Seduta n. 222 del 2/7/1997

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Svolgimento di interpellanze e di interrogazioni sui recenti episodi di pedofilia verificatisi a Torre Annunziata (ore 9,13).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento delle interpellanze Nappi n.2-00578, Teresio Delfino n.2-00580, Sbarbati n.2-00586, Jervolino Russo n.2-00587 e delle interrogazioni Antonio Rizzo n.3-01293, Del Barone n.3-01294, Bolognesi n.3-01297, Procacci n.3-01298, Valpiana n.3-01303, Guidi n.3-01304, Di Nardo n.3-01310, Cè n.3-01312, Malavenda n.3-01313 sui recenti episodi di pedofilia verificatisi a Torre Annunziata (vedi l'allegato A).
Queste interpellanze e queste interrogazioni, che vertono sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente.
L'onorevole Nappi ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n.2-00578.

GIANFRANCO NAPPI. Signor Presidente, colleghi, rappresentanti del Governo, credo sia importante che l'esecutivo abbia dato la propria disponibilità a rispondere prontamente alle interpellanze ed alla interrogazioni sulla vicenda di Torre Annunziata. È questo un segnale positivo che deve spingerci ad un confronto serio per cercare di capire il perché ed insieme individuare che fare.
In una città come Torre Annunziata, che vive una crisi economica e sociale profondissima, con gli effetti della deindustrializzazione e del fallimento di un'intera ipotesi di sviluppo, segnata da profondi elementi di disgregazione sociale, uscita da poco più di un anno da una gestione commissariale conseguente alla commistione intima, lì realizzatasi, tra camorra e vecchio potere politico, simboleggiata dalla vicenda e dall'assassinio del giornalista Giancarlo Siani, con un potere criminale tutt'altro che debellato, sarebbe fin troppo facile in sede di analisi e di commento metterci, per così dire, una croce sopra e disegnare la città in quanto tale come un orrore. Ciò è stato fatto in questi giorni da alcune parti; operazione tanto facile quanto non solo ingiusta, ma non in grado di aiutare a capire.
Il Governo ora riferirà sull'entità e sulla profondità dei casi di sfruttamento di minori a fini sessuali, su cosa si stia


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facendo da parte dei responsabili della sicurezza e se fin dall'inizio sia stato fatto quanto possibile per stroncare una tale odiosa attività. Ed è esattamente questo il primo punto anche dell'interpellanza che il gruppo della sinistra democratica ha presentato.
Ciò che qui mi preme sottolineare, ancor di più in quanto espressione della realtà di Torre Annunziata, è che se quanto accaduto fosse avvenuto, con il suo carico di violenza fisica e psichica, anche in riferimento ad un solo bambino l'orrore non sarebbe inferiore.
È proprio dunque dalla realtà torrese che viene una giusta richiesta di andare avanti nelle indagini e di non guardare in faccia a nessuno. Dobbiamo però anche dirci che non siamo di fronte al problema di una città, ad un caso di arretratezza locale, ma ad un fatto che interroga nel profondo le caratteristiche di una modernità distorta che in Italia come in Europa, accompagnandosi ad un'esasperata mercificazione, giunge a far diventare merce da sfruttare con violenza anche i bambini.
È proprio guardando il mondo con gli occhi dei bambini oltre le punte estreme rappresentate dagli stessi casi di violenza che noi di più e meglio ci possiamo rendere conto delle contraddizioni e delle ingiustizie che maturano in tanti aspetti dello sviluppo attuale. Ciò è particolarmente vero per tanti bambini delle città del Mezzogiorno, che vedono per sé negati diritti e futuro. Qui c'è un primo «che fare» che non riguarda il Governo ma direttamente il Parlamento. In questi giorni si è posto l'accento in via prioritaria sull'approvazione delle norme che inaspriscono le pene in relazione ad alcuni reati collegati con i minori, ma nelle prossime ore (sottolineo nelle prossime ore) dobbiamo riuscire ad approvare (credo sia addirittura più importante del precedente provvedimento legislativo) il disegno di legge del Governo che consente di utilizzare fondi per progetti degli enti locali, della scuola e del volontariato in direzione della tutela e della promozione dei diritti dei minori. Poiché questo disegno di legge ha già impiegato tanto tempo per essere approvato dall'Assemblea della Camera, il mio auspicio è che, nel momento in cui esso sarà da noi trasmesso al Senato, in questo ramo del Parlamento vi sia la disponibilità di tutti i gruppi ad esaminarlo in sede legislativa, in modo da poter dare un'altra risposta importante nell'arco di pochi giorni.
Al tempo stesso, ci auguriamo che il Senato vari rapidamente la legge istitutiva di nuovi riferimenti istituzionali a livello centrale e locale delle politiche attive per l'infanzia. In secondo luogo, nell'ambito di una politica più generale, vi è il problema del «che fare» da parte del Governo in direzione di Torre Annunziata. È qui che nello specifico è esploso il problema ed è qui che dobbiamo riuscire a costruire una risposta adeguata e positiva. Nella sostanza, chiediamo al Governo di far diventare quella realtà centro di uno sforzo straordinario di risanamento e ripresa civile, un punto emblematico di un modo nuovo di guardare al Mezzogiorno e ai suoi problemi. Si pongono da questo punto di vista tre questioni, che completano il quadro tracciato con la nostra interpellanza, oltre agli aspetti connessi alle indagini che ho già citato.
Primo. Noi chiediamo, sia in riferimento alle leggi in via di approvazione sia rispetto a quelle già operanti, a cominciare dalla legge n.216, che si costruisca un quadro di progetti e di interventi, con il concorso dell'ente locale, della scuola, dell'associazionismo, di tutela e promozione dei diritti dei minori, a carattere straordinario per qualità e diffusione sul territorio. Un lavoro in questa direzione è già stato impostato dall'ente locale e va sostenuto e rilanciato. Del resto, è già operante il prezioso lavoro di tanti gruppi ed associazioni di volontariato laico e cattolico, che è già espressione di una ricchezza e di una tensione morale feconda che animano settori estesi della società.
Secondo. Solo apparentemente può presentarsi come un paradosso il fatto che proprio la scuola, che in tanti quartieri ed anche con il terzo circolo didattico rappresenta l'unico punto di socialità presente

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sul territorio e che, pur disponendo di pochi mezzi, realizza uno sforzo straordinario in direzione dei bambini, sia stata investita così pesantemente. Senza un'opera urgente di risanamento del tessuto sociale ed economico anche la scuola può essere travolta. Occorre allora potenziare (è questo il secondo aspetto al centro della nostra interpellanza) e qualificare lo sforzo in direzione di tutta la scuola a Torre Annunziata. Dal terzo circolo didattico mi è pervenuta una lettera di cui voglio leggere un passo a testimonianza delle difficoltà in cui si è operato e si opera.
Cito dalla lettera: «Sapete, il custode non ha l'alloggio nell'edificio, perciò va via al termine delle lezioni. I vandali arrivano, distruggono e insudiciano dappertutto. A Natale anche loro, per qualche giorno, sono stati buoni e a scuola è stato tutto più bello, il presepe vivente, l'albero illuminato, le recite, babbo Natale, la banda musicale, i nostri lavoretti e le torte preparate dalle mamme, venduti per beneficenza. A voi queste sembreranno povere cose, ma certo non sapete che il nostro tempo a scuola è di 27 ore, con un solo rientro pomeridiano a settimana. Purtroppo il personale ausiliario non è sufficiente e manca la mensa per farci restare di più. Questi motivi, uniti alla mancanza di maestre specialiste, non consentono neppure l'avvio dell'insegnamento della lingua straniera. Sono comunque fortunato, visto che i miei maestri hanno sempre insegnato su questo territorio e sanno di non poter contare su nessun aiuto. Pensate che fino a due mesi fa non avevamo ancora i registri e abbiamo usato i quaderni come dei bambini».
Cose non dissimili abbiamo avuto modo di registrare in una serie di incontri che una delegazione di parlamentari dell'Ulivo ha avuto a Torre Annunziata, delegazione di cui facevano parte i colleghi Rosa Jervolino Russo, Cennamo, Giardiello e il senatore Pelella.
Chiediamo che attraverso il coinvolgimento comune del Ministero della pubblica istruzione, del provveditorato, della provincia di Napoli, della regione Campania, del comune, del distretto scolastico e delle scuole si definisca oggi un programma per l'apertura dell'anno scolastico 1997-1998 che parli di sicurezza, di personale necessario (tra l'altro va urgentemente sbloccato il progetto che prevede l'utilizzazione di 60 lavoratori LSU per coprire il vuoto e le carenze di organico del personale non docente, di mensa e di tempo prolungato per i bambini) ed inoltre di strutture a disposizione e - perché no? Perché dovrebbero essere negati agli studenti di Torre Annunziata? - anche di laboratori multimediali nelle secondarie superiori.
Terzo. Vi è qui il tema del risanamento economico e sociale e, in primo luogo, del lavoro. Anche su questo terreno non si tratta di inventare niente e si è potenzialmente preparati. Torre Annunziata è parte dell'area di crisi torrese-stabiese, con un lavoro di alcuni anni alle spalle per l'individuazione di progetti di reindustrializzazione e di valorizzazione di un patrimonio archeologico e culturale straordinario nella sua unicità; un lavoro che ha visto in prima fila un movimento dei lavoratori erede di una crisi drammatica, ma non piegato e passivizzato, che ha saputo individuare obiettivi e costruire risposte.
Investimenti pubblici e privati per alcune centinaia di miliardi; alcune migliaia di nuovi posti di lavoro da creare; l'inserimento - scelta importante di questo Governo - dell'area torrese-stabiese nell'elenco delle prime zone nelle quali si sperimenterà il contratto d'area, nuovo strumento per il Governo di una fase di sviluppo accelerato, attendono solo che si abbia fino in fondo (questo chiediamo al Governo) la forza e la volontà coerenti di superare ogni residua e frenante resistenza burocratica e di comprendere che il tempo di attesa è definitivamente scaduto.
Entro il 31 luglio - questo è l'impegno del Governo - il contratto d'area deve essere siglato: lo sarà effettivamente? È un'altra delle riposte positive ed urgenti che ci attendiamo questa mattina.

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Abbiamo cercato, nel porre i problemi, anche di testimoniare di una realtà che, nonostante tutto, conserva una propria vitalità che affonda le radici in una storia civilissima ed antichissima. Vi è un lavoro prezioso e difficile di magistrati e forze dell'ordine.
Abbiamo cercato di testimoniare che un'area ampia di società, di forze culturali, imprenditoriali, del mondo della Chiesa, dei servizi pubblici e delle professioni non ha chinato la testa e non si è arresa alla rassegnazione; che non si attende, ma che si cerca di fare; che l'ente locale di Torre Annunziata, insieme ai tanti dell'area, non è più un riferimento di malaffare e di camorra, come in tanti anni del passato, ma è il riferimento di uno sforzo enorme e difficile di ricostruzione di legalità e di giustizia sociale.
Però - ecco il punto - questa realtà da sola non ce la farà e se si perde qui a Torre, come a Castellammare come in tutta l'area napoletana, questo sarà il segno di una sconfitta più generale. Ecco dunque la sensazione e la dimensione che noi, credo, dobbiamo assumere ed acquisire: il tempo si va consumando rapidamente e tocca alla politica costruire risposte nell'urgenza necessarie. Senza ciò, il pericolo che prevalgano sfiducia e rassegnazione è grandissimo. E cosa poi portino con sé sfiducia e rassegnazione lo sappiamo benissimo.
Già nell'inverno scorso con l'assassinio del giovane commerciante Raffaele Pastore si toccò un punto grave di accelerazione e vi fu un potenziamento delle forze dell'ordine e la visita significativa del Presidente di questa Camera. Oggi si verifica un altro fatto che tende a ricacciare indietro, ma vi è anche la volontà e la determinazione di reagire.
È per questo, signori rappresentanti del Governo, che il gruppo della sinistra democratica-l'Ulivo è qui a sollecitare, pronto a sostenerlo, un impegno straordinario dell'esecutivo, che del resto sarebbe in linea con gli impegni assunti in tutti questi mesi e, soprattutto, ciò che per noi è più importante, con i bisogni brucianti di un pezzo di Mezzogiorno che chiede giustizia e sostegno al proprio sforzo di rinascita sociale e civile (Applausi dei deputati dei gruppi della sinistra democratica-l'Ulivo, dei popolari e democratici-l'Ulivo e di rifondazione comunista-progressisti).

PRESIDENTE. L'onorevole Sbarbati ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n.2-00586.

LUCIANA SBARBATI. Signor Presidente, rinunzio e mi riservo di intervenire in sede di replica.

PRESIDENTE. L'onorevole Jervolino Russo ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n.2-00587.

ROSA JERVOLINO RUSSO. Signor Presidente, ritengo anch'io che sia un fatto estremamente importante che la Presidenza della Camera abbia immediatamente posto all'ordine del giorno le interpellanze e le interrogazioni relative ai fatti di Torre Annunziata; è anche importante che il Governo abbia dato la sua disponibilità e ringrazio il ministro Livia Turco ed il sottosegretario Soliani per la loro presenza.
Condivido pienamente le analisi e le proposte del collega Nappi, con il quale, insieme ai colleghi Cennamo, Giardiello ed al senatore Pelella, ho trascorso a Torre Annunziata la mattina di lunedì. Ci siamo trovati di fronte ad una situazione che vedeva coesistere due realtà; una città civilissima, di antica storia e di antica cultura, democraticamente impegnata, certamente ricca di problemi, primo fra tutti la disoccupazione, ma anche carica di una forte passione civile. Per amore di verità credo sia giusto che dall'aula del Parlamento sia diffusa l'immagine reale di Torre Annunziata che, nella sua stragrande maggioranza, è positiva. Dall'altra parte ci siamo scontrati con la realtà dei fatti. Non è evidentemente compito nostro, come singoli parlamentari, né del Parlamento indagare sulla veridicità o meno dei fatti. Devo dire che purtroppo le circostanze li fanno ritenere veritieri ed è


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evidente che, se così fosse, occorrerà intervenire nel modo più rigoroso e severo. Per quanto riguarda le nostre competenze, ritengo che le istituzioni non possano non interrogarsi profondamente rispetto ai fatti di Torre Annunziata. Interrogarsi sul piano più generale, ricordato dal collega Nappi, dei problemi di carattere economico e soprattutto di sviluppo occupazionale; interrogarsi sul piano della tutela dell'ambiente. Questa bellissima città che vive fra il Vesuvio ed il mare ha bisogno infatti di recuperare un positivo impatto ambientale perché ciò inciderà sicuramente sulla qualità della vita, dello sviluppo e dell'occupazione. Le istituzioni devono poi interrogarsi sul piano della qualità della vita; indubbiamente, infatti, se la storia e la cultura della città sono ricche ed antiche, sul piano dei servizi sociali, culturali, sul piano delle aree verdi e delle stesse strutture sportive messe a disposizione dei ragazzi pochissimo è stato fatto. Una delle richieste delle organizzazioni di volontariato con le quali si è discusso all'interno dell'assemblea cittadina convocata dal sindaco era proprio questa.
Voglio però rimanere più strettamente legata all'oggetto delle interpellanze e delle interrogazioni che stiamo discutendo, che riguarda non lo sviluppo globale di Torre Annunziata ma, all'interno di esso, l'emergenza infanzia. Cosa bisogna chiedere? Secondo me occorre chiedere la prosecuzione dell'inchiesta da parte dei magistrati (che peraltro abbiamo visto estremamente impegnati), così come la prosecuzione delle attività investigative da parte delle forze dell'ordine, anche perché ognuno di noi, ma innanzitutto i cittadini, le famiglie di quella zona, deve essere tranquillizzato rispetto al fatto di trovarsi di fronte ad un caso eccezionale e circoscritto. Per amor del cielo, se vi fosse dell'altro, deve essere individuato immediatamente ed immediatamente portato alla luce. Tuttavia, poiché quello che interessa di più è prevenire, le richieste vanno soprattutto al mondo della scuola. Non sta a me esprimere giudizi sul personale scolastico, su chi si occupa dei problemi della scuola a livello di distretto e di amministrazione comunale, però l'impressione che abbiamo avuto - almeno per quanto mi riguarda - è stata quella di avere di fronte personale scolastico, del distretto e politico sinceramente impegnato. Ci hanno anche presentato una ricca gamma di iniziative (prima Nappi faceva riferimento alla visita del Presidente Violante), sul piano della cultura della legalità, dell'impegno culturale, e così via.
Una cosa è certa: queste persone operano in una situazione di assoluta, disperante carenza, non soltanto di personale, ma anche di strumenti operativi. Vorrei dire al sottosegretario Soliani - di cui conosco la viva sensibilità - che, pur non entrando nel merito delle polemiche tra magistratura e precedente provveditore, sono però rimasta sinceramente sconcertata - e per telefono glielo ho immediatamente detto - per il fatto che, di fronte ad una circostanza così grave, il provveditore stesso non abbia fatto quello che a mio avviso era il suo primissimo dovere, cioè prendere la macchina, recarsi a Torre Annunziata e cercare di capire cosa fosse successo, dimostrando di essere accanto alle famiglie, ai docenti, nel tentativo di dare risposte.

