ad adottare iniziative normative, se del caso anche nel decreto legislativo di attuazione della legge delega per la istituzione dell'Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili (legge 24 febbraio 2005, n. 34), affinché ai ragionieri commercialisti iscritti in Albo, che alla data di costituzione del nuovo Ordine, siano in possesso del titolo di studio per l'iscrizione all'ordine dei dottori commercialisti secondo la normativa previgente, sia data facoltà di richiedere l'iscrizione come dottore commercialista, fermo restando l'anzianità dell'albo di provenienza ed affinché la stessa facoltà sia concessa ai ragionieri commercialisti iscritti in Albo che conseguano il predetto titolo successivamente alla costituzione del nuovo ordine.
l'individuazione di una ricomposizione della situazione nepalese, facendo tutti i passi necessari per convincere il re del Nepal a ripristinare al più presto le minime garanzie democratiche previste dalla costituzione di quel paese, nonché per l'individuazione delle tappe per il rapido instaurarsi di una piena democrazia rappresentativa nel Nepal;
ad adottare al più presto idonee iniziative normative volte a realizzare le riduzioni tariffarie postali per la comunicazione indirizzata dai Comitati Promotori dei Referendum ai cittadini.
gestione aeroportuale, aventi la finalità della messa in sicurezza degli aeroporti anche nell'ambito di accordi Stato/Regioni;
ad adottare iniziative normative volte a ripristinare gli originari stanziamenti annuali previsti da vigenti leggi a carattere pluriennale per il finanziamento di opere infrastrutturali sugli aeroporti nazionali.
premesso che:
la legge 24 febbraio 2005, n. 34 recante «Delega al Governo per l'istituzione dell'Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili», all'articolo 1 stabilisce che detto ordine viene istituito per effetto della unificazione degli attuali ordini dei dottori commercialisti e dei ragionieri e periti commerciali. Il successivo articolo 2 prevede l'emanazione del Decreto Legislativo di attuazione della delega;
l'articolo 3 puntualizza alcuni elementi ed aspetti tecnici della azione di unificazione, tra cui:
l'inserimento nella sezione dell'Albo riservata ai laureati specialistici degli attuali iscritti agli Albi dei dottori e dei ragionieri e periti commercialisti;
la riserva, a favore soltanto degli iscritti in tale sezione del nuovo Albo, della comune denominazione del titolo professionale in forma abbreviata di «commercialista»;
l'uso della denominazione estesa di «dottore commercialista» per gli attuali iscritti all'Albo dei dottori commercialisti e per i futuri iscritti nella sezione dell'Albo riservata ai laureati specialistici e l'uso della denominazione estesa di «ragioniere commercialista» agli attuali iscritti all'Albo dei ragionieri;
Tale ultima distinzione, in contrasto col principio generale della unità di denominazione di tutti gli iscritti nella medesima sezione del nuovo Albo, si è resa necessaria in conseguenza della denominazione stessa data al costituendo nuovo ordine, quale quella dei «dottori commercialisti», denominazione che, dovendo di fatto definire la qualificazione professionale degli iscritti, non potrebbe che riferirsi a soggetti laureati, laurea non necessariamente detenuta da tutti gli attuali iscritti all'Albo dei ragionieri e periti commerciali;
a questo punto però le norme transitorie che, ai sensi della lettera f) dell'articolo 3, della legge delega disciplineranno l'inserimento nella sezione dell'Albo riservata ai laureati specialistici degli attuali iscritti agli Albi dei ragionieri e periti commerciali non potranno non tener conto, ai fini dell'attribuzione della relativa denominazione professionale, della ipotesi del ragioniere laureato al quale dovrà spettare di diritto la denominazione professionale di dottore commercialista;
allo stato, in attesa dell'entrata in vigore dell'ordinamento del nuovo Albo, un ragioniere commercialista in possesso dell'idoneo titolo di laurea, può conseguire il titolo di dottore commercialista previo iter del tirocinio e relativo superamento dell'esame di stato;
con l'attuazione della prevista unificazione, lo stesso ragioniere commercialista laureato, è di diritto iscritto nella sezione riservata ai laureati specialistici, con implicito riconoscimento delle competenze e delle relative prerogative. Pertanto non deve intraprendere alcun percorso formativo (tirocinio e relativo esame) per iscriversi dove è già di fatto iscritto. Quindi per fregiarsi del titolo di dottore commercialista è sufficiente il solo titolo di laurea idoneo per l'iscrizione all'ordine dei Dottori commercialisti, secondo la normativa previgente;
al ragioniere già laureato, quindi, non si può e non si deve chiedere di compiere l'iter per conseguire il titolo di dottore commercialista per iscriversi in fascia A alla quale è già iscritto;
sarebbe una assurdità. Del che la necessità, oltre che la opportunità, che le norme transitorie in questione ne disciplinino il caso con una apposita previsione;
(7-00628) «Annunziata, Lettieri».
