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PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 marzo 2005, n. 45, recante disposizioni urgenti per la funzionalità dell'Amministrazione della pubblica sicurezza, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
Avverto che le Commissioni I (Affari costituzionali) e IV (Difesa) si intendono autorizzate a riferire oralmente.
Il relatore per la I Commissione, onorevole Giorgio Conte, ha facoltà di svolgere la relazione.
GIORGIO CONTE, Relatore per la I Commissione. Signor Presidente, il testo del provvedimento in esame, quale risulta dalle modifiche apportate dal Senato, prevede un'ampia serie di interventi nel settore della sicurezza, con riferimento sia alle Forze dell'ordine sia al Corpo nazionale dei vigili del fuoco; temi di competenza delle Commissioni I e IV, che hanno infatti proceduto ad un esame congiunto del quale, evidentemente, riferirò per le parti di pertinenza della Commissione affari costituzionali.
Le misure recate dal decreto-legge sono di importanza strategica per il funzionamento del comparto sicurezza; si tratta di interventi volti complessivamente ad un rafforzamento degli organici attraverso l'assunzione di personale già formato attraverso la leva o corsi di istituto, con la finalità generale di supplire al mancato apporto del servizio di leva nei corpi di polizia e con la volontà di deroga al blocco delle assunzioni in un settore che il Governo e la maggioranza ritengono di primaria importanza.
Seguono, poi, in un esame più generale, alcune misure di razionalizzazione, tali da ottimizzare la funzionalità di singole specialità e di ruoli particolari, nonché di alcune procedure a favore del personale.
Senza entrare nel dettaglio di aspetti di competenza del comparto difesa - emergono infatti taluni punti di maggiore criticità circa la rappresentanza militare ed il personale aggiuntivo per l'Arma dei carabinieri -, esaminerò i profili che riguardano l'amministrazione degli interni.
Per tali settori, l'articolo 1 reca misure volte ad assicurare il regolare ripianamento del turn over delle Forze di polizia, nonché il mantenimento delle risorse umane attualmente in servizio. Invero, i commi 1, 2, 3 e 4-bis di detto articolo incidono sulla disciplina delle cosiddette assunzioni in deroga di cui alla legge finanziaria per il 2005, in particolare inserendo tra le conseguenti priorità l'immissione in servizio degli addetti alla pubblica sicurezza.
Il comma 3 reca, invece, uno stanziamento per assumere, sempre in deroga al blocco delle assunzioni disposto dalla legge finanziaria per il 2005, fino a 189 agenti ausiliari trattenuti della Polizia di Stato frequentatori del 60o corso di allievo agente ausiliario di leva, mentre il comma 4 consente l'ulteriore trattenimento in servizio (a domanda, e fino al 31 dicembre 2005) degli agenti ausiliari trattenuti frequentatori del 61o e 62o corso di allievo agente ausiliario di leva.
L'articolo 1-bis, introdotto dal Senato della Repubblica, reca alcune modifiche ai ruoli dirigenziali medici e tecnici della
Polizia di Stato, incrementando le dotazioni organiche del ruolo dei dirigenti medici ed istituendo le qualifiche di dirigente generale medico di livello B e di dirigente generale tecnico.
Nel medesimo settore, l'articolo 1-ter, anch'esso introdotto nel corso dell'esame da parte dell'altro ramo del Parlamento, autorizza l'amministrazione della pubblica sicurezza a stipulare convenzioni con altre Forze di polizia ad ordinamento civile e con il Corpo nazionale dei vigili del fuoco per la prestazione di servizi sanitari comuni, anche mediante l'istituzione di apposite commissioni mediche, alle quali affidare gli accertamenti sanitari finalizzati al riconoscimento dell'infermità per causa di servizio e per la concessione della pensione privilegiata ordinaria. Ritengo si tratti di un'importante misura a favore delle Forze di polizia, in grado di migliorare il servizio reso al personale e all'amministrazione, nonché di liberare risorse utili, da investire nell'offerta di sicurezza.
L'articolo 1-quater del provvedimento, introdotto anch'esso dal Senato, dispone il trasferimento degli stanziamenti, destinati alla copertura assicurativa della responsabilità civile del personale delle Forze di polizia, ai rispettivi fondi di assistenza operanti presso ciascuno dei cinque corpi di polizia.
L'articolo 1-quinquies, anch'esso inserito dall'altro ramo del Parlamento, reca, nei suoi tre commi, stanziamenti finalizzati, rispettivamente, al rinnovo del contratto collettivo nazionale della carriera prefettizia, alla perequazione dei trattamenti economici dei dirigenti delle Forze di polizia e delle Forze armate, nonché ad accrescere le risorse finanziarie del fondo unico di amministrazione per il miglioramento dell'efficienza dei servizi istituzionali, istituito presso il Ministero dell'interno.
L'articolo 1-sexies, sempre introdotto nel corso dell'esame da parte del Senato della Repubblica, modifica il comma 556 dell'articolo 1 della legge finanziaria per il 2005, concernente il trattamento economico degli ufficiali di collegamento delle Forze di polizia.
L'articolo 3-bis, introdotto sempre dal Senato, consente alle amministrazioni interessate di procedere all'anticipazione delle spese di tutela legale dovute al personale, anche in assenza del parere di congruità dell'Avvocatura dello Stato. In particolare, se entro quarantacinque giorni dalla richiesta l'Avvocatura dello Stato non rendesse il prescritto parere, l'amministrazione competente può procedere all'anticipazione nella misura massima del 30 per cento della richiesta di anticipazione, in applicazione del regolamento sugli onorari degli avvocati e previo parere di congruità del competente Consiglio dell'ordine degli avvocati. Anche in tal caso, si tratta di un'importante forma di attenzione verso gli operatori delle Forze di polizia, troppe volte non tutelati dai rischi professionali.