SERGIO COLA. Brava!

ROSA JERVOLINO RUSSO. Per questo chiedo, appunto, che vi sia maggiore attenzione non solo verso il terzo circolo e le scuole di Torre Annunziata, ma verso tutte quelle zone in cui la scuola opera veramente in prima linea, come avamposto - non è un parolone - di civiltà, di umanità, di cultura della legalità.
Vi sono una serie di strumenti che possono essere attivati, una serie di interventi sul piano della dispersione scolastica, sul piano dell'utilizzazione dei fondi della legge n.262. Ecco, chiedo che la scuola sia aiutata ad usufruire subito e nel modo migliore di questi strumenti, che già esistono.
Naturalmente, poi, sul piano generale il riferimento va a noi e su questo punto


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sono perfettamente d'accordo con il collega Nappi: mi auguro che questa giornata si chiuda con l'approvazione all'unanimità di due testi normativi, cioè il progetto di legge che sta per essere votato dalla Commissione giustizia, che punisce severamente gli atti di pedofilia e la produzione ed il commercio di cassette pornografiche che utilizzano bambini, nonché il disegno di legge elaborato dal ministro Turco, che offre gli strumenti più idonei, con previsioni anche molto flessibili, tali da permettere alle amministrazioni locali di scegliere il modo migliore per realizzare gli obiettivi della prevenzione e del sostegno ai bambini. Credo, ripeto, che il modo migliore per chiudere questa giornata sarebbe l'approvazione da parte del nostro ramo del Parlamento di queste due leggi. Anch'io chiedo, inoltre, sia pure con il rispetto e con l'affetto della persona che ha compiuto la sua prima esperienza parlamentare in Senato, che l'altra Camera non diventi un posto in cui questi progetti di legge si depositano.
Il documento che le forze di volontariato ci hanno presentato si strutturava su tre richieste: spazi verdi ed ambiente - di cui ho già parlato -, nonché un assessorato all'infanzia. Devo dire che il sindaco si è impegnato a realizzare immediatamente questa struttura e a mia volta devo - scusate - lamentare con forza il fatto che da gennaio penda davanti alla Commissione affari costituzionali del Senato, in sede legislativa, quella legge per - chiamiamole così - le istituzioni per l'infanzia, che era stata firmata da tutte le forze politiche e votata in modo sollecito dalla XII Commissione della Camera, guidata dalla presidente Bolognesi per poi essere, praticamente, dimenticata al Senato. Ci viene detto che il Senato ha remore nell'istituire un'altra Commissione bicamerale. Noi avevamo immaginato tale Commissione, anche nella scorsa legislatura, durante i lavori della Commissione per l'infanzia, come strumento di monitoraggio sull'attuazione delle leggi già approvate e sulle situazioni di vera emergenza, nonché come strumento di sostegno e di confronto per le autonomie locali.
Sono convinta che far proliferare le bicamerali non sia cosa positiva. Però, amici, un momento: in questi ultimi mesi abbiamo istituito, senza neanche pensarci, due bicamerali, una attuativa dei due disegni di legge Bassanini (e figurarsi se chi come noi - e siamo in parecchi: il collega Cola, il collega Cananzi, ed altri - ha tanto lavorato sui provvedimenti Bassanini in Commissione sottovaluta l'importanza di questa bicamerale) ed un'altra è stata istituita la settimana scorsa in Commissione attività produttive nell'ambito del disegno di legge Bersani. Allora, chiedo, senza alcuna retorica, che i bambini di Torre Annunziata, che i bambini del nostro paese abbiano almeno gli stessi diritti che hanno gli insediamenti produttivi o gli ammodernamenti istituzionali (Applausi)!

SERGIO COLA. Brava!

ROSA JERVOLINO RUSSO. Perché altrimenti ci ritroviamo a non farci carico dei problemi e poi a piangerci sopra quando succedono cose di questo genere.
Prima di finire, due altre osservazioni. Ci è stato chiesto - ed era il terzo punto del documento delle organizzazioni di volontariato - un utilizzo più ampio degli obiettori di coscienza. Se in precedenza il monito era rivolto al Senato, per questo aspetto è rivolto a noi. Davvero i colleghi - di tutte le forze politiche, anche chi ha in qualche modo delle remore su quella legge - potranno verificare che invece a livello locale si sono individuati gli obiettori di coscienza come strumento positivo e credo che un altro impegno che noi dovremmo prendere sia quello di varare al più presto questa legge.
Vorrei fare un'ultima osservazione. Devo dire che è stato persino un pochino commovente, senza enfatizzare nulla, quando abbiamo chiesto: «Ma avete dei progetti?» - di progetti ce ne erano tanti - «Avete dei finanziamenti?» e ci hanno risposto: «Abbiamo 80 milioni sul capitolo


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della legge n.216 del 1991, la legge per i minori a rischio». Faccio questa sottolineatura e ho voluto ricordare la cifra perché quando si è richiesto il finanziamento della legge n.216 tante volte ci siamo sentiti dire di «no». Devo dire, per la verità, che il disegno di legge del ministro Turco prevede il rifinanziamento della legge n.216 in uno degli ultimi articoli. Allora chiedo al Governo che, oltre ciò che già è stato fatto dal ministro Turco, ci sia in sede di predisposizione della finanziaria un ulteriore significativo finanziamento per la legge n.216. Mentre va realizzato il piano globale per l'infanzia, mentre entrano in funzione le strutture ed i meccanismi previsti dal disegno di legge Turco, quello della legge n.216 è uno strumento operante, è uno strumento nel quale il rapporto costi-benefici è altissimo, tanto è vero che con 80 milioni le amministrazioni comunali e le scuole non dicono di poter risolvere il problema, ma comunque di fare qualche cosa.
Nel concludere, desidero esprimere, a nome del gruppo dei popolari e democratici-l'Ulivo, la solidarietà più viva alle famiglie dei bambini di Torre Annunziata e se possibile rivolgere un incoraggiamento a tutte le famiglie perché la fiducia nelle istituzioni sia la più alta e quindi esse aiutino a portare allo scoperto ciò che c'è di marcio. Naturalmente, questa fiducia le istituzioni devono meritarsela e allora occorre che operiamo tutti insieme. Abbiamo detto a Torre Annunziata che per fortuna sui diritti del bambino il Parlamento ha la capacità di operare all'unanimità. Quindi, si continui ad operare perché quelle cose che scriviamo nei trattati internazionali o ratifichiamo prendendole dai trattati internazionali («la società deve dare il meglio di sé ai bambini») siano vere non solo per i bambini delle zone ricche del nostro paese, ma anche per i bambini di Torre Annunziata e di tutte quelle zone nelle quali ci sono difficoltà, problemi e rischi (Applausi).

PRESIDENTE. Constato l'assenza dei presentatori dell'interpellanza Teresio Delfino n.2-00580: si intende che abbiano rinunziato ad illustrarla.
Il ministro per la solidarietà sociale ha facoltà di rispondere.

LIVIA TURCO, Ministro per la solidarietà sociale. Onorevoli colleghe e colleghi, le interpellanze e le molte interrogazioni presentate non soltanto pongono al Governo precisi quesiti cui esso è tenuto a rispondere, ma offrono anche proposte concrete di lavoro. Cercherò di «interloquire» con ognuna di esse nell'ambito di un intervento complessivo.
Voglio innanzitutto sottolineare la gravità dei fatti accaduti a Torre Annunziata. L'abuso sessuale dei minori costituisce una delle forme più amare e gravi di violenza, è uno sfregio profondo inferto quando la personalità umana è fortemente bisognosa dell'altro, quando scopre l'importanza delle relazioni affettive oltre la cerchia familiare, quando scopre la dimensione della sessualità.
Le forme così frequenti di abuso nei confronti dei minori sono sintomo di un degrado profondo del nostro vivere civile e sociale, testimoniano una perdita profonda del senso e del significato della vita umana. A ciò concorre il degrado economico e sociale ma soprattutto quello culturale. In particolare è in gioco la concezione dei bambini come oggetto, come preda che può essere usata con assoluta discrezionalità da parte dell'adulto. È in gioco la concezione della sessualità come puro consumo, come cosa, come oggetto.
Onorevoli colleghe e colleghi, sul tema dell'abuso sessuale dei minori e dello sfruttamento sessuale dei bambini scarse sono le conoscenze del fenomeno, le riflessioni circa le cause che lo determinano, l'individuazione delle efficaci strategie preventive. Per questo, anche raccogliendo i suggerimenti che in quest'aula sono stati fatti (con ciò mi riferisco, ad esempio, a quanto ha sottolineato l'onorevole Sbarbati nella sua interpellanza) ho deciso di insediare una commissione d'inchiesta e di indagine conoscitiva sull'abuso nei confronti dei minori, che coinvolga i


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ministeri competenti, associazioni come l'ECPAT ed altre che da anni si dedicano a tali temi, servizi pubblici e privati, competenze, con lo scopo di presentare, entro pochi mesi, al Governo ed al Parlamento una relazione che aiuti a comprendere il fenomeno ed indichi le possibili strategie di intervento.
Credo sia utile però fornire in questa sede i dati messi a disposizione dal Ministero dell'interno, dati che mi sono pervenuti e sui quali desidero richiamare l'attenzione dell'Assemblea.
Il monitoraggio su tale fenomeno criminoso tiene conto degli indicatori statistici riguardanti i delitti di violenza carnale fino all'entrata in vigore della legge n.66 del 1996 e successivamente anche di quelli relativi agli atti di libidine violenta, gli uni e gli altri riunificati in base alla nuova normativa nella previsione di atto sessuale.
All'interno di questa categoria il coinvolgimento dei minori quali soggetti passivi viene attualmente rilevato in ordine alla classe di età fino agli anni 14; pertanto la rappresentazione dell'aspetto minorile del fenomeno non emerge nella sua interezza.
Ciò premesso l'analisi dei delitti di violenza sessuale, considerando il periodo dal 1983 al primo trimestre del 1997, evidenzia un andamento variabile caratterizzato da una tendenza alla crescita a partire dal 1990. Per quanto riguarda le violenze sessuali in danno dei minori di 14 anni dal 1983 (302 episodi con 333 persone denunciate), la fenomenologia ha presentato un andamento sostanzialmente decrescente fino al 1990, con 132 casi e 122 persone denunciate, per poi mostrare una continua tendenza al rialzo fino al 1995 con 255 casi e 196 persone denunciate.
Tale trend è confermato dai dati riferibili al 1996, anno in cui si è registrato il più alto numero di denunce: 305 episodi e 348 persone denunciate, e al primo trimestre del 1997, anno in cui si registra un incremento percentuale rispetto allo stesso periodo del 1996, pari al 60 per cento.
Per quanto riguarda gli episodi denunciati, questi sono stati 88 nei primi tre mesi del 1997 rispetto ai 55 del medesimo periodo del 1996, con un aumento percentuale del 22,78 per cento per quanto concerne le persone denunciate.
Il particolare impegno dedicato dalle forze di polizia al settore - e credo questo sia un dato nuovo da sottolineare - ha consentito di pervenire all'identificazione dei responsabili di un'alta percentuale di casi, grazie anche alla migliore collaborazione offerta all'occorrenza dai cittadini.
Dall'esame della distribuzione del fenomeno sul territorio, i dati relativi al biennio 1994-1995 evidenziano una maggiore incidenza nelle regioni del nord e del sud Italia. Tale situazione non appare alterata con riguardo al 1996, salvo ad evidenziare che la maggiore incidenza è riscontrabile questa volta nelle regioni meridionali, dove si è manifestato il 41 per cento circa del numero complessivo delle violenze sessuali commesse ai danni dei minori di 14 anni, contro il 39 per cento circa registratosi nel nord Italia.
I riscontri operativi delle forze dell'ordine in materia di prevenzione e repressione del fenomeno consentono di sostenere che gli abusi sessuali commessi in pregiudizio di minori vengono frequentemente consumati nell'ambito familiare, spesso caratterizzato da un modesto tenore di vita e il genitore è quasi sempre responsabile di ripetuti abusi commessi nei confronti della prole di età minore, specie di sesso femminile.
Numerosi sono altresì gli episodi che vengono commessi da parte di persone alle quali il minore è affidato per ragioni di cura o di custodia o da quelle cui è legato da rapporti di parentela, di abituale frequentazione o di semplice conoscenza.
Molto limitati risultano infine i casi in cui il colpevole è persona totalmente estranea all'ambiente in cui il bambino vive.
Il coinvolgimento dei minori nel fenomeno della prostituzione riguarda soprattutto soggetti di nazionalità straniera, sfruttati dai gruppi etnici di appartenenza e coinvolti nei flussi migratori clandestini.

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Tale fenomeno è strettamente connesso alla pornografia minorile, un aspetto ulteriore dello sfruttamento sessuale delle vittime. Sono questi i dati che ci ha fornito il Ministero dell'interno e che ho ritenuto utile esporre nel dibattito odierno.
Il caso di Torre Annunziata costituisce per il Governo motivo di ulteriore e più determinato impegno al fine di accelerare, come è stato sollecitato in questa sede, in particolare dall'onorevole Nappi e dall'onorevole Jervolino, quegli interventi mirati sia di carattere legislativo che operativo già predisposti dallo stesso Governo. Tra gli strumenti legislativi, credo abbia particolare rilevanza il disegno di legge recante disposizioni per la promozione di diritti e opportunità per l'infanzia e l'adolescenza. Tale provvedimento, che mi auguro davvero sia approvato oggi, è stato presentato dal Governo, ma ha registrato il concorso positivo di tutte le forze politiche, e di ciò voglio dare atto in modo non formale, e costituisce, pur nella sua parzialità, una delle risposte ai vari problemi che coinvolgono il mondo dell'infanzia e dell'adolescenza.
Infatti, in tale provvedimento all'attenzione della Camera, e precisamente all'articolo 4, sono previste misure specifiche per lo sviluppo di servizi di contrasto e di recupero per i bambini e per le bambine vittime di violenza e di sfruttamento. Come è noto, il disegno di legge stanzia consistenti risorse per azioni concrete a favore dell'infanzia e non a caso il medesimo disegno di legge è dotato di un meccanismo di spesa tale da investire maggiormente nel Mezzogiorno d'Italia, dove ci sono più bambini e dove maggiori sono i problemi di povertà e di mancato sviluppo.
La pedofilia, infatti, è una patologia della relazione adulto-bambino, prima ancora che una perversione sessuale. Quando poi è fenomeno ambientale tollerato e nascosto, esso esprime tutto il malessere e la stortura dei rapporti tra le generazioni e la difficoltà di alcune aree del paese di trovare la strada dello sviluppo.
Questa consapevolezza alla vigilia di uno stanziamento di risorse consistente è forte e motiverà il ministro della solidarietà sociale ad una costante azione di sostegno e di monitoraggio della spesa per i progetti.
Il Governo poi ha approvato il piano d'azione per l'infanzia e l'adolescenza nel quale sono previste misure coordinate e coerenti per interventi sul piano legislativo, amministrativo e della promozione culturale a favore delle nuove generazioni.
È necessario innanzitutto dire che in esso vi è una corposa sezione relativa all'ordine pubblico e dedicata specificamente all'attività di contrasto della violenza e dello sfruttamento anche sessuale dei minori. A tale proposito voglio ricordare i risultati positivi ottenuti dalle forze dell'ordine anche attraverso iniziative nuove, come il «progetto Arcobaleno», l'istituzione dei «servizi minori» all'interno delle questure, l'azione che è stata portata avanti di formazione del personale.
Tutto ciò premesso, il piano d'azione muove più profondamente dal presupposto che lo sviluppo dei bambini e delle bambine non è solo questione di misure di protezione; esso è il risultato di una vasta azione di cura che deve essere garantita e condotta da parte di tutta la società istituzionale e non.Nel piano d'azione sono presenti varie misure volte a rilanciare gli interventi educativi e formativi di cui la scuola è la principale protagonista; non solo, sono previsti interventi tesi a migliorare molto concretamente la qualità della vita delle città attraverso l'adozione di misure che le rendano compatibili con le esigenze dell'infanzia.
Cito le iniziative per il potenziamento dei servizi socio-educativi della prima infanzia, le città a misura di bambini e bambine per dare spazi (innanzitutto spazi verdi e spazi gioco per l'infanzia); cito i contratti di quartiere, che vedranno un lavoro congiunto tra Ministero per la solidarietà sociale, Ministero dei lavori pubblici e Ministero dell'ambiente per intervenire in alcuni quartieri delle città del nostro paese dove forte è il problema

