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La seduta, sospesa alle 15,50 è ripresa alle 15,55.
PRESIDENTE. Passiamo dunque all'interpellanza Calderisi n. 2-01820 (vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 4).
GIUSEPPE CALDERISI. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, il signor Vincenzo Santoro, residente all'estero, nato il 25 maggio 1891, 108 anni fa, è deceduto, ma è iscritto nelle liste elettorali ed è stato computato per determinare il quorum del referendum del 18 aprile scorso nel comune di San Vito dei Normanni; nello stesso comune, ad esempio, anche Regueira Ferreira Nicolasa Beatriz, nata il 13 novembre 1919, quindi solo 80 anni fa, una ragazza in confronto al suo compaesano di 108 anni, anch'essa deceduta, è stata computata nel quorum del referendum del 18 aprile. Noi del comitato promotore del referendum abbiamo accertato situazioni analoghe per altri nove cittadini nel comune di San Vito dei Normanni.
semplicemente premendo un tasto, può ottenere informazioni e certo ne può ottenere per gli italiani residenti nella Unione europea.
alcuni giornali hanno parlato di 2 milioni di cartoline tornate indietro su un numero di elettori residenti all'estero - anch'esso del tutto aleatorio, dal momento che sono circolate, lei lo sa bene, signor sottosegretario, cifre diversissime - che va dai 2 milioni 303 mila (secondo l'elenco fornito dal Ministero dell'interno aggiornato al 31 dicembre 1998) fino ai 2 milioni 648 mila (secondo un appunto autografo, che reca la firma di un altissimo funzionario del Ministero dell'interno, aggiornato al 18 aprile 1999, che è stato distribuito a tutti i giornali). Probabilmente quest'ultimo è il numero dei cittadini italiani residenti all'estero e non degli elettori, però l'appunto parla di elettori e la stampa ha diffuso questi numeri: ribadisco che si tratta di uno scritto autografo di un vostro funzionario.
all'articolo 4, primo comma, che «i cittadini italiani già cancellati dal registro della popolazione stabile del comune per emigrazione definitiva all'estero sono iscritti d'ufficio nelle liste elettorali del comune di ultima residenza entro il mese di febbraio dell'anno 1979», anche se la precedente legge aveva stabilito che quegli elenchi non erano in grado di certificare lo stato di cittadinanza. La legge n. 40 del 1979 ha preso quegli elenchi per buoni, anche se stabiliva che, prima di procedere all'iscrizione, si sarebbe dovuto accertare il possesso della capacità elettorale.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'interno ha facoltà di rispondere.
ADRIANA VIGNERI, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, rispondo all'interpellanza urgente presentata dall'onorevole Calderisi che chiede chiarimenti, prendendo spunto dal referendum svoltosi il 18 aprile scorso, sulla presunta differenza dei numeri dei cittadini italiani residenti all'estero forniti dal Ministero dell'interno per individuare l'effettiva capacità elettorale degli aventi diritto al voto e per definire l'effettiva consistenza delle liste degli aventi diritto al voto.
GIUSEPPE CALDERISI. Qui c'è scritto elettori!
ADRIANA VIGNERI, Sottosegretario di Stato per l'interno. Sgrideremo l'autore! Dicevo che comprende anche coloro che, a qualsiasi titolo, hanno perso la capacità elettorale.
GIUSEPPE CALDERISI. Perché non è disponibile?
ADRIANA VIGNERI, Sottosegretario di Stato per l'interno. Ho constatato che il dato non è disponibile.
GIUSEPPE CALDERISI. Questo è il complesso, non il numero degli italiani residenti all'estero!
ADRIANA VIGNERI, Sottosegretario di Stato per l'interno. In quella occasione era del 7,3 per cento.
GIUSEPPE CALDERISI. Nell'interpellanza si chiedeva il numero degli italiani residenti all'estero, non del complesso!
ADRIANA VIGNERI, Sottosegretario di Stato per l'interno. Mi dispiace, ma l'unico dato che ho è quello complessivo.
esempio, nel 1800. Quindi, questo tipo di indagine, che sarebbe semplice se vi fossero le banche dati telematiche, è estremamente complessa perché non c'è un ordine in base al quale le liste degli elettori vengono tenute.
