Allegato B
Seduta n. 545 del 12/11/2004


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AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO

Interrogazione a risposta in Commissione:

PIGLIONICA e VIGNI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio. - Per sapere - premesso che:
viste le direttive Habitat Uccelli 74/409 CEE e Habitat 92/43 CEE;
visto il decreto del Presidente della Repubblica n. 357 del 1997 di recepimento delle Direttive CEE Habitat ed Uccelli;
vista la legge quadro 394 del 1991 sulle aree protette ed in particolare l'articolo 11 comma 3 inerente le norme di salvaguardia ed attività vietate nelle aree protette;
visto il decreto ministeriale aprile 2000 di designazione della Zone di Protezione speciale e dei Siti proposti di Interesse Comunitario;
vista la legge n. 426 del 1998 di istituzione del Parco dell'Alta Murgia;
visto il decreto del Presidente della Repubblica n. 120 del 2004 istitutivo del Parco dell'Alta Murgia (inerente la perimetrazione e l'adozione delle norme di salvaguardia;
viste anche le recenti sentenze della Corte di Cassazione in ordine alla equiparazione delle ZPS e dei proposti SIC alle aree protette di cui alla 394 del 1991;
vista la riforma del titolo V della Costituzione che ha riservato la materia ambientale alla legislazione esclusiva;
visto l'articolo 1, legge della Regione Puglia approvata il 9 novembre 2004 che testualmente recita «Nelle more dell'emanazione dei Regolamenti Regionali relativi alle misure di conservazione di cui all'articolo 4 del decreto del Presidente della Repubblica 357 del 1997 e successive modificazioni ed integrazioni la proroga delle autorizzazioni ex articolo 8 della legge regionale 37 del 1985 e sue modifiche ed integrazioni e/o il completamento delle procedure autorizzative ex articolo 35 della legge regionale 37 del 1985 a rilasciarsi dalla Regione Puglia per le cave in attività ricadenti in aree naturali protette ed in siti Natura 2000, proposti o designati ai sensi delle Direttive Habitat 92/43/CEE e Uccelli 74/409 CEE è condizionata alla presentazione di specifici piani di coltivazione, dismissione e recupero garantiti da fideiussioni di valore corrispondente al costo del recupero, redatti con riferimento alle peculiari caratteristiche naturali dell'area dove l'attività di cava insiste e contenenti le indicazioni relative al dimensionamento residuo del giacimento interessato definito sulla base di specifiche indagini ... omissis;
considerato che con tale legge la Regione Puglia prevede esplicitamente la concessione di proroghe alle autorizzazioni alla coltivazione di cave in corso e nuove autorizzazioni in aperta violazione di tutta la normativa citata -:
se il ministro non intenda impugnare di fronte alla Corte costituzionale la citata legge regionale.
(5-03693)

Interrogazioni a risposta scritta:

PISTONE. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, al Ministro della salute, al Ministro delle attività produttive, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la Centrale Termoelettrica alimentata a diesel della «SIPPIC S.p.A.» opera a Capri dal 1938;
la legge n. 1643 del dicembre 1962 ha nazionalizzato in tutta Italia le centrali elettriche istituendo l'ENEL, tranne la Centrale di Capri gestita dalla «SIPPIC S.p.A.»;
la «SIPPIC S.p.A.», appellatasi al Consiglio di Stato, in quanto sosteneva di


