HomePage\Altre Pagine\I Presidenti della Camera\Dal 1848 al 1943\Cairoli...
Altre Pagine Sei in:

I Presidenti della Camera dal 1848 al 1943
Il Presidente Benedetto Cairoli


Benedetto Cairoli
Ingrandisci l'immagine (23 Kb)

BENEDETTO CAIROLI è nato a Pavia il 28 gennaio 1825 ed è morto a Napoli l'8 agosto 1889.

Dal padre Carlo (professore nella facoltà di medicina e poi rettore dell'Università di Pavia) e dalla madre Adelaide viene allevato a sentimenti patriottici. Nel 1848, studente di giurisprudenza, si arruola volontario e partecipa alla Campagna raggiungendo il grado di tenente. Lo sfortunato esito del conflitto lo porta ad aderire al programma mazziniano, al quale resta fedele anche dopo il fallimento del moto milanese del 1853. Esule in Piemonte, per sottrarsi ad un ordine di arresto degli austriaci, si accosta alla politica del Cavour e nel 1859 si arruola nei Cacciatori delle Alpi prendendo parte attiva ai combattimenti nel corso dei quali muore il fratello Ernesto. Nella spedizione dei Mille ha il comando di una compagnia ed è gravemente ferito durante la presa di Palermo. Eletto deputato nella VII legislatura, sarà continuamente alla Camera sino alla fine della vita.

Esponente di spicco nella Sinistra garibaldina, interviene varie volte nei dibattiti parlamentari in favore della liberazione di Roma e Venezia; nel 1864, come presidente del Comitato centrale unitario, continua a svolgere un'intensa opera per legare polacchi ed ungheresi in un'azione comune contro l'Austria. Nel 1866, membro della Commissione per l'arruolamento dei volontari, segue Garibaldi al campo; nel 1867, durante il ministero Rattazzi, convinto che un'azione rivoluzionaria avrebbe liberato Roma, si dedica alla preparazione dell'intervento del gruppo dei patrioti chi si risolve nello scontro di Villa Giori, in cui perde la vita il fratello Enrico e viene ferito l'altro fratello Giovanni.

Esponente della Sinistra intransigente, è all'opposizione anche nei confronti del primo ministro Depretis (marzo 1876), cui succede nel marzo del 1878, dopo essere stato presidente della Camera per pochi giorni (8-27 marzo), caratterizzando l'azione del governo in favore dell'edilizia scolastica, ma non riuscendo ad abolire la tassa sul macinato. Il 17 novembre 1878 Cairoli, che accompagna Umberto I, fa scudo al sovrano e riceve, motu proprio, la medaglia d'oro al valor militare, ma nel dicembre è costretto a dimettersi perché la sua politica interna viene giudicata troppo tollerante nei confronti delle organizzazioni sovversive. Torna alla guida del governo dal luglio al novembre 1879 e, ricevuto subito il reincarico, lo tiene sino al maggio del 1881, quando si dimette a seguito del trattato con cui la Francia assume il protettorato sulla Tunisia. Dopo alcuni tentativi di tornare ad incidere sulle vicende politiche nazionali, si dedica alla politica locale divenendo presidente del Consiglio Provinciale di Pavia; insignito del Collare dell'Annunziata. Muore, ospite del re, nella villa di Capodimonte a Napoli l'8 agosto 1889.