GIUSEPPE CALDERISI. Per il 35 per cento ci sono!
ADRIANA VIGNERI, Sottosegretario di Stato per l'interno. Per il 35 per cento esistono.
GIUSEPPE CALDERISI. Quali sono i dati?
ADRIANA VIGNERI, Sottosegretario di Stato per l'interno. Non sto facendo una difesa degli uffici, ma esponendo lo stato della tenuta di questo tipo di elenchi e di banche dati.
PRESIDENTE. L'onorevole Calderisi ha facoltà di replicare.
GIUSEPPE CALDERISI. Signor Presidente, non ritengo affatto che, con riferimento alla questione posta dall'interpellanza, il Governo debba essere necessariamente controparte; infatti, in relazione all'accertamento di un dato fondamentale per verificare ed acclarare il raggiungimento del quorum necessario per la validità del referendum, non posso minimamente immaginare, né come cittadino né come parlamentare, che il Governo sia controparte. Su questo punto, l'amministrazione deve prestare - spero sia così - la massima collaborazione e disponibilità per l'attuazione delle leggi, al fine di fornire tali dati.
ADRIANA VIGNERI, Sottosegretario di Stato per l'interno. Con certezza, con assoluta certezza.
GIUSEPPE CALDERISI. ...con certezza, con assoluta certezza, per quanto riguarda gli italiani residenti in paesi fuori dall'Unione europea.
per cento dei comuni e il quantitativo dei nominativi non cancellati? Gradiremmo poter disporre di tale dato, quantomeno per farci un'idea sull'ordine di grandezza, anche considerando che quel 35 per cento corrisponde a più di un terzo del numero complessivo dei comuni. Non so quale corrispondenza numerica vi sia tra questo livello percentuale e il livello della relativa popolazione; in ogni caso auspico che, almeno su questo, si possa effettuare una verifica per sapere quanti siano effettivamente i cittadini ultracentenari di quel 35 per cento di comuni che dispongono di un sistema informatizzato.
chiederemo questo accertamento. Chiediamo al Governo di offrire la massima collaborazione perché credo che se un paese non conosce neppure il numero dei cittadini elettori significa che siamo di fronte ad una situazione sconcertante.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze urgenti all'ordine del giorno.
L'onorevole Calderisi ha facoltà di illustrarla.
La legge 27 ottobre 1988, n. 470, concernente l'anagrafe ed il censimento degli italiani all'estero, articolo 4, comma 1, lettera d), afferma che, trascorsi cent'anni dalla nascita, si deve provvedere da parte dei comuni alla cancellazione degli italiani all'estero dalle liste del comune stesso. Ebbene, se si va a Spoleto, gli ultracentenari residenti all'estero sono circa un'ottantina: si va da Agliani Adolfo, nato il 14 aprile 1892, quindi 107 anni fa, fino a Zengoni Decio, nato il 17 giugno 1893, vale a dire 106 anni fa. Potrei continuare con Sansevero Luigi Battista, nato il 26 giugno 1891, o - sempre a San Severo, in provincia di Foggia - con Anna Belcaro, nata il 19 settembre 1892. Potrei citare i residenti all'estero del comune di Rende, che sono 969, moltissimi dei quali ultracentenari. Si arriva fino a Filomena Marchese, nata il 7 aprile 1880, 119 anni fa; avrebbe dovuto essere cancellata dalla liste da diciannove anni, invece da diciannove anni è inserita nelle liste elettorali in violazione di una legge.
Vorrei capire cosa facciano i comuni al riguardo. Perché non procedono a queste cancellazioni? Forse perché - mi si scusi la malignità -, se tanti nominativi di italiani residenti all'estero di cui si sono perse le tracce o ultracentenari venissero cancellati, diminuirebbe la classe di abitanti di questi comuni e gli stessi percepirebbero minori contributi statali? A fronte di situazioni del genere il ministro dell'interno che cosa ci sta a fare? Dispone di un computer con il quale,
Gli ottomilacento comuni dispongono di sistemi computerizzati, quindi il ministro dell'interno può chiedere a tutti gli ottomilacento comuni di verificare quanti siano gli ultracentenari. Il Ministero dell'interno deve svolgere un compito di ispezione nei confronti dei comuni per far rispettare la legge.
