Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 471 del 20/5/2004
Back Index Forward

Pag. 6


...
Si riprende la discussione (ore 11,32).

(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 4979)

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Vigni 1.5.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Chianale. Ne ha facoltà.

MAURO CHIANALE. Signor Presidente, nel novero delle citazioni celebri mi permetto di aggiungere la seguente: «Per piccolissimi abusi interni all'abitazione, come lo spostamento di una porta o di una finestra, se ne potrebbe anche discutere, ma si deve essere attenti, perché si sa dove si comincia e non si sa mai dove si va a finire. Sono, dunque, nettamente contrario al condono, non solo per motivi ambientali, ma perché, in ultima analisi, nelle casse dello Stato entra ben poco. Oggi, siamo allo sfascio della situazione idrologica nel territorio nazionale, dove in dieci anni sono stati spesi 70 mila miliardi di vecchie lire per interventi di emergenza. In Italia c'è una cultura dell'abuso, tanto è l'opinione diffusa, c'è poi il Governo che risana». A parlare è Altero Matteoli, ministro dell'ambiente.
Devo dire che il ministro Matteoli è stato un buon profeta nel sostenere teorie che oggi diventano pratica; aggiungo che mi hanno stupito un po' le considerazioni svolte ieri dall'onorevole Lupi, autorevole relatore del provvedimento sul governo del territorio, che ha parlato di nobilitazione del sistema del condono edilizio, sostenendo che si tratta del condono edilizio più restrittivo che mai sia stato realizzato in questo paese.
Devo dire che dopo l'operazione «padroni in casa propria» si è aggiunto anche il concetto di padroni in casa altrui, perché l'utilizzo delle case dei terreni demaniali è innovativo rispetto all'applicazione del condono. L'utilizzo di tali aree non viene solo nobilitato dal fatto che chi ha costruito un rustico su un'area demaniale ne può diventare proprietario, ma anche da un altro elemento: se il proprietario non ritenesse ciò conveniente, lo potrebbe demandare all'inquilino, che, di fatto, potrebbe acquisire, con gli stessi titoli e gli stessi diritti, il territorio demaniale. Definirlo, quindi, un condono più restrittivo è sicuramente non corretto.


Pag. 7


Devo aggiungere un'altra considerazione che mi ha colpito, in quanto pronunciata da un autorevole relatore di un nuovo provvedimento sul governo del territorio. Egli ha sottolineato che esiste un conflitto istituzionale tra le regioni e lo Stato centrale e che questo conflitto sarebbe responsabilità delle regioni. Ma vi cito in modo sintetico quanto prevede questo condono. Si tratta di un condono che permette addirittura di perimetrare delle aree abusive, quindi costruzioni multiple e lottizzazioni abusive, e di individuare, nell'ambito di questa perimetrazione, la possibilità di utilizzare gli oneri per l'urbanizzazione di quell'area.
Direi che il conflitto istituzionale è palese, perché è presumibile che queste nuove costruzioni abusive siano a macchia di leopardo, distanti dalla realtà degli abitati, perché sarebbe impossibile costruire più case nella vicinanza degli abitati senza essere ovviamente oggetto di sanzioni e controllo. Questa nuova norma permette di non pagare gli oneri di urbanizzazione al comune: quindi, sostanzialmente, non si ricava nulla da questo condono, oltre a mantenere la possibilità di creare l'allacciamento della fognatura e dei pubblici servizi. Direi che questo è il vero contenzioso, dal quale deriva la ribellione delle amministrazioni locali e delle regioni nell'ambito di un conflitto che non è istituzionale, ma rappresenta un principio di legittima difesa (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vigni 1.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 405
Maggioranza 203
Hanno votato
171
Hanno votato
no 234).

Passiamo all'emendamento Realacci 1.10.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Raffaella Mariani. Ne ha facoltà.

