Restauro del Fregio Sartorio
Un nastro lungo 105 metri e altro circa 3,75 metri, composto di 50 pannelli, costituisce il fregio dipinto da Giulio Aristide Sartorio (1860 - 1932) per l'Aula della Camera dei deputati. Sartorio si preparò puntigliosamente alla realizzazione dell'opera: studiò a Londra i marmi del Partenone al British Museum e i Trionfi di Andrea Mantenga a Hampton Court. Sperimentò soluzioni nuove sia nella tecnica pittorica sia nella composizione: allo studio dei modelli dal vero alternava l'uso pionieristico della fotografia. Per l'abbozzo dell'opera sulle grandi tele proiettava diapositive dei bozzetti e disegni già elaborati, componendo una coreografia complessa di 200 figure. La preparazione e l'esecuzione dell'opera impegnarono l'artista dal 1908 al 1912. Nel lato rettilineo dell'Aula sono illustrate le vicende epiche del popolo italiano e il Risorgimento. Sartorio elude, infatti, la pittura di storia e "rappresenta non l'avvenimento, ma il momento psicologico che lo produsse e le forze ideali che le alimentarono". Il sole della libertà occupa il centro della figurazione; ai lati scorci arditi e complicati nodi plastici delle figure danno forma alle lotte contro i barbari, alle Furie che li inspirano, alle quali si contrappone il giovane popolo italiano con i suoi valori positivi. Nell'emiciclo dell'Aula la complessa iconografia del fregio celebra i valori costitutivi della tradizione del popolo italiano. L'Italia, giovane donna "dall'espressione serena" su una quadriga retta dai Dioscuri, è al centro; alle sue spalle un disco di luce simboleggia il futuro luminoso. La superficie di fondo della figurazione descrive un'alta zoccolatura marmorea e contiene, in uno spazio ristretto in profondità, le immagini che si animano e si staccano dal fondo. Il colore, tenuto nei toni bassi delle terre, dà il senso della vita che si anima: la civiltà del popolo italiano dopo l'unità del paese risorge e vive, celebrando i suoi valori. Il fregio pittorico costituisce, per la totale corrispondenza dei ritmi delle figurazioni alla complessa originale simbologia, una realizzazione esemplare. Si riconosce a Sartorio una eccelsa capacità di celebrare la vitalità della giovane nazione italiana attraverso l'energia del fare pittorico, con un'attualizzazione del mito antico ed un'intonazione epica di grande potenza.
Nel 1998, durante i lavori di restauro del velario dell'Aula parlamentare, è stato possibile vedere dall'alto e da vicino le tele dipinte da Sartorio che sono apparse in tutta la loro capacità espressiva. Subito ha colpito la loro dimensione, la tecnica pittorica, lo spessore delle pennellate, ma ha anche impressionato l'enorme deposito di polveri su quelle stesse pennellate, la caduta di parti di materia pittorica e la grande quantità di microlesioni presenti. Lo stesso fregio liberty, sempre visto dall'alto, ha modificato il proprio colore in bianco-grigiastro a causa dell'accumulo di particellato. In occasione della sospensione dei lavori parlamentari per le festività natalizie 2003/2004, la Soprintendenza per i Beni Architettonici di Roma, ha condotto un intervento di somma urgenza per verificare il precario posizionamento di una delle tele di Sartorio. La circostanza è stata particolarmente proficua per costatare da vicino le reali condizioni di conservazione delle tele e del fregio ligneo e la fattibilità del loro restauro, che si prospetta urgente, di estrema delicatezza ed importanza. Prima di procedere alla cantierizzazione per lo smontaggio della tela, sono state condotte indagini propedeutiche a comprendere come i dipinti fossero stati montati e fissati all'origine. Dalle finestre superiori è stata fotografata la tela per riprodurla su un panello rigido, delle stesse dimensioni, che è stata apposto in sostituzione dell'originale. E' stato utilizzato un ponteggio multidirezionale, poggiante