Seduta n. 44 del 31/7/1996

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...

La seduta, sospesa alle 20,20, è ripresa alle 20,30.

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Indìco la votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione n.1857, nel testo della Commissione, identico a quello


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approvato dal Senato, sulla cui approvazione senza emendamenti ed articoli aggiuntivi il Governo ha posto la questione di fiducia.
Ricordo di aver già proceduto all'estrazione a sorte del nome del deputato dal quale comincerà la chiama, che comincerà dall'onorevole Matacena.
Avverto che alcuni deputati sono stati autorizzati a votare per primi.
Si faccia la chiama.

MARIO TASSONE, Segretario, fa la chiama.
(Segue la chiama).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LORENZO ACQUARONE (ore 20,40)

(Segue la chiama).

PRESIDENTE. Onorevole Michielon, a questo punto lei voterà dopo, perché non può stare lassù fra i banchi quando è il suo turno di votazione!
(Segue la chiama).

PRESIDENTE. Per accelerare il corso della votazione, gli onorevoli deputati sono invitati ad avvicinarsi al banco della Presidenza.
Onorevoli colleghi, la Presidenza consentirà ad ogni singolo deputato una ventina di secondi, non di più, per esprimere il proprio voto (Commenti dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania).
I deputati che, chiamati, non si presenteranno, saranno considerati assenti (Proteste dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania).
Prego di procedere alla seconda chiama.
(La chiama riprende dal deputato Mattioli).

Una voce dai banchi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania: Venti secondi!

PRESIDENTE. Onorevole Molgora, la prego di sgomberare il corridoio per consentire agli altri colleghi di votare.
(Segue la chiama Il deputato segretario chiama il deputato Pagliarini Commenti dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania Il deputato Bampo cerca di trattenere il deputato Pagliarini che si accinge ad esprimere il proprio voto).

MARIO TASSONE, Segretario. Bampo, non si può fare in questa maniera! Non è possibile!

PRESIDENTE. Onorevole Bampo, la richiamo all'ordine per la prima volta; alla seconda sarà espulso dall'aula (Proteste dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania Vive proteste del deputato Bampo). Onorevole Bampo, la richiamo all'ordine per la seconda volta. È il secondo richiamo: la escludo dall'aula.
Invito i deputati questori a provvedere perché sia data esecuzione a questa disposizione. L'onorevole Bampo è escluso dall'aula (Proteste dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania)!
L'onorevole Bampo ha impedito all'onorevole Pagliarini di votare!
Onorevole Pagliarini: la prego di votare. Rinnovo ai deputati questori l'invito a provvedere all'esecuzione del provvedimento (Dai banchi del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania si grida: "Secessione! Secessione!").
Una voce dai banchi del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania: Bampo in galera...!
(Segue la chiama).

Onorevole Pagliarini, lei ha già votato, quindi la prego di lasciare libero il passaggio (Il deputato Pagliarini indugia nel corridoio impedendo il transito dei deputati).
Onorevole Pagliarini, la prego di sgomberare, non si faccia richiamare all'ordine (Vive proteste dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania, numerosi fra i quali scendono nell'emiciclo


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e si avvicinano al banco della Presidenza, trattenuti dai commessi)!
Dispongo lo sgombero delle tribune (I commessi provvedono allo sgombero delle tribune).
(Segue la chiama).

Non posso sospendere la seduta in corso di votazione!
Si prosegua nella chiama degli onorevoli deputati (Proteste del deputato Roscia).

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LUCIANO VIOLANTE (ore 21,48)

Una voce: Chiedo di verificare il regolamento!

PRESIDENTE. Onorevole Bampo, lei è stato presidente di Commissione... (I deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania gridano: "Bampo! Bampo!").
Onorevole Giulietti!
Onorevoli colleghi! Questa goliardia è del tutto inutile!
Onorevole Bampo, lei è stato presidente di Commissione; ha rivestito un'importante carica istituzionale. La prego di tenere un comportamento coerente con la responsabilità che lei ha avuto in questo Parlamento (Applausi).
Proseguiamo nella chiama.

FIORENZO DALLA ROSA. Acquarone doveva essere buttato fuori! Acquarone, dimettiti! È una vergogna!

PRESIDENTE. Onorevole collega!
(Segue la chiama).

Onorevole Maroni, lei è stato ministro dell'interno, mi pare, no? È così (Applausi)?

ROBERTO MARONI. Signor Presidente, cosa sto facendo, mi dica? Non posso stare qui?
(Segue la chiama)

PRESIDENTE. Colleghi, mi sono consultato con il vicepresidente Acquarone e insieme abbiamo deciso di revocare l'espulsione del deputato Bampo. Chiedo però al collega di valutare l'opportunità di non votare per una mediazione fra le due posizioni.
Dichiaro chiusa la votazione ed invito gli onorevoli segretari a procedere al computo dei voti.
(I deputati segretari procedono al computo dei voti).

Il pubblico e la stampa sono riammessi nelle tribune.
Comunico il risultato della votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione n.1857, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato, sulla cui approvazione il Governo ha posto la questione di fiducia:

Presenti e votanti 603
Maggioranza 302
Hanno risposto j 319
Hanno risposto noj 284
(La Camera approva).

Si intendono pertanto respinti gli emendamenti e gli articoli aggiuntivi presentati (Applausi dei deputati dei gruppi della sinistra democratica-l'Ulivo, dei popolari e democratici-l'Ulivo, di rifondazione comunista-progressisti, misto e di rinnovamento italiano).

Hanno risposto "sì":
Abaterusso Ernesto
Abbate Michele
Acciarini Maria Chiara
Acquarone Lorenzo
Agostini Mauro
Albanese Argia Valeria
Albertini Giuseppe
Aloisio Francesco
Altea Angelo
Alveti Giuseppe
Andreatta Beniamino
Angelici Vittorio
Angelini Giordano


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Attili Antonio
Bandoli Fulvia
Barbieri Roberto
Bartolich Adria
Basso Marcello
Battaglia Augusto
Benvenuto Giorgio
Berlinguer Luigi
Bianchi Giovanni
Biasco Salvatore
Bicocchi Giuseppe
Bielli Valter
Bindi Rosy
Biricotti Anna Maria
Boato Marco
Boccia Antonio
Boghetta Ugo
Bogi Giorgio
Bolognesi Marida
Bonato Francesco
Bonito Francesco
Bordon Willer
Borrometi Antonio
Boselli Enrico
Bova Domenico
Bracco Fabrizio Felice
Brancati Aldo
Bressa Gianclaudio
Brugger Siegfried
Brunale Giovanni
Brunetti Mario
Bruno Eduardo
Buffo Gloria
Buglio Salvatore
Burlando Claudio
Caccavari Rocco
Calzolaio Valerio
Cambursano Renato
Camoirano Maura
Campatelli Vassili
Cananzi Raffaele
Cangemi Luca
Capitelli Piera
Cappella Michele
Carazzi Maria
Carboni Francesco
Carli Carlo
Carotti Pietro
Caruano Giovanni
Casinelli Cesidio
Castellani Giovanni
Caveri Luciano
Cennamo Aldo
Cento Pier Paolo
Ceremigna Enzo
Cerulli Irelli Vincenzo
Cesetti Fabrizio
Cherchi Salvatore
Chiamparino Sergio
Chiavacci Francesca
Chiusoli Franco
Ciani Fabio
Colombo Furio
Cordoni Elena Emma
Corleone Franco
Cossutta Armando
Cossutta Maura
Crema Giovanni
Crucianelli Famiano
Cutrufo Mauro
D'Alema Massimo
Dalla Chiesa Nando
Dameri Silvana
D'Amico Natale
Danieli Franco
De Benetti Lino
Debiasio Calimani Luisa
De Cesaris Walter
Dedoni Antonina
Delbono Emilio
Delfino Leone
De Mita Ciriaco
De Murtas Giovanni
De Piccoli Cesare
De Simone Alberta
Detomas Giuseppe
Di Bisceglie Antonio
Di Capua Fabio
Di Fonzo Giovanni
Diliberto Oliviero
Dini Lamberto
Di Rosa Roberto
Di Stasi Giovanni
Domenici Leonardo
Duca Eugenio
Duilio Lino
Evangelisti Fabio
Faggiano Cosimo
Fantozzi Augusto
Fassino Piero
Ferrari Francesco
Finocchiaro Fidelbo Anna
Fioroni Giuseppe
Folena Pietro


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Fredda Angelo
Frigato Gabriele
Fumagalli Marco
Fumagalli Sergio
Gaetani Rocco
Galdelli Primo
Galletti Paolo
Gambale Giuseppe
Gardiol Giorgio
Gasperoni Pietro
Gatto Mario
Gerardini Franco
Giacalone Salvatore
Giacco Luigi
Giannotti Vasco
Giardiello Michele
Giordano Francesco
Giulietti Giuseppe
Grignaffini Giovanna
Grimaldi Tullio
Guarino Andrea
Guerra Mauro
Guerzoni Roberto
Innocenti Renzo
Izzo Domenico
Izzo Francesca
Jannelli Eugenio
Jervolino Russo Rosa
Labate Grazia
Ladu Salvatore
Lamacchia Bonaventura
La Malfa Giorgio
Leccese Vito
Lenti Maria
Lento Federico Guglielmo
Leoni Carlo
Lombardi Giancarlo
Lorenzetti Maria Rita
Luca' Mimmo
Lucidi Marcella
Lumia Giuseppe
Maccanico Antonio
Maggi Rocco
Malagnino Ugo
Malentacchi Giorgio
Manca Paolo
Mancina Claudia
Mangiacavallo Antonino
Mantovani Ramon
Manzato Sergio
Manzini Paola
Mariani Paola
Marini Franco
Marongiu Gianni
Maselli Domenico
Masi Diego
Massa Luigi
Mastroluca Francesco
Mattarella Sergio
Mattioli Gianni Francesco
Mauro Massimo
Mazzocchin Gianantonio
Melandri Giovanna
Meloni Giovanni
Merlo Giorgio
Merloni Francesco
Michelangeli Mario
Migliavacca Maurizio
Molinari Giuseppe
Monaco Francesco
Montecchi Elena
Morgando Gianfranco
Moroni Rosanna
Mussi Fabio
Muzio Angelo
Nappi Gianfranco
Nardini Maria Celeste
Nardone Carmine
Nesi Nerio
Niedda Giuseppe
Novelli Diego
Occhetto Achille
Occhionero Luigi
Oliverio Gerardo Mario
Olivieri Luigi
Olivo Rosario
Orlando Federico
Ortolano Dario
Paissan Mauro
Palma Paolo
Panattoni Giorgio
Parrelli Ennio
Pasetto Giorgio
Pecoraro Scanio Alfonso
Penna Renzo
Pennacchi Laura Maria
Pepe Mario
Peruzza Paolo
Petrella Giuseppe
Petrini Pierluigi
Pezzoni Marco
Piccolo Salvatore
Pinza Roberto
Pisapia Giuliano


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Piscitello Rino
Pistelli Lapo
Pistone Gabriella
Pittella Giovanni
Polenta Paolo
Pompili Massimo
Pozza Tasca Elisa
Prestamburgo Mario
Procacci Annamaria
Prodi Romano
Rabbito Gaetano
Raffaelli Paolo
Raffaldini Franco
Ranieri Umberto
Rava Lino
Repetto Alessandro
Ricci Michele
Ricciotti Paolo
Risari Gianni
Riva Lamberto
Rivera Giovanni
Rizza Antonietta
Rizzo Marco
Rogna Sergio
Romano Carratelli Domenico
Rossi Edo
Rossiello Giuseppe
Rotundo Antonio
Ruberti Antonio
Rubino Paolo
Ruffino Elvio
Ruggeri Ruggero
Ruzzante Piero
Sabattini Sergio
Saia Antonio
Sales Isaia
Salvati Michele
Santoli Emiliana
Saonara Giovanni
Saraceni Luigi
Sbarbati Luciana
Scalia Massimo
Scantamburlo Dino
Schietroma Gian Franco
Schmid Sandro
Sciacca Roberto
Scozzari Giuseppe
Scrivani Osvaldo
Sedioli Sauro
Serafini Anna Maria
Servodio Giuseppina
Settimi Gino
Sica Vincenzo
Signorino Elsa
Siniscalchi Vincenzo
Sinisi Giannicola
Siola Uberto
Soave Sergio
Soda Antonio
Solaroli Bruno
Soriero Giuseppe
Soro Antonello
Spini Valdo
Stajano Ernesto
Stanisci Rosa
Stelluti Carlo
Strambi Alfredo
Susini Marco
Targetti Ferdinando
Tattarini Flavio
Testa Lucio
Trabattoni Sergio
Treu Tiziano
Tuccillo Domenico
Turci Lanfranco
Turco Livia
Turroni Sauro
Valetto Bitelli Maria Pia
Valpiana Tiziana
Vannoni Mauro
Veltri Elio
Veltroni Valter
Vendola Nichi
Veneto Armando
Veneto Gaetano
Vignali Adriano
Vigneri Adriana
Vigni Fabrizio
Villetti Roberto
Visco Vincenzo
Vita Vincenzo Maria
Voglino Vittorio
Volpini Domenico
Vozza Salvatore
Widmann Johann Georg
Zagatti Alfredo
Zani Mauro
Zeller Karl

Hanno risposto "no":
Acierno Alberto
Alboni Roberto
Alborghetti Diego
Aleffi Giuseppe


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Alemanno Giovanni
Aloi Fortunato
Amato Giuseppe
Amoruso Francesco Maria
Anedda Gian Franco
Angeloni Vincenzo Berardino
Anghinoni Uber
Apolloni Daniele
Aprea Valentina
Aracu Sabatino
Armani Pietro
Armaroli Paolo
Armosino Maria Teresa
Baccini Mario
Baiamonte Giacomo
Ballaman Edouard
Balocchi Maurizio
Barral Mario Lucio
Bastianoni Stefano
Becchetti Paolo
Benedetti Valentini Domenico
Bergamo Alessandro
Berlusconi Silvio
Berruti Massimo Maria
Berselli Filippo
Bertucci Maurizio
Bianchi Clerici Giovanna
Bianchi Vincenzo
Biondi Alfredo
Bocchino Italo
Bonaiuti Paolo
Bono Nicola
Borghezio Mario
Bosco Rinaldo
Bruno Donato
Buontempo Teodoro
Burani Procaccini Maria
Butti Alessio
Buttiglione Rocco
Calderisi Giuseppe
Calderoli Roberto
Calzavara Fabio
Caparini Davide
Cardiello Franco
Cardinale Salvatore
Carlesi Nicola
Carrara Carmelo
Carrara Nuccio
Caruso Enzo
Cascio Francesco
Casini Pier Ferdinando
Cavaliere Enrico
Cavanna Scirea Mariella
Ce' Alessandro
Cesaro Luigi
Chiappori Giacomo
Chincarini Umberto
Ciapusci Elena
Cicu Salvatore
Cimadoro Gabriele
Cola Sergio
Colombini Edro
Colombo Paolo
Colonna Luigi
Colucci Gaetano
Comino Domenico
Conte Gianfranco
Contento Manlio
Conti Giulio
Copercini Pierluigi
Cosentino Nicola
Costa Raffaele
Covre Giuseppe
Crimi Rocco
Cuccu Paolo
Cuscunà Nicolò Antonio
D'Alia Salvatore
Dalla Rosa Fiorenzo
Danese Luca
De Franciscis Ferdinando
de Ghislanzoni Cardoli Giacomo
Del Barone Giuseppe
Delfino Teresio
Dell'Elce Giovanni
Delmastro Delle Vedove Sandro
De Luca Anna Maria
Deodato Giovanni Giulio
Di Comite Francesco
Di Luca Alberto
Di Nardo Aniello
D'Ippolito Ida
Divella Giovanni
Dozzo Gianpaolo
Dussin Guido
Dussin Luciano
Fabris Mauro
Faustinelli Roberto
Fei Sandra
Filocamo Giovanni
Fini Gianfranco
Fino Francesco
Floresta Ilario
Follini Marco
Fongaro Carlo


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Fontan Rolando
Fontanini Pietro
Formenti Francesco
Foti Tommaso
Fragalà Vincenzo
Franz Daniele
Fratta Pasini Pieralfonso
Frattini Franco
Frau Aventino
Frigerio Carlo
Fronzuti Giuseppe
Gagliardi Alberto
Galati Giuseppe
Galeazzi Alessandro
Garra Giacomo
Gasparri Maurizio
Gastaldi Luigi
Gazzara Antonino
Gazzilli Mario
Giannattasio Pietro
Giorgetti Alberto
Giorgetti Giancarlo
Giovanardi Carlo
Giovine Umberto
Gissi Andrea
Giudice Gaspare
Giuliano Pasquale
Gnaga Simone
Gramazio Domenico
Grillo Massimo
Grugnetti Roberto
Guidi Antonio
Iacobellis Ermanno
Landi di Chiavenna Giampaolo
Landolfi Mario
La Russa Ignazio
Lavagnini Roberto
Lembo Alberto
Leone Antonio
Li Calzi Marianna
Liotta Silvio
Lo Jucco Domenico
Lo Porto Guido
Lo Presti Antonino
Lorusso Antonio
Losurdo Stefano
Lucchese Francesco Paolo
Maiolo Tiziana
Malavenda Mara
Malgieri Gennaro
Mammola Paolo
Mancuso Filippo
Mantovano Alfredo
Manzione Roberto
Manzoni Valentino
Marengo Lucio
Marinacci Nicandro
Marino Giovanni
Maroni Roberto
Marotta Raffaele
Marras Giovanni
Martinat Ugo
Martinelli Piergiorgio
Martini Luigi
Martino Antonio
Martusciello Antonio
Marzano Antonio
Masiero Mario
Massidda Piergiorgio
Mastella Mario Clemente
Matacena Amedeo
Matranga Cristina
Mazzocchi Antonio
Melograni Piero
Menia Roberto
Messa Vittorio
Miccichè Gianfranco
Michelini Alberto
Michielon Mauro
Miraglia Del Giudice Nicola
Misuraca Filippo
Mitolo Pietro
Molgora Daniele
Morselli Stefano
Mussolini Alessandra
Nan Enrico
Nania Domenico
Napoli Angela
Negri Luigi
Neri Sebastiano
Niccolini Gualberto
Ostillio Massimo
Pace Carlo
Pace Giovanni
Pagano Santino
Pagliarini Giancarlo
Pagliuzzi Gabriele
Palmizio Elio Massimo
Pampo Fedele
Panetta Giovanni
Paolone Benito
Parenti Tiziana
Paroli Adriano
Parolo Ugo


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Pasetto Nicola
Pepe Antonio
Peretti Ettore
Pezzoli Mario
Pilo Giovanni
Pirovano Ettore
Pisanu Beppe
Pittino Domenico
Pivetti Irene
Poli Bortone Adriana
Porcu Carmelo
Possa Guido
Prestigiacomo Stefania
Previti Cesare
Proietti Livio
Radice Roberto Maria
Rallo Michele
Rebuffa Giorgio
Riccio Eugenio
Rivelli Nicola
Rizzi Cesare
Rodeghiero Flavio
Romani Paolo
Roscia Daniele
Rossetto Giuseppe
Rossi Oreste
Rosso Roberto
Rubino Alessandro
Russo Paolo
Santandrea Daniela
Santori Angelo
Sanza Angelo
Saponara Michele
Saraca Gianfranco
Savarese Enzo
Savelli Giulio
Scajola Claudio
Scaltritti Gianluigi
Scarpa Bonazza Buora Paolo
Scoca Maretta
Selva Gustavo
Serra Achille
Sgarbi Vittorio
Signorini Stefano
Simeone Alberto
Sospiri Nino
Stagno d'Alcontres Francesco
Stefani Stefano
Storace Francesco
Stradella Francesco
Stucchi Giacomo
Taborelli Mario Alberto
Taradash Marco
Tarditi Vittorio
Tassone Mario
Tatarella Giuseppe
Terzi Silvestro
Tortoli Roberto
Tosolini Renzo
Trantino Enzo
Tremaglia Mirko
Tremonti Giulio
Urso Adolfo
Valducci Mario
Valensise Raffaele
Vascon Luigino
Viale Eugenio
Vitali Luigi
Vito Elio
Volontè Luca
Zaccheo Vincenzo
Zacchera Marco

PRESIDENTE. Sono stati presentati gli ordini del giorno Bampo n.9/1857/1, Olivieri ed altri n.9/1857/2, Tattarini ed altri n.9/1857/3, Di Fonzo ed altri n.9/1857/4, Valpiana ed altri n.9/1857/5, Saia ed altri n.9/1857/6, Lucà ed altri n.9/1857/7, Carazzi e Michelangeli n.9/1857/8, Galdelli n.9/1857/9, Pistone e Bonato n.9/1857/10, Ortolano ed Edo Rossi n.9/1857/11, Moroni n.9/1857/12, Frigato ed altri n.9/1857/13, Chincarini ed altri n.9/1857/14, Giannotti ed altri n.9/1857/15, Volontè ed altri n.9/1857/16, Teresio Delfino ed altri n.9/1857/17, Bastianoni ed altri n.9/1857/18, Marinacci ed altri n.9/1857/19, Peretti ed altri n.9/1857/20, Lucchese ed altri n.9/1857/21, Rizza ed altri n.9/1857/22, De Murtas e Lenti n.9/1857/23, Schmid ed altri n.9/1857/24, Pagliarini n.9/1857/25, Ferrari ed altri n.9/1857/26, Bergamo n.9/1857/27, Dalla Rosa e Michielon n.9/1857/28, Covre ed altri n.9/1857/29, Faustinelli e Alborghetti n.9/1857/30, Oreste Rossi n.9/1857/31, Formenti n.9/1857/32, Barral e Comino n.9/1857/33, Molgora n.9/1857/34, Signorini n.9/1857/35, Cavaliere n.9/1857/36, Ciapusci n.9/1857/37, Fontanini n.9/1857/38, Calderoli n.9/1857/39, Frosio Roncalli e Molgora n.9/1857/40, Alborghetti n.9/1857/41, Gnaga n.9/1857/


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42, Grugnetti n.9/1857/43, Rodeghiero n.9/1857/44, Bianchi Clerici n.9/1857/45, Ce' n.9/1857/46, Ballaman n.9/185747, Borghezio n.9/1857/48, Comino n.9/1857/49, Bosco n.9/1857/50, Fontan n.9/1857/51, Vascon n.9/1857/52, Stucchi ed altri n.9/1857/53, Dozzo n.9/1857/54, Guido Dussin n.9/1857/55, Copercini n.9/1857/56, Lembo n.9/1857/57, Michielon n.9/1857/58, Giancarlo Giorgetti n.9/1857/59, Roscia n.9/1857/60, Scalia ed altri n.9/1857/61, Boato ed altri n.9/1857/62, Procacci ed altri n.9/1857/63, Brunetti e Giordano n.9/1857/64, Di Stasi ed altri n.9/1857/65, Pittino n.9/1857/66, Chiamparino ed altri n.9/1857/67, Panetta ed altri n.9/1857/68, Caccavari ed altri n.9/1857/69, Tassone n.9/1857/70, Costa ed altri n.9/1857/71, D'Amico n.9/1857/72, Agostini ed altri n.9/1857/73 e de Ghislanzoni Cardoli ed altri n.9/1857/74 (vedi l'allegato A).
Avverto che, a norma dell'articolo 88, comma 2, del regolamento, a seguito dell'esito favorevole della votazione di fiducia, sono preclusi, in quanto riproducono il contenuto di emendamenti respinti, i seguenti ordini del giorno:
Tattarini ed altri n.9/1857/3; Di Fonzo ed altri n.9/1857/4; Chincarini ed altri n.9/1857/14 e Ferrari ed altri n.9/1857/26 con riferimento all'emendamento Teresio Delfino 3.104 in materia di riduzione di stanziamenti alla Cassa sociale consorzi produttori;
Covre ed altri n.9/1857/29 con riferimento all'articolo aggiuntivo Pagliarini 6.02 in materia di liste di mobilità dei dipendenti pubblici;
Grugnetti n.9/1857/43, con riferimento all'emendamento Giancarlo Giorgetti 3.155 in tema di mutui erogati dalla cassa depositi e prestiti;
Ballaman n.9/1857/47, con riferimento all'emendamento Pagliarini 10.8 in tema di imposizione sul gas metano;
Di Stasi ed altri n.9/1857/65 e de Ghislanzoni Cardoli ed altri n.9/1857/74 in tema di finanziamenti per il settore della bieticoltura, con riferimento all'emendamento Cicu 3.95.

Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi degli articoli 88 e 89 del regolamento, in quanto recanti materia estranea e comunque non riferibili al contenuto specifico del decreto-legge, i seguenti ordini del giorno:
Olivieri ed altri n.9/1857/2, Frigato ed altri n.9/1857/13 e Fontan n.9/1857/51 in tema di emissione di obbligazioni da parte di istituti di credito di piccole dimensioni;
Peretti ed altri n.9/1857/20 in tema di IVA sui bovini vivi;
Calderoli n.9/1857/39 che prevede lo svolgimento di indagini governative sugli scandali concernenti il settore sanitario;
Frosio Roncalli e Molgora n.9/1857/40 in tema di regime fiscale delle plusvalenze;
Gnaga n.9/1857/42, Rodeghiero n.9/1857/44 e Bianchi Clerici n.9/1857/45 in tema di aggiornamento professionale dei docenti della scuola;
Dozzo n.9/1857/54 in tema di trattamento fiscale delle associazioni di volontariato;
Lembo n.9/1857/57 in tema di gabbie salariali;
Giancarlo Giorgetti n.9/1857/59 in tema di attuazione di deleghe sul trasferimento di competenze a enti locali;
Tassone n.9/1857/70 in tema di finanziamenti per infrastrutture nel Mezzogiorno;
Bampo n.9/1857/1 in tema di esenzione degli esercizi commerciali dalle imposte locali;
Caccavari ed altri n.9/1857/69 in tema di politiche generali in materia di invalidità;
Pagliarini n.9/1857/25 e Michielon n.9/1857/58 in tema di risorse finanziarie a disposizione dei sindacati;
Oreste Rossi n.9/1857/31 in tema di disciplina ordinamentale della protezione civile;


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Procacci ed altri n.9/1857/63 in tema di finanziamenti della legge-quadro sul randagismo;
Dalla Rosa e Michielon n.9/1857/28 in tema di finanziamento del sistema idroviario padano-veneto;
Formenti n.9/1857/32 in tema di finanziamenti per l'ANAS;
Barral e Comino n.9/1857/33, Chiamparino ed altri n.9/1857/67, Panetta ed altri n.9/1857/68 e Costa ed altri n.9/1857/71 in tema di finanziamenti per il completamento dell'autostrada Torino-Savona.

Avverto infine che l'ordine del giorno D'Amico n. 9/1857/72 è stato ritirato dal presentatore.
Qual è il parere del Governo sugli ordini del giorno presentati?

FILIPPO CAVAZZUTI, Sottosegretario di Stato per il tesoro.
Il Governo accoglie l'ordine del giorno Valpiana ed altri n.9/1857/5 come raccomandazione, mentre per quanto riguarda l'ordine del giorno Saia ed altri n.9/1857/6 il Governo lo accoglie a condizione che sia eliminato l'ultimo capoverso della parte dispositiva.
Il Governo accoglie l'ordine del giorno Lucà ed altri n.9/1857/7 a condizione che nel primo capoverso della parte dispositiva siano soppresse le parole da: "previa costituzione" a: "risorse finanziarie".
Il Governo accoglie gli ordini del giorno Carazzi e Michelangeli n.9/1857/8, e Galdelli n.9/1857/9, Pistone e Bonato n.9/1857/10. Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Ortolano ed Edo Rossi n.9/1857/11 e Moroni n.9/1857/12.
Il Governo accoglie altresì l'ordine del giorno Giannotti n.9/1857/15 come riformulato, anche se in questo momento non dispongo del nuovo testo. Il Governo lo accoglie a condizione che alla lettera c), la parte che prevede "l'Osservatorio prezzi già istituito presso il Ministero dell'industria", venga sostituita nel seguente modo: "Osservatorio prezzi istituito presso il CIPE al Ministero del bilancio e della programmazione economica". Ciò è necessario dal momento che i proponenti dell'ordine del giorno non hanno tenuto conto della delibera CIPE del 12 luglio.

PRESIDENTE. Si tratta quindi di una correzione formale.

FILIPPO CAVAZZUTI, Sottosegretario di Stato per il tesoro. Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Volonté ed altri n.9/1857/16; accetta come raccomandazione l'ordine del giorno Teresio Delfino ed altri n.9/1857/17. Esprime parere contrario sull'ordine giorno Bastianoni ed altri n.9/1857/18; accetta come raccomandazione l'ordine del giorno Marinacci ed altri n.9/1857/19; esprime parere contrario sull'ordine giorno Lucchese ed altri n.9/1857/21; accoglie l'ordine del giorno Rizza ed altri n.9/1857/22; accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno De Murtas e Lenti n.9/1857/23.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno Schmid ed altri n.9/1857/24 il Governo ritiene che esso dovrebbe essere "assorbito" da uno precedente, quello concernente i patronati, che è stato accolto a condizione che fosse tolto il riferimento alla Commissione...

PRESIDENTE. Chiedo scusa, ma per gli ordini del giorno non c'è il meccanismo dell'assorbimento.

FILIPPO CAVAZZUTI. Sottosegretario di Stato per il tesoro. Chiedo scusa, il mio era un vecchio ricordo del Senato!
Il Governo accoglie questo ordine del giorno a condizione che nel primo capoverso della parte dispositiva siano soppresse le parole da: "previa costituzione" a: "risorse finanziarie".
Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Bergamo n.9/1857/27 e Faustinelli e Alborghetti n.9/1857/30; accoglie l'ordine del giorno Molgora n.9/1857/34; esprime parere contrario sugli ordini del giorno Signorini n.9/1857/35 e Cavaliere n.9/1857/36.


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Accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Ciapusci n.9/1857/37 e Fontanini n.9/1857/38.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno Alborghetti n.9/1857/41, invito il presentatore a ritirarlo perché, con riferimento al dispositivo, faccio notare che la riapertura dei termini è già stata attuata con il decreto-legge n.390 (articolo 6, comma 8). Diversamente, il parere è contrario.
Esprime parere contrario sugli ordini del giorno Ce' n.9/1857/46 e Borghezio n.9/1857/48; accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Comino n.9/1857/49.
Esprime parere contrario sugli ordini del giorno Bosco n.9/1857/50, Vascon n.9/1857/52, Stucchi ed altri n.9/1857/53.
Il Governo accoglie l'ordine del giorno Guido Dussin n.9/1857/55; esprime parere contrario sugli ordini del giorno Copercini n.9/1857/56 e Roscia n.9/1857/60.
Il Governo accoglie gli ordini del giorno Scalia ed altri n.9/1857/61 e Boato ed altri n.9/1857/62.
Signor Presidente, per quanto riguarda l'ordine del giorno Brunetti e Giordano n.9/1857/64 il Governo accoglie il dispositivo ma non la parte motiva; esprime poi parere contrario sull'ordine del giorno Pittino n.9/1857/66.
Il Governo non accoglie l'ordine del giorno Agostini ed altri n.9/1857/73.

PRESIDENTE. Dopo le dichiarazioni del Governo, chiedo all'onorevole Valpiana se insista per la votazione del suo ordine del giorno n.9/1857/5.

TIZIANA VALPIANA. Non insisto, signor Presidente.

PRESIDENTE. Chiedo all'onorevole Saia se insista per la votazione del suo ordine del giorno n.9/1857/6 e se accetti la correzione proposta.

ANTONIO SAIA. Signor Presidente, non insisto per la votazione ed accetto la correzione, perché la questione viene riassorbita nella fiscalità generale.

PRESIDENTE. Chiedo all'onorevole Lucà se insista per la votazione del suo ordine del giorno n.9/1857/7.

MIMMO LUCÀ. Signor Presidente, vorrei rilevare che il testo di questo ordine del giorno è identico a quello già approvato dal Senato e sul quale il Governo non ha fatto alcuna osservazione.

PRESIDENTE. Onorevole sottosegretario, vuole aggiungere qualcosa?

FILIPPO CAVAZZUTI, Sottosegretario di Stato per il tesoro. Signor Presidente, confermo la mia contrarietà all'introduzione della Commissione mista, mentre accetto di buon grado la sollecitazione a rivedere la normativa sugli istituti di patronato.

PRESIDENTE. Onorevole Lucà?

MIMMO LUCÀ. Non insisto per la votazione, signor Presidente.

PRESIDENTE. Chiedo all'onorevole Carazzi se insista per la votazione del suo ordine del giorno n.9/1857/8.

MARIA CARAZZI. Non insisto, signor Presidente.

ROLANDO FONTAN. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Fontan, sto chiedendo ai presentatori se insistano per la votazione dei loro ordini del giorno. Quando arriverà il suo turno, parlerà.

ROLANDO FONTAN. Io chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Devo concludere questa fase procedurale, poi potrà intervenire sull'ordine dei lavori.
Chiedo all'onorevole Galdelli se insista per la votazione del suo ordine del giorno n.9/1857/9.

PRIMO GALDELLI. Non insisto, signor Presidente.


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PRESIDENTE. Chiedo all'onorevole Pistone se insista per la votazione del suo ordine del giorno n.9/1857/10.

GABRIELLA PISTONE. Non insisto, signor Presidente.

PRESIDENTE. Chiedo all'onorevole Ortolano se insista per la votazione del suo ordine del giorno n.9/1857/11.

DARIO ORTOLANO. Non insisto, signor Presidente.

PRESIDENTE. Chiedo all'onorevole Moroni se insista per la votazione del suo ordine del giorno n.9/1857/12.

ROSANNA MORONI. Non insisto, signor Presidente.

PRESIDENTE. Chiedo all'onorevole Giannotti se insista per la votazione del suo ordine del giorno n.9/1857/15, nel testo riformulato.

VASCO GIANNOTTI. Non insisto, signor Presidente.

PRESIDENTE. Chiedo all'onorevole Teresio Delfino se insista per la votazione dell'ordine del giorno Volonté n.9/1857/16, di cui è cofirmatario.

TERESIO DELFINO. Sì, signor Presidente, insisto.

PRESIDENTE. Chiedo all'onorevole Teresio Delfino se insista per la votazione del suo ordine del giorno n.9/1857/17.

TERESIO DELFINO. Sì, signor Presidente, insisto.

