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trasfusione e somministrazione di emoderivati in data 9 luglio 2003 ha presentato ricorso a codesto Ministero ai sensi dell'articolo 5, comma 1, legge n. 210 del 1992 avverso giudizio e decisione della C.M.O. D.P.S., sezione di Livorno (Verbale Modello n. 03673 del 24 aprile 2003) che ha rigettato l'istanza della ricorrente perché non tempestiva, nonostante sia stato riconosciuto il nesso causale tra la trasfusione e l'infermità;
con Salute&Gusto, progetto sulla sicurezza alimentare del Movimento difesa del cittadino;
o 5 princìpi attivi contemporaneamente. Anche tra i campioni di verdura spicca un pomodoro con carbendazim, ditiocarbammati, tebuconazolo, pirimetanil e cyprodinil;
il dottor Marcello Lucchese, responsabile del centro multidisciplinare per la chirurgia dell'obesità grave del Policlinico di Firenze e Presidente della Associazione italiana obesità, ha rilasciato dichiarazioni impressionanti circa particolari risvolti di questa condizione, o patologia, che ormai interessa un italiano su dieci;
l'obesità - è bene ricordarlo - cresce al ritmo dell'8 per cento l'anno, e meno del 50 per cento degli anziani si trovano in condizioni di normalità di peso, solo il 38 per cento degli uomini ed il 44 per cento delle donne, mentre è addirittura devastante fra i bambini;
l'obesità non è soltanto una condizione che si associa con patologie gravi come le cardiopatie, il diabete, alcune neoplasie e osteoartrite (e dunque in una più ridotta aspettativa di vita), ma crea particolarissimi problemi anche dal punto di vista della cura, atteso che molte apparecchiature mediche predisposte per la salvaguardia della salute per gli obesi sono impraticabili o difficilmente praticabili;
molti macchinari che consentono diagnosi precoci di malattie tumorali o cardiovascolari o cerebrali, tramite operazioni basate sulla tomografia assiale computerizzata (TAC) o sulla Risonanza Magnetica sono inaccessibili agli obesi gravi, così come i lettini ospedalieri delle sale di radiologia e di chirurgia;
le preoccupazioni manifestate dal dottor Marcello Lucchese (confronta Libero di giovedì 26 maggio 2005) sono oltre tutto destinate ad accrescersi proprio in ragione del forte aumento dell'obesità, vera e propria malattia sociale -:
quali iniziative intenda assumere per tentare di contenere l'aumento dell'obesità anche attraverso azioni sinergiche con altri dicasteri ed in particolare con il Ministro dell'istruzione, atteso lo sviluppo della patologia nell'età infantile a causa di pessime abitudini alimentari;
quali problemi siano effettivamente stati segnalati circa il problema molto serio della inaccessibilità, da parte degli obesi gravi, di molte apparecchiature sanitarie e persino dei lettini della radiologia e delle sale chirurgiche, come denunciato dal Presidente dell'Associazione italiana obesità.
(3-04821)
come si evince da una nota dell'Assoconsum, l'Abbot, società farmaceutica americana è presente su cinque segmenti di prodotti: farmaci, diagnostica, prodotti tecnici per ospedali, pediatrici e nutrizionali;
tra i vari farmaci prodotti vi è il «Meridia», antiobesità, che è stato messo sotto accusa da David Graham della Fda -:
se il summenzionato farmaco sia stato ritirato dal mercato;
quali siano le controindicazioni riscontratesi.
(3-04822)
la signora Eletta Bassi, nata a Carpi il 4 dicembre 1939 e residente a Marina di Massa, in quanto soggetto danneggiato da complicanze di tipo irreversibile a causa di
ad oggi la signora Bassi non ha ancora ricevuto alcuna risposta -:
se non ritenga opportuno intervenire affinché venga data risposta al ricorso presentato dalla signora Bassi.
