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1. Le audizioni e le missioni.
In relazione all'emergenza rifiuti avutasi nella provincia di Milano dal novembre 1994 alla fine del 1996, presso la sede della Commissione a Roma, sono stati ascoltati in audizione formale, nella seduta del 27 gennaio 1998, il presidente dell'Osservatorio nazionale dei rifiuti, Gianni Squitieri, l'assessore regionale all'ambiente, Franco Nicoli Cristiani, quello provinciale, Giulio Facchi, l'assessore comunale all'ambiente Domenico Zampaglione e il direttore dell'azienda municipalizzata servizi ambientali (AMSA) di Milano, Claudio Roveda (1).
(1) Le audizioni furono fissate soprattutto per l'esame della situazione venutasi a determinare a Milano dopo la chiusura della discarica di Cerro Maggiore, chiusura che di fatto aveva privato il capoluogo della possibilità di smaltire i rifiuti solidi urbani. Come accertato dall'Osservatorio nazionale sui rifiuti, a seguito di apposita inchiesta svolta su incarico del ministro Ronchi, dopo il primo periodo di blocco nella raccolta e la conseguente gravissima situazione igienico-sanitaria venutasi a determinare, le successive misure prese dagli organi competenti hanno consentito di ridimensionare gli allarmi e di trovare soluzioni che, in una certa misura, hanno raccolto le indicazioni del decreto legislativo n. 22 del 1997 soprattutto per quanto riguarda la raccolta differenziata. In effetti, sull'onda dell'emergenza anzidetta, sono state accelerate le procedure e le misure per procedere alla raccolta differenziata dei rifiuti anche se, nella prima fase del nuovo sistema, l'insufficienza di adeguati impianti per gestire i materiali selezionati ha portato a disfunzioni ed all'impossibilità di potere procedere in modo completo alle lavorazioni di riciclaggio. Uno dei punti di debolezza dell'attuale sistema di raccolta dei rifiuti consiste, infatti, nella mancanza di adeguati impianti per la produzione di compost qualitativamente accettabile. E questa è un'ulteriore conferma del fatto che non appare possibile procedere alla gestione dei rifiuti per segmenti di attività con visioni parziali e separate delle varie fasi del ciclo, che interessa un sistema di attività interdipendenti che richiedono programmazione ed interventi unitari. A causa della carenza di impianti intermedi adeguati, gran parte della raccolta differenziata (soprattutto la frazione umida) effettuata a Milano finì allora in comuni discariche, vanificando, così, il grande sforzo organizzativo ed economico degli enti locali.
Le successive verifiche hanno consentito di appurare indubbiamente un miglioramento della situazione anche per la piena attivazione dell'impianto di compostaggio della ex Maserati e di quello di termodistruzione di Figino. Resta, tuttavia, da osservare che, allo stato attuale, la situazione della Lombardia, sebbene debba essere giudicata come tra le più favorevoli dell'intero territorio nazionale, ancora non appare pienamente rispondente, sia dal punto di vista delle soluzioni tecnologiche espresse, sia per i profili strutturali, alle esigenze poste dalla gestione dell'intero ciclo.
Gli amministratori ascoltati hanno confermato che a quella data non sussistevano più situazioni di emergenza e che il programma lanciato dalla regione per la più ampia diffusione della raccolta differenziata era stato raccolto dagli enti locali e tradotto in interventi operativi. Le poche situazioni di crisi ancora esistenti ed in via di superamento (tra l'altro erano stati individuati trasferimenti di rifiuti in impianti del Lazio ed i costi di trattamento alla fine del 1997 erano lievitati fino a giungere a 480 lire al chilogrammo) derivavano dalla mancata sincronia tra l'avvio della raccolta differenziata e la posa in opera di impianti idonei alla lavorazione del compost. La prima fase operativa della gestione dei materiali raccolti è stata caratterizzata, pertanto, dalla ricerca di (discutibili, ma necessarie) soluzioni intermedie con l'approntamento di centri di vagliatura dove potevano trovare provvisoria collocazione varie tipologie di rifiuti.
Per quanto concerne i rifiuti speciali, tossici e pericolosi, provenienti dalle lavorazioni industriali, fino al 1998, in mancanza anche della tempestiva costituzione dell'ARPA (istituita soltanto nell'agosto del 1999) e, quindi, dei controlli e delle certificazioni a questa demandati, i dati in possesso della Commissione fino a tutto il 1997, che denunciavano come anche in Lombardia gran parte dei rifiuti non trovassero smaltimento nel territorio regionale, sono stati in parte corretti dagli amministratori che hanno assicurato che gran parte dell'industria lombarda pratica, con percentuali che giungano fino al 90 per cento del prodotto, l'autosmaltimento. In ogni caso, il forno di Filago assicura piena autonomia alla regione per i rifiuti liquidi pericolosi. Per quelli solidi la chiusura degli impianti di inertizzazione e di smaltimento di Cervesina e di Cologno Monzese, e l'entrata in funzione del nuovo impianto di Valsecco di Montechiari, avevano prodotto una fase momentanea di crisi, ora in via di superamento.