L'articolo 4 opera una revisione organizzativa del dipartimento della pubblica sicurezza, finalizzata ad un miglior coordinamento delle Forze di polizia; in particolare, il primo comma prevede il trasferimento del centro elaborazione dati, di cui all'articolo 8 della legge n. 121 del 1981, dall'ufficio per il coordinamento e la pianificazione (presso cui è stato istituito) alla direzione centrale della Polizia criminale, nonché l'istituzione, nell'ambito del dipartimento della pubblica sicurezza, di una nuova direzione, denominata direzione centrale anticrimine della Polizia di Stato, cui è preposto un prefetto.
L'articolo 5 reca disposizioni di carattere finanziario volte all'ammodernamento e al potenziamento dei mezzi delle Forze di polizia: è inutile, al riguardo, che evidenzi l'urgente necessità di tali interventi presso tutti i reparti operanti nel paese.
L'articolo 6 del provvedimento in esame modifica il comma 544 dell'articolo 1 della legge finanziaria per il 2005, concernente il finanziamento del programma di cooperazione AENEAS, previsto dal regolamento (CE) n. 491/2004 del 10 marzo 2004, teso a riconoscere ai paesi terzi interessati assistenza finanziaria e tecnica in materia di flussi migratori e di asilo, in piena sintonia con le politiche nazionali condotte nello specifico settore.
L'articolo 7 dispone in merito all'attività di soccorso aereo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, autorizzando il reclutamento di personale in possesso della professionalità necessaria per l'utilizzazione del mezzo aereo di cui si è recentemente dotato il corpo stesso.
L'articolo 7-bis, introdotto dal Senato, interviene sulla modalità per l'erogazione dei servizi di formazione tecnico-professionale in materia di prevenzione incendi da parte del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
L'articolo 8 dispone uno stanziamento aggiuntivo per l'attuazione della legge delega in materia di rapporto di impiego del personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
L'articolo 8-bis, introdotto dal Senato, reca disposizioni transitorie in materia di valutazione comparativa e di progressione di carriere per il personale prefettizio, a tal fine novellando il comma 5 dell'articolo 36 del decreto legislativo 19 maggio 2000, n. 139, che aveva già riordinato lo status del personale.
L'articolo 8-quinquies riguarda una particolarità relativa alla regione Val d'Aosta: estende, mediante una novella dell'articolo 138, comma 11, del decreto legislativo n. 285 del 1992, ai veicoli ed ai conducenti del Corpo dei vigili del fuoco della regione Val d'Aosta il regime particolare previsto dal codice della strada per gli automezzi e gli autisti in dotazione alle Forze armate e ad altri corpi.
Nel concludere l'esame del provvedimento, mi soffermo brevemente su un emendamento soppressivo approvato nel corso dell'esame nelle Commissioni riunite, che vede uscire dai dispositivi del decreto-legge la tematica della rappresentanza militare, sulla quale - se lo riterrà opportuno - farà una riflessione eventualmente il relatore per la IV Commissione. Il tema è sicuramente complesso ed articolato ed è da tempo all'esame della Commissione difesa. Il provvedimento in esame anticipava parte della riforma ponendo parziale soluzione ad un ritardo certamente dannoso. Si può condividere la volontà di riservare una trattazione propria di una tematica di così ampio spessore, frutto del lavoro di molti anni e, a quanto mi risulta, di più legislature. Qualora, tuttavia, fosse confermata la soppressione dello specifico articolo, posso auspicare quanto meno una veloce calendarizzazione del risultato del lavoro, oneroso ed onorevole, della IV Commissione.
Come ho avuto modo di evidenziare, la conversione del decreto-legge in esame permetterà di migliorare complessivamente l'efficienza delle nostre Forze di polizia e del Corpo dei vigili del fuoco. Sono misure attese, importanti e non ulteriormente differibili. Il testo oggi all'esame dell'Assemblea fa specifico riferimento all'attività di prevenzione ed al contrasto al terrorismo, alla criminalità organizzata ed al fenomeno dell'immigrazione clandestina e permette, quindi, di riconoscere agli operatori delle Forze di polizia dello Stato e dei vigili del fuoco, che dall'inizio del 2005 - purtroppo - contano già otto caduti in servizio, migliori condizioni di sicurezza e di efficienza nello svolgimento dei loro compiti istituzionali, per garantire una maggiore offerta di sicurezza al paese.
Nel corso dell'esame in sede referente sul provvedimento sono stati espressi soltanto i pareri del Comitato per la legislazione e della XIII Commissione agricoltura e le Commissioni competenti hanno apportato al testo limitate modifiche, volte a sopprimere talune disposizioni introdotte nel corso dell'esame in Senato.
Riferisco, dunque, all'Assemblea il parere favorevole al complesso del provvedimento, come modificato dagli emendamenti introdotti dal Senato.
PRESIDENTE. Il relatore per la IV Commissione, presidente Ramponi, ha facoltà di svolgere la relazione.
LUIGI RAMPONI, Relatore per la IV Commissione. Signor Presidente, riferisco per quanto riguarda la parte di competenza della Commissione difesa e segnalo le seguenti disposizioni.
L'articolo 2 consente il trattenimento in servizio per l'anno 2005 dei carabinieri
ausiliari che, al termine del servizio di leva obbligatorio svolto nel corso dello stesso 2005, risulteranno idonei, ma non prescelti per la ferma quadriennale. Il trattenimento in servizio può essere autorizzato dal Ministero della difesa entro il limite di spesa di 18 milioni di euro, alla cui copertura si provvede mediante riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 1, comma 548, lettera b) della legge finanziaria per l'anno 2005. Tale disposizione autorizza lo stanziamento della somma di 53 milioni di euro per l'anno 2005 per esigenze correnti connesse alla prevenzione ed al contrasto del terrorismo, anche internazionale, e della criminalità organizzata.