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del degrado residenziale per coniugare insieme risanamento ed edilizia residenziale con quello sociale e si è deciso di partire proprio dall'infanzia, di assumere come punto di misura per questa azione di risanamento l'infanzia.
Cito anche l'investimento sul progetto materno infantile con un forte potenziamento dei consultori, come peraltro è stato chiesto in particolare dall'onorevole Sbarbati, e di progetti relativi alla cooperazione internazionale, così come sollecitano gli onorevoli Valpiana e Nardini.
Sono altresì previste riforme legislative e particolare cura è dedicata (lo voglio rilevare per la sua importanza) al sostegno alle famiglie sia attraverso aiuti monetari, sia attraverso servizi, sia attraverso il supporto nelle relazioni interpersonali e nelle relazioni genitoriali. All'interno di questo piano di azione è previsto il rifinanziamento della legge n.216. Raccolgo qui il suggerimento avanzato dalla onorevole Jervolino di prevedere, nonostante il rifinanziamento già previsto di tale legge, il suo potenziamento in sede di legge finanziaria. Assumo tale impegno perché condivido il giudizio espresso dalla collega circa la produttività di questa legge che ha consentito, pur con poche risorse, di realizzare progetti molto significativi che hanno raggiunto buoni risultati nelle aree più difficili del nostro paese dal punto di vista dell'inserimento e del recupero e, in alcuni casi, della prevenzione dei disagi minorili.
A tale proposito raccolgo il suggerimento che l'onorevole Guidi avanza nella sua interrogazione di potenziare mezzi e operatori impiegati nei vari settori sociali, sanitari e formativi allo scopo di favorire il dialogo e lo scambio soprattutto tra le generazioni. Questo è un punto culturale al quale deve tendere l'insieme dei servizi presenti sul territorio, dei soggetti istituzionali, dei soggetti sociali. La promozione del dialogo e dello scambio tra le generazioni deve essere un obiettivo che anima un'iniziativa che investe l'insieme dei servizi e degli interventi.
Il piano d'azione del Governo è coordinato da un comitato di ministri che cura il coordinamento degli interventi. È mia intenzione avviare da subito, in quella sede, una verifica circa le misure da adottare nei territori in cui si sono verificati questi terribili eventi in stretta collaborazione con la regione Campania e con i sindaci dell'area.
Vorrei dire agli onorevoli Nappi e Jervolino che raccolgo l'invito che insieme ad altri colleghi e colleghe mi rivolgono nelle interpellanze e nelle interrogazioni di predisporre nell'ambito della legge promozioni di diritti e opportunità e nell'ambito del piano d'azione del Governo un progetto concreto per i bambini di Torre Annunziata. Nei prossimi giorni mi recherò, insieme con il ministro Berlinguer, in tale città proprio per incontrare le istituzioni locali, i rappresentanti della scuola, le associazioni di volontariato e la chiesa per discutere concretamente in cosa possa consistere tale progetto. Peraltro alcuni suggerimenti sono stati già avanzati nel corso di questa discussione.
Intendo anche incontrare la giunta regionale della Campania per sollecitarla a costruire insieme un concreto piano d'azione per l'infanzia e l'adolescenza di quella regione. Se l'iniziativa del Governo non si avvale di un forte supporto dell'iniziativa locale e se non è supportata da un'azione concertata da parte di tutti gli enti locali, rischia di essere ancora una volta di tipo emergenziale. Dobbiamo invece passare - questo è il messaggio forte che viene da Torre Annunziata - dagli interventi emergenziali alla politica dei diritti concreti e quotidiani per l'infanzia (Applausi). È un obiettivo difficile da realizzare ma questo è il salto di qualità che va operato.
Confermo l'impegno del Governo a sbloccare entro il 31 luglio i contratti di area in relazione ai problemi eccezionali di ordine economico e sociale che riguardano quell'area.
Il Governo ritiene inoltre di grandissimo rilievo l'approvazione del disegno di legge recante norme contro lo sfruttamento sessuale dei minori quale forma di riduzione in schiavitù, considerandolo di importanza eccezionale; si tratta infatti di

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un provvedimento che si muove nella direzione delle indicazioni discusse a livello europeo. È vero che le norme penali non sono sufficienti, ma sono comunque importanti perché possono rappresentare un utile strumento sia per costruire una nuova cultura sia per colpire questi fenomeni e quindi aiutare le forze dell'ordine impegnate a contrastarli.
È inoltre in fase di avanzata progettazione da parte degli uffici del ministro della solidarietà sociale una vasta campagna di informazione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza che durante quest'anno, attraverso messaggi televisivi semplici e chiari, favorisca senza sterili allarmismi una crescita nella consapevolezza che l'infanzia ha diritti che vanno rispettati e che il grado di civiltà di una comunità si misura proprio dalla capacità di rispettare questi diritti.
All'onorevole Delfino, che nella sua interpellanza chiede quali siano gli strumenti che il Governo intende adottare per colpire i fenomeni dello sfruttamento sessuale e della pornografia, vorrei dire che l'approvazione di quella legge sarà un primo importante passo, poiché mette a disposizione strumenti importanti. Ovviamente, è anche necessaria l'attività preventiva di cui ho parlato in precedenza.
Condivido le considerazioni ribadite oggi dall'onorevole Jervolino circa la necessità che provvedimenti da tempo all'attenzione delle due Camere siano rapidamente approvati. Se verrà approvato - e mi auguro oggi - il disegno di legge sullo sfruttamento dei minori, che ha visto il concorso di tutte le parti politiche, e se il Senato approverà il disegno di legge relativo alla creazione di nuove istituzioni per l'infanzia, anche questo condiviso da tutte le forze politiche, davvero potremo dire di aver fatto un passo in avanti concreto e significativo per l'infanzia. Passi concreti e definitivi: di questo c'è bisogno e non di retorica e di indignazione occasionale.
Vorrei anche rispondere al quesito specifico posto dagli onorevoli Bolognesi e Nappi e dall'onorevole Procacci con i rispettivi atti di sindacato ispettivo, fornendo gli elementi acquisiti dal Ministero di grazia e giustizia. Cito quanto riferito da questo dicastero: «Dalle informazioni pervenute dall'autorità giudiziaria risulta che in data 25 giugno 1996, a seguito di denuncia effettuata dalla signora C. A., madre del minore A. T., la procura della Repubblica di Torre Annunziata instaurava con il numero 657/96, registro generale delle notizie di reato, procedimento penale contro ignoti in ordine a reato di cui agli articoli 110 e 519 del codice penale. I ripetuti esami cui venne sottoposto il predetto minore, in presenza della madre, allo scopo identificare la persona o le persone da cui il bambino assumeva di essere stato violentato, non consentivano di acquisire alcun elemento utile alle indagini. L'estrema vaghezza delle dichiarazioni stentatamente rese in più occasioni dal minore, nonostante le molte pressioni esercitate dalla stessa madre, e comunque la totale assenza di concreti riferimenti a modalità e circostanze, indussero quell'ufficio a nominare un consulente in materia di psicologia infantile. La citata consulente concluse l'indagine peritale affermando che il minore era da ritenersi del tutto inattendibile perché affetto da schizofrenia precoce. Ciò nonostante l'autorità giudiziaria delegò la polizia giudiziaria per compiere approfondite indagini, anche nei pressi della scuola frequentata dal bambino; ma anche queste si risolsero negativamente, come pure l'esame testimoniale di gran parte del personale scolastico interrogato in procura».
Nel dicembre del 1996 viene chiesta pertanto l'archiviazione, accolta dal GIP il 20 gennaio 1997; il 23 gennaio, a seguito di una nuova e questa volta circostanziata denuncia presentata non soltanto dalla citata C. A. ma anche da madri di altri due minorenni, si riaprirono le indagini che sono poi - come è noto - sfociate nell'arresto di 17 persone sulle 19 attualmente indagate.
Dice il Ministero di grazia e giustizia: «Ogni altro elemento, stante la fase delle indagini, risulta coperto da segreto investigativo. In particolare, non è stata comunicata

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l'accertata esistenza di collegamento fra la camorra e i fatti di violenze ai bambini. Alla luce delle informazioni acquisite, il ministro di grazia e giustizia non ha ravvisato, allo stato, alcun profilo suscettibile di apprezzamento in sede disciplinare, in assenza di una propria competenza istituzionale per sindacare le decisioni della magistratura».
Molte interrogazioni chiamano in causa il Ministero della pubblica istruzione, che è oggi significativamente rappresentato dalla persona del sottosegretario Soliani (che risponderà sulla parte relativa alla scuola).
Vorrei ora soltanto mettere in risalto un altro aspetto: molte interrogazioni pongono l'accento sull'attività preventiva. È questo l'impegno a cui tutti assieme dobbiamo porre grande attenzione, perché non vi sono scorciatoie: bisogna puntare al sostegno alle scuole, costruire una rete di servizi, creare un forte dialogo tra scuola e istituzioni e scuola, famiglia e territorio. L'attività preventiva è la più lunga, ma anche la più efficace!
Vorrei rispondere inoltre agli onorevoli Del Barone, Di Nardo e Mastella - presentatori della interrogazione n.3-01294, con la quale chiedevano se non sia utile attivare una Commissione di inchiesta «idonea a individuare rapidamente le responsabilità di omissioni» - che la loro è una proposta alla quale si deve porre molta attenzione. Allo stato attuale delle indagini, vista la correttezza delle medesime da parte delle forze dell'ordine, e vista l'ispezione attivata dal Ministero della pubblica istruzione, il Governo ritiene di non dover ricorrere, per ora, a tale strumento - altra cosa, invece, è la Commissione di inchiesta o di indagine sull'insieme delle forme di violenza - e di riservare eventualmente il ricorso a questo strumento, in accordo anche con una valutazione del Parlamento, in una fase successiva, sulla base di una valutazione sull'andamento delle indagini. Questo è quanto riteniamo di poter dire al momento attuale: si tratta di una proposta importante, ma non ci pare uno strumento al quale fare ricorso ora, di fronte al fatto che le indagini - alla luce di quanto è a conoscenza dei ministeri interessati - evidenziano un corretto svolgimento e al fatto che è in corso una ispezione molto dettagliata da parte del Ministero della pubblica istruzione. Ritengo, però, che si debba valutare in corso d'opera se e quando ricorrere a questo strumento.
Concludo dicendo che per l'infanzia servono fatti concreti. Per questo, mi auguro davvero che oggi il Parlamento approvi il disegno di legge, al quale hanno concorso tutte le forze politiche, e che approvi rapidamente, entro questa settimana, in Commissione giustizia il disegno di legge che colpisce i reati di sfruttamento sessuale nei confronti dei minori (Applausi dei deputati dei gruppi della sinistra democratica-l'Ulivo, dei popolari e democratici-l'Ulivo e di rifondazione comunista-progressisti).

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la pubblica istruzione ha facoltà di rispondere.

ALBERTINA SOLIANI, Sottosegretario di Stato per la pubblica istruzione. Desidero esprimere anch'io gratitudine agli onorevoli interroganti e alla Presidenza della Camera per aver portato in quest'aula, qualunque sia l'esito delle indagini in corso da parte della magistratura, semplicemente il bisogno vero dei bambini di Torre Annunziata e di quelli del nostro paese: vedere riconosciuto quotidianamente il diritto al rispetto profondo della loro vita e della loro persona; il diritto alla crescita; il diritto ad un futuro sgombro dalle nubi che possono «abitare» anche l'infanzia; il diritto alla qualità della vita.
Che sia coinvolta la scuola su un terreno come questo, è un segno nuovo che induce a riflettere: la scuola non è fuori dalla società; a Torre Annunziata è molto «dentro» la città, fisicamente, accanto alle strade e alle case. L'infanzia non è fuori dalla società; la scuola e l'infanzia, insieme, sono nella società la spia dei bisogni, la spia dei rischi veri che


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l'umanità, attraverso l'infanzia, può correre ed anche il segnale delle grandi potenzialità che vanno sviluppate.
Innanzitutto, in merito alle agghiaccianti ipotesi che hanno sconvolto la comunità e la scuola elementare di Torre Annunziata, determinando un vivo e diffuso allarme sociale, si precisa che fin dal momento in cui ne ha avuta piena conoscenza l'amministrazione scolastica non ha mancato di effettuare i propri accertamenti, sia attraverso una visita ispettiva disposta in data 24 giugno dal sovrintendente scolastico regionale, sia attraverso la visita ispettiva disposta in data 25 giugno direttamente dal ministero. Gli esiti delle ispezioni richiedono tuttavia ulteriore sviluppo sia per l'esame della documentazione esistente presso la scuola, sia perché il proseguimento delle indagini della magistratura potrebbe far emergere elementi nuovi o comunque tali da imporre una riconsiderazione dei problemi. L'incarico è stato svolto da due ispettori centrali e vi ha partecipato anche l'ispettore inviato dalla sovrintendenza scolastica regionale.
Dalle relazioni ispettive è emerso quanto segue. Allo stato attuale non è dato di conoscere esattamente quali siano i fatti reali, cioè quanti alunni siano coinvolti, a quali classi appartengano, quando siano avvenuti i fatti di violenza, se ci siano stati atti di violenza nell'ambito dell'edificio scolastico in orario di attività didattiche o in orario extra scolastico, se nell'ambito della scuola si siano create quelle interazioni preliminari che hanno portato poi a violenze subite all'esterno, se i contatti siano stati resi possibili dalla familiarità del personale di custodia con gli alunni della scuola, in quali locali della scuola si siano svolti i reati. Sarà l'indagine in corso da parte della magistratura ad individuare i termini reali dei fatti e ad identificare eventuali comportamenti perseguibili degli operatori scolastici. Occorre quindi attendere gli esiti delle indagini - testimonianze dei bambini, indagine condotta a scuola, testimonianze degli indagati - e, nel caso di conferme, l'iter processuale, prima di considerare compiutamente la vicenda.
Si ritiene di dover far presente che la scuola di via Isonzo, nel rione dei Poverelli - 666 alunni - coinvolta nella vicenda è uno dei cinque plessi del terzo circolo del comune di Torre Annunziata, frequentato da 815 alunni di scuola elementare, 350 bambini della scuola dell'infanzia, con un numero superiore ai valori medi di alunni in situazioni di handicap (24 alunni certificati con 11 insegnanti di sostegno). Non c'è alcuna forma di arricchimento curriculare, lingua straniera, laboratori, tecnologie. La frequenza è regolare, gli insegnanti si impegnano molto - si cercano anche gli alunni per strada -, anche se l'arrivo al mattino è spesso ritardato e si presentano talora problemi di disaffezione e di non motivazione. Le classi del plesso di via Isonzo sono anche molto numerose (20-22 bambini); gli altri plessi sono di dimensioni più contenute (150 alunni, con servizi di custodia e migliori condizioni funzionali; in uno vi è uno spazio di trasporto organizzato dai genitori).
Pur tenendo conto che i casi di violenza sui minori e di pedofilia non sono circoscritti a contesti socioeconomici o culturali particolari, è utile prendere conoscenza della situazione strutturale, come d'altra parte le interrogazioni e le interpellanze parlamentari hanno evidenziato. L'edificio della scuola è a due piani, con ingresso e corridoi ampi, vetrate luminose, palestra, cortile d'ingresso e spazi verdi per ogni padiglione - gruppo di quattro classi, più servizi - che costituiscono delle unità separate. Praticamente la scuola risulta paracadutata in mezzo a costruzioni civili, tanto che l'ingresso previsto non risulta praticabile e viene utilizzato un ingresso del cantiere. La scuola è stretta tra gli edifici del quartiere. Nel sottosuolo esistono due ampi locali, uno dei quali utilizzato dagli operai del comune che vi hanno accesso. Non esiste servizio di trasporto, non ritenuto necessario, o di mensa. Quest'ultimo servizio vi era in passato, ma poi è stato interrotto per contrasti a proposito dei pasti degli insegnanti. La scuola non dispone, come altre del circolo, di un

