PROGETTO DI LEGGE - N. 2870




        Onorevoli Colleghi! - Le forme concrete di organizzazione dei nuclei familiari hanno subìto profonde metamorfosi sia all'interno di una medesima cultura nel corso dei secoli, sia nell'ambito di culture differenti: anche la struttura familiare patriarcale, che non è stata l'unica forma familiare praticata, si è articolata secondo modalità assai differenti. Nella seconda metà del nostro secolo, i comportamenti sessuali e interpersonali hanno subìto una significativa mutazione, ad opera di una trasformazione della soggettività, anzitutto femminile, nonché delle profonde variazioni delle condizioni economiche e di organizzazione sociale dei Paesi dell'area occidentale. Anche nel nostro Paese si è verificata una rilevante trasformazione, fin dagli anni '60, dei modi di considerare i rapporti interpersonali, i costumi sessuali e le forme di convivenza fra gli individui. In conseguenza di questo, in Italia, l'idea di famiglia risulta caratterizzata, oggi, da modalità assai differenti rispetto a quelle di alcuni decenni or sono.
        La legislazione in materia di ordinamento civile ha registrato tali mutazioni (nei comportamenti, nelle abitudini interpersonali, nei modi di pensare i rapporti familiari e di coppia) in tempi e modi fortemente inadeguati e rallentati rispetto alle evoluzioni in atto nella società. Da qui l'opportunità di contribuire a un riconoscimento, anche istituzionale, di tali evoluzioni nei modi di sentire e di agire degli individui e nell'ambito dei rapporti di organizzazione familiare e di convivenza.
        E infatti, nell'ultimo ventennio, anche in Italia, si è fortemente diffusa una convivenza non formalizzata tra persone di sesso diverso, o del medesimo sesso, e tali forme di convivenza di fatto, non istituzionalizzate, risultano tuttora fortemente penalizzate sul piano dell'ordinamento civile dello Stato italiano.
        D'altra parte, nella richiesta di riconoscimento per quelle nuove modalità di convivenza che la presente proposta di legge definisce "unioni civili", emerge - oltre alla rivendicazione di diritti - una domanda di riconoscimento sociale e una di affermazione di dignità.
        Questo rimanda a quella crisi della concezione "metafisica" della famiglia, di cui molto si è detto e si è scritto negli ultimi due decenni. Tale concezione risultava strettamente dipendente dalla vitalità e dall'egemonia di una morale di maggioranza che, nel nostro Paese, si identificava con il senso comune - prima ancora che con la dottrina - del cattolicesimo (inteso, qui, come precettistica e come sistema di obblighi e di divieti). Una volta entrata in crisi quella morale di maggioranza, si sono venute formando - faticosamente e, talvolta, drammaticamente - molte morali parziali. Ognuna di esse ha il suo fondamento proprio nel rinunciare a ogni pretesa di totalità e di unicità, nel sapersi imperfetta e, tuttavia, nel volersi identificabile. Parallelamente, le grandi trasformazioni sociali e culturali conosciute in Italia in questi decenni hanno prodotto altrettanti mutamenti nell'idea e nella pratica di relazione familiare. E se la concezione "metafisica" della famiglia non è più incontrastata e, forse, neppure più maggioritaria, essa non può risultare più la sola fondata moralmente. Chi propone un'altra pratica di famiglia (una pluralità di famiglie) non si limita, dunque, a ritenere superata l'unicità del modello e la sua presunta superiorità: intende affermare la moralità di altri modelli. Non rivendica, dunque, il diritto alla trasgressione: bensì il diritto alla fondazione morale di altre morali, di altre idee della sessualità e del legame coniugale. Consiste in questo l'importanza, anche etica, di quella rivendicazione, che resta, in primo luogo, civile.
        Si può dire, dunque, che l'unione civile tra due persone di sesso diverso o dello stesso sesso allarga e arricchisce il concetto di "famiglia come società naturale" di cui all'articolo 29 della Costituzione, per consentire ai cittadini una più libera scelta della organizzazione della propria vita e delle proprie relazioni familiari.
        La presente proposta di legge è volta a tutelare nei suoi aspetti più generali le nuove modalità di convivenza sopra descritte, inserendole negli ordinamenti civili, affinché venga regolarizzata la loro situazione normativa.




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