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PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Lo Porto n. 3-05848 (vedi l'allegato A - Interpellanze ed interrogazioni sezione 4).
LUCIANO GUERZONI, Sottosegretario di Stato per l'università e la ricerca scientifica e tecnologica. Onorevole Presidente, onorevoli deputati, l'interrogazione presentata dall'onorevole Lo Porto e da altri deputati riguarda la segnalata presenza all'interno delle aule e dei corridoi della facoltà di lettere e filosofia dell'Università degli studi di Palermo di scritte e slogan politici (cito dal testo dell'interrogazione) «inneggianti al terrorismo» e «all'uso della droga».
di un'autonomia che attiene agli aspetti finanziari, gestionali, organizzativi, statutari, didattici; è quindi un'autonomia tale da non consentire al Ministero di interferire nella vita interna degli atenei, meno che mai di interferire in fatti gestionali come la rimozione o la cancellazione di scritte eventualmente presenti sui muri dell'ateneo.
PRESIDENTE. La ringrazio, sottosegretario Guerzoni.
VINCENZO FRAGALÀ. Signor Presidente, devo dichiararmi insoddisfatto perché il tema sollevato dall'interrogazione di cui sono cofirmatario è di carattere generale e avrebbe meritato un diverso intervento del Governo rispetto a quello che si evince dalla risposta che è stata data.
vietano, prevedendo sanzioni per i trasgressori, di deturpare gli edifici pubblici, che certo non possono subire offese del genere, in questo caso tali da avere conseguenze sulla coscienza dei cittadini.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze e della interrogazione all'ordine del giorno.
Il sottosegretario di Stato per l'università e la ricerca scientifica e tecnologica ha facoltà di rispondere.
Devo far presente che il preside della facoltà, cui il Ministero ha chiesto informazioni e documentazioni in merito alla vicenda, ha formalmente smentito la predetta circostanza, puntualizzando che la segnalazione è stata erroneamente ripresa dalla stampa, con riferimento al Giornale di Sicilia del 18 giugno 2000, che ha riportato sull'argomento le dichiarazioni di alcuni studenti.
A seguito di tali dichiarazioni, il preside della facoltà di lettere e filosofia dell'Università degli studi di Palermo ha formalmente richiesto agli studenti intervistati di provvedere nelle sedi dovute ad una urgente rettifica, con riferimento sia alla notizia relativa al suo rifiuto di aprire sulla questione una discussione in seno al consiglio di facoltà, sia a quella attinente alla stessa presenza nei locali dell'ateneo dei murales in contestazione. Alla richiesta ha fatto seguito, nella seduta del consiglio di facoltà del 4 luglio 2000, la rettifica nonché la smentita delle dichiarazioni rilasciate al Giornale di Sicilia e, come ho detto, pubblicate nell'edizione del 18 giugno 2000.
In proposito il preside ha precisato che non corrisponde al vero quanto segnalato nell'interrogazione, vale a dire di essere stato più volte sollecitato alla discussione circa l'opportunità di cancellare i murales. In effetti, alcuni studenti avevano chiesto di discutere della questione nel consiglio di facoltà del 6 giugno 2000, ma la richiesta era stata inoltrata dopo la convocazione del consiglio stesso, non potendo pertanto essere più posta all'ordine del giorno. Nonostante ciò, il preside comunica di aver manifestato, nel corso di quel consiglio di facoltà, la disponibilità a porre in discussione l'argomento, tenendo conto ovviamente del regolamento di facoltà.
L'episodio cui fanno riferimento gli onorevoli interroganti, peraltro oggetto di pronta segnalazione all'autorità giudiziaria e relativo alla parziale cancellazione di alcuni murales ad opera di un gruppo di studenti accompagnati da due consiglieri, comunale e provinciale, di Alleanza nazionale, si è pertanto verificato subito dopo la suddetta dichiarazione di disponibilità.