PRESIDENTE. Chiedo all'onorevole Bastianoni se insista per la votazione del suo ordine del giorno n.9/1857/18.

STEFANO BASTIANONI. Sì, signor Presidente, insisto.

PRESIDENTE. Chiedo all'onorevole Teresio Delfino se insista per la votazione del suo ordine del giorno n.9/1857/19.

TERESIO DELFINO. Sì, signor Presidente, insisto.

PRESIDENTE. Chiedo all'onorevole Lucchese se insista per la votazione del suo ordine del giorno n.9/1857/21.

FRANCESCO PAOLO LUCCHESE. Sì, signor Presidente, insisto.

PRESIDENTE. Chiedo all'onorevole Rizza se insista per la votazione del suo ordine del giorno n.9/1857/22.

ANTONIETTA RIZZA. No, signor Presidente, non insisto.

PRESIDENTE. Chiedo all'onorevole De Murtas se insista per la votazione del suo ordine del giorno n.9/1857/23.

GIOVANNI DE MURTAS. No, signor Presidente, non insisto.

PRESIDENTE. Chiedo all'onorevole Schmid se insista per la votazione del suo ordine del giorno n.9/1857/24.

SANDRO SCHMID. Signor Presidente, dovrei fare una considerazione analoga a quella già svolta dal collega Lucà, ma non insisto per la votazione.

PRESIDENTE. Chiedo all'onorevole Bergamo se insista per la votazione del suo ordine del giorno n.9/1857/27.

ALESSANDRO BERGAMO. Si, signor Presidente, insisto.

PRESIDENTE. Chiedo all'onorevole Faustinelli se insista per la votazione del suo ordine del giorno n.9/1857/30.

ROBERTO FAUSTINELLI. Insisto, Presidente.

PRESIDENTE. Chiedo all'onorevole Molgora se insista per la votazione del suo ordine del giorno n.9/1857/34.

DANIELE MOLGORA. Insisto per la votazione.


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PRESIDENTE. Chiedo all'onorevole Signorini se insista per la votazione del suo ordine del giorno n.9/1857/35.

STEFANO SIGNORINI. Insisto, Presidente.

PRESIDENTE. Chiedo all'onorevole Cavaliere se insista per la votazione del suo ordine del giorno n.9/1857/36.

ENRICO CAVALIERE. Insisto, Presidente.

PRESIDENTE. Chiedo all'onorevole Ciapusci se insista per la votazione del suo ordine del giorno n.9/1857/37.

ELENA CIAPUSCI. Insisto, Presidente.

PRESIDENTE. Chiedo all'onorevole Fontanini se insista per la votazione del suo ordine del giorno n.9/1857/38.

PIETRO FONTANINI. Insisto, Presidente.

PRESIDENTE. Chiedo all'onorevole Alborghetti se insista per la votazione del suo ordine del giorno n.9/1857/41.

DIEGO ALBORGHETTI. Insisto, Presidente.

PRESIDENTE. Chiedo all'onorevole Ce' se insista per la votazione del suo ordine del giorno n.9/1857/46.

ALESSANDRO CÈ. Insisto, Presidente.

PRESIDENTE. Chiedo all'onorevole Borghezio se insista per la votazione del suo ordine del giorno n.9/1857/48.

MARIO BORGHEZIO. Insisto insistentemente.

PRESIDENTE. Chiedo all'onorevole Comino se insista per la votazione del suo ordine del giorno n.9/1857/49.

DOMENICO COMINO. Insisto, Presidente.

PRESIDENTE. Chiedo all'onorevole Bosco se insista per la votazione del suo ordine del giorno n.9/1857/50.

RINALDO BOSCO. Insisto.

PRESIDENTE. Chiedo all'onorevole Vascon se insista per la votazione del suo ordine del giorno n.9/1857/52.

LUIGINO VASCON. Insisto per la votazione, Presidente.

PRESIDENTE. Chiedo all'onorevole Stucchi se insista per la votazione del suo ordine del giorno n.9/1857/53.

GIACOMO STUCCHI. Insisto.

PRESIDENTE. Chiedo all'onorevole Guido Dussin se insista per la votazione del suo ordine del giorno n.9/1857/55.

GUIDO DUSSIN. Insisto, Presidente.

PRESIDENTE. Chiedo all'onorevole Copercini se insista per la votazione del suo ordine del giorno n.9/1857/56.

PIERLUIGI COPERCINI. Insisto.

PRESIDENTE. Chiedo all'onorevole Roscia se insista per la votazione del suo ordine del giorno n.9/1857/60.

DANIELE ROSCIA. Insisto.

PRESIDENTE. Chiedo all'onorevole Scalia se insista per la votazione del suo ordine del giorno n.9/1857/61.

MASSIMO SCALIA. Non insisto, Presidente.

PRESIDENTE. Chiedo all'onorevole Boato se insista per la votazione del suo ordine del giorno n.9/1857/62.

MARCO BOATO. Non insisto.

PRESIDENTE. Chiedo all'onorevole Brunetti se insista per la votazione del suo ordine del giorno n.9/1857/64, del quale il Governo ha accolto la seconda parte.


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MARIO BRUNETTI. Permangono delle valutazioni differenti con il Governo sugli argomenti che stanno alla base del nostro ordine del giorno, tuttavia mi sembra importante che il Governo abbia accolto il dispositivo, per cui non insisto per la votazione del mio ordine del giorno.

PRESIDENTE. Chiedo all'onorevole Pittino se insista per la votazione del suo ordine del giorno n.9/1857/66.

DOMENICO PITTINO. Insisto.

PRESIDENTE. Chiedo all'onorevole Agostini se insista per la votazione del suo ordine del giorno n.9/1857/73.

MAURO AGOSTINI. Lo ritiro.

PRESIDENTE. Sta bene.

ROLANDO FONTAN. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROLANDO FONTAN. Presidente, penso sia stato commesso un errore circa l'inammissibilità del mio ordine del giorno n.9/1857/51. Cercherò infatti di dimostrare che non sussiste l'estraneità di materia e che invece vi è una connessione con il provvedimento in esame.
Il mio ordine del giorno consente, in primo luogo, di superare le disparità di opportunità che di fatto si determinano tra i grandi istituti di credito e le piccole banche e, in secondo luogo, di abbassare in modo significativo la soglia di taglio attualmente prevista per le emissioni obbligazionarie non aventi caratteristiche di mercato in maniera da renderne possibile l'accesso ai piccoli risparmiatori e da ripristinare le possibilità di raccolta a medio e a lungo termine per le piccole banche di interesse locale.
Il punto è che con la manovra finanziaria e con l'elevazione dal 12,5 al 27 per cento del prelievo sui depositi bancari tutti gli investitori, invece di orientarsi verso i certificati di deposito, hanno parzialmente investito i loro risparmi in BOT e in gran parte in obbligazioni. È un dato di fatto riportato da tutti i quotidiani, in primo luogo quelli economici, ed è un dato inconvertibile.
Ebbene, l'attuale legislazione prevede la possibilità di emettere obbligazioni solo per certi tipi di banche, le cosiddette "grosse banche", più in particolare quelle il cui patrimonio non sia inferiore ai 50 miliardi e che contemporaneamente presentino una serie di caratteristiche.
L'aumento del prelievo fiscale al 27 per cento ha di fatto incrementato in grandissima misura le emissioni di obbligazioni da parte delle banche. Il problema nasce dal fatto che non tutte le banche sono autorizzate alle emissioni e quindi non mi si può dire che il mio ordine del giorno non sia collegato alla manovra finanziaria.
Con il mio intervento penso di aver dimostrato che esiste un diretto collegamento con la decisione di aumentare la tassazione sui certificati di deposito. Penso che da parte degli uffici vi sia stato un errore di valutazione ed è per questo che chiedo che il mio ordine del giorno sia dichiarato ammissibile.

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Fontan, per il suo chiarimento, che è stato molto efficace, però vorrei ricordarle che i commi 6 e 7 dell'articolo 7 del decreto-legge n. 323 del 1996 sostituiscono il prelievo fiscale con un'aliquota che passa dal 30 al 27 per cento. In particolare, il comma 7 equipara il trattamento tra interessi e frutti.
La sua proposta si colloca al di fuori di questa ottica, che è quella di puro e semplice trattamento tributario, perché lei invece vuole, lodevolmente, abbassare il taglio delle obbligazioni e parificare il trattamento tra grandi e piccoli istituti. Tutto ciò però non rientra nel quadro dell'operazione del Governo che ha carattere puramente fiscale.
Non si può aprire un dialogo, purtroppo, ma le voglio ricordare che siamo vincolati dal fatto che il nostro regolamento, come lei ben sa, prevede che tutto ciò che non è strettamente afferente alla materia del decreto non possa essere trattato. Spero che lei presenti una proposta


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di legge su questa materia in modo che la Camera possa affrontare la questione che lei lodevolmente ha posto.
Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Prestigiacomo. Ne ha facoltà.

STEFANIA PRESTIGIACOMO. Signor Presidente, il Governo, ponendo la questione di fiducia sul provvedimento in esame, ha di fatto impedito al Parlamento la discussione sui tanti emendamenti presentati, uno dei quali ripristinava il taglio dei 70 miliardi ai danni dei terremotati delle province di Siracusa, Ragusa e Catania.
La volontà politica della maggioranza, rispetto a questo emendamento, si è già chiaramente manifestata al Senato e in Commissione bilancio alla Camera, dove ha votato contro. L'ordine del giorno n.9/1857/22, al quale ho chiesto di aggiungere la mia firma e che è stato accolto dal Governo, non risolve il gravissimo danno arrecato dal Governo Prodi ad una fascia di persone estremamente disagiate le quali, a sei anni dall'evento sismico, vivono ancora in container metallici in campi che nulla hanno di diverso dai campi dei nomadi.
Gli stanziamenti previsti per il 1996 destinati alla ricostruzione erano costituiti da 340 miliardi, 270 dei quali sono stati distratti dalle finalità della ricostruzione dell'edilizia privata (stiamo parlando delle case) e sono stati destinati ad altro con il decreto-legge n.292 del 1996 che ancora non è stato esaminato dalla Camera dei deputati. Restavano 70 miliardi che, con un atto di totale insensibilità, il Governo ha pensato di tagliare perché, per chiarezza e per precisione, di taglio si tratta e non di rimodulazione come si evince dalle premesse di questo ordine del giorno. Infatti al quinto capoverso si legge: "il decreto recante disposizioni urgenti per il risanamento della finanza pubblica in esame provvede peraltro a rimodulare la competenza, in vista della prossima manovra finanziaria, riducendo di 70 miliardi il contributo straordinario alla Sicilia, somma che non sarebbe stata comunque destinata all'attivazione di investimenti e di progetti nel corso del 1996 e che pertanto avrebbe probabilmente prodotto residui passivi".
Se i fondi fossero stati rimodulati o almeno si fosse evinto da una relazione allegata al provvedimento che vi era l'intenzione di ripristinarli nella prossima finanziaria, non ci sarebbe stato bisogno di questo ordine del giorno che, di fatto, impegna il Governo proprio a rimodulare i fondi tagliati nella prossima legge finanziaria. È peraltro assurdo sostenere che tanto i soldi non sarebbero stati spesi nel 1996, poiché non credo che il Governo sia oggi in grado di dimostrare questa certezza, dal momento che siamo a metà anno, nel mese di luglio.
Il taglio completa l'opera di vero e proprio saccheggio degli stanziamenti per il 1996 della legge n.433 del 1990. E si è consumato nel silenzio generale di sindaci, parlamentari dell'Ulivo e sindacati! Una cosa, questa, veramente grave e contraddittoria, dal momento che la battaglia per la ricostruzione è stata una grossa battaglia anche della sinistra e dato che tutti i comuni interessati sono governati da giunte di sinistra.
Si è trattato di un omertoso silenzio, che non è coerente con gli slogan e con la demagogia dell'autunno del 1994 quando, durante la finanziaria del governo Berlusconi, furono rimodulati (allora sì!) i fondi non spesi proprio per salvaguardarli. Allora si gridò allo scandalo mentre, invece, ora, in occasione di questo taglio vero, sono stati tutti zitti ed allineati!
Condivido, come male minore, l'impegno che si richiede al Governo con questo ordine del giorno di ripristinare completamente nella prossima finanziaria quella cifra di 340 miliardi sottratta alla ricostruzione. Questa è la ragione per la quale ho aggiunto la mia firma a quell'ordine del giorno. L'ho fatto anche con l'auspicio che, per il futuro, questo Governo, rispetto alle esigenze legittime del sud, appaia meno "ingessato" che non il braccio del sottosegretario onorevole Bogi (Applausi dei deputati dei gruppi di forza Italia e di alleanza nazionale).


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PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giannotti. Ne ha facoltà.

VASCO GIANNOTTI. Rinuncio ad intervenire, Presidente.

PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Giannotti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Alborghetti. Ne ha facoltà.

DIEGO ALBORGHETTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, rappresentante del Governo, sono nuovo di questo Parlamento e chi mi ha votato mi ha detto: "Vai alla Camera e controlla cosa fanno quelli (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania Commenti) perché qua vogliono venire a prendere i soldi e basta!" (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania). Ed hanno aggiunto: "Qua non si vede mai nessuno; i soldi arrivano soltanto quando ci sono le alluvioni ed i morti!".
Signor Presidente, noi deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania (che speriamo si verifichi in breve tempo) abbiamo presentato degli ordini del giorno atti a modificare e a migliorare l'associazione della nostra Padania.

GIULIO CONTI. Martire!

DIEGO ALBORGHETTI. Mi riferisco in particolar modo a quanto dovrebbe esser fatto per le imprese artigiane, che nella Padania sono decisamente danneggiate. Ho constatato che con il decreto-legge n.323, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia, vengono tagliati i fondi alle imprese artigiane, che dalle nostre parti garantiscono numerosi posti di lavoro. Pertanto, se danno posti di lavoro, dovrebbero quanto meno essere agevolate dalle sinistre; ma alle sinistre i posti di lavoro probabilmente non interessano o interessano soltanto in qualche posto.
Quando ad un artigiano vengono erogati pochi milioni, esso li sa far fruttare; mentre, invece, qualcuno li vorrebbe utilizzare per assistenzialismo e per sprechi: e poi vediamo che cosa succede...!
Un altro ordine del giorno presentato dal gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania concerne i controlli fiscali incrociati. In Italia si parla tanto di controllo fiscale, ma nessuno lo vuole attuare concretamente. Ne parlano i giornali, ne parla il Governo, ne parlano tutti, ma quando si deve provvedere, quando si deve intervenire, nessuno lo fa veramente, nessuno lo fa con quella decisione che ci dovrebbe essere.
Chiediamo, quindi, una rapida approvazione della normativa, soprattutto in relazione ai controlli sui conti correnti postali e bancari, come avviene negli Stati Uniti, dove si conoscono tutte le movimentazioni relative a ciascun conto corrente bancario e postale. Perché in Italia questo non si può fare? Chiedo al Governo che si adoperi in tale direzione. I deputati del gruppo della lega nord si attiveranno al fine di presentare una proposta di legge in tale materia.
Per quanto concerne poi l'evasione, chiediamo che la Guardia di finanza effettui i controlli solo sui grossi evasori, mentre non si dovrebbero tassare, come invece si fa, coloro che, come i parrucchieri, vengono tassati anche per un miliardo e 200 milioni! Sono cose incredibili, perché sappiamo che l'evasione e l'elusione riguarda i grossi gruppi, che con l'esportazione...

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è esaurito, onorevole collega.

DIEGO ALBORGHETTI. Non avevo cinque minuti?

PRESIDENTE. Sì, appunto.

DIEGO ALBORGHETTI. Sono già passati?

PRESIDENTE. Ahimé sì. Purtroppo il decorso del tempo è un problema...

DIEGO ALBORGHETTI. Scusate, colleghi (Applausi dei deputati del gruppo della


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lega nord per l'indipendenza della Padania).

FRANCESCO FORMENTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo?

FRANCESCO FORMENTI. Sulla dichiarazione di inammissibilità del mio ordine del giorno.
Mi scusi, signor Presidente, avevo in precedenza chiesto la parola per un chiarimento circa il mio ordine del giorno che è stato...

PRESIDENTE. Per chiarire, onorevole Formenti...

FRANCESCO FORMENTI. Per chiarire, appunto.

PRESIDENTE. No, per chiarire io a lei, poi chiarirà lei a me... (Si ride)!
Gli uffici mi informano che lei aveva chiesto la parola in precedenza. Per mia dimenticanza non gliel'ho concessa. Naturalmente d'ora in poi tutti gli interventi dovranno essere per dichiarazione di voto.
Ha facoltà di parlare, onorevole Formenti.

FRANCESCO FORMENTI. La ringrazio per avermi dato la parola, Presidente.
In relazione al mio ordine del giorno n.9/1857/32 devo rilevare che nel decreto-legge n.323 non figurano le soppressioni ai fondi ANAS. In realtà, nella relazione di accompagnamento al decreto stesso presentata al Senato, si fa riferimento alla soppressione di circa 2.000 miliardi con azione amministrativa. Riteniamo inopportuno togliere dal capitolo dell'ANAS un'ulteriore cifra, data l'esiguità delle somme a disposizione dell'Ente e l'ordine del giorno presentato è volto a sottolineare la necessità di mantenere il fondo in dotazione all'ANAS.
Il mio ordine del giorno, pertanto, è pertinentissimo, proprio perché l'azione amministrativa è prevista dalla relazione di accompagnamento, e con esso intendevo superare la relazione e confermare all'ANAS i finanziamenti assegnati. Riteniamo ripeto pertinente l'ordine del giorno; averlo dichiarato inammissibile fa sorgere in noi il sospetto che si vogliano sottrarre a tutti i costi all'ANAS quei fondi, che tra l'altro non figurano nei 16 mila miliardi ma sarebbero fondi aggiuntivi. Poiché tali fondi, appunto, non figurano, si evince chiaramente che la manovra non sarà di 16 ma di 18 mila miliardi.

PRESIDENTE. Onorevole Formenti, l'inammissibilità non riguarda il merito dei temi. La questione è la seguente: con il suo ordine del giorno lei propone una finalizzazione nelle tabelle, laddove, invece, il provvedimento si limita al taglio dei fondi globali.
Questa è la ragione per la quale l'ordine del giorno è stato dichiarato inammissibile.

FRANCESCO FORMENTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Formenti, su tale questione non vi è replica.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Anghinoni. Ne ha facoltà.

UBER ANGHINONI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signori del Governo, intervengo sul complesso degli ordini del giorno riservandomi poi di intervenire per le singole dichiarazioni di voto.
Siamo nel vivo della seconda fase della cosiddetta "manovrina", e rilevo quanta ironia e quanta falsità si nascondano dietro tale termine. Ricordo che in campagna elettorale tutti paventavano la grande stangata e si parlava di meno di 10 mila miliardi. Oggi invece, con una manovra di poco inferiore ai 20 mila miliardi, si parla di "manovrina" e si sa già che sarà necessaria una seconda stangata. Qualcuno mi sa dire di quanto sarà?

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia, non si riesce a seguire l'oratore!


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UBER ANGHINONI. Voglio poi il recupero del tempo!

PRESIDENTE. Purtroppo debbo ascoltare, fa parte del lavoro...!

UBER ANGHINONI. Comprendo che i colleghi possano essere distratti; in ogni caso voglio i "tempi supplementari", giacché il Presidente è giustamente molto rigido per quanto riguarda il rispetto dei tempi.
Stavo chiedendo ai colleghi se qualcuno fosse in grado di dirmi quale sarà l'importo della prossima stangata: 30 o 40 mila miliardi, forse di più?
Una manovra di tale portata è in grado di rivoluzionare un'intera finanziaria e quindi meriterà un dibattito più approfondito di quanto non sia avvenuto in occasione del provvedimento in esame, sul quale, grazie alla questione di fiducia posta dal Governo, avete dimostrato la vostra forza nel sostenere un confronto democratico!
Colleghi della maggioranza, vi siete chiesti la ragione di tanti ordini del giorno? Evidentemente la vostra "manovrina" piace molto...!
Vediamo quale significato hanno questi ordini del giorno.
Nel 1982 la CEE ha stabilito di attribuire delle quote nel campo dell'acciaio e del latte, giacché lo stoccaggio del surplus di tali prodotti comportava pesanti ed insostenibili costi; da qui la necessità di ridurre le relative produzioni. L'Italia in quell'epoca risultava deficitaria nella produzione del latte ed eccedentaria nella produzione dell'acciaio. Ebbene, la logica avrebbe suggerito di ridurre la produzione dell'acciaio, riconvertendo lo stabilimento di Bagnoli, e di difendere la produzione del latte, nella quale appunto l'Italia era deficitaria. Invece l'Italia miracolo della scienza politica! ottiene più acciaio e stranamente ed incomprensibilmente a partire da quel momento la produzione del latte italiano inizia a conoscere tutta una serie di disavventure tanto da arrivare, dopo 14 anni, alla situazione attuale in cui ancora si tenta di nascondere la realtà, cioè che la multa comminata all'Italia dalla CEE, che avrebbe dovuto riguardare il produttore così infatti era stato accettato dal nostro paese -, per non suscitare ulteriormente l'ira degli operatori del settore, viene pagata utilizzando nascostamente i soldi destinati all'agricoltura. Ed il Governo attuale cosa fa? Anziché fare chiarezza, prosegue nell'opera di mistificazione tagliando tutti i contributi destinati al settore. Quindi, se da un lato il singolo agricoltore non è stato costretto a tirare fuori i soldi, dall'altro non li riceve più.
Ecco perché, poi, proliferano gli ordini del giorno ed anche gli emendamenti che con tanto zelo, grazie all'azione democratica della posizione della questione di fiducia, sono stati cancellati.

PRESIDENTE. Deve avviarsi a concludere, onorevole Anghinoni.

UBER ANGHINONI. Ebbene, tutto ciò cosa comporta?
L'ordine del giorno che voleva riequilibrare il settore bieticolo sparisce! Potremo forse gridare al miracolo, ma che cosa ne pensano i bieticoltori di questo miracolo? Dopo il furto delle quote dello zucchero, ora si vedono buttati allo sbaraglio!
Il vostro voto di fiducia che cosa insegna?

PRESIDENTE. La sua dichiarazione di voto è terminata, onorevole Anghinoni!

UBER ANGHINONI. Termino subito, Presidente...

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Apolloni. Ne ha facoltà.

DANIELE APOLLONI. Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, il gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania vuole riconfermare il pieno sostegno agli ordini del giorno presentati, almeno per quanto riguarda quelli non dichiarati inammissibili.


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L'aver presentato questi ordini del giorno sta a significare l'impegno assunto per sostenere ed esprimere i contenuti delle linee politiche del nostro movimento. Inoltre, vogliamo che sia ben chiaro al Governo e ai cittadini la nostra volontà politica.
Questo è l'ultimo atto per modificare la manovra economico-finanziaria nata male ed irresponsabile; ed è per questo che la lega nord per l'indipendenza della Padania sostiene il complesso degli ordini del giorno che portano la firma dei nostri deputati, chiedendo che essi vengano approvati.
A mio personale avviso, merita di essere approvato in particolar modo l'ordine del giorno dell'onorevole Pagliarini sull'imposizione ai sindacati di predisporre e rendere pubblici gli introiti e le spese delle organizzazioni sindacali in Italia, visto e considerato che non sono disponibili i bilanci dai quali risultino tutte le attività direttamente o indirettamente riconducibili alle organizzazioni sindacali su tutto il territorio nazionale.
Pertanto, il mio non può essere che un voto favorevole nell'intento di sostenere l'approvazione degli ordini del giorno presentati dal gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania.

DOMENICO COMINO. Chiedo di parlare per un richiamo al regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DOMENICO COMINO. L'articolo del regolamento che intendo richiamare e sul quale gradirei avere una sua interpretazione esaustiva è l'articolo 88, comma 1, che riguarda appunto l'illustrazione e la votazione, previe dichiarazioni di voto, degli ordini del giorno.
Se ho ben inteso, signor Presidente, lei ha affermato di voler considerare gli interventi dei colleghi che si sono svolti finora come dichiarazioni di voto e non come interventi per l'illustrazione degli ordini del giorno.
Ebbene, io ritengo che una corretta interpretazione del comma 1 dell'articolo 88 del regolamento preveda, da un lato, la possibilità di illustrare gli ordini del giorno da parte di ciascun deputato per un tempo non superiore ai 5 minuti, e dall'altro la possibilità per ognuno di intervenire anche per dichiarazione di voto prima della votazione degli ordini del giorno.

PRESIDENTE. Onorevole Comino, mi scusi se mi permetto di dirle per l'amicizia che ci lega che vi è una differenza tra la "San Vincenzo" e il Presidente della Camera!
Non avendo i deputati della lega chiesto di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, si è passati alle dichiarazioni di voto. Bastava che lo chiedeste! Chiaro?
Non vi sono state richieste di illustrazione degli ordini del giorno e si è passati alle dichiarazioni di voto (Commenti dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania)... Bastava chiederlo, colleghi! Bastava chiederlo!
Del resto, sul foglio che avete fornito agli uffici, recante l'elenco dei deputati, si legge: "Dichiarazioni di voto sugli ordini del giorno". E noi dichiarazioni di voto stiamo svolgendo! Bastava chiederlo, lo ripeto (Applausi)!
Constato l'assenza dell'onorevole Bagliani, che aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto: si intende che vi abbia rinunziato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ballaman.Ne ha facoltà.

EDOUARD BALLAMAN. Presidente, colleghi, membri del Governo, vorrei intervenire, se possibile, sul complesso degli ordini del giorno, riservandomi di parlare poi sui singoli...

PRESIDENTE. Onorevole Ballaman, ho appena chiarito al suo capogruppo che siamo in sede di dichiarazioni di voto sugli ordini del giorno. Se volevate illustrarli, dovevate chiederlo! Poiché non lo avete chiesto, siete decaduti da questo diritto.

EDOUARD BALLAMAN. L'ho chiesto in questo momento!


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PRESIDENTE. No! Siamo in sede di dichiarazioni di voto, mi dispiace!

EDOUARD BALLAMAN. Va bene. Il problema è che cinque minuti non sono neppure sufficienti a svolgere una dichiarazione di voto sugli ordini del giorno presentati. Mi limiterò allora a soffermarmi solo su due dei trenta ordini del giorno che dovremmo esaminare.
Mi preme richiamare l'attenzione sull'ordine del giorno Frigato ed altri n.9/1857/13, che, se non vado errato, è stato dichiarato inammissibile. Non credo che si possa sminuire tale ordine del giorno, che reca anche la mia firma, perché l'invito al Governo in esso contenuto mira a limitare i danni notevolissimi arrecati dal provvedimento con riferimento alla sottoscrizione da parte dei cittadini di certificati di deposito oltre i diciotto mesi. Non è assolutamente concepibile che in questo caso la tassazione venga portata dal 12,5 al 27 per cento. Non lo è per due ragioni.
La prima ragione è che in questa maniera si è realizzato uno "spiazzamento" del risparmio, che dovrebbe essere indirizzato verso il debito pubblico. Ebbene, noi non crediamo che questa sia un'ottica corretta. Come ho già sottolineato in precedenza (ma sembra che il Governo sia sordo alle nostre iniziative), insieme al presidente del consiglio del governo-sole, onorevole Pagliarini, abbiamo presentato una denunzia all'anti-trust, perché riteniamo che lo Stato abbia voluto scrivere una legge che, di fatto, dispone che tutti i cittadini devono investire solo ed esclusivamente in titoli di Stato. Crediamo che questo non sia un corretto modo di agire, ma una palese violazione di tutte le norme sulla concorrenza.
L'ordine del giorno di cui sto parlando mira a limitare il danno notevolissimo che è stato arrecato alla raccolta del denaro con una norma che ha praticamente estinto i certificati di deposito. Dai primi dati forniti dall'Associazione bancaria italiana risulta che la sottoscrizione di certificati di deposito è già diminuita del 75 per cento. Proprio per questo ho sottoscritto l'ordine del giorno Frigato ed altri n.9/1857/13, che avrebbe consentito di limitare il grave danno di cui ho parlato...

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Ballaman.

EDOUARD BALLAMAN. ...dando la possibilità a tutti i soggetti, e non solo alle grandi banche, che sono sempre avvantaggiate, di proporre in alternativa obbligazioni...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Ballaman (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania).
Constato l'assenza del deputato Balocchi, che aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto: si intende che vi abbia rinunziato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bampo. Ne ha facoltà.

PAOLO BAMPO. Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, signori del Governo, colleghi deputati, sicuramente i cinque minuti del mio intervento sarebbero stati insufficienti senza la forse dovuta ecatombe di ordini del giorno cui purtroppo abbiamo assistito. Non so se il regolamento sia stato applicato più o meno severamente sono valutazioni del Presidente ma ho provato a leggerli e nessuno degli ordini del giorno in questione presenta sintomi di ostruzionismo. Tutti gli ordini del giorno sono stati dettati da buon senso, sia quelli della maggioranza sia quelli della minoranza e dell'opposizione. Sono tutti ordini del giorno che avrebbero voluto intervenire su questa manovrina già questo termine rappresenta una deminutio che è realmente tale giacché sicuramente non produrrà effetti benefici; rafforzerà comunque di certo nel cittadino la convinzione che neppure questo Governo riesce ad interpretare non solo i sentimenti, ma anche le esigenze del cittadino stesso.
Ritengo che questi ordini del giorni, indipendentemente da chi li abbia presentati e dal contenuto, siano comunque la dimostrazione che molte sono le tensioni, che tante sarebbero state le aspettative e che


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l'intervento parlamentare come è dimostrato dall'ecatombe cui abbiamo assistito subisce ancora una volta un taglio rispetto alla rappresentatività che gli è propria. Sosteniamo tanto gli ordini del giorno presentati dal gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padanianon dichiarati decaduti per le varie mo-tivazioni regolamentari correttamente espresse dal Presidente quanto quelli non più sottoponibili al parere del Governo. Un Governo che ha inteso ricorrere al voto di fiducia ed ha quindi utilizzato uno strumento legittimo, sicuramente già sperimentato più volte, che quindi dimostra anche la continuità rispetto al passato che questo Governo rappresenta (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania).
È questa la dimostrazione che il nostro gruppo, presentando gli ordini del giorno, non intendeva istruire una pratica ostruzionistica. Volevamo partecipare in maniera attiva a tutta la discussione e comunque non riteniamo che la nostra azione sia stata vana e tale da non produrre in futuro un risultato positivo.
Ne siamo convinti proprio perché quanto noi abbiamo proposto, sia nella fase emendativa del provvedimento sia in quella diretta a dare un indirizzo al Governo, resterà agli atti.
Siamo, quindi, perfettamente convinti...

PRESIDENTE. Onorevole Bampo, deve concludere il suo intervento.

PAOLO BAMPO. Siamo perfettamente convinti che...

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barral. Ne ha facoltà.

MARIO LUCIO BARRAL. Signor Presidente, al quale ricordo che il mio cognome deve essere pronunziato con l'accento tonico sulla seconda "a", onorevoli colleghi, signori "parte" del Governo (visto che sono presenti soltanto una parte dei suoi membri) voglio innanzitutto ringraziare la Presidenza per aver dichiarato inammissibili una serie di ordini del giorno, compreso uno che ho presentato io, non perché mi faceva piacere, ma perché ritenevo fosse importante, visto che ha ricevuto l'avallo delle realtà sociali del mio territorio. Sono stato, infatti, eletto nel collegio di Cuneo (nella regione Piemonte), che probabilmente è considerata dal Governo ai confini dell'impero e, quindi, come tale, "... chi se ne frega!"
L'ordine del giorno che ho presentato era volto ad evidenziare l'eventuale o gli eventuali tagli nei confronti dell'ANAS per oltre 2 mila miliardi. Esso certamente non indicava di effettuare il taglio sulle risorse destinate all'autostrada Torino-Savona, ma era presumibile, perché altrimenti le realtà territoriali, le associazioni artigiane, i commercianti, gli industriali, i coltivatori diretti e gli agricoltori non mi avrebbero inviato la documentazione relativa per richiamare la mia attenzione circa la probabilità che i suddetti tagli sarebbero stati effettuati, appunto, sulle risorse assegnate a questo tratto autostradale Torino-Savona. Tra l'altro, abbiamo soltanto questa autostrada e forse il Governo non sa che essa viene denominata autostrada della morte, dove settimanalmente muoiono una o due persone. Voi del Governo la definite autostrada, ma secondo me è una strada comunale o addirittura una mulattiera (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania Si ride)!
Sono rammaricato anche della relazione che il ministro Di Pietro ha illustrato al Senato, presso la VIII Commissione, giovedì 25 luglio scorso. Tale relazione conteneva due fascicoli di documentazione, uno riguardante le politiche delle infrastrutture e l'altro gli interventi in materia di viabilità. Tra l'altro sono riuscito ad acquisire con fatica tale relazione, perché sembra coperta dal segreto di Stato, e mi sono anche procurato un resoconto stenografico dal quale risulta che egli ha dichiarato che "Occorre rilanciare le grandi opere infrastrutturali in quanto il loro rilancio significa progresso economico e maggiore benessere anche per il Mezzogiorno. Tra l'altro le regioni meridionali potranno superare le loro note difficoltà". In un altro


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punto, a titolo di esempio, fa notare il progetto di ristrutturazione dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria, l'entità dello stanziamento di 3.500 miliardi al Giubileo e di 2 mila miliardi al Banco di Napoli e "avanti popolo", fino alle opere provvisorie relative all'autostrada Messina-Palermo.
Il risultato è che comunque il Piemonte, ed in special modo la provincia di Cuneo, per il fatto di essere collocata ai confini dell'impero, non ha un'autostrada: è giusto che continui a non averla e che quella esistente rimanga così com'è, perché noi dobbiamo soltanto continuare a pagare le tasse, in modo che qui vi siano soldi da sperperare, sprecare e distribuire per l'assistenzialismo becero, e che ci sia il nord a disposizione con il porfafoglio alla mano per pagare.

PRESIDENTE. Onorevole Barral, deve concludere.

MARIO LUCIO BARRAL. La ringrazio, signor Presidente. Spero che questo Governo, o parte del Governo che c'è qui, recepisca questo mio sentimento (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania).

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Barral.