Questo è solo uno dei dieci punti sollevati nella mia interpellanza, che è fatta di domande precise. Infatti si vogliono conoscere le cifre. Lo chiedo ancora una volta: quanti sono gli ultracentenari negli ottomilacento comuni italiani, che non sono stati cancellati dalle liste elettorali italiane, in violazione dell'articolo 4 della legge che ho citato?
Non so quanti siano, ma una cosa è certa: il numero sulla base del quale la Corte di cassazione ha computato il quorum per il referendum - numero comunque diverso da quello fornito dal Ministero dell'interno - è sicuramente sbagliato! Vi sono, infatti, inserite persone che sono decedute.
Signor sottosegretario, è mai possibile che i fantasmi determinino l'esito di un referendum? Non vi sembra troppo anche per una repubblica delle banane, che spero il nostro paese non voglia essere? Non vi sembra troppo?
Tra l'altro, questo è uno dei dieci quesiti contenuti nella mia interpellanza. Non credo, in ogni caso, che la vicenda possa considerarsi conclusa: vi sono sedi in cui possono ricorrere non soltanto il comitato promotore dei referendum, ma anche i partiti politici. È diritto - nonché dovere - di tutti accertare il numero effettivo degli elettori o, almeno, degli iscritti nelle liste elettorali ancora viventi, con riferimento non solo agli italiani residenti all'estero, ma anche ai cittadini residenti in Italia.
Il quorum è qualcosa di aberrante: spero che venga presto cancellato dal nostro ordinamento. Esiste, infatti, soltanto nel nostro paese. Si tratta di un istituto giacobino che non sopravvive più in nessuna democrazia liberale. Soltanto in Danimarca vige il quorum del 40 per cento per il referendum su leggi costituzionali e del 30 per cento per il referendum su leggi ordinarie. Nessun altro paese democratico - Stati Uniti, Svizzera e così via - ha tale istituto.
In ogni caso, anche ragionando in base alle leggi vigenti nel nostro paese - leggi certamente errate, come quelle sull'anagrafe e sulla cittadinanza -, si pone il problema dell'informazione ai cittadini italiani residenti all'estero. Essi, infatti, in occasione di consultazioni elettorali, dovrebbero essere avvisati mediante una cartolina inviata entro tempi specifici, con specifiche modalità, al loro indirizzo. In tal modo essi possono usufruire delle facilitazioni di viaggio per poter partecipare alle elezioni nel nostro paese.
Al riguardo, dispongo di un ulteriore, lunghissimo elenco di comuni - cito per tutti quello di Pachino - da cui risultano 5.669 elettori residenti all'estero: a 3.050 sono state spedite le cartelline (ne sono tornate indietro 200 per errato indirizzo), mentre a 2.619 cittadini non sono state nemmeno spedite, in quanto non si dispone del loro indirizzo: spesso si sa soltanto lo Stato estero in cui sono residenti, ma non il paese o la città. È questo lo stato delle nostre anagrafi! Di conseguenza, i comuni non spediscono neppure le cartoline violando, così, una legge dello Stato: del resto, a chi dovrebbero spedirle?
Chiedo, dunque, quale sia il contenuto degli elenchi degli italiani all'estero: quanti sono? A chi vengono inviate le cartoline? Quante cartoline tornano indietro per errato indirizzo? Quante sono tornate indietro, in particolare, con riferimento alla recente consultazione referendaria? Quante ne sono tornate indietro in occasione delle passate consultazioni elettorali? Si è proceduto a verifiche riguardo alle cartoline tornate indietro? Cosa si è fatto di tali cartoline? Non si è fatto nulla?