Ai carabinieri ausiliari richiamati è riconosciuto lo stesso trattamento economico garantito ai volontari in ferma prefissata quadriennale, nonché la possibilità di partecipare nuovamente ai concorsi per il transito in ferma quadriennale, a condizione che essi siano stati richiamati per un lasso di tempo non inferiore a sei mesi, durante il quale non abbiano demeritato.
Infine, il citato articolo 2 introduce una deroga alla disciplina relativa al reclutamento nelle carriere iniziali delle Forze di polizia ad ordinamento civile e militare, del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, del Corpo militare della Croce Rossa che è prevista dalla legge n. 226 del 2004 e stabilisce che, dal 1o gennaio 2006, per la copertura dei posti delle carriere iniziali si ricorre prioritariamente alle modalità previste dall'articolo 4, comma 2, del decreto legislativo n. 198 del 1995. In questo modo, si consente anche ai richiamati di partecipare a tali concorsi, qualora si verifichino alcune condizioni: ad esempio, numero delle domande inferiore al quintuplo dei posti messi a concorso, posti coperti soltanto parzialmente attraverso le procedure ordinarie ovvero ulteriori posti disponibili nell'anno di riferimento in seguito all'incremento di organici verificatosi dopo la conclusione delle procedure concorsuali.
In sostanza, si continua a tutelare il principio del passaggio attraverso il volontariato nelle Forze armate, per poi accedere alle Forze dell'ordine, ma naturalmente entro i limiti che ho appena accennato.
L'articolo 2-bis, introdotto nel corso dell'esame al Senato, novella l'articolo 29 del decreto legislativo n. 297 del 2000, che prevede un corso di istituto per i capitani in servizio permanente dell'Arma dei carabinieri. Molto semplicemente, la novella attribuisce al comandante generale dell'Arma le competenze attualmente proprie del capo di stato maggiore del Ministero della difesa in ordine alla nomina della commissione di esame di fine corso e all'approvazione del punteggio e della relativa graduatoria.
L'articolo 3, secondo quanto si evince dalla relazione illustrativa, è volto, innanzitutto, a consentire l'immissione in ruolo dei finanzieri ausiliari in servizio nel Corpo che avranno terminato la ferma nel mese di aprile 2005, evitando, in tal modo, il rischio di non poter provvedere all'incorporamento di questo personale alla data indicata e di dover ricorrere a nuove ed onerose procedure concorsuali. L'intervento, in particolare, è teso ad evitare gli effetti del blocco delle assunzioni disposto dall'ultima legge finanziaria.
Inoltre, la norma prevede che, ai fini del reclutamento nella carriera iniziale, fatti salvi i posti già coperti mediante le procedure delineate dal decreto presidenziale n. 332 del 1997 per l'anno 2005, gli ulteriori posti derivanti da incrementi degli organici della Guardia di finanza siano comunque riservati a coloro che prestano servizio nel Corpo in qualità di ausiliari.
Per la copertura dei rimanenti posti disponibili si provvede mediante i concorsi previsti dall'articolo 25, comma 2, della legge n. 226 del 2004. In sostanza, la norma, derogando al citato articolo 25, che ammette ai concorsi per l'accesso alla carriera iniziale della Guardia di finanza tutti coloro che prestano o hanno prestato servizio di leva in qualità di ausiliari nelle rispettive forze di polizia ad ordinamento civile e militare e nel Corpo nazionale dei vigili del fuoco, riserva i posti derivanti dall'incremento degli organici ai soli ausiliari del Corpo.
Inoltre, dal 1o gennaio 2006, per la copertura dei posti nelle carriere iniziali si provvede con modalità analoghe a quelle esaminate in precedenza per l'Arma dei carabinieri.
L'articolo 8-ter (ex quater, nel testo trasmesso dal Senato) introdotto al Senato novella il decreto legislativo del 30 dicembre 1997 n. 490, recante il riordino del reclutamento, dello stato giuridico e dell'avanzamento degli ufficiali.
Innanzitutto, viene aggiunto un nuovo articolo 60-ter, che introduce delle modifiche al regime transitorio dell'avanzamento, già modificato di recente dalla legge del 2 dicembre 2004 n. 299. La disposizione deroga a quanto previsto dall'articolo 60, comma 3, limitatamente al numero delle promozioni annuali, prorogando fino al 2009 le disposizioni di cui agli articoli 62, comma 3, 63, comma 2-bis, e 64, comma 2.
Inoltre, vengono apportate alcune modifiche all'articolo 61 del citato decreto relative al regime transitorio dell'avanzamento nell'esercito. In primo luogo, viene prorogata al 2009 la disciplina del comma 3 dell'articolo 61, attualmente limitata al 2005, che stabilisce che le permanenze minime nei gradi del ruolo speciale delle armi di fanteria, cavalleria, artiglieria, genio e trasmissioni, previste dalla legge n. 1622 del 1962, ai fini dell'avanzamento al grado superiore si applicano a tutti i ruoli speciali.
Viene poi introdotta una deroga a quanto previsto dall'articolo 60, comma 3, della legge n. 299 del 2004, stabilendo che dal 2006 fino al 2009 il numero annuale delle promozioni al grado di maggiore e dei ruoli normali e speciali delle armi di fanteria, cavalleria, artiglieria, genio, trasmissioni, dell'arma dei trasporti e dei materiali, del corpo degli ingegneri, del corpo sanitario e del corpo di amministrazione e commissariato è fissato in tante unità quanti sono quelli inseriti nelle aliquote di valutazione e giudicati idonei all'avanzamento.
Infine, si dispone che dal 2005 fino al 2009 per la formazione delle aliquote di valutazione dei capitani dei ruoli normali e speciali delle armi e specialità che ho prima elencato non si applica la limitazione del 30 per cento.
Agli oneri derivanti dall'attuazione delle citate disposizioni, stimate in 523.125 euro per l'anno 2006, 706.800 euro per l'anno 2007, 395.250 euro per l'anno 2008 e 534.650 per il 2009, si provvede ai fini del bilancio triennale 2005-2007 mediante corrispondente riduzione dell'accantonamento del Fondo speciale di parte corrente di competenza del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio.