ENRICO CAVALIERE. Chiedo di parlare per un richiamo al regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO CAVALIERE. Signor Presidente, prima era stata sollevata la questione relativa all'articolo 88 del regolamento; abbiamo verificato, al tavolo della Presidenza, come in realtà fossero stati presentati diversi documenti che specificavano chiaramente quale fosse, e in quale specifico ordine, la serie degli interventi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania.
C'è un documento autografo del vicepresidente del gruppo che chiede in quell'ordine gli interventi per illustrare il complesso degli ordini del giorno. Ci sono invece altri documenti in ordine alle dichiarazioni di voto. Chiedo un minimo di gestione, diciamo un po' meno bulgara, di quest'aula (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania).

PRESIDENTE. Onorevole Cavaliere, passo sull'ultima parte del suo intervento anche perché, mi scusi, lei non conosce il regolamento, oppure non sa cosa ha fatto il collega Vicepresidente. Quest'ultimo infatti ha presentato un elenco di nomi in cui c'era scritto: richieste di intervento sul complesso degli ordini del giorno.
Le dichiarazioni di voto si fanno ordine del giorno per ordine del giorno, singolarmente. Si legga il regolamento! Va bene?
Nel corso della discussione degli articoli ciascun deputato può presentare non più di un ordine del giorno recante istruzioni al Governo in relazione alla legge in esame. Gli ordini del giorno possono essere illustrati per non più di cinque minuti ciascuno... Chiaro? Mentre dopo si parla di dichiarazioni di voto "sul loro complesso"...

ROBERTO CALDEROLI. No!

PRESIDENTE. Si legga l'articolo!
Il Vicepresidente ha detto: richiesta di intervento sul complesso degli ordini del giorno e non per l'illustrazione. È chiaro?

ROBERTO CALDEROLI. Sul complesso!

PRESIDENTE. Se aveste scritto "per illustrazione degli ordini del giorno", avreste parlato per l'illustrazione. Ma non avete chiesto di parlare per l'illustrazione, avete chiesto di parlare sul complesso degli ordini del giorno. E sul complesso lo si fa per dichiarazione di voto (Commenti).
Colleghi, basta conoscere il regolamento! Basta leggerlo!

ENRICO CAVALIERE. Il funzionario alla sua sinistra ha detto chiaramente: illustrazione dell'ordine del giorno.


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PRESIDENTE. Si accomodi, onorevole Cavaliere.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bianchi Clerici. Ne ha facoltà.

GIOVANNA BIANCHI CLERICI. Signor Presidente, colleghi deputati, signori rappresentanti del Governo, la presentazione e il sostegno che il nostro gruppo dà agli ordini del giorno presentati e non dichiarati decaduti, non essendo collegati ad emendamenti cancellati e resi non proponibili dall'azione del Governo che ha ritenuto di ricorrere al voto di fiducia, ha comunque ªun suo profondo significato. Prima di tutto sta a significare la dimostrazione che i deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania hanno partecipato in modo attivo a tutta la discussione e non ritengono inutile la propria azione anche a fronte del blocco di una discussione che ha evidenziato la volontà del Governo e della maggioranza di non discutere e di non volersi confrontare in alcun modo con chi della maggioranza non fa parte.
La maggioranza potrà respingere tutto ciò, ma i cittadini devono sapere che anche in questo modo il gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania ha tentato di modificare fino all'ultimo una manovra economica e finanziaria inutile e sbagliata. Non si sono previsti interventi strutturali e non si sono fatti tagli effettivi non tanto alla spesa pubblica quanto agli sprechi, e contemporaneamente non si è nemmeno affrontato l'aspetto delle semplificazioni di una serie di norme burocratiche e di adempimenti vessatori per il cittadino e le imprese, che, senza alcun costo, avrebbero potuto dare insieme un segnale di fiducia per il futuro.
Per questo motivo, sosteniamo con decisione il complesso degli ordini del giorno presentati dal nostro gruppo, chiedendone l'approvazione. Confesso che sarei stata lieta di illustrare l'ordine del giorno n.9/1857/45 da me presentato, che è stato dichiarato inammissibile e che ricordava l'impegno per il Governo a provvedere alla realizzazione di corsi universitari già orientati alla finalità didattica e corsi post-universitari di formazione didattica e psicopedagogica.
Mi dispiace e, soprattutto, mi sorprende perché, se rispondono a verità le notizie date dai mezzi d'informazione in base a quanto diramato da un comunicato stampa della Presidenza del Consiglio dei ministri, il Governo attuale sembra esprimere l'intendimento di provvedere a tale adempimento che, lo ricordo, è richiesto dagli addetti ai lavori e dagli esperti da moltissimo tempo.
Infatti, il comunicato stampa emesso dalla Presidenza del Consiglio dei ministri in data 26 luglio 1996 recita testualmente: "Su proposta del ministro dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica, onorevole Berlinguer" è sottinteso: sono stati emessi "due decreti presidenziali che prevedono, rispettivamente, l'introduzione di corsi di laurea per l'insegnamento nelle scuole materna ed elementare e dei corsi di specializzazione per l'insegnamento nella scuola secondaria. Tali provvedimenti sono finalizzati a realizzare una migliore qualità della scuola attraverso una più idonea preparazione dei docenti tutti, dotati per la scuola di ogni ordine e grado di specifica laurea e per la scuola secondaria anche di specializzazione post laurea".

PRESIDENTE. Onorevole collega, deve concludere.

GIOVANNA BIANCHI CLERICI. Concludo immediatamente, signor Presidente.
C'è però da considerare che, non essendo i testi dei decreti ancora disponibili, è difficile valutare fino a che punto i propositi del Governo siano sinceri e, soprattutto, concretizzabili, anche alla luce del fatto che questa "manovrina" prevede una serie consistente di tagli al mondo della scuola in generale e, in particolare, alle dotazioni organiche provinciali e ai trasferimenti agli enti locali. Questi ultimi sono destinati alle opere di manutenzione ordinaria e straordinaria e alle messe a norma (Applausi dei deputati del gruppo


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lega nord per l'indipendenza della Padania).

ROBERTO CALDEROLI. Chiedo di parlare per un richiamo al regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO CALDEROLI. Presidente, forse il collega che prima è intervenuto per un richiamo al regolamento non conosce il regolamento, ma lei non conosce la buona fede! Se ci fosse stato esplicitato il termine "dichiarazione di voto" sulla richiesta presentata al Vicepresidente, potrei concordare con lei, ma essendovi solo "intervento sul loro complesso", mi sembra che sostenere che si tratti di una dichiarazione di voto sia una deduzione. Laddove si dice "sul loro complesso", evidentemente si intende che tutti coloro che hanno chiesto di intervenire sono i presentatori degli ordini del giorno che quindi possono, come stabilito dall'articolo 88 del regolamento, illustrare l'ordine del giorno che hanno presentato.
Mi sembra che qui si rasenti la follia! Gli emendamenti vengono "tagliati" tramite la posizione della fiducia ed ora con questa interpretazione del regolamento si toglie anche la parola! Un deputato non è neanche libero di illustrare il proprio ordine del giorno e poi dichiarare il voto sul complesso degli ordini del giorno (Applausi dei deputati del gruppo lega nord per l'indipendenza della Padania)!

PRESIDENTE. Onorevole Calderoli, mi scusi, ma proprio quello che lei ha detto le dà torto.
Lei, infatti, ha citato la frase "unico intervento sul loro complesso" ed è quello che state facendo sono dichiarazioni di voto ed è quello che avete chiesto di fare con questo documento firmato dal vicepresidente.
Se aveste scritto "per illustrazione dei singoli ordini del giorno" o "per illustrazione", avreste avuto la parola.

BENITO PAOLONE. Ma chi doveva scrivere, non c'è limite di mandato!

PRESIDENTE. Scusate, colleghi!
Nessuno ha chiesto di parlare per illustrare gli ordini del giorno. Avete chiesto di intervenire sul complesso degli ordini del giorno e l'intervento unico sul complesso degli ordini del giorno si fa, come ho detto, per dichiarare il voto. Questo è lo stato delle cose.
Vi è sfuggito: capita! D'altra parte, mi pare stiate ampiamente illustrando le vostre posizioni. Capita a volte di sbagliare, le assicuro, onorevole Calderoli. Questa volta è capitato a lei, un'altra volta capiterà ad altri.

ROBERTO CALDEROLI. Si ponga la questione di fiducia anche sugli ordini del giorno!

TEODORO BUONTEMPO. Chiedo di parlare per un richiamo al regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

TEODORO BUONTEMPO. Mi richiamo agli articoli 61 e 88 del regolamento. Per quanto riguarda l'articolo 88, devo dire che trovo incredibile quanto abbiamo ascoltato e non per sua responsabilità, ma probabilmente per responsabilità di chi l'ha preceduta e che ora ella non vuole smentire.
Il primo comma dell'articolo 88 del regolamento prevede che gli ordini del giorno possano essere illustrati per non più di cinque minuti ciascuno. Quando si passa a questa fase il Presidente ha il dovere di chiedere se ci sia qualcuno che intende intervenire (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania). Questo deve fare il Presidente, non deve lasciare un messaggio solo a lui noto a colui che lo sostituisce nella Presidenza dell'Assemblea e che quest'ultima ignora.
Intervengo su tale questione perché ritengo sia mio dovere farlo. Il clima di intolleranza che è in atto da ieri sera contro i colleghi che fanno il loro dovere è inaccettabile (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania).


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MARIO BRUNETTI. Ma quale intolleranza!

TEODORO BUONTEMPO. Intervengo anche, Presidente, perché, come lei mi insegna, alla Camera cose del genere costituiscono precedente. Allora non possiamo accettare come precedente che, arrivati alla fase degli ordini del giorno, il Presidente non chieda chi vuole intervenire sugli stessi, come compete a ciascun deputato (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania). La fase della dichiarazione di voto sul complesso degli ordini del giorno è successiva. Guai se non ristabiliamo questa regola, cari colleghi a qualunque gruppo apparteniate, perché la ruota gira! Si può essere maggioranza o minoranza, si può avere una particolare sensibilità politica per un argomento oppure no, ma non è accettabile calpestare i diritti dei deputati!
Nel momento in cui un errore del genere viene percepito, si deve porre rimedio, soprattutto se ci si trova di fronte alla buona fede dei colleghi inesperti del regolamento. Ma non è dovere del deputato essere esperto del regolamento, mentre è dovere del Presidente esserlo perché il Presidente rappresenta la Camera (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania)! Il Presidente non è un organo gerarchico, ma rappresenta la Camera ed è il tutore del rispetto del regolamento. Qualora un deputato ignorasse un articolo del regolamento, sarebbe compito del Presidente metterlo in condizione di fare quanto il regolamento prescrive (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania). Perché se si stravolge un principio del genere, non ci si trova più in una Camera del Parlamento ma in una guerra tra bande, tra gruppi, tra chi ha torto o ragione, ma comunque non in una Camera dei deputati.
Quanto sta avvenendo con l'articolo 88, Presidente, è già avvenuto con l'articolo 61.
Sa bene che all'inizio della seduta ho fatto cinque richiami al regolamento e agli atti c'è la sua risposta, con la quale, non potendo compiere passi indietro, mi ha dovuto dare ragione, perché da un po' di tempo c'è un notevole nervosismo in aula. Anche l'accelerazione dei nostri lavori non deve mai andare a discapito delle regole; poi chi ha i numeri cercherà di vincere, ma lei deve principalmente tutelare le minoranze, non le maggioranze: a questo servono i regolamenti (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania)! Infatti le maggioranze hanno i numeri e le minoranze il regolamento e quindi il Presidente deve tutelarle!

PRESIDENTE. La informo che sta esaurendo il suo tempo, onorevole Buontempo.

TEODORO BUONTEMPO. Le chiedo scusa. Articolo 61, articolo 88 ... Sono due articoli...
Per quanto è avvenuto prima qui dentro, secondo me non c'erano gli estremi per espellere dall'aula il collega, perché in aula non stava avvenendo niente, perché c'è stato un attimo di scherzo con Pagliarini dopo tante ore. Il Presidente della Camera, al secondo richiamo, ha espulso dall'aula il collega della lega. Non lo può fare, perché solo dopo il secondo richiamo può espellere il deputato dall'aula!
Poi, mi scusi signor Presidente, c'è stata una violazione del regolamento che è gravissima. L'articolo 60, comma 2, così recita: "Se il deputato...

PRESIDENTE. Ha esaurito il suo tempo.

TEODORO BUONTEMPO. Le chiedo scusa.

PRESIDENTE. Ha esaurito il suo tempo. Sia sintetico. Le do un minuto ancora.

TEODORO BUONTEMPO. Dovrò allora chiederle nuovamente la parola per un altro richiamo al regolamento. Mi faccia finire!


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PRESIDENTE. Non è una concessione, anche qui; è il regolamento che lei chiede di applicare.

TEODORO BUONTEMPO. Dopo aver fatto un richiamo all'articolo 88, le chiedo di parlare dell'articolo 61.

PRESIDENTE. L'ha già fatto il richiamo all'articolo 61. L'ha fatto adesso.

TEODORO BUONTEMPO. No, non l'ho fatto, perché non sono riuscito a leggere l'articolo.

PRESIDENTE. Onorevole Buontempo...

TEODORO BUONTEMPO. Quando un deputato non esce dall'aula, si sospende la seduta! Ha capito? Questo è quello che dice l'articolo 60 (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania ). Non solo non avete sospeso la seduta, ma voi avete annullato un provvedimento in violazione di ogni norma regolamentare. Non si può consentire di andare avanti in questa maniera (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania)!

PRESIDENTE. Onorevole Buontempo, mi ascolti (Proteste del deputato Buontempo). Mi ascolti!

TEODORO BUONTEMPO. Legga quello che c'è scritto qui!

PRESIDENTE. L'ho letto da piccolo e lo rileggo un attimo...
Per quanto riguarda la questione relativa all'articolo 88, i colleghi non hanno chiesto di intervenire per illustrare i singoli ordini del giorno, bensì hanno chiesto di intervenire sul complesso degli ordini del giorno, cosa che stanno ora regolarmente facendo.
In fase di ostruzionismo, come ho già dichiarato ieri (e tutti quanti hanno assentito) c'è un rispetto rigoroso delle regole da parte dei colleghi che fanno legittimamente ostruzionismo e da parte di chi dirige i lavori dell'Assemblea. Nessuna norma impone al Presidente di fare da balia ai singoli deputati (Applausi polemici dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania Applausi dei deputati del gruppo della sinistra democratica-l'Ulivo). Ciascuno è stato eletto, ha svolto la propria battaglia politica, e così via. Ai colleghi della lega è sfuggito di chiedere questo.
(Una voce dai banchi del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania: "Professore, professore!)

ROBERTO CALDEROLI. Non è vero! Non c'è sfuggito niente!

ROBERTO GRUGNETTI. Lei è un prevaricatore!

PRESIDENTE. Ciascuno è stato eletto, ha fatto la sua battaglia politica, e così via. Ai colleghi della lega è sfuggito di chiedere questo. Questo è accaduto, punto e basta.

ROBERTO CALDEROLI. Ti sei mangiato il regolamento!

PRESIDENTE. Colleghi...! Per quanto riguarda l'altra questione, quella relativa all'espulsione, non ero presente e quindi non ho potuto constatare quello che è successo. Comunque, d'intesa con il Vicepresidente di turno, Acquarone, e per evitare che il gruppo della lega fosse penalizzato dal fatto che, facendo ostruzionismo, era privato di un collega che avrebbe potuto fare ostruzionismo con gli altri, ho ritenuto, ripeto, per tutelare il diritto del gruppo della lega, di revocare il provvedimento e consentire al collega Bampo di svolgere la sua battaglia.

TEODORO BUONTEMPO. Se non esce dall'aula si sospende la seduta!

PRESIDENTE. Non si può sospendere la seduta quando sono in corso 2votazioni. Sarebbe un colpo di mano del Presidente!

TEODORO BUONTEMPO. Non è così, il regolamento non dice quando si vota o no (Proteste dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania).


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(Una voce dai banchi del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania: "Regolamento sovietico")

PAOLO ARMAROLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo?

PAOLO ARMAROLI. Per un richiamo al regolamento, in collegamento a quanto diceva il collega Buontempo. Riconosco che il problema è piuttosto controverso e riconosco che ella, signor Presidente, l'ha posto in termini corretti; mi rimane un dubbio: a norma dell'articolo 88, primo comma, del regolamento, vi sono due fasi distinte su questo non c'è dubbio -, quella dell'illustrazione degli ordini del giorno e quella relativa alle dichiarazioni di voto. Pertanto le fasi sono tre: illustrazioni degli ordini del giorno, dichiarazioni di voto sugli ordini del giorno, votazione.
Il problema è che l'illustrazione è evidentemente una facoltà di cui può avvalersi o meno ciascun gruppo o il singolo deputato. Signor Presidente, con frase colorita ella ha detto che il Presidente non può fare da balia al gruppo ed è giusto; però capisco anche le ragioni dell'onorevole Buontempo, perché in certi casi e in certe fasi procedurali (anche perché non tutti siamo proceduralisti) mi domando (esprimo un dubbio) se il Presidente non debba ricordare che si è nella fase dell'illustrazione degli ordini del giorno e pertanto chiedere se qualcuno intenda intervenire.
Signor Presidente, il dubbio mi rimane, ma questo mi rafforza nella convinzione che la riforma regolamentare è quanto mai necessaria, anche se quello di cui ho parlato si può più semplicemente definire un'interpretazione del regolamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghezio. Ne ha facoltà.

MARIO BORGHEZIO. Signor Presidente, colleghi, signori del Governo, la presentazione di numerosi ordini del giorno da parte dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania costituisce la prova dell'impegno politico del nostro movimento non soltanto in questa sede parlamentare ma anche in quella molto operosa del parlamento della Padania sui problemi gravi e concreti che la manovra in esame mette in evidenza in tutta la loro bruciante attualità: dalla situazione economico-finanziaria (diciamo pure dal "baratro" economico-finanziario nel quale ci troviamo), ai mancati tagli sugli sprechi, alle mancate privatizzazioni, ai provvedimenti scioccanti nel settore farmaceutico, al fisco e, persino, al settore dei crediti all'artigianato, alle opere pubbliche ed alla questione che noi abbiamo sollevato dei bilanci delle organizzazioni sindacali.
Come è stato molto acutamente osservato, in una situazione come quella che ci troviamo ad affrontare il Governo avrebbe dovuto avere il coraggio di varare una forte manovra anticiclica, con al primo punto dell'ordine del giorno quello della ripresa degli investimenti, quello dei tagli degli sprechi e delle spese inutili, quello delle privatizzazioni e soprattutto quello di provvedimenti fiscali d'urto, che comportassero da subito un alleggerimento delle aliquote che gravano oggi sul sistema dell'impresa e particolarmente sulle piccole e medie imprese e sull'artigianato. Oltre a ciò, si sarebbero dovuti attrarre nel paese quegli investimenti che come i signori del Governo sanno benissimo con questi "venti" statalisti prendono direzioni molto diverse da quelle del nostro paese. Eppure, Dio sa se la struttura economica, la struttura dell'impresa soprattutto di quelle della Padania sarebbe adatta a ricevere oggi finanziamenti dall'estero!
Come accennavo in precedenza, tra i nostri ordini del giorno ve ne è uno molto significativo ed incisivo sulla trasparenza dei bilanci dei sindacati. Quest'ultimo coglie un aspetto estremamente significativo dei limiti che il regime partitocratico ha saputo fissare molto fortemente a tutela di uno dei suoi capisaldi: il vecchio potere dei sindacati unitari! Nel momento in cui le maggiori imprese del paese (dalla Finin


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vest alla Fiat) sono sotto inchiesta penale, e in cui finalmente è scattata pare anche un'inchiesta della magistratura sui mancati controlli della CONSOB in merito ai loro bilanci, oggi è semplicemente incredibile che i bilanci dei sindacati, con un giro d'affari di 3.000 miliardi annui, abbiano le caratteristiche di oscurità e di poca o nessuna trasparenza, che tutti ben conosciamo!
Altri due ordini del giorno che abbiamo presentato vertono su questioni che riguardano da vicino le regioni della Padania, particolarmente il Piemonte e la Liguria. Il primo concerne i danni alluvionali del novembre del 1994. A tale riguardo, il Governo dovrebbe sapere che persino quelli della precedente alluvione nel Canavese del 1993 tardano ancora ad essere risarciti, in quanto è prevista la riduzione per il 1996 delle autorizzazioni di spesa per gli interventi di ripristino delle opere pubbliche danneggiate da tali alluvioni.
Per quanto riguarda tale ordine del giorno, ovviamente attenderemo di conoscere il voto dei parlamentari eletti nella Padania, ma in liste diverse dalla nostra: un voto positivo su di esso, consentirebbe di metter fine a questi slittamenti che sono semplicemente vergognosi...

PRESIDENTE. Onorevole Borghezio, deve concludere!

MARIO BORGHEZIO. Sono tali anche perché la gente del Piemonte ha ragione quando afferma di essere stanca di attendere questi adempimenti da parte dello Stato centralista. È questa una regione che produce, che lavora e che si è rivolta più volte alle autorità, civilmente, con manifestazioni della società civile, in piedi e con la schiena dritta tipica di chi lavora e produce onestamente e contando soprattutto su se stesso: questa regione ha il diritto di avere finalmente da "Roma ladrona" i soldi che le spettano, per essere stati estorti...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Borghezio.

MARIO BORGHEZIO ...e rapinati da un fisco rapace... (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bosco. Ne ha facoltà.

RINALDO BOSCO. Signor Presidente, intervengo in relazione all'ordine del giorno che ho presentato, riservandomi poi, magari alla fine quando avremo chiarito quali siano le procedure del regolamento da seguire, di intervenire per la dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. È già chiarito, onorevole collega.

RINALDO BOSCO. Non si sa mai, Presidente, la vita gira, e gira anche qui...! Ho chiesto un minuto di silenzio per commemorare la sanità; questa sanità alla quale si toglie sempre di più, credendo di poter risolvere i problemi del paese!
Presidente, io vengo da un piccolo paese del Friuli; in quella regione la gente lavora sodo, parte al mattino con il buio e rientra a tarda sera (Commenti). È gente che ascolto ogni giorno, e non solo in campagna elettorale, come voi (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania)! È gente che è stufa di avere come "socio" questo Stato che nel tempo è diventato il "socio di maggioranza", senza dividerne i rischi d'impresa, anzi aggravando il rischio che le nostre aziende affrontano ogni giorno per i gravi pesi fiscali e per quelli inerenti la presenza asfissiante della Guardia di finanza, che opera per strada e nelle aziende, aggravando ancora di più i costi, per consegnare allo Stato conti che poi non tornano mai, per infliggere multe "megagalattiche" che non esistono, al solo fine di rilevare errori formali che ci impediscono di lavorare! E si sa che quando non lavorano le imprese non lavorano neppure gli operai, le maestranze; e se non lavorano e non guadagnano, non possono neppure pagare le imposte; e se non pagano le tasse non possono neanche mante


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nere tutti quei parassiti che si annidano negli enti inutili che questo Governo, invece, non combatte e continua a far vivere perché clientelare, connivente con il sistema che si vuol mantenere, oggi come ieri.
Signori, quello che voi reggete è il secondo tempo della prima Repubblica, non è ancora la seconda Repubblica! Noi vi porteremo nella seconda Repubblica, quando avremo la nostra Padania libera e avremo due monete per rivitalizzare il sistema economico (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania)! Signor Presidente, quando un'animale è infestato dai parassiti, prima o tardi muore dissanguato.

GIULIO CONTI. Sei friulano tu: che c'entra la Padania con il Friuli?

RINALDO BOSCO. Mi dispiace parlare in quest'aula di "pidocchi", ma di questo si tratta, quando si vogliono difendere queste "manovrine" che portano solamente nuove tasse e non tagliano mai le spese. Vede, Presidente, quando si attenta alla società civile e vitale del paese, quella che produce, quando ci si attacca a chi lavora per premiare chi non fa nulla, si dà cattivo esempio anche ai giovani che non capiranno mai che c'è posto solo per chi vive lavorando, perché dove c'è un pastore di solito c'è anche un gregge. E questo gregge, signori miei, è quello che vi ha dato il voto, il consenso, che mi auguro capisca di aver mal riposto la sua fiducia, perché lo state spremendo!
Signor Presidente, il nostro gruppo sosterrà gli ordini del giorno presentati e non dichiarati inammissibili, non essendo collegati ad emendamenti cancellati e resi disponibili dall'azione del Governo che ha ritenuto di ricorrere al voto di fiducia, e ciò ha un suo profondo significato. Innanzitutto ciò è la dimostrazione che i deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania, anche se al collega di alleanza nazionale non piace, hanno partecipato in modo attivo all'intero dibattito e non ritengono inutile la propria azione anche a fronte del blocco di una discussione che ha evidenziato...

PRESIDENTE. Onorevole collega, deve concludere.

RINALDO BOSCO. ...la volontà del Governo e della maggioranza di non discutere e di non confrontarsi in alcun modo con chi della maggioranza non fa parte. E chi non tiene conto della minoranza, chi non vuole il confronto certamente non vuole la democrazia! Di questo noi vi accusiamo, voi che volete continuare ad aggravare...(Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Bosco.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Calderoli. Ne ha facoltà.

ROBERTO CALDEROLI. Signor Presidente, prima di intervenire, ritengo sia necessario un richiamo al regolamento con riferimento all'articolo 89. Giacché lei ha dichiarato inammissibile il mio ordine del giorno n.9/1857/39, vorrei sollecitare il Presidente a considerare l'ipotesi di consultare l'Assemblea circa tale inammissibilità, alla luce di ciò che vado ad esporre.

PRESIDENTE. Onorevole Calderoli, quanto lei chiede non è possibile giacché siamo in fase di dichiarazione di voto; la sua richiesta atteneva alla fase precedente. Alcuni colleghi, infatti, hanno giustamente contestato l'inammissibilità, ma, in quella fase nessuno ha chiesto un voto.
Ripeto, doveva intervenire in quella fase. Adesso svolga la sua dichiarazione di voto.

ROBERTO CALDEROLI. Grazie, Presidente, per la precedente e l'attuale dimostrazione di democrazia da parte di questa Assemblea.
Utilizzerò pertanto il tempo che ci è stato assegnato per le dichiarazioni di voto per parlare di qualcosa che di ostruzionistico forse non ha proprio niente e che in


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vece probabilmente si ispira al buon senso.
Tenuto conto che il provvedimento in esame è teso al contenimento della spesa, anche di quella sanitaria e farmaceutica, tutti siamo al corrente del fatto che ciò che oggi spendiamo è pochissimo in relazione a quanto veniva speso nel passato e che con il di più qualcuno ci si è "ingrassato".
Con il mio ordine del giorno si chiedeva al Governo di promuovere un'indagine sugli scandali del settore farmaceutico al fine di rendere possibile, in tempi brevi, l'identificazione dei responsabili. Non credo che il Presidente ignori che il Ministero della sanità svolga proprio e mi dispiace non vi sia nemmeno un rappresentante di quel dicastero, trattando specificatamente la materia la funzione di sorveglianza e di controllo...Chiedo scusa, non mi ero accorto che il ministro è seduto tra i banchi dei deputati del gruppo dei popolari e democratici-l'Ulivo; evidentemente è così ansiosa di rivivere il ruolo di deputato che preferisce sedere qui anziché nei banchi del Governo...! Anche se ad essere onesti mi rendo conto che quest'ultimo è un posto estremamente difficile da occupare nel periodo attuale.
Credo che in questo momento nessuno possa negare al Parlamento di sollecitare il Governo a compiere ciò che qualcun altro fino ad oggi non ha fatto. Forse i personaggi più noti li abbiamo anche pescati, mi chiedo però quali siano i responsabili, tutti i responsabili, anche coloro che magari siedono ancora nelle varie Commissioni o nel ministero (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania). Oggi stiamo affrontando il tema di proporre di rimborsare esclusivamente i farmaci che costano di meno (non tra farmaci simili, ma tra farmaci identici); mi sembra una forma di monopolio imporre che venga rimborsato solo un tipo di farmaco; sarebbe più corretto rimborsarli tutti fino al limite rappresentato da quello che costa di meno. Mi chiedo chi sia quel funzionario, quel membro della commissione unica del farmaco che abbia deciso di far pagare il farmaco tre volte il suo prezzo, giacché ciò ha consentito il furto che è stato perpetuato fino ad oggi. I cittadini devono essere avvisati non solo del fatto che in futuro potrebbe dover pagare certi farmaci; devono essere avvisati del fatto che qualcuno fino ad oggi glieli ha fatti pagare tre volte, quando il farmaco mutava solo per il colore della confezione. Ebbene, quando si chiede di verificare chi abbia consentito di far pagare 15 mila lire un farmaco che ne costava 5 mila (il prezzo è ancora attuale, caro Presidente, potrebbe capitare anche a lei di doverne acquistare uno)... Richiamo la sua attenzione, signor Presidente; è un richiamo al regolamento; il regolamento infatti mi impone di rivolgermi al Presidente. Ma se quest'ultimo è girato, a chi mi rivolgo?

PRESIDENTE. Avevo l'orecchio volto alle sue parole, per ascoltarla meglio, onorevole collega!

ROBERTO CALDEROLI. Non ho mai dubitato sulle capacità delle sue orecchie, Presidente, anche a vista...

PRESIDENTE. Alludeva alla potenzialità, non al volume...!

ROBERTO CALDEROLI. C'era anche un collega che la disturbava: a questo punto lo richiamerei ufficialmente...!

GIULIO CONTI. Sei in forma!

ROBERTO CALDEROLI. Giulio, sono in forma gli altri...!
A questo punto voglio svolgere la mia dichiarazione di voto sull'ordine del giorno. Vorrei proprio sapere perché il rappresentante del Governo... Signor sottosegretario, lei che ha espresso i pareri!

PRESIDENTE. Onorevole Calderoli, si rivolga al Presidente.

ROBERTO CALDEROLI. Presidente, il problema è che nell'ordine del giorno si cerca di chiarire... E non ascolta!


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FRANCESCO STORACE. C'è Bogi!

PRESIDENTE. Onorevole Calderoli, la ascolto io e poi riferirò al sottosegretario.

ROBERTO CALDEROLI. Presidente, qui c'è un sottosegretario di questo Governo che ha rilasciato delle dichiarazioni che secondo me sono forse di rilevanza addirittura penale.

PRESIDENTE. Dovrebbe concludere, onorevole Calderoli...

ROBERTO CALDEROLI. Nell'ordine del giorno Cé n.9/1857/46 si chiede al Governo di chiarire quale sia il significato delle parole "possibili reazioni dell'azienda titolare" e "prezzo derivante da contrattazione", pronunciate dal sottosegretario di Stato per la sanità, di cui c'è una copia scritta consegnata in Commissione.
Credo che da parte del Governo non vi sia alcuna difficoltà a chiarire quale significato si nasconda dietro questa contrattazione, che ignoravo il Ministero della sanità facesse, magari sottobanco.

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Calderoli.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Calzavara o Calzavàra, non so. Ne ha facoltà.
Onorevole Calzavara, la prego: non manipoli troppo il microfono.

FABIO CALZAVARA. È tutto storto, signor Presidente, ma non sono stato io, lo giuro; forse sono stati i miei predecessori...

PRESIDENTE. Chieda all'onorevole Roscia se ne sa qualcosa!

FABIO CALZAVARA. Comunque, Presidente, mi chiamo Calzavàra.

PRESIDENTE. La ringrazio della precisazione. Continui, la prego.

FABIO CALZAVARA. Signor Presidente, membri del Governo (Si ride), deputate e deputati italiani, deputati e deputate padani (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania), anch'io, come delegato parlamentare veneto della Padania, mi riservo di intervenire eventualmente sui singoli ordini del giorno.

PRESIDENTE. Come lei sa, questo non sarà possibile.
Prosegua prego.

FABIO CALZAVARA. Io non sono parlamentare da vent'anni come voi e non ho avuto i vostri insegnanti (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania)!

PRESIDENTE. Colmerà comunque rapidamente la differenza.

FABIO CALZAVARA. Presidente, queste interruzioni naturalmente vanno computate.

PRESIDENTE. Sì, stia tranquillo.

FABIO CALZAVARA. Come neodeputato, debbo dire di essere sgomento per l'andamento dei lavori e non tanto di quelli di questa sera o della giornata di ieri; sono rimasto sgomento fin dal primo giorno dell'Assemblea parlamentare.
Siamo al centro del potere centralista e quindi dovremmo anche avere il massimo della programmazione ed il non plus ultra della precisione. Invece, il modus operandi ispirato dalle vostre madri putative (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania), cioè se non fosse chiaro dai vostri predecessori, è portatore di improvvisazioni e, quindi, di mancanza di serietà. Per fortuna il popolo fuori da quest'aula ne è sempre più a conoscenza.
Desidero comunque evidenziare che gli ordini del giorno presentati dalla lega nord per l'indipendenza della Padania, non sono proprio indipendentisti e forse neppure federalisti mentre, per converso... Va bene che sono uno degli ultimi arrivati, ma per favore almeno mi faccia godere di questi cinque minuti di gloria!


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PRESIDENTE. Questa volta stavo ascoltando con l'orecchio destro, prima era il sinistro!

FABIO CALZAVARA. Come stavo dicendo, per converso, i provvedimenti adottati dal Governo, che in tutta la campagna elettorale si è sforzato di dichiararsi, attraverso i suoi membri, federalista, di federalismo non ne hanno neanche un po'; anzi, peccano vergognosamente di vecchia gestione partitocratica e vecchio clientelismo fallimentare, da prima e se continuate così ultima Repubblica.
Per fortuna che il nostro parlamento di Mantova non opera in questa maniera (Commenti) e permette di dare fiducia ai popoli della Padania, affamati, assetati e desiderosi di certezze democratiche, di oneste sicurezze economiche e di una giustizia chiara.
Vorrei riferirmi in modo particolare ad un aspetto a cui tengo personalmente e al quale il mio collega Anghinoni, che mi ha preceduto, ha già accennato. Egli ha detto: grazie al vostro voto di fiducia, l'ordine del giorno che voleva riequilibrare il settore della bieticoltura sparisce. Potremmo forse gridare al miracolo, ma che cosa ne pensano i bieticoltori di questo miracolo? Dopo il furto delle quote dello zucchero, ora si vedono buttati allo sbaraglio dalla sparizione di questo provvedimento.

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Calzavara.

FABIO CALZAVARA. Il vostro voto di fiducia insegna innanzitutto come uccidere il dialogo politico e democratico e in secondo luogo come abbandonare un intero settore, in questo caso della bieticoltura ma non solo questo, purtroppo.
D'altra parte, vediamo l'attuale Governo quali alchimie...