Vogliamo capire e sapere! Si dice che possano essere svariate centinaia di migliaia:
Signor Presidente, quanti sono, allora, gli italiani residenti all'estero? Possibile che il loro numero sia così ballerino, che sia destinato a salire e scendere (sale solo in occasione dei referendum e poi riscende, come pare stia avvenendo per le elezioni europee)? Come è possibile che a distanza di due mesi il numero degli italiani residenti all'estero sia inferiore di circa 80 mila unità? Qual è la cifra per il 13 giugno rispetto a quella risultante al 18 aprile: è la stessa o, se varia, di quanto varia? Eventualmente vorremmo conoscere anche le ragioni di tale consistente variazione che si sarebbe verificata in soli due mesi.
Il Ministero dell'interno ha poi parlato di 2 milioni 357 mila certificati di elettori residenti all'estero che non sarebbero stati ritirati. Il complesso dei certificati non ritirati sarebbe pari a 3 milioni 986 mila, sempre secondo una tabella diffusa dal Ministero dell'interno. Sembrerebbe, addirittura, che il numero dei certificati dei residenti all'estero non ritirati sia maggiore del numero dei residenti all'estero! Vorrei capire, ma c'è qualcosa che proprio non quadra!
Presidente, signor rappresentante del Governo, non sono in grado di dire quanti siano gli italiani che hanno diritto al voto, né quanti siano gli italiani residenti all'estero, né conosco gli altri numeri, ma ho l'impressione che non li conosca nessuno e che il quorum sia stato individuato sulla base di dati veramente aleatori. Mi chiedo allora se non sia dovere del Governo - forse avrebbe dovuto farlo anche la Corte di cassazione, ma è veramente singolare che, di fronte a prove inoppugnabili, quali quelle da noi prodotte, non abbia ritenuto di dover procedere ad un accertamento - verificare il numero sulla base del quale viene calcolato il quorum.
Credo che il Governo debba farlo anche nella prospettiva delle prossime consultazioni politiche referendarie. Si pensi al problema delle riforme. Dobbiamo valutare l'elezione diretta del Presidente della Repubblica; c'è qualcuno - io non sarei d'accordo - che vorrebbe fissare un quorum, ma mi chiedo se lo si possa stabilire quando esso appare soggetto ad un'alea di questa natura.
Signor Presidente, qui sorge anche il problema delle leggi ed emergono numerose altre questioni. Tralascio alcuni punti, che sono evidenziati nell'interpellanza (mi riferisco, per esempio, alla circostanza che le cartoline siano state inviate in ritardo dolosamente), per affrontare alcune questioni che riguardano le nostre leggi, le quali prevedevano alcune verifiche. La legge del 1988 prevedeva, per esempio, che contemporaneamente al censimento dei cittadini residenti in Italia il Ministero degli affari esteri, con l'assistenza tecnica dell'ISTAT, effettuasse una verifica degli italiani residenti all'estero. Mi domando, allora, quali siano le verifiche fatte in relazione all'ultimo censimento, signor Presidente.
Vorrei poi segnalare un secondo punto. La legge 22 gennaio 1966, n. 1, all'articolo 11 prevedeva che i cittadini italiani che venivano cancellati dal registro della popolazione stabile del comune per l'emigrazione definitiva all'estero restassero iscritti nelle liste elettorali del comune per sei anni a decorrere dalla data della cancellazione anagrafica, sempre che conservassero i requisiti di elettori. Una legge successiva di modifica - la legge 7 febbraio 1979, n. 40 - ha però stabilito,
Ci chiediamo: è stata fatta questa verifica nel 1979? Quali esiti ha dato? Come sono formati questi elenchi?
Non è possibile che l'incertezza regni sovrana: vi sono cittadini deceduti, ultracentenari non cancellati, nonché cittadini di cui non si sa l'indirizzo né dove siano. È mai possibile procedere su queste basi di conoscenza e su questo stato degli elenchi degli iscritti nelle liste elettorali se dobbiamo procedere all'esame di proposte di legge costituzionale sul voto dei cittadini italiani all'estero?
Signor sottosegretario, mi auguro che il Governo voglia dare puntuale risposta alle dieci questioni poste con l'interpellanza.
La prima domanda dell'onorevole Calderisi riguarda la differenza tra il numero degli italiani residenti all'estero risultante dai tabulati della direzione centrale dei servizi elettorali del Ministero dell'interno ed il numero dei residenti all'estero diffuso dallo stesso Ministero al momento della consultazione referendaria del 18 aprile.