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essere gestore di un impianto di dissalazione delle acque atto a garantire il servizio idrico dell'isola, non rientrò nella nazionalizzazione;
la stessa «SIPPIC S.p.A.» gestisce, in regime di privativa, quasi la totalità dei servizi pubblici di trasporto terrestri esistenti sull'isola di Capri (funicolare, trasporto su gomma ed altro);
la suddetta Centrale costituisce una fonte grave di inquinamento atmosferico e acustico che, negli anni, ha subito incidenti rilevanti, tanto da mettere a serio repentaglio l'incolumità dei cittadini residenti a Marina Grande;
la Centrale è stata inserita nell'elenco redatto dal Ministero dell'Ambiente tra quelle ad alto rischio ambientale;
la stessa, anche in seguito a precedenti interrogazioni parlamentari sollevate intorno al 1991, non si è mai veramente adeguata alle norme vigenti sulla sicurezza e tutela dell'ambiente;
la società «SIPPIC S.p.A.», ha provveduto, solo in seguito ad annose battaglie condotte dalla popolazione locale, ad una parziale messa in sicurezza dell'impianto;
tale lavoro, al fine di mitigare parzialmente l'inquinamento atmosferico ed acustico, è consistito, meramente, in un inserimento di filtri nelle ciminiere ed in una insonorizzazione della struttura in relazione ai 12 motori allora esistenti;
la predetta attività di messa in sicurezza risulta attualmente del tutto insufficiente, a seguito all'implementazione del processo produttivo, che oggi conta ben 18 motori;
i cittadini si sono da tempo costituiti in un Comitato Civico denominato «Antinquinamento cittadini di Marina Grande» e lottano da anni, invano, per ottenere una migliore salubrità dell'aria e per tutelare uno dei posti ritenuto «patrimonio dell'umanità» ad alta valenza paesistica e storica;
il PRG del Comune di Capri, in vigore dal 1980, definisce l'area in questione, erroneamente, come zona «industriale»;
quando si verificano i controlli inerenti all'inquinamento, l'ASL e le strutture competenti inseriscono i parametri nella quarta fascia, cioè nella fascia considerata zona industriale, che quindi risultano nella norma;
la zona è altamente urbanizzata ed è il nucleo storico di Capri;
le abitazioni adiacenti (addirittura a pochissimi metri dalla Centrale) da anni sono danneggiate dalle emissioni emesse dalle ciminiere e dai rumori dei 18 motori attivati;
le colture nei dintorni sono inesistenti e altamente danneggiate;
l'acqua di raffreddamento dei motori finisce, attraverso condotte a mare, sotto le banchine di attracco del molo;
ci sono continui incidenti e la salute è a serio rischio;
molti cittadini proprietari di pozzi artesiani e per l'irrigazione denunciano una forte presenza di idrocarburi nell'acqua;
la struttura in oggetto al momento della sua nascita constava di un piccolo fabbricato e le case intorno risultavano distanziate;
l'espansione negli anni della centrale ha fatto si che, questa Centrale, diventasse un enorme e pericoloso insediamento inglobato nel tessuto urbano;
i serbatoi del combustibile usato, esterni alla Centrale, non risultano essere protetti e sono ad alto rischio, in quanto adiacenti agli impianti di alta tensione e localizzato in un'area ad alta densità abitativa;
lo stato di degrado in cui versa la struttura è visibile anche da occhi inesperti e ad un esame esterno si evidenzia il rivestimento di alcuni tubi in amianto in stato di palese deterioramento, oltre a


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vetri rotti, e addirittura l'inquinamento ha reso friabile il cemento di alcune scale adiacenti allo stabile;
il predetto impianto di dissalazione, che ha fatto in modo che la «SIPPIC S.p.A.» non rientrasse nella nazionalizzazione, non ha mai funzionato, anzi al momento è ridotto ad un ammasso di ferraglia che aspetta solo di essere rottamato;
per la desalinizzazione, la «SIPPIC S.p.A.» ha usufruito, per anni, di ingenti finanziamenti pubblici finalizzati ad una «fantomatica» manutenzione di un impianto che non ha mai fornito acqua desalinizzata all'isola, nemmeno nei periodi di emergenza;
l'isola ha sempre usufruito dell'acqua che arriva da terra attraverso condotte sottomarine;
la corrente elettrica erogata nell'isola e talmente «sporca» che spesso non è possibile usare gli elettrodomestici;
l'impatto visivo e olfattivo, per chi arriva via mare sull'unico approdo dell'isola (Marina Grande), è notevole;
un altro eventuale disastro ecologico, prevedibile visti i precedenti, potrebbe essere di portata tale che la risonanza negativa avrebbe eco internazionale, con conseguente ricaduta sull'immagine della Campania, nel cui territorio insiste una delle «perle» del Mediterraneo, completamente alla mercé di speculatori e vittima di interessi privati -:
di quali finanziamenti nazionali usufruisca la «SIPPIC S.p.A.» e quali finanziamenti riceva da parte della Cassa Conguaglio per il settore elettrico;
come si intenda tutelare la salute dei cittadini;
come si preveda di ripristinare l'area e restituire dignità e lustro all'isola di Capri, nota in tutto i! mondo per il suo splendore;
se non ritengano opportuno intervenire per lo smantellamento della suddetta struttura;
se non si intenda effettuare uno studio epidemiologico nella zona interessata;
se non ritengano più sicuro e conveniente provvedere alla fornitura di energia elettrica per l'isola con un elettrodotto sottomarino, cosi come già avviene per l'acqua.
(4-11611)