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custode in quanto, dopo la morte improvvisa del custode precedente, non è stato assegnato dall'amministrazione comunale un sostituto. La famiglia dell'ex custode ha continuato ad occupare i locali fino al mese di gennaio 1997. Tra il personale di custodia sono presenti operatori in mobilità per lavori socialmente utili. La palestra della scuola viene utilizzata anche da una società sportiva.
Il corpo docente è relativamente stabile, con un buon numero di insegnanti che operano nel circolo da circa 15-20 anni. Negli ultimi tre anni, invece, si sono succeduti un direttore didattico titolare, un direttore didattico reggente ed uno di nuova nomina. Non mancano quindi elementi di fragilità e di debolezza che attenuano le difese della scuola. I bambini vengono in contatto con adulti, soprattutto in orari extrascolastici e la possibilità di fronteggiare emergenze è di notevole rilievo.
L'orario delle lezioni di estende dalle 8,30 alle 13 per sei giorni a settimana. Ogni settimana vi è un rientro di due ore al giovedì. La ricreazione avviene all'interno dei padiglioni e non sempre vi è un bidello disponibile. L'ingresso di persone che non siano i genitori degli alunni è rigidamente disciplinato dal regolamento di circolo.
Due volte al mese, in date prefissate, è prevista la possibilità di incontro degli insegnanti con i genitori dalle 13 alle 13,30.
Può avvenire che entrino a scuola gli operai del comune che dispongono delle chiavi ed utilizzano il garage come magazzino. Non è da escludere la visita di ex alunni che ritornano a salutare le maestre.
Nei tempi esterni all'attività didattica, cioè tutti i pomeriggi e le sere ad esclusione del giovedì, fino alle 16-16,30, per il rientro pomeridiano la scuola non è controllata in quanto manca il custode e, pertanto, il territorio della scuola, inserito e quasi nascosto in mezzo alle costruzioni, diventa un possibile luogo di incontro.
Già agli inizi del dicembre 1995 la madre di un alunno comunicò ad una maestra che il proprio figlio avrebbe subito violenza da parte di un adulto. A seguito di questa comunicazione la maestra adottò un approccio educativo di comprensione senza domande dirette per creare un rapporto disteso come con ogni bambino in difficoltà.
In questa circostanza i carabinieri svolsero proprie indagini; chiesero ed ottennero l'elenco degli alunni alla direttrice didattica che, in collaborazione con il vicario della scuola, effettuò un sondaggio tra genitori ed insegnanti senza che emergessero situazioni rilevanti o segnali di rilievo.
A conclusione delle indagini la magistratura archiviò il caso ed anche nella scuola non si presero ulteriori iniziative in merito. Dai colloqui avuti dagli ispettori con le insegnanti è generale l'affermazione circa l'assenza di elementi, segnali o sintomi che potessero far pensare allora - o ricordare ora - a comportamenti di violenza subiti dagli alunni. Peraltro, sostengono gli insegnanti, non vi erano precedenti nella storia della scuola degli ultimi decenni. La stessa scuola, a conferma di un forte impegno educativo, ha un progetto sul tema della dispersione scolastica.
Le accuse che sono state rivolte alla scuola sono fondamentalmente tre: da parte di un consulente della procura quella che la scuola non ha collaborato; da parte delle mamme che si doveva vigilare; da parte di qualche cronista l'accusa è di omertà degli insegnanti. Allo stato attuale il personale della scuola, tra il quale si annoverano numerosi insegnanti i cui figli frequentano la scuola stessa, ha sdegnosamente respinto tutte le accuse. È indubbio che, se dovessero essere accertati in via definitiva fatti che smentiscono tali affermazioni, dovrà essere chiarito in che misura e forme la scuola ha collaborato con la magistratura ed in che modi ha vigilato rispetto alla sicurezza degli alunni che le sono stati affidati, soprattutto tenendo conto dell'episodio del 1995.
La stampa ed i mass media hanno dato molto risalto alla vicenda, influenzando fortemente il mondo della scuola. L'atmosfera

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che gli ispettori hanno trovato nella scuola è di estrema tensione, di incertezza e di sconcerto: divisioni tra i genitori, docenti emotivamente scosse, manifestazioni di quartiere, presenza visibile della polizia, occupazione da parte di troupe televisive. Forse anche l'assenza della voce della scuola o la difficoltà che ha avuto ad imporsi, sommersa dai toni della cronaca, non ha consentito all'opinione pubblica di avere una rappresentazione più completa della realtà.
È da sottolineare comunque la reazione ferma, ordinata e produttiva del direttore didattico e degli insegnanti grazie anche al tempestivo intervento di un ispettore tecnico. Tuttavia, se una comunità scolastica è così coinvolta in una vicenda di questo tipo, allora bisogna dire che è dalla scuola che può oggi muovere un processo di svolta e di cambiamento. Al centro della vicenda che ha colpito l'intera comunità scolastica, la scuola è l'istituzione che può riprendere l'iniziativa con coraggio e fermezza, con il coinvolgimento e il sostegno delle altre istituzioni e delle forze vive della città.
In questa fase, dunque, assumono carattere prioritario (ed io sono qui a rappresentare l'impegno del Ministero della pubblica istruzione in tal senso) il seguire gli sviluppi e gli esiti dell'indagine, l'essere vicini alla scuola, il collaborare a preparare un progetto speciale per il prossimo anno scolastico. In relazione alla necessità di assumere immediate iniziative per superare la situazione di emergenza e per operare il rilancio della scuola, formuliamo una serie di proposte che sono oggetto di attenta valutazione da parte dell'amministrazione e che si riassumono in un impegno straordinario, civile, culturale e sociale, attraverso interventi mirati, strutturati e integrati, che si possono così riassumere.
Primo, creare immediatamente un rapporto diretto tra l'amministrazione scolastica e la magistratura chiarendo gli eventuali equivoci del passato e uscendo immediatamente dalla polemica, anche giornalistica, nell'ambito della collaborazione in particolare con i giudici minorili. Secondo, ristabilire rapporti intensi con l'amministrazione comunale di Torre Annunziata per risolvere il problema del custode della scuola e della manutenzione straordinaria dell'edificio scolastico (pulizia delle aree verdi), e per valutare l'opportunità e le modalità per mantenere l'utilizzo dei locali della scuola a soggetti esterni alla stessa. Terzo, definire con l'autorità di polizia le modalità di un servizio di controllo per i prossimi tre anni dell'intera area. Quarto, creare un accordo con le risorse positive del quartiere (la parrocchia ed eventuali gruppi di volontariato) per accrescere i momenti di aggregazione e di incontro e predisporre interventi integrativi per il pomeriggio. Quinto, costituire un team, una sorta di piccola task force (un ispettore tecnico, un direttore didattico esperto, uno psicologo dei servizi territoriali, un rappresentante dei docenti e dei genitori) che affianchi il direttore didattico durante questi mesi e nel corso del prossimo anno scolastico (una sorta di unità di crisi, insomma), anche come segno di una precisa volontà di risposta. Sesto, varare un piano di arricchimento curriculare, a cominciare dalla lingua straniera, e di tempo scolastico (tempo pieno con mensa), in modo che la scuola sia luogo di incontro e di aggregazione. Settimo, sviluppare collateralmente strategie alternative di presenza nelle strade (un operatore di strada), in modo da offrire rinforzi positivi anche nella vita del quartiere per gli alunni della scuola elementare. Ottavo, studiare, con l'intervento di uno psicologo e in collaborazione con le famiglie, le strategie di accoglimento da adottare per il prossimo anno (alcuni alunni potrebbero essere tra le vittime della violenza) e le forme di dialogo da sviluppare con le famiglie. Nono, prevedere un ciclo di formazione per gli insegnanti anche sulla pedofilia, in particolare sulla prevenzione e sull'individuazione dei sintomi, sul ruolo della scuola e degli insegnanti, sulla collaborazione tra le istituzioni, sulle strategie relazionali, e via dicendo. Decimo, prevedere iniziative di crescita culturale e sociale complessiva unitariamente, anche

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da parte della scuola, come interesse della stessa circa gli spazi verdi e quelli sociali, in modo che gli spazi che sono, possono essere stati e possono essere spazi di sofferenza si trasformino in spazi di qualità ambientale e civile. Infine, comunicare regolarmente alla stampa e all'opinione pubblica le iniziative che si assumono nell'ambito di interventi di comunicazione interistituzionale.
Aggiungo che il provveditore agli studi di Napoli (non risulta peraltro pervenuta nessuna comunicazione in merito alle voci e ai sospetti episodi di pedofilia riguardanti il terzo circolo di Torre Annunziata) ha incontrato nella giornata del 30 giugno ultimo scorso una delegazione composta dal sindaco di tale comune, dal direttore didattico e da rappresentanti del personale della scuola, docente e non docente. Nel corso di tale incontro si è convenuto sulla necessità di un progetto complessivo di rilancio della scuola in questione e si sono cominciate a definire le linee portanti, finalizzate soprattutto ad un potenziamento della programmazione educativa e ad un ampliamento del tempo scuola.
Per parte sua il sindaco di Torre Annunziata si è impegnato ad assumere tutte le iniziative di sua competenza soprattutto per garantire il ripristino del servizio di mensa. È stata concordata, infine, una visita sul posto del provveditore, che sarà effettuata il prossimo 9 luglio. Assicuro qui la mia diretta presenza nei mesi prossimi per la spinta ed il sostegno al progetto di sviluppo dell'iniziativa della scuola.
Vorrei dire in conclusione che, a partire da questa vicenda traumatica, come l'ha definita la ministra Livia Turco nella sua lettera al provveditore agli studi di Napoli, è davanti a noi una stagione che esige interventi di forte attenzione all'infanzia, di attenzione del Parlamento, del Governo, degli enti locali, di attenzione del paese, con una concentrazione, appunto, sugli interventi essenziali che possono e debbono segnare una svolta nella vita del nostro paese a questo riguardo.
Quindi sostengo anch'io lo sforzo del Parlamento perché sia approvata rapidissimamente la legge contro lo sfruttamento sessuale dei minori, la legge per le politiche attive per l'infanzia e perché nella prossima legge finanziaria vi sia anche il rifinanziamento della legge n.216.
La scuola è in un contesto integrato. Il senso dell'autonomia scolastica, approvata con la legge n.59 del marzo scorso, è questo: dalla scuola nei territori deve venire una luce accesa sull'infanzia e sull'adolescenza. In questi giorni stiamo intensificando in tutto il paese e, in modo particolare, nelle aree metropolitane gli interventi del ministero: avrò un incontro di lavoro al ministero posdomani con gli assessori provinciali e i provveditori delle aree metropolitane del paese con il coinvolgimento delle regioni, delle provincie e dei comuni per un'azione integrata sul territorio contro il disagio e per la prevenzione nei confronti dell'infanzia e dell'adolescenza. Si predisporrà sui territori una sorta di task force che veda insieme scuola, enti locali e servizi, volontariato ed associazioni, con il coinvolgimento politico esplicito dei consigli regionali, provinciali e comunali. La scuola dell'autonomia è la scuola pienamente integrata nel territorio e in rapporto stretto con le istituzioni.
Vi è un interrogativo grande implicito in ciò che sta accadendo sotto i nostri occhi: se vi sia nel nostro paese una cultura adeguata di attenzione all'infanzia. Mi pare si possa dire che tale cultura non c'è. Allora bisogna che le istituzioni svolgano un ruolo trainante, volto anche a valorizzare fortemente gli interventi dell'associazionismo e del volontariato sul territorio, ma occorre anche un coinvolgimento pieno dell'intera società, delle famiglie, dei mass media, della televisione.
Se la scuola è e deve essere un punto cardine sul territorio, con la scuola e intorno alla scuola vi deve essere l'intera società. Vorrei dire che, allora, proprio nei confronti dell'infanzia e dei giovani, le politiche culturali, le politiche formative e l'investimento formativo sulle potenzialità dei ragazzi sono già politiche sociali, politiche di prevenzione, così come lo

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sono le politiche del lavoro, quelle urbanistiche e della vivibilità complessiva nelle città.
Siccome in questi giorni si sta intensificando il dibattito sullo Stato sociale, credo si debba dire al paese che occorre vi siano maggiori risorse destinate alle politiche sociali, alle politiche della formazione e alla scuola, perché è qui che si decide la qualità di vita delle nuove generazioni (Applausi).

PRESIDENTE. L'onorevole Bolognesi ha facoltà di replicare per l'interpellanza Nappi n.2-00578, di cui è cofirmataria, e per la sua interrogazione n.3-01297.

MARIDA BOLOGNESI. Non posso che dichiararmi soddisfatta per la risposta all'interpellanza di cui sono cofirmataria, insieme agli onorevoli Nappi ed altri, perché il ministro ed il sottosegretario hanno qui ribadito un impegno particolare e specifico sia sulle questioni dei diritti dell'infanzia, sia in particolare sui gravissimi fatti di Torre Annunziata. Del resto, non dubitavamo che sarebbe stato così perché conosciamo l'impegno di questo Governo ed in particolare del ministro Livia Turco su questa materia. Abbiamo però apprezzato in particolare l'impegno del Governo in quest'area ed il fatto che il ministro ed il sottosegretario per la pubblica istruzione saranno presenti a Torre Annunziata; questa presenza e la volontà di incontrare, di avere un confronto con la regione Campania sui temi che riguardano in particolare i diritti dei minori, le questioni della scuola, ma soprattutto un impegno nuovo nel campo dei diritti dei bambini e degli adolescenti, mi sembrano dati da sottolineare come estremamente positivi. Il rinnovato impegno, in particolare in questo territorio, la presenza dei parlamentari dell'Ulivo e del Governo immagino rappresenteranno un conforto per tutti i cittadini.
Vorrei fare anche un cenno all'interrogazione di cui sono prima firmataria, che si soffermava su un punto specifico e chiedeva al ministro Flick di valutare se vi fossero state inadempienze o superficialità nelle indagini partite ben un anno fa. A questo proposito non posso dichiararmi del tutto soddisfatta della risposta che è venuta dal Ministero di grazia e giustizia per voce del ministro Livia Turco. Nell'interrogazione intendevamo sollevare un punto specifico, quello della legalità, in un momento in cui sembra - saranno le indagini ad appurarlo - che la criminalità organizzata faccia un salto di qualità nell'ambito dello sfruttamento della sessualità dei minori, della pornografia e della prostituzione dei minori. La risposta che ci è stata data sembra quasi fare della vittima un colpevole. Si parla di un bambino inattendibile perché schizofrenico. Sinceramente, al di là della difficoltà di definire schizofrenico chiunque, in particolare se si tratta di un bambino, ritengo non sia stata chiarita dal ministro di grazia e giustizia la questione della superficialità o delle eventuali inadempienze che possono essersi verificate un anno fa. Mi sembra quasi che quella procura individuasse quel bambino come un colpevole; certamente un bambino che ha subito violenza può trovarsi anche in stato di confusione o può aver ricevuto da tale violenza un turbamento della personalità. Abbiamo già vissuto nel passato - forse fa ancora parte della nostra cultura -, con riferimento alla violenza sessuale sulle donne, i processi per stupro come processi alle vittime e francamente non vorrei che corressimo - neanche lontanamente - rischi del genere.
Detto questo desidero nuovamente ringraziare il ministro Turco ed il Governo per l'impegno specifico. Vorrei anche sottolineare come la legge cui hanno fatto riferimento il collega Nappi, la collega Jervolino ed il ministro stesso, che prevede finanziamenti, ed il piano nazionale per l'infanzia rappresentino un fatto straordinario. Per la prima volta la finanziaria per il 1997 ha previsto investimenti concreti che possono essere attivati dalle amministrazioni locali. Sono testimone di come in Commissione affari sociali maggioranza ed opposizione abbiano svolto un enorme lavoro per far giungere in tempi celeri in aula questo provvedimento.


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L'onorevole Nappi ha parlato dell'opportunità di sollecitare l'esame in sede legislativa in Commissione al Senato; vorrei sottolineare che la Commissione affari sociali, in tutte le sue componenti, non avrebbe avuto alcuna difficoltà ad attivare la sede legislativa e quindi ad esaminare concretamente la legge già da due mesi. È stata dunque una scelta politica quella di valorizzare l'azione del Governo e di dare il diritto a quest'Assemblea di votare per la prima volta, finalmente, un piano organico di finanziamenti per i diritti dei minori, in particolare nelle aree metropolitane, dove rischiano quotidianamente di essere violati. Devo dire, quindi, che non dipende dalla volontà del Governo o della Commissione, ma evidentemente da una difficoltà ad assumere come priorità i diritti dei minori. È un grande problema di legalità, come dicevo in precedenza, di polizia e di controlli, ma anche di cultura, quello dei diritti dei minori. Forse tale problema esiste anche in quest'Assemblea ed anche nei capigruppo, dal momento che ieri, ad esempio, abbiamo affrontato le questioni che riguardavano i Savoia o la Bosnia prima di toccare il tema che da due mesi è all'attenzione dell'Assemblea, ossia il piano nazionale per l'infanzia.
Come parlamentari dell'Ulivo ci troviamo impegnati, insieme al Governo ed in particolare insieme al ministro Livia Turco, in quella che sarà ancora una dura battaglia, relativa alla cultura dei diritti dell'infanzia, che forse incontrerà ancora in futuro qualche difficoltà, a partire da quest'aula. Sicuramente, però, la testimonianza dell'impegno per Torre Annunziata sarà per noi un simbolo per il futuro, perché questa cultura diventi propria di tutti (Applausi dei deputati dei gruppi della sinistra democratica-l'Ulivo e di rifondazione comunista-progressisti).

PRESIDENTE. L'onorevole Carmelo Carrara ha facoltà di replicare per l'interpellanza Teresio Delfino n.2-00580, di cui è cofirmatario.