Infine, come ricordato poco fa dal relatore per la I Commissione, nel corso dell'esame in sede referente, le Commissioni riunite I e IV hanno soppresso i commi da 1-bis a 1-sexies dell'articolo 2, nonché l'articolo 8-ter, introdotto in prima lettura dal Senato.
In proposito, ricordo che il comma 1-bis dell'articolo 2 attribuiva al ministro della difesa la facoltà di autorizzare, entro il limite di spesa di 5 milioni e 300 mila euro, a decorrere dall'anno 2005, la riammissione in servizio di almeno 300 carabinieri che avessero prestato servizio nell'Arma senza demerito in qualità di carabinieri ausiliari, anche se congedati da oltre un anno, da destinare prevalentemente a funzioni di polizia e di prossimità. Il comma 1-ter provvedeva conseguentemente alla copertura.
La soppressione delle predette norme si è resa necessaria in quanto il citato comma 1-bis, facendo genericamente riferimento ai congedati da oltre un anno, risultava applicabile ad una platea di beneficiari verosimilmente molto vasta, che avrebbe dovuto essere successivamente selezionata mediante un apposito concorso che difficilmente avrebbe potuto aver luogo entro il 2005, come invece richiesto dalla disciplina soppressa. In sostanza, prevedendo che tutti coloro che avevano prestato servizio ausiliario nell'Arma dei carabinieri potessero concorrere per far parte di quei 300 aggiuntivi che sarebbero stati ammessi, si sarebbe scatenato veramente un putiferio, perché il discorso riguardava migliaia e migliaia di carabinieri che hanno prestato il loro servizio e
poi si sono congedati. Pertanto, le Commissioni riunite hanno ritenuto opportuno abolire i commi 1-bis e 1-ter.
Per quanto attiene al comma 1-quater, invece, esso attribuiva al ministro della difesa la facoltà di autorizzare, entro i limiti di spesa di 3 milioni di euro, per ciascuno degli anni 2005 e 2006, il trattenimento degli ufficiali dell'Arma dei carabinieri in ferma prefissata. Il comma 1-quinquies autorizzava il Ministero a bandire, nel biennio 2005-2006, entro il limite di spesa massima di 3 milioni di euro per il 2005 e di 6 milioni di euro per il 2006, concorsi straordinari riservati ai predetti ufficiali per il passaggio in servizio permanente. Il comma 1-sexies provvedeva alla copertura finanziaria degli oneri derivanti.
La soppressione dei citati commi è stata disposta dalle Commissioni riunite al fine di escludere difformità di trattamento tra i predetti ufficiali e le figure corrispondenti delle Forze armate e della Guardia di finanza. Infatti, la suddetta facoltà per gli ufficiali dei carabinieri in prima nomina avrebbe scatenato la reazione di tutti coloro che negli altri corpi armati dello Stato si trovavano in posizione giuridica analoga. Inoltre, anche a detta dell'Arma dei carabinieri, tali commi avrebbero finito per incidere negativamente sulla disponibilità di organico dei carabinieri nella qualifica di ufficiali che è più opportuno reperire attraverso l'iter regolare, cioè il passaggio dall'accademia.
L'articolo 8-ter novellava l'articolo 18, comma 1, della legge 11 luglio 1978, n. 382, recante norme di principio della disciplina militare. La novella elevava la durata del mandato dei militari di carriera da tre a quattro anni e consentiva l'immediata rielezione dei delegati al termine del mandato per una sola volta. Infine, si prevedeva che i delegati eletti nei consigli di rappresentanza militare e regolarmente in carica alla data di entrata in vigore del presente provvedimento decadessero dal loro naturale mandato al completamento del quarto anno e fossero immediatamente rieleggibili per una sola volta. Di conseguenza, veniva modificato l'articolo 13, comma 1, della normativa vigente, recante il regolamento che disciplina l'attuazione della rappresentanza militare. L'articolo è stato soppresso dalle Commissioni in quanto interferiva sensibilmente con un testo unificato, all'esame della Commissione difesa, recante l'ordinamento della rappresentanza militare. In particolare, l'articolo 13 del citato testo unificato prevede che i membri del consiglio della rappresentanza, di qualunque livello, possano essere rieletti per più mandati, di cui non più di due consecutivi. La durata di ciascun mandato è diversa a seconda delle categorie di personale che gli eletti sono stati chiamati a rappresentare.
Vorrei precisare che, in occasione dell'apertura di questa legislatura, concordai con il presidente della Commissione difesa del Senato che la Camera, e quindi la mia Commissione, avrebbe trattato del rinnovo della legislazione della rappresentanza militare e al Senato si sarebbe avviato il discorso relativo alla sanità militare. Questa Camera ha rispettato il suddetto accordo. Recentemente, un progetto di legge dell'opposizione, che tendeva a regolare le attività della sanità militare, è stato oggetto di rapporto tra il Presidente della Camera ed il Presidente del Senato per individuare quali degli articoli proposti potevano essere trattati senza incidere su quanto si stava discutendo al Senato. Da parte del Senato, invece, si è fatto l'opposto: si sono inserite alcune norme che incidono direttamente su quanto già fa parte del suddetto provvedimento in materia di rappresentanza. Peraltro, le norme esaminate al Senato sono ad esclusivo vantaggio e beneficio di coloro che fanno parte degli organi di rappresentanza del COCER, perché non fanno che allungare il loro mandato e prevedere la reiterazione della propria elezione. Tali argomenti sono stati inseriti nel provvedimento generale ed è bene che essi vengano trattati in un contesto che si preoccupa soprattutto che la rappresentanza possa svolgere nel modo migliore l'alta funzione alla quale è stata chiamata.