Infine, per quanto attiene alla richiesta di procedere alla pulizia dei muri ed alla cancellazione delle scritte, ovviamente questo Ministero non intende e non può entrare nel merito della questione. Come è noto agli onorevoli interroganti, l'autonomia delle università, a norma della Costituzione, è ormai completata. Si tratta
Poiché in questo momento è presente una scolaresca e l'aula è vuota, per cui può sembrare che i parlamentari siano assenti per loro negligenza, desidero precisare che il rapporto esistente tra il Governo ed il parlamentare che rivolge all'esecutivo interpellanze ed interrogazioni è un rapporto diretto, che non richiede la presenza di altri colleghi, trattandosi di atti di sindacato ispettivo. Non vi paia quindi un atto di poco riguardo nei confronti del mandato parlamentare la presenza solo di quei deputati che hanno sollevato le questioni che devono essere di volta in volta affrontate. Fornisco questa spiegazione perché molte volte si ha la sensazione che questo vuoto dell'aula sia fatto di negligenza; invece è un vuoto fatto di diligenza da parte di chi ha sollevato il problema ed intende affrontarlo in termini di dialogo o, meglio, di dialettica con il Governo.
L'onorevole Fragalà, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
La vicenda riguarda i consiglieri comunale e provinciale di Alleanza nazionale, il dottor Bartolo Sammartino ed il dottor Giuseppe D'Appolito, che si erano laureati all'università di Palermo ed erano stati esponenti di un'associazione studentesca della facoltà di lettere. Costoro, insieme ai rappresentanti degli studenti eletti nel consiglio di facoltà, avevano chiesto più volte al preside della facoltà di lettere, professor Giuseppe Ruffino, ed al rettore dell'università di Palermo, professor Giuseppe Silvestri, di ripulire finalmente le aule e i corridoi della facoltà di lettere da scritte ed emblemi istiganti all'uso della droga ed inneggianti al terrorismo, soprattutto ad ideologie politiche condannate dalla storia, come il comunismo, con i suoi 80 milioni di vittime innocenti.
Di fronte a questa richiesta, il preside della facoltà di lettere si è rifiutato di far ripulire le aule e i corridoi di un edificio pubblico da scritte certamente offensive per la coscienza degli studenti che quella facoltà frequentano. Ha ritenuto cioè di opporsi alla legittima richiesta dei rappresentanti degli studenti, sostenendo che quelle scritte e quegli emblemi così offensivi appartenessero alla storia della facoltà.
Questa risposta è stata senza dubbio non solo pretestuosa ma anche, come il sottosegretario Guerzoni converrà, gravemente lesiva di principi giuridici e di norme di legge che qualunque funzionario dello Stato deve rispettare per la tutela degli edifici pubblici nei quali alberga la facoltà di lettere dell'università di Palermo.
Gli studenti hanno avuto una reazione pacifica, simbolica e positiva e, di fronte al rifiuto del preside a ripulire le aule e i corridoi della facoltà da quelle scritte inneggianti al terrorismo, si sono trasformati pacificamente e simbolicamente in imbianchini ed hanno proceduto a ripulire quelle aule e quei corridoi, restituendo finalmente decoro e senso estetico alla facoltà.
Su questa vicenda credo che debba esserci non soltanto una diversa risposta da parte del Governo ma anche un intervento nei confronti dei rettori delle università, dei presidi delle facoltà, nonché dei presidi degli istituti scolastici della Repubblica italiana affinché siano rispettate le norme penali di cui agli articoli 635 e 639 del codice penale, che
Credo che, rispetto all'assoluta mancanza di intervento da parte del preside della facoltà ed alla completa insensibilità del rettore, il Governo dovrebbe compiere una ispezione presso l'università di Palermo, per verificare se alcune macerie delle rivolte studentesche del 1968 e del 1977 siano state rimosse, ma anche per garantire agli studenti che frequentano quelle facoltà il diritto ad avere aule e corridoi puliti da slogan e scritte offensive per la loro coscienza.
Sospendo la seduta.