sul piano dell'Aula ad ancorato all'interno delle tribune e delle finestre superiori che, nella parte in aderenza alla parete, doveva consentire un rapido "monta e smonta" di una sua parte per consentire la movimentazione della tela. Nel corso dell'intervento pilota, sono state esaminate anche le condizioni delle parti retrostanti la tela altrimenti non accessibili, come i muri ed i telai di sostegno ed il sottostante fregio ligneo disegnato da Basile, che sottende ed incornicia fastosamente il nastro pittorico di Sartorio. Le condizioni di degrado riscontrato in maniera diffusa suggeriscono un intervento di restauro urgente che costituirebbe una seconda fase della progressiva valorizzazione dell'Aula, già avviata con il restauro del velario, recentemente concluso. Il progetto di restauro rappresenta una preziosa occasione di studio per il recupero dei beni artistici moderni. Le 50 tele che si trovano a circa 19 metri dal piano dell'Aula ed hanno un'altezza di circa 3,75 metri; il tempo stimato per il loro restauro è di due anni. Le modalità di organizzazione del cantiere non prevedono ponteggi fissi in Aula, ma soltanto l'installazione temporanea di ponteggi "monta e smonta", già sperimentati nel cantiere pilota, per sostituire di volta in volta le riproduzioni fotografiche delle tele rimosse e lasciare integra la lettura della sequenza pittorica. Per valorizzare l'intervento e dargli la massima diffusione e rilevanza, si pensa di allestire una mostra dei pannelli in restauro, in modo da sfruttare l'occasione della rimozione dalla sede naturale per consentire al pubblico di poter visionare le tele da vicino ed apprezzarle in tutto il loro splendore.
Il fregio dell'Aula della Camera dei Deputati soffre di una gravissima patologia dovuta alla incompatibilità tra la tecnica pittorica di Giulio Aristide Sartorio e la tela industriale impiegata come supporto. Il problema si deve alla "tempera cerosa" usata dal pittore per dipingere con rapidità ed immediatezza e per modulare a piacimento lo spessore delle pennellate che vanno da stesure sottili come velature a masse di colore spesse alcuni centimetri. Infatti le grossezze di colore, asciugandosi e contraendosi, oltre a dare luogo a screpolature di vario tipo, hanno strappato il sottile strato preparatorio di gesso e calce che assicurava i colori alla tela. Venuto meno l'elemento di adesione tra tela e pellicola pittorica, l'ottanta per cento della superficie dipinta del fregio si è staccata e si mantiene precariamente in situ grazie ai contrasti meccanici instauratisi tra le varie stesure di colore. Il restauro del pannello in esposizione è servito a studiare una metodica specifica ed ottimale applicabile a tutti i pannelli che compongono il fregio, quando questo verrà sottoposto a intervento di restauro. Prima della rimozione dalla sua sede, il pannello è stato sottoposto al fissaggio preventivo del colore pericolante e alla velinatura protettiva. Eseguite le indagini scientifiche preliminari, l'opera è stata sottoposta ad un lungo e meticoloso lavoro di fissaggio della pellicola pittorica. La tela originale, divenuta arida e vetrosa, è stata impregnata di resina sintetica sotto vuoto a bassa pressione e su tavolo caldo, per restituire elasticità alle fibre cellulosiche e per ottenere una ulteriore adesione della pittura alla tela. I bordi della tela si erano usurati e tagliati, e quindi sono stati rinforzati con nuove strisce di tela. Con il tempo il timbro originale dei colori si era smorzato per il deposito di una pesante patina grigia costituita da polveri grasse e fumi. La patina è stata alleggerita con solventi elettivi e selettivi. La reintegrazione pittorica delle piccole lacune è stata eseguita con colori reversibili.
"Il Fregio Sartorio verso il restauro":
La tela Sartorio dopo il restauro | |
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