|
|
Crisi
del I Governo D'Alema e formazione del II Governo D'Alema
Nella replica conclusiva al primo congresso dei Socialisti
democratici italiani (SDI) di Fiuggi, il presidente del partito, on. Boselli, chiede di
aprire formalmente la crisi di governo a gennaio, evitando un rimpasto, e di sostituire il
Presidente del Consiglio DAlema, per designare un nuovo premier in grado di
guidare con maggiori possibilità di vittoria il centro-sinistra alle elezioni del 2001.
Il Presidente della Repubblica Ciampi riceve al Quirinale
il Presidente del Consiglio, il quale gli manifesta la sua intenzione di intervenire in
Parlamento per una verifica della maggioranza.
Il Presidente della Repubblica riceve al Quirinale i
Presidenti delle Camere Mancino e Violante, i quali riferiscono sullo stato dei lavori
parlamentari e delliter di approvazione della legge finanziaria.
Il Presidente del Consiglio invia una lettera ai Presidenti delle Camere, che la leggono
alle rispettive Assemblee, con la quale comunica la sua intenzione di riferire in
Parlamento subito dopo lapprovazione della legge finanziaria.
Riunione dei leader del Trifoglio Cossiga, Boselli e La Malfa, i quali chiedono
lapertura di una crisi formale indispensabile per avviare il chiarimento e si
esprimono criticamente nei confronti della formula, sostenuta da PPI, UDEUR e I
Democratici, di un incarico a D'Alema fino alla fine della legislatura.
Il segretario dei Democratici di sinistra Veltroni invia
una lettera ai segretari degli altri partiti della maggioranza in
cui ribadisce il carattere strategico dellalleanza di centro-sinistra e la pari
dignità di tutte le forze politiche che ne fanno parte, comprese quelle del Trifoglio.
Dopo che da alcuni giorni sono circolate notizie di
stampa su proposte corruttive nei confronti di parlamentari, l'on. Bampo, inizialmente
appartenente al gruppo della Lega Nord e ora componente del gruppo Misto, dichiara al
quotidiano La Repubblica di essere stato contattato da un esponente
dellUDEUR, lon. Bagliani, anche lui eletto nelle liste della Lega Nord, il
quale gli avrebbe offerto 200 milioni per passare nel gruppo dellUDEUR. Lon.
Bagliani smentisce e annuncia querele.
Il Presidente del Consiglio interviene sulla questione, chiedendo al Presidente della
Camera Violante di fare subito piena chiarezza sulla vicenda.
In serata la Camera approva la legge finanziaria, che passa allesame del Senato.
Il Senato approva definitivamente la legge finanziaria per
il 2000.
In apertura di seduta alla Camera viene annunciata la nomina e la convocazione di una
commissione di indagine a norma dellart. 58 R.C. (giurì d'onore), richiesta
dallon. Manzione, presidente del gruppo dellUDEUR, con il compito di accertare
la fondatezza delle accuse nei confronti dei deputati del gruppo dellUDEUR contenute
in dichiarazioni dellon. Bampo, confermate dallo stesso nel suo intervento per fatto
personale nella seduta del 17 dicembre.
Alle ore 17 il Presidente del Consiglio si presenta alla Camera per rendere comunicazioni sulla situazione politica.
Dopo le comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri, la seduta viene sospesa e
l'onorevole D'Alema si reca al Senato per svolgere le sue comunicazioni.
D'Alema replica al Senato l'intervento fatto alla Camera, con alcune aggiunte a braccio.
Al termine del discorso al Senato, il Presidente del Consiglio torna alla Camera,
dove inizia il dibattito sulle comunicazioni del Governo.
Il dibattito alla Camera si conclude in serata con la replica del Presidente del
Consiglio, il quale, dopo aver preannunciato la sua volontà di rassegnare le dimissioni,
dichiara di aver preso atto della volontà, espressa dai gruppi della maggioranza, di
continuare e di rilanciare lazione del centro sinistra.