Ricordo che il testo in materia di rappresentanza militare è stato trasmesso
alle Commissioni competenti in sede consultiva ed attende ancora il parere della Commissione bilancio, che ha chiesto al Governo la relazione tecnica ai sensi dell'articolo 11-ter, comma 3, della legge 5 agosto 1978, n. 468. La relazione tecnica, attualmente, è in corso di verifica da parte del Ministero dell'economia e delle finanze.
Voglio solo aggiungere che la Commissione difesa si è fatta parte diligente affinché il Ministero della difesa possa rispondere rapidamente alla richiesta della Commissione bilancio, ed attualmente sta seguendo la pratica presso la Ragioneria del Ministero dell'economia e delle finanze. È chiaro che è interesse della stessa Commissione difesa, ma credo di tutta la struttura dell'ordinamento militare e della stessa nazione, che tale testo di legge venga rapidamente discusso. Ciò anche perché, se così non fosse, come ricordava il relatore per la I Commissione, verrebbero frustrati quattro anni di lavoro davvero duro, trattandosi di un provvedimento di estrema delicatezza che la Commissione difesa ha portato avanti. Non si vuole dunque assolutamente correre il rischio che ancora una volta, come purtroppo sta accadendo da un paio di decenni, rimanga la vecchia legge, non più attuale, senza che si provveda a rinnovarla, come peraltro chiedono tutti gli appartenenti alle Forze armate. Con questo ho concluso ed aggiungo che naturalmente ho ricevuto mandato di riferire favorevolmente per quanto è stato fatto.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo.
MICHELE SAPONARA, Sottosegretario di Stato per l'interno. Il Governo si riserva di intervenire in sede di replica.
PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Lucidi. Ne ha facoltà.
MARCELLA LUCIDI. Signor Presidente, onorevole sottosegretario, onorevoli colleghi, ancora una volta discutiamo delle norme relative all'organizzazione del sistema della sicurezza e del personale delle Forze di polizia ad ordinamento civile e militare in sede di conversione di un decreto-legge. Fatta eccezione per le leggi finanziarie, la cui inadeguatezza in materia è una delle cause che ha sempre imposto provvedimenti correttivi, in questa legislatura ci sono stati almeno altri cinque interventi legislativi adottati in via d'urgenza, che il Parlamento ha esaminato e tradotto in legge. È un modo di procedere ingiustificabile. Non nego che alcune questioni si pongano in modo talmente impellente da motivare il ricorso al decreto-legge, ma questo è l'effetto dell'assenza di una strategia di questo Governo, che costringe a rincorrere le questioni e a risolvere i problemi quando essi diventano indifferibili. Non è cosa di poco conto. Viviamo un tempo nel quale la tutela dei cittadini dalle minacce criminali non può risentire di ritardi o improvvisazioni.
Serve una visione complessiva dei rischi e delle necessità, serve a progettare la sicurezza, perché ciò assicura preparazione e capacità di reazione agli eventi e alle emergenze. In una società abituata a sentirsi garantita dallo Stato, può servire attribuire e stabilire competenze e forme di collaborazione non conflittuale tra i tanti soggetti che sono in grado di interloquire con le paure dei cittadini. Rispetto a questo bisogno di allungare il respiro delle politiche pubbliche per la sicurezza dei cittadini, occorre tenere conto della crisi economica che l'Italia sta attraversando. La carenza delle risorse impone una loro attenta razionalizzazione. I soldi spesi devono quindi garantire l'efficacia e l'efficienza degli strumenti scelti e motivare il personale nel proprio lavoro quotidiano.
Sarebbe stato serio, in questo quadro, disporre di un programma coerente di Governo, articolato sui livelli e sugli ambiti di intervento, che non fosse autocelebrativo, bensì aperto al confronto - ed esigente nella responsabilità - oltre che alla contrapposizione tra gli schieramenti politici. Non è serio invece che si sia preferito difendere una logica propagandistica, senza una rotta ideale, senza l'umiltà di
considerare la complessità delle questioni che in materia di sicurezza abbiamo il dovere di affrontare.
Allo stato, questo Governo ha mancato, in questa materia, tutti gli obiettivi annunciati nel 2001. Non ci rallegra dirlo, ma non possiamo esimerci dal reagire quando si continua a dire che tutto va bene, quando si continuano a decantare singole operazioni di polizia, mentre i reati aumentano, e quando si continua a dire che le Forze di polizia stanno meglio, quando in realtà non dispongono di mezzi per la loro attività. Questo Governo sta ancora difendendo un progetto devolutivo della sicurezza pubblica che noi contestiamo. Sappiamo però che molti della maggioranza non sono mai stati intimamente convinti e vediamo che nei fatti il ministro dell'interno sta operando in tutt'altra direzione.
Si può ammettere siffatto comportamento politico e rinunciare a definirlo illogico ed irresponsabile? Così, mentre giacciono nelle Commissioni parlamentari proposte di legge di importanza strategica (penso alla riforma delle polizie locali e della vigilanza privata, al riordino delle carriere dei comparti sicurezza e difesa, alla riforma dei servizi, alla rappresentanza militare), per assenza di strategia e di un asse democratico che spieghi le scelte da compiere, si procede con interventi occasionali attraverso lo strumento del decreto-legge. Il Parlamento, per tutta risposta, cerca di ricondurre in un iter legislativo condizionato nei tempi alcune necessità che attendono una soluzione.
Ho più volte lamentato l'assenza di una Commissione parlamentare che tratti specificatamente la materia della sicurezza. È un errore ostacolare la modifica regolamentare utile ad istituire una sede competente e qualificata su un tema così sensibile e così attuale. Occorre, inoltre, essere più coerenti rispetto agli applausi che si ricevono quando nei convegni si sostiene di volere tale modifica.
Venendo al merito del decreto-legge, ritroviamo in alcune sue disposizioni la risposta a certe problematiche che, nei mesi scorsi, abbiamo segnalato attraverso la presentazione di emendamenti all'ultima legge finanziaria e di nostre interrogazioni.
