Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 736 dell'8/6/2000
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(Servizio di scorta disposto a favore di un ex capo di stato maggiore della Guardia di finanza)

PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Calzavara n. 3-04538 (vedi l'allegato A - Interpellanze ed interrogazioni sezione 2).
Il sottosegretario di Stato per le finanze ha facoltà di rispondere.

ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per le finanze. Signor Presidente, onorevoli interroganti, con l'interrogazione si lamenta che, in occasione di una


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comunicazione presso la procura di Perugia, l'ex capo di stato maggiore della finanza Nicolò Pollari sarebbe stato accompagnato «da un "cordone" di guardia di finanza in uniforme che, presumibilmente, nella circostanza fungeva da scorta» (così è scritto testualmente nell'interrogazione). Questo avrebbe impedito ai giornalisti presenti di avvicinarsi al generale Pollari palesando un comportamento illegittimo per la richiesta di esibizione dei documenti personali.
Al riguardo, il comando generale della Guardia di finanza ha preliminarmente evidenziato che in occasione della convocazione nel settembre del 1997, presso la procura della Repubblica di Perugia del generale Nicolò Pollari, ex capo di stato maggiore, non fu predisposto alcuno specifico servizio di scorta, ma per motivi meramente logistici il predetto generale al suo arrivo fu accompagnato presso il palazzo di giustizia dal comandante del locale gruppo e dal comandante pro tempore del nucleo locale di polizia tributaria. Il medesimo comando generale ha precisato che nei locali degli uffici giudiziari i predetti ufficiali indossavano abiti civili e che non risultava presente personale del corpo in uniforme disposto in modo da costituire un cordone di protezione. Inoltre, il contegno dei citati militari verso persone rivelatesi poi essere giornalisti è risultato finalizzato esclusivamente ad assicurare lo spedito compimento dell'atto giudiziario in considerazione dell'opportunità di garantire incidentalmente la necessaria sicurezza nei confronti della persona del generale Pollari, attesa la delicata carica istituzionale ricoperta di vicesegretario del Cesis e soprattutto per il fatto che il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica di Roma aveva disposto misure di protezione nei confronti dello stesso, tuttora confermate. In tale contesto, infatti, va inquadrata l'identificazione di un operatore televisivo che stazionava all'interno dei locali adibiti ad ufficio della procura, peraltro solitamente interdetti all'accesso dei giornalisti. In conclusione, il predetto comando generale ha chiarito che le attività svolte non hanno configurato alcun servizio di scorta né hanno comportato una distrazione di personale, peraltro gli indicati ufficiali hanno comunque dovuto recarsi in procura per conferire su questioni di servizio con l'autorità.

PRESIDENTE. L'onorevole Calzavara ha facoltà di replicare.

FABIO CALZAVARA. Signor Presidente, credo non ci sia molto da dire a proposito della risposta del Governo. I fatti parlano da soli e, pur considerando l'alto grado del generale Nicolò Pollari, resta emblematico che vi sia stato un accompagnamento, anche se non in divisa. Peraltro, da alcune informazioni risulta che in quella occasione sia stata vista qualche divisa; tuttavia, possiamo anche prendere per buona la risposta del Governo, seppure con le debite cautele. È chiaro, comunque, che alcuni finanzieri comandati avrebbero dovuto proteggere il comandante generale da malintenzionati, certamente non dai giornalisti che, almeno fisicamente, non sono malintenzionati - a volte lo sono a parole - e ciò la dice lunga su un comportamento che sicuramente deve essere stigmatizzato perché non è concepibile in uno Stato democratico. Evidentemente, tutto ciò distoglie lavoro, professionalità ed anche denaro pubblico per funzioni che, in questo caso, non riteniamo necessarie, anzi consideriamo superflue. Si tratta di un privilegio per la difesa da eventi che dovrebbero essere pubblici. Il ruolo della Guardia di finanza e, soprattutto, dei comandanti generali, infatti, è molto delicato e deve essere difeso in tutte le sue prerogative, ma essi non si possono sottrarre dal fornire spiegazioni o chiarimenti all'opinione pubblica o ai giornalisti. Non è possibile trincerarsi dietro silenzi o dinieghi, tanto più se accompagnati ad un'esibizione di forza militare che, in questo caso, non giudichiamo compatibile con il ruolo democratico svolto.
Pertanto, mi dichiaro insoddisfatto della risposta.

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