applicare a detto personale la normativa vigente in materia di maternità e paternità e di pari opportunità uomo-donna, tenendo conto del particolare status del personale militare.
In tale quadro, l'amministrazione militare ha avvertito l'esigenza di predisporre linee guida che potessero consentire di affrontare correttamente le molteplici e delicate problematiche connesse all'inserimento e all'integrazione del personale femminile nelle strutture delle Forze armate. Si comprende, pertanto, come i precetti contenuti nella direttiva SMA-ORD-007, richiamata dall'interrogazione, lungi dal porsi intendimenti di carattere discriminatorio e dall'introdurre ipotesi di decadenza dall'incarico, affrontino il possibile verificarsi di una nuova tipologia di eventi legati a specifici comportamenti interpersonali tra uomo e donna che, se non opportunamente regolamentati, potrebbero incidere sull'efficienza stessa delle strutture militari. Pertanto, la direttiva analizza una serie di situazioni che, nell'ottica di prevenire ogni molestia sul posto di lavoro, possano aiutare a comprendere la problematica per meglio indirizzare le conseguenti azioni. A tale scopo, le prescrizioni ivi contenute perseguono l'obiettivo di sostenere e diffondere la cultura del rispetto della persona e, dopo avere individuato e definito i possibili comportamenti offensivi e lesivi della dignità umana, arrivano ad enucleare una serie di norme comportamentali per incanalare gli atteggiamenti di natura amicale nei confronti dell'altro sesso, frequenti in ambito lavorativo, in una dimensione equilibrata e misurata, tale comunque da non determinare aspettative di diversa connotazione.
In una compiuta disamina sulle relazioni uomo-donna nell'organizzazione militare, non si poteva tralasciare un altro aspetto importante come quello relativo ai rapporti sentimentali. In quest'ambito, le linee di condotta indicate dall'amministrazione militare non hanno la pretesa di regolamentare tutte le situazioni scaturenti dai rapporti interpersonali uomo-donna, ma mirano piuttosto ad introdurre elementi di certezza e di stabilità in ordine alle azioni e alle valutazioni da adottare. Partendo da un presupposto incontrovertibile, rappresentato dalla circostanza che tra il personale militare non sia da escludere che possano instaurarsi rapporti di natura sentimentale, la direttiva - che è bene sottolineare non impone divieti, né determina sanzioni - inquadra il rapporto sentimentale nato in ambiente lavorativo nella giusta ottica, considerando gli eventuali sviluppi, definendo le possibili implicazioni, indirizzando i relativi comportamenti individuali al fine di non pregiudicare il rispetto della gerarchia militare, la disciplina, le funzioni di istituto, la buona riuscita e il buon andamento delle attività professionali e l'equilibrio dei rapporti con gli altri colleghi. Infine, il richiamo costante ai comportamenti improntati al pieno rispetto delle libertà fondamentali e della dignità della persona consente di cogliere appieno lo spirito della direttiva, che è quello di cercare di prevenire situazioni pregiudizievoli allo svolgimento dell'attività lavorativa, consentendo al singolo operatore di lavorare in un ambiente libero da ogni forma di discriminazione e di coercizione.
Pertanto, non si ritiene che esistano i presupposti per apportare correzioni di alcun tipo all'indirizzo espresso dall'amministrazione militare sull'argomento, considerato che non potevano essere affrontati argomenti diversi da quelli effettivamente


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trattati. Con ciò si vuole specificare che gli orientamenti e le linee di condotta consigliate trovano un positivo fondamento nei criteri direttivi stabiliti dalla legge e finalizzati, per quanto si è avuto modo di dimostrare, a favorire una integrazione non traumatica del personale femminile nell'organizzazione militare, nonché ad assicurare la piena realizzazione del principio delle pari opportunità fra uomo e donna. Ogni altra prescrizione che non trovasse ragione nella citata legge delega, oltre a porsi inequivocabilmente in contrasto con lo spirito della stessa, sarebbe stata potenzialmente sindacabile sotto il profilo della legittimità.