premesso che:
come già segnalato con interpellanza n. 2-01473 del 22 febbraio 2005, la situazione nello stato del Nepal, da sempre uno dei paesi più poveri del mondo, assume contorni sempre più tragici;
retto da una monarchia che solo dal 1991 può formalmente considerarsi non assoluta, dopo una breve esperienza di partecipazione democratica nella designazione dei governi - interrotta nel maggio 2002 con lo scioglimento del parlamento e la temporanea assunzione dei pieni poteri da parte del sovrano - dal 1996 il paese è dilaniato da una guerra civile portata avanti dalla guerriglia maoista che, nel corso degli ultimi tempi, si è fatta sempre più forte e ormai, secondo molti analisti, controlla più della metà del territorio;
dai primi di febbraio il sovrano Gyanedra, dopo aver licenziato per la quarta volta in tre anni un suo primo ministro, ha cancellato la proprietà privata, interrotto le vie telefoniche, incarcerato centinaia di oppositori, chiuso i media antigovernativi, sospeso la libertà di stampa, dislocato l'esercito reale a presidio della capitale e delle abitazioni dei principali esponenti politici;
il Nepal, pur avendo ratificato tutti i trattati internazionali nel campo dei diritti umani non ha mai adeguato la legislazione nazionale, consentendo di fatto il perpetrarsi di violenze e abusi, così come denunciato, anche nel nostro paese dall'esule Renu Sharma Upreti - fondatrice della Women's Foundation Nepal (la cui attività è stata riconosciuta dal Fondo di sviluppo dell'ONU per le donne);
come citato anche nell'ultimo rapporto annuale di Amnesty International, tale situazione si ripercuote principalmente sulle popolazioni locali ed in particolar modo sui bambini. Oltre ad una palese precaria condizione alimentare e sanitaria, si assiste alla negazione delle più elementari garanzie dei diritti umani: bambini prelevati dalle scuole e sottoposti dal regime a «rieducazione»; acquisizione del diritto alla cittadinanza per le donne solo al compimento del sedicesimo anno di età; bambine date in moglie a nove anni o impunemente prostituite e seviziate (sono circa seimila quelle che ogni anno vengono costrette alla prostituzione nelle città di Delhi e Bombay); donne che subiscono continui maltrattamenti tra le mura domestiche (in Nepal non è reato seviziare o bruciare la moglie);
pur presentando tutti i connotati di una realtà drammatica e di una gestione dispotica del potere - arresti arbitrari, sparizioni, esecuzioni extragiudiziali, torture da parte delle forze di sicurezza (a tutt'oggi sono più di tremila le persone scomparse e di oltre mille non si conosce dove e come sono state arrestate) - anche la situazione del Nepal rientra nella troppo lunga casistica delle guerre dimenticate,
ad assumere ogni iniziativa utile al fine di coinvolgere l'Unione europea per
a richiedere all'ONU di verificare l'effettivo rispetto delle convenzioni sui diritti umani a cui il Nepal ha aderito;
ad adoperarsi, nell'immediato, affinché siano forniti validi aiuti organizzativi, finanziari e giuridici alle organizzazioni che già risultano fortemente impegnate nelle tutele dei diritti umani, quali la Women's Foundation Nepal.
(7-00626)
«Spini, Calzolaio, Sereni, Ranieri, Crucianelli».
premesso che:
i prossimi referendum sulla legge che regola la procreazione assistita soffrono di mancanza di una adeguata informazione per i cittadini, alle prese con quesiti complessi e che necessitano di particolari e dettagliati elementi di conoscenza;
i tempi sono ora abbastanza stretti, poco più di tre settimane, e occorrono strumenti adatti a facilitare la diffusione dell'informazione, per permettere a tutti i cittadini la espressione di voto motivato;
le tariffe postali agevolate definite per facilitare la diffusione dell'informazione in periodo elettorale, sia per le elezioni nazionali, sia per quelle locali, non vengono applicate anche alle consultazioni referendarie, ostacolando con ciò l'espressione del voto proprio in occasione di iniziative popolari;
è opportuno, ad avviso dei firmatari del presente atto, definire anche per le consultazioni referendarie un'agevolazione tariffaria pari a quella in vigore per le elezioni politiche e amministrative;
i soggetti destinatari di questa agevolazione possono essere i Comitati creati allo scopo di diffondere le informazioni sulla materia referendaria,
(7-00625)
«Panattoni, Duca, Rosato, Pasetto, Di Gioia, Meroi, Floresta, Nicotra, Mereu, Gianni Alfonso, Caparini».
premesso che:
le leggi nn. 139/92, 135/97, 194/98, 166/02 e successive modifiche ed integrazioni hanno disposto limiti di impegno quindicennali per complessivi 56,05 milioni di euro all'anno per il finanziamento di opere infrastrutturali sugli aeroporti nazionali, con stanziamento sull'apposito capitolo di bilancio del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per il successivo trasferimento ad ENAC, quale ente attuatore;
la legge 30 dicembre 2004, n. 311 (Legge Finanziaria 2005) ha previsto il trasferimento di soli 23,74 milioni di euro a favore dell'ENAC per investimenti atti a garantire negli aeroporti nazionali elevati standard di sicurezza in attuazione di normative internazionali nonché il completamento dei lavori in corso;
l'inadeguatezza dello stanziamento, per l'anno 2005, pari a 32,3 milioni di euro di euro, non consente di far fronte ai pagamenti relativi a mutui già contratti con le banche e di attuare i programmi di investimento già varati, oggetto di convenzioni di finanziamento con le società di
(7-00627)
«Pasetto, Reduzzi, Rosato, Carbonella».