CARMELO CARRARA. Signor Presidente, mi dichiaro solo parzialmente soddisfatto, perché le buone intenzioni del Governo finora non sono state trasformate in fatti ed in conseguenti azioni di buon governo.
Mi dispiace di aver sentito anche ora che solo tra i deputati dell'Ulivo esisterebbe una cultura relativa a questioni che, invece, non dovrebbero essere sussunte soltanto sotto l'egida di un determinato schieramento politico: i problemi dell'infanzia, della cultura della legalità e del buon andamento della giustizia non appartengono né al Polo né all'Ulivo, ma sono soltanto problemi di buon governo e di buona amministrazione. Quindi, anche sotto questo profilo i deputati del Polo faranno sicuramente la loro parte.
Gli agghiaccianti fatti di Torre Annunziata, che però si sono verificati anche in altre parti d'Italia, hanno evidenziato che il fenomeno delle violenze sessuali sui minori è in continuo aumento. Pochi giorni addietro, a Palermo, due genitori sono stati arrestati perché facevano prostituire la figlia di dieci anni.
L'esponente del Governo ha detto che manca la cultura: è vero, ma manca anche una diffusa informazione su questi fenomeni. Di tali episodi, infatti, parlano soltanto gli addetti ai lavori, certamente non i media, fino a quando del caso non si faccia uno strumento per condurre battaglie politiche. Si è invece scoperchiato un fenomeno che sicuramente non può interessare soltanto gli addetti ai lavori, ma deve interessare l'intera collettività, perché a proposito di questi fatti non si disserta su crimini contro la persona o contro la famiglia, ma a giusto titolo questi episodi sono stati definiti crimini contro l'umanità intera.
Non vi è dubbio, allora, che il Parlamento deve agire a passo di carica nel licenziare il testo, che è stato elaborato dal Comitato ristretto della Commissione giustizia, sullo sfruttamento sessuale dei minori, ma oggi siamo qui per verificare se, fuori dalla logica della repressione, qualcos'altro possa essere fatto, consapevoli come siamo che tali fenomeni nascono dalla povertà, dalla destrutturazione della famiglia, dal clima violento interno


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alla famiglia stessa e dal mancato o difettoso funzionamento di altre «agenzie» educative, come la scuola. Dobbiamo chiederci, allora, cosa si poteva fare e cosa può ancora essere fatto per evitare il ripetersi di fatti così incresciosi. Non c'è la cultura: sì, ma il Governo, in concreto, che cosa ha fatto per la scuola e che cosa ha fatto per l'infanzia? In particolare, dobbiamo chiederci cosa è stato fatto per evitare la diffusione della pornografia nelle scuole...

LIVIA TURCO, Ministro per la solidarietà sociale. Ma che cosa dice?

CARMELO CARRARA. ... e cosa è stato fatto da parte delle pubbliche amministrazioni per formare un patrimonio di conoscenza, raccolto scandagliando i meandri della famiglia del bambino scolarizzato, soprattutto quando si tratta di bambino povero. Non credo che questo Governo si sia distinto dagli altri che lo hanno preceduto e che sicuramente non hanno rivolto la necessaria attenzione al problema della famiglia, che è sicuramente, insieme alla scuola, l'«agenzia» educativa principale per la formazione dell'individuo, per recuperarne la centralità, insieme alle altre sinergie cui ha fatto poc'anzi riferimento il rappresentante del Governo, allo scopo di porre in essere quegli strumenti di prevenzione volti ad evitare che questi fenomeni possano ripetersi. Mi auguro che questa non sia l'ennesima lista di buone promesse, che poi non verranno mantenute, e che il Governo si faccia veramente carico di assumere nella scuola, a Torre Annunziata ma anche nel resto del paese, quelle iniziative che possano fare del progetto per l'infanzia uno dei punti centrali di ripresa della società e di garanzia per le giovani generazioni, assicurando strutture, mezzi, sostegni e soprattutto progetti di informazione e di alfabetizzazione.

PRESIDENTE. L'onorevole Sbarbati ha facoltà di replicare per la sua interpellanza n.2-00586.

LUCIANA SBARBATI. Presidente, onorevole ministro, onorevole sottosegretario e colleghi, ho ascoltato molto attentamente gli interventi, sia da parte del Governo sia da parte di tutti i colleghi, su questa tristissima vicenda e debbo dire che se di fronte ai fatti che tutti ormai abbiamo sotto gli occhi siamo pieni di orrore e anche di indignazione, altrettanta forte indignazione suscita in me, come credo in molti altri che sono qui presenti e che hanno rivolto le stesse domande al Governo, il fatto che ieri sera, su un testo che qui si dice debba essere approvato velocemente, la Camera abbia fatto mancare alle ore 19 il numero legale. Quindi, questo è il senso dell'attenzione vera del Parlamento, della disponibilità vera di questo Parlamento, purtroppo. E credo che stia a noi anche denunciarlo, perché spesso ci si rivolge al Governo ponendo richieste o rimarcando inadempienze o ritardi, ma quando da questa parte avvengono simili comportamenti, che sono appunto indice del grado di sensibilità nei confronti di un'emergenza che è veramente di civiltà, credo che noi tutti dovremmo riflettere ed avere maggiore consapevolezza delle cose che diciamo e soprattutto della velleità dei nostri comportamenti prima che di quelli degli altri.
Faccio questo preambolo non solo per sottolineare il fatto che quando si parla di scuola, di infanzia, dei soggetti più deboli questa Camera è sempre così deserta e che quando si affrontano queste leggi spesso manca il numero legale o c'è una quasi totale indifferenza, ma anche per dire al Governo che mi ritengo parzialmente soddisfatta e ora dirò perché.
A fronte della grande capacità che ho sempre riconosciuto - peraltro non da ora e non per piaggeria, non sono il tipo - al nostro ministro Livia Turco nei confronti del settore che le è stato affidato e della sua tenace volontà di ottenere finanziamenti e di portare avanti le proposte di riforma, vedo che c'è in qualche misura, forse posso sbagliare, un deficit anche di raccordo interministeriale. Se sono vere le cose che il ministro Turco ha qui ricordato (e sono realtà: gli interventi,


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le leggi, le proposte, il suo incalzare anche la Commissione della Camera e tutto il Parlamento perché queste proposte vengano varate), ritengo che invece manchi nei fatti questo raccordo, che pure nel suo intervento oggi è stato in qualche misura disegnato.
In particolare, e qui mi rivolgo alla collega Soriani, quando queste cose avvengono nella scuola, non dico sotto gli occhi ma presenti i docenti e presente il personale di custodia, non posso non ricordare che esiste una legislazione scolastica a tutela dei minori che coinvolge il capo di istituto, i docenti e il personale non docente. L'edificio scolastico per gli estranei, per legge, è off limits! Esiste nella giurisprudenza la culpa in vigilando, perché il minore è soggetto a tutela e questo significa che chi ha il dovere di tutelare deve mettere in atto tutte le strategie perché la tutela sia il più possibile realizzata. Tutti sappiamo che all'interno della scuola le persone estranee non possono entrare; vi può entrare solo chi ha un preciso mandato oppure chi deve svolgere alcuni compiti o funzioni. A fronte di ciò (previsto peraltro in una legge) accadono questi fatti. Vediamo allora di capire che cosa non ha funzionato. Il sottosegretario Soliani ci ha detto: tanti sono gli alunni, questa è la scuola che è inserita in un contesto, questo è il personale... Ma ci ha detto anche - bontà sua e del ministro - che verrà attivato un massiccio piano di aggiornamento del personale docente.
Desidero ricordare al sottosegretario Soliani che forse anche il personale non docente ha bisogno di una buona dose di aggiornamento per quanto riguarda le dinamiche della psicologia dell'età evolutiva, sia pure ai livelli di capacità ricettiva che può avere un personale che è addetto solo alla vigilanza. Ritengo cioè che questo personale debba essere, seppure a livelli minimali, sensibilizzato nei confronti di tutto ciò e in particolare della prevenzione. Ricordo infatti che tale personale non viene mai reclutato guardando anche a certi requisiti, mentre chi deve vigilare deve avere la consapevolezza del bene che gli viene affidato; in questo caso si tratta di un bene inestimabile quale è appunto una creatura che si trova nell'età di prima o di seconda infanzia: un'età in cui si ha bisogno di cure particolari e di una particolare e vigile attenzione.
Credo pertanto che il problema, proprio in termini di pubblica istruzione, sia affrontato in maniera contraddittoria. Sia chiaro, apprezzo la proposta fatta qui dal sottosegretario Soliani, sta di fatto però che ci troviamo dinnanzi ad un aumento degli alunni per classe, un decremento delle unità di personale affidate ai progetti, un decremento delle ore per ogni singolo portatore di handicap. Ebbene, a fronte di tutto ciò di che cosa parliamo? Parliamo di volontà che poi non si realizzano perché, come sempre, c'è poi l'intervento da parte di chi ha la «borsa», che quindi fa pesare la reale situazione del paese. Visto che si è fatto riferimento anche alla questione dello Stato sociale, dirò che a pagare è poi sempre la scuola. Tutto sommato a pagare sono gli alunni oltre che il personale e le famiglie! Gli alunni che dovrebbero avere un efficiente servizio di qualità, che li metta in grado di essere consapevoli, naturalmente ai vari livelli di età, dei rischi e dei pericoli e della loro delicata realtà nei confronti di un mondo che, come ben sappiamo, commette abusi in quantità, soprattutto verso l'infanzia e i minori portatori di handicap.
Nel quadro che ho sentito qui delineare di iniziative forti, alcune di grande importanza e di grande spessore culturale oltre che politico, altre di merito specifico, mi chiedo se non sia veramente possibile tentare di arrivare ad un cambio di rotta. Qui si è detto che nel nostro paese la cultura dell'infanzia è deficitaria, il che può essere un dato di fatto, anche se non saprei dire se in fondo sia questo il problema. Sottosegretario Soliani, il mio pensiero è che il problema sia quello della cultura in generale. Non a caso vi è stato l'episodio di Palermo (ma ve ne sono altri). È pur vero che la pedofilia non va circoscritta soltanto ad alcuni ambienti di depravazione socio-culturale ed economica, ma è altrettanto vero purtroppo che

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assai spesso o quasi sempre, nei casi che ci sono stati segnalati, queste realtà, questi crimini avvengono in situazioni di grave depravazione socio-culturale, di degrado ambientale. Interventi sull'ambiente, sulla qualità della vita, interventi coordinati a livello di task force mi vanno bene, ma vi faccio una domanda. Voi credete che un bambino che vive in una famiglia disgraziata, disgregata, in cui si respira un clima violento, sappia giocare pur avendo a disposizione un bellissimo parco? Non sa giocare! Non lo sa fare perché nessuno gli ha insegnato, nessuno gli ha detto come si gioca, oppure perché non è motivato a giocare in un certo modo.
Credo allora che il problema non sia rappresentato tanto dalla cultura dell'infanzia, bensì dalla cultura a monte, dalla necessità di dare un'assistenza preventiva ai genitori nelle zone di disagio. Infatti, bisogna rimuovere il problema a livello personale, a livello di rapporti interpersonali tra adulti; bisogna incidere laddove ci sono stati forti black-out nella crescita civile, personale e psicologica di persone che trasmettono una devianza anche nell'ambiente in cui vivono e lavorano. È questa l'operazione da fare ed ecco perché nella mia interpellanza ho fatto riferimento alla necessità di portare avanti una incisiva iniziativa nei confronti delle istituzioni scolastiche che in questo caso, secondo me, hanno messo in evidenza un dato allarmante, perché quantomeno la negligenza, non parlo di colpa, ma la negligenza in vigilando, se i fatti ci sono stati, esiste. Non so a chi sia imputabile, lo deciderà la magistratura, ma tale negligenza esiste. Prima della responsabilità del provveditore, vi è quella del direttore didattico, dei docenti e dei non docenti.
È quindi necessario fare chiarezza al riguardo ed occorre effettuare un intervento massiccio anche sul territorio, nell'ambiente. In primo luogo si dovrà muovere la scuola, che dovrà effettuare una bonifica e dovrà dimostrare capacità di promozione e di intervento sensibile rispetto al problema. Si dovrà trattare di un intervento attento e calibrato, perché è molto importante evitare di ingenerare una diffidenza che poi si può incrostare, trasformandosi in una forma di terrorismo sull'infanzia, che è altrettanto pericolosa perché causa difficoltà relazionali e soprattutto timidezza, ossessione e comportamenti che potrebbero essere parimenti devianti. Ma è necessario effettuare un'altra azione, una terapia ambientale attraverso i cosiddetti consultori familiari che, a mio avviso, dovrebbero essere potenziati nelle strutture e nelle figure di sistema, che non esistono o che vengono dirottate a svolgere funzioni diverse da quelle di cui stiamo discutendo.
Per tali ragioni parlavo di concerto. Non so se il sottosegretario Soliani ne sia a conoscenza, ma dal 1992 giacciono in Parlamento delle proposte di legge, una a mia firma e l'altra presentata dalla stessa onorevole Masini, che ora è sottosegretario di Stato per la pubblica istruzione, per la messa a regime della figura dello psicopedagogista all'interno di unità scolastiche di forte dimensione. Si tratta di una importante figura di raccordo perché sappiamo che non tutti hanno lo stesso tipo di preparazione. Pertanto tale figura può essere il referente interno alla scuola di cui si avverte la necessità.
Noi non abbiamo bisogno di referenti occasionali, men che meno, sottosegretario Soliani, di visite ispettive a posteriori. Non serve a niente la descrizione che è stata fatta degli ambienti e delle persone ...

SERGIO COLA. Brava!

LUCIANA SBARBATI. ... perché si tratta di un quadro a posteriori, che potrà servire alle indagini giudiziarie, ma io, come persona di scuola, ho bisogno di una attività ispettiva a priori, che sia promozionale e che non sia - lo dico proprio in termini professionali - una attività di «piccoli scrivani fiorentini» che registrano fatti già accaduti o situazioni in pendenza. Io ho bisogno di una attività preventiva di ricognizione, di appoggio alla scuola, di appoggio alle maestranze, di appoggio ai professori, ai maestri ed alle direzioni didattiche. Questa deve essere


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l'efficace azione del personale ispettivo che, oltre a ciò, dovrebbe essere a portata di mano per quei progetti per i quali spesso non vi è bisogno di fondi o di iniziative faraoniche, ma soltanto di competenza.
È necessario quindi un corpo ispettivo che funzioni, che svolga tali compiti, che venga anzitutto potenziato, che abbia un ruolo e pertanto una funzione giuridicamente riconosciuta per questi aspetti. È un corpo che merita una diversa attenzione da parte del ministro della pubblica istruzione, come da tempo andiamo segnalando.
Lo dico perché quanto si è sostenuto in questa sede può essere sottoscritto. È una fotografia dell'esistente, ma è una fotografia molto amara rispetto a quanto si dice di voler fare. Sono cose che sappiamo. Viviamo in mezzo a tali realtà tutti i giorni e riceviamo segnalazioni da ogni parte d'Italia sul disagio profondo, sull'emergenza scuola nel paese.
Se emergenza scuola significa che a scuola, quindi in una istituzione deputata all'educazione ed alla formazione, e all'università si verificano i fatti che tutti sappiamo, se cioè da una parte si muore e dall'altra si viene violentati, mi chiedo se siamo veramente in grado di fare un'analisi seria sullo stato di degrado profondo di questa istituzione ai vari livelli, dovuto soprattutto a quello che il sottosegretario Soliani ha messo in evidenza alla fine del suo intervento.
Qui manca un intervento massiccio a sostegno di una riforma che «s'ha da fare», un intervento a sostegno anche della funzione docente e di quella non docente, un intervento che possa rimettere in piedi l'istituzione scolastica come istituzione educativa e formativa. Oggi nelle zone metropolitane le scuole sono aree di degrado fisico, ambientale e psicologico. Nella scuola occorre creare un clima pedagogico, intendendo con tale espressione un clima che, a livello interpersonale, riesca a mobilitare i migliori sentimenti e soprattutto la struttura positiva di ogni essere umano. È sufficiente recarsi in una qualunque periferia romana per capire cosa siano le nostre scuole pubbliche!
A questo punto, sottosegretario Soliani, non diciamo «bisogna», bensì diciamo tutti insieme «impegniamoci per». Quando sarà il momento di presentare gli emendamenti tendenti a dotare il Ministero della pubblica istruzione di finanziamenti adeguati a supportare riforme che altrimenti non potranno mai decollare e saranno puro velleitarismo, «impegniamoci tutti» per fare fronte comune contro chiunque, sia da parte del Governo sia da parte del Parlamento, ostacoli questo progetto vero. Come ha fatto l'onorevole Turco allorché si è impegnata per 900 miliardi, perché era necessario, altrettanto faccia il ministro Berlinguer per la scuola! Se queste due forze saranno insieme ad affrontare la battaglia, entrambe impegnate a raggiungere l' obiettivo della crescita comune, della cultura di tutti, ne discenderà la cultura dell'infanzia. Se non risolleviamo nelle aree depresse il tono della vita a livello culturale, a livello di sensibilità, di diritti di cittadinanza e soprattutto di rispetto dei diritti degli altri, non riusciremo ad affrontare seriamente il problema.
Per quanto riguarda la risposta del ministro Turco, i dati del Ministero dell'interno che ella ha qui riferito erano in parte già conosciuti e comunque mi ritengo soddisfatta. Voglio precisare che sicuramente la legge che ci accingiamo ad approvare sulla violenza sessuale e gli abusi ai minori è importante, come peraltro ho avuto modo già di affermare in altra occasione. È vero quello che lei dice, onorevole Turco, che cioè sfuggono i contorni della pedofilia, se si tratti di una semplice deviazione psicologica, caratteriale o determinata da particolari situazioni che nel corso della vita si possono innescare per problematiche che si creano nella vita relazionale: di tutto questo non abbiamo certezza assoluta; è anche vero però che occorre porre in essere un'altra azione di tipo preventivo nei messaggi di violenza lanciati attraverso la televisione, il cinema, i media e i giornali. Gli stessi