(5-04515)
l'articolo 32 della Costituzione italiana riconosce l'obbligo per la Repubblica italiana di garantire cure gratuite agli indigenti e la legge n. 508/88, «Norme integrative in materia di assistenza economica agli invalidi civili, ai ciechi civili ed ai sordomuti», modificando la legge n. 18/80, dispone all'articolo 1, punto b, che l'indennità di accompagnamento è concessa ai cittadini nei cui confronti sia stata accertata una inabilità totale per affezioni fisiche o psichiche e che si trovino nella impossibilità di deambulare senza l'aiuto permanente di un accompagnatore o, non essendo in grado di compiere gli atti quotidiani della vita, abbisognano di un'assistenza continua;
la giurisprudenza si è più volte pronunciata sulla materia riconoscendo che l'indennità di accompagnamento va riconosciuta anche allorquando il mutilato o invalido, pur ricoverato gratuitamente in strutture pubbliche, ha bisogno di un'assistenza specifica, particolare ed intensa che, comunque, va oltre quella che le strutture pubbliche possono offrire per la peculiarità della malattia e per l'età e che la ricorrenza del presupposto della necessità di aiuto permanente rimane esclusa in presenza di malattie suscettibili di stabilizzazione ad un livello tale da consentire all'assistito una residua capacità di svolgere le attività fondamentali;
in presenza di gravi patologie, tali da rendere l'individuo inabile al cento per cento e da fare ragionevolmente prevedere che la morte sopraggiunga proprio in dipendenza delle stesse, non può negarsi la necessità di un'assistenza permanente da protrarsi in tempo determinato;
al signor Steccato Gian Piero di anni 55 residente a Piacenza, via Mercati 28, invalido totale e ricoverato in struttura pubblica (per mancanza di strutture per i soli 4 casi in Italia) è stato revocato l'indennità di accompagnamento con conseguente richiesta di rimborso delle somme pregresse già erogate dall'Amministrazione Comunale per l'assistenza dello stesso;
Gian Piero Steccato necessita di assistenza specifica, particolare ed intensa, finalizzata al compimento di atti e bisogni della vita quotidiana, senza la quale non può sopravvivere;
la famiglia si fa carico della spesa di una assistenza che per 6 ore al giorno lascia la moglie libera per un minimo di riposo e, inoltre di tutti i farmaci non da prontuario, fascia «C» (colliri, fermenti lattici, prevenzione decubiti, colluttori eccetera) -:
per quale ragione, alla luce di quanto sopra, si sia ritenuto di revocare l'indennità di accompagnamento al signor Gian Piero Steccato.
(5-04517)
il 27 maggio 2005 è stato presentato a Roma, durante il convegno «Le Agriculture di Pomona: dove il locale coltiva il globale», il dossier «Pesticidi nel piatto 2005» elaborato da Legambiente in collaborazione
dalla lettura del dossier emergono situazioni rassicuranti e situazioni preoccupanti. In particolare sono in diminuzione i campioni risultati fuorilegge, ma restano due nodi ancora molto preoccupanti: primo, sono tantissimi i campioni di frutta e verdura che presentano più d'un residuo di pesticida: ma la legge italiana, vecchia ormai di trent'anni, non ne considera gli effetti combinati. Secondo che, i risultati dello studio confermano che una parte considerevole dei casi fuori legge riguarda prodotti che arrivano da paesi extra-Ue;
in particolare il 2,2 per cento della frutta è fuorilegge. Per le verdure invece la situazione è leggermente migliore: il 22,7 per cento presenta tracce di pesticidi, l'1,2 per cento ha concentrazioni assai pericolose;
anche i prodotti derivati (olio, pasta, vino, miele, eccetera) presentano tracce di molecole chimiche utilizzate in agricoltura nel 13,7 per cento dei casi. Cala però il numero totale dei campioni fuorilegge: era pari al 2 per cento nello scorso anno e scende all'1,4 per cento;