I numeri riportati dall'onorevole Calderisi sono 2.303.852 e 2.648.000. Il primo dato (2.303.852) indica il numero degli elettori residenti all'estero al termine della seconda revisione semestrale delle liste elettorali. Il secondo (2.648.000) indica il numero complessivo dei cittadini italiani iscritti nell'anagrafe degli italiani residenti all'estero: esso comprende, quindi, anche coloro che non hanno ancora compiuto il diciottesimo anno d'età, nonché coloro che, a qualsiasi titolo, hanno perso...
Enucleando dall'ultima cifra (2.648.000) i nominativi che, alla data del 18 aprile, hanno raggiunto il diciottesimo anno d'età - fatto in ogni caso salvo l'accertamento da parte dei comuni del possesso della capacità elettorale - si ha un corpo elettorale, per così dire, estero pari a 2.351.406, con un incremento, rispetto al dato registrato alla data del 31 dicembre 1998, di 47.554 elettori.
Per quel che concerne le cartoline-d'avviso spedite agli elettori all'estero e non recapitate, il dato relativo a passate consultazioni elettorali non è disponibile; lo è invece quello relativo all'ultimo referendum, limitatamente agli elettori italiani residenti nei paesi dell'Unione europea.
Nella circostanza qui considerata sono state spedite 1.001.404 cartoline-d'avviso e restituite 92.720, per una percentuale pari al 9,3 per cento.
Aggiungo che per eventuali mancati recapiti, le cartoline recano l'indicazione «restituire al consolato»; lo dico perché non esiste un «circuito» diretto con il Ministero dell'interno; gli stessi comuni, quando hanno dei dubbi sull'indirizzo, scrivono ai consolati. Del resto i nostri connazionali non sempre comunicano il cambio del proprio indirizzo alle autorità diplomatiche o consolari, tanto meno ai comuni di emigrazione.
Passando ai certificati elettorali, cui si fa riferimento nel terzo quesito contenuto nell'interpellanza, debbo dire che la percentuale dei certificati non ritirati in occasione del referendum è stata pari al 7,5 per cento del totale degli elettori e precisamente 3.720.016. Tale percentuale non si discosta da quella riferita alla consultazione referendaria precedente del 15 giugno 1997.
Sto parlando della percentuale dei certificati elettorali non ritirati in occasione del referendum del 18 aprile...
Nella precedente consultazione referendaria, quella del 15 giugno 1997, la percentuale è stata, lo ripeto, del 7,3, ossia 3.588.783.
Il raffronto tra i dati del referendum e quelli di altri tipi di consultazione elettorale non è omogeneo. Infatti, in relazione alla diversa tipologia delle consultazioni le statistiche indicano una maggiore partecipazione da parte degli elettori a consultazioni politiche amministrative anziché referendarie.
In ogni caso la differenza oscilla da un minimo del 3,9 per cento ad un massimo del 6,3 per cento.
Per quanto riguarda la cancellazione dalle liste elettorali dei cittadini residenti all'estero (come è noto ciò compete ai comuni, una volta che siano trascorsi cento anni dalla loro nascita) sono state diramate le necessarie istruzioni ai comuni per la revisione straordinaria delle liste elettorali con le conseguenti cancellazioni di iscrizioni ai sensi degli articoli 32 e seguenti del testo unico n. 223 del 1967.
Aggiungo che è vero che il Ministero dell'interno può mandare - e lo fa - degli ispettori ma, contrariamente a quello che pensa l'interpellante, le anagrafi contenenti gli elenchi dei cittadini e quindi degli elettori (che naturalmente non sono gli stessi dei cittadini), non sono informatizzate per il 65 per cento dei comuni italiani. Noi stiamo faticosamente lavorando per costruire l'anagrafe centrale attraverso il collegamento con tutte le anagrafi comunali, le quali hanno bisogno di essere in primo luogo informatizzate e poi collegate, in modo che vi sia un'unica centrale contenente tutti i dati anagrafici (quindi, tutti i dati delle carte d'identità e tutti quelli degli elettori). Questo lavoro si sta effettuando in collaborazione con l'Ancitel e con l'AIPA, ma è lungo e complesso; soprattutto, si tratta di un lavoro che si fonda molto sulla collaborazione dei comuni, ai quali non si può imporre l'utilizzazione di questo tipo di tecnica. Si tratta comunque di un lavoro che siamo impegnati a svolgere.