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titoli dei giornali su questo specifico episodio rappresentano un'ulteriore offesa. Non dico che si debba calare il sipario perché su questi episodi va fatta assoluta chiarezza; occorre però che le luci della ribalta su queste verità così scomode vengano adeguatamente calibrate perché si possa giungere alla verità senza però compiere una istigazione al consumo del sensazionalismo, che in questo caso è una ulteriore barbarie, è un ulteriore atto di crudele violenza incivile nei confronti di creature che non possono difendersi, che saranno macchiate per tutta la vita perché sarà difficile la riabilitazione. Di quest'ultimo dato abbiamo contezza perché la maggior parte delle devianze giovanili dipende anche da questi episodi subiti nella prima e nella seconda infanzia, per cui almeno facciamo in modo che vi sia una tutela a posteriori, sulla quale credo che il Governo abbia capacità di intervento.
Non neghiamo libertà di stampa, per carità! Credo che il tono e la misura in questi casi siano assolutamente doverosi.
Capisco lo sforzo del Governo, capisco che la materia è delicata e che intervenire è difficile. Tuttavia, proprio per questo - mi rivolgo non tanto al ministro Turco quanto alla collega Soliani - non esiste e non deve esistere un'attenzione più forte nei parlamentari dell'Ulivo ed una minore nei colleghi dell'opposizione, che so per certo essere molto sensibili.
Colgo l'occasione per comunicare che la Commissione cultura ha svolto un'indagine conoscitiva sui problemi dell'handicap e dell'integrazione, ampliata a quella che viene definita la devianza e la deprivazione socio-culturale. In questo ambito la Commissione ha deciso di compiere una visita a Napoli ed a Torre Annunziata; con il consenso del Presidente della Camera, pensiamo di recarci la prossima settimana, eventualmente insieme ai ministri interessati, in quei luoghi e di portare una precisa testimonianza, soprattutto in considerazione di quanto oggi abbiamo appreso dalla collega Soliani, cioè che in quella scuola di Torre Annunziata ci sarebbe un elevatissimo numero di portatori di handicap e di problematiche connesse alla deprivazione socio-culturale, cioè di quei casi che vengono definiti come svantaggiati; si parla di «rione dei poverelli», si usa cioè una terminologia che ci aiuta a capire quale sia la situazione di fatto.
Rispetto a tale situazione credo che gli interventi di progetto qui messi in evidenza siano estremamente importanti, ma questi, una volta conclusi, resteranno un fatto a sé nella storia. Occorre allora cambiare il metodo di approccio, e cioè la presenza di figure di sistema all'interno che si occupino con scientificità e capacità di queste problematiche e di figure di sistema all'esterno, da parte della pubblica amministrazione e dei consultori, che riescano ad operare interagendo efficacemente per rimuovere gli ostacoli che impediscono lo sviluppo civile e le cause che portano a situazioni così aberranti.

PRESIDENTE. L'onorevole Cananzi ha facoltà di replicare per l'interpellanza Jervolino Russo n. 2-00587, di cui è cofirmatario.

RAFFAELE CANANZI. Signor Presidente, desidero ringraziare il ministro Turco ed il sottosegretario Soliani per quanto hanno detto questa mattina in riferimento alla vicenda drammatica di Torre Annunziata, ma - consentitemi di dirlo - più che per quanto ci hanno detto, per il modo, la passione, la sensibilità con le quali hanno affrontato il problema, come espressione della sensibilità di tutto il Governo.
Lo scenario che abbiamo davanti, com'è stato sottolineato sia nelle interpellanze ed interrogazioni sia nelle analisi successive, è drammatico e - convengo con la collega Sbarbati - non è bene chiudere il sipario: occorre fare luce per cercare di venire a capo di queste situazioni dolorose, che pure investono la vita del paese.
Tuttavia, mi sia consentito rilevare che è opportuno, ad un certo punto, che questo scenario si chiuda, non per non vedere, ma per cambiarlo. Ciò significa


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cercare di dare, con un impegno corale e generale, un volto nuovo e sano, direi chiaro e trasparente alla vita del nostro paese.
Certo, noi possiamo cambiare, come stiamo cercando di fare, le strutture costituzionali del paese, l'ordinamento costituzionale, l'architettura della Repubblica; ma anche se riuscissimo, come ci auguriamo, a fare questo in tempi brevi e con le modalità migliori, certamente questo non comporterebbe di per sé per la vita del paese una novità profonda. Credo che quest'ultima vada ricercata altrove. Dobbiamo cioè fare uno sforzo notevole perché vengano riportate al centro dell'attenzione delle istituzioni le persone e, tra esse, quelle più deboli; e tra queste ultime, l'infanzia! È stato giustamente sottolineato questa mattina come il capitolo dell'infanzia debba essere alla viva attenzione di tutti. A tale riguardo, vorrei richiamare una serie di interventi da attuare nell'ambito di questo impegno corale su tale tema; alcuni di questi, peraltro, sono stati già ampiamente evidenziati nel corso della esposizione del ministro prima e del sottosegretario poi.
Vi sono innanzitutto la sensibilità e l'impegno del Parlamento. Richiamo quindi come primo dato dell'impegno corale quello del Parlamento, perché i provvedimenti legislativi all'esame del Senato e della Camera possano essere rapidamente approvati e diventare quanto prima operativi. Non entrerò nel merito di tali provvedimenti, ma mi limiterò a richiamare all'attenzione dei colleghi sia quello che oggi pomeriggio verrà esaminato da quest'Assemblea sia la necessità - già evidenziata da molte parti - del rifinanziamento della legge n.216 del 1991 sui minori a rischio attraverso la prossima finanziaria. Credo che su questi provvedimenti si debba procedere con urgenza, senza lasciare spazi scoperti dal punto di vista della legislazione e che occorra rimarcare, attraverso le norme legislative, e cercare di disciplinare quelle situazioni che certamente aprono il varco a numerose posizioni incresciose.
Inserirei poi subito, al secondo posto, la necessità - sulla quale si è già soffermata la collega Sbarbati - di una politica per la famiglia, complessivamente considerata. È evidente che l'esame di fenomeni di questo tipo, che riguardano l'infanzia, debba partire soprattutto e fondamentalmente da un dato culturale che investe prima di tutto la realtà familiare. Noi abbiamo situazioni ambientali e familiari rispetto alle quali una politica generale del paese - si è fatto cenno naturalmente alle politiche sociali - non può non tenere conto degli effetti negativi successivi a dimenticanze o a ritardi notevoli. Bisogna perciò procedere! Da questo punto di vista riterrei opportuno fare riferimento, attraverso l'azione del Governo, ad una politica omogenea, coordinata ed organica per la famiglia, in modo tale da non trovarsi di fronte ad alcuni «spezzoni» di leggi, ma piuttosto ad un organico disegno che punti e tocchi la realtà familiare come la realtà fondante - peraltro prevista dalla nostra Costituzione - dell'intera situazione sociale e civile.
In questa sede si è fatto riferimento anche al tema della informazione. A tale riguardo vorrei dire al collega Carrara che non vi è dubbio che l'informazione su questi temi possa anche sortire effetti positivi, ma mi guarderei bene dall'utilizzare il canale della informazione per aumentare la spettacolarizzazione che normalmente su questi fatti si fa nella vita del paese. Diciamo quindi sì ad una informazione puntuale, attenta, pedagogica ed educativa, nella misura in cui questa serva alla formazione. Con questo limite bisognerebbe agire perché il dato dell'informazione non sconfini nella spettacolarità.
Vorrei poi far cenno a quella attività preventiva e repressiva, cui si è già fatto riferimento, che sin dal 1990, soprattutto in relazione alla crescita del fenomeno degli abusi sessuali nei confronti dei minori, è stata svolta con particolare impegno dalle forze di polizia e in genere dalle forze dell'ordine. Questa attività va proseguita perché senza tale impegno sia

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nell'area della prevenzione, sia in quella della repressione, si lascerebbero altri varchi possibili per itinerari che certamente non elevano la vita morale del nostro paese. A questo discorso si riconnette il grande tema della politica della scuola e per la scuola. Al riguardo non vi è dubbio che le competenze alle quali faceva riferimento la collega Sbarbati siano indispensabili. È necessario, cioè, cercare di tornare a svolgere quel lavoro di équipe all'interno della vita scolastica che consenta il processo formativo ed educativo nei confronti dei ragazzi nella maniera più competente, più puntuale e più utile per il tempo che l'infanzia sostanzialmente vive.
A tale proposito vorrei anche richiamare la necessità di fare in qualche misura appello alle istituzioni locali perché ritengo non sia possibile guidare il processo così complesso e così difficile dell'educazione nell'età contemporanea muovendo soltanto ed esclusivamente dal centro. Dico questo perché le funzioni e le competenze di quel personale e la qualità di quelle strutture che normalmente costituiscono la scuola sono per legge in buona parte demandate alle istituzioni locali. Sono infatti le istituzioni locali che provvedono agli edifici, al personale di custodia e al personale che svolge mansioni di carattere esecutivo che opera nelle scuole stesse.
Concludo, quindi, ribadendo che bisogna fare appello alla volontà delle istituzioni locali. Abbiamo appreso che sono lavoratori sostanzialmente in mobilità gli addetti alla scuola di Torre Annunziata.

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Cananzi.

RAFFAELE CANANZI. In buona sostanza credo che l'appello alle istituzioni locali e la volontà espressa dal Governo di voler in qualche modo coinvolgere l'intero assetto delle competenze regionali siano elementi estremamente propositivi. Tali elementi, collegati ai dieci interventi mirati - richiamo al riguardo l'attenzione della collega Sbarbati - ai quali ha fatto cenno la sottosegretaria Soliani, possono a mio avviso costituire, nel quadro di una politica generale, un passaggio che, se pur faticoso e in qualche misura difficile, potrà determinare quanto prima qualche effetto che mi auguro positivo per l'infanzia e per la vita del paese.

PRESIDENTE. Passiamo alle repliche degli interroganti.
L'onorevole Cola ha facoltà di replicare per l'interrogazione Antonio Rizzo n.3-01293, di cui è cofirmatario.

SERGIO COLA. Mi dichiaro, Presidente, parzialmente soddisfatto dei chiarimenti, ancorché volenterosi e pieni di buoni propositi e dichiarazioni di intenti, sia del ministro che del sottosegretario. Noi avevamo proposto su questo argomento lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, ma il Presidente della Camera ha deciso di dedicare la parte antimeridiana della seduta alla trattazione di questo scottante ed inquietante argomento. D'altra parte, i quesiti che avevamo proposto, ancorché in modo sintetico, li riproponiamo in questa sede, arricchiti dal contenuto delle interpellanze presentate dagli onorevoli Nappi, Jervolino Russo, Sbarbati ed altri.
Devo dire che la mia parziale insoddisfazione trova giustificazione in alcune considerazioni. Mi ha dato molto fastidio, per la verità, che quello di Torre Annunziata sia divenuto un caso di portata nazionale se non internazionale, perché i cittadini prosperosi e lavoratori di quella cittadina non possono portare in eterno il marchio di essere legati al fenomeno della pedofilia connesso, per di più, secondo quanto ho potuto constatare, a disagiate condizioni di carattere sociale.
Voglio ricordare non a me stesso, ma a voi, che il fenomeno della pedofilia ha trovato massima espressione in relazione a paesi nei quali lo sviluppo e il progresso culturale sono i più elevati: intendo riferirmi al Belgio, a Marcinelle, alla Gran Bretagna, all'Olanda, all'Australia, a quel famoso americano che ha organizzato i pullman della pedofilia, dell'amore verso i


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bambini. Si tratta di paesi in cui, come dicevo, il livello culturale è elevatissimo ed il progresso ha raggiunto vette altissime. Non possiamo assolutamente, quindi, banalizzare tutto e dire che il fenomeno si verifica soltanto in paesi in cui le condizioni socio-economiche sono ad un certo livello. Significherebbe, come dicevo, banalizzare ogni cosa e, soprattutto, «bollare» i cittadini di Torre Annunziata per colpe che non hanno perché, automaticamente, tutto si trasferisce su di loro.
Non sono nemmeno d'accordo, d'altra parte, con l'enunciazione di dati statistici che è stata fatta: il 41 per cento per il sud ed il 39 per cento al nord, dati forniti dal Ministero dell'interno che, d'altra parte, non tengono conto del sommerso (chissà, infatti, quanti episodi non sono stati denunciati) e che non rendono appieno la situazione esistente.
Per la verità ho ascoltato varie dichiarazioni di intenti ed ho sentito dire tante cose, che poi sono normali, ossia che la scuola dovrebbe essere amministrata in una determinata maniera. Ho sentito altresì di varie proposte di legge e devo dare atto all'onorevole Turco di aver assunto in questo periodo di tempo iniziative estremamente conferenti ed efficaci che noi, naturalmente, non potremo che condividere, salvo debiti distinguo. È in corso di approvazione una proposta di legge che riguarda l'infanzia, così come sono all'esame della Commissione giustizia altri provvedimenti che riguardano proprio la specifica materia dello sfruttamento di minori a scopo sessuale, con l'inasprimento delle pene. Tutto ciò può avere indubbiamente un certo rilievo, a livello sia di sanzioni preventive che di futuro intervento.
Ciò che segnaliamo in termini di critica e di censura al Governo è che se la vicenda di cui ci occupiamo si è verificata a Torre Annunziata ed è accaduta in una scuola vi sono ragioni che non possono assolutamente non essere connesse ad un'attività, o meglio ad un'inattività, del Governo. Mi sembra che questo sia il discorso. Il futuro lo conosciamo tutti, siamo tutti bravi a dire «si farà». Ma finora si è operato? Che cosa si è fatto per evitare quello che si è verificato in modo così raccapricciante ed inquietante a Torre Annunziata? Questo è il quesito che abbiamo posto nell'interrogazione a risposta immediata.
L'onorevole Sbarbati, forse poco tecnicamente, ha parlato di delitto di negligenza. Per la verità, il delitto di negligenza non esiste; esiste però qualcosa di diverso...

LUCIANA SBARBATI. Ti sbagli; nel diritto scolastico esiste la negligenza in vigilando e la colpa in vigilando ...

SERGIO COLA. Collega Sbarbati, io non ti ho interrotto. Sto cercando di spiegare, attraverso cognizioni di carattere tecnico che tu non hai (io non mi permetterei assolutamente di interferire nel tuo campo specifico), che esiste un elemento costitutivo dei reati di natura colposa che si individua nella negligenza.
Nel caso particolare, quelli che si possono attribuire al bidello ed alla professoressa - ne parlerò tra un momento - sono, a mio modo di vedere, comportamenti che potrebbero essere perseguiti a livello disciplinare, ma non a livello penale...

LUCIANA SBARBATI. Infatti è ambito civile.

SERGIO COLA. ... come poi tu alla fine hai concluso.
Allora, il mio discorso tende soprattutto ad evidenziare questo aspetto, che è importantissimo, ed anche a fornire delle indicazioni che in questa sede non sono state date. Noi abbiamo denunciato fenomeni di una gravità veramente eccezionale. Da parte dei quotidiani si è scritto...

PRESIDENTE. Onorevole Cola, deve concludere.

SERGIO COLA. Presidente, lei ha dato all'onorevole Sbarbati, in particolare, la possibilità di replicare per più di 25 minuti!


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PRESIDENTE. Onorevole Cola, dovrebbe conoscere meglio il meccanismo del sindacato ispettivo. Se avesse presentato un'interpellanza, avrebbe potuto replicare più a lungo. Non è colpa mia: deve concludere.

SERGIO COLA. Ho fatto una premessa, vorrei solo un minuto per concludere.
Da parte dei giornali è stato detto che una docente sapeva e ha avuto paura di parlare. Non mi pare che questo corrisponda all'esigenza di cultura a cui dovrebbero «abbeverarsi» i docenti, i quali, di fronte ad un fatto del genere, non avrebbero assolutamente dovuto omettere di denunciare quel che sapevano. Non si spiega neppure che il bidello non si sia accorto dei movimenti che avvenivano all'interno della scuola.
A livello propositivo, ritengo che sia necessaria un'indagine per risolvere in concreto i problemi di Torre Annunziata. Ma occorre qualcosa in più. È necessario un presidio di pubblica sicurezza davanti alle scuole per effettuare un controllo e occorre incentivare l'attività dei tribunali dei minorenni.

PRESIDENTE. Onorevole Cola, lei ha superato di molto il tempo a sua disposizione.

SERGIO COLA. Infine, Presidente, l'ultima cosa che lei non mi consente di dire...

PRESIDENTE. La dica e concluda!

SERGIO COLA. Condivido perfettamente quello che afferma l'onorevole Sbarbati, cioè che in determinate condizioni socio-economiche è necessario lo psicologo pedagogico, che è importantissimo perché è in grado di individuare lo stato psichico dei ragazzi e di prevenire il verificarsi di episodi come quello di cui stiamo parlando. Tutto questo non è stato assolutamente detto dal Governo, se non attraverso mere proclamazioni di principio.
Sono queste le censure che intendiamo avanzare e che ci rendono assolutamente insoddisfatti dei chiarimenti forniti dal Governo.

PRESIDENTE. L'onorevole Del Barone ha facoltà di replicare per la sua interrogazione n.3-01294.