RAFFAELLA MARIANI. Signor Presidente, con questo emendamento abbiamo introdotto una limitazione che pensavamo fosse giusta, anche alla luce delle dichiarazioni - ribadite da chi mi ha preceduto - del ministro Matteoli, circa lo sfascio dichiarato della situazione idrogeologica nel territorio nazionale.
In effetti, con questo emendamento introduciamo l'eccezione per le opere realizzate su immobili soggetti a vincoli imposti sulla base di leggi statali e regionali, a tutela degli interessi idrogeologici e delle falde acquifere, dei beni ambientali e paesistici. Questo per dire che si sarebbe dovuta prestare maggiore attenzione a quelle aree che già segnalano gravi danni rispetto all'equilibrio idrogeologico.
Abbiamo più volte sottolineato, non solo dal fronte del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, ma anche da quello della protezione civile, con riferimento alle ingenti risorse destinate al recupero di aree ormai abbandonate, come non si sia mai riusciti ad operare, con la prevenzione e gli investimenti, un serio progetto di riqualificazione. Avevamo chiesto anche nella discussione svoltasi in Commissione che fossero previsti adeguati finanziamenti per la difesa del suolo, per la prevenzione del rischio idrogeologico, per la manutenzione del territorio, considerando anche questa come l'opera pubblica più importante del paese. L'abbiamo detto mille volte: consideriamo solo le grandi opere, ma la vera grande opera (molto più efficace) sarebbe quella di definire risorse adeguate per invertire il processo dell'abbandono delle nostre aree a rischio.
Purtroppo, anche nell'ultima finanziaria questo non è avvenuto: continuiamo a registrare una diminuzione delle risorse,


Pag. 8

ma ciò comporterà, anche a causa di questo provvedimento - che prevede la costruzione senza nessun tipo di aiuto e di prevenzione da parte degli enti locali e delle regioni e senza alcun controllo del territorio -, un peggioramento di una situazione che è già molto critica.
È inutile affermare ciò soltanto dopo che si sono verificati gravi calamità o disastri ambientali, che successivamente siamo costretti a fronteggiare con provvedimenti d'urgenza e con risorse finanziarie decuplicate rispetto alle necessità originarie.
Probabilmente, anche in questa situazione sarebbe bastato fornire indicazioni per garantire una salvaguardia maggiore almeno delle aree in questione, poiché si sarebbe riscontrata l'effettiva volontà di invertire un processo che, purtroppo, come stiamo evidenziando, determina l'abbandono totale ed il disastro ambientale nel nostro paese.
A tale problema, pertanto, si aggiungeranno ulteriori danni, e saremo costretti in futuro ad intervenire - non so quando, né con quali risorse -, trovandoci in condizioni più gravi rispetto a quelle che tutti noi abbiamo più volte evidenziato (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rocchi. Ne ha facoltà.

CARLA ROCCHI. Signor Presidente, sul provvedimento in esame abbiamo ascoltato in Assemblea qualcuno parlare di «condono leggero». Mi domando, tuttavia, come possa essere definito «leggero» un condono che consente una valutazione indiscriminata degli abusi edilizi, senza operare nessun tipo di distinzione e che costringe l'opposizione, come nel caso dell'emendamento in esame, a prevedere tutele elementari, come la salvaguardia delle aree idrogeologiche, delle falde acquifere, delle zone protette e dei parchi naturali ad ogni livello (da quello nazionale a quello provinciale).
Se tutto ciò non viene tenuto in considerazione, mi chiedo allora cosa sia un condono pesante: si tratta forse di un condono che consente di costruire anche sulla cupola di San Pietro? Non mi meraviglierei nemmeno di ciò, ma vorrei osservare francamente che, per adesso, per quanto riguarda il provvedimento in esame non si può certamente parlare di «condono leggero».
Le aree da salvaguardare rappresentano soltanto una parte, anche se importante, dell'emendamento Realacci 1.10: l'altra parte, infatti, prevede il prolungamento dei termini per fruire di questa sciagurata opportunità. È evidente, come hanno sostenuto peraltro anche altri colleghi precedentemente intervenuti, che nel nostro paese ogni annuncio di differimento dei termini di un provvedimento non fa altro che consentire - e quasi sollecitare - il compimento di abusi, nella certezza che a tali abusi verrà posto rimedio.
Uno dei maggiori danni provocati dal provvedimento in esame, infatti, è che esso determina un degrado non soltanto del territorio e dell'ambiente, ma anche della coscienza civile e dei termini della convivenza; stiamo assistendo all'incentivazione di queste furbizie, che speravamo davvero il nostro paese avesse imparato a lasciarsi alle spalle.
Vorrei spendere due parole, inoltre, sulla recriminazione - anche questa già ascoltata in Assemblea - sulla mancanza di copertura finanziaria per la repressione degli abusi edilizi. Mi domando, tuttavia, per quale motivo un provvedimento del genere dovrebbe contenere una seria politica di repressione, quando l'intero provvedimento stesso è mirato a consentire a chiunque la possibilità di fare quasi qualsiasi cosa. Prevenire gli abusi, infatti, significherebbe il compimento di un'azione schizofrenica da parte di chi propone il provvedimento, per cui da una parte si consente tutto, ma dall'altra si dovrebbe reprimere qualche azione. Non mi sono mai aspettata che il provvedimento in esame disponesse di serie risorse finanziarie per essere posto in essere, e pertanto non mi meraviglio che - ahimè - non abbia la base economica per garantire le minime necessarie condizioni di repressione degli abusi edilizi.