La mancanza di questi schedari di tipo elettronico rende estremamente difficile che un ispettore, il quale si ferma presso un comune un solo giorno (resta in trasferta un giorno e mezzo: non abbiamo la possibilità di tenerlo fuori sede per una settimana per ciascun comune italiano dato che, come è noto, sono più di 8 mila), abbia la possibilità di interrogare attraverso uno schermo una banca dati e di chiedere quali siano gli elettori nati, ad
Quanto alla rilevazione dei cittadini italiani all'estero, prevista dalla legge n. 470 del 1988, cui fa riferimento l'interpellante, riferisco i chiarimenti forniti dal Ministero degli affari esteri, appositamente interessato.
Il primo censimento degli italiani all'estero, previsto dalla richiamata legge n. 470 del 1988, si è svolto nell'ottobre 1991, in contemporanea con il censimento dei cittadini residenti in Italia.
Il Ministero degli affari esteri ha stipulato al riguardo un'apposita convenzione con l'ISTAT, che ha prestato la necessaria assistenza tecnica per l'elaborazione informatica dei dati raccolti. Il risultato del censimento ha portato alla rilevazione di 2.020.551 iscrizioni, di cui 1.584.578 effettuate d'ufficio e 435.973 sulla base di dichiarazioni volontarie.
Per quanto riguarda poi le modifiche introdotte dalla legge 7 febbraio 1979, n. 40, articoli 4 e 5, i cittadini italiani già cancellati dal registro della popolazione stabile del comune per l'emigrazione definitiva all'estero e reiscritti nelle liste elettorali del comune di ultima residenza al giugno 1979 risultavano 754.685.
L'iscrizione ha avuto luogo, secondo le modalità previste dall'articolo 32 del testo unico, sulla base delle risultanze dei registri, atti e documenti, tenuti dal comune, e previo accertamento del possesso della capacità elettorale.
L'accertamento della perdita del diritto elettorale, che risulti da sentenza o da altro provvedimento dell'autorità giudiziaria, viene effettuato in base alle comunicazioni dell'autorità provinciale di pubblica sicurezza e alle risultanze del casellario giudiziale, come disposto dal già citato articolo 32.
Soggiungo, infine, che a norma dell'articolo 1 della legge 27 ottobre 1988, n. 470, su tenuta dei registri e censimento degli italiani all'estero, le anagrafi dei cittadini italiani residenti all'estero, come peraltro le liste elettorali, sono tenute presso i singoli comuni. In definitiva, quindi, l'anagrafe istituita presso il Ministero dell'interno costituisce un archivio centrale formato sulla base delle comunicazioni fatte pervenire dai medesimi comuni.
Con riferimento alla domanda concernente quali iniziative siano state assunte per accertare il corretto indirizzo dei cittadini residenti all'estero, ai fini dell'eventuale dichiarazione di irreperibilità e dell'accertamento della conservazione dello status di elettore, faccio presente che, in vista delle elezioni europee del prossimo 13 giugno, si è svolto tra il Ministero dell'interno, il Ministero degli affari esteri e i comuni un lavoro inteso a ripulire - diciamo così - ed aggiornare gli elenchi degli elettori. Nello svolgimento di questo lavoro è stata emanata una circolare da parte del Ministero dell'interno in cui i comuni sono stati invitati, ove si riscontri per lo stesso elettore diversità fra l'indirizzo registrato presso il comune e quello registrato presso le anagrafi consolari, ad assumere, quale indirizzo molto probabilmente esatto, quello risultante dalle anagrafi consolari, ossia dalle comunicazioni date da queste ultime.
Ricordo ciò per far presente che un lavoro di verifica è stato compiuto ed anche concluso, ma riguarda esclusivamente i cittadini residenti nei paesi che fanno parte dell'Unione europea.