Il Consiglio dei Ministri si riunisce alla Camera. Il Presidente D'Alema, a seguito delle
comunicazioni rese alla Camera e al Senato della Repubblica, informa i ministri che si
recherà dal Capo dello Stato per rassegnare le dimissioni del Governo. Il Consiglio prende atto e condivide
l'iniziativa del Presidente del Consiglio.
Il Presidente del Consiglio si reca al Quirinale e presenta le dimissioni al Capo
dello Stato.
Il Presidente della Repubblica si riserva di decidere sulle dimissioni rassegnate dal
Presidente D'Alema e invita il Governo a rimanere in carica per il disbrigo degli affari
correnti.
Il Presidente del Consiglio, dopo l' incontro con il Capo dello Stato al Quirinale viene
ricevuto dal Presidente del Senato Mancino e, successivamente, dal Presidente della Camera
Violante, ai quali comunica la decisione di rassegnare le dimissioni.
Il Presidente della Repubblica inizia le consultazioni:
riceve i Presidenti del Senato Mancino e della Camera Violante; i rappresentanti del
gruppo misto del Senato e della Camera; della Vallee d'Aoste; del Partito sardo d'azione;
della Liga Alleanza Autonomista-Veneto; del Centro-Unione popolare democratica; della SVP;
dellUnione autonomista ladina; del Patto Segni; dei Riformatori liberaldemocratici;
del CDU; degli Autonomisti e Federalisti; di Rifondazione comunista; della Lega Nord.
Si concludono le consultazioni: Ciampi incontra le
rappresentanze parlamentari dei Socialisti democratici italiani e dellUPR; di Forza
Italia, Alleanza nazionale e CCD; dei Democratici di sinistra, Popolari, UDEUR, Comunisti
Italiani, I Democratici, Verdi, Rinnovamento italiano e Federalisti liberaldemocratici
repubblicani. Sono infine ascoltati gli ex Presidenti della Repubblica Leone, Cossiga e
Scalfaro.
Nella serata il Presidente della Repubblica affida l'incarico di formare il nuovo
Governo al Presidente del Consiglio dimissionario DAlema, il quale accetta con la
rituale riserva.
Lon. D'Alema, dopo essersi recato dai Presidenti delle Camere per comunicare
l'incarico ricevuto, inizia immediatamente le consultazioni per la
formazione del nuovo Governo, incontrando a Palazzo Chigi i leader della
coalizione.
Il Presidente del Consiglio incaricato ha colloqui con i
rappresentanti di UPR, SDI e PRI. Prosegue quindi con gli esponenti della Lega Nord, di
Rifondazione Comunista, delle minoranze linguistiche e del Polo.
Il Presidente del Consiglio incaricato si reca al
Quirinale per sciogliere la riserva e presentare al Capo dello Stato la lista
dei ministri. La crisi di governo si conclude dopo 4 giorni.
Con tre distinti D.P.R. emanati il 22 dicembre 1999 il Presidente della Repubblica: accetta
le dimissioni che il Presidente del Consiglio DAlema ha presentato il 18
dicembre in nome proprio e dei Ministri del Governo da lui presieduto; accetta le
dimissioni dalle rispettive cariche dei Sottosegretari di Stato, i quali restano in carica
fino alla nomina dei nuovi Sottosegretari; nomina lon. DAlema Presidente
del Consiglio.
Con altro decreto in pari data, adottato su proposta del Presidente del Consiglio, il
Presidente della Repubblica nomina i 25 Ministri (rispetto ai 26 del Governo
uscente) del nuovo Gabinetto; 7 sono i Ministri senza portafoglio.
Al Quirinale prestano giuramento nelle mani del Capo dello Stato il Presidente del
Consiglio e, successivamente, i Ministri.