prendiamo, il caso, della frutta: una porzione attorno al 25 per cento dei campioni analizzati da Asl-Arpa-Istituti di zooprofilassi ha fatto riscontrare la presenza combinata di più di un pesticida. Il fatto è che i rischi di questi mix non sono contemplati dalla legge italiana, tanto che molte regioni nemmeno dedicano a questi casi un'attenzione specifica. A riguardo c'è anche un regolamento europeo (n. 396 del 2005) che ne chiede la regolamentazione: l'Italia deve perciò dotarsi finalmente di leggi che siano all'altezza dei più recenti studi e che siano in grado di offrire una maggiore tutela alla salute dei cittadini;
poi c'è il caso della frutta d'importazione: è sui campioni provenienti da paesi fuori dal mercato europeo che si concentra una parte considerevole dei pesticidi vietati e delle concentrazioni fuorilegge. Anche in questo caso le informazioni sono spesso lacunose, perché non sempre i laboratori preposti alle analisi tengono in conto la provenienza dei campioni;
nello specifico: su un totale di 3.601 campioni di frutta analizzati, il 52,6 per cento (1.894 campioni tra irregolari e regolari con uno o più residui) sono risultati contaminati da pesticidi. Per la verdura, ancora come lo scorso anno, vi è un corposo numero di campioni regolari senza residui (77,3 per cento su un totale di 3.478), mentre il numero di quelli regolari con uno o più residui si attesta sul 21,5 per cento;
inoltre, dal rapporto emergono non pochi casi eclatanti di campioni di frutta e verdura con presenza di più pesticidi contemporaneamente: tra questi «vince» la palma di frutto più inquinato un campione di uva analizzato in Piemonte e contaminato da 8 sostanze chimiche. Ma casi di multiresiduo con 4 o 5 pesticidi presenti contemporaneamente compaiono in molte tabelle, soprattutto nelle analisi effettuate dalle regioni storicamente più attente e scrupolose che cercano (e quindi trovano) un gran numero di princìpi attivi in un sostanzioso paniere di prodotti;
in Trentino-Alto Adige le analisi hanno invece rivelato l'irregolarità di tutti e 11 i campioni di uva da tavola analizzati, provenienti dal Sudafrica, Argentina, Spagna, Namibia e Cile, per l'utilizzo di solfiti non autorizzati; sempre preoccupanti i residui rilevati sulle mele: su 32 campioni di mele analizzati 7 sono risultati senza residui, 25 contaminati da uno (14 campioni) o più pesticidi (11 campioni); una di queste mele conteneva clorpirifos, diazinone, captano e acefate mentre un'altra clorpirifos, diazinone, captano e ditiocarbammati;
in Valle d'Aosta, più della metà dei campioni analizzati di frutta (15 su 25) risultano regolari con più di un residuo. Eclatanti i casi di campioni multiresiduo di pere, mele e uva per la presenza di 4
in Emilia-Romagna 840 campioni di frutta su 1.276 analizzati risultano regolari con uno o più residui, e tra questi le ciliegie che, su 33 campioni analizzati, mostrano un caso irregolare e ben 31 regolari ma con presenza di residui, mentre tra le pere, su 177 campioni analizzati, 2 sono irregolari e solo 22 regolari senza residui. Da segnalare in negativo per questa regione altrimenti scrupolosissima, la mancata distinzione tra prodotti contaminati da uno e da più residui, proprio ora che della pericolosità delle concentrazioni di molecole si comincia a ragionare anche a livello europeo, con il regolamento n. 396 del 2005;
in controtendenza si conferma la confortante situazione per quel che riguarda i prodotti da agricoltura biologica. Sono dodici le regioni che hanno inviato i risultati delle analisi effettuate su tali prodotti: Basilicata, Campania, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Sicilia, Trentino-Alto Adige, Umbria e Veneto -:
dato che la vera scommessa per l'Italia è un'agricoltura che sia sempre più legata al territorio, se intendano adottare iniziative, anche normative, affinché:
a) i cittadini siano tutelati dai mix di fitofarmaci, introducendo controlli sempre più puntuali;
b) non sia messa sullo stesso piano l'agricoltura di tipo intensivo e chimicizzata con quella che punta sulla qualità e sulla sicurezza alimentare;
se intendano promuovere campagne per migliorare le informazioni ai consumatori che chiedono risposte certe sulla qualità del cibo.
(4-15470)