Aggiungo una mia personale opinione, ossia che la certezza sulle liste degli elettori cittadini italiani residenti in qualsiasi paese del mondo, con l'attuale meccanismo, cioè con le norme introdotte dal 1979 in poi, è materialmente irraggiungibile.
Devo prendere atto, però, di alcune affermazioni del rappresentante del Governo, in particolare l'ultima, che sottolineo con molta forza. Il rappresentante del Governo, sia pure esprimendo un'opinione personale, ha dato alla Camera, al Parlamento, una notizia sconcertante: mentre per quanto riguarda i cittadini residenti in uno dei paesi dell'Unione europea esiste la possibilità di verificare quanti siano iscritti nei registri e, quindi, in possesso della qualità di elettore, questo dato non è possibile averlo...
Siccome gli italiani residenti all'estero sono circa 2.351.406, secondo l'ultimo dato aggiornato al 18 aprile, di cui circa 1 milione e 80 mila sono quelli residenti all'estero in uno dei paesi della Unione europea ed oltre 1 milione quelli residenti al di fuori di quest'ultima, non so se ci rendiamo conto della dimensione del problema. È, infatti, sufficiente uno scarto minimo per determinare un cambiamento del quorum, visto che quest'ultimo non è stato raggiunto per dei margini ristretti. Rispetto all'entità di tali margini, il sottosegretario ci ha detto che è impossibile effettuare una verifica da parte della pubblica amministrazione. Mi auguro che ciò porti il Governo, i comuni e i consolati a mettere in atto immediatamente tutti gli strumenti possibili con le leggi vigenti e che si possa realizzare qualcosa con le leggi eventualmente da fare, affinché sia accertato il numero effettivo degli aventi diritto al voto. Non è possibile, infatti, che questo paese abbia un'area di incertezza di questa natura.
È veramente sconcertante quello che il rappresentante del Governo ci è venuto a dire: sulla base di quello che ha detto il sottosegretario Vigneri - non credo di forzare il suo pensiero - emerge sostanzialmente che, non essendovi certezza sull'iscrizione di circa 1 milione e 200 mila residenti fuori dall'Unione europea e considerando che il quorum non è stato raggiunto per circa 200 mila voti, siamo in una situazione nella quale non si sa se in effetti lo stesso quorum sia stato o meno raggiunto, nonostante quanto proclamato dalla Corte di cassazione!
Questo è un primo elemento che intendevo sottolineare.
Ciò detto, devo dichiararmi insoddisfatto della risposta del Governo ad altre questioni poste.
Per quanto riguarda il problema degli ultracentenari non cancellati dalle liste elettorali, prendo atto che il 65 per cento dei comuni non dispone ancora di un sistema informatizzato per appurare tale dato, ma rilevo nello stesso tempo che, con riferimento ai dati relativi al restante 35 per cento, esiste un lavoro di informatizzazione.
Signor sottosegretario, non è possibile disporre almeno dei dati relativi ai cittadini ultracentenari residenti in quel 35
È mai possibile che, in presenza di cittadini di 119 anni iscritti nelle liste elettorali, il Ministero dell'interno, in occasione di questo referendum (con il quale si sapeva, tra l'altro, che si giocava tutto), abbia provveduto soltanto a dare istruzioni e non direttive ben più ferme? È inconcepibile che quei registri contengano ancora indebitamente i nominativi di ultracentenari da oltre 19 anni! Sarebbe, quindi, stato necessario fornire uno strumento più incisivo di una semplice istruzione in riferimento almeno all'attuazione di questa norma di legge, signor rappresentante del Governo!
Per quanto riguarda i certificati non ritirati dai cittadini residenti all'estero, il Governo ci ha fornito un dato complessivo di quelli residenti in Italia e di quelli non residenti nel nostro paese, precisando che la relativa media è del 7,3 per cento. Tuttavia, non ci è stato spiegato quale sia il dato relativo soltanto agli italiani residenti all'estero.