Resta aperta la delicata questione delle bonifiche presentata, in considerazione soprattutto della forte densità dell'industria lombarda e della mancanza da parte delle passate amministrazioni di un adeguato controllo del territorio, come il vero punito di crisi del sistema rifiuti. Per ulteriori ragguagli sull'emergenza nella provincia di Milano, v. infra.
Delegazioni della Commissione, guidate dal Presidente Scalia e composte sia da parlamentari che da consulenti, si sono recate in Lombardia in due occasioni.
Nei giorni 18 e 19 gennaio 1999, una delegazione, composta dal Presidente Scalia, dal deputato Copercini e dai senatori Lubrano di Ricco e Lasagna, ha effettuato una prima missione nella regione. Il 18 gennaio 1999 si sono svolti dei sopralluoghi presso la costruenda discarica di Castiglione delle Stiviere (MN), presso gli impianti dell'Alfa Acciai di Brescia e della società Ghiraf di Annicco (CR). Il giorno successivo la delegazione parlamentare ha visitato il sito della ditta ECODECO di Pavia, quello della ex-Maserati di Milano e quello della Pirelli-Ambiente, sempre nel capoluogo. Nel pomeriggio del 19 gennaio si sono svolte delle audizioni formali presso la prefettura, in occasione delle quali sono stati ascoltati il prefetto di Milano, Roberto Sorge, il sostituto procuratore della Repubblica di Monza, Luciano Padula, il consulente tecnico di questi, Gianpaolo Summaruga, il maresciallo della locale sezione di polizia giudiziaria, Matteo Annunziato, il dirigente del servizio rifiuti della regione Lombardia, Luigi Mille,
l'assessore all'ambiente della provincia di Milano, Giulio Facchi, l'assessore alle privatizzazioni del comune di Milano, Giorgio Porta, ed il direttore generale dell'AMSA di Milano, Ruggero Anfossi.
Nel corso delle audizioni, sono stati anche ascoltati Alberto Meomartini e Paolo Pasini, rispettivamente vicepresidente e responsabile dei rapporti istituzionali dell'Assolombarda, nonché, per le associazioni ambientaliste, Nadia Volpi, per Italia Nostra, Marco Menichetti, per il Wwf, Andrea Poggio per Legambiente e Bruno Esposito per Ambiente e/è vita.
Nei giorni 13 e 14 settembre 1999, si è svolta la seconda missione conoscitiva. La delegazione, guidata dal Presidente Scalia e composta dai deputati Copercini, Iacobellis e Marengo nonché dai senatori Asciutti e Iuliano, ha visitato, nella giornata del 13 settembre, il sito da bonificare dell'Agip-Petroli di Rho (MI) (2), l'impianto di autosmaltimento per termodistruzione della BASF di Caronno Pertusella (VA) (3), l'impianto consortile di selezione e incenerimento di Valmadrera (LC) (4). Il 14 settembre è stato effettuato un sopralluogo presso il sito della Pontenossa spa (5), nell'omonima località in provincia di Bergamo e una visita presso l'impianto di selezione di Levate (BG). Si è quindi svolto un incontro a Trezzo sull'Adda (MI) con il comitato cittadino (6) prima e con il sindaco poi, relativamente a un impianto in corso di realizzazione presso tale località. In relazione a tale caso è stato ascoltato anche il comandante della compagnia dei carabinieri di Cassano d'Adda (MI), Corrado Miralli. Infine la delegazione ha svolto un sopralluogo presso l'impianto di compostaggio di S. Rocco al Porto (LO).
(2) Nel corso della visita si è anche svolto un incontro informale cui hanno partecipato i dottori Sergio Ghelardi, Carlo Fischel e Stefano Pessina per l'AGIP, l'ingegner G. Filauro per la Foster Wheeler, l'ingegner I. Poroli per la società Montalbetti.
(3) Nel corso della visita si è anche svolto un incontro informale cui hanno partecipato, per la BASF, i dirigenti Silvio Bassi e Riccardo Luzzati.
(4) Nell'occasione si è svolto un incontro informale con il presidente della SILEA, Giovanni Fazzini e con altri esponenti della società, tra cui Paolo Selva e Marino Maglia. Ha partecipato all'incontro anche Giovani Colombo, consigliere d'amministrazione della SILEA e consigliere provinciale.
(5) Nel corso della visita si è anche svolto un incontro informale cui hanno partecipato, per la Pontenossa spa l'amministratore delegato Pierfrancesco Simonetti e l'ingegner Antonio Busé e, per le rappresentanze sindacali unitarie, Edgardo Bottani.
(6) Per il comitato cittadino ha partecipato la dottoressa Elisabetta Mauri, accompagnata da Giuseppina Casiraghi e da altri esponenti, mentre il sindaco, Roberto Milanesi, era accompagnato dall'assessore all'ambiente, Luca Rodda, e dal funzionario del comune, Fabio Pozzi.
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