Pag. 9


Infine, signor Presidente, tutto ciò non produce neanche - non certo nella nostra ottica, bensì in quella di chi ha presentato il provvedimento - quei vantaggi, in termini di cassa, che questa iniziativa sciagurata si augurava di conseguire, poiché, nella coscienza delle persone meno responsabili, o comunque tendenti a commettere il peggio nel nostro paese, c'è sempre la sensazione che, anche se dovesse essere persa l'occasione offerta da questo condono, ce ne sarà comunque un'altra. Infatti, se è vero che, soltanto due anni fa, per bocca di suoi autorevoli rappresentanti, la maggioranza aveva dichiarato che non sarebbe mai stato varato un condono edilizio, ma oggi viene messa sul tappeto una sanatoria devastante, mi domando perché il cittadino medio non dovrebbe immaginare che, in futuro, venga posta in atto una replica di questo condono per rimpinguare le casse dello Stato.
Si tratta, quindi, di un fallimento a tutto campo, cui noi cerchiamo di porre un minimo rimedio con emendamenti come quello in esame - al quale chiedo di aggiungere la mia firma -, che gradirei fosse approvato dall'Assemblea, anche se non nutro, in tal senso, quasi nessuna speranza (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-L'Ulivo e dei Democratici di sinistra-L'Ulivo)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Realacci 1.10, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 409
Votanti 408
Astenuti 1
Maggioranza 205
Hanno votato
172
Hanno votato
no 236).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Vigni 1.9.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lettieri. Ne ha facoltà.

MARIO LETTIERI. Signor Presidente, dopo i molti interventi, compresi quelli dei colleghi della maggioranza, in particolare dell'onorevole Lupi, c'è da domandarsi: questo provvedimento di sanatoria chi lo ha proposto? Chi lo ha voluto? Chi lo ha votato? Infatti, stando alle dichiarazioni rilasciate da ministri molto autorevoli di questo Governo (ben sette), sembrerebbe che nessuno se ne assuma la paternità. Lo stesso Presidente del Consiglio, in una dichiarazione rilasciata all'ANSA, il 17 dicembre 2002, affermò: «Il condono edilizio è un'ipotesi sconosciuta al Governo, di cui il Governo non ha mai neppure ipotizzato l'esistenza».
Il paese (gli italiani, non solo il Parlamento) è abituato a registrare i mutevolissimi e notevolissimi cambiamenti nelle varie affermazioni del Presidente del Consiglio, ma quando egli fa un'affermazione di questo tipo, vuol dire che un provvedimento come quello oggi in discussione non ha paternità. Da ciò deriva la mia domanda iniziale: chi l'ha votato? Chi lo ha voluto? Infatti, il Presidente del Consiglio e sette ministri, sia di Alleanza nazionale sia dell'UDC, sia di Forza Italia si sono sempre dichiarati contrari al condono edilizio. Occorre, allora, compiere un'operazione-verità.
Questa mattina non è presente in aula il ministro dell'ambiente. Senza nulla togliere all'autorevolezza del viceministro Martinat (la cui competenza, peraltro, riguarda soprattutto la materia dei lavori pubblici), poiché è preminente, in questo provvedimento, il danno che si arreca alla tutela dell'ambiente, sarebbe stato opportuno che un rappresentante del Ministero dell'ambiente avesse partecipato al dibattito in corso. Per la verità, mi sembra che ieri fosse presente un rappresentante di tale dicastero, ma che sia stato silente. La prima grande responsabilità è del ministro dell'ambiente, che appartiene alla schiera