Dispongo di un dato statistico, fornitomi dal Ministero dell'interno, nel quale è contenuta la specificazione degli italiani residenti o meno in Italia e dal quale risulta che i certificati non ritirati sarebbero stati 2.337.864 alla chiusura delle operazioni di votazione e, addirittura, 2.357.475 alla vigilia della consultazione! Si tratta di un dato numerico che risulta addirittura praticamente identico a quello relativo agli italiani residenti all'estero, che è di 2 milioni e 351 mila. Nella sostanza, dalla lettura di questo dato, risulterebbe che circa il 99 per cento degli aventi diritto non hanno utilizzato il certificato elettorale. È, infatti, evidente che, se si considerano sia il dato relativo a quei 2 milioni e 357 mila, sia quello complessivo degli italiani residenti all'estero (2 milioni e 351 mila), i conti sono presto fatti: quasi la totalità degli italiani residenti all'estero non ha votato, non ha esercitato il proprio diritto e non certo per una scelta politica! Non sapremo mai quanti di questi cittadini non abbiano mai ricevuto le cartoline di avviso.
È singolare, peraltro, che questo dato si conosca soltanto con riferimento ad una parte degli italiani residenti all'estero: poiché le cartoline tornate indietro riguardavano tutti gli italiani residenti all'estero, mi chiedo per quale ragione si conosca soltanto il dato relativo agli italiani residenti nei paesi dell'Unione europea.
Mi chiedo, inoltre, quante cartoline non siano state neppure spedite dai comuni. Questi dati - in questo caso non c'entra il computer - debbono essere noti: quante cartoline - ripeto - non vengono spedite affatto dai comuni, perché non sanno a chi inviarle, non disponendo in alcuni casi dell'indirizzo e, in altri casi, non conoscendo addirittura il paese? Ho l'elenco di Spoleto. La indicazione del paese vi è solo per una minima parte. Per molte persone non si conosce qual è il paese nel quale vivono.
Come possiamo stabilire un quorum sulla base di questi dati? È veramente sconcertante!
Signor Presidente e signor rappresentante del Governo, mi auguro che questa vicenda dia un insegnamento: innanzitutto aboliamo il quorum! In primo luogo mi auguro che si abolisca il quorum e, in secondo luogo, a prescindere dal quorum, non si possono tenere gli elenchi in questa maniera.
Dobbiamo allora fare una riflessione anche per quanto riguarda le leggi, anche costituzionali, che ci apprestiamo ad approvare. Non è possibile che l'anagrafe si trovi in queste condizioni.
Come comitato promotore per i referendum noi andremo avanti comunque e
Mi auguro che questo accertamento sia disposto. Non so se ricorreremo al TAR o alla Corte costituzionale per conflitto di attribuzione, comunque promuoveremo nuovamente il referendum perché certamente la partita non finisce qui. Non è possibile che esista una situazione nella quale, con ormai oltre il 30 per cento degli elettori che non va a votare (un astensionismo che, a detta dei tecnici, è ormai strutturale o fisiologico), vi sia una minoranza soccombente nel paese, le cui tesi sono minoritarie nel paese, che evidentemente non ha nessun interesse a misurarsi a viso aperto in una competizione fra il sì e il no e alla quale è sufficiente convincere a non votare il 10-15 per cento dell'elettorato. Questo 10-15 per cento viene a contare di più del 49,9 per cento degli elettori che partecipano alla votazione.
Credo che i partiti che hanno spinto in questa direzione forse dovranno ravvedersi perché chi di astensionismo ferisce di astensionismo può anche perire. Non so quanti saranno gli elettori che parteciperanno alle prossime elezioni europee del 13 giugno. Ci troviamo in una situazione di distacco dei cittadini dalle istituzioni e credo che dovrebbero essere forse diverse le linee da seguire per tentare di recuperare questo distacco, e innanzitutto quella di dare certezza alla nostra amministrazione, almeno per quanto riguarda queste competizioni. Ventidue milioni di cittadini hanno partecipato al referendum; il loro voto è stato dichiarato non valido probabilmente solo perché esistono alcune centinaia di migliaia di fantasmi nelle liste elettorali che hanno determinato questo quorum.
Signor Presidente, è un dato di fortissima tristezza e di rammarico constatare lo stato in cui versano la nostra pubblica amministrazione, le nostre istituzioni e anche il nostro sistema politico.