PRESIDENTE. La ringrazio, collega.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Caparini. Ne ha facoltà.

DAVIDE CAPARINI. Signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, colleghi deputati del Parlamento romano, colleghi deputati del parlamento della Padania (Commenti dei deputati del gruppo di alleanza nazionale Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania)...

GIULIO CONTI. Scimmia! Scimmietta!

DAVIDE CAPARINI. Intervengo sul complesso degli ordini del giorno, riservandomi poi di prendere la parola sui singoli ordini del giorno...
Il gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania ha presentato e sostenuto alcuni ordini del giorno che si sono avvalsi anche del contributo del parlamento della Padania. In questi ordini del giorno... Presidente, se vuole potrei portare dei pop corn o delle patatine, così almeno facciamo un happening, perché credo che questo Parlamento...

PRESIDENTE. Onorevole Roscia! Onorevole Roscia! Chiami l'onorevole Roscia che è davanti a lei, così le consente di parlare!

DAVIDE CAPARINI. Presidente, l'onorevole Roscia è seduto qui dietro!

PRESIDENTE. È vero, ha ragione! Ho confuso un altro deputato con l'onorevole Roscia!

DAVIDE CAPARINI. Presidente, se ha problemi di strabismo non è colpa mia!

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole collega. Capita!

DAVIDE CAPARINI. In tutte le classi c'è sempre l'alunno cattivo, mi sembra!
La mancanza di dialogo voluta da questa maggioranza catto-comunista non ha permesso di confrontarci su alcuni punti salienti da noi evidenziati, come per esempio la certificazione per "snidare" le centinaia di migliaia di invalidi che truffano i cittadini padani che lavorano, e lavorano molto duramente per mantenerli. Solo noi, a quanto sembra, perché vedo che la vostra sensibilità per il lavoro è tale che pro


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babilmente qui di lavoro ne avete visto e fatto poco (Proteste)!
Gli oltre 13 miliardi di assegni che è stato stimato vengono pagati ogni anno ai falsi invalidi, soprattutto al sud, gridano vendetta (Proteste)! Sono convinto che coloro che in Padania producono ogni giorno per mantenere questi clientelismi e questi assistenzialismi che vi permettono di essere eletti...

GIULIO CONTI. Razzista! Sei un razzista!

DAVIDE CAPARINI. Sì, grazie! OK!

GIUSEPPE DEL BARONE. Buffone!

GIULIO CONTI. Sei un razzista scemo! Scemo!

PRESIDENTE. Onorevole Conti!

DAVIDE CAPARINI. Presidente, vorrei parlare!

GIULIO CONTI. Razzista biondo! È un discorso razzista! Lo deve richiamare Presidente!

PRESIDENTE. Onorevole Conti!

DAVIDE CAPARINI. Presidente, visto che questo è il Parlamento della Repubblica...

GIULIO CONTI. Vai a casa! Vai dai tuoi biondi, scemo!

PRESIDENTE. Onorevole Conti!

GIULIO CONTI. Sei una scimmietta!

PRESIDENTE. Onorevole Conti, la richiamo all'ordine!

GIULIO CONTI. Deve richiamare lui, Presidente! Bisogna che se la smetta!

DAVIDE CAPARINI. Finché c'è...

GIULIO CONTI. Vai via, Sigfrido!

DAVIDE CAPARINI. Va bene, ragazzo! Stai calmo!

GIULIO CONTI. Lo richiami! È un mascalzone!

PRESIDENTE. Prego, collega! Facciamo i commenti domani mattina!
Onorevole Conti, si accomodi!

GIULIO CONTI. Razzista!

PRESIDENTE. Calma, colleghi!
Continui il suo intervento, onorevole Caparini!

GIULIO CONTI. È lui che deve richiamare!

PRESIDENTE. Onorevole Conti! Onorevole Conti! Onorevole Conti la richiamo all'ordine per la seconda volta!

GIULIO CONTI. Non ho fatto niente, Presidente!

PRESIDENTE. Onorevole Conti, devo escluderla dall'aula... Onorevoli colleghi! Onorevoli colleghi! (I deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania gridano: Secessione! Secessione!) Colleghi, prendete posto! (I deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania espongono uno striscione recante la scritta: Secessione). Si tolga quello striscione! (Vivissime proteste Tumulti). Sospendo la seduta per cinque minuti.

La seduta, sospesa alle 0,10 di giovedì 1^ agosto, è ripresa alle 0,15.

PRESIDENTE. Colleghi, vi prego di riprendere posto. Può riprendere il suo intervento, onorevole Caparini.

DAVIDE CAPARINI. Quanto tempo ho ancora, Presidente?

PRESIDENTE. Riprenda pure dall'inizio.

DAVIDE CAPARINI. Questa manovra avrà sicuramente gravissime conseguenze sulle categorie produttive del paese e sulla Padania. Questa manovra ha criminalmente cancellato 1.500 miliardi che sarebbero andati a completo beneficio della produzione. Lei, Presidente del Consiglio,


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ha tagliato cento miliardi previsti per le aree depresse del nord ed ha distratto cento miliardi destinati agli aiuti per la produzione industriale. La scelta di operare una politica economica di ridistribuzione discriminatoria ha portato alle sciagurate scelte di finanziamenti per progetti di demitiana memoria come il ponte sullo Stretto di Messina o la linea Salerno-Reggio Calabria mentre la Padania è soffocata da un sistema viario insufficiente e non proponibile per un paese che deve entrare in Europa.
Mentre migliaia di miliardi prendono per l'ennesima volta la via del sud la Padania soffre per una carenza strutturale e per una continua mancanza di...

MICHELE RALLO. Bugiardo, sei un bugiardo (Commenti dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania!

PRESIDENTE. Collega, per favore. Continui pure, onorevole Caparini.

DAVIDE CAPARINI. La constatazione di come la classe politica dirigente utilizzi gli strumenti in suo possesso nel tentativo di rimandare l'inevitabile processo di rinegoziazione al fine di affrontare i meccanismi di risoluzione del contenzioso sorto tra la Padania e l'Italia porta irrimediabilmente ad una estremizzazione del contenzioso politico.

GENNARO MALGIERI. Dov'è la Padania?

DAVIDE CAPARINI. Una contrapposizione che ha le sue radici nell'attuazione di una politica centralista e colonialista che attraverso il controllo dei punti cardine del sistema come la giustizia, la scuola e il fisco si è garantita il dominio sull'economia instaurando un sistema di ridistribuzione discriminatorio. Una classe dirigente che gestendo...

PRESIDENTE. Collega, deve affrettarsi a concludere ora.

DAVIDE CAPARINI. Per questo e per altri motivi, oltre che ricordare che la Padania è composta da popolo lombardo, da popolo piemontese, da popolo...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Caparini.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ce'. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO CÈ. Vorrei iniziare a parlare, se è possibile.

PRESIDENTE. Onorevole Giovanardi, per cortesia.

ALESSANDRO CÈ. Spero di non essere interrotto ulteriormente.

PRESIDENTE. Anch'io lo spero.

ALESSANDRO CÈ. Anche perché mi sembra che vi sia un andazzo realmente inaccettabile (Commenti). Lasciatemi parlare! Consentitemi almeno di esprimere il mio parere.
Abbiamo presentato molti ordini del giorno per supplire alla possibilità che ci è stata negata la prima volta in Commissione e purtroppo per la seconda volta in quest'aula. Ci risulta infatti siano stati presentati due documenti che non risultano invece al Presidente Violante.
Ci si consenta almeno di esprimere con chiarezza la nostra opinione, visto che all'interno di quest'aula dovremmo essere tutelati al riguardo e si impedisca invece di travisare quello che viene affermato. A quanto mi risulta, le dichiarazioni dell'onorevole Caparini, che mi ha preceduto, non erano altro che la pura e semplice verità, ossia che dai controlli effettuati al sud è risultato che la maggior parte delle pensioni erogate sono false (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania). Ragazzi miei: questi sono dati di fatto! Se poi voi, sull'onda di questo, vi sentite autorizzati a dare del razzista a qualcuno, vi autodefinite! (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania).


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Per quanto riguarda invece il merito della questione, vorrei sottolineare che il complesso degli ordini del giorno che abbiamo presentato tende a rimediare ad una carenza strutturale della cosiddetta "manovrina". In particolare, sul problema dei farmaci, sappiamo che anche all'interno della maggioranza vi è stato un confronto serrato ed una diversità di opinioni. Non ci togliamo dalla mente l'idea che realmente la fiducia sia stata posta anche un po' per evitare che si arrivasse al voto su un emendamento che avrebbe accentuato la spaccatura iniziale della maggioranza. Infatti, il ministro Bindi è intervenuto sulla riclassificazione dei farmaci in maniera, come già dichiarato dal capogruppo Pagliarini, "bulgara", non tenendo conto della tutela dei pazienti ai quali è rivolta.
Sappiamo che la spesa sanitaria è stata ridotta negli ultimi anni di ben 5 mila miliardi e, come già accennato dal mio collega Calderoli, non si è adeguatamente indagato per accertare chi lucrava sull'esagerata spesa sanitaria.
Si è voluto introdurre il concetto del farmaco di riferimento in maniera assolutamente imprecisa ed inadeguata e, a breve distanza di tempo, ci renderemo tutti conto che questo produrrà risultati disastrosi. Si è voluto attribuire maggiore potere, peraltro già enorme nel nostro paese, alla CUF, che può decidere con il decreto in questione se declassare nella fascia C, a sua discrezione (secondo parametri poco bene identificabili e sottoposti tra l'altro alle pressioni delle lobbies farmaceutiche, che in Italia sono enormi) prodotti che saranno a completo carico del paziente. Questo è assurdo perché danneggia anche tutte quelle aziende farmaceutiche che, pur operando sul mercato ed agendo in maniera corretta, non sono in grado oggi di ridurre i costi dei loro prodotti al livello dei farmaci di importo minore.
Un'altra questione, cui si è già accennato riguarda le dichiarazioni del sottosegretario...

PRESIDENTE. Onorevole Cè, deve concludere.

ALESSANDRO CÈ. Un momento, signor Presidente. Come dicevo, le dichiarazioni rese in Commissione dal sottosegretario di Stato per la sanità sono effettivamente gravissime. Quando egli dichiara che il Betaferon è l'unico farmaco che può essere somministrato per la terapia della sclerosi multipla, perché questo è stato deciso con l'azienda farmaceutica che lo produce, tale dichiarazione è inaudita, da denuncia vera e propria!
Non si capisce come mai altri farmaci che, invece, tuttora sono somministrati ad altri pazienti non possano continuare ad essere somministrati, solo perché il sottosegretario ed il ministro Bindi non sono d'accordo su questa possibilità (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Chiappori. Ne ha facoltà.

GIACOMO CHIAPPORI. Signor Presidente, rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, in campagna elettorale i colleghi della maggioranza si proponevano agli elettori come un teorema facile da interpretare, ma difficile da applicare: meno tasse e più servizi.
A distanza di pochi mesi abbiamo la risposta al dilemma: "manovrina", che peraltro non prevede nuove entrate attraverso la riscossione di tasse, ma camuffa queste ultime con un sistema forse peggiore che è quello dei tagli. Ed allora vengono tagliate le risorse destinate alle zone alluvionate, alla sanità (100 e 700 miliardi), all'artigianato e all'industria. Mi meraviglio che in questo Governo, in cui c'è la grande presenza del popolo ligure ... All'interno di quest'aula vedo un certo signor Repetto che sorride di quella sua Liguria, che ha patito tanto l'alluvione ma che non può avere un soldino, di quella sua Liguria che ha una ferrovia per il collegamento Genova-Ventimiglia, che risale al 1900. Dovete sapere che dalle 22,30 in poi non si può più andare a Ventimiglia


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perché non c'è più un treno. E siamo nel 2000 (Commenti)! Lo so che vi sembra strano, ma è vero!
A questo punto diciamo che lo stesso sistema viene adottato per il collegamento Torino-Savona. Ma poi andiamo oltre, Repetto, perché il sistema viene adottato anche per la statale n.28. Quindi, la Liguria, nel suo Ponente è il ... Burundi! Adesso si vanno a tagliare quei 400 e rotti miliardi a favore di che cosa? Ascolta bene, caro Repetto: a favore di una normativa europea nella quale si dice che è entrata nel ciclo turistico la Calabria ben venga, non voglio dire di no ma così andiamo a rifare un'autostrada che non è mai stata pagata, mentre in Liguria la paghiamo tremila lire per duecento metri. Hai capito, Repetto (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania)?
Il sistema dei tagli passa attraverso... (Commenti del deputato Napoli). Se vuoi continuare, continua pure. Io non ho disturbato nessuno.

PRESIDENTE. Onorevole Ce', la prego di parlare rivolgendosi alla Presidenza.

GIACOMO CHIAPPORI. Mi scusi, io sono Chiappori ma lei mi chiama Ce'.

PRESIDENTE. Parli rivolgendosi alla Presidenza. Io la ascolto con grande attenzione.

GIACOMO CHIAPPORI. Abbiamo effettivamente provato a farci sentire o comunque a far sentire la voce della lega in maniera seria e coerente, credo. Evidentemente con l'arroganza del potere (che deriva forse dal potere), non abbiamo ottenuto alcun risultato. Lo si vede in quest'aula come lo abbiamo visto nelle Commissioni. I nostri emendamenti valgono zero, non vengono recepiti; qualcuno ci sorride.
A questo punto abbiamo fatto una serie di azioni in quest'aula e le avete viste che hanno dimostrato praticamente, credo, al di là di tutto quello che avete detto fino adesso, la serietà di questo gruppo nel fare l'opposizione che gli compete. E, al di là delle parole, non potete dire di no!
A questo punto riteniamo che questa nostra opposizione non abbia un effetto inutile o sterile. Abbiamo infatti evidenziato, in quattro o cinque ore, tre fattori molto importanti: la fragilità di nervi del Governo...

PRESIDENTE. Onorevole collega, dovrebbe avviarsi a concludere.

GIACOMO CHIAPPORI. Uno interviene come vuole, no?! Il fatto che la lega sia effettivamente l'unica forza di opposizione è anche confermato dai colleghi di forza Italia e l'ho sentito dai colleghi di alleanza nazionale; ho avvertito questa vostra impotenza e la voglia, forse, di ciò che ha fatto la lega in questi ultimi giorni (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania).
Abbiamo anche dimostrato che se il Governo non tratta o se comunque la maggioranza non comincia a trattare in maniera seria la minoranza, allora questo Governo avrà bisogno di ricorrere molte volte al voto di fiducia.
Concludo dicendo che non sono stati previsti interventi strutturali, che i tagli sono stati fatti non tanto agli sprechi ma alle spese pubbliche, che non si è affrontata la semplificazione di norme burocratiche...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Chiappori.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Chincarini. Ne ha facoltà.

GIACOMO CHIAPPORI. Presidente, mi faccia parlare!

PRESIDENTE. Prego, onorevole Chincarini.

UMBERTO CHINCARINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, radi rappresentanti del Governo, prima di entrare nel merito della mia dichiarazione circa il complesso degli ordini del giorno "sopravvissuti" al vaglio della Presidenza ed alle


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conseguenti dichiarazioni di voto, mi corre l'obbligo di esprimere...

PRESIDENTE. Mi scusi, voglio dirle che queste sono le dichiarazioni di voto!

UMBERTO CHINCARINI. Lo capisco.
Mi corre l'obbligo di esprimere il mio disagio per aver vissuto in prima persona i tafferugli di poco fa in occasione del voto di fiducia: il disagio, non la sorpresa. Immagino che domani la stampa di regime dipingerà l'accaduto come l'ennesimo eccesso tra virgolette della lega nord per l'indipendenza della Padania. Io respingo con fermezza quella che sarà la nuova provocazione cattocomunista prezzolata (Applausi dei deputati del gruppo lega nord per l'indipendenza della Padania)!
La volgarità delle espressioni verbali con cui gli esponenti della maggioranza ci hanno aggredito per un nostro atteggiamento formalmente corretto è preoccupante: i razzisti, i violenti, i fascisti siete voi!

TIZIANA VALPIANA. Buffone!

UMBERTO CHINCARINI. Dinanzi alle prime avvisaglie di quella che sarà la nostra grande rivoluzione pacifica, gandhiana, che porterà inesorabilmente all'indipendenza del nord (Commenti)...

PRESIDENTE. Colleghi!

UMBERTO CHINCARINI. Dinanzi, dicevo, alle prime avvisaglie di quella che sarà la nostra grande rivoluzione pacifica, gandhiana che porterà inesorabilmente all'indipendenza del nord, dinanzi alla espressione democratica di contrarietà al regime corrente, reagiscono con l'intimidazione, con l'insulto, con la forza!
I trascorsi di fiancheggiatori del terrorismo degli anni di piombo di alcuni vostri componenti non vengono cancellati da cravatte buone e da giacche eleganti (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania)!
Compagni, era questo lo Stato che volevate? È possibile che alcuni nostri giovani militanti solo per aver avuto l'ardire di indossare una maglietta, una camicia verde, simbolo di libertà, debbano subire perquisizioni, intimidazioni, preavvisi di sanzioni? Questo è il vostro garantismo, questa è la vostra cultura governativa, questo è il vostro modo d'intendere il rapporto tra maggioranza ed opposizione?
L'opposizione al sistema si può fare anche non condividendo le scelte della maggioranza: io vi chiedo di consentircelo.
Esprimo contrarietà per l'ecatombe degli ordini del giorno, sottolineando tuttavia che i due accolti come raccomandazione dal Governo mi riferisco agli ordini del giorno Pistone e Bonato n.9/1857/10 e Moroni n.9/1857/12 trovano il mio completo appoggio. Tuttavia credo che come altri accolti come raccomandazione finiranno nel dimenticatoio, archiviati, ma li seguirò anche nei prossimi mesi.
È vero che la riforma dell'organizzazione dei trasferimenti agli enti locali va profondamente rivista, ma temo che questo Governo, questa maggioranza non faranno in tempo a salvare il nord dalla rovina.
Sui nostri manifesti in campagna elettorale era scritto chiaramente e semplicemente: basta tasse, basta Roma! Non abbiamo ingannato gli elettori.
Questa manovra di bilancio è superata perché manca una sintesi che sia di facile lettura per tutti. Manca inoltre la situazione del patrimonio e ci sono ancora voci che ci tramandiamo ormai da secoli, come le partite di giro e le partite di transito, che con la ragioneria non hanno assolutamente niente a che fare.

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Chincarini.

UMBERTO CHINCARINI. Volevo solo dire che abbiamo tentato di lavorare in Commissione e in aula sulla sostanza, ma c'è stato impedito (Applausi dei deputati del gruppo lega nord per l'indipendenza della PadaniaCongratulazioni).

PRESIDENTE. Onorevole Chiappori, lei aveva chiesto di parlare: a quale titolo?


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GIACOMO CHIAPPORI. Rinuncio.

PRESIDENTE. Sta bene.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ciapusci. Ne ha facoltà.

ELENA CIAPUSCI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, spero che anche per l'ora tarda non dormiate tutti.
Nella manovra che ci viene sottoposta per la votazione ci sono parecchi tagli agli investimenti e alle spese. Tra i tagli alle spese molti riguardano l'assistenza sanitaria. Queste ristrettezze pongono il nostro paese su un piano di sottosviluppo sociale.
Il Governo giorni addietro emanò provvedimenti che non ci possiamo permettere (lo sottolineo) a favore dei Rom presenti nel nostro paese: 35 mila lire al giorno, un milione e 50 mila lire al mese!
Se qualcuno non lo sa ancora, voglio far presente una cosa: ci sono persone, pensionati, che hanno pagato le tasse e i contributi nel nostro paese e che vivono con una pensione di 600 mila lire o poco più.

NICHI VENDOLA. Studia l'italiano, ignorante!

ELENA CIAPUSCI. Io vorrei chiedere al Governo o agli onorevoli colleghi, se mi possono dare una risposta, come mai, se un nostro concittadino, un contribuente italiano che ha pagato le imposte, può vivere con 600 mila lire, diamo un milione e 50 mila lire ai Rom per poter vivere. E poi dicono che i razzisti siamo noi (Applausi dei deputati dei gruppi della lega nord per l'indipendenza della Padania, di alleanza nazionale e del deputato Rosso Applausi polemici del deputato Taradash)!
Se qualcuno non ricorda bene la matematica, tra 600 mila lire e un milione e 50 mila c'è il 50 per cento in più (Commenti Una voce: "Vergognati!").
Questo Governo con questa manovra...

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia... Onorevole Diliberto, le dispiace consentire all'onorevole Ciapusci di proseguire?

ELENA CIAPUSCI. È sintomo che si sono svegliati!
Questo Governo, con questa manovra che viene chiamata "manovrina", chiede ancora una volta dei sacrifici, estremi e continui sacrifici ai cittadini, ai contribuenti che pagano regolarmente i tributi in Italia senza avere in cambio nessun servizio. Qualora si debba ricorrere all'assistenza sanitaria, pagata regolarmente, dobbiamo corrisponderne ancora il costo, che in pratica viene pagato due volte.
Uno Stato che vuole definirsi avanzato non può far morire i suoi cittadini perché non può permettersi di assorbire i costi per far vivere in un'Italia decente. Mi riferisco alla sanità, ai collegamenti e alla viabilità nel paese. Soltanto sulla viabilità abbiamo un bollettino di guerra!
In questa "manovrina" dico manovrina tra parentesi ...

FRANCESCO STORACE. È una "manovrona"!

ROLANDO FONTAN. Bravo, Storace!

ELENA CIAPUSCI. ...che è una manovrona, come dice il collega di alleanza nazionale. È vero, ha ragione. Tra l'altro non so proprio come si vorrà definire la prossima manovra di bilancio, visto che questa è una manovrina...

ROLANDO FONTAN. Manovra-bis!

ELENA CIAPUSCI. Con questa manovra il Governo taglia gli investimenti al paese penalizzando le piccole e medie imprese perché aumenta per queste i costi. Faccio presente che è la piccola e media impresa a pagare oltre il 60 per cento delle entrate dello Stato. Ebbene, penalizzando sempre queste imprese, si penalizzano le entrate dello Stato, si demoralizzano i concittadini e i contribuenti.
Mi viene il sospetto che questo Governo voglia affossare la capacità imprenditoriale degli italiani...


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PRESIDENTE. Deve concludere, collega.

ELENA CIAPUSCI. Concludo, un attimo.
Il Governo vuole affossare la capacità contributiva e tutto quello che di privato e di libero c'è ancora in questa Italia, cosa che invece il governo della Padania indipendente non vuole.
Io vorrei anche riallacciarmi a quanto è stato prima anticipato da una collega di forza Italia, che rivendicava i tagli per la ricostruzione del post-terremoto in Sicilia, evento accaduto svariati anni fa, e far presente che questa "manovrina" taglia anche finanziamenti per la ricostruzione del Piemonte e il fatto è successo solo due anni fa...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Ciapusci.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolo Colombo. Ne ha facoltà.

PAOLO COLOMBO. Onorevoli colleghi, signor Presidente, chiedo se posso preventivamente intervenire sull'ordine dei lavori, se mi è concessa questa possibilità.

PRESIDENTE. Sempre. Ne ha facoltà.

PAOLO COLOMBO. Volevo chiedere come ella intende condurre il prosieguo del dibattito in aula.

PRESIDENTE. La Conferenza dei presidenti di gruppo ha stabilito che alle 9 del 1^ agosto si procederà al voto finale sul provvedimento, quindi abbiamo a disposizione tutta la notte per andare tranquillamente avanti (Applausi).

PAOLO COLOMBO. Onorevoli colleghi, signori rappresentanti del Governo, ho fatto questa premessa perché francamente mi sembra che l'Assemblea si stia trascinando in un clima, a mio avviso, non congruo, non accettabile per condurre in modo sereno, pacato, riflessivo, puntuale, decoroso...

PAOLO PALMA. Ecologico...

PAOLO COLOMBO. ...e nei giusti termini queste dichiarazioni di voto, questi interventi...

PRESIDENTE. Onorevole Gasparri, onorevole Storace! Prego, onorevole Colombo.

PAOLO COLOMBO. Signor Presidente, la invito a non sottrarmi il tempo assegnatomi.

PRESIDENTE. È tutto calcolato!

PAOLO COLOMBO. Grazie, signor Presidente.
Anche questo clima mi sembra che contribuisca a testimoniare e a giustificare un'impressione che emerge dalle modalità con le quali si arriva all'approvazione di questi ordini del giorno, che sono stati presentati dopo la richiesta della fiducia per l'approvazione di una manovra correttiva dei conti pubblici.
Ritengo che sia stata compiuta una serie inanellata di errori da parte del Governo e di chi ha presieduto l'Assemblea (non mi rivolgo in questo momento solo a lei, ma anche ai Vicepresidenti che hanno presieduto durante la sua assenza) che ci obbligano ora ad intervenire nella condizione che citavo prima.
Il nostro gruppo, che rappresenta a tutti gli effetti e senza ombra di dubbio gli interessi della Padania, è stato discriminato e posso dimostrarlo con i numeri, non solo a parole, ma facendo riferimento agli interventi effettuati in Commissione, emendando il documento proposto dal Governo con proposte che sono state in gran parte respinte e poi ripresentate in aula. Il Governo poi ha posto la questione di fiducia e di fatto ha impedito la discussione degli emendamenti. Anche nei confronti degli ordini del giorno, cioè di strumenti che non mutano l'assetto di bilancio previsto dalla manovra, poiché si tratta di raccomandazioni, suggerimenti e inviti al Governo, ci vediamo fortemente penalizzati, proprio noi che rappresentiamo legittimi interessi del popolo padano. Su 74 ordini


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del giorno, di cui 37 il 50 per cento presentati dal nostro gruppo, ne sono stati dichiarati inammissibili 22, cioè il 60 per cento del totale. Del rimanente 40 per cento, 11 non sono stati accettati dal Governo, cioè il 30 per cento del totale dei nostri ordini del giorno. Quindi il 90 per cento dei nostri ordini del giorno sono rimasti sulla carta. Dei restanti...

PRESIDENTE. Deve concludere.

PAOLO COLOMBO. Sto concludendo. Quanto tempo ho a disposizione?

PRESIDENTE. Undici secondi.

PAOLO COLOMBO. I restanti ordini del giorno che sono stati accolti come raccomandazione rappresentano non più del 5 per cento degli ordini del giorno complessivi e francamente ritengo che sia anche ... (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Copercini. Ne ha facoltà. (Una voce dai banchi del gruppo di alleanza nazionale: "In piedi!").
La battuta è vecchia. Prego, onorevole Copercini.

PIERLUIGI COPERCINI. Signor Presidente, rappresentanti del Governo, colleghi assonnati (Si ride), prendo la parola con un certo disagio perché intendevo illustrare un ordine del giorno, mentre dovrò svolgere una dichiarazione di voto. Signor Presidente, in quest'aula abbiamo subìto delle infrazioni al regolamento, che sono state già messe in luce da alcuni colleghi. Il suo comportamento è stato per così dire dirigistico, per non dire di peggio!
Al di là della posizione che la lega ha preso nella discussione di questo iniquo provvedimento che voi chiamate ostruzionismo, mentre noi avevamo presentato emendamenti ed ordini del giorno con finalità propositive, come abbiamo dimostrato nel corso degli anni riteniamo che l'atteggiamento del Governo nel porre la questione di fiducia sull'articolo unico del disegno di legge di conversione e quello della Presidenza nell'assumere questi comportamenti regolamentari, dimostrino un estremo disagio politico sia dei gruppi che detengono il potere e che vogliono continuare a mantenerlo sia del Governo, che non si accorge che si sta comportando come un baco che si costruisce il bozzolo attorno a se stesso o come uno struzzo che nasconde la testa sotto la sabbia. Questo Governo non ha il coraggio morale e civile di cercare di risolvere i problemi affrontandoli con determinazione e si trascina stancamente in avanti prolungando l'agonia del paese (di carattere sociale, morale e soprattutto economico)!
Sono anni ormai che la lega nord denuncia il grave stato di disagio di tutte le regioni del paese, soprattutto del nord, della Padania che si dibatte in una situazione nella quale queste manovre del Governo la trascineranno alla morte economica ed alla chiusura di quello strato di piccole imprese, vessate in continuazione e che non avranno più la forza né morale né economica di tirare avanti.
I lavori di questo Parlamento rischiano ormai di trasformarsi in una seduta perenne di bilancio. Negli ultimi due anni, infatti, tra leggi finanziarie, assestamento di bilancio, discussione del DPEF, manovrine e stangatine varie, i lavori parlamentari sono stati congelati in sterili discussioni tra chi propone qualcosa di nuovo (noi della lega nord) e chi (gli altri) cerca di portare avanti progetti che vengono da molto lontano...

PRESIDENTE. Onorevole Copercini, deve avviarsi alla conclusione.

PIERLUIGI COPERCINI. Nel corso della discussione dell'ultima legge finanziaria affermai che questo Parlamento si stava trasformando da un mercato delle vacche ad un blocco di potere che impone in continuazione le proprie idee senza curarsi di ciò che dice l'opposizione, anche a livello propositivo. Infatti, mentre prima ogni singolo parlamentare cercava, attraverso mediazioni, di portare a casa qual


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cosa per il suo territorio, adesso è il Governo che impone dall'alto tutto e comunque!
Approfitterei della presenza in aula del ministro Prodi (mi dispiace, peraltro, che in questo momento sia assente il ministro Burlando) per chiedergli quali siano i progetti del Governo per le grandi opere infrastrutturali...

PRESIDENTE. La ringrazio onorevole Copercini.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Covre. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE COVRE. Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, onorevoli ministri superstiti ed "eroici" (li definisco così perché, nonostante l'ora, qualcuno resiste ancora), ieri, nel mio primo intervento, cercavo di far capire che qualche anno fa una manovra del genere veniva comunemente chiamata "stangata", invece adesso si cerca di correggere il tiro e far passare una terminologia più consona, più politically correct (definizione di moda), per cui viene chiamata "manovrina". In realtà, per qualcuno non si tratta di stangata, ma di un'effettiva manna provvidenziale, mentre per altri è stangata, soprattutto per i settori produttivi importanti e fondamentali per il nostro paese (mi riferisco ai tagli previsti per il settore dell'artigianato e per l'industria in genere). È bene, allora, definirla per alcuni, come dicevo, con il termine appropriato di manna provvidenziale (mi riferisco all'intervento che prevede il salvataggio del Banco di Napoli).
So che in Commissione i colleghi della lega nord per l'indipendenza della Padania hanno avanzato proposte che naturalmente non sono state accolte. Questo provvedimento tende a salvare un Istituto di credito che è una delle banche più importanti del paese (una volta veniva studiato sui libri di scuola ed è finito per diventare istituto di interesse nazionale).
Ebbene, nell'immaginario collettivo, la banca è un'azienda che, lavorando il denaro, dovrebbe facilmente produrre reddito e contribuire ad accrescere la ricchezza. Questa, invece, è una banca che ha bisogno oggi di un cospicuo finanziamento, dell'ordine di 2 mila miliardi, per sopravvivere.

MARIA CARAZZI. Ricordati del Banco Ambrosiano!

GIUSEPPE COVRE. Il Banco Ambrosiano è stato salvato anni fa, se ben ricordo, onorevole collega, per l'intervento di altre banche.

MAURO FABRIS. La Banca Cattolica del Veneto.

GIUSEPPE COVRE. Esatto, la Cattolica del Veneto. Questa banca, invece, viene salvata soprattutto con l'intervento del Tesoro, del denaro pubblico. C'è una sostanziale differenza rispetto a qualche anno fa (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania).
Mi sono chiesto ed ho svolto anche un intervento al riguardo in Commissione, come sia stato possibile che questa banca abbia cumulato in pochi anni una perdita di oltre 3 mila miliardi, che non sono "bruscolini"...!

GIULIO CONTI. La Cariplo!

GIUSEPPE COVRE. Mi sono chiesto e chiedo agli onorevoli colleghi dove siano stati gli amministratori; se si possono ancora definire tali, coloro che hanno retto le sorti della banca in questi anni. Io non li definirei amministratori, ma dissipatori di denaro pubblico! Definirli amministratori, infatti, è un'offesa a coloro che in realtà amministrano anche piccole aziende artigianali, piccole botteghe, e che riescono a farle sopravvivere. Questi signori, che una volta venivano chiamati anche "boiardi"...

PRESIDENTE. La invito a concludere.

GIUSEPPE COVRE. ... hanno dilapidato un'autentica fortuna. Dove sono adesso? Perché non sono stati chiamati a rispondere personalmente di questo sperpero di denaro? Qualcuno non c'è più, è passato al mondo dei più, come viene anche chiamato, ma ci sono gli eredi che godono oggi


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di cospicue risorse, frutto di liquidazioni interessanti, dell'ordine di qualche centinaio di milioni o di qualche miliardo.
Mi sarei aspettato che il Governo avesse proposto una vera operazione di recupero di soldi, soprattutto da questi signori, che non chiamo più, ripeto, amministratori, ma "approfittatori", comunque incapaci. Signor Presidente, una banca deve essere in grado di sopravvivere, altrimenti... (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania).

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Covre.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dalla Rosa. Ne ha facoltà.