PRESIDENTE. L'onorevole Grillini ha facoltà di replicare.

FRANCO GRILLINI. Signor Presidente, devo dichiararmi del tutto insoddisfatto della risposta perché, se da un lato trovo assolutamente positivo che vi sia una direttiva che cerchi di porre un argine alle eventuali molestie legate ad una struttura, ad una cultura particolarmente maschilista dell'esercito - come, peraltro, di tutti gli eserciti - in relazione all'inserimento di personale di sesso femminile nell'esercito italiano, dall'altro lato, però, la sua risposta, onorevole sottosegretario, evita del tutto di entrare nel merito del quesito posto da me e dagli altri miei colleghi parlamentari in questa interrogazione.
Questa direttiva contiene un esplicito riferimento ai rapporti sentimentali fra militari di sesso diverso. È del tutto evidente che, qualora nell'esercito italiano - come succede in tutti gli eserciti del mondo - vi fossero rapporti sentimentali tra persone appartenenti allo stesso sesso, poiché si parla solo di rapporti sentimentali tra persone di sesso diverso, se ne evince che ci troveremmo di fronte ad una situazione non consentita dalla direttiva in questione, quindi in una situazione in cui potrebbero essere adottati provvedimenti discriminatori.
Siccome nell'esercito italiano è già successo - per esempio, nell'Arma dei carabinieri - che siano state costrette alle dimissioni diverse persone la cui omosessualità era stata resa nota in vario modo, il quesito da me e dagli altri colleghi posto fa riferimento a situazioni reali che si sono già verificate e che potrebbero continuare a verificarsi: ciò, sarebbe particolarmente grave in una situazione in cui il nostro esercito sta giustamente - dal mio punto di vista - diventando un esercito professionale e non più di leva. Il ministro della difesa ha annunciato addirittura che vuole anticipare questa eventualità. In una situazione di questo tipo è del tutto evidente che, trasformandosi l'esercito da esercito di leva in professionale, quest'ultimo diventa un luogo di occupazione come qualsiasi altro. È ovvio che il problema si pone, come si è già posto per esempio in altri eserciti come quello americano. In tale ambito, si è dato vita ad un dibattito che ha avuto un notevolissimo rilievo, a mio parere risolto un po' ipocritamente, all'italiana, dall'allora presidente Bill Clinton che pronunciò la famosa frase «don't ask, don't tell», la quale non ha affatto risolto il problema. Si è poi arrivati alla decisione presa dalla Corte europea dei diritti umani - citata dal sottoscritto nell'interrogazione di cui si tratta - che ha dato ragione al ricorso di un omosessuale dell'esercito inglese, il quale poi è stato reintegrato come tutti coloro che erano stati costretti alle dimissioni.
Credo che lo Stato e anche l'esercito debbano intervenire il meno possibile nella vita privata dei cittadini e regolare il meno possibile la vita privata degli stessi, in special modo per quanto riguarda la loro vita sentimentale. I rapporti tra adulti consenzienti, che si svolgano nell'ambito della legalità, dovrebbero rimanere fuori dall'interesse dello Stato. E quando dico fuori dell'interesse dello Stato intendo dire anche fuori dall'interesse dell'esercito. Se due persone si vogliono bene e decidono di frequentarsi e di costruire una relazione sentimentale, che quest'ultima sia di natura eterosessuale od omosessuale, dovrebbe essere del tutto indifferente sia all'esercito sia allo Stato italiano.


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Onorevole sottosegretario, sono quindi insoddisfatto della sua risposta perché lei non ha parlato neanche per un momento dell'oggetto della mia interrogazione. È inutile presentare interrogazioni se poi non si dà una risposta circa l'oggetto delle stesse. Io avevo chiesto se, in riferimento a questa direttiva, è vero o no che vi sono discriminazioni verso le persone omosessuali. Lei non mi ha risposto, ha semplicemente ignorato il quesito dicendo che, probabilmente, non vi saranno discriminazioni, ma non è intervenuto nel merito delle questioni da me poste e questo, devo dire, mi lascia piuttosto perplesso.

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