La legge finanziaria per il 2005 ha ridotto il fondo per le assunzioni in deroga delle amministrazioni dello Stato. In particolare, quanto al 2005, vi sono 30 milioni di euro in meno e per quanto riguarda il 2006, per ora, vi sono 160 milioni di euro in meno.
Il riflesso di questo taglio, come abbiamo più volte ricordato, si è avvertito soprattutto negli organici delle Forze di polizia, ormai datati ed inadeguati (solo per la Polizia di Stato, si è prefigurata una perdita, in tre anni, di circa 6.000 operatori). Al riguardo, ci confrontammo in quest'aula con il ministro Giovanardi che, rispondendo ad una nostra interrogazione a risposta immediata, giudicò corrette le valutazioni espresse.
Il decreto-legge soddisfa oggi questa esigenza, assicurando il ripianamento maggiore del turn over delle Forze di polizia ed il mantenimento delle risorse umane attualmente in servizio. Permangono così in servizio gli agenti ausiliari del 60o, 61o e 62o corso e si prevede la graduale assunzione degli idonei al concorso per 640 posti di allievo vice ispettore della Polizia di Stato, nonché degli idonei non vincitori di concorso per l'accesso alla qualifica di commissario della Polizia di Stato. Sono soluzioni che condividiamo e che auspicavamo.
Non possiamo accettare che, rispetto al testo licenziato dal Senato, le Commissioni difesa e affari costituzionali della Camera abbiano voluto la cancellazione di due disposizioni relative all'assunzione ed al mantenimento in servizio del personale dell'Arma dei carabinieri. Mi riferisco all'autorizzazione in servizio di 300 carabinieri ausiliari non raffermati ed al trattenimento degli ufficiali dell'Arma in ferma prefissata.
Il Senato aveva sanato la loro indebita esclusione, che non veniva accettata neanche dalla maggioranza. Con i nostri emendamenti riproporremo in questa sede la loro inclusione nel testo di legge, auspicando
che, da parte di tutti, il problema sia responsabilmente affrontato e risolto.
Sempre il Senato, in sede di conversione del decreto-legge, con voto unanime dell'Assemblea, aveva approvato l'articolo 8-ter in materia di rappresentanza militare, prevedendo che il mandato degli eletti duri quattro anni e che gli stessi siano immediatamente rieleggibili una sola volta. Sappiamo che questa norma accoglie una richiesta storica delle rappresentanze militari che, fin dall'approvazione della legge istitutiva nel 1980, indicarono nel divieto di rieleggibilità dei delegati uno dei principali punti deboli del sistema di rappresentanza militare (tutti i mandati che si sono succeduti hanno confermato questa richiesta). La durata del mandato, che all'inizio era biennale, è stata successivamente portata a tre anni. Considerato, tuttavia, il fatto che i COCER partecipano ad una attività di concertazione che si conclude con l'approvazione di un vero e proprio contratto di lavoro e che la durata di questi contratti è quadriennale, anche il mandato triennale è divenuto insufficiente, perché non consente di concludere neppure una sola tornata contrattuale.
Quanto alla rieleggibilità immediata, essa diventa ancor più necessaria che in passato proprio in ragione della responsabilità che la concertazione e la definizione dei conseguenti contratti caricano sulle spalle dei COCER.
La norma introdotta dal Senato è condivisa da tutti i gruppi presenti alla Camera, che hanno avuto modo di manifestare questa loro disponibilità in sede di Commissione difesa dove - come ricordava il presidente Ramponi - è in discussione un progetto di riforma delle rappresentanze militari. Questo è uno dei pochi punti sui quali si è registrato un consenso unanime. Diversamente, nella seduta dello scorso 18 maggio, nelle Commissioni difesa e affari costituzionali, sono stati approvati emendamenti soppressivi di tale norma, presentati anche con intenzioni diverse.
Rispetto a quanto poco fa ascoltato, mi preme sottolineare che non possiamo pensare che un provvedimento in itinere possa impedirci di fornire una prima risposta alle attese che con questo testo si erano soddisfatte.
Inoltre, per quanto riguarda il centrosinistra, l'intenzione di sopprimere la norma era essenzialmente legata alla volontà di sostituirla con una più incisiva che, insieme alla rieleggibilità, concedesse ai COCER anche maggiori strumenti contrattuali. In tal senso abbiamo presentato in aula alcuni emendamenti che presto esamineremo; in ogni caso, riteniamo che debba essere ripristinato almeno il testo approvato dal Senato.
Nell'ottica di un potenziamento dell'assetto organizzativo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, non è convincente lo stanziamento di ulteriori risorse per l'esercizio della delega in materia di rapporto d'impiego. Si tratta di risorse ancora esigue rispetto all'intento affermato dalla legge delega n. 252 del 2004. Infatti, se si sommano le risorse stanziate con detta legge (12.050.000 euro a regime che, meno il 30 per cento di oneri sociali, fa 8.345.000 euro, che divisi per 33 mila dipendenti, fa 21 euro mensili pro capite) a quelle previste dal decreto, si arriverebbe ad uno stanziamento di 28 euro pro capite lordi mensili.
Considerato che i decreti legislativi sono ancora in fase di elaborazione, mentre il contratto dei vigili del fuoco è scaduto da oltre 15 mesi, abbiamo proposto un emendamento per indirizzare al rinnovo contrattuale gli stanziamenti in favore di tale Corpo.
Restiamo dunque alle questioni contenute nel decreto pur sapendo che, dovendo soddisfare le necessità che incombono, non stiamo ragionando ancora di un progetto più ampio, più alto, più organico, su una materia che pure invoca la responsabilità della maggioranza e dell'opposizione.
