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2. Descrizione dei settori produttivi e processi di produzione.
In riferimento alle aziende a rischio, sono stati pertanto considerati i seguenti settori produttivi: chimico, petrolifero, petrolchimico, farmaceutico, metallurgico e metalmeccanico. Per quanto riguarda le aziende non a rischio, l'indagine ha riguardato i settori della produzione di energia elettrica e metalmeccanico.
2.1. Settore chimico. Le aziende prese in considerazione nell'indagine costituiscono un campione rappresentativo della produzione chimica in Italia. In questa sede è opportuno fornire una sintetica descrizione delle produzioni considerate:
smalti e pigmenti ceramici, minio di piombo (Colorobbia, Emails);
cloro-soda (Solvay Interox, Caffaro Industrie Chimiche), oltre a tre siti Enichem inseriti nel settore petrolchimico in quanto in esso integrati;
clorofluorocarburi aromatici e alifatici, fluoruri organici (Finchimica, Ausimont);
tensioattivi (Cesalpinia Chemicals, Miteni, Albright & Wilson, Condea Dac);
resine alchidiche, poliesteri, poliuretani, viniliche, acriliche, bakelitiche (Basf, Toscana Gomme, Elf Atochem, Bakelite, Nord Italia Resine, Satef Huttenes Albertus);
polioli, isocianati, schiume poliuretaniche, bisfenoli (Dow, Epoxital, Deltapur, Giuseppe Olmo, Pelma);
acido nitrico, concimi complessi, fertilizzanti (Hydroagri Italia) ;
fitosanitari, insetticidi, diserbanti e prodotti attivi per fitofarmaci, funghicidi (Caffaro Industrie Chimiche, Sipcam, IPICI, Oxon, Du Pont Italiana, Bayer, Uniroyal Chimica, Chemia, Scam);
silanici e fluidi siliconici (Witco specialities Italia);
prodotti chimici per l'industria, additivi, catalizzatori, additivi per servizi, additivi per gomma (Società termolese sintetici, Nalco Italiana, Nuova Terni Industrie Chimiche, Great Lakes Chemical Italia);
formaldeide, melamina, collanti, resine poliesteri (Alder, Omv Agrolinz, Mc Worther, Sadepan Chimica);
acido solforico (Nuova Solmine);
betanafiolo, ftalocianine, acido Bon, acido G (Organic chemicals) ;
potassa caustica (Altair chimica);
perossidi organici (Elf Atochem);
solfiti, metabisolfiti, tiosolfati (Esseco);
metilammine, colina bitartrato, acceleranti per gomme (Akzo Nobel);
caprolattame (Industrie Chimiche Caffaro);
prodotti per fiammiferi (Italmatch);
perborato, acqua ossigenata, silicato sodico (Ausimont, Industrie chimiche Caffaro);
materie prime farmacologicamente attive (Zambon Group);
acido fluoridrico, criolite (Icib);
compounds di pvc (Industrie Generali Compounds, Solvay Italia);
chimica fine, clorocianurati, acido diamminstilbensolfonico (3V Sigma);
tessuti plasticati (Sitab);
paraclorobenzotricloruro, ipoclorito di sodio, cloruro di iodio (Società Elettrochimica solfuri e derivati);
anidridi organiche e acidi organici (Algroup Lonza);
prodotti per fotografia (Imation);
metilmetacrilato, polimetacrilato (Elf atochem);
pentaeritrite e formaldeide (Perstorp);
ausiliari per industria cosmetica, detergenza (Henkel);
tetrametil piperidinil butilammina, toluidina, nitrotoluoli (3V Cpm);
calcio bloccante Rixx (Fis);
acido cianidrico, acetoncianidrine (Elf Atochem).
2.2. Settore petrolifero. Le raffinerie prese in esame costituiscono la quasi totalità del settore della raffinazione italiana, non essendo stati oggetto dell'indagine solo gli impianti Agip di Taranto e Ies di Mantova che rappresentano il 7,2 per cento del greggio totale lavorato nel 1998 dalle raffinerie italiane. Il greggio nazionale nonché, il greggio ed i semilavorati importati, vengono sottoposti a processi di distillazione atmosferica e sotto vuoto, raffinazione, trasformazione, conversione (a seconda dell'assetto delle diverse raffinerie) per l'ottenimento di GPL, benzina, petrolio, carboturbo, gasolio, olio combustibile, lubrificanti, powerformati, alchilati, altri semilavorati.