Pag. 10

di ministri che si erano dichiarati contrari ad un'ipotesi di condono. Evidentemente, sono impegnati in campagna elettorale.
Le elezioni sono sempre un fatto democratico; mi auguro che gli elettori tengano conto di questo provvedimento, che sicuramente è tra più gravi, tra i peggiori varati da questo Governo e da questa maggioranza.
Alcuni colleghi hanno sostenuto che l'opposizione, in particolare quella del gruppo della Margherita, avrebbe un atteggiamento preconcetto ed inopportuno quando fa riferimento allo scempio costituzionale. Vorrei semplicemente ricordare che il conflitto tra lo Stato e le regioni è palese. Non mi riferisco tanto alla piccola Basilicata che, per fortuna, in materia di tutela ambientale si distingue in senso positivo, come è stato dimostrato nella vicenda di Scanzano Jonico, in cui la volontà del popolo lucano di ribellarsi a qualsiasi forma di attacco al proprio ambiente è stata netta.
Alcune regioni, come la stessa Basilicata, la Campania, le Marche, il Lazio, la Toscana, l'Emilia Romagna, l'Umbria e il Friuli-Venezia Giulia hanno proposto ricorso presso la Corte costituzionale. La proroga disposta con questo decreto-legge mi sembra del tutto inopportuna: sarebbe stato, invece, più saggio aspettare che la Corte costituzionale si pronunciasse su questa materia. Non lo si è fatto perché, evidentemente, la necessità di rimpinguare le casse dello Stato, a fronte di conti pubblici disastrosi e disastrati, è rilevante. Si registra, infatti, il fallimento delle entrate finora registrate, per cui l'ammontare delle somme che il Governo si era prefissato di incassare dal condono (pari a 3 miliardi e 800 milioni di euro) non è stato raggiunto.
Credo che non possa essere preminente l'aspetto finanziario rispetto a quello della tutela dell'ambiente e del territorio italiano. Pertanto, abbiamo proposto alcuni emendamenti finalizzati al miglioramento del testo in esame (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-L'Ulivo).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vigni 1.9, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 397
Maggioranza 199
Hanno votato
169
Hanno votato
no 228).

Prendo atto che gli onorevoli Perrotta e Santori non sono riusciti ad esprimere il proprio voto.
Passiamo all'emendamento Realacci 1.8.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piglionica. Ne ha facoltà.

DONATO PIGLIONICA. Signor Presidente, con riferimento all'emendamento Realacci 1.8, vorrei che insieme tentassimo di osservare lo straordinario sforzo di equilibrismo semantico e di costruzione sintattica con cui è stato concepita la normativa che con questo provvedimento si intende prorogare.
Mi riferisco al decreto-legge n. 269 dello scorso settembre, recante disposizioni urgenti per favorire lo sviluppo e per la correzione dell'andamento dei conti pubblici. Si decide di correggere i conti pubblici perché, evidentemente, essi non rispondono alle attese: capita troppo spesso al ministro Tremonti di sbagliare le previsioni e per margini assolutamente ampi, anche dell'80-90 per cento. È sfortunato! Quindi, egli, a settembre, è corso ai ripari. L'articolo 32 di tale decreto-legge reca misure per la riqualificazione urbanistica, ambientale e paesaggistica (ebbene, qui non vi è un risparmio, bensì un


Pag. 11

costo!) e per l'incentivazione dell'attività di repressione dell'abusivismo edilizio (anche per incentivare la repressione vi è un costo), nonché per la definizione degli illeciti edilizi e delle occupazioni di aree demaniali.
Quindi, giacché ci si trovava a parlare di tale argomento, si è ritenuto di definire anche gli illeciti: questo è il vero cuore del provvedimento, perché da qui provengono i proventi ipotizzati. Poi, è stato dimostrato che tali proventi non basterebbero neanche a coprire le spese che gli enti locali e i comuni dovranno sostenere per l'urbanizzazione. Però, questo è il cuore del provvedimento. Perché si decide di inserire la normativa che costituisce il «cuore» del provvedimento dopo un «nonché»? Perché, nei fatti, vi è un senso di vergogna nell'inserire questa norma. Allora, si ricorre ad una costruzione semantica, per cui il cuore del provvedimento si inserisce dopo un «nonché». Ciò per dire che la predisposizione di un provvedimento di questo tipo consiglierebbe in futuro di essere più prudenti nello «strombazzare» una posizione di contrarietà.
Credo che, se volessimo giocare con i numeri, potremmo prevedere il prossimo condono per il 2012: tale misura, infatti, ha una cadenza novennale. Mi auguro solo che tra nove anni ciò non tocchi ancora ad un Governo Berlusconi. Siamo nella condizione in cui anche chi scrive la norma prova un pizzico di vergogna! Ciò suggerirebbe al collega Lupi di non spendersi in disperati tentativi di difesa, utilizzando dati statistici che possono essere facilmente manipolati.
Questo è un provvedimento di cui si vergogna l'estensore stesso! Ecco perché tentiamo disperatamente di ridurne gli effetti negativi (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Realacci 1.8, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 392
Maggioranza 197
Hanno votato
164
Hanno votato
no 228).

Passiamo all'emendamento Vigni 1.12.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sandri. Ne ha facoltà.