FIORENZO DALLA ROSA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signori del Governo, visto ciò che è accaduto questa sera, devo ammettere che oggi, ormai è il 1^ agosto 1996, ho scoperto di essere stato eletto anziché al Parlamento di Roma alla Camera dei soviet (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania).
La presentazione ed il sostegno che il nostro gruppo dà agli ordini del giorno presentati e non dichiarati inammissibili, non essendo collegati ad emendamenti sui quali non ci si è potuti pronunciare a seguito della posizione della questione di fiducia da parte del Governo, hanno un profondo significato. Esso è innanzitutto la dimostrazione che i deputati della lega nord per l'indipendenza della Padania hanno partecipato in modo attivo a tutta la discussione e non ritengono inutile la loro azione anche a fronte del blocco della discussione, che ha evidenziato la volontà del Governo e della maggioranza di non discutere.
Lo stesso significato ha avuto la presentazione di una relazione di minoranza da parte dell'onorevole Pagliarini, a nome del nostro gruppo, anche come espressione del governo della Padania.
Al di là di ciò, noi affidiamo al contenuto ed al sostegno dato ai nostri ordini del giorno l'espressione di alcuni punti della linea politica del nostro movimento, affinché siano ben chiari al Governo ed ai cittadini elettori. La maggioranza potrà respingerli, ma i cittadini devono sapere che anche in questo modo la lega nord per l'indipendenza della Padania ha tentato di modificare fino all'ultimo una manovra economica e finanziaria inutile e sbagliata. Non sono infatti previsti interventi strutturali e non si sono operati tagli effettivi non tanto alla spesa pubblica quanto agli sprechi. Contemporaneamente, non si è affrontata la questione della semplificazione di alcune norme burocratiche e di adempimenti vessatori per il cittadino e per le imprese.
Nel mio intervento di ieri osservavo che, con le riduzioni dei trasferimenti agli enti locali, previste nella manovra, si allontanava la prospettiva minima del federalismo. La manovra, con le misure a favore dell'impiego dei capitali nei titoli pubblici, è un provvedimento di tipico stampo centralista.
Tutta la manovra, signor Presidente del Consiglio, è composta da un lato da interventi semplicistici e dall'altro da provvedimenti che infliggono colpi drammatici e cinici alle piccole e medie imprese ed ai cittadini.
Verranno poi colpiti i programmi dell'ANAS per l'adeguamento della rete stradale, del quale tanto ha bisogno la Padania, il Veneto in particolare. Ben altri avrebbero dovuto essere i provvedimenti; ma lei, Presidente Prodi, si trova ad essere come un vaso di terracotta costretto a viaggiare in compagnia di molti vasi di ferro.
Onorevole Prodi, con la presentazione di questa manovra il suo Governo ha dimostrato di non avere coraggio né quel minimo di dignità sufficiente a non cedere ai ricatti di rifondazione comunista e dei sindacati.
Per questo motivo, signor Presidente, sostengo il complesso degli ordini del giorno presentati dalla lega nord per l'indipendenza della Padania, chiedendone l'approvazione (Applausi dei deputati del


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gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dozzo. Ne ha facoltà.

GIANPAOLO DOZZO. Signor Presidente, il Governo Prodi, chiedendo ieri sera la fiducia, ha mostrato la debolezza dell'esecutivo. Tuttavia un effetto positivo lo ha ottenuto, visto che come si legge sui giornali in soli dieci minuti le diversità di opinione esistenti nella maggioranza tra il ministro degli esteri Dini ed il ministro della sanità Bindi sono state ricomposte.
Se erano sufficienti dieci minuti per ricomporre il tutto, mi domando perché siano state fatte certe dichiarazioni. Allora, un plauso deve andare alla lega nord per l'indipendenza della Padania che, in qualche modo, ha ricompattato il Governo in così breve tempo.
Come dicevo, il Governo ha mostrato tutta la sua debolezza con la decisione assunta dopo sole tre ore di dibattito democratico sugli emendamenti, da noi presentati, volti a modificare in maniera sostanziale la manovra; anzi, mi correggo, la "manovrina", sempre per rimanere nell'ambito della terminologia buonista del Governo Prodi (caso mai il Primo ministro ci racconterà in anteprima cosa ha letto sui giornali di quest'oggi...!).
Questa "manovrina" è invece una vera manovra, molto forte nei confronti di tutti quegli enti e di quelle imprese che, come dicevano i miei colleghi, danno un gettito fiscale elevato a questo Stato. Non vi è stato modo di discutere alcun emendamento; la discussione è stata bloccata, ancora una volta è stata "blindata" e abbiamo dovuto ripiegare sulla presentazione di ordini del giorno (di solito, un ordine del giorno non si nega a nessuno); il Governo "buonista" di Prodi ha voluto anche questa volta mostrare i muscoli ed ha tagliato emendamenti, per la verità, non solo della lega, ma anche dei colleghi della maggioranza che guarda caso erano uguali ai nostri e che andavano a coprire quei buchi che si sono aperti con questa manovra. Ciò specialmente per quanto riguarda tutto il settore dell'agricoltura, che si vuole difendere solo a parole. Infatti, quando si tratta poi di passare dalle parole ai fatti, il Governo prende altre vie.
Come dicevo, erano stati presentati emendamenti a firma di colleghi della maggioranza (dei colleghi Di Fonzo e Tattarini), che chiedevano di reintegrare il capitolo riguardante i fondi sulle calamità naturali ed il fondo di solidarietà nazionale...

PRESIDENTE. Onorevole Dozzo, deve avviarsi a concludere.

GIANPAOLO DOZZO. Di già?

PRESIDENTE. Ho detto che deve avviarsi a concludere; ha un minuto.

GIANPAOLO DOZZO. Ho fatto scattare il mio cronometro, forse non siamo coincidenti con i tempi.

PRESIDENTE. Pazienza!

GIANPAOLO DOZZO. Come dicevo, si trattava di emendamenti che andavano a reintegrare i fondi indicati, importantissimi per il settore.
Da ultimo il Governo ha bocciato l'emendamento da me presentato, riguardante l'intero settore dello Stato sociale, il patrimonio associativo e cooperativistico. Il nostro Robin Hood vuole difendere i poveri, ma quando si presenta un emendamento che va a proporre una riforma del terzo settore, il buon Robin Hood lo boccia.
Mi domando allora, signor Presidente, quali siano le vere intenzioni di questo Governo per la prossima manovra finanziaria, visto che in questa cosiddetta "manovrina" abbiamo scoperto un Governo che ha mostrato i muscoli, ma muscoli sgonfi, che ha mostrato tutta la sua antidemocraticità negando a questo Parlamento la possibilità di discutere in modo serio e coerente tutti gli emendamenti che avevamo presentato (Applausi dei deputati


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del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania).

GIANCARLO PAGLIARINI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANCARLO PAGLIARINI. Vorrei chiederle, signor Presidente, se può gentilmente invitare un commesso a portarmi una copia dell'ordine del giorno di oggi, giovedì 1^ agosto 1996. Vorrei sapere infatti cosa recita l'ordine del giorno odierno, che sicuramente da qualche parte c'è, in quanto non credo che lei presieda una seduta pubblica per la quale non esiste un ordine del giorno formale.

PRESIDENTE. Onorevole Pagliarini, come lei sa l'ordine del giorno è stato letto in precedenza perché questa è una seduta notturna e, quindi, la stessa seduta proseguirà fino a domani mattina.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Guido Dussin.Ne ha facoltà.

GUIDO DUSSIN. Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, rappresentanti del Governo a dire il vero sempre meno -, onorevoli colleghi, e, se mi è permesso ed in segno di comprensione per quanto è accaduto precedentemente, emeriti commessi, che avete permesso che l'onorevole Bampo rimanesse libero in aula, libero per la Padania, ma non per aver strappato e tolto la nostra voglia di libertà; era solo momentanea, l'avremmo fatto noi.
Nel merito, devo dire che nell'VIII Commissione lavori pubblici abbiamo evidenziato gli aumenti pericolosi relativi ai tributi speciali catastali; aumenti pericolosi perché favoriscono la gestione illecita. Esempi di aumenti che corrispondono al raddoppio dei tributi catastali ne possiamo riscontrare ovunque in tutto il paese.
Voi, rappresentanti del Governo dell'Ulivo, state riducendo le tasse e i tributi e con voi molte volte la stampa, quella stampa di regime... Chiediamo agli ordini professionali se questo è vero! Chiediamolo in particolare all'ordine dei geometri! Chiediamolo agli utenti che d'ora in avanti dovranno esigere documenti o presentare elaborati con un costo raddoppiato! Così, si andrà presso l'UTE con un portafoglio raddoppiato.
E ancora si registra l'aumento delle tasse ipotecarie, che in taluni casi risultano superiori all'eventuale bene che si acquista: si veda l'esempio che in Commissione lavori pubblici ha portato in modo corretto il nostro capogruppo, onorevole Formenti.
Altra assurdità che abbiamo evidenziato in Commissione per quanto riguarda la "manovrina" è la differenziazione dell'IVA sul metano: 19 per cento al nord e 10 per cento al sud. Con essa si avalla il dualismo tra i due paesi: la Padania e l'area mediterranea.
La "manovrina" risulta sicuramente un'operazione che tende a bloccare lo sviluppo delle regioni della Padania ed in particolare della situazione precaria della viabilità della regione padana e del Triveneto, oggi motore e volano dell'economia europea, e sottolineo europea.
Il Governo ha accolto il mio ordine del giorno relativo al finanziamento di compiti di patronati e organizzazioni sindacali. Mi auguro che le organizzazioni sindacali, ed in particolare la triplice, vedano eliminate quelle obbligatorietà per gli operai, i quali oggi si trovano in difficoltà con una busta paga livellata verso il basso; una busta paga che ormai non permette più loro di acquistare la carne Simmenthal perché costa troppo. Così, acquistano le scatolette di tonno!
Abolire il ministero è la soluzione vera, al fine di decentrare le competenze, smantellando i carrozzoni romani.
Contro Roma-Polo e contro Roma-Ulivo! Contro il ponte sullo Stretto di Messina, simbolo targato De Petrus, che vuole unire fisicamente ciò che è diviso idealmente, socialmente e culturalmente. Spero che i "garibaldini" dei lavori pubblici non propongano questa soluzione. Concludo il mio intervento in anticipo (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania)!


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PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Luciano Dussin.Ne ha facoltà.

LUCIANO DUSSIN. Signor Presidente, onorevoli rappresentanti del Governo, la mia dichiarazione di voto sul complesso degli ordini del giorno è a favore delle proposte presentate dalla lega nord per l'indipendenza della Padania (a dire il vero, delle poche che sono rimaste) ed è contraria, ovviamente, a tutte le altre.
Sono contrario a tutti gli altri ordini del giorno presentati, perché risulta sempre più evidente che il Polo di Roma e l'Ulivo di Roma, anche con questa manovra, continuano, anzi intensificano la razzia ai danni del popolo della Padania. E visto che la Padania è stanca di essere razziata, ogni ulteriore tentativo di indirizzo a questo Governo che provenga dai due poli romani deve essere inteso come un ulteriore tentativo ai danni del nostro popolo, e quindi va bocciato (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania).
I nostri ordini del giorno vanno approvati pur sapendo che il decreto-legge in discussione non è migliorabile perché è completamente sbagliato. Per quanti ordini del giorno si presentino, non si riuscirà mai a migliorare un lavoro che parte sbagliato fin dall'inizio, in quanto ignora completamente gli indirizzi di riordino e di contenimento necessari per frenare la spesa pubblica, e contemporaneamente non fornisce quegli strumenti necessari ad un rilancio delle attività produttive. Intendo dire che mancano previsioni di interventi a sostegno degli investimenti, di nuova occupazione, di stabilità della moneta; e mancano soprattutto indicazioni certe relativamente alle richieste di nuove opere infrastrutturali, specialmente in Padania, dove si è costretti a lavorare in condizioni estremamente penalizzanti. Si continua a costringere un popolo, quello padano, a lavorare per mantenere tutte le restanti regioni d'Italia, in condizioni ormai paragonabili a quelle drammatiche dei lavoratori dei paesi extracomunitari (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania).
Per recuperare il tempo perso nei trasferimenti da e per il luogo di lavoro (che è inevitabilmente lungo, data la cronica mancanza di finanziamenti per la viabilità nella Padania), occorre trattenersi di più sul luogo di lavoro. Ma questo non basta. Si recupera l'alto costo del lavoro dovuto a questo malgoverno con il mancato potere d'acquisto dei salari, fermandosi quindi a lavorare ancora qualche ora in più. E non basta ancora. In un periodo in cui si procede verso la globalizzazione dei mercati, i salari devono scendere per contenere i costi dei prodotti, che altrimenti andrebbero fuori mercato. Alla fine, quindi, il miracolo del nord-est si rivela solo un bluff perché, per essere competitivi, bisogna aumentare sempre di più le ore lavorative, mentre diminuisce sempre di più il potere d'acquisto dei salari. Lascio a voi decidere se questo è un miracolo o meno!
Prendo atto che il decreto-legge in esame non crea alcun presupposto per dare risposte ai lavoratori né in termini di salario, né in termini di nuova occupazione o di ore lavorative. Che dire, poi, sul mancato contenimento della spesa pubblica, con le solite pensioni di invalidità e i soliti apparati burocratici elefantiaci e strapagati? Questa mancanza di volontà ricade sulle famiglie...

PRESIDENTE. Deve avviarsi a concludere, onorevole Dussin.

LUCIANO DUSSIN. Presidente, ho già verificato prima che il tempo non corrisponde!

PRESIDENTE. Le mancano 53 secondi!

LUCIANO DUSSIN. Adesso cominciamo ad intenderci!
Voglio fare un esempio. In Inghilterra la tassazione è inferiore del 15 per cento alla nostra; ciò significa che ogni famiglia dispone di un milione in più al mese rispetto ad una famiglia italiana. In tal modo si soddisfano maggiori e legittime esigenze. Questo è possibile perché si sa


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dove operare tagli alla spesa pubblica. Cari compagni (così, almeno, continuate a definirvi), si deve tagliare la spesa pubblica, non giustificare sperperi di denaro pubblico, come nel caso del Banco di Napoli, che qualcuno di voi prima ha avuto ancora il coraggio di giustificare. In questo modo, infatti, i salari degli operai diminuiranno sempre di più. Sveglia, compagni! (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Faustinelli. Ne ha facoltà.

ROBERTO FAUSTINELLI. Presidente, stasera sono contento perché siamo qui tutti riuniti in una bella serata...

PRESIDENTE. È una bella famiglia!

ROBERTO FAUSTINELLI. Invece di buttare i soldi al "Gilda", siamo qui a parlare di qualcosa di interessante!
Nei primi tre giorni che abbiamo trascorso in quest'aula all'epoca della fiducia al Governo Prodi abbiamo fatto una statistica: l'80-85 per cento dei deputati sono intervenuti esclusivamente per i finanziamenti al sud. E proprio questi deputati parlano tanto di Italia unita! Sono sicuramente loro che non la vogliono; in realtà vogliono l'Italia unita solo per portare via dei soldi!

PRESIDENTE. Colleghi di alleanza nazionale, potete spostarvi? Presidente Selva, è possibile spostare la vostra riunione?

FRANCESCO STORACE. Ci sta tenendo svegli!

PRESIDENTE. È un compito meritorio! Prosegua pure, onorevole Faustinelli.

ROBERTO FAUSTINELLI. I commessi, ogni tanto, sveglino quelli che si stanno addormentando, perché mi piacerebbe che i presenti, almeno, ascoltassero quello che stiamo dicendo!
PRESIDENTE. Riferisco io tutto dopo!

ROBERTO FAUSTINELLI. D'accordo.
Vorrei aggiungere qualcosa a quanto già detto dal mio collega sul Banco di Napoli. In Commissione abbiamo ascoltato sia i rappresentanti del Banco di Napoli, sia i piccoli azionisti, sia la fondazione. I rappresentanti del Banco hanno affermato che la svalutazione di 4 mila 500 miliardi di crediti inesigibili non sono tutti realmente tali perché qualcuno si potrebbe anche recuperare; il giorno dopo, i piccoli azionisti ci comunicano che secondo loro la svalutazione deve riguardare altri 2 mila miliardi. In Commissione dovevano decidere se concedere o meno il denaro al Banco di Napoli. Per merito nostro e di ciò ci vantiamo il disegno di legge in proposito è stato reiterato. Ci vantiamo di quanto è accaduto perché è dipeso dalla nostra opposizione. Si trattava infatti di denaro concesso senza alcuna sicurezza.
Dopo la reiterazione del decreto l'Unione europea ha chiesto un'indagine, che noi avevamo sollecitato qualche tempo fa senza alcun esito e che ribadiamo di volere perché è necessario vedere chiaro in questa situazione. La nostra è una giusta opposizione perché così facendo riusciremo spero a salvare una parte del paese, una parte che sta producendo.
Stiamo assistendo a fatti assurdi. Si è parlato delle autostrade, della tratta Salerno-Reggio Calabria; è qui presente un rappresentante della Valle Camonica. Il sottosegretario si è recato in questa zona dove si aspetta da tempo un'autostrada che raggiunga la valle. È stata concessa l'autorizzazione a costruirla ma con la richiesta che il finanziamento venisse dalla Valle Camonica; oltre a finanziarla, sarebbe poi necessario anche pagare il pedaggio. È sotto gli occhi di tutti e nessuno può negarlo l'esempio dell'autostrada Napoli-Salerno, pagata con i soldi dei cittadini, sulla quale il pedaggio non è mai stato pagato. Si vuole ora costruire un altro tratto; forse neanche per quello si dovrà pagare un pedaggio?

PRESIDENTE. Collega, si deve avviare alla conclusione.


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ROBERTO FAUSTINELLI. È questo secondo voi un metodo uniforme di gestione dell'Italia? E poi pretendete che la gente della Padania non si arrabbi e di gestire l'Italia senza ritorni per la gente della Padania! Se davvero dovesse esservi un referendum...

GIULIO CONTI. La minoranza della gente della Padania!

PRESIDENTE. Onorevole Conti, calma. Onorevole Faustinelli, questo tempo non sarà computato.

ROBERTO FAUSTINELLI. Ricordo al Presidente che il collega che mi ha interrotto era stato espulso ed è ancora in aula. Non so perché, magari me lo spiegherà.

PRESIDENTE. Poi glielo spiego; facciamo una chiaccherata dopo, alla fine della seduta.

ROBERTO FAUSTINELLI. In ogni caso, se questa secondo voi è un'Italia unita noi diciamo che non ci stiamo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fongaro. Ne ha facoltà.

CARLO FONGARO. Presidente, non funziona il microfono.

PRESIDENTE. Parli pure, onorevole Fongaro, che il tempo decorre.

CARLO FONGARO. Ora funziona. Presidente, la avviso che ho alla mia destra un cronometrista per cui se rispetterà il termine di cinque minuti mi farà un favore.
Sollevo innanzitutto una questione che mi sta particolarmente a cuore, così come ad alcuni miei colleghi. Non so se il vezzo di deformare i cognomi sia particolarmente utilizzato per i parlamentari del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania; tuttavia, a nome anche dei miei colleghi chiedo che Bàrral, Pàrolo, Fòngaro e Calzàvara vengano pronunciati Barràl, Paròlo, Fongàro e Calzavàra (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania).
Il gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania ha presentato una serie di ordini del giorno, poi decimati e questo fatto ha un suo significato. È la dimostrazione che il gruppo lega nord per l'indipendenza della Padania ha partecipato in modo attivo a tutta la discussione, anche a fronte dell'ingiustificato blocco opposto dalla maggioranza pur di non discutere e confrontarsi con noi in alcun modo.
I continui appelli forse questo è l'aspetto più difficile da tollerare che la maggioranza rivolge all'opposizione ed al suo senso di responsabilità sia in aula, sia nelle Commissioni, sono assolutamente fuori luogo e ingiustificati. Ebbene, l'unica responsabilità che riconosco di avere è quella verso i miei elettori, che hanno votato me e non la candidata compagna dell'Ulivo. Inoltre, se gli elettori volevano eleggere un deputato che venisse a Roma per votare la fiducia a questo sistema politico, che non ha nulla di nuovo rispetto agli altri precedenti, avrebbero eletto ripeto la candidata compagna dell'Ulivo che vi avrebbe tenuto compagnia.
Dalle mie parti, sui muri delle case viene scritto "Secessione nord libero" ed io sono qui, invece, imbrigliato tra provvedimenti che rimbalzano tra le Commissioni permanenti e le due Assemblee parlamentari.
Colleghi della sinistra, so benissimo qual è il mio dovere e so benissimo qual è il mandato che il mio elettorato mi ha conferito: non serve che me lo veniate a dire voi!
Noi affidiamo al merito ed al sostegno degli ordini del giorno in esame alcuni contenuti della linea politica del nostro movimento, affinché essi siano ben chiari al Governo nella speranza che riescano ad uscire da quest'aula. La maggioranza potrà, come sicuramente farà, respingerli, ma i cittadini devono sapere che i deputati della lega nord per l'indipendenza della Padania hanno tentato di modificare fino all'ultimo una manovra inutile e sbagliata.
Per questo motivo sosteniamo il complesso degli ordini del giorno ed in particolare...


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PRESIDENTE. Onorevole Fongaro, deve avviarsi alla conclusione.

CARLO FONGARO. Dicevo che sostengo in particolare l'ordine del giorno Faustinelli e Alborghetti n.9/1857/30.
Il voler imporre prezzi di Stato può avere solo due significati: innanzitutto l'assoluta ignoranza dei molteplici fattori che contribuiscono a formare il prezzo di un prodotto. Infatti, mi chiedo, come si faccia a non sapere che non è solamente il prezzo dei princìpi attivi a determinare il costo di produzione di un farmaco. Mi riferisco al fatto che, in particolare al nord, vista la pessima viabilità, di cui si lamentano tutti, nelle nostre strade si viaggia a 15 chilometri l'ora. Vi è quindi un altro costo fondamentale che è quello cosiddetto "fuori cancello"; in pratica è il costo del trasporto del materiale.
Mi risulta che l'anno scorso su 61 mila miliardi destinati alle infrastrutture, ne siano stati destinati al Veneto...

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fontan.Ne ha facoltà.

ROLANDO FONTAN. Signor Presidente, onorevoli colleghi, a mio modo di vedere oggi è successo in questa Camera un fatto grave...

PRESIDENTE. Cioè ieri, oggi?

ROLANDO FONTAN. È successo che su 74 ordini del giorno presentati oltre 50 non sono stati ammessi dalla Presidenza in quanto ritenuti inammissibili in base alle norme del regolamento, perché non attinenti alla materia oggetto del disegno di legge in esame. Ebbene, questi ordini del giorno erano stati sottoscritti anche da deputati dell'opposizione, della minoranza ed anche della maggioranza.
Faccio riferimento in modo particolare ai deputati della maggioranza che, per interesse di partito e di non si sa cosa, hanno dovuto piegare il capo, rinunciare a tutti i loro diritti ed anche agli impegni assunti con i loro elettori. Si tratta di ordini del giorno che giustamente essi hanno sottoscritto e che sicuramente sarebbero stati approvati anche dalla minoranza.
Per questioni di Stato, per questioni di sopravvivenza, hanno deciso di rinunciare a qualsiasi diritto di parlamentare. Mi pare che questa sia una cosa grave, soprattutto se fatta da parlamentari della maggioranza.
Qui si è dimostrato, per l'ennesima volta ammesso che ce ne fosse stato bisogno che la centralità del Parlamento, la funzione del parlamentare, non esiste. Non esiste non soltanto nell'ambito della minoranza, in quanto mi pare che più volte non le è stato concesso di potersi esprimere, ma soprattutto non esiste neanche nell'ambito della maggioranza, visto che quest'ultima ha dovuto ritirare più di dieci emendamenti. Si tratta di una cosa veramente grave!
È stato anche detto che la lega nord per l'indipendenza della Padania è ostruzionista, utilizza l'ostruzionismo; è stato anche detto, questa sera ... questa mattina, che i deputati della lega nord per l'indipendenza della Padania sono razzisti (Commenti). Vorrei cercare di spiegare che i deputati della lega nord per l'indipendenza della Padania... (Commenti del deputato Zaccheo).

PRESIDENTE. Collega!

ROLANDO FONTAN. ... sono qui per cercare di difendere gli interessi del nord, in quanto altra parte del paese ha, attualmente come in passato, la necessaria tutela.
Noi siamo qui, lo ripeto, per difendere gli interessi del nord. Ma non solo! I miei elettori, i nostri elettori, la mia gente non mi hanno certo mandato qui per approvare così supinamente (come fa qualcuno della maggioranza) l'aumento dei farmaci per i pensionati; non mi hanno certo mandato qui per tagliare qualche fondo e per poter dire che forse fra tre o quattro anni ci sarà qualche appalto; non mi hanno certo mandato qui per poter constatare, contrariamente a quanto è stato indicato da parte del Governo, durante la fiducia, il mantenimento dell'attuale pressione fi


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scale. Mi hanno invece mandato qui per cercare di ridurre la pressione fiscale; mi hanno mandato qui anche per cercare di difendere le pensioni e quindi non posso certo accettare...

PRESIDENTE. Onorevole Fontan, dovrebbe avviarsi a concludere.

ROLANDO FONTAN. ... che questo Governo e che questa maggioranza diano soldi ai cosiddetti Rom! È una cosa oltremodo vergognosa.
Ho voluto fare soltanto alcuni esempi per dimostrare che se questo nostro comportamento, se questo mio comportamento è considerato ostruzionistico, o peggio ancora è considerato razzista, ebbene sono oltremodo orgoglioso di essere razzista!

MARIO BRUNETTI. Bravo!

MARCO BOATO. È analfabeta più che razzista!

ROLANDO FONTAN. Sono qui per cercare di difendere gli interessi della mia gente (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania Applausi polemici dei deputati dei gruppi della sinistra democratica-l'Ulivo e di rifondazione comunista-progressisti)!

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Fontan.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Formenti. Ne ha facoltà.

FRANCESCO FORMENTI. Grazie, signor Presidente e colleghi, e grazie anche ai rappresentanti del Governo.
Questa sera abbiamo applicato la tecnica dell'"ostruzione" (che comunque è un istituto previsto dal Parlamento e in altre epoche sono stati altri gruppi ad averla praticata) proprio perché volevamo far sentire la nostra voce in relazione anche al fatto che gli emendamenti, presentati dal gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania in Commissione bilancio, sono stati cassati in blocco e, con l'imposizione della questione di fiducia, "eliminati" dal dibattito.
Gli ordini del giorno presentati dal nostro gruppo servivano esclusivamente per indicare alcuni punti per cui noi non ci trovavamo d'accordo sull'approvazione della manovra. Di fatto anche questi ordini del giorno sono stati dichiarati inammissibili. Ed allora l'unico modo per opporci se mi consente, Presidente è quello di fare l'"ostruzione".
Capisco che ai colleghi dispiaccia rimanere tutta la notte...

PRESIDENTE. Siamo tutti contenti, non si preoccupi!

FRANCESCO FORMENTI. Allora, visto che non sono dispiaciuti, chiedo al Presidente di raddoppiarci i tempi, così potremo rallegrarli fino a dopodomani (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania)!

PRESIDENTE. Va bene, esamineremo la questione successivamente.

FRANCESCO FORMENTI. Dicevo che alcuni ordini del giorno miravano a chiarire taluni punti che noi riteniamo di fondamentale importanza. Sono membro della VIII Commissione e mi sono particolarmente interessato di alcuni nostri ordini del giorno che riguardavano, appunto, una serie di opere pubbliche che noi riteniamo indispensabili. Con l'eliminazione di alcuni fondi sicuramente esse non verranno eseguite, forse saranno rinviate nel tempo e certo non daranno soddisfazione a quei cittadini che per lunghi anni hanno atteso una serie di provvedimenti strutturali, soprattutto "viabilistici"...

MAURIZIO GASPARRI. "Viabilistici", Presidente?

VINCENZO ZACCHEO. "Viabilistici": questo è il lessico della Padania!

FRANCESCO FORMENTI. Non solo della Padania!

PRESIDENTE. Lì c'è un gruppo di ascolto...


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FRANCESCO FORMENTI. Non solo per la Padania, sono necessari anche per altre popolazioni.

MARCO BOATO. La vera emergenza della Padania è la scuola, Presidente!
Manca la scuola!

FRANCESCO FORMENTI. Sicuramente noi parliamo a favore della stragrande maggioranza degli elettori del nord, che hanno preferito dare fiducia alla lega nord per l'indipendenza della Padania, ma al nord vi sono anche elettori di altri gruppi. Dunque noi in questo momento rappresentiamo anche le legittime istanze di questi ultimi, di tutti i cittadini che abitano nella Padania, anche se purtroppo ancora non hanno votato per noi: dopo questi avvenimenti sicuramente ci penseranno prima di dare il voto ad altri gruppi politici!

MARCO BOATO. Dipende dal livello di alfabetizzazione!

FRANCESCO FORMENTI. Abbi pazienza, dobbiamo tirare avanti per cinque minuti e caro mio...

PRESIDENTE. Collega, la prego di parlare rivolto al Presidente. Si rivolga a me visto che siamo amici...

LUCIANA SBARBATI. Ah sì!?

FRANCESCO FORMENTI. È bello parlare anche con i colleghi: loro si stancano, noi ci stanchiamo e ogni tanto il dialogo...
Mi diverto anch'io!

PRESIDENTE. Siamo tutti molto divertiti: vada avanti!

FRANCESCO FORMENTI. Grazie, Presidente. Vedo che lei è spiritoso come al solito.

PRESIDENTE. Sono residue energie!

FRANCESCO FORMENTI. Quello che meraviglia in questo provvedimento sono i tagli soprattutto in relazione ai fondi destinati alla protezione civile, alla tutela dell'ambiente e alle opere di viabilità.
I recenti fenomeni atmosferici che hanno provocato una serie di disastri ambientali la dicono lunga. Da anni aspettiamo una legge sulla protezione civile (che manca), aspettiamo soprattutto una serie di fondi (che mancano)...

PRESIDENTE. Deve avviarsi a concludere, collega.

FRANCESCO FORMENTI. Certo, mancano ancora trenta secondi.
Una serie di fondi, come dicevo, vengono a mancare e la situazione territoriale va deteriorandosi.
Noi credevamo che con i nostri ordini del giorno si sarebbe sicuramente superata l'impasse. Speriamo in un ravvedimento del Governo e soprattutto che nella prossima legge finanziaria verranno ripristinati i fondi originariamente destinati a questi capitoli di spesa.
Grazie Presidente, grazie colleghi per l'attenzione che mi avete prestato.

UMBERTO CHINCARINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A quale titolo?

UMBERTO CHINCARINI. Presidente, capisco che, come ha detto, la sua...

PRESIDENTE. A quale titolo intende prendere la parola?

UMBERTO CHINCARINI. Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

UMBERTO CHINCARINI. Presidente, capisco che, come ha detto, la sua attenzione sta scemando, però non so se questo sia l'orario in cui i sottosegretari ricevono i colleghi. Ma se lo devono fare, è bene che questi ultimi non ci volgano le spalle!

PRESIDENTE. Mi dispiace che lei sia irritato per questo, ma tutti la stanno guardando con grande attenzione in questo momento (Applausi Si ride).


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Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Frigerio. Ne ha facoltà.

CARLO FRIGERIO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Presidente del Consiglio, la manovra di bilancio appena presentata è sicuramente superata, in quanto manca di una facile lettura, manca di una lettura sintetica e quindi non è comprensibile a tutti.
È inesistente la situazione patrimoniale e sono riportate ancora alcune voci che si tramandano da anni ed anni (si può dire dall'età della pietra); mi riferisco ai conti di transito e alle partite di giro, che non hanno nulla a che spartire con il bilancio.
Oggi i miei colleghi ed io stiamo lavorando anche sulla forma, dopo aver lavorato assiduamente sia in Commissione sia in aula per far sì che in un immediato futuro, attraverso giustificativi e/o allegati preposti, questo bilancio sia più chiaro e comprensibile e indichi come si debba effettivamente variare la struttura del bilancio dello Stato ed anche quello degli enti pubblici, dei comuni, nonché delle associazioni.
Mi è parso di capire che anche i molti colleghi di minoranza abbiano compreso che la decisione di non accettare il confronto su alcuni, anzi su tutti gli emendamenti, è emersa chiaramente nella discussione che si è svolta su questi provvedimenti, dal momento che al Senato si era impostata una linea di comportamento indirizzata ad appoggiare una manovra la cui gestazione è stata difficile. Infatti la manovra è stata varata con notevole ritardo e porta in sé tutti gli aspetti negativi di una manovra finanziaria fatta in malo modo.
Si è cercato di mascherare e di ingannare non solo i mercati finanziari, ma soprattutto gli operatori finanziari. Ma quello che è più importante è che non ci saranno gli sperati, opportuni vantaggi previsti dagli interventi preventivati in materia di saldo di bilancio. Le motivazioni e gli obiettivi che si prefigge questa manovra sono noti a tutti noi, in quanto tutti i giornali, anche i più importanti e autorevoli, vi hanno dato grande rilevanza.

PRESIDENTE. Deve avviarsi a concludere, collega.

CARLO FRIGERIO. Di già?
Gli ordini del giorno che sono stati presentati e che non sono stati dichiarati inammissibili, perché non collegati ad emendamenti cancellati e resi non proponibili dall'azione di Governo che ha ritenuto di ricorrere al voto di fiducia, hanno comunque il loro profondo significato. Per tali ragioni il gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania voterà a favore di essi (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Stucchi. Ne ha facoltà.

GIACOMO STUCCHI. Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio fisicamente presente, signori ministri fisicamente presenti o assenti, colleghi deputati presenti o assenti, potrei iniziare il mio intervento parlando subito degli ordini del giorno, però vorrei ricordare una cosa già detta da altri colleghi del mio gruppo in precedenza e che non vorrei fosse sfuggita a sua eccellenza Presidente del Consiglio dei ministri con sede a Palazzo Chigi. Si tratta della denominazione di questo intervento di politica economica, di questa manovrina.
Il termine "manovrina" fa sinceramente tenerezza. Gli organi di stampa sono estremamente benevoli e ciò forse è l'effetto di una lottizzazione o di un appiattimento al potere che fa sempre comodo. In altri tempi l'avrebbero chiamata "stangatona", ma dobbiamo rilevare che oggi sono poche le voci fuori dal coro. Se devo cercare una giustificazione di tutto ciò, devo pensare che il termine "manovrina" derivi dal fatto che si tratta di una manovra di bassa lega, roba da dilettanti, insomma.
Vorrei poi chiedere quanti soldi ancora dovranno versare i cittadini che abitano


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nelle regioni padane al Governo centrale di Roma. Tanti? Spero di no. Mi auguro di no, ne sono certo.
Del resto vorrei citare un passo di un libro di Cinzio Violante, uno storico che non può essere certamente accusato di essere leghista; tra l'altro è omonimo del Presidente della Camera. Cinzio Violante scriveva nel suo tomo, Le istituzioni ecclesiastiche in Italia nel Medioevo, che l'imperatore Massimiano nel III^ secolo impose il pagamento dell'annona all'Italia annonaria, descrivendo anche quale fosse l'Italia annonaria, i cui confini coincidono con quelli della Padania. Voglio ricordare che l'annona era la tassa che serviva per mantenere la corte, l'impero. Quindi, signori miei, sono già parecchi anni che l'Italia annonaria o la Padania pagano per Roma (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania)!
A questo punto vorrei passare agli ordini del giorno. Ho apprezzato che il Governo abbia accettato l'ordine del giorno del collega Molgora ... Non si sente?

PRESIDENTE. Io sento benissimo.