GIUSEPPE DEL BARONE. Anch'io, signor Presidente, desidero dire che quando, insieme all'amico onorevole Di Nardo, mi sono recato dal Presidente della Camera Violante per chiedergli di affrontare il problema della pedofilia a Torre Annunziata nell'ambito del question time, l'ho fatto non certamente per un desiderio di esibizionismo, ma perché avrei gradito che il Parlamento desse immediatamente il segnale di aver recepito l'estrema gravità dell'episodio che si era verificato. La disponibilità del Presidente Violante è stata piena, e gliene do atto, così come lo ringrazio perché stamattina stiamo trattando il problema con dovizia di argomentazioni.
Voglio dire una cosa nel ricordo di una giovinezza che ho trascorso al 70 per cento nell'area di Torre Annunziata (a Boscotrecase e a Boscoreale). Il ricordo che ho di quella gente, della sua laboriosità, della sua moralità, della sua sostanza civile è un ricordo che canta ancora al mio cuore una canzone dolcissima. Ci sono le eccezioni, è logico, ma, se mi fosse consentito ricordare, direi che sono le eccezioni che confermano la regola. E la regola è quella della sanità della zona in questione.
Per questo, indipendentemente dalla stereotipia del dichiararmi soddisfatto o insoddisfatto (che non mi piace assolutamente; faccio parte dell'opposizione, per cui dovrei essere perennemente scontento, ma invece recepisco le cose buone che sono state dette, mentre qualcosa non l'accetto perché non mi sento di farlo), il ministro, per il quale ho particolare stima, mi consenta di osservare che non condivido quanto ha detto circa il fatto che vorrebbe creare, in particolare per Torre Annunziata, qualcosa per i bambini. Non


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lo condivido perché, se si facesse questo, significherebbe che vogliamo fare di Torre Annunziata l'epicentro di negatività che esistono ma non riguardano solo Torre Annunziata. Questo è un dato di fatto. Mi sembrerebbe quasi (mi si consenta il paragone ardito) di voler fare una graduatoria per stabilire se il duo Vallanzasca-Bozano è meglio del duo Giuliano-Cutolo! Lasciamo stare Torre Annunziata, allora.
Mi consenta di dirle con estremo garbo, signor sottosegretario, che quando lei ha fatto quella specie di nota della lavandaia sono venuti a galla i concetti che erano propri di un mio maestro di letteratura, Nicola Scarano, il quale mi diceva che certe cose non devono essere dette in maniera stracca e pedissequa. Il fatto che a Torre Annunziata si facessero certe cose in una determinata maniera e che gli ambienti fossero di un certo tipo è a mio modo di vedere assolutamente poco interessante. È invece interessantissima la mancanza della cultura per l'infanzia che mi fa dire in termini molto chiari, dimenticando per un secondo un assioma di grossa importanza, che il professor Palmieri, illustre docente di medicina legale, citando Lombroso, diceva: quando il delitto è aberrante, vai a scovare la gravità della malattia. Forse questo argomento poteva avere una valenza ben precisa quindici o venti anni fa, ma adesso la pedofilia è diventata un commercio: allora si cercava la malattia, oggi bisogna andare a vedere cosa c'è alla radice. E vi è sempre la grande parola «camorra», che è una specie di ombra di banco che copre e giustifica tutto.
Non sono completamente d'accordo a questo riguardo: se il riferimento alla camorra giustificasse tutto, sarebbe ancora più grave che il Governo non ha attivato interventi idonei a far sì che questa parola perdesse la sua ragion d'essere, entrando in un sistema di prevenzione, di cura e di terapia che invece non si è predisposto.
Lo diceva poco fa l'amico e collega Cola: condivido completamente le posizioni pedagogiche della collega Sbarbati ed anzi mi permetto di dire che, se l'educazione sessuale, che vedo trattata marginalmente nella scuola, venisse collegata all'altra educazione cara al mio campo di attività, e cioè a quella sanitaria, in una visione sinergica di sessualità e di sanità, affiancando ai docenti specifici anche un medico e uno psicologo, forse potremmo procedere meglio.
Il ministro Turco ha detto che non accetta la proposta avanzata da me e dal collega Di Nardo in una interrogazione onorata anche dalla firma dell'amico Vicepresidente onorevole Mastella, perché non è d'accordo nell'istituire una commissione per individuare eventuali responsabilità.
Signor ministro, le sarò personalmente grato se farà quanto ho detto: non dico nell'immediatezza, ma - mi si passi l'espressione scherzosa - prossimamente su questo schermo. Perché certi fenomeni ora interessano Torre Annunziata, ma nel momento in cui andremo a fondo nella vicenda, probabilmente verranno a galla - non me lo auguro, lo prospetto semplicemente - altre cose.
Un ultimo concetto, signor Presidente, ed ho veramente concluso. Per piacere, potenziamo il culto della famiglia: oramai questa è diventata una parola di colore oscuro. Si avverte l'assenza della famiglia quando il giovane militare che subisce le tristezze del nonnismo giunge al suicidio; si avverte l'assenza della famiglia quando si legge che un ragazzo che non è stato promosso si è suicidato; si avverte l'assenza della famiglia quando esplodono determinati fenomeni, come la pedofilia.
Vorrei che, indipendentemente dalla soddisfazione o dalla insoddisfazione per la risposta ricevuta - consentitemi di non essere banale nell'uno e nell'altro caso -, nelle leggi che si approveranno si tenesse presente che la famiglia è l'epicentro di tutto e che, se è pur vero, come dice il poeta, che è amore che muove il sole e le altre stelle, penso che tale dettame possa essere ricondotto nella famiglia, che non deve rimanere un termine oscuro, ma deve rappresentare la molla, signor ministro

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e signor sottosegretario, per una vita migliore nella nostra nazione (Applausi).

PRESIDENTE. L'onorevole Procacci ha facoltà di replicare per la sua interrogazione n.3-01298.

ANNAMARIA PROCACCI. Presidente, desidero ringraziare la ministra Turco e la sottosegretaria Soliani per le risposte molto articolate che hanno fornito anche alla mia interrogazione.
Ho davvero pochi minuti a mia disposizione e quindi vorrei soffermarmi almeno su alcuni punti che ritengo importanti. Mi dichiaro per lo più soddisfatta della risposta; non posso però dare una valutazione pienamente positiva per quanto riguarda il punto relativo alle indagini che furono svolte un anno fa, o meglio all'archiviazione dell'inchiesta. Già alcune colleghe si sono soffermate su questa vicenda e ritengo che legittimamente rimanga in tutti noi un grande senso di perplessità e forse qualcosa di più, anche per quello che abbiamo potuto leggere e sapere (pur in modo limitato ed approssimativo) sulla deposizione di questo bambino. Forse il mio giudizio può essere influenzato dal timore, dal pensiero che se allora chi doveva cercare la verità avesse agito in modo più approfondito, altre sofferenze, altro dolore sarebbero stati risparmiati. Questa non vuole essere un'accusa ma la testimonianza di una grande preoccupazione, di un disagio che, almeno in me, rimane molto forte. Resta anche la perplessità, il dispiacere per il fatto che nel luogo preposto alla sicurezza ed alla tutela dei bambini, la scuola, non sia stata affatto assicurata loro la serenità, la sicurezza fisica e la sicurezza psicologica.
Vorrei porre in risalto alcuni punti della risposta della ministra Turco che considero importanti con riferimento a quello che è stato fatto finora. Fino ad oggi non vi è stato un Governo che abbia fatto tanto cammino per una nuova politica dell'infanzia. Ritengo si sia fatto molto; certamente moltissimo rimane ancora da fare, ma in un arco temporale tutto sommato breve (poco più di un anno) più di questo sarebbe stato difficile fare. Sono importanti gli impegni di cui ci ha parlato oggi la ministra. Desidero sottolineare in particolare due aspetti. La campagna di informazione per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, perché la cultura non è un'astrazione; la cultura si costruisce attraverso il richiamo alle coscienze, alle menti, alla riflessione, si costruisce attraverso la sensibilizzazione. Un altro punto importante è a mio parere la collaborazione con gli enti locali.
Sono completamente d'accordo con questa impostazione, forse perché troppo spesso, in una ormai lunga esperienza parlamentare, ho visto nascere nuove leggi rimaste poi in buona parte inattuate proprio perché non calate anche nella quotidianità del nostro paese. Indubbiamente le leggi sono importanti (ne sono profondamente convinta, anche alla luce del lavoro che svolgo), ma da sole non bastano; occorre la piena collaborazione degli enti locali. Penso soprattutto alle regioni.
Il dibattito sul rifinanziamento della legge n.216 ci ha visti diverse volte confrontarci anche in Commissione affari sociali; qualche mese fa fu posta con una certa evidenza l'urgenza di prevedere in sede di finanziaria molto di più di quello che era un finanziamento men che modesto (pochissimi miliardi) rispetto ad una normativa che ha entro di sé una potenzialità ed una positività davvero grandi. Penso per esempio a tutti i progetti per i minori a rischio, per creare la possibilità di recuperarli pienamente e di preparare loro un futuro meno difficile.
Indubbiamente, occorre la prevenzione. Dovremo essere capaci di sviluppare una forte politica di prevenzione. Avevo dato alcune indicazioni, nella mia interrogazione, che ho sentito ampiamente condivise e pienamente raccolte dal Governo.
Raccomando il coordinamento delle risorse esistenti, attraverso il collegamento dei consultori, che a mio parere sono ancora pochi sul territorio, soprattutto in


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certe realtà, per cui è necessario anche coordinare la loro azione con quella delle scuole.

PRESIDENTE. Onorevole Procacci, la prego di concludere.

ANNAMARIA PROCACCI. Concludo subito, Presidente, solo un'ultima considerazione.
Non vedo assolutamente in modo negativo questo progetto mirato per i bimbi di Torre Annunziata, perché nessuno vuole farne un caso a parte nel nostro paese; anzi, voglio pensare che questo progetto, a cui tutti devono concorrere, il Ministero della pubblica istruzione e quello degli affari sociali, il mondo del volontariato, e così via...

PRESIDENTE. Onorevole Procacci, la invito a concludere: è andata molto al di là del tempo a sua disposizione.

ANNAMARIA PROCACCI. Concludo, Presidente.
Voglio pensare, dicevo, che questo possa diventare un progetto pilota per tante altre realtà non facili esistenti nel nostro paese, a partire dalla condizione dei minori.

PRESIDENTE. L'onorevole Valpiana ha facoltà di replicare per la sua interrogazione n.3-01303.

TIZIANA VALPIANA. Signor Presidente, credo sia molto difficile, di fronte ad un argomento così drammatico quale quello che trattiamo oggi, dichiararsi soddisfatti: saremmo tutti soddisfatti, credo, soltanto se questi fatti non avvenissero più. Comunque, per quanto riguarda le risposte che ci sono state fornite questa mattina, sicuramente mi dichiaro soddisfatta, perché vedo da parte di questo Governo un impegno molto forte su tali temi.
Sono soddisfatta, soprattutto, per il fatto che il Governo, fin dal mese di aprile, abbia presentato un piano d'azione per l'infanzia, il che, ricordo, rappresenta uno degli impegni che l'Italia aveva assunto in fase di recepimento della Convenzione di New York nel 1991 e che, da allora ad oggi, nessuno dei governi che si sono succeduti aveva rispettato. Credo quindi che vada reso merito a questo Governo ed alla ministra Turco in particolare, nonché alla tenacia delle ministre e delle sottosegretarie di questo Governo, perché qualcosa di positivo e di concreto per l'infanzia è stato fatto.
Ciò nonostante, se questi fatti avvengono vuol dire che non abbiamo fatto e non stiamo facendo abbastanza e credo che, da questo punto di vista, come parlamentari dobbiamo senz'altro recitare un mea culpa perché - come ha già ricordato la presidente Bolognesi - da troppo tempo stiamo trascinando il progetto di legge sui diritti dell'infanzia, il cui esame è stato concluso dalla Commissione celermente, anche se in maniera molto costruttiva, ma che l'Assemblea - lo abbiamo visto ieri sera - non è ancora riuscita ad approvare. Ciò è in parte dovuto al fatto che i nostri capigruppo, evidentemente, non hanno ritenuto importante questo disegno di legge, tanto che finora non era stato inserito nel calendario dei lavori; finalmente è stato iscritto all'ordine del giorno della seduta di ieri, ma la Camera non era in numero legale per deliberare.
Questi credo siano segni evidenti del fatto che una cultura dell'infanzia manca non solo nel paese, ma anche all'interno del Parlamento. Tutti noi, credo, fin da ieri pomeriggio sapevamo chi sarebbe stato presente questa mattina: potevamo contare le persone di ogni gruppo. Ritengo, inoltre, che questo dibattito sia stato avviato in un momento molto delicato: tutti noi dobbiamo intervenire qui e poi scappare nelle rispettive Commissioni, perché vi è l'esame di progetti di legge in sede legislativa, per cui ci chiamano continuamente. Ciò credo non sia serio, penso si tratti della celebrazione di un rito e non dell'assolvimento di un impegno importante.
Vorrei inoltre ricordare a mia volta la legge sul piano d'azione approvata nel mese di gennaio dalla Camera e giacente


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al Senato, la quale prevede l'istituzione di una Commissione bicamerale che credo avrebbe un ruolo importante, come importante è stato quello svolto, nella scorsa legislatura, dalla Commissione speciale per l'infanzia. In realtà, infatti, molti dei progetti che oggi stanno finalmente arrivando a conclusione sono stati posti in cantiere, elaborati e discussi all'interno di quella Commissione. Una funzione altrettanto importante, ripeto, potrebbe essere svolta dalla Commissione bicamerale: in particolare una funzione di monitoraggio degli effetti delle leggi riguardanti i bambini, ma anche di costante attenzione ai diritti dell'infanzia, che molto spesso vengono trascurati e, come vediamo, negati.
Credo vi sia un altro aspetto molto importante. La legge sullo sfruttamento sessuale dell'infanzia, che la Commissione giustizia sta approvando in questi giorni, prevede un fondo costituito con tutti i beni sequestrati nelle azioni di repressione dei delitti di questo tipo e dispone che tale fondo venga affidato al Ministero di grazia e giustizia. Come Commissione affari sociali abbiamo chiesto invece, nel parere che abbiamo espresso, che venga affidato al Ministero per la solidarietà sociale o comunque ad un altro ministero che non abbia obiettivi solo repressivi e che non abbia competenze in materia criminale, ma che si occupi in particolare della prevenzione e soprattutto delle vittime degli abusi e non tanto della repressione dei colpevoli.
Un'altra questione che avevamo messo in evidenza nella nostra interrogazione è il tema dell'educazione sessuale nella scuola, forse un discorso marginale ma che va comunque riconsiderato e ripreso. Credo sia importante aiutare i bambini a comprendere cosa è la sessualità - evidentemente gli esempi che hanno di fronte, dei loro genitori e della società tutta, non sono sufficienti se poi accadono queste cose -, a capire anche i loro diritti nella vita affettiva, soprattutto per evitare che diventino vittime di episodi di questo tipo, perché sappiamo tutti che gli adulti che oggi sfruttano i bambini e che sono pedofili sono stati in gran parte bambini a loro volta abusati, violati e violentati e quindi dobbiamo riuscire a spezzare questo circuito che si ripete nel corso delle generazioni.
Credo sia importante affrontare il tema specifico che oggi ci troviamo di fronte, ma bisogna affrontare anche quello generale. Sull'infanzia vengono compiuti molti abusi, non solo quelli di tipo sessuale di cui oggi parliamo. Penso, per esempio, alla necessità che anche il nostro Parlamento - anche se sicuramente non è una cosa che si può fare al livello di un Parlamento nazionale - metta mano finalmente ad una clausola di garanzia nelle importazioni che cerchi di rompere il giro dello sfruttamento della manodopera minorile. Ci sono 250 milioni di bambini nel mondo che lavorano perché costano meno del lavoro degli adulti. Quindi, dobbiamo assolutamente spezzare la logica per cui l'unica legge è il mercato. Credo che dobbiamo assolutamente prendere atto che questa civiltà dei consumi ci ha fatto perdere di vista la civiltà dei rapporti. Dobbiamo riprendere un discorso di civiltà dei rapporti ed incidere in maniera concreta, con leggi concrete, in quello che è uno sfruttamento di tutti su tutti.

PRESIDENTE. L'onorevole Guidi ha facoltà di replicare per la sua interrogazione n.3-01304.