ALFREDO SANDRI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il collega Lupi, con l'intervento di ieri, ha cercato di fornire qualche argomento alla maggioranza per convincersi che il condono non rappresenta poi tutto il male che si vuole mostrare.
Il guasto, ricorda l'onorevole Lupi, vi è stato: chi doveva controllare, non lo ha fatto, anche in qualche regione governata dal centrosinistra. Di più, dice l'onorevole Lupi: il condono è stato adottato sia negli anni Ottanta sia negli anni Novanta, per cui non è una novità. In questa occasione, anzi, esso è anche più contenuto e, se non fosse per il fatto che alcune regioni hanno presentato ricorso alla Corte costituzionale, ritardando le procedure e quindi le conseguenti entrate finanziarie attese dal ministro Tremonti, oggi non saremmo qui «a farci del male», proponendone una proroga.
Sembrerebbe un discorso di buon senso a sostegno del male minore perché, dice Lupi, il vero problema è a monte ed è rappresentato dalla necessità di evitare l'abusivismo.
Giusto: ma come evitarlo? Monetizzando l'illegalità? In sede di VIII Commissione stiamo discutendo della legislazione di principi sul governo del territorio.


Pag. 12

È una discussione complessa, perché si tratta di combinare l'azione congiunta delle diverse legislazioni che intervengono nell'utilizzo del territorio, quella relativa all'urbanistica, all'edilizia, all'ambiente, alle infrastrutture e ai beni culturali, in un disegno pubblico che si faccia carico delle compatibilità, individuando i procedimenti amministrativi il più possibile efficaci e fornendo strumenti unitari alle pubbliche amministrazioni.
Il tentativo è quello di predisporre, da una parte, uno strumento che ci consenta di tenere il passo con l'evoluzione della politica dell'Unione europea, laddove questa suggerisce agli Stati membri di confrontarsi con gli indirizzi contenuti nel cosiddetto governo dello spazio urbano europeo. Dall'altra, si cerca di rispondere, con cultura e strumenti adeguati, all'interrogativo che abbiamo di fronte nella gestione del territorio: come tenere sotto controllo lo sviluppo urbano, quello dei distretti industriali, delle coste, della logistica, della produzione di energia e dello smaltimento dei rifiuti?
È necessario discutere sulle modalità per invertire lo sviluppo urbano che continua ad usare nuovo territorio, con una politica amministrativa finanziaria ed imprenditoriale che faccia del «riuso» della demolizione e ricostruzione il nuovo obiettivo della politica urbanistica e dell'edilizia.
In tale contesto, il problema è rappresentato dal come cambiare quella parte del sistema fiscale che premia chi si espande ed usa nuovo territorio rispetto a chi ha iniziato a riconvertirsi, riqualificando e recuperando l'esistente, e a governare in modo equilibrato il territorio.
Il problema dunque è come favorire un'inversione di rotta; in Commissione, sulla legge di riforma urbanistica ci stiamo misurando su tali questioni, con un testo legislativo, quello presentato dall'onorevole Lupi per conto della maggioranza, il cui unico scopo è rendere il disegno pubblico il meno impegnativo possibile per lasciare spazio alla discrezionalità ed alla fluidità nella scelta del privato e nella contrattazione del progetto: una sorta di legge obbiettivo in ambito urbano.
È la stessa cultura che motiva sul piano politico il condono: deregolare, a prescindere. Come pensa il collega Lupi di risultare credibile quando dice che il problema dell'abusivismo va colpito «a monte», nelle regole che lo devono impedire e reprimere, se lui stesso patrocina, attraverso la sua proposta di legge, la discrezionalità dell'intervento?
Il nodo politico è che il vostro progetto si relaziona con quella parte del paese che vuole questo tipo di soluzione; non è soltanto un problema di cassa! Siete infatti convinti che una soluzione di questa natura vi porti il consenso rispetto a chi aveva cominciato in questo paese a chiamare i cittadini a concorrere al risanamento finanziario ed aveva iniziato a demolire le strutture abusive.
Porsi il problema di governare il territorio per rispondere alle aspettative dei cittadini sulla qualità della vita nelle città significa cominciare ad assestare qualche colpo alla cultura del «fai da te» senza regole, dovunque si annidi. Il condono va nella direzione opposta: assesta un colpo a quelle pubbliche amministrazioni impegnate nel controllo delle contraddizioni e costituisce un freno rispetto a tutto ciò (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo e della Margherita, DL-L'Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rosato. Ne ha facoltà.