GIACOMO STUCCHI. Come dicevo, ho apprezzato che il Governo abbia accettato l'ordine del giorno del collega Molgora, però quando si parla di controlli, bisognerebbe davvero verificare perché in determinati comuni le superfici considerate ai fini del calcolo dell'ICIAP non corrispondono a quelle per il calcolo dell'ICI e della tassa sui rifiuti solidi urbani. È qualcosa che ahimé capita in alcuni comuni, così come accade che tali superfici non vengano neppure censite. Tutti noi, tra l'altro, sappiamo bene quali siano i comuni dove ciò avviene.
Vorrei ora fare riferimento al mio ordine del giorno che il Governo non ha ritenuto di accettare; eppure chiedevo di razionalizzare la finanza pubblica perché siamo contrari allo stanziamento di 3.500 miliardi per il Giubileo, di 3 mila miliardi per il Banco di Napoli e di 2 mila per l'Alitalia. In sostanza, signor Presidente del Consiglio, questa sua manovrina è stata una "manovrina della mortadella" perché lei si definisce "uomo della mortadella".

PRESIDENTE. La invito a concludere.

GIACOMO STUCCHI. Sì, signor Presidente. Purtroppo non è nemmeno di quella buona, è quella di quart'ordine. I padani sono buongustai come altri popoli italiani e conoscono bene il contenuto di certe manovre.
Signor Presidente, ascoltato il suo invito, come disse una famosa camicia rossa, per la verità poco simpatica ai padani: obbedisco e concludo (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania).

PRESIDENTE. Constato l'assenza dell'onorevole Gambato, che aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto: si intende che vi abbia rinunziato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giancarlo Giorgetti. Ne ha facoltà.

GIANCARLO GIORGETTI. Signor Presidente, colleghi, signor Presidente del Consiglio, permettetemi di dare una lettura delle vicende di questi giorni in merito alla cosiddetta manovrina; si tratta di un vostro collega che le ha vissute di persona in Commissione bilancio. Da più parti siamo stati accusati di fare ostruzionismo e, allora, provate a seguire il percorso logico che vi proporrò. In quest'aula, in altra ora e in ben altro contesto, l'onorevole D'Alema ha invitato la lega nord per l'indipendenza della Padania a passare dalla propaganda alla proposta. In Commissione bilancio il gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania è passato dalla propaganda alla proposta e ha presentato una serie di emendamenti assolutamente ragionevoli e migliorativi. Per tutta risposta la metà degli emendamenti è stata dichiarata inammissibile. A questo proposito mi preme far rilevare che in base ad una statistica che ho effettuato, il 38,7 per cento degli emendamenti presentati dalle opposizioni è stato giudicato inammissibile, mentre in occasione della legge finanziaria dello scorso anno solo il


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13,7 per cento degli emendamenti era stato giudicato analogamente inammissibile. C'è qualcosa di anomalo che non funziona!

RAMON MANTOVANI. È cambiata l'opposizione!

GIANCARLO GIORGETTI. Anche le Presidenze, evidentemente...
Passiamo oltre. Gli emendamenti sopravvissuti, una volta giunti all'esame della Commissione, non hanno ricevuto quello che una normale prassi parlamentare ed una normale discussione avrebbero richiesto: ci siamo, infatti, trovati di fronte a pareri contrari da parte del relatore e del Governo, assolutamente immotivati. E per un deputato che, faticosamente, attraverso studi e ricerche, aveva elaborato e proposto quegli emendamenti, è facilmente comprensibile che un atteggiamento di questo genere è mortificante.
Non fa niente, abbiamo continuato ad essere propositivi. Siamo venuti in aula e neppure qui c'è stato consentito di discutere.
A questo punto, abbiamo presentato degli ordini del giorno.
Pur intervenendo ora sul complesso degli ordini del giorno, mi limiterò a richiamarne solo alcuni. Spero che almeno il sottosegretario Cavazzuti non dico il Presidente presti attenzione a tali ordini del giorno perché dimostrano la nostra capacità propositiva. Mi preme ricordare, ad esempio, il decreto-legge 28 febbraio 1987, n.47, relativo ai mutui per i comuni sotto i 5 mila abitanti, da impegnarsi entro 3 anni dallo stanziamento. Ricordo al Governo che, però, i governi precedenti hanno più volte disposto la sospensione dei termini, che non influisce sulla decadenza; quindi, questi comuni, che molto spesso non dispongono di uffici tecnici, di segretari titolari e consorziati, non hanno fatto in tempo a predisporre gli atti necessari.
Faccio riferimento poi all'ordine del giorno sul quale si soffermerà poi il collega Roscia presentato per regolamentare le ritenute sugli interessi dei conti di Tesoreria dei comuni, sempre piccoli e medi. Forse il Governo non sa che il decreto-legge n.310 del 1990 ha escluso gli enti territoriali dall'assoggettamento IRPEG; non si capisce quindi perché queste ritenute debbano essere...

PRESIDENTE. Onorevole Giancarlo Giorgetti, deve avviarsi alla conclusione!

GIANCARLO GIORGETTI. Nell'avviarmi alle conclusioni, vorrei far notare soltanto che il Governo, ad esempio, ha espresso parere contrario sull'ordine del giorno a firma dei colleghi Stucchi, Pagliarini e Lembo, che impegnava il Governo ad entrare in Europa dal primo gennaio 1999. Questo è francamente incomprensibile!
In conclusione, vorrei ricordare che Guglielmo D'Orange affermava che non è necessario credere nella vittoria per combattere onorevolmente una battaglia onorevole: in questa battaglia, la Padania cadrà in piedi (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania).

PRESIDENTE. Speriamo che non cada!

PIERO FRANCO FASSINO, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Però cadrà!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gnaga. Ne ha facoltà.

SIMONE GNAGA. Signor Presidente, rappresentanti del Governo, colleghi deputati, di solito in macroeconomia, almeno per quanto riguarda una banale conoscenza, nei momenti di crisi si dovrebbero aumentare gli investimenti così ci insegnano e in ogni caso non proporre continuamente una politica di risparmio. In questo caso ci troviamo praticamente con una manovrina che prevede 10 mila miliardi di tagli per delle entrate previste di 16 mila miliardi e che ha la funzione di portare il deficit pubblico a 119 mila miliardi. Tutto ciò dovrebbe poi consentire di


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entrare o almeno di avere i parametri coerenti per entrare come soggetti efficienti in Europa. Il raggiungimento di quest'ultimo obiettivo dipenderà anche dal PIL, che penso non sarà poi molto superiore a quel 2,5 per cento sempre considerato come il punto positivo per essere poi un paese da ritenersi efficiente, per presentarci ai nostri partner non soltanto efficienti ma anche credibili nei confronti degli altri paesi europei.
Non solo non lo siamo, ma non lo siamo neanche per la politica di carattere economico che portiamo avanti. Ci troviamo di fronte, infatti, ad un Governo che accetta ordini del giorno senza battere ciglio: mi riferisco soprattutto all'ordine del giorno Scalia n.9/1857/61, che impegna anche al rifinanziamento della legge n.394 del 1991. Una legge questa che non sappiamo se sarà ancora oggetto di un dibattito futuro e della dialettica parlamentare; una dialettica che fa parte della politica: su questo non c'è alcun dubbio (e deve essere così)! Però, quando poi si va a parlare della applicazione della legge n.394, constatiamo che gli stessi membri del Governo hanno posizioni praticamente diverse al riguardo.
È di pochi giorni fa una polemica che abbiamo appreso dagli organi di stampa, rispetto alla quale non è stata ancora fatta chiarezza. Mi riferisco alla variante di valico (lo dico, anche se non riguarda la legge n.394, per sottolineare la mancanza di chiarezza negli stessi atti di Governo) rispetto alla quale non sappiamo ancora con precisione cosa sia stato deciso dal Governo. Non sappiamo ancora, infatti, se saranno veramente 18 chilometri, dal momento che il ministro Di Pietro ha dichiarato che è uscito dal Consiglio dei ministri con il consenso che la variante di valico sarebbe stata attuata nel suo progetto iniziale. È notizia di oggi, poi, che è intervenuto un altro rappresentante del Governo, il ministro Burlando, il quale ha affermato che la priorità finanziaria sarà per l'autostrada Salerno-Reggio Calabria e quindi la variante di valico può aspettare. La notizia, ripeto, è di oggi.
Chiedo allora chiarezza. Dica il Governo veramente quando vorrà attivare questa benedetta variante di valico e quale sarà! Non solo: per tutto il piano della viabilità in Italia, per tutto il piano delle infrastrutture, anche per la regione Toscana, non c'è un progetto razionale che sia comprensivo di tutta la ristrutturazione di area dell'intero territorio nazionale. Però, guarda caso, anche stavolta la priorità finanziaria servirà a coprire la Salerno-Reggio Calabria.
A questo punto dobbiamo anche considerare le esigenze...

PRESIDENTE. Onorevole Gnaga, deve avviarsi alla conclusione.

SIMONE GNAGA. Le assicuro che non sono passati cinque minuti.

PRESIDENTE. Infatti deve avviarsi a concludere: ha ancora un minuto e dieci secondi.

SIMONE GNAGA. È stato dichiarato inammissibile l'ordine del giorno Pagliarini n.9/1857/25, nel quale si chiedeva soltanto di riferire al Parlamento in ordine alla trasparenza delle organizzazioni sindacali. Si chiedeva, ripeto, soltanto di riferire al Parlamento, ma l'ordine del giorno è stato dichiarato inammissibile. Si accetta sempre a braccia aperte qualsiasi cosa venga proposta da organizzazioni ambientaliste o simili, ma si rifiuta di "riferire" in ordine alla trasparenza della situazione economica delle organizzazioni sindacali.
Ma andiamo avanti. Si pensa con questa "manovrina" di poter arrivare in un prossimo futuro ma non penso ci si possa illudere così al pareggio del bilancio. Vede, signor primo ministro, il pareggio del bilancio, raggiunto soltanto nel 1876, si ottenne con la tassa sul macinato; qui voi state continuando a "macinare" le risorse della piccola e media impresa e non penso che potrete farcela (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania).


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PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Grugnetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GRUGNETTI. Signor Presidente, signori rappresentanti del Governo e onorevoli colleghi che siete qui ancora a quest'ora ad ascoltare la voce della Padania libera (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania), il sostegno che darò agli ordini del giorno presentati e non dichiarati decaduti avrà come significato principale la dimostrazione che i deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania hanno partecipato e partecipano in modo attivo a tutta la discussione e non ritengono sprecato il tempo dedicato all'azione svolta per far fronte al blocco di una discussione che ha evidenziato la pochezza di questo Governo, che ha letteralmente "calato le braghe" di fronte ad una legittima dimostrazione di democratica e regolamentata opposizione (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania).
Questo Governo ha apertamente dichiarato con i fatti che non intende tollerare alcuna opposizione, non vuole discutere e non vuole confrontarsi in alcun modo con le regole democratiche stabilite in questo Parlamento; regole che hanno permesso all'attuale maggioranza di vivere e prosperare per oltre cinquant'anni alle spalle degli italiani. Lo stesso senso che ha avuto la relazione di minoranza presentata per conto del nostro gruppo, il glorioso gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania, da parte del nostro onorevole Pagliarini, anche come espressione di quanto suggerito dal nostro governo della Padania. Al di là di questo, noi affidiamo al contenuto ed al sostegno dato ai nostri ordini del giorno l'espressione di alcuni punti della linea politica del nostro movimento, perché siano ben chiari al Governo ed ai cittadini elettori; cittadini elettori che a soli tre mesi dalle elezioni si rendono conto e cominciano a domandarsi se per caso non hanno peccato di poco coraggio non dando maggiore forza all'unico vero gruppo politico in grado di contrastare gli intrallazzi di Palazzo. Cominciano a domandarselo accorrendo in massa, oserei dire in forma oceanica, alle nostre feste ed ai comizi del nostro segretario federale.
La maggioranza, sia pure variegata, ha applaudito in modo spropositato all'annuncio che il Governo avrebbe posto la questione di fiducia, reso dal prode cavalier Prodi, il quale probabilmente in questo momento sta leggendo sui giornali la dichiarazione di Burlando che preferisce la Salerno-Reggio Calabria alla variante di valico.
La maggioranza potrà respingere gli ordini del giorno, ma tutti i cittadini devono sapere e sapranno che anche in questo modo il gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania ha cercato...

PRESIDENTE. Deve avviarsi a concludere, onorevole Grugnetti.

ROBERTO GRUGNETTI. È un minuto che parlo...!
Come dicevo, il mio gruppo ha cercato fino all'ultimo, utilizzando tutti gli strumenti regolamentari, di modificare una manovra economica e finanziaria inutile e sbagliata; in sostanza una stangata sulla testa e sulle spalle di tutti quei lavoratori che si stanno apprestando a godersi un brevissimo periodo di riposo dopo aver lavorato tanto per continuare a mantenere i furbi ed i parassiti.
Non sono stati previsti interventi strutturali a sostegno dell'economia e non si sono apportati tagli effettivi non tanto alla spesa pubblica quanto agli sprechi, che sono sotto gli occhi di tutti e che sarebbe ormai inutile elencare.
Non si è nemmeno affrontata la questione tanto attesa e la cui soluzione i lavoratori e le aziende auspicavano relativa alla semplificazione di una serie di norme burocratiche e di adempimenti vessatori per il cittadino e le imprese; tutto ciò, senza alcun costo, avrebbe potuto dare un vero segnale di fiducia...(Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania).


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PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Grugnetti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Martinelli. Ne ha facoltà.

PIERGIORGIO MARTINELLI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Presidente del Consiglio, mi ero preparato un discorso scritto proprio per affrontare i contenuti oggetto del dibattito. Tuttavia penso che questa sera i discorsi scritti servano a poco.
Dovrebbe far riflettere tutti il fatto che sia emerso il confronto tra due classi di cittadini: quella dei lavoratori e quella della cultura. Dunque, la cultura del lavoro e la cultura propriamente detta.
Sono un attento osservatore specialmente dei colleghi che hanno una o due lauree, tant'é che ho sostenuto una campagna elettorale ed ora sono qui a rappresentare gli elettori che mi hanno votato nel collegio contro alcuni candidati tra i quali uno in particolare aveva addirittura tre lauree. Ebbene, ciò dovrebbe farvi riflettere, perché non si può denigrare una classe lavoratrice, che ha fatto lavorare il cervello e muovere le sue mani per plasmare prodotti e ricercare nuova tecnologia per dare benessere alla nazione, con ciò consentendo, a chi poteva farlo, di proseguire negli studi universitari e magari diventare cattedratico; non ci si può permettere di offendere persone semplici che si sono formate nel lavoro (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania). Questa sera, in quest'aula, ho recepito che il Governo che è ancora disattento vuole pensare alle grandi riforme universitarie, collegare lo studio, attraverso dei corsi, al mondo del lavoro, far conoscere ai giovani cos'è la vita lavorativa incamminandoli verso di essa e creando una simbiosi con lo studio. Si tratta cioè di costruire i futuri dirigenti della nostra nazione attuando uno scambio culturale. Invece, si denigra continuamente chi non ha ancora acquisito il meccanismo del dibattito parlamentare, perché non ne ha avuto il tempo, perché non è stato costruito nelle segreterie politiche, ma è stato preso all'improvviso, dopo quarant'anni di lavoro, avendo cominciato a lavorare ad undici anni.
Mi riferisco a chi, avendo davanti a sé dei modelli di vita, pur lavorando fino alle 8 di sera, prendeva sotto braccio i libri per andare a scuola fino a mezzanotte, in modo da realizzare quel poco che era capace di fare.
Adesso, in quest'aula, dei cattedratici, nati magari nella bambagia, si sentono autorizzati a denigrare persone semplici che non hanno esperienza parlamentare.

PRESIDENTE. Onorevole Martinelli, deve avviarsi a concludere.

PIERGIORGIO MARTINELLI. Questo non significa costruire una futura nazione, non è collaborare, non è risolvere i problemi della nazione (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Molgora. Ne ha facoltà.

DANIELE MOLGORA. Presidente del governo sole della Padania, Presidente del Consiglio dei ministri romano (Commenti)...

MARIA LENTI. Ma piantala!

DANIELE MOLGORA. Il mio intervento verterà soprattutto sull'ordine del giorno che ho presentato e che il Governo, con mia grande soddisfazione, ha accettato. Vorrei però richiamare l'attenzione su un aspetto di questo ordine del giorno. Si trattava di considerare la questione della lotta all'evasione, ma di vera lotta all'evasione. Cosa vogliamo intendere per vera lotta all'evasione? Quella che deriva da un'evasione endemica nel sistema economico che spesso vediamo nel sud?
Sappiamo dalle statistiche come, ad esempio in Calabria, l'evasione dell'ICI sia ben superiore al 40 per cento, mentre in Padania l'evasione dell'ICI non raggiunge l'1 per cento. Questo anche perché nel sud non esiste un catasto e le abitazioni sono


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abusive, mentre al nord quando si costruisce una casa sono previsti oneri e contributi che nel meridione vengono regolarmente evasi. Ciò non è accettabile, soprattutto davanti ad una manovra che moltiplica per 4 o 5 volte gli oneri relativi, ad esempio, alle misure catastali.
Allora, si capisce che le evasioni non si registrano al nord; anzi, si va a colpire quella fascia di utenti di un determinato servizio che vogliono fare le cose regolarmente e si va ad aumentare il costo delle visure di quattro-cinque volte.
Ma evasioni si registrano anche per quanto riguarda il bollo della patente e il bollo delle auto: sappiamo benissimo che al sud questi non sono acquistati da nessuno e nessuno controlla simili cose (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania)! Nessuno controlla!
Nella mia provincia, le statistiche dicono e i dati sono stati pubblicati su molti quotidiani che l'IVA è inferiore al 10 per cento, mentre al sud è superiore all'80 per cento (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania)!
E allora, chi è che divide il paese? Chi è che divide il paese e usa due pesi e due misure (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania)?
Cerchiamo di non prenderci in giro!

PRESIDENTE. Si avvii a concludere, onorevole Molgora.

DANIELE MOLGORA. Ma si deve colpire la vera evasione che risiede nelle cooperative, bianche o rosse che siano (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania), che vere cooperative non sono! E lo sappiamo bene che non sono vere cooperative, perché sono delle imprese vere e proprie che godono di agevolazioni che non spetterebbero loro! Lo sappiamo bene; lo sai bene anche tu, Del Bono, come a Brescia funzionano i tuoi amici!
Questo si vuole colpire, la vera evasione, che non è quella a cui le piccole imprese sono costrette per sopravvivere, dal momento che queste "manovrine" colpiscono proprio le piccole imprese, quelle che tengono in piedi il tessuto economico.
La mia vuole essere una viva, vivace protesta affinché l'attuale Governo Prodi in futuro non si scriva con il "Ph", che si legge in altro modo! Ecco una delle questioni fondamentali e spero che il Presidente del Consiglio ascolti ciò che gli sto dicendo... Ascolta? Non ascolta!

PRESIDENTE. Ascoltiamo tutti moltissimo!

DANIELE MOLGORA. Questo significa affossare definitivamente il tessuto economico produttivo della Padania! Sappiamo tutti che il tessuto economico produttivo della Padania porta le risorse all'interno di questo Stato, risorse che poi vengono spese per il Giubileo di Roma, per il Banco di Napoli, per i giochi del Mediterraneo, che vengono date ai pescatori di Bari, che vengono assegnate ad altri provvedimenti che sappiamo essere assistenziali...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Molgora.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pagliarini. Ne ha facoltà... Poiché non è presente, si intende che vi abbia rinunziato...

Una voce dai banchi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania: No! Sveglia!

PRESIDENTE. Dov'è l'onorevole Pagliarini...? Ah, è lì! Mi scusi, non l'avevo vista! Ha facoltà di parlare.

GIANCARLO PAGLIARINI. Non funzionava il microfono! Adesso funziona!

PRESIDENTE. Perfetto!

GIANCARLO PAGLIARINI. La ringrazio, la saluto, saluto il mio collega Prodi (Applausi dei deputati del gruppo del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania), al quale vorrei dire che io al suo posto non avrei chiesto assoluta


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mente la fiducia ma avrei dato invece parere favorevole sugli emendamenti presentati, come per esempio a quello che prevedeva serie procedure per smascherare i falsi invalidi, o a quello che prevedeva qualche aiuto alle imprese artigiane in difficoltà e agli alluvionati del Piemonte, prelevando i soldi dai fondi, dai tanti fondi stanziati per Roma capitale; oppure a quegli emendamenti che liquidavano il Banco di Napoli in modo da ridurre un po' la pressione fiscale sulle aziende del nord!
In pratica, il Governo Prodi ha perso una buonissima opportunità per fare una legge migliore. E leggo sui giornali di questa mattina che non perde invece l'occasione per dire cose che oggettivamente fanno aumentare la tensione nel paese. Infatti, quando leggo che Burlando dichiara che bisogna sistemare il traffico della città di Messina... Sì, Messina avrà il suo traffico, ma pensiamo anche al traffico di Bergamo, al traffico di Lecco, al traffico di Vicenza! Santo cielo! Come si fa a dire che queste sono priorità? Come si fa a dire che la priorità del Governo è l'autostrada Palermo-Messina? Guardiamo quante automobili transitano da quelle parti!
La verità è che questa sera ho avuto un'ulteriore conferma che l'Italia sta diventando un paese senza verità, senza libertà e senza democrazia (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania). Molti di noi, signor Presidente, si sono iscritti a parlare nella seconda fase della discussione di questa sera, ma la prima fase, quella della illustrazione degli ordini del giorno, lei l'ha semplicemente saltata! Dichiaro con onesta convinzione che sull'ordine dei lavori di questa notte il suo comportamento, signor Presidente, non è stato intellettualmente corretto (e, mi creda, mi dispiace molto dirlo). Così come non ritengo corretto aver escluso alcuni ordini del giorno.
Vi sono due ordini del giorno praticamente identici, che riguardano i patronati sindacali: uno, a mia firma, che richiedeva che essi fornissero informazioni più trasparenti, è stato dichiarato inammissibile; un altro, invece ammesso, chiede che i patronati sindacali aumentino le loro attività, anche quelle all'estero a supporto della rete consolare e delle ambasciate, nonché le modalità di acquisizione di nuove risorse finanziarie. Questo ordine del giorno, ripeto, è stato ammesso: eppure parla sempre di patronati sindacali! La lega nord vuole più trasparenza: bocciamo il suo ordine del giorno. Un altro ordine del giorno vuole più quattrini: lo ammettiamo! (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania). Questo Parlamento mi sembra veramente un incubo! Il paese, ripeto, sta davvero avviandosi su una china drammatica. Vedo sempre meno verità, meno libertà e meno democrazia.
Un ordine del giorno estremamente apprezzabile (che mi auguro sia approvato), a prima firma del collega Molgora, impegna il Governo a condurre una vera lotta all'evasione fiscale avvicinando le attività di controllo e di accertamento ai cittadini. Ciò vuol dire chiudere finalmente il Ministero delle finanze, che non serve assolutamente a niente, e accertare ed incassare le imposte localmente. In tal modo, tutte le tasse che si pagano in Padania rimangono in Padania in prima battuta; poi, con la massima trasparenza, si decide cosa mettere in comune, cosa trasferire a Roma per gli aiuti, per la solidarietà, per le spese generali e anche per Burlando, che così potrà fare qualche spesa per l'autostrada Palermo-Messina, se proprio ci tiene! Ma potrà farlo con i quattrini che gli diamo con trasparenza; prima li accertiamo e li incassiamo noi, dopo, tutti assieme, si decide, ripeto, cosa mettere in comune, senza far pesare queste spese sui nostri figli, nipoti e pronipoti. Se si finanziano gli aiuti al Mezzogiorno con il debito pubblico, queste non sono altre che tasse che pagheranno i nostri figli e che noi spendiamo oggi! Questo è un comportamento eticamente non corretto.
La lega nord per l'indipendenza della Padania chiede modifiche che continuano ad essere bocciate. Tra poche ore, si discuterà il provvedimento sulla Commissione bicamerale; noi avanzeremo ancora una volta questa proposta di modifica, ma sono


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sicuro che sarà di nuovo bocciata (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Parolo. Ne ha facoltà.

UGO PAROLO. Signor Presidente, signori del Governo e colleghi, questo è il mio primo intervento in quest'aula e, parlando in una condizione che è sicuramente di disagio sul complesso degli ordini del giorno, sono conscio che riuscirò ad ottenere ben pochi risultati, se non quello di ritornare in Padania per raccontare con ancora maggiore forza ciò che veramente succede qui.
Mi ritengo un uomo fortunato perché grazie alla lega nord per l'indipendenza della Padania ho la possibilità di vedere con i miei occhi ciò che non avrei mai creduto neppure se me lo avesse raccontato Bossi (Commenti). Passatemi la battuta, colleghi! Vedo ex comunisti a braccetto con ex democristiani; vedo ex socialisti in amabili duetti con ex comunisti; vedo illustri personaggi della prima Repubblica, primi ed unici responsabili del disastro economico-finanziario dello Stato italiano muoversi con tutti gli onori in quest'aula; mi vedo costretto ad assistere impotente all'approvazione di una manovra del tutto uguale a quelle che l'hanno preceduta; vedo dipingere pietosamente l'ennesima Commissione bicamerale, magari abilmente guidata da un signore di Avellino eletto con un voto quasi plebiscitario, come la soluzione di tutti i mali. Qui non c'è niente da migliorare, c'è tutto da cambiare. Assisto in prima persona ad interpretazioni assurde dei regolamenti, atte solo a ritardare la fine di uno Stato che è già finito (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania). Signor Presidente, ricordi che con questo precedente, oggi tocca a me, ma domani forse toccherà a lei.
Ad ogni buon conto, ritengo ormai impresa disperata, in questa situazione, tentare di impegnare il Governo per questioni di fondamentale importanza per la Padania. Sento i colleghi del sud chiedere continuamente denaro per disastri che non esistono o che sono avvenuti decine di anni or sono e che il nord ha già ampiamente finanziato. È noto che nessun cenno si fa, per esempio, ad un disastro vero come quello della Valtellina, oggetto di una legge speciale che lo ricordi, signor Presidente del Consiglio non è mai stata finanziata. Uno Stato che ha un debito pubblico pari al 130 per cento del prodotto interno lordo, ossia oltre il doppio dei parametri indicati da Maastricht, e che al contempo è formato da una nazione padana ai primi posti al mondo per produzione e competitività economica, industriale e civile ed una nazione latina meridionale ultima per competitività economica e capacità di produrre lavoro, ricchezza, condizioni di vita...

PRESIDENTE. Deve avviarsi alla conclusione, collega Parolo.

UGO PAROLO. ...socialmente accettabili, ebbene, uno Stato del genere ha un solo doveroso atto da compiere, ossia riscrivere subito le regole che consentano alla Padania di amministrarsi liberamente ed elaborare le proprie manovrine finanziarie ed al sud di fare altrettanto, se vuole.
Ricordiamoci che Cavour prima di morire, nel 1861, disse che vi era tanta corruzione in quel paese. Si riferiva a Napoli, signor Presidente (Commenti del deputato Nesi). Cavour si disse anche convinto che in 10-20 anni di buona amministrazione dei Savoia lo Stato borbonico sarebbe diventato un modello per l'economia italiana. Sono passati oltre 130 anni, ma la situazione al sud è sempre la stessa, anzi è peggiorata. Cavour, evidentemente, aveva torto. Una buona amministrazione fatta da altri non risolve i problemi del sud. Il sud si deve amministrare da solo, fare le proprie manovrine e pagare le proprie tasse. La Padania non ha timore di amministrarsi da sola, lo stesso faccia il sud (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania).


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CARMINE NARDONE. Bevetevi pure il latte!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pirovano. Ne ha facoltà.

ETTORE PIROVANO. Signor Presidente della Camera, signor Presidente del Consiglio se c'è -, colleghi, ancora una volta ci troviamo costretti a presentare proposte nel tentativo di mitigare i danni di un modo di legiferare che ignora assolutamente il nord che sempre maggiormente si identifica nella Padania o Padanìa così l'onorevole Sgarbi, se c'è, potrà scegliere l'accento che preferisce -. È evidente la fragilità costituzionale, intesa come salute, di questo Governo, che dopo solo due mesi dal suo insediamento si vede costretto a porre la questione di fiducia unitamente allo scopo di blindare una manovra da 16 mila miliardi.
Forse qualcuno dei colleghi ignora che non più tardi di due settimane fa è stato discusso il decreto-legge n.335, che nel titolo riporta come finalità la reiterazione di norme urbanistiche ma che nella sostanza neanche troppo velatamente nasconde un altro fiume di miliardi per il sud. Si tratta di 2.200 miliardi per la metanizzazione del Mezzogiorno, mentre al nord la rete di adduzione del gas alle singole abitazioni è da sempre a carico degli utenti che utilizzano il metano per sopravvivere d'inverno e, guarda caso, pagano il doppio dell'IVA rispetto al centro-sud.
Inoltre alcuni colleghi non sanno che qualche giorno fa la lega nord per l'indipendenza della Padania ha presentato un disegno di legge per unificare l'aliquota IVA sull'intero territorio nazionale. Come però tutti i deputati presenti in quest'aula sanno, il regolamento del Senato si differenzia da quello della Camera, perché le astensioni si sommano ai voti contrari e quasi tutte le forze politiche (forza Italia, alleanza nazionale, CCD-CDU, tacchi, dadi, datteri e Ulivo) si sono astenute, consacrando ancora una volta la divisione dell'Italia, che a parole così fortemente vogliono unita ed indivisibile. Gli astenuti, tuttavia, si guarderanno bene dal chiarire ai loro sprovveduti elettori del nord i sofismi dei regolamenti parlamentari e potranno sostenere con baldanza la loro astensione: è l'eterno imbroglio nel quale però i padani cadranno sempre meno.
L'indifferenza ottusa dell'Ulivo e del Polo per ciò che sta per accadere in Padania è il migliore aiuto che la lega possa mai avere sperato di ottenere: continuate così, un giorno avrete un triste risveglio! (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania).
Molte volte la lega nord ed il suo popolo sono stati snobbati, sottovalutati ed offesi, ma più questo stato perdurava, più la lega ed il suo popolo aumentavano di forza e determinazione.
Le batoste non vi hanno insegnato nulla: questo è tipico dei regimi. Nel 1946, dopo anni di guerra, per i comunisti che facevano con professione i compagni e per un regime fascista disperso, anche se tutti erano fascisti, era umanamente giusto che gli italiani si rifugiassero sotto il simbolo precursore di un marketing molto raffinato: Cristo e la democrazia uniti e stampati sulla stessa bandiera, la democrazia cristiana (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania).
Oggi gli italiani non hanno le stesse attenuanti di cinquant'anni fa. I comunisti e qualcuno c'è ancora sono meno professionali e rigorosi; i fascisti o ex sostengono di non esserlo più e qualche camicia nera si vede solo ad El-Alamein e per poco tempo, perché il sole scotta sotto il colore nero!
La democrazia cristiana, data per morta, ha cromosomi al cui confronto Alien è una povera creatura indifesa (Applausi Si ride). Vedo temporali sul Governo e la lega nord non stenderà reti antigrandine (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pittino. Ne ha facoltà.

DOMENICO PITTINO. Signor Presidente, intervengo brevemente, anche per


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ché avevo scritto il testo del mio intervento di cui conservo soltanto alcuni frammenti, perché a causa dei piccoli moti rivoluzionari accaduti prima, la restante parte si è dispersa nell'emiciclo. Comunque, signor Presidente, inizierò il mio intervento rivolgendole se permette una critica, perché lei deve essere Presidente di tutti e non solo di una parte dell'Assemblea. Questo suo comportamento è un errore, perché insinua debolezza nella maggioranza. Le sue dichiarazioni, inoltre, nei confronti e contro l'ostruzionismo sono anch'esse un errore, perché la maggioranza ha i suoi strumenti, la minoranza i propri e nessuno è secondo ad un altro.
È chiaro che nei cinque minuti a disposizione non si può illustrare in modo adeguato il contenuto degli ordini del giorno. Tuttavia il sostegno che il nostro movimento esprime su di essi è espressione del contenuto della nostra linea politica, che deve essere ben chiara sia al Governo sia ai nostri cittadini elettori. La maggioranza potrà respingerli ma i cittadini devono sapere che anche in questo modo la lega nord per l'indipendenza della Padania ha tentato di modificare fino all'ultimo una manovra economica e finanziaria inutile e sbagliata.
Non sono stati previsti interventi strutturali e non sono stati fatti tagli effettivi, non tanto alla spesa pubblica quanto agli sprechi; contemporaneamente non si è nemmeno affrontato l'aspetto delle semplificazione di una serie di norme burocratiche e di adempimenti vessatori per il cittadino e le imprese, che, senza alcun costo, avrebbero potuto dare un insieme di segnali di fiducia per il futuro e di alleggerimenti di oneri indiretti, che in qualche modo avrebbero potuto aiutare ad affrontare in modo più agile una situazione socio-economica già grave e su cui si profilano già le ombre della recessione.
Per questi motivi sosteniamo tutto il complesso degli ordini del giorno presentati dal nostro gruppo chiedendone l'approvazione, ma in particolare mi permetto di segnalare il mio ordine del giorno n.9/1857/66, che contiene una richiesta in merito agli articoli sulla spesa farmaceutica e, in particolare, sulla procedura per il farmaco che ha le caratteristiche economiche più basse. Non riesco a capire per quale motivo il Governo non sia stato favorevole a quest'ordine del giorno, anche perché mi pare che lo stesso Governo abbia dichiarato sui giornali che interverrà, in settembre o in ottobre, per sistemare questo particolare articolo.
Certamente il ministro della sanità ha fatto bene ad intervenire su questo capitolo di spesa, in quanto ce ne era effettivamente bisogno. Ho avuto però l'impressione che l'abbia fatto come un elefante che entri in un negozio di cristalli!
Accadrà che la cassa potrà pagare soltanto il "farmaco a prezzo più basso", e ciò è aberrante perché crea un regime di monopolio. È evidente che le multinazionali avranno il sopravvento sulle nostre industrie locali. Ne conseguirà un duplice effetto; anzitutto si avrà una crisi delle nostre aziende, che dovranno per forza limitare le spese nel senso di eliminare tutte le spese di laboratorio, di crescita, di sperimentazione e via dicendo; in secondo luogo, si avrà una "evidenziazione" delle industrie più grosse, le quali quando avranno eliminate quelle più piccole si metteranno d'accordo tra di loro in maniera tale che sarà prodotto un solo farmaco con quella caratteristica (visto che il regime sarà di monopolio) e noi dovremo pagare il prezzo imposto dall'industria farmaceutica. È una situazione aberrante che può verificarsi se non si interverrà velocemente per eliminare tali effetti.
Inoltre, l'ordine del giorno che ho presentato prevede l'applicazione del concetto federalista... (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania).