ANTONIO GUIDI. Presidente, ministro e colleghi, per quanto attiene alle risposte del ministro Turco, mi dichiarerei soddisfatto pienamente, però, poiché tra poche ore discuteremo la legge che in parte introietta la mia interrogazione, continueremo in seguito questo confronto; comunque, sono soddisfatto pienamente.
L'insoddisfazione nasce dal fatto che non era il ministro per la solidarietà sociale l'unico destinatario della mia interrogazione, anche perché - ripeto - in Commissione l'interlocuzione era già approfondita da questo punto di vista. Il problema erano le risposte dei ministri che non sono presenti e chi è intervenuto in rappresentanza del Ministero della pubblica istruzione e non di quello per la


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solidarietà sociale non mi ha affatto soddisfatto. Un elenco notarile di carenze, ma che sono carenze strutturali e quindi non sono provocate dai fatti; casomai, è una chiamata in correità per quanto avrebbe dovuto essere fatto prima e non invece presentato come lista acritica e un po' acefala di quello che sta accedendo. Non serve! La scuola non è questa: se la scuola è questa, crea le precondizioni perché certi fatti avvengano. Se questo fatto viene considerato come un inizio, non ci sto. Tutta la situazione italiana, a macchia di leopardo, esprime carenze enormi da questo punto di vista.
Quindi, non vedo cosa c'entrava la fotografia dell'esistente; casomai sarebbe stato necessario un film su quello che si doveva fare e che non è stato fatto e che non mi sembra si abbia intenzione di fare.
Detto questo, a me sembra - e ciò mi duole particolarmente - che si stia realizzando (mi riferisco con ciò ad alcune domande che ci ponemmo in un'audizione alla quale erano presenti sia la collega Nardini che la collega Valpiana) un'alleanza sempre più forte tra delinquenza organizzata e sfruttamento dei minori a livello nazionale ed internazionale. Questa c'è sempre stata (penso per esempio allo sfruttamento del lavoro minorile che tuttora esiste), ma oggi è maggiore; si pensi allo sfruttamento sessuale a livello internazionale, a quello delle adozioni illegali e a quello - perché no! - del trapianto di organi che esiste a livello internazionale. Purtroppo, e questo è un punto che non posso non dire, quando fui io ad esporre queste cose si creò uno scandalo ed una opposizione indecente. Oggi si grida «al lupo, al lupo!», ma queste cose sono state dette anni fa; poiché però a dirle era qualcuno che rappresentava «un» Governo, sembrava che si parlasse di fantasmi metropolitani. Questo fu detto e scritto anche in quest'aula. Oggi queste stesse cose sono buone e giuste da dire. Ciò non è corretto!
La rappresentanza del Governo che va a Torre Annunziata è un fatto corretto e viene visto come un valore, ma quand'era il sottoscritto che andava (e continua a farlo) in certi luoghi (la rappresentanza, quando non diventa una specie di processione ma è attiva, è corretta) dicevano che Guidi, o chi per lui, era malato di protagonismo. Credo quindi che vi sia un doppio «pesismo» su certe realtà che non dobbiamo accettare.
Concludo soffermandomi su un punto importante ma, lo ripeto, la discussione avverrà soprattutto oggi pomeriggio. Intanto quella di Torre Annunziata non è l'unica realtà (e purtroppo lo sappiamo), però essa può diventare, se non viene sovraesposta, un motivo per cominciare ad agire su un punto. Si parte anche da Torre Annunziata, non facendo chiaramente di essa un simbolo in negativo, ma un punto da cui prendere le mosse per avviare un'azione più concreta.
Debbo concludere però che se il buongiorno si vede dal mattino, non sono molto sereno su quanto accadrà oggi pomeriggio. Ho sentito un presidente di Commissione, con la quale abbiamo sempre lavorato (e il ministro lo sa e lo stesso presidente lo ha ammesso) in perfetta collaborazione - certo, ognuno con sue culture, non politiche ma personali (ne ho anch'io una, purtroppo antica, che vorrei fosse più giovane) - dire che esiste una cultura già forte in una parte politica mentre è assente in altre Ebbene, se ciò viene detto da un singolo parlamentare, lo prendo come un giusto anche se non apprezzabile gioco politico, ma quando ciò proviene da un presidente di Commissione allora mi indigno perché credo che la sensibilità non sui minori ma sull'adulto ed il minore, perché non si può scindere l'uno dall'altro, non sia di una parte politica o di un'altra (lo diceva prima l'onorevole Valpiana), ma di singoli parlamentari appartenenti a tutti i gruppi. Fare contrapposizione culturale, dicendo che c'è una parte degna ed un'altra composta da bruti, credo che introietti quella violenza che si ripercuote pure nell'intolleranza dei bambini per i quali oggi piangiamo (Applausi dei deputati del gruppo di forza Italia).

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PRESIDENTE. L'onorevole Di Nardo ha facoltà di replicare per la sua interrogazione n.3-01310.

ANIELLO DI NARDO. Signor Presidente, mentre mi ritengo soddisfatto della risposta del ministro, sono insoddisfatto di quanto ha affermato il sottosegretario alla pubblica istruzione. Sono quasi allibito, sconcertato, mortificato. Voglio chiarire con il ministro le questioni attinenti alla nostra richiesta di istituire una Commissione d'inchiesta, che non deve essere considerata uno strumento di verifica della correttezza delle indagini in corso o dell'operato delle forze dell'ordine. Noi chiediamo l'istituzione di una Commissione d'inchiesta perché riteniamo che, per quanto attiene a vicende del genere, il Parlamento debba dare risposte immediate ai cittadini.
Oggi i cittadini hanno già perso la loro fiducia nei confronti delle istituzioni, del Parlamento e dei politici. Essi si pongono una grave domanda ed attendono una risposta seria. Sono padre di due bambini di dieci anni e chiedo, a nome di coloro che si trovano nella medesima situazione, dal momento che affidiamo i nostri figli all'istituzione scolastica, di ricevere adeguate garanzie da parte delle istituzioni circa il trattamento che riceveranno i nostri figli. Vogliamo che essi siano sorvegliati e trattati bene.
Mi dispiace che per il Ministero della pubblica istruzione non sia successo niente a Torre Annunziata, perché questa è la risposta che ci è stata data al di là di una mera fotografia dell'accaduto che ci si poteva anche risparmiare di fare. Così si voglio far passare i fatti di Torre Annunziata!
Quando la vicenda è stata resa nota, il Ministero della pubblica istruzione ha mandato in zona una commissione, ma prima, quando fatti del genere erano già stati denunciati, e si trattava del lontano 1994, che cosa ha fatto il Ministero della pubblica istruzione? Cosa si devono domandare i cittadini italiani? A chi affidiamo i nostri figli? Non si può dire che non è successo niente e che anzi dobbiamo rimandare a scuola i nostri bambini, tenendoveli fino a tarda sera, rimanendo tranquilli nella convinzione di averli affidati ad una istituzione che li controlla e li educa. Al di là della cultura e al di là della civiltà, noi vogliamo essere garantiti. I cittadini devono avere delle risposte immediate. Si deve accertare se ci sono dei colpevoli, se ci sono state delle omissioni e dei silenzi da parte di chi doveva parlare. Si deve sapere se c'è stata omertà da parte degli insegnanti e del corpo non docente. È quanto vogliamo sapere.
Questa mattina si è dibattuto delle interpellanze e delle interrogazioni, ma la vera discussione si aprirà questo pomeriggio quando verrà esaminato il disegno di legge in materia. Il collega Del Barone e la collega Valpiana hanno ricordato in precedenza che noi avremmo voluto dare uno spessore diverso alla vicenda perché, lo ripeto, aspettiamo delle risposte. Pertanto non possiamo accettare una risposta del Ministero della pubblica istruzione che sostanzialmente significa che non è successo niente. È successa una cosa grave e tutto il Parlamento ha il dovere di accertare la verità dei fatti, al fine - lo ripeto - di ridare fiducia ai cittadini, quella fiducia che essi hanno già perso, come dicevo in precedenza.
È questo il tipo di risposta che ci saremmo attesi questa mattina. È questa la domanda che avevamo rivolto e per la quale avremmo voluto ricevere una risposta seria, non una mera fotografia della situazione della scuola di Torre Annunziata. È una scuola che conosco bene; è una scuola che si trova in un quartiere malfamato, degradato, afflitto dalla miseria, dai gravi problemi della gente che vi vive. Ma non possiamo confondere tali questioni con l'omissione di vigilanza da parte delle istituzioni. Sono cose che non possono essere confuse, come ha detto il sindaco di Torre Annunziata. Non si può dire che, dal momento che c'è la disoccupazione, c'è anche la pedofilia. Immaginate che cosa accadrebbe in Italia, considerato


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il livello attuale di disoccupazione. Pensate quanti pedofili ci dovrebbero essere!
Non si può ridurre a tale dimensione il problema, perché si tratta di una vicenda agghiacciante, che fa rabbrividire in particolare chi ha figli in età scolare.
Vogliamo quindi che il Governo dia una risposta immediata ai cittadini, ai tanti genitori che chiedono di essere tranquilli quando affidano i loro figli ad una istituzione che dovrebbe sorvegliarli oltre che educarli (Applausi dei deputati dei gruppi di forza Italia e di alleanza nazionale).

PRESIDENTE. L'onorevole Cè ha facoltà di replicare per la sua interrogazione n.3-01312.

ALESSANDRO CÈ. Mi ritengo parzialmente soddisfatto dalle risposte fornite in particolare dal ministro Turco, un po' meno da quelle del sottosegretario per la pubblica istruzione. La mia parziale soddisfazione è legata in misura maggiore ai fatti concreti che il Parlamento porta avanti con la partecipazione di tutte le forze politiche, non solo di quelle che sostengono il Governo. È questo l'aspetto positivo che intendo sottolineare.
Non condivido le affermazioni del ministro secondo cui la pedofilia è innanzitutto una patologia del rapporto genitori-figli.

LIVIA TURCO, Ministro per la solidarietà sociale. Adulti-bambini!

ALESSANDRO CÈ. Deve chiarire questo concetto. Io penso che la pedofilia sia soprattutto una perversione, va detto apertamente, usando i termini esatti: è una perversione. Vi sono poi altre perversioni, alcune più comprensibili ma tutte fondamentalmente legate alla mancanza di valori nella società, non assolutamente ad una situazione economica disagevole, come ci vuol far credere l'onorevole Jervolino. È una interpretazione sbagliata; è inconcepibile pensare che una società povera sia perversa, è assurdo! Le società povere sono sempre state più sane delle altre; semmai una società povera dà spazio al commercio della pornografia. Comunque quest'ultimo è solo una parte dell'argomento di cui ci stiamo occupando, non è il discorso sulla pedofilia in generale.
Questa mattina, peraltro, avrei voluto sentire parlare della pedofilia in generale e invece, specie nell'esordio dei colleghi Nappi e Jervolino, ho sentito interventi sui problemi della pedofilia o del disagio minorile a Torre Annunziata, che avrebbero dovuto essere solo il punto di partenza del dibattito. Tra l'altro ho ascoltato il ministro promettere agli onorevoli Nappi e Jervolino che verrà posto in essere un intervento ad hoc su Torre Annunziata, come se il problema della pedofilia potesse ridursi al territorio di Torre Annunziata, come se quanto avviene in Belgio, in Francia e in tutto il paese non sia importante! Se è una malattia, va studiata ed affrontata. La pedofilia è legata a varie patologie, una delle quali è quella del «dio denaro», che porta a trattare i bimbi come schiavi e a fare commercio di pornografia. La seconda patologia è legata all'individuo. Vi ricordate di Luigi Chiatti? Non era un «terrorista del sesso», era un ragazzo che non sapeva comunicare ed era arrivato a quello che viene considerato il primo stadio della pedofilia per poi passare a quello successivo, cioè l'omicidio. Anche questo discorso, al quale non è stato fatto il minimo cenno, è legato all'utilizzo assolutamente spregiudicato della pornografia, al fatto che nella nostra società non esiste più il senso del limite, anzi c'è una irresponsabilità diffusa.
Ricordo un'intervista televisiva davvero scioccante di un condannato a morte negli Stati Uniti il quale, il giorno prima di essere giustiziato, ammoniva di fare attenzione alla pornografia che distrugge gli individui, portandoli attraverso livelli successivi al soddisfacimento di sempre nuove emozioni. Per riempire il nulla esistenziale queste persone cercano sempre nuove emozioni, compreso l'omicidio


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di bambini che viene filmato nelle videocassette. È dunque fondamentale ripristinare il senso del limite.
Vi sono altre forme di pedofilia molto diffuse, una specie di schiavitù interna all'ambito familiare o parafamiliare, indice di un mancato affrancamento (in questo ha ragione la collega Valpiana che si batte con forza a favore dell'emancipazione del sesso femminile). C'è ancora una forma di possesso del bambino da parte del genitore, specie da parte del genitore maschio rispetto alle bambine. È allora fondamentale intervenire avendo ben chiari questi punti di riferimento.
Concludendo, c'è un'altra cosa detta dal ministro Turco che mi ha scioccato e cioè che la prima indagine è stata chiusa dopo una segnalazione in base alla quale sarebbe risultato che il bambino era affetto da schizofrenia. Sono allibito di fronte al pensiero che un bambino possa essere schizofrenico. Si tratta di forme facilmente identificabili e nell'età infantile si parla piuttosto di autismo, perché la schizofrenia è tipica di un altro periodo della vita. Che si possa chiudere un'indagine su un dato di questo tipo è veramente vergognoso (Applausi)!

PRESIDENTE. L'onorevole Malavenda ha facoltà di replicare per la sua interrogazione n.3-01313.

MARA MALAVENDA. Signor Presidente, sono decisamente insoddisfatta dell'elenco di buone intenzioni fornito dal ministro e dei dati comunicati dal sottosegretario. Praticamente, non viene data nessuna risposta ai mali di un territorio profondamente degradato.
Torre Annunziata è una delle punte di un iceberg molto grande, che affonda le sue radici nella deindustrializzazione. Fabbriche come la Deriver e la Dalmine hanno svolto un ruolo in quella zona. Oggi è risaputo che avvenimenti come quelli che si sono verificati a Torre Annunziata attecchiscono proprio là dove alla cultura del lavoro produttivo si sostituisce quella dei servizi, come in questo territorio è accaduto.
Possiamo oggi accontentarci dell'elenco delle cose che non hanno funzionato nella scuola? Mi pare che i fatti siano noti a tutti, e non da oggi: scuola come luogo aperto ai teppisti, e non solo a Torre Annunziata; bimbi stuprati; maestre che oggi si indignano ma che non si sono neanche accorte dell'assenza dei bambini o che addirittura li hanno puniti quando tornavano in classe. Praticamente, una scuola aperta al degrado e tra le cui mura entra la politica del malaffare, la droga, mali radicati sul territorio.
Le risposte dovrebbero essere altre, cioè quale ruolo abbiano svolte le famose équipe socio-pedagogiche, citando le quali tutti si lavano la bocca, e le assistenti sociali, che dovrebbero essere impegnate alla ricostruzione di un tessuto sociale devastato; quale ruolo abbia svolto il medico scolastico. Dunque, una scuola disattenta, una scuola che invece dovrebbe puntare soprattutto alla riqualificazione del personale.
Signor ministro, come risponde alla richiesta di intervento urgente che le problematiche minorili richiedono? Si è interrogato su quanti bimbi evadano dalla scuola dell'obbligo? Anche questa è una violenza, magari perché ciò avviene contro la loro volontà. Il ministro ha visitato gli istituti stracolmi di bambini? Sa quanto tempo impiega il tribunale dei minori per emanare un provvedimento?
Questi ed altri sono i mali che tutti conosciamo ed ai quali non si dà risposta. Oggi, in questa sede, voglio però evidenziare altri mali di un altro pezzo di territorio della Campania che ha subito lo stesso degrado: Bagnoli. Si parla molto di questa zona, di come spartire i soldi, se farci il porto turistico o altro. Ma sappiamo quali sono i mali profondi che anche qui nell'ultimo decennio, a seguito della chiusura dell'Italsider, stanno subendo i cittadini? Lo studio di un centro sanitario che opera nella zona evidenzia in percentuale, tra i cittadini residenti a Bagnoli (26.750) e quelli di Fuorigrotta (86.563), come nell'ultimo decennio sia peggiorato il disagio mentale: a fronte di una percentuale a Fuorigrotta, nel 1985,


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dello 0,25 per cento, a Bagnoli siamo allo 0,93. Nel 1990 si è registrata una percentuale dello 0,16 per cento a Fuorigrotta e dello 0,86 a Bagnoli!
Eppure vi sono progetti validi nei cassetti relativi al potenziamento di certi servizi. Che cosa aspettiamo? Che esploda il «bubbone» per poi sentirci richiamare l'elenco della «lavandaia» su tutto ciò che non ha funzionato? L'unica struttura operaia territoriale esistente a Bagnoli, che è quella del circolo Italsider, che da sempre ha aperto le porte al territorio e nella quale siamo cresciuti, oggi viene chiusa: per passare a che cosa? Alla speculazione dei privati?
Ministro, a Bagnoli i bambini giocano nell'amianto che sta venendo fuori dallo smantellamento della fabbrica e si tuffano nell'acqua sporca e nei liquami. Tutto ciò mentre si fa a gara a chi si dovrà accaparrare quella costa. In quelle zone non vi è neanche una fontanella per bere o per sciacquarsi!
Credo che prima di pensare ad una legge o alla creazione di altri organismi di «supercontrollo» si potrebbero applicare le leggi in vigore. Non credo, peraltro, che i carabinieri alle porte delle scuole possano risolvere il problema. Nel caso di specie si tratta di avere semplicemente un minimo di buon senso.
Signor ministro, smettiamola quindi con lo scandalismo e facciamo più fatti!

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze e delle interrogazioni sui recenti episodi di pedofilia verificatisi a Torre Annunziata.
Sospendo la seduta fino alle 15.

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