ETTORE ROSATO. Signor Presidente, intervengo per riassumere in quattro aspetti i danni generati, a mio avviso, dal provvedimento in esame. In primo luogo, vi sono i danni all'ambiente. Si tratta, infatti, di sanare gli abusi - seppur pochi, visto il numero limitato di domande presentate, probabilmente proprio a causa delle modalità - su aree demaniali, su aree vincolate e protette. È il condono più vasto in termini di ampiezza mai prodotto nel nostro paese: i condoni del 1984 e del 1994 (anche quest'ultimo ad opera del Governo Berlusconi) non erano arrivati a tanto. I danni si riprodurranno perché il


Pag. 13

Governo è riuscito a costruire l'aspettativa della proroga: chi è abituato a non rispettare le leggi si aspetta una proroga per il prossimo futuro per riuscire, magari, a riaprire i termini per la presentazione della domanda.
Il secondo aspetto è quello fiscale. Credo che i motivi di tale proroga siano soprattutto insiti nelle scarse entrate rilevate che provocano un buco rispetto a quanto previsto nella finanziaria per il 2004. Continua la saga delle una tantum che hanno reso il bilancio dello Stato criticabile dall'Unione europea perché non ha rispettato nessuno dei parametri. Si tratta di un insuccesso dal punto di vista finanziario: da una parte vi sono entrate limitate rispetto al poco che chi non ha rispettato le regole deve pagare; dall'altra, mettiamo in capo ai comuni l'onere delle opere di urbanizzazione. Quindi, la proroga ha tutta la finalità di rimandare la reale verifica delle entrate.
Il terzo aspetto riguarda il mancato rispetto dei principi costituzionali: le competenze delle regioni, rafforzate dalla modifica del Titolo V della Costituzione, non sono state rispettate. In materia di gestione del territorio, infatti, si tratta di competenze concorrenti. Tra l'altro, mentre al Senato si propone di ampliare tali competenze, alla Camera si continua a non rispettare neanche quelle oggi esistenti, con una politica di continua contraddizione. Otto regioni hanno presentato ricorso alla Corte costituzionale rispetto a questo provvedimento. Già nel 1995, con la sentenza n. 427, la Corte costituzionale aveva chiarito che non si può pensare di reiterare i condoni perché la loro natura deve essere assolutamente straordinaria.
A ciò si aggiunge il disprezzo istituzionale per l'opera di tanti sindaci e di tante amministrazioni comunali, che stanno combattendo l'abusivismo, in particolare quello legato alla criminalità organizzata. Con queste norme si cancella con un colpo di spugna un faticoso lavoro durato anni, condotto pagando anche costi personali molto alti.
L'ultimo aspetto riguarda i risvolti morali di questa strategia. Non c'è alcun rispetto di principi etici, che un Governo dovrebbe trasmettere ai propri cittadini. I condoni rappresentano la scelta di questo Governo e riguardano il fisco (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-L'Ulivo), riguardano...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Rosato.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vigni 1.12, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 399
Maggioranza 200
Hanno votato
170
Hanno votato
no 229).

Prendo atto che i presentatori degli emendamenti Realacci 1.4 e Vendola 1.101 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Realacci 1.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 402
Maggioranza 202
Hanno votato
174
Hanno votato
no 228).


Pag. 14


Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vendola 1.101, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 405
Maggioranza 203
Hanno votato
172
Hanno votato
no 233).

Passiamo all'emendamento Vigni 1.20.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zunino. Ne ha facoltà.