Impegniamo oggi questa responsabilità su un testo che, anche se non ci entusiasma, ripara da errori e limiti di una legislazione finora sorda al confronto e, alla prova dei fatti, incoerente e lacunosa. Tuttavia, sappiamo che questo metodo, scelto dalla maggioranza e dal Governo, non solo non incoraggia noi, ma non
incoraggia chi nel paese rende il servizio per la sicurezza dei cittadini, né i cittadini che non sanno cogliere in chi li guida una forte presa di consapevolezza dei loro problemi (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Lusetti. Ne ha facoltà.
RENZO LUSETTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, onorevole rappresentante del Governo, il decreto-legge in esame contiene molte norme sulle quali non è possibile non essere favorevoli; tuttavia, occorre dire con forza che queste nuove norme giungono per sopperire a precedenti errori e gravi mancanze del Governo. Basti pensare alle norme sulle assunzioni del personale di polizia, che servono a superare il blocco del turn over deciso dal Governo e dalla sua maggioranza con l'ultima legge finanziaria.
Allora, il dibattito parlamentare su questo provvedimento può essere l'occasione per stilare un bilancio sulla politica del Governo in materia di sicurezza e di Forze di polizia.
Ho ascoltato i relatori delle due Commissioni e, in seguito, avrò modo di valutare la replica del sottosegretario Saponara; tuttavia già si può dire che il Governo era partito con mille promesse ed ambizioni, mentre, in realtà, non ricordo di aver visto nulla di concreto nel corso degli ultimi anni. Al contrario, se il sottosegretario Saponara mi consente, si è assistito a molti spot, inizialmente di stampo elettorale, che promettevano più sicurezza per tutti. Inoltre, in tutte le televisioni venivano trasmessi altri spot in cui si spiegavano i motivi di un così alto numero di rapine, in particolare nelle ville del nord-est. In seguito gli spot sono cambiati e non si è più ascoltato nulla di tutto ciò.
Tuttavia, in maniera assai cruda abbiamo sperimentato i tagli operati con le leggi finanziarie del 2002, 2003 e 2004 per i comparti della giustizia e della sicurezza. In sostanza, fino ad oggi non si è visto molto e per la verità l'unico provvedimento di cui ogni tanto si parla è quello relativo al cosiddetto «poliziotto di quartiere». Tuttavia, abbiamo assistito alla relazione del procuratore generale della Corte di cassazione nella quale si riporta che il numero dei reati contro la persona e il patrimonio sono, in realtà, in aumento.
Abbiamo vissuto la sostanziale estraneità italiana alle vicende di Europol e Eurojust, dove l'Italia non è stata tra i paesi protagonisti. Abbiamo ascoltato le lamentele di buona parte del comparto della sicurezza, con particolare riferimento alle situazioni logistiche, dalle auto alla benzina, dalla mancanza di armamenti a quella di giubbotti antiproiettile e così via. Come ha ricordato poc'anzi l'onorevole Lucidi, abbiamo sperimentato le mille inefficienze strutturali e le mille lesioni ai diritti della persona sull'importantissimo tema dell'immigrazione. Inoltre, abbiamo visto come è stata trattata la Polizia penitenziaria nelle carceri.
Infine, vorrei ricordare che moltissimi militari stanno vivendo lo scempio di vedersi sottratta la propria abitazione, ovvero l'unico tetto a disposizione.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, ciò è quanto abbiamo sperimentato in questi anni e, quindi, il decreto in oggetto risulta chiaramente insufficiente. Si tratta di un decreto insufficiente a causa delle carenze strutturali della politica del Governo in materia di sicurezza e per una serie di ragioni di cui tutti - maggioranza e opposizione - dobbiamo farci carico. In proposito, mi associo alle considerazioni assai calibrate e puntuali svolte dall'onorevole Lucidi, in merito alla mancanza in Parlamento di un'apposita Commissione permanente che si occupi di sicurezza pubblica.
Onorevole Presidente, la sua anzianità parlamentare è di un certo rilievo...
PRESIDENTE. Onorevole Lusetti, mi sta dicendo che sono vecchio?
MICHELE SAPONARA, Sottosegretario di Stato per l'interno. Onore ed oneri!
RENZO LUSETTI. No, signor Presidente, intendevo soltanto ricordare che lei
è parlamentare da molte legislature e, quindi, sicuramente ricorderà la Commissione interni. Pertanto, visto che è attento al dibattito in corso, ricorderà che quella storica Commissione svolse una ben determinata funzione. Non me ne voglia il presidente della I Commissione, Donato Bruno, che si occupa di affari costituzionali e di sicurezza pubblica: tuttavia ritengo positivo un ragionamento politico, parlamentare ed istituzionale sulla necessità di introdurre un'ulteriore Commissione permanente che si occupi di affari interni e, in particolare, di sicurezza pubblica.
So che vi sono alcuni gruppi parlamentari, soprattutto nella maggioranza, contrari a tale ipotesi. Tuttavia, sarebbe opportuno che la Giunta per il regolamento si occupasse in maniera seria, in questo scorcio di legislatura, di tale tema, perché vi potrebbe essere uno slancio istituzionale molto forte per procedere all'istituzione di questa nuova - ma per la verità «storica» - Commissione parlamentare a partire già dalla prossima legislatura. Un appello in tal senso è stato rivolto dalla collega Lucidi, e la questione è stata affrontata anche in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, ma ne stiamo ancora discutendo.
Ne approfitto, dal momento che stiamo parlando di sicurezza pubblica e di Commissione interni, per ricordare che oggi, onorevoli colleghi, ricorre il tredicesimo anniversario della strage di Capaci, in cui morì il giudice Giovanni Falcone. Per usare le parole pronunciate questa mattina dal Capo dello Stato, il 23 maggio 1992 fu un giorno drammatico, che fece avvertire a tutto il paese quanto fosse indispensabile contrastare con determinazione una criminalità violenta. Proprio oggi celebriamo questo tragico anniversario, e credo che un ricordo commosso di questa strage, in cui persero la vita Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Rocco Di Cillo, Vito Schifani e Antonio Montinaro, da parte di tutta la Camera dei deputati, possa essere significativo, in considerazione del tributo che dobbiamo al giudice Falcone e a tutti gli appartenenti alle Forze dell'ordine che hanno perso la vita nell'adempimento del proprio dovere.