Prima riunione del Consiglio dei Ministri: il Consiglio esprime parere favorevole sulle
proposte, avanzate dal Presidente D'Alema, di nomina a Sottosegretario di Stato per la
Presidenza del Consiglio, con le funzioni di Segretario del Consiglio medesimo,
dellon. Micheli; di conferimento degli incarichi ai Ministri senza portafoglio
(per le pari opportunità, per la funzione pubblica, per gli affari regionali, per i
rapporti con il Parlamento, per le riforme istituzionali, per le politiche comunitarie,
per la solidarietà sociale) ed al Ministro dell'Interno (incarico per il coordinamento
della protezione civile); di nomina dei 65 Sottosegretari di Stato (tale
numero non comprende il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio già nominato
allinizio della seduta) presso i vari dicasteri (10 in più rispetto ai 55 presenti
nel precedente Governo) concertate con i singoli Ministri che i Sottosegretari sono
chiamati a coadiuvare. Non vengono attribuite le funzioni di Vicepresidente del Consiglio.
Successivamente il Presidente espone al Consiglio le linee generali delle dichiarazioni
programmatiche che illustrerà al Senato. Il Consiglio condivide ed approva all'unanimità
il programma di Governo.
Una parte dei Sottosegretari presta giuramento a Palazzo Chigi nelle mani
del Presidente del Consiglio. La cerimonia si concluderà il giorno successivo.
Il Presidente del Consiglio si presenta al Senato per esporre le linee fondamentali
del programma del Governo; la seduta viene sospesa per consentire al Presidente del
Consiglio di recarsi alla Camera e consegnare, secondo la prassi, il testo del discorso
programmatico.
Riprende la seduta al Senato con la discussione sulle comunicazioni del Governo.
Il dibattito si conclude nella tarda serata; dopo la replica del Presidente del Consiglio
e le dichiarazioni di voto, viene posta in votazione per appello nominale la mozione di
fiducia n. 1-00480 (sen. Angius, Elia, Pieroni, Roberto Napoli, Papini, Marino e
Fiorillo) per la fiducia al secondo Governo D'Alema, (risultato della votazione: presenti:
282; votanti 281; maggioranza 141; favorevoli 177; contrari 100; astenuti 4).
A Palazzo Chigi si svolge il giuramento degli
altri 56 Sottosegretari. Lon. Pinza, nominato Sottosegretario di Stato al
Tesoro, non presta il prescritto giuramento e presenta le dimissioni dalla carica.
Subito dopo inizia alla Camera il dibattito sulle comunicazioni del Governo. I Presidenti dei gruppi di Forza Italia,
on. Pisanu, e di AN, on. Selva, dichiarano che i deputati del Polo delle libertà non
parteciperanno alla discussione, senza comunque abbandonare l'aula, e lasceranno ai leader
del Polo il compito di manifestare le ragioni dell'opposizione nelle dichiarazioni di
voto.
Si conclude il dibattito sulle comunicazioni del Governo. Dopo la replica del Presidente
del Consiglio e le dichiarazioni di voto, viene posta in votazione la mozione di
fiducia n. 1-00427 (on. Mussi, Soro, Mastella, Piscitello, Grimaldi, Paissan,
Bastianoni, Brugger, Mazzocchin) per la fiducia al secondo Governo D'Alema, di contenuto
analogo a quella votata al Senato (risultato della votazione: presenti: 615; votanti 597;
astenuti18; maggioranza 299; favorevoli 310; contrari 287).
Il sen. Misserville, esponente dell'Udeur, in precedenza
appartenente al gruppo di AN, si dimette dalla carica di Sottosegretario alla Difesa, dopo
che la sua nomina era stata oggetto di contestazioni nella maggioranza.
Riunione del Consiglio dei Ministri: Il Consiglio accetta
le dimissioni dei Sottosegretari Misserville (Difesa) e Pinza (Tesoro), per i quali
non si procede alla sostituzione, e approva le proposte del Presidente DAlema circa
la nuova assegnazione di alcuni Sottosegretari.
|
|
|