PRESIDENTE. La ringrazio, collega Pittino.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rizzi. Ne ha facoltà.

CESARE RIZZI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Presidente del Consiglio, signori rappresentanti del Governo, anzitutto vorrei far notare al Presi


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dente che questa è la Camera ma non una camera ... da letto, perché a me risulta che la maggior parte dei presenti stiano dormendo (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania).

MARCO BOATO. Balla gigantesca!

CESARE RIZZI. Dopo aver ascoltato i miei colleghi non mi resta molto da dire.
Anche quest'anno, come del resto nei precedenti delle passate legislature, questo Stato, questo grande Stato, puntualmente nel periodo in cui gli italiani sono in ferie presenta le solite manovre, "manovrine" (come le chiamate voi), dovute a mio avviso ad una macchina dello Stato vecchia, ad uno Stato sempre più centralista, vecchio e decrepito, con una burocrazia che non accenna a diminuire.
Leggo sui vari quotidiani ogni giorno: incompatibiltà di vedute e di scelte fra i vari ministri; un Presidente del Consiglio che chiede agli italiani di fare ancora due anni di sacrifici. Ma quali sacrifici, signor Presidente, quali sacrifici si chiedono ancora agli italiani, ormai spremuti come limoni? Una miriade di tasse che non esistono in così ampio numero in nessuna parte del mondo: ecco il primato che deteniamo! Certo, ne possiamo essere fieri. Tra non molto entreremo in competizione con i paesi del terzo mondo!
È recente la notizia apparsa sulle prime pagine de Il Messaggero di Roma, secondo la quale Berlusconi e D'Alema hanno deciso in un incontro conviviale le nomine dei direttori di rete e di testata: notizia ovviamente smentita dagli interessati. Ecco il vecchio modo di fare politica: non alla Camera, ma a cena tra due personaggi...

ALFREDO BIONDI. ... in cerca d'autore!

CESARE RIZZI. Questo Stato si affida, nei momenti disperati, alle lotterie. Si vedano i biglietti del "Gratta e vinci", aumentati da 2 mila a 2.500 lire, mentre sono state ridotte le reali possibilità di vincita dal 22,75 al 19,75 per cento. Ancora una volta si gioca sulla buona fede dei cittadini che ricorrono sempre più alle lotterie per sperare nella fortuna, l'unica che li può salvare.
Concludo, signor Presidente. Alla luce di quanto sta avvenendo nel nostro paese, la lega nord per l'indipendenza della Padania non può che presagire un imminente crollo ed il fallimento di questo Governo, che peraltro la lega ha preannunciato da tempo (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rodeghiero. Ne ha facoltà.

FLAVIO RODEGHIERO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signori membri del Governo, intervengo a sostegno del complesso degli ordini del giorno presentati dal nostro gruppo e, in particolare, degli ordini del giorno Molgora n.9/1857/34 e Copercini n.9/1857/56, pensati a tutela delle piccole e medie imprese, soprattutto artigiane, che costituiscono il tessuto economico delle regioni che in questo momento stanno guidando l'economia del nostro paese.
Vorrei ricordare in questa sede la necessità di riconoscere la crisi che sta affrontando e, soprattutto, che affronterà in autunno il settore tessile, in particolare quello dei contoterzisti, che in questi giorni stanno manifestando il disagio che le loro aziende vivono a fronte di un sistema legislativo che non ha ancora previsto la normazione della subfornitura, ma soprattutto per un sistema fiscale inefficiente ed iniquo.
Sentivo prima l'onorevole Nando Dalla Chiesa gridare: ladri, ladri! Lo invito ad imparare a leggere la storia. Ladri sono stati i governi di questi quarant'anni di Repubblica che, con la finta opposizione della sinistra, hanno ingrassato i grandi industriali mediante l'aiuto dello Stato, complici i sindacati, prendendo in giro la gente del sud, perché facevano arrivare i soldi alle grandi imprese mafiose e non


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allo sviluppo dell'autonomia economica del meridione.
Ma si sa, lo dice la stessa cronaca, l'accordo che esisteva e che, dico io, esiste ancora tra criminalità organizzata e politica in molte aree del sud serve per conservare il sottosviluppo di quest'ultimo: la povertà permette alla criminalità di controllare il territorio e ciò significa farci passare quello che si vuole: droga, armi, oro, clandestini, organi umani, rifiuti tossici.
Questi traffici ingrassano la mafia, ma la mafia dove spende i suoi soldi? Si ritiene che solo dal traffico della droga che dall'America arriva in Sicilia per essere portata in tutta Europa si ricavi un guadagno di 50 mila miliardi. Tali somme non vengono certo destinate al sud, perché lo sviluppo economico lo renderebbe libero; invece al sud servono i soldi dello Stato che però vanno ancora una volta a finire nelle tasche delle grandi imprese mafiose.
Dove prende i soldi lo Stato? Dalle tasche dei cittadini, sopratutto dei piccoli imprenditori, in particolare artigiani, ma anche da quelle degli operai e dei pensionati con manovre come questa, inique, inefficaci, ingiuste, attraverso un potere impositivo che sta dimostrando ormai tutti i suoi limiti.
Ecco il senso dei nostri ordini del giorno. Dopo una fase di massimo accentramento del fisco, dovremmo saper passare ad una fase di massima autonomia degli enti territoriali per permettere al cittadino di appropriarsi del suo potere di controllo sul prelievo e sulla spesa pubblica. L'autonomia impositiva dovrebbe essere correlata alle materie di competenza dei vari livelli degli enti territoriali; competenze che vanno quindi riviste completamente nel rapporto centro-periferia. Poiché inoltre questo controllo è massimo nelle realtà comunali la storia dell'Italia moderna nasce dalle municipalità e diventa sempre più tenue nei livelli che salgono verso l'erario...

PRESIDENTE. Si avvii a concludere.

FLAVIO RODEGHIERO. ...il prelievo si dovrebbe collocare al livello più conveniente. In tal modo si potrebbe instaurare un controllo tra programmi e promesse elettorali, legami e rapporti con la classe politica delle comunità ristrette, che solo così possono essere controllate. È in un tale sistema che diventa determinante una precisa applicazione del principio di sussidiarietà.
Un primo passo, quindi, deve essere quello dell'eliminazione delle formalità inutili. Le leggi relative alla bolla di accompagnamento, alla ricevuta fiscale ed allo scontrino fiscale si proponevano di combattere l'evasione ponendo rigidi vincoli documentali cui collegare sanzioni spropositate. Questi provvedimenti, invece, si sono rivelati inefficaci, in taluni casi controproducenti, senz'altro iniqui, in quanto hanno determinato una possibilità di controllo solamente nei confronti degli operatori con dichiarata attività e per la bolla il controllo documentale eseguito a posteriori ha avuto efficacia di fatto quasi esclusivamente sulle imprese minori. Nulla hanno potuto questi provvedimenti contro le attività abusive non dichiarate.
L'economia e la qualità del rapporto Stato-cittadino non legittimano un carico fiscale superiore al 50 per cento. Tale misura poi viene superata dai soggetti che pagano, oltre l'IRPEF, anche l'ILOR e l'imposta patrimoniale.
Pertanto, ogni recupero di evasione ed elusione deve comportare necessariamente una riduzione delle attuali aliquote formali. L'alleggerimento del carico fiscale, necessario per ristabilire un rapporto civile tra i contribuenti ed il fisco, deve pertanto avvenire anche attraverso una seria riorganizzazione della spesa pubblica in termini di razionalizzazione e di maggior controllo dei mille rivoli di dispersione, né può ritenersi estranea una riorganizzazione, e questo non appare dalla manovra presentata dal Governo, di tutto il personale amministrativo nel senso che... (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania).

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Rodeghiero.


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Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Roscia. Ne ha facoltà.

DANIELE ROSCIA. Ringrazio i colleghi che apprezzeranno questa sera l'intervento sul complesso degli ordini del giorno in ultima battuta, in un passaggio alla Camera che ha visto il Governo Prodi in grave difficoltà. Per la verità ancora nella fase di gestazione di questa "manfrina" finanziaria ci si è trovati di fronte alla volontà di convertire in fretta un decreto che ha già prodotto i suoi effetti o meglio gli scarsi effetti di questa manovra, che ormai i mercati finanziari e gli operatori finanziari hanno bocciato con chiare letture. La dicono lunga a tale proposito la Borsa, che ha perso punti in questi giorni, e la lira, che va velocemente verso i livelli di un anno fa, quando il nostro paese stava scivolando verso l'oblio!
Lei, onorevole Prodi, solleva le spalle con quella sicurezza che nasconde la protervia, l'arroganza con cui ha portato questo provvedimento in quest'aula parlamentare. Si è presentata una maggioranza che conosceva solamente la posizione di contrarietà.
Noi abbiamo presentato parecchi emendamenti ora riassunti in questi ordini del giorno che debbono rappresentare l'ultimo campanello d'allarme per un Governo che non vede il baratro che ha di fronte a sé e che non comprende che si contrappongono due culture diverse: una del lavoro e una, invece, della sovvenzione e dell'assistenzialismo, caro Prodi.
Allora cosa dirà ai produttori, ai cittadini del nord che dovranno subire questi tagli alle infrastrutture necessarie per sostenere la produzione e l'occupazione? Lei sicuramente non potrà ingraziarsi l'opinione pubblica internazionale. Continui pure a sorridere, vedremo poi chi avrà ragione.

PRESIDENTE. Colleghi al banco del Comitato dei nove, per cortesia! Onorevole Colombo, grazie.

DANIELE ROSCIA. Ringrazio il Presidente per il richiamo ai colleghi che hanno responsabilità di Governo.
Tornando al contenuto degli ordini del giorno...

PRESIDENTE. Se il collega è stanco, può sedersi invece che appoggiarsi sul banco.

DANIELE ROSCIA. Abbiamo visto come alcuni gruppi di minoranza abbiano sostenuto una posizione di facciata per portare a casa qualche resoconto stenografico che evidenzi la mistificazione profonda di coloro che vanno dicendo di voler tagliare le spese e invece non è così. Ecco allora l'emendamento che contiene la clausola di salvaguardia tanto sbandierata dal polo, il quale sta "inciuciando" pesantemente con la maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania). Si sta vendendo con chiamate e telefonate alla villa di Arcore per avere qualche lenticchia, per rilanciare una forma di consociativismo che nel passato aveva almeno un'etichetta di eleganza, mentre oggi è decaduto in questa puerile posizione mistificatoria sostenuta solamente da una stampa assolutamente asservita.
La presentazione di questi ordini del giorno consentirà ad alcuni colleghi, mostrando a casa i resoconti stenografici, di dire: avete visto, abbiamo fatto finta di difendere i vostri interessi! Mi rivolgo soprattutto ai parlamentari del nord, della Padania...

CESARE DE PICCOLI. Parla per te!

DANIELE ROSCIA. ... a tutti coloro che stanno compiendo un'azione di distruzione.
Il collega che mi ha preceduto ha detto che la Padania cadrà in piedi. Non sono d'accordo: la Padania risorgerà in piedi (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania) da questi passaggi che stanno indicando chi sono i veri parlamentari capaci di difendere fino all'estremo le posizioni e gli interessi del nord.


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PRESIDENTE. La invito a concludere.

DANIELE ROSCIA. Questa battaglia, che resterà scritta nei resoconti stenografici, dimostrerà, perché sappiamo benissimo che in questo Stato...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Roscia (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Oreste Rossi. Ne ha facoltà.

ORESTE ROSSI. Mi dispiace che l'onorevole Presidente del Consiglio si sia ricordato degli alluvionati del nord d'Italia del novembre 1994 in occasione della manovrina, anzi io la chiamerei "stangatina di buone ferie" e più precisamente quando il suo Governo ha tagliato 100 miliardi destinati agli interventi di ripristino delle opere pubbliche danneggiate dalle acque. Nonostante la richiesta che le ho fatto recapitare, lo stesso giorno in cui lei è stato incaricato dal Capo dello Stato a formare il nuovo Governo, di visitare le zone colpite dalla disastrosa alluvione del novembre 1994, a distanza di mesi, di lei e del suo Governo non vi è traccia. Forse prosegue sulla scia del vecchio "Governo ombra" del PCI, manifestandosi in mezzo alle nostre località distrutte, come Presidente del Consiglio ombra, vista la sua consistenza. Il suo Governo non accetta neppure l'ordine del giorno a firma Comino, se non come raccomandazione. Mi domando perché dal momento che esso chiedeva al Governo di non procedere ad ulteriori tagli alle aree alluvionate, di non sopprimere ulteriori finanziamenti già stanziati. Forse prevedete già in occasione della "stangatina d'autunno" di rubarci altri soldi, di rubare altri soldi ai nostri alluvionati? La lega vi può dice soltanto di stare attenti a non fare questo, perché potreste rischiare molto, potreste rischiare che la gente scenda di nuovo in piazza. Non potete continuare a prenderci in giro.
Grazie ai vostri tagli alla sanità, da domani la nostra gente, dopo anni di contribuzione al sistema sanitario nazionale, avrà diritto solo alle preparazioni farmaceutiche più economiche, e quindi, logicamente più scadenti! Assistiamo contemporaneamente alla scandalosa decisione del suo Governo di concedere l'assistenza sanitaria gratuita agli extracomunitari illegalmente presenti in Italia. Da domani, quindi, i nostri soldi serviranno a pagare le spese sanitarie alle prostitute, agli spacciatori, ai papponi ed ai ladri. Vergogna (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania)!
E non è finita. Il suo Governo ha anche deciso di passare un contributo agli zingari pari a un milione e 50 mila lire al mese: ovvero il doppio di quanto riconosce agli artigiani, agli agricoltori ed ai commercianti pensionati che hanno pagato per avere una pensione da fame (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania) e quasi il triplo di quanto, invece, riconosce ai veri invalidi. Ripeto: quasi il triplo di quello che riconosce ai veri invalidi, che hanno un'invalidità dal 70 al 99 per cento! Gli zingari Rom prenderanno quasi il triplo dal nostro Governo, cioè dai soldi dei nostri contribuenti.
Annuncio, quindi, il mio parere favorevole sull'ordine del giorno che reca per prima la firma del collega Cavaliere che voi avete ricusato e che chiedeva che venisse chiarito una volta per tutte quali fossero le intenzioni del Governo in campo sanitario.
Vorremmo anche sapere perché dobbiamo continuare a pagare 4 milioni e 200 mila pensioni di invalidità, che non sono divise equamente sul territorio nazionale: si passa, infatti, dal 14 per cento della Lombardia e dal 21 per cento del Piemonte al 50,8 per cento delle nove regioni del centro sud.
Allora, vuol dire che c'è qualche cosa che non funziona e che forse sarebbe meglio che, anziché racimolare quattrini sulla pelle della gente che ha pagato per anni un servizio che non funziona, il suo Governo andasse a recuperare finanziamenti sulla pelle di chi questi soldi da anni li ha rubati e li continua a rubare, grazie anche


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a lei (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Santandrea. Ne ha facoltà.

DANIELA SANTANDREA. Signor Presidente, signori del Governo, colleghi, sarebbe molto bello se sedute notturne-mattutine come questa fossero utilizzate dal Parlamento per varare una volta tanto quei provvedimenti così attesi a favore dei popoli della Padania. Ma, probabilmente, questo è un sogno che sto facendo ad occhi aperti in questo momento, data l'ora.
Con questa manovrina il Governo ha deciso di aumentare le tasse e su questa via i parlamentari della lega nord per l'indipendenza della Padania non possono assolutamente essere d'accordo.
Per il bene del paese noi consiglieremmo al Governo di ripensarci e di cambiare strategia: avanziamo tale richiesta sulla base di tre motivi. Primo: i consumi sono in continua diminuzione; ciò significa negozi che chiudono, fabbriche con ordini che diminuiscono, disoccupazione in aumento e concreto pericolo di recessione.
Secondo: rendendo strutturali le una tantum del 1995, e quindi di fatto aumentando le tasse dei popoli della Padania per altri anni, Prodi e i suoi ministri saranno meno motivati nella dichiarata opera di riduzione della spesa pubblica; invece, se avranno la forza di rinunciare a questo cuscino, a questo polmone finanziario, dovranno fare di necessità virtù, così saranno sicuramente più incisivi nel progetto di razionalizzazione della spesa e di lotta agli sprechi e ai privilegi.
Terzo: non bisogna dimenticare la reazione dei cittadini. La pressione fiscale reale nel nostro paese è di gran lunga la più alta della UE. Le statistiche ufficiali della classifica della pressione fiscale rispetto al PIL ci mettono qualche gradino sotto la Danimarca ed altri paesi, tra cui la Francia, ma non bisogna dimenticare che il nostro PIL tiene conto dell'economia sommersa e di conseguenza è stato rivalutato per tener conto di questo fenomeno. Ciò significa che la pressione fiscale subita dai cittadini che pagano le tasse è sicuramente superiore al dato ufficiale.
Il Governo dovrebbe ripensarci, anche perché di spese da tagliare e di soldi da incassare senza aumentare la pressione fiscale ce ne sono ancora tanti e quello che segue è solo un piccolo elenco: le spese per il Giubileo; i miliardi che il Governo vuole dare al Banco di Napoli invece di venderlo o chiuderlo; i dipendenti pubblici in eccesso che possono e devono essere individuati, spostati dagli organigrammi ed utilizzati per i lavori di pubblica utilità; un vero blocco ai prepensionamenti; la privatizzazione della CONSOB e delle costituende authorities; i falsi invalidi; la concessione ai privati della gestione dei musei e di altri beni culturali; l'intensificazione dei controlli fiscali nelle province, dove il SECIT, nel 1995, ha individuato la più alta evasione IVA (le prime 27 province in testa a quella classifica dell'evasione erano meridionali).
Bisognerebbe far partire una profonda riforma dello Stato, finalizzata all'obiettivo di eliminare la costosa e inutile intermediazione di Roma, responsabilizzare la spesa e rendere trasparenti i suoi meccanismi di finanziamento.
Per quanto riguarda la scuola, riteniamo che una concreta realizzazione dell'autonomia scolastica, priva di condizionamenti e di lungaggini burocratiche sia indispensabile per concedere ai singoli istituti una personalità giuridica, che li doti di capacità negoziale sia di diritto pubblico che di diritto privato, con un preside, o un direttore didattico manager, responsabile di tutte le strutture scolastiche, che presieda i vari organi (gestione didattica e amministrativa) (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania).

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole collega.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Signorini. Ne ha facoltà.


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STEFANO SIGNORINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Presidente del Consiglio, questa manovra di bilancio è superata perché manca una sintesi che sia di facile lettura per tutti. Manca inoltre la situazione del patrimonio e ci sono ancora voci che ci tramandiamo ormai da secoli, come le partite di giro e le partite di transito che con la ragioneria non hanno assolutamente niente a che fare.
Abbiamo lavorato in Commissione e in aula sulla sostanza, cerchiamo ora di intervenire anche sulla forma, per fare in modo che in futuro il bilancio della Camera, magari attraverso allegati proposti su iniziativa volontaria indichi come si debba modificare la struttura del bilancio dello Stato e degli altri enti pubblici.
Nella discussione svoltasi su questo provvedimento è parso chiaro al sottoscritto e a molti colleghi di minoranza che era stata presa dalla maggioranza la decisione di non accettare il confronto su alcuni emendamenti, dal momento che al Senato si era definita una linea di comportamento diretta ad appoggiare una manovra il cui parto è stato sicuramente difficile. Infatti essa è stata varata in ritardo e porta con sé tutti i mali di una manovra malfatta. Con quanto è scritto sulla carta si cerca di ingannare i mercati finanziari e gli operatori finanziari, ma di fatto gli interventi previsti non apporteranno i vantaggi previsti in termini di saldo di bilancio, a tutti noti perché abbiamo letto sui giornali, anche su quelli più autorevoli, quali obiettivi si prefigga questa manovra.
Non possiamo non rilevare che la maggioranza si è chiusa a riccio di fronte ai numerosi emendamenti presentati, soprattutto dal gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania. Eppure su alcuni punti salienti da noi evidenziati ci saremmo aspettati un confronto; é il caso della certificazione per gli assegni pagati agli invalidi, ai tanti invalidi che purtroppo in Italia, soprattutto al sud, ricevono da anni tali sovvenzioni. Si è calcolato che in Italia si pagano 52 mila miliardi di assegni agli invalidi, mentre da controlli a campione si é verificato che almeno in un caso su quattro il diritto a tale assegno di invalidità è fasullo.
È di questi giorni la notizia che a Napoli, su 60 mila invalidi, ben 50 mila hanno fatto perdere le loro tracce. È una notizia che la dice lunga sulla possibilità di risanamento che avrebbe potuto avere la manovra finanziaria solo se una maggioranza meno sorda di quella attuale avesse avuto il coraggio di accettare il confronto e di accogliere le indicazioni contenute nei nostri emendamenti.
Si parla di risparmi di spesa per 10 mila miliardi, ma se fossero stati effettuati accertamenti sulle certificazioni di invalidità sottoscritte dai medici, tali soldi sarebbero stati reperiti con maggiore facilità.
Certo, ormai siamo a metà anno, ma nel 1997 e nel 1998 si sarebbe potuto contare su tale risparmio, evitando il ricorso ogni tre mesi a manovre e "manovrine" correttive, i risultati delle quali sono solo sulla carta.
La clamorosa ed intransigente linea di condotta della maggioranza, capace di bocciare ben 92 emendamenti presentati nella V Commissione bilancio della Camera, ha dimostrato una volta per tutte la precisa intenzione di non comunicare con le forze di opposizione. Il nostro non può essere uno Stato in cui, se le opposizioni chiedono che non siano previsti aumenti delle tasse e che vi siano meno spese, la maggioranza sceglie appositamente il contrario con un comportamento palesemente ostruzionistico e per nulla costruttivo.
Ma non è dei numeri e delle statistiche che ci preoccupiamo, bensì delle gravi conseguenze delle quali il Governo è gravemente responsabile e che il decreto-legge n.323 farà ricadere sulle categorie economiche del paese.
Non dimentichiamoci che questa manovra fiscale ha cancellato 1.500 miliardi di aiuti a beneficio della produzione di ricchezza e di lavoro; ha decurtato gli stanziamenti previsti per le aree depresse del nord; ha destinato 100 miliardi in meno alla produzione industriale. Per non parlare delle questioni relative ai sindacati, rispetto alle quali è apparsa chiara ed in


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confondibile agli occhi di tutti la palese discriminazione attuata proprio dall'Ulivo nei nostri confronti, diretta ad impedire alla lega nord per l'indipendenza della Padania di imporre ai propri sindacati di predisporre e rendere pubblici bilanci attendibili. È proprio il Governo, e chi lo sostiene, a non voler imporre ai sindacati un normalissimo obbligo di trasparenza il cui giro di affari è quantificabile in circa 3 mila miliardi l'anno.
In materia di occupazione nel settore statale avevamo proposto un emendamento finalizzato al blocco delle assunzioni e dei relativi concorsi già banditi, che non dovrebbero aver luogo prima della fine del 1998. Abbiamo...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Signorini.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Stefani. Ne ha facoltà.

STEFANO STEFANI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Presidente del Consiglio, i giornali di questa mattina sono usciti con una notizia che mi ha sorpreso: membri del Governo sarebbero stati colpiti da alcuni sassolini lanciati dai banchi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania. Non vedo ghiaia qui per terra, ma è notorio lo sanno tutti che i leghisti se ne vanno con la tasca piena di ghiaia da tirare ai membri del Governo...!
Questa è l'ennesima prova del modo in cui viene trattata l'informazione nel nostro paese. In ogni caso non è l'argomento del mio intervento.
Signor Presidente del Consiglio, mi rivolgo a lei che é stato uomo di impresa, anche se non ha diretto una piccola o media impresa, cioè quelle che, a detta di tutti, di qualsiasi parte politica presente in quest'aula, sono l'asse portante dell'economia del paese. Signor Presidente del Consiglio, se questo è vero, se è vero che la piccola impresa e l'artigianato sono quello che sono per l'economia del paese, pur sforzandomi, non riesco a capire la politica del suo Governo; non comprendo come si possa non intervenire o, quanto meno, non vedere le difficoltà che la piccola e media impresa e l'artigianato stanno attraversando.
Non si riesce a capire che i tempi del marco a 1.250 lire sono finiti e dovevano finire, perché era impensabile che paesi europei accettassero la svalutazione della moneta italiana per aiutare la nostra impresa. La festa è finita e prova ne sia che gli ordinativi sono drammaticamente calati ed alla riapertura di settembre ciò sarà ancora più evidente. Voi lo sapete, dovete saperlo, non potete ignorarlo. Nella vostra manovra, però, anziché prendere provvedimenti a sostegno di quest'asse portante dell'economia del paese, anziché come c'era da aspettarsi rifinanziare provvedimenti che sono basilari per la sopravvivenza dell'artigianato (mi riferisco alle leggi Sabbatini ed Ossola, ai consorzi fidi) siete andati a tagliare proprio su quei versanti e avete tagliato cifre che sono irrisorie, se pensiamo agli sperperi del Banco di Napoli o a quello che volete fare (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania). Si tratta di cifre irrisorie, ma significative ed emblematiche. Ciò vuol dire, signor Presidente del Consiglio, che si parla in una maniera e si "razzola" in un'altra: io vorrei capire, vorrei che lei mi spiegasse; ho cercato lumi, ma non riesco ad averne.
Se mi permette, vi è poi un'altra incongruenza: avete tagliato risorse laddove vi sono decreti-legge in fase di approvazione recanti finanziamenti. Queste incongruenze non riesco a farle combaciare ed ho chiesto lumi.
Non siete intervenuti e non avete voluto farlo a favore della piccola e media impresa, neanche laddove non c'erano oneri (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania)! Non siete ancora intervenuti, né date segno di volere intervenire, sull'oligopolio bancario che strangola (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania)...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Stefani.


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Constato l'assenza del deputato Frosio Roncalli, che aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto: si intende che vi abbia rinunziato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Terzi. Ne ha facoltà.

SILVESTRO TERZI. Signor Presidente, colleghi, ho letto giusto adesso quello che riportano i quotidiani, ossia come verranno bruciati i 10 mila miliardi della "manovrina". Non c'è dubbio che una manovra di questo tipo soggiace ad una logica molto più perversa: spezzettare una vera e propria manovra finanziaria in vari tronconi e cercare di giocare sui tassi di sconto in modo surrettizio per poter ridurre la stangata della vera manovra, in modo da riuscire a mettere un po' tutto in pari.
Vediamo però perché sono stati respinti i nostri ordini del giorno.
Molto probabilmente perché questi ordini del giorno erano coerenti e avrebbero permesso un risparmio effettivo, andando a toccare quei punti e quegli aspetti della vita economica, ma soprattutto sociale, riferita a tutte le persone del nostro paese; ordini del giorno che non potevano andar bene ad un oligopolio creato da forme di sinistra di vecchi retaggi culturali pseudosocialisti.
Anche le pensioni vengono ritoccate; sono stati aumentati gli anni di lavoro e in compenso non si riesce a comprendere pur spacciandolo per una manovra altruista o a scopo sociale lo stanziamento di oltre un milione al mese a favore degli zingari, dei nomadi e della tribù dei Rom. Queste forme di sovvenzione vengono viste di buon occhio da parte delle sinistre, con il cuore in mano, come solidarietà.
Vorrei invece raccontarvi in merito... Signor Presidente, io sto parlando; capisco che qualcuno può aver sonno e può cercare di parlare per mantenersi sveglio! Tuttavia ritengo che...

PRESIDENTE. Riferiscono a me ed io poi le riferisco tutto, stia tranquillo!

SILVESTRO TERZI. No! Se io devo riferire a lei, allora preferisco andare a giocare a biliardo! E parlo per tutta l'Assemblea, non solo per me!

PRESIDENTE. Se trova un biliardo aperto a quest'ora, vada pure (Applausi)!

SILVESTRO TERZI. La invito semplicemente a richiamare l'attenzione dell'Assemblea. Se vogliono parlare, fuori c'è un corridoio...

PRESIDENTE. Si avvii a concludere, collega! Ha un minuto e cinquanta secondi!

SILVESTRO TERZI. No, non mi avvio a concludere! Io le chiedo di richiamare l'Assemblea ad un minimo di attenzione. Chi vuole disturbare può uscire fuori! Ho il diritto di parlare con tranquillità, come tutti!

PRESIDENTE. Vada avanti, collega.

SILVESTRO TERZI. Grazie!
Stavo dicendo che questa forma di solidarietà è in contrasto con la situazione di persone che vivono ai margini della società e che rappresentano l'indice di povertà di questo paese; persone che non hanno ancora avuto la pensione, che non sono in condizione di vivere con la pensione in un modo decoroso e decente; persone che hanno avuto la sfortuna di iniziare a lavorare a 9, 10, 11 anni senza che gli venissero pagati i contributi e che magari hanno avuto in eredità un piccolo alloggio il quale contribuisce a farli considerare dei ricchi (quando invece non percepiscono la pensione lo ribadisco e vivono davvero di carità o degli aiuti degli altri).
Ebbene, se la solidarietà dimostrata dalle forze dell'Ulivo e della sinistra si configura in un assegno di oltre un milione lo ripeto ai Rom, mi chiedo dove stia veramente la vera solidarietà, quando le persone che hanno contribuito a costruire questo paese giacciono in una miseria spaventosa!


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Non solo. Un altro ordine del giorno importantissimo, presentato dal collega Formenti, era volto ad evitare i tagli all'ANAS, alla viabilità. Sappiamo benissimo e parlo riferendomi al collegio da dove provengo che la revisione delle nostre strade risale al periodo del dopoguerra. Sono state rese praticabili... (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania).

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole collega.

DOMENICO COMINO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DOMENICO COMINO. Vorrei comunicarle, signor Presidente, che a norma dell'articolo 50 del regolamento, l'intero gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania si iscrive a parlare per dichiarazione di voto finale dopo la votazione degli ordini del giorno presentati e ammessi alla discussione.
Riceverà tra breve il foglio con l'elenco dei deputati che hanno chiesto di parlare.

PRESIDENTE. Me l'aveva già dato in precedenza. Comunque, se me ne vuole dare un'altra copia, mi fa sempre comodo!
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vascon.Ne ha facoltà.

LUIGINO VASCON. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signori del Governo, non ricorderò le condizioni in cui si trova il paese, o meglio la parte del paese che produce e lavora. Penso che ormai lo abbiano capito anche le mosche! Pertanto, passerò subito all'argomentazione con cui intendo motivare il sostegno del nostro gruppo agli ordini del giorno presentati e non dichiarati inammissibili, non essendo collegati ad emendamenti cancellati e resi non proponibili dall'azione del Governo, che ha ritenuto di ricorrere al voto di fiducia.
Il nostro sostegno ha un profondo significato. È anzitutto la dimostrazione che i deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania hanno partecipato in modo attivo a tutta la discussione e non ritengono inutile la propria azione, anche a fronte del blocco del dibattito, che ha evidenziato la volontà del Governo e della maggioranza di non voler discutere e confrontarsi in alcun modo (non so se per timore, per paura o per altro) con chi della maggioranza non fa parte. Lo stesso senso ha avuto la presentazione di una relazione di minoranza per il nostro gruppo da parte dell'onorevole Pagliarini, anche come espressione del governo della Padania.
Al di là di tutto questo, affidiamo al contenuto e al sostegno dato ai nostri ordini del giorno l'espressione di alcuni contenuti della linea politica del nostro movimento, affinché siano ben chiari al Governo e ai cittadini elettori. La maggioranza potrà respingerli, ma i cittadini devono sapere. Anche in questo modo la lega nord per l'indipendenza della Padania ha tentato fino all'ultimo di modificare una manovra economica e finanziaria inutile, sbagliata e iniqua, che non prevede interventi strutturali né tagli effettivi, non tanto alla spesa pubblica quanto agli sprechi. Contemporaneamente, non si è affrontato neppure il problema delle semplificazioni di una serie di norme burocratiche, di adempimenti vessatori per il cittadino e le imprese, che senza alcun costo avrebbero potuto dare un segnale di fiducia per il futuro e la prosperità del nostro paese. Anche un alleggerimento degli oneri indiretti avrebbe potuto aiutare ad affrontare in modo più agile una situazione socio-economica già grave, su cui si profilano ombre di recessione. Tutti i quotidiani parlano ogni giorno di questo problema, che è pertanto sotto gli occhi di tutti.
Per tali motivi, sosteniamo gli ordini del giorno presentati dal nostro gruppo e chiediamo che siano tutti approvati; segnalo in particolare quello di cui sono primo firmatario. Mi sento di dover ribadire la scarsa fiducia, dovuta alle endemiche deficienze riscontrate nella loro attività, che nutro nei confronti degli enti di patronato. Ciò è confermato inoltre da


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una disciplina che, a partire dal decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato n.804 del 29 luglio 1947 (quindi, cinquant'anni fa), si è andata infoltendo negli ultimi anni, facendo perdere una visione chiara ed unitaria dei compiti e delle competenze che questi enti devono svolgere. Spesso da più parti si sente parlare della necessità di riordinare l'intera materia; proprio a questo fine abbiamo presentato l'ordine del giorno cui mi riferisco. Ci è sembrato opportuno prevedere un tempo relativamente breve, vista l'urgenza di provvedere ad una nuova disciplina normativa unitaria di tali enti. Affinché il Governo si attivi, è opportuno individuare i principi ai quali tali normativa dovrà attenersi. Considerata la nuova normativa che riguarda il sistema previdenziale, i padronati dovranno in primo luogo assumere un ruolo più diretto nell'erogazione di servizi in materia di prestazione ed indennizzi di natura previdenziale o assistenziale, fornendo una corretta e puntuale assistenza per quanto riguarda il versamento dei contributi... (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania).

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Vascon.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fontanini. Ne ha facoltà.

