CARLO SFORZA è nato a Montignoso (MS) il 24
gennaio 1872 ed è morto a Roma il 4 settembre 1952.
Dopo la laurea in giurisprudenza conseguita a 23 anni all'Università di Pisa, entra in
diplomazia nel 1896, risultando primo del suo concorso: i suoi primi incarichi all'estero
sono al Cairo, a Parigi, a Costantinopoli e a Pechino. Nel 1905 si dimette, non accettando
una destinazione, ma presto rientra in carriera per volere del Visconti Venosta: dal 15
gennaio al 7 aprile.1906 partecipa alla Conferenza di Algesiras.
Alterna in questo periodo missioni all'estero con l'incarico di capo-gabinetto al
ministero; dal 1911 al 1915 è ministro plenipotenziario in Cina; rientrato in Europa, è
fino al termine del conflitto il rappresentante italiano presso il governo serbo in esilio
a Corfù. Nel giugno del 1919 è nominato senatore, e dopo essere stato
sottosegretario agli Esteri nei due governi Nitti, diventa titolare del dicastero nel
gabinetto Giolitti (1920-1921): a lui si deve la firma del trattato di Rapallo con la
Jugoslavia; nel dicembre del 1920 è insignito del Collare dell'Annunziata. Dal 29 gennaio
al 29 ottobre 1922 è ambasciatore a Parigi, carica che abbandona in conseguenza
dell'avvento del fascismo al potere. Deciso oppositore del regime, svolge all'estero (dal
marzo 1927 all'ottobre del 1943 resterà in esilio) un'intensa attività pubblicistica in
favore dei principi democratici e della solidarietà europea, temi presenti anche nei
corsi di storia che tiene in quegli anni in varie Università statunitensi.
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Rientrato in Italia dopo 16 anni di assenza, prende posizione
per l'immediata abdicazione di Vittorio Emanuele III ed il mutamento istituzionale; è
ministro senza portafoglio, con l'incarico di Alto Commissario per le sanzioni contro il
fascismo, nel secondo governo Badoglio e nel primo gabinetto Bonomi. Nel settembre del
1945 è eletto alla presidenza della Consulta Nazionale e mantiene questo ufficio sino al
2 giugno 1946, deputato all'Assemblea Costituente e svolge in quell'anno le funzioni di
ambasciatore straordinario in America Latina.
Più volte ministro degli Esteri (dal 1947 al 1950) nel terzo, quarto, quinto e sesto
gabinetto De Gasperi, ratifica il trattato di pace con gli alleati e contribuisce
all'adesione dell'Italia al piano Marshall e al Patto Atlantico. Senatore dal 1948, è
ministro senza portafoglio, incaricato degli affari europei, nel settimo ministero De
Gasperi. Muore, in questa carica, a Roma il 4 settembre 1952.