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I Presidenti della Camera dal 1848 al 1943
Il Presidente Michele Coppino


Michele Coppino
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MICHELE COPPINO è nato ad Alba (CN) l'1 aprile 1822 ed è morto a Villa Rivoli di Alba il 25 agosto 1901.

Figlio di un ciabattino e di una sartina, si dimostra subito di vivace ingegno e, dopo aver compiuto i primi studi nel seminario di Alba, vince il concorso per un posto gratuito nel Reale Collegio Carlo Alberto di Torino che gli permette di frequentare con successo i corsi universitari e di laurearsi in lettere a ventidue anni. Dal 1844 al 1850 si dedica alla carriera di insegnante, che lo porta a trasferirsi in varie città del Piemonte e nel 1850 è nominato dottore aggregato presso la facoltà di lettere di Torino. Viene eletto nel 1860 nel collegio di Alba, che non abbandonerà più e che gli rinnoverà il mandato parlamentare per 40 anni, sino alla sua morte. Il 22 marzo 1867 diviene vicepresidente della Camera e poco dopo (10 aprile) è chiamato da Rattazzi ad assumere il dicastero della Pubblica Istruzione, che lascia in ottobre per la crisi di Mentana. Nel dicembre dello stesso anno riprende l'insegnamento alla cattedra di eloquenza nell'Università di Torino ma, nominato palco dopo rettore dello stesso Ateneo, ha il mandato parlamentare annullato (gennaio 1868) per incompatibilità tra le cariche e torna alla Camera solo il 20 novembre 1870, in tempo per partecipare al dibattito della legge sulle «Guarentigie».

Ministro dell'Istruzione nel primo e nel secondo ministero Depretis (25 marzo 1876-26 dicembre 1877 e 26 dicembre 1877-24 marzo 1878) riesce a far approvare la legge sull'istruzione che introduce, seppure con gradualità e con varie limitazioni, l'obbligo scolastico, e che segna concretamente la volontà di rinnovamento che la Sinistra inizialmente mostrava d'avere. Dal 19 dicembre 1878 al 14 luglio 1879 è ancora ministro dell'Istruzione ed il 19 aprile 1880 è eletto, in ballottaggio con Zanardelli, presidente della Camera; Camera che però viene sciolta poco dopo (2 maggio). Il 19 marzo 1884 è di nuovo presidente della Camera, ma per pochi giorni, perché il 30 è (nel quinto ministero Depretis), nuovamente ministro della Pubblica Istruzione (lo sarà, ininterrottamente, anche nei successivi governi di Depretis e di Crispi, sino al 17 febbraio 1888). Fra le molte iniziative di questo periodo sono da ricordarsi le provvidenze economiche a favore dei maestri, l'ordinamento degli asili d'infanzia e dell'istruzione classica. La bocciatura del disegno di legge che poneva dei precisi vincoli alla proprietà privata per la tutela dei beni artistici determina le sue dimissioni dal ministero. Alla fine del secolo si schiera con l'opposizione liberale e nel 1901 vota a favore del governo Zanardelli.