MASSIMO ZUNINO. Anch'io, signor Presidente, vorrei fare riferimento all'intervento di ieri dell'onorevole Lupi - che considero fonte autorevole all'interno della maggioranza su questi temi -, in particolare a quella parte del suo intervento nella quale egli afferma che non sarebbero veritiere alcune considerazioni da me svolte in un mio intervento precedente. Io avevo detto, nel mio intervento precedente, che siamo in una situazione di condoni continui e perpetui. Credo sia un fatto inconfutabile che il Governo, in questi due anni, abbia istituzionalizzato la pratica dei condoni. Lo ha fatto per la ragione molto semplice che, grazie ai condoni e alle una tantum che i condoni determinano, questo Governo riesce a rispettare il patto di Maastricht, riesce cioè a mantenere al di sotto del 3 per cento il rapporto debito-PIL, laddove senza queste una tantum tale rapporto sarebbe addirittura abbondantemente al di sopra, come dicono gli esperti, del 4 per cento.
Quello che non ci ha spiegato ancora l'onorevole Tremonti è cosa succederà nel bilancio dello Stato quando non ci saranno più i condoni e le una tantum. Probabilmente, Tremonti non ce lo spiega perché sa che tanto non sarà più un suo problema, ma di qualche altro ministro e di qualche altra maggioranza. Il condono fiscale è ormai un condono permanente, continuo. Per quanto riguarda quello edilizio, esso è stato annunciato nel 2002. Quelle dichiarazioni di esponenti di maggioranza (Bondi, Matteoli, Fini, Alemanno, Berlusconi, Schifani), che molti parlamentari hanno letto, risalgono al 2002, e dicono tutte: non ci sarà il condono. Tuttavia quelle affermazioni vengono fatte in quell'anno, perché nel 2002 comincia l'effetto annuncio sul condono, che noi abbiamo denunciato. Il condono edilizio è stato quindi annunciato nel 2002 ed approvato nel 2003, con un particolare marchingegno: si dice cioè che le opere abusive devono essere ultimate entro il 31 marzo del 2003, però l'istanza al comune può essere presentata entro il 31 marzo del 2004. E ora, con questo decreto, entro il 31 luglio 2004. Siamo quindi di fronte ad un condono il cui effetto viene spalmato su tre anni. Lo vogliamo definire non continuo, anomalo? Scegliete voi, colleghi della maggioranza, l'aggettivo che preferite.
Siamo certamente di fronte ad un qualcosa di mai visto e al riguardo i dati citati dal Cresme sono chiari: le abitazioni abusive nel nostro paese sono diminuite nell'anno 2000 e nel 2001, mentre sono aumentate quando l'effetto condono ha cominciato a farsi sentire; cominciano, dunque, ad aumentare nel 2002, per poi crescere drammaticamente nel 2003.
Credo, quindi, che i dati di fatto siano contrari alle affermazioni. Siamo di fronte ad una pratica generalizzata dei condoni (quello fiscale e quello edilizio), ad avviso di tutta l'opposizione, scandalosa: è uno dei fatti più scandalosi del modo di governare di questi anni (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo e della Margherita, DL-L'Ulivo).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vigni 1.20, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).


Pag. 15

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 412
Votanti 411
Astenuti 1
Maggioranza 206
Hanno votato
176
Hanno votato
no 235).

Prendo atto che i presentatori degli emendamenti Realacci 1.29, Vigni 1.109, 1.84 e 1.19 e Realacci 1.17 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Realacci 1.29, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 404
Maggioranza 203
Hanno votato
176
Hanno votato
no 228).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vigni 1.109, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 403
Maggioranza 202
Hanno votato
175
Hanno votato
no 228).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vigni 1.84, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 412
Maggioranza 207
Hanno votato
178
Hanno votato
no 234).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vigni 1.19, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 416
Maggioranza 209
Hanno votato
179
Hanno votato
no 237).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Realacci 1.17, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 411
Votanti 410
Astenuti 1
Maggioranza 206
Hanno votato
178
Hanno votato
no 232).

Passiamo all'emendamento Vigni 1.108.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vigni. Ne ha facoltà.

FABRIZIO VIGNI. Signor Presidente, nel citatissimo intervento dell'onorevole Lupi, che - gli va dato merito - è stato uno dei pochi parlamentari della maggioranza


Pag. 16

ad aver avuto il coraggio di prendere la parola per cercare di giustificare il provvedimento sul condono edilizio, sono però contenute inesattezze che meritano una risposta (che in larga parte, peraltro, è già stata data).
Da quanto emerge in modo inoppugnabile dai dati, tra il 1996 ed il 2001 si è registrata una riduzione dell'abusivismo edilizio per molteplici ragioni (inclusa l'azione di Governo in quella fase e l'impegno di molti amministratori locali); a partire dal 2002, vi è stata una ripresa, mentre nel 2003 una vera e propria impennata (più del 29 per cento). Ciò detto, il collega Lupi ieri affermava che, in fin dei conti, il suddetto provvedimento proroga semplicemente i termini per la presentazione delle domande e non la data entro la quale le costruzioni abusive devono essere state completate per aver diritto alla sanatoria.
Ciò è formalmente vero, ma il collega Lupi non può ignorare l'enorme difficoltà nel controllare l'effettiva data di ultimazione delle costruzioni abusive, tant'è che anche le esperienze del passato dimostrano come è proprio nel periodo in cui si discute sulle norme concernenti il condono edilizio che vi è un'esplosione di nuove costruzioni illegali. Così è avvenuto nel 1994: furono 83 mila le nuove costruzioni che si sono registrate proprio nei mesi in cui il Parlamento discuteva del condono edilizio; erano 58 mila nel 1993 e furono 59 mila nel 1995. È, dunque, l'annuncio del condono e sono i mesi nei quali si discute e si approva il condono edilizio a produrre nuovo abusivismo.
In secondo luogo, collega Lupi, è assolutamente falso dire che si tratta di un condono edilizio più restrittivo rispetto ai precedenti, anzi è il peggiore che l'Italia abbia mai avuto, non fosse altro per il fatto che, mai prima d'ora, si era prevista la sanatoria anche per gli abusi sulle aree demaniali. Se si costruisce abusivamente su un'area demaniale, si ha il diritto alla sanatoria e per pochi soldi si può diventare proprietari del terreno pubblico.
È un paradosso: i pochi cittadini o i tanti italiani che avranno diritto ad acquistare un terreno demaniale sono coloro che hanno commesso un abuso. È un vero e proprio paradosso! Infine, è falso dire che con questo provvedimento di condono saranno al tempo stesso previsti finanziamenti per interventi di risanamento sul territorio.
Come è evidente, siamo di fronte al gioco delle tre carte: il provvedimento sul condono edilizio prevedeva poche risorse per interventi sul territorio, ma la legge finanziaria ha tolto molto di più con riferimento ai finanziamenti per le città e per la difesa del suolo.
Valga per tutti un solo dato: i finanziamenti per la difesa del suolo, per la prevenzione di frane e alluvioni, dal 2001 al 2003, sono più che dimezzati; infatti, erano 780 milioni di euro nel 2001, sono 350 milioni di euro nel 2003.
Questa è la politica per il territorio, per le città e per l'ambiente che sta facendo il centrodestra e di questa politica il condono edilizio, purtroppo, non è un elemento contraddittorio, ma una parte organica e coerente (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo e della Margherita, DL-L'Ulivo).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vigni 1.108, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 405
Votanti 404
Astenuti 1
Maggioranza 203
Hanno votato
173
Hanno votato
no 231).

