Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 69 del 27/11/2001
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(Criteri per la nomina del capo di stato maggiore dell'aeronautica - n. 3-00111)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la difesa, onorevole Filippo Berselli, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Leoni n. 3-00111 (vedi l'allegato A - Interpellanze ed interrogazioni sezione 2).

FILIPPO BERSELLI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Signor Presidente, la nomina del capo di stato maggiore dell'aeronautica, in considerazione delle complesse ed importanti attribuzioni e responsabilità, è stata deliberata dal Consiglio dei ministri e sancita con decreto del presidente della Repubblica nel pieno rispetto di quanto previsto dalla legge n. 25 del 1997 e dal decreto del Presidente della Repubblica n. 556 del 1999.
Ciò premesso, è opportuno evidenziare che i due procedimenti aperti nei confronti del generale Ferracuti e attinenti alle questioni connesse con la commissione mista italo-libica sono stati archiviati. In particolare, in data 22 dicembre 1997, è stato archiviato il procedimento relativo all'ipotesi di presunti reati di falso ideologico e soppressione di documenti concernenti la sicurezza dello Stato, in data 31 agosto 1999, quello relativo all'ipotesi di reato di falsa testimonianza e favoreggiamento personale in relazione al ruolo di presidente della citata commissione mista. Al riguardo, appare doveroso ricordare che l'ordinanza-sentenza del giudice istruttore del 31 agosto 1999 afferma testualmente: «si deve ritenere che i membri della commissione, almeno da parte italiana, da un lato, hanno espresso le loro valutazioni sulla base di pochi elementi allora disponibili, dall'altro lato, non hanno - ivi compreso il generale Ferracuti - partecipato a concreti atti di indagine, neanche informale, prima che venisse costituita la commissione, e tanto meno si sono occupati della vicenda del DC-9, sicché errate conclusioni della commissione non possono reputarsi ascrivibili alla loro malafede». In definitiva, il generale Sandro Ferracuti, con provvedimento emesso da un organo giurisdizionale, è stato definitivamente riconosciuto estraneo ai fatti di Ustica e la sua carriera militare si è progressivamente sviluppata grazie alle proprie capacità e non per altre ragioni.
Per quanto riguarda la del tutto infondata prospettazione di una pretesa «carriera in riscossione» del generale Ferruzzi, aggiungo volentieri di mio che tale carriera dopo Ustica non è stata di certo favorita o tanto meno accelerata, ma anzi frenata proprio in funzione di non certamente nobili e ricorrenti strumentali speculazioni sul ruolo allora svolto da questo eminente ufficiale, il generale Sandro Ferracuti, le


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cui elevatissime ed indiscutibili capacità e specchiata onestà fanno onore a tutte le nostre Forze armate.
I fatti sopra ricordati evidenziano, quindi, che la scelta del capo di stato maggiore dell'aeronautica, il cui descritto iter di nomina è garante di scelte ponderate e trasparenti, rispettoso delle regole democratiche e costituzionali vigenti, non è sfuggita a valutazioni di opportunità e ha doverosamente tenuto conto della altissima competenza, professionalità e lealtà istituzionale dell'ufficiale prescelto. Ciò nondimeno, non appare pleonastico evidenziare ancora una volta l'impegno del Governo nel sostenere fortemente l'accertamento della verità per la vicenda di Ustica, sottolineando che, se dovessero emergere responsabilità a carico di personale a vario titolo coinvolte, saranno adottati con la dovuta fermezza tutti i provvedimenti necessari.

PRESIDENTE. L'onorevole Leoni ha facoltà di replicare.

CARLO LEONI. Signor Presidente, non sono soddisfatto perché non viene colto, nella risposta del sottosegretario, il punto fondamentale. Non c'è strumentalità nelle intenzioni che hanno mosso i firmatari dell'interrogazione, ma semplicemente un'ostinata azione che tutti - maggioranza ed opposizione - dobbiamo sentire nell'accertamento definitivo della verità su Ustica. Tutti ricordiamo l'enorme emozione che suscitò in Italia e non solo in Italia la tragedia del DC-9 Itavia e tutti sappiamo che al sentimento di emozione e di dolore per quella tragedia subentrarono via via lo sconcerto e la rabbia, perché anche la tragedia di Ustica andava a raggiungere i tanti misteri italiani nelle nebbie che coprono ancora la verità e la giustizia. Si parlò di cedimento strutturale, di una esplosione di un ordigno a bordo, e poi dell'aereo colpito da un missile; l'ordinanza-sentenza del giudice Priore, alla quale ha fatto riferimento il sottosegretario di Stato (ormai nota), arrivò alla conclusione che quella notte sui cieli di Ustica, proprio durante il passaggio del DC-9 Itavia, era in corso un'azione di guerra. In quella sentenza - questo è il punto fondamentale della nostra interrogazione - c'è scritto che intorno alla vicenda di Ustica, allo scopo di occultare verità imbarazzanti, fu allestita una vasta e ramificata opera di depistaggio, che vide tra gli artefici e protagonisti anche ufficiali dell'aeronautica.
I firmatari non intendono discutere le qualità professionali del generale Ferracuti, nominato capo di stato maggiore dell'aeronautica, né far leva sulla rilevanza penale dei suoi comportamenti, ma sollevare, in Parlamento e di fronte all'opinione pubblica, le ragioni che ci fanno ritenere quantomeno inopportuna tale nomina, proprio in relazione al ruolo svolto dal generale Ferracuti nelle vicende successive alla strage di Ustica, alcune delle quali sono state ricordate anche dal sottosegretario, come presidente della commissione italo-libica. Tale commissione affermò una tesi poi rivelatasi falsa e cioè che quel famoso mig libico cadde sulla Sila il 18 luglio 1980 mentre il giudice Priore, dopo accurata perizia, arrivò alla conclusione che la tesi sostenuta dal generale Ferracuti, anche di fronte alla Commissione parlamentare stragi, era falsa. Faccio notare, inoltre, che il Governo e il Ministero della difesa si sono costituiti parte civile in un processo, in corso a Roma, contro un altro generale responsabile di aver sostenuto la stessa tesi deviante sulla caduta del mig libico.
Signor rappresentante del Governo, noi riteniamo che ci sarebbe voluta maggiore cautela nel promuovere a così alto e prestigioso incarico un uomo il cui ruolo nella ricerca della verità su Ustica è stato discusso e discutibile. Cautela, anche come doveroso rispetto verso i familiari delle vittime, peraltro ricevuti dai Presidenti di Camera e Senato in occasione del ventunesimo anniversario della strage. In tale occasione gli stessi Presidenti di Camera e Senato hanno rilasciato dichiarazioni importanti, come quelle che ho sentito dal rappresentante del Governo, anche poco fa, in conclusione del suo discorso, e cioè che l'accertamento della verità su Ustica è


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da considerarsi irrinunciabile per tutta la comunità nazionale. Sono parole importanti, tuttavia sappiamo bene che il prestigio delle istituzioni decade quando a parole importanti e significative non seguono fatti; o peggio, quando i fatti che seguono e che contano smentiscono e riducono a mera circostanza gli impegni verbali. Riteniamo che con la nomina del generale Ferracuti a capo di stato maggiore dell'aeronautica siamo esattamente di fronte a ciò e questo ci è sembrato un segnale negativo. Questa è stata la ragione che ha mosso la nostra interrogazione.

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