Entrando nel merito del provvedimento, dobbiamo registrare che al Senato erano stati inseriti il prolungamento del mandato della rappresentanza militare, di cui alla legge n. 382 del 1978, a quattro anni, e la rieleggibilità per una sola volta. Le Commissioni competenti della Camera hanno soppresso tale norma, e premesso che le richieste sono più che legittime, ci preme evidenziare che le priorità della riforma non sono costituite soltanto da questi due punti molto importanti. Riteniamo che l'approvazione da parte del Parlamento di due punti soltanto di un provvedimento complessivo di riforma, così agognato da tutto il personale militare, non si giustifichi in alcun modo e sia anzi per certi versi controproducente in assenza dell'impegno per una riforma organica della legge n. 382, che risale al 1978. Occorre dunque sviluppare un discorso più razionale e sistematico su tale legge.
Ribadiamo alcune priorità che a nostro avviso debbono essere inserite in tale riforma organica: autonomia vera della rappresentanza militare; ridefinizione delle materie oggetto di concertazione; possibilità di rielezione dei delegati. Solo con l'impegno formale ad una rapida approvazione della riforma organica della rappresentanza militare, che accolga integralmente tali priorità, saremmo disposti al reinserimento delle norme già approvate dal Senato e soppresse in sede referente dalle competenti Commissioni della Camera.
L'ultimo aspetto sul quale mi soffermo, signor Presidente, onorevoli colleghi, riguarda il Corpo nazionale dei vigili del fuoco, anche esso oggetto del provvedimento in esame. L'articolo 8 dispone uno stanziamento aggiuntivo di 4 milioni di euro per l'attuazione della legge delega, approvata lo scorso anno dal Parlamento, in materia di rapporto di impiego del personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Riteniamo si tratti certamente di un miglioramento rispetto al passato, ma lo stanziamento aggiuntivo è troppo esiguo,
soprattutto se si considera che la riforma in corso riguarda circa 33 mila persone in tutto il territorio nazionale. Non possono quindi ignorarsi le sperequazioni salariali e pensionistiche che sussistono rispetto ad altri corpi dello Stato per quelli, come i Vigili del fuoco, impegnati a garantire ogni giorno la nostra incolumità.
Né, d'altra parte, possiamo ignorare la crescente domanda di sicurezza proveniente dal paese, relativa anche alla tutela dai rischi non convenzionali, legati ai settori nucleare, batteriologico, chimico e radiologico. Si tratta di compiti di istituto dei vigili del fuoco che richiedono un importante e consistente impiego di risorse e mezzi.
La legge delega approvata lo scorso anno rappresenta certamente un primo risultato. Ci siamo espressi in maniera favorevole su tale provvedimento, in quanto lo abbiamo considerato un segnale dell'impegno del Governo verso un nuovo livello di attenzione - ben più completo - nei confronti del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
Rivolgendomi ai rappresentanti del Governo, però, sottolineo che è necessario realizzare qualcosa in più, introdurre delle misure nuove e migliori affinché tutto ciò si traduca in una rivisitazione complessiva delle esigenze di organico del Corpo nazionale dei vigili del fuoco (notevolmente al di sotto dei parametri europei), unitamente all'adeguamento del parco mezzi occorrente allo stesso Corpo per far fronte alle esigenze citate in precedenza.
Certamente, apprezziamo alcune delle disposizioni presenti nel provvedimento, quali quelle, ad esempio, recate dall'articolo 7, che introducono una nuova professionalità per il soccorso aereo, legata all'ottica di conferire una maggiore operatività a tale servizio. Apprezziamo, inoltre, anche l'inserimento dell'articolo 7-bis, deciso al Senato e confermato nel corso dell'esame da parte delle Commissioni della Camera, in tema di convenzioni per l'attività di formazione in materia di prevenzione incendi da parte del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Si avvicina l'estate: siamo consci che questo problema si riproporrà in tutta la sua drammaticità!
Il gruppo della Margherita ribadisce fermamente, però, che si tratta di misure non ancora adeguate, né risolutive rispetto ai problemi di riforma del rapporto di impiego, alle carenze strutturali esistenti e alle aspettative del personale.
Anche in questo caso, poniamo l'accento sull'importanza del Corpo nazionale dei vigili fuoco come parte integrante del sistema di sicurezza generale del paese. Auspichiamo, a tal riguardo, l'assunzione di misure che non siano solo di emergenza, ma siano tali da consentire anche una programmazione complessiva e sistematica degli interventi rispondenti alle reali esigenze del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e del soccorso pubblico.
Signor Presidente, in conclusione, vorrei sottolineare che, come sempre, ci apprestiamo ad affrontare l'esame di questo provvedimento con grande impegno e spirito costruttivo; riteniamo, infatti, vi sia bisogno di una forte funzionalità dell'Amministrazione della pubblica sicurezza, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
Ci riserviamo di decidere il nostro atteggiamento in occasione del voto finale, su un provvedimento importante come quello al nostro esame, dopo aver verificato le repliche del relatore e del Governo, l'atteggiamento in occasione dell'esame delle proposte emendative da noi presentate e le altre risposte che proverranno dalla maggioranza e dal Governo.
Auspichiamo, infatti, che dalla maggioranza e dal Governo provengano dei segnali in vista di un potenziamento veramente strategico ed organico delle Forze di polizia, intese in senso generale, per far sì che non vi siano provvedimenti tampone o d'emergenza quanto, piuttosto, una riforma organica di tutto il complesso sistema della pubblica sicurezza.
PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.
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