PIETRO FONTANINI. Onorevoli colleghi, signori del Governo, il mio intervento verte su una questione delicata, quella della sanità, che riguarda tutti noi. Come movimento abbiamo cercato, anche attraverso gli emendamenti che non sono giunti alla discussione e gli ordini del giorno che hanno purtroppo seguito la stessa sorte, di sottoporre all'esecutivo ed al Parlamento la possibilità di razionalizzare la spesa di un settore così delicato. Razionalizzarla nel senso europeo del termine. Ciò significa intervenire razionalmente in uno dei settori più delicati anche con riferimento all'impegno finanziario che la collettività italiana sostiene. Non ci siamo riusciti e purtroppo il nostro intervento dovrà essere ripetuto giacché in questo paese si continua a spendere male nel comparto della sanità senza fornire risposte a determinate patologie, magari molto rare, come quella di Prader Willi-Labhatche, che ho indicato nel mio ordine del giorno; una sindrome che conta 160 casi in Italia e che riscontra il pieno abbandono e disinteresse da parte delle strutture sanitarie pubbliche. Mi dispiace di non vedere nei banchi del Governo il ministro della sanità Bindi, protagonista in questa settimana del dibattito sulla manovrina, che l'ha vista in collisione con un altro componente del Governo, il quale pone giustamente la necessità di andare verso una razionalizzazione della spesa nel settore. Anche nella sanità, infatti, bisogna saper spendere, bisogna cercare di razionalizzare una spesa fortemente differenziata sul territorio. Forse al nord la sanità riesce a garantire standard di prestazioni a livello europeo; al sud invece la spesa più alta non riesce a dare a quei cittadini le risposte che attendono da un servizio sanitario onesto e decente. Purtroppo la cronaca riferisce ancora di medici assenti dai loro reparti, denunciati dai carabinieri che a seguito di un blitz li scoprono al mare o a seguire le loro pratiche che non hanno nulla a che fare con gli uffici del loro ruolo di medico. È questa la realtà del paese che vede la differenziazione anche in un settore dove non dovrebbe esserci. Dovremmo infatti essere tutti fortemente impegnati, rispetto alle malattie ed alla loro cura, a garantire standard di prestazioni di livello europeo.
È preoccupante ascoltare dal Governo e da alcuni colleghi che non si vuole percorrere la strada verso la razionalizzazione di questo settore; si vuole continuare a sperperare; si vuole continuare con i pellegrinaggi verso il nord di tanta gente del sud che cerca nella sanità una prestazione che a Napoli, a Palermo, a Bari non trova (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania), non perché non si spenda ma perché da quelle parti le prestazioni non sono sorrette dai criteri di una sanità razionale, ma da criteri clientelari, dalle baronie che ancora esistono in modo significativo da quelle


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parti. La gente povera è costretta a spostarsi e rivolgersi alle strutture del nord se deve sottoporsi ad interventi di cardiochirurgia, di trapianto o altro perché non vengono assicurati nelle realtà del sud.
Ecco perché bisogna invertire questa situazione e sosteniamo che nel nostro paese esistono due Italie e due sistemi fortemente differenziati, anche in questo delicato settore. È una vergogna... (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania).

ROBERTO CALDEROLI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO CALDEROLI. Signor Presidente, la situazione rischia di diventare grave, perché più che sull'ordine dei lavori, intervengo sulla temperatura rigida dell'Assemblea. Non so peraltro se il problema interessi soltanto questo settore dell'aula, oppure...

PRESIDENTE. Nel nord siamo abituati alle temperature rigide: stia tranquillo! (Applausi dei deputati del gruppo della sinistra democratica-l'Ulivo e di rifondazione comunista-progressisti).

ROBERTO CALDEROLI. Appunto, sono preoccupato per gli abitanti insulari.

PRESIDENTE. Ma non stanno protestando!

ROBERTO CALDEROLI. Però vorrei sottoporre all'attenzione dell'Assemblea, che già in passato ebbe a sospendere la seduta per verificare i possibili danni provocati dall'apparecchio che impediva ai telefoni cellulari la ricezione. Quindi, in qualità di medico, consiglierei...

PRESIDENTE. Lei ha riscontrato questi danni su di sé?

ROBERTO CALDEROLI. Non ancora, però noto che determina alcune...

PRESIDENTE. Abbia fede per il futuro. La ringrazio, onorevole Calderoli.

ROBERTO CALDEROLI. Vorrei che lei valutasse la possibilità di aumentare la temperatura dei condizionatori dell'aula.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lembo. Ne ha facoltà.

ALBERTO LEMBO. Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, onorevoli colleghi, è forse inutile continuare a parlare in quest'aula dopo un paio di settimane e dopo due giorni... (Applausi dei deputati del gruppo della sinistra democratica-l'Ulivo, di rifondazione comunista-progressisti e di alleanza nazionale). Recupero dopo! Non è inutile il tempo che viene utilizzato. È inutile perché non capite niente né voi né il vostro Capo del Governo (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania).
Qui abbiamo, per dirla in dialetto veneto, tutta l'Italia che "va a remengo": nord, centro e sud! Il Presidente del Consiglio Prodi guarda, sorride e ride, mentre noi ci troviamo con una situazione economica che anche al nord, anche nel mitico e ricchissimo nord-est, comincia ad essere preoccupante ed esplosiva come al sud. Vi sono stati peraltro, anche ieri, scontri fra agricoltori e polizia. Con la situazione tragica delle nostre imprese del nord in quest'Assemblea si discute dell'istituzione della Commissione bicamerale per le riforme istituzionali ed oggi affronteremo il tema della grande riforma da realizzare attraverso la suddetta Commissione. Oggi siamo qui a perdere tempo con riferimento ad una "manovrina": sì, caro Presidente del Consiglio, ci stai facendo perdere tempo! Stai facendo perder tempo a tutta l'Italia! Ci stiamo prendendo in giro tutti! (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania). Ci stiamo prendendo in giro, nonostante il tentativo serio e responsabile del nostro gruppo di partecipare sia alla discussione sulla manovra economico-finanziaria (mi riferisco alla relazione di minoranza dell'onorevole Pagliarini) sia attraverso la minimale presentazione di ordini del giorno che, non incidendo sulla situa


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zione, perché non prevedono impegni di spesa, indicano la strada da seguire.
Come ha detto qualche collega prima, e lo ripeto anch'io dopo averlo sottolineato già in altre occasioni, la situazione italiana, fortemente differenziata dal punto di vista economico e sociale, ha bisogno di terapie ben diverse. Occorrono infatti interventi mirati e strutturali al sud, mentre al nord abbiamo bisogno di libertà per noi e per le nostre imprese.
Il mio intervento è a sostegno dei vari ordini del giorno, ma in particolare di uno che ho sottoscritto, il quale prevede un intervento piccolissimo e residuale, per riproporre all'attenzione del Capo del Governo la questione del costo del lavoro, che è un dato di fatto oggettivo nella sua differenziazione sul territorio della Repubblica italiana. Chiediamo semplicemente che venga riconosciuta una realtà di fatto, che venga riconosciuto che esiste un costo della vita differenziato a livello territoriale, e che si avvii quindi una inversione di tendenza nei confronti della nefasta politica portata avanti dai sindacati italiani (faccio esplicito riferimento, evidentemente, alla famigerata Triplice). Chiediamo semplicemente che le retribuzioni vengano riagganciate al costo della vita, altrimenti i capitali vanno dove il costo del lavoro è minore (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania)!
Non è il nord, non è l'imprenditore del nord che non vuole investire al sud! Non investe perché, a fronte di maggiori rischi, di maggiore costo del denaro, di maggiore distanza da quello che è l'apparato produttivo e di trasformazione italiano, non c'è nemmeno una situazione tale per poter essere competitivi da un punto di vista del costo del lavoro. Allora è evidente che i capitali vanno da un'altra parte! Allora non dite che c'è egoismo, che non c'è solidarietà! Da una parte, si vuole conservare una situazione di privilegio con delle retribuzioni uguali per tutti, in barba alla differenza del costo del lavoro, e dall'altra parte ci si lamenta perché non vengono fatti investimenti produttivi da parte del privato. E gli investimenti produttivi da parte del pubblico dove sono? Le infrastrutture mirate ad un decollo economico della realtà del sud dove sono? Chi le ha fatte? Le ha fatte per caso l'IRI, Presidente Prodi? A me non pare di ricordarlo (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania).

DANIELE MOLGORA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo?

DANIELE MOLGORA. Sull'ordine dei lavori, Presidente.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DANIELE MOLGORA. Considerato che tra pochi giorni, cioè il 4 agosto, si concluderanno i giochi olimpici e che il Governo si è sempre dimostrato molto sensibile alle questioni sportive, volevo chiedere affinché il Governo...

PIERO FRANCO FASSINO, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Chiedere "affinché", non si dice!

DANIELE MOLGORA. ...prenda una posizione precisa e si faccia promotore presso il CIO (Comitato olimpico internazionale)...

PRESIDENTE. Mi scusi, ma questo non è un intervento sull'ordine dei lavori. Mi dispiace, onorevole Molgora!
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Michielon.Ne ha facoltà.

MAURO MICHIELON. Presidente, a nome del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania farò una dichiarazione di voto sull'ordine del giorno n.9/1857/64, il cui primo firmatario è l'onorevole Brunetti. Però, prima di fare questo avverto l'obbligo di sottolineare come oggi si sia scritta una brutta pagina di questa Assemblea (Applausi dei deputati dei gruppi della sinistra democratica-l'Ulivo, dei popolari e democratici-l'Ulivo e di rinnovamento italiano). Una brutta pagina perché lei ha affermato che qui non deve far da balia ai


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parlamentari, e questo è vero, legittimo. Però i funzionari non possono dire ai deputati mezze verità, perché una mezza verità equivale ad una bugia!
Questo lo sottolineo perché in merito al discorso concernente l'articolo 88 del regolamento, più deputati erano andati al banco della Presidenza per chiedere informazioni e avere rassicurazioni; sono state dette loro delle mezze verità. Traggo la conclusione: credevo che i funzionari fossero al servizio dell'Assemblea e non della maggioranza...

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Michielon, non posso consentirle di criticare persone che non possono replicare a ciò che sta dicendo. La prego quindi di criticare, se vuole, la Presidenza (Applausi).

MAURO MICHIELON. Presidente, avrò modo di parlare, dicendo anche quali persone...

ALFREDO BIONDI. Non si può e non si deve.

MAURO MICHIELON. Ma non posso sottrarmi dal farlo perché questa è la verità ed è bene che tutti la conoscano. È quanto mi premeva sottolineare.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno cui ho fatto riferimento, il partito che rappresento sicuramente voterà contro. Con tale ordine del giorno si impegna il Governo a fare un forte piano di rilancio dell'occupazione nel Mezzogiorno. Cosa legittima, però probabilmente l'onorevole Brunetti non conosce il resto del paese, perché è ben vero che il sud ha livelli di disoccupazione preoccupanti, ma è altrettanto vero che la provincia di Torino viaggia ormai verso il 14 per cento di disoccupazione.
La provincia di Rovigo viaggia verso il 17 per cento, la provincia di Venezia verso l'11, Trieste è al 12: sicuramente non sono cifre paragonabili a quelle del sud, ma certo preoccupano.
Vedo che rifondazione comunista ha a cuore i disoccupati del sud e non anche quelli del nord. Ne prendo atto e mi farò carico di sottolinearlo ai metalmeccanici del nord!
Come ben sapete, con il problema delle subforniture il nord-est rischia di perdere ben 300 mila posti di lavoro che andranno in Croazia, in Serbia, nell'est Europa, visto che il costo del lavoro in Italia è ormai diventato insostenibile e questo Governo ha dato una mano a peggiorare la situazione. Ecco dunque il modo in cui il Governo intende rilanciare l'occupazione!
Adesso si vanta di aver ridotto l'inflazione tendenziale al 3,7 per cento, ma ricordo ai ministri che si tratta di una media, che non tiene conto del fatto che a Venezia sia ancora del 4,7 per cento, a Udine del 4,8 per cento e che i metalmeccanici ed i lavoratori dipendenti tanto cari a rifondazione comunista subiscono un'erosione del loro stipendio in termini reali maggiore che nel resto del paese. Non sento però rifondazione comunista fare grandi battaglie perché adesso sostiene il Governo e voterà anche il decreto n.323, che prevede prepensionamenti per i portuali con cinquantadue anni di età e con vent'anni di contributi: questo è l'atteggiamento di rifondazione comunista, questo è il modo in cui intende servire i lavoratori!
Sempre nell'ordine del giorno Brunetti si parla del problema idrico e della forestazione. Ricordo a me stesso che la Calabria ha ancora 18 mila forestali e che questo Stato spende circa 350 miliardi ogni anno per pagare gli stipendi ai forestali assunti dalla regione. Prendo atto allora che rifondazione comunista non ha spostato di una virgola la sua posizione, che è sempre più contraddittoria, con un Governo che vuole abbassare l'inflazione...(Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania).

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Michielon.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cavaliere. Ne ha facoltà.

ENRICO CAVALIERE. Signor Presidente del Consiglio, Presidente della Ca


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mera, colleghi deputati, nei quotidiani già in edicola possiamo leggere che fonti della Ragioneria generale dello Stato segnalerebbero un peggioramento dell'andamento dei conti dello Stato nel mese di luglio, che porterebbe ad un disavanzo aggiuntivo per il secondo semestre di circa 10 mila miliardi.
Il nostro gruppo attribuisce un profondo significato al sostegno, che qui dichiaro, agli ordini del giorno che sono stati presentati e che non sono stati dichiarati inammissibili, perché non collegati agli emendamenti respinti, non proponibili e nemmeno valutabili a causa del ricorso alla fiducia che questo Governo ha inteso porre al primo accenno di difficoltà che gli si è presentato.
Il gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania ha partecipato fino a quando gli è stato consentito al dibattito sul provvedimento al nostro esame. Ancora una volta dobbiamo constatare con serenità ma con rassegnazione che questa maggioranza, di fatto, rifiuta di confrontarsi con chi di essa non fa parte.
Il collega Buttiglione ha caricato sulla maggioranza la responsabilità delle conseguenze del secessionismo imputabile all'allontanamento dagli obiettivi dell'Europa di Maastricht. Forse ha ragione, ma non sarei così deciso nell'assegnare responsabilità e, se non altro, per dignità politica, eviterei di parlarne se rappresentassi uno schieramento che molto ha fatto dietro altre insegne o scudi più o meno crociati per favorire (comunque gliene siamo grati) il processo di reazione dei popoli del nord nella direzione di una sempre più forte richiesta di libertà e di indipendenza della Padania.
Anche per questi motivi l'onorevole Pagliarini per il nostro gruppo e come espressione del governo della Padania ha presentato la relazione di minoranza.
Stiamo ancora aspettando, signor Presidente, di poter distogliere l'attenzione da un dibattito tutto interno alla sua maggioranza, che ha occupato ampi spazi sui mezzi di comunicazione e nelle Commissioni parlamentari e che, oltre a riguardare temi affrontati anche da questa "stangata di mezza estate", ci ha deliziato affrontando tematiche così sentite e vissute con trepidazione dai cittadini della Padania: dalla questione della privatizzazione del Banco di Napoli e degli interventi da realizzare in vista per il Giubileo alle ultime "chicche" sulle priorità da seguire per la viabilità, che vedono in testa l'autostrada Salerno-Reggio Calabria ed il collegamento con Messina. Proprio l'altro giorno ho messo evidenza il problema della viabilità del passante di Mestre che ha una densità di traffico paragonabile solamente al Golden Gate di San Francisco, ma probabilmente questa non è una priorità del Governo.
Non è ancora chiaro in quest'aula chi rappresenti cosa, o meglio, non si vuole fare apparire al di fuori di quest'aula chi rappresenti cosa: chi rappresenti interessi che paiono sempre convergere su un ristretto ambito aziendale, chi rappresenti interessi di più ampia portata ma non per questo più nobili e chi invece rappresenti e difenda semplicemente, ma caparbiamente, gli interessi della Padania.
Per tali ragioni attraverso i nostri ordini del giorno cerchiamo di evidenziare alcuni punti della linea politica del nostro movimento, affinché essi siano ben chiari al Governo e ai cittadini elettori, in particolare a quelli ai quali ci rivolgiamo, i cittadini della Padania. La maggioranza potrà respingerli, ma i cittadini devono sapere che anche in questo modo il gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania ha tentato di modificare fino all'ultimo una manovra economica e finanziaria inutile e sbagliata perché non prevede interventi strutturali e non effettua tagli consistenti non tanto alla spesa pubblica, quanto agli sprechi. Al contempo, non si affronta nemmeno la questione delle semplificazioni di una serie di norme burocratiche e dell'alleggerimento di tutti quegli adempimenti vessatori per il cittadino e per le imprese. Intervenendo su tali aspetti si sarebbe potuto senza alcun costo al contempo inviare un segnale di fiducia per il futuro e alleggerire gli oneri indiretti. Tutto ciò avrebbe consentito di affrontare più agevolmente una situazione


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socio-economica già grave, sulla quale si profilano ombre di recessione.
Per questi motivi voteremo a favore degli ordini del giorno presentati dal nostro gruppo, invitando i colleghi a fare altrettanto... (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania).

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Cavaliere.

DANIELE MOLGORA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DANIELE MOLGORA. Chiedo che il Governo riferisca all'Assemblea riguardo alla questione di suddividere fra medaglia della Padania e medaglia di...

PRESIDENTE. Ci troviamo in sede di dichiarazioni di voto, onorevole Molgora.

DAVIDE CAPARINI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DAVIDE CAPARINI. Dato il livello e la rilevanza del dibattito che si svolge questa notte in quest'aula, dal momento che non sono presenti gli spettatori, pur essendomi stata segnalata la presenza fuori dalla Camera di persone che vorrebbero seguire il dibattito e vedere come si stanno svolgendo i lavori della Camera, volevo chiedere se fosse possibile consentire loro di accedere al palazzo e di seguire la seduta.

PRESIDENTE. Lo faremo senz'altro.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Comino. Ne ha facoltà.

DOMENICO COMINO. Signor Presidente, vorrei approfittare di questa occasione per ringraziare fervidamente i funzionari della Camera, i funzionari che redigono il resoconto stenografico, tutti i dipendenti ed i commessi che, con spirito davvero encomiabile, consentono lo svolgimento dei lavori di questa Assemblea (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania). Debbo però informarli, e non ce ne vogliano, del fatto che noi non siamo responsabili di questo regolamento "incrostato" e che cerchiamo da buoni alunni di apprendere con applicazione. Mi dicevano i miei insegnanti di gioventù che dall'applicazione derivano l'esperienza ed il consolidamento delle nozioni. Ebbene, come lei ci ha giustamente ricordato, signor Presidente, siamo fermamente intenzionati a badare meno al merito dei provvedimenti ma a puntare sulla forma, perché purtroppo qui regna la regola della forma, per dimostrare che con queste norme regolamentari la legislatura rischia di essere seriamente improduttiva in termini legislativi.
Avrei voluto richiamare il mio ordine del giorno n.9/1857/49, accettato dal Governo come raccomandazione, ma esso fa riferimento ad altri ordini del giorno dichiarati inammissibili: Barral e Comino n.9/1857/33, Panetta ed altri n.9/1857/68 e Costa ed altri n.9/1857/71. Ho fatto questo richiamo perché gli organi di informazione oggi riportano una dichiarazione del ministro Burlando, rilasciata a Messina, secondo la quale il Governo avrebbe deciso di realizzare l'autostrada Salerno-Reggio Calabria. Il ministro Burlando ha anche affermato che tra le priorità del Governo c'è il completamento dell'autostrada Palermo-Messina, il raddoppio dei binari delle ferrovie dello Stato in Sicilia e la sistemazione dell'aeroporto di Fontan...

PAOLO PALMA. Fontanarossa!

DOMENICO COMINO... Fontanarossa di Catania, grazie per la precisazione.
Gli ordini del giorno che ho richiamato attengono ad un annosissimo problema viario, quello dell'autostrada Torino-Savona, la cosiddetta autostrada della morte. I colleghi forse ricordano che tale tratto autostradale, in circa 25 anni di servizio, ha causato moltissimi incidenti mortali, per cui è il caso di chiedersi perché si debba chiamare autostrada un tratto stradale che non risponde alle norme comuni


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tarie, trattandosi di una via che per molti chilometri è ad unica carreggiata con una tariffa tra le più alte d'Italia, mentre mi risulta che in altre parti del paese le autostrade siano degne di tale nome e soprattutto a percorrenza gratuita (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania)
Signor Presidente, questo problema viario riguarda una provincia di 8 mila chilometri quadrati di superficie che è provincia di confine o, come ha detto qualcuno, è ai confini dell'impero perché sembra che Roma si dimentichi sempre di questi problemi viari. Nel momento in cui stralcia provvedimenti già varati, per esempio, nella legge finanziaria dello scorso anno rimanda qualunque decisione di spesa, il Governo non tiene conto che si debbano comunque razionalizzare gli interventi sulla viabilità ordinaria. L'autostrada Torino-Savona è una di queste. Io scrissi al ministro...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Comino (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Maroni. Ne ha facoltà.

ROBERTO MARONI. Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, io sono tra gli ultimi ad intervenire...
(Una voce dai banchi del gruppo di alleanza nazionale: "dulcis in fundo!").

SAURO TURRONI. Gli ultimi saranno i primi!

ROBERTO MARONI. Il presidente del gruppo Comino ha ringraziato i funzionari della Camera e io mi permetto di ringraziare i colleghi del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania i quali hanno dimostrato in questa occasione di essere all'altezza del compito che esso svolgerà intensamente nel Parlamento, il ruolo cioè di unica vera opposizione ad una maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania ) che ogni giorno che passa mostra evidenti difficoltà.
Voglio brevemente illustrare l'ordine del giorno n.9/1857/49 che abbiamo presentato reca la firma del nostro capogruppo, onorevole Comino e che il Governo ha accolto semplicemente come raccomandazione. Ero già convinto che non fosse sufficiente accoglierlo come raccomandazione, ma dopo aver letto questa mattina le dichiarazioni del ministro Burlando su tutti i giornali, invito il presidente Comino ad insistere affinché l'ordine del giorno sia votato da tutta l'aula.
Le dichiarazioni del ministro Burlando le conosciamo: parlano di stanziamenti per opere pubbliche nella Sicilia e nel Mezzogiorno. Questo ordine del giorno fa presente e lamenta come nella cosiddetta manovrina sia "prevista la riduzione per il 1996 delle autorizzazioni di spesa per gli interventi di ripristino delle opere pubbliche danneggiate dalle alluvioni del Piemonte". Si tratta di autorizzazioni di spesa già previste che vengono ridotte evidentemente perché queste risorse vengono dirottate altrove. In questo caso, siamo in presenza di opere pubbliche danneggiate dall'alluvione ed il Governo decide di ridurre i relativi stanziamenti. Questo ordine del giorno impegna il Governo a non procedere a tali riduzioni o slittamenti. Ricordo che il ministro Burlando ha sostenuto che non sussistono problemi di scarsità di risorse per investimenti di questo tipo, visto che si annunciano investimenti per 6 mila miliardi per... non fare l'autostrada Reggio Calabria-Salerno che già c'è, ma per raddoppiarla: come tutti sappiamo, è un'autostrada la cui manutenzione viene fatta dall'ANAS, ma dove non si paga pedaggio. Non solo, ma altre risorse per centinaia di migliaia di miliardi sono destinate alla realizzazione di altre autostrade, dell'aeroporto di Catania, del ponte sullo Stretto di Messina e della soluzione del problema del traffico che transita in quest'ultima città...

PRESIDENTE. Onorevole Maroni, la prego di avviarsi alle conclusioni.


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ROBERTO MARONI. Come se molte altre città non avessero problemi simili.
Credo che il Governo darebbe un segnale fortemente negativo se non accettasse integralmente e non solo come raccomandazione questo ordine del giorno. Chiedo pertanto al Presidente del Consiglio di rivalutare, prima che l'ordine del giorno sia posto in votazione, la decisione del Governo di accoglierlo semplicemente come raccomandazione e, nel caso contrario, procederemo alla votazione chiedendo di svolgerla con il sistema elettronico...

PRESIDENTE. Constato l'assenza dell'onorevole Pivetti, che aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto: si intende che vi abbia rinunziato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bergamo. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BERGAMO. Signor Presidente, rinuncio ad intervenire sia per rispetto per l'Assemblea sia perché in tal modo il mio intervento verrà stampato a parte e così non sarà confuso con gli interventi che mi hanno preceduto.
Chiedo pertanto l'autorizzazione della Presidenza a pubblicare in calce al resoconto stenografico della seduta odierna il testo della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. La Presidenza lo consente, onorevole Bergamo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bastianoni. Ne ha facoltà.

STEFANO BASTIANONI. Signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, nelle dichiarazioni programmatiche del Presidente del Consiglio, così come nel documento di programmazione economico-finanziaria, il Governo ha espresso la volontà di voler accordare un'attenzione particolare alle attività produttive, all'economia reale ed alla occupazione. Il decreto-legge n.323 risulta invece essere in controtendenza rispetto agli obiettivi dichiarati. Questa manovra, infatti, penalizza la nostra economia attraverso tagli e riduzioni proprio nella spesa di natura produttiva, a scapito delle piccole imprese, dell'artigianato, dell'agricoltura e della farmaceutica che già versa in gravi difficoltà. L'azione del Governo è perseverata anche con l'aumento della tassazione sui certificati di deposito. Quest'imposizione fiscale ha colpito il risparmio produttivo, ha penalizzato gli strumenti della raccolta bancaria con conseguenze negative sulla capacità competitiva delle banche di acquisire nuovo risparmio, penalizzando soprattutto gli istituti più piccoli, quali le casse rurali ed artigiane e le banche di credito cooperativo, rispetto a quelli di maggiori dimensioni.
In definitiva, il Governo compie un clamoroso autogoal non procedendo ad un'armonizzazione della tassazione delle forme di risparmio, come avviene in tutti i paesi europei; a tale proposito è interessante effettuare la comparazione dei proventi delle attività finanziarie a reddito fisso e cioè dei titoli di Stato, obbligazioni private e certificati di deposito, com'è regolamentata nel Regno Unito, Francia, Germania, Spagna, Olanda e Lussemburgo (tutti questi paesi sono perfettamente allineati). In Italia, invece, anziché procedere nella direzione di spingere i risparmi verso investimenti a medio e lungo termine, quelli cioè che consentono di alimentare il sistema delle imprese, il loro sviluppo, in ultima analisi l'occupazione, con questa manovra si disincentiva tutto questo e si avvantaggia il trasferimento verso forme di impiego a breve, cioè la liquidità, cioè i titoli di Stato, quindi la semplice rendita.
C'è, inoltre, un altro aspetto collegato da non sottovalutare. La manovra correttiva, così strutturata, è destinata a rimanere, almeno in parte, solo virtuale, senza produrre cioè effetti reali. È sintomatico il fatto che l'aumento dell'aliquota di deposito ha fatto registrare una diminuzione delle sottoscrizioni del 75 per cento nei primi dieci giorni successivi all'adozione del decreto-legge n.323. Si rischia, così, di vanificare le attese di gettito e la credibilità dell'intera manovra correttiva. Il Governo, infatti, non ha previsto l'accentuato spostamento degli investitori verso altre forme di risparmio.


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PRESIDENTE. Collega, deve avviarsi alla conclusione.

STEFANO BASTIANONI. Non c'è che dire, un vero capolavoro!
L'ordine del giorno n.9/1857/18, di cui sono primo firmatario, sulla base delle suesposte motivazioni era finalizzato ad impegnare il Governo affinché, nella prossima finanziaria per il 1997, venisse realizzata un'effettiva armonizzazione delle forme di risparmio verso il basso e non verso l'alto, come operato con il decreto-legge n.323, in linea con gli orientamenti comunitari, se vogliamo, come si dice, guardare all'Europa, altrimenti, e concludo Presidente, la rotta di questo Governo rischia davvero di non approdare da nessuna parte (Applausi).

PRESIDENTE. La Presidenza autorizza la pubblicazione in calce al resoconto stenografico della seduta odierna del testo integrale della dichiarazione di voto dei deputati Marinacci, Volonté e Fabris, che ne hanno fatto richiesta.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Teresio Delfino. Ne ha facoltà.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, sarò molto sintetico (Commenti), svolgendo tre osservazioni. La prima per ribadire, rispetto a distorte interpretazioni del nostro impegno parlamentare, che non c'era nella nostra azione alcun intento consociativo o ostruzionistico, come altri, invece, vogliono accreditare al Polo ed anche a noi.

ALFREDO BIONDI. Bravo!

TERESIO DELFINO. La seconda osservazione è sull'ammissibilità degli ordini del giorno. Rilevo con qualche preoccupazione che sono stati ammessi ordini del giorno che ripristinavano stanziamenti relativi ai fondi globali e non capisco perché l'ordine del giorno che riguardava l'autostrada Torino-Savona, che è stata richiamata molte volte e che aveva la stessa finalità, sia stato dichiarato inammissibile. Faccio solo questa sottolineatura per dire che è vergognoso che il Governo dopo sei mesi si rimangi una battaglia parlamentare che aveva condiviso sia al Senato che alla Camera.
Terza osservazione: mi consenta il professor Cavazzuti di affermare che ho rilevato un certo doppiopesismo nella valutazione degli ordini del giorno. Infatti quelli presentati dal gruppo del CCD-CDU sulla politica farmaceutica, sulla parità scolastica, sulla politica tariffaria e sulla fiscalità familiare corrispondevano, onorevoli colleghi, alle indicazioni da noi evidenziate con una serie di emendamenti, che, tra l'altro, rappresentanti del Governo e della Commissione ci avevano sollecitato a presentare per un confronto parlamentare corretto, volto ad apportare significativi miglioramenti alla manovra in esame.
Le nostre ragioni erano molto semplici e tese a rispondere ad esigenze dei cittadini. Eravamo e restiamo convinti del fatto che fosse nostro dovere insistere in tale direzione.
Ci dispiace che il Governo e concludo abbia accolto come raccomandazione solo due ordini del giorno, mentre sul terzo ha espresso parere contrario.
Chiediamo pertanto all'Assemblea un'attenta valutazione ed un voto positivo perché comunque, signor Presidente del Consiglio, i nostri ordini del giorno rappresentano solo la sottolineatura di problemi che i cittadini italiani sentono profondamente (Applausi dei deputati dei gruppi del CCD-CDU e di forza Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Conti. Ne ha facoltà.

GIULIO CONTI. Sono onorato di parlare a quest'ora, Presidente, come ultimo oratore, partecipando anch'io a questo dibattito, che è stato interessantissimo per molti motivi che non voglio enumerare.
Ritengo sia doveroso spendere qualche parola sul decreto-legge n.323, in particolare sulla politica del farmaco, inventata dal ministro Bindi con la formula "farmaco uguale, prezzo uguale", che è una grande truffa dal punto di vista ideologico e farmaceutico. Per ogni categoria, il


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prezzo del farmaco avrebbe dovuto essere abbassato al minimo, e, qualora ciò non fosse avvenuto, tali farmaci sarebbero stati spostati in fascia C. Ebbene, un farmaco ha invece sempre avuto il privilegio dell'eccezione ed è sempre stato il farmaco con prezzo più basso ma il più vecchio, il meno sicuro ed il più dannoso per la salute di chi lo assumeva; per premio, era pure gratuito. Tutto ciò è avvenuto con grande vantaggio economico per le aziende che lo producono.
Questo è dunque un primo motivo di critica dura nei confronti del decreto-legge e in particolare di tale misura, che è stata presentata come un'ottima iniziativa per la salute degli italiani.
Nello stesso tempo, si è affermato che con il provvedimento si voleva ridimensionare il potere della CUF. In realtà ciò non accade; infatti all'articolo 1 si prevede che tale commissione manterrà il potere di decidere, senza criteri precisi, fino a quando un farmaco possa rimanere nella fascia A. Quindi, il potere decisionale della commissione unica del farmaco superiore a quello del Governo arriva fino alla determinazione dei farmaci da far rimanere in fascia A, nonostante vi siano situazioni di disparità tra le aziende; anzi tale disparità viene codificata.
Ritengo che questo sia un ulteriore motivo di profonda preoccupazione, tale da inficiare ancora di più la manovra finanziaria imperniata soprattutto sulla sanità.
Va inoltre smentita l'affermazione secondo la quale l'industria del farmaco costi troppo. Amici del Governo, dobbiamo metterci d'accordo su alcuni concetti: se l'industria del farmaco è considerata strategica, cioè essenziale per una nazione civile, affinché il mercato interno non si trasformi in un mero commercio del farmaco, in condizioni coloniali, allora dobbiamo sostenerla, ovviamente entro limiti tali da non consentire la truffa del farmaco, così come è accaduto con precedenti governi. Sostenendo l'industria del farmaco, offriamo anche garanzie alla ricerca, che da essa dipende per la quasi totalità, e tuteliamo posti di lavoro specializzati ed altamente qualificati.
Vi è inoltre una contraddizione enorme, caro ministro: lei oggi ci impone di diminuire i prezzi dei farmaci sostenendo di fare una grande opera di progresso e di giustizia, quando nello stesso decreto-legge si prevede che il 1^ settembre prossimo, cioè tra un mese, gli stessi prezzi dei farmaci dovranno essere resi uguali ai prezzi europei, il che significa aumentarli del 20-30 per cento.
Non so come sia possibile pensare che nell'arco di un mese questi prezzi vengano prima abbassati per poi essere aumentati di una quota enormemente superiore alla riduzione che oggi si vuole realizzare. Allora, delle due l'una: o questa è una manovra prettamente demagogica, oppure si fa il tentativo di indicare il termine del 1^ settembre, ma in realtà a quella data l'adeguamento al prezzo europeo del farmaco non ci sarà.
Questo non è un modo serio di fare politica, caro ministro. Altro che metodo da prima Repubblica! Siamo veramente agli antipodi della giustizia in questo settore.

PRESIDENTE. Onorevole Conti, deve avviarsi a concludere.

GIULIO CONTI. Ritengo di aver espresso considerazioni essenziali che arricchiscono il dibattito e che erano state trascurate.
Vorrei aggiungere che le disparità denunciate durante questo dibattito, in modo specioso e strumentale, fra i cittadini del nord, del centro e del sud non hanno motivo di essere, perché, cari amici della lega nord per l'indipendenza della Padania, a causa di questo Governo e di questo tipo di provvedimento che ci viene proposto soffriranno ugualmente i fratelli del nord, del centro e del sud (Applausi dei deputati del gruppo di alleanza nazionale)!

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sul complesso degli ordini del giorno.

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