PAOLO RUSSO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio. - Per sapere - premesso che:
si è appreso da un comunicato stampa dell'agenzia Ansa del giorno li ottobre 2004 che il collettore fognario di Quarto, che raccoglie i reflui di oltre quarantamila abitanti, invece di addurre i reflui dell'intera cittadina Flegrea all'impianto di depurazione di Cuma per il trattamento delle acque, in realtà versa, da anni, direttamente in mare - alla Foce di Licola - i propri veleni senza alcun trattamento, in aperta e palese violazione del decreto legislativo n. 152 dell'11 maggio 1999 e di qualunque norma sulla tutela della salute dei residenti nelle zone interessate;
ilcomune di Quarto, da dove il collettore parte, ed i comuni di Pozzuoli e Giugliano, che il collettore attraversa, non hanno alcuna competenza sul predetto collettore, realizzato dal Commissariato regionale di Governo e dal C.I.P.E. quale opera di urbanizzazione primaria nell'ambito degli interventi della legge n. 219/81 e trasferito successivamente, con note del 30 marzo 1996 e 26 maggio 1997 del C.I.P.E., alla Regione Campania, che dovrebbe curarne la manutenzione;
ilcomune di Quarto, attraverso il proprio capo-settore dell'U.T.C., ha denunziato nel corso degli ultimi dieci anni al Commissariato straordinario di governo, agli assessorati dell'ambiente e del bilancio e patrimonio della Regione Campania, nonché al Prefetto di Napoli ed alla Pro


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cura della Repubblica, sezione ambiente, tale gravissima anomalia, ma nessun provvedimento urgente è stato preso in proposito pur essendo gravissimi ed evidenti i pericoli e i danni; il litorale Flegreo, nella zona compresa tra Pozzuoli e Giugliano (Napoli), vive da tempo in una situazione di totale degrado, ma la situazione evidenziata è di vero e proprio disastro ambientale per la quantità di reflui civili e industriali che sistematicamente da anni appestano il mare e il canale entro il quale scorrono, il tutto con gravissimo pericolo per le popolazioni interessate nonché per la fauna selvatica e per gli uccelli che si abbeverano in tale canale; tale zona rappresentava un tempo meta turistica e balneare molto ambita, mentre oggi le sue spiagge non sono neanche frequentabili perché alla foce di Licola, località densamente abitata, oltre allo scarico del Canale di Quarto vi sono altri due canali, l'alveo Camaldoli e il canale Abruzzese, nel quale si immettono altri scarichi abusivi provocando un inquinamento costante e disastroso;
il 6 luglio 2004, in sede di esame del disegno di legge Atto Senato n. 2983, recante «Conversione in legge del decreto-legge 4 giugno 2004, n. 144, recante differimento della disciplina sulla qualità delle acque di balneazione» è stato accolto un ordine del giorno con il quale si

impegna il Governo:
verificare il corretto funzionamento dell'impianto di depurazione di Cuma, ad accertare la messa a norma degli impianti fognari, a verificare se la causa del mancato funzionamento dell'impianto sia dovuta agli scarichi di acque reflue; a tutt'oggi non si sono avute risposte atte a risolvere la gravissima emergenza ambientale nella zona;
già il 2 ottobre 2002 è stata presentata un'interrogazione (3-00642) con la quale si interrogava il Ministro dell'ambiente al fine di conoscere quali iniziative intendesse intraprendere per sollecitare la conclusione dei lavori di ristrutturazione dell'unico impianto di depurazione presente nella zona ed il 14 ottobre 2004 ne è stata presentata altra (0-07474) al fine di conoscere se non intendesse adottare con urgenza iniziative per sollevare il Commissario straordinario di Governo alla tutela delle acque della Campania dal suo ruolo, nominando, in sua vece, come già accaduto per il Commissariato per i rifiuti solidi, altro funzionario più efficiente, oppure per garantire un intervento immediato sulla zona interessata -:
quali iniziative intenda intraprendere nell'immediato tese a risolvere la gravissima situazione di emergenza ambientale creatasi nella zona de qua in palese violazione del decreto legislativo n. 152 dell'11 maggio 1999 e di qualunque norma sulla tutela della salute dei residenti nelle aree interessate.
(4-11618)