I processi più rappresentativi sono: topping (distillazione primaria), vacuum (distillazione sotto vuoto), cracking (fluid cracking, thermal cracking, visbreaking, hydrocracking), alchilazione, powerforming, desolforazione, isomerizzazione, reforming, dewaxing, deasphalting.
Negli impianti Infineum di Vado Ligure e Agip di Robassomero si producono, rispettivamente, grassi e additivi per lubrificanti nonché pacchetti di additivi per oli lubrificanti Agip.
2.3. Settore petrolchimico. Le aziende considerate, come nel caso del settore petrolifero, costituiscono la gran parte del settore nazionale, rappresentato soprattutto dai siti di proprietà dell'Enichem. In tali siti, sono presenti anche altre aziende la cui produzione è spesso integrata con i processi principali dell'Enichem. Oggetto dell'indagine della Commissione sono stati i siti Enichem di Brindisi, Sarroch, Ferrara, Gela, Mantova, Ottana, Porto Marghera, Porto Torres, Priolo, Ravenna e Terni.
Le materie di base utilizzate da tali impianti sono il gasolio e la virgin nafta, ossia due tagli della raffinazione petrolifera. Ciò si traduce in pratica nel fatto che gli impianti Enichem sono spesso integrati con gli impianti di raffinazione del petrolio. Chemicals utilizzati nei cicli di produzione sono pure il cloruro di sodio, lo zolfo, l'ammoniaca e il metano. La vasta gamma dei prodotti Enichem va dagli intermedi ai materiali plastici, a sostanze che hanno impiego nel settore agricolo, in quello dell'industria dell'automobile, dell'industria farmaceutica, etc. Tali impianti assicurano infine la produzione di olefine, fenolo, caprolattame, gomme, polistirolo, polimeri vari, elastomeri e pvc.
2.4. Settore farmaceutico. L'indagine ha preso in esame solo una parte dell'industria farmaceutica italiana, e precisamente la Sigma Tau, la Abbot, la Bristol Meyers e la Recordati. Quest'ultima è specializzata nella produzione di paraidrossifenilglicina, papaverina cloridrato, sale di Dane, verapamilcloridrato, aciclovir, difenilidramina cloridrato, difenilidantoina, difenilidantoina sodica, dimeinidrinate, flavoxate cloridrato. La Abbott produce prevalentemente ethrane, claritromicina e ritonavir (un inibitore della proteasi). La Sigma Tau produce, sia in proprio che per conto terzi, medicinali, antibiotici, prodotti farmaceutici, dietetici, cosmetici, igienici e sanitari, prodotti chimici e principi attivi, mentre la Bristol Meyers è impegnata nella produzione di antibiotici semi-sintetici (penicilline, cefalosporine) e antibiotici beta-lattamici.
2.5. Settore metallurgico. Sono stati inviati questionari alla Ilva di Taranto e all'Alcoa di Portovesme. La Ilva opera nel settore della siderurgia e della produzione degli acciai, mentre l'Alcoa è specializzata nella produzione di alluminio, sia come alluminio di base che come semilavorato, e con una produzione annua di 150.000 tonnellate rappresenta circa l'ottanta per cento del mercato italiano.
2.6. Settore della produzione di energia elettrica. È quello delle centrali termoelettriche dell'Enel. L'energia viene prodotta con l'utilizzo di combustibili che, a seconda della centrale, possono essere gas metano, olio combustibile denso, carbone nazionale, carbone estero, orimulsion. L'indagine ha considerato un solo caso di centrale che brucia gas (Trino Vercellese), privilegiando invece la scelta di quelle centrali che, ai fini della produzione di rifiuti, hanno maggiore impatto sull'ambiente in quanto utilizzano olio combustibile denso, carbone, orimulsion, ricorrendo a volte anche a combustione mista (gas + combustibili solidi). Sono state prese in considerazione 24 centrali su 49, ossia il 49 per cento del totale. Delle 25 centrali non considerate, il 32 per cento è ad alimentazione a gas o gasolio (quindi con poco rilevante produzione di ceneri da processo), mentre il rimanente 68 per cento è ad alimentazione mista, olio combustibile, carbone, gas.
2.7. Settore metalmeccanico. Il lavoro di ricerca ha posto l'attenzione sugli impianti Fiat Auto di Orbassano, Cassino, Melfi e Termini Imerese. L'attività di tali impianti comprende tutto il ciclo di produzione delle autovetture (fabbricazione completa di carrozzerie, assemblaggio di motopropulsori, verniciatura, etc.), comprese le prove presso l'impianto di Orbassano, sia su vetture sia su componenti autoveicolistici.
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