Passiamo all'emendamento Lion 1.131.


Pag. 17


Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, probabilmente molti di noi oggi hanno la testa più sui temi delle difficili scelte da assumere sulla guerra in Iraq ma, se osserviamo la stampa nazionale ed internazionale, notiamo che le preoccupazioni non mancano neanche sui temi del declino economico del nostro paese.
Accanto alle cifre davvero poco confortanti relative al profitto del nostro paese, dobbiamo annoverare anche un voto di insufficienza nelle politiche del condono, su cui il Governo invece asseriva di essere maestro: la riapertura di questo termine reca esattamente tutti i segni di un «rinvio a settembre», di una insufficienza della previsione economica di un condono tecnicamente impossibile. D'altra parte, anche sui profili di incostituzionalità, non ripeto gli argomenti già svolti dichiarandomi d'accordo con i dubbi di incostituzionalità di questo decreto già espressi dal collega, senatore Schifani, nel dicembre del 2002.
Ma, stando al merito dell'emendamento e delle caratteristiche specifiche di questo condono, le proposte emendative - come quella in esame - volte a restringere l'ambito degli immobili soggetti a condono entro limiti dimensionali più accettabili - in questo caso, prorogando il termine per le sole opere abusive che non comportano un aumento volumetrico superiore al 3 per cento -, da un lato, tendono a ridurre il danno ma, dall'altro, anche a far chiarezza su questioni ancora controverse. Mi riferisco proprio al tema dei limiti dimensionali di questo condono, che hanno subito un ampliamento rispetto al passato.
Ora, non solo si possono sanare gli abusi superiori al 30 per cento della volumetria della costruzione originaria e quelli che hanno comportato un ampliamento superiore a 750 metri cubi, per le nuove costruzioni, ma viene anche risolto in senso permissivo quel dubbio esistente circa la sanabilità per singole unità immobiliari.
La Corte costituzionale si era espressa in modo negativo rispetto a questa interpretazione lassista; questo condono invece la ripropone, stabilendo per l'appunto il limite dei 750 metri cubi ma per singola richiesta, a condizione che la nuova costruzione non superi complessivamente i 3 mila metri cubi.
Insomma, in questo modo, rispetto al passato, abbiamo non solo un'estensione delle dimensioni ammesse al condono, ma anche una sperequazione, perché sostanzialmente chi commette un abuso da 800 metri cubi non è autorizzato a sanarlo, mentre chi cumula più domande fino ad un totale di 3 mila metri cubi, può rientrare nella sanatoria.
Con questo emendamento cerchiamo di sanare e risolvere queste ed altre incongruenze. Questi sforzi generosi, che cercano di migliorare qualcosa di non migliorabile, dimostrano che nei confronti dell'abusivismo si può agire in modo più intelligente rispetto alla pratica dei condoni o alle predicazioni fondamentaliste e semplicemente declaratorie. Abbiamo proposto, ad esempio, l'introduzione di nuove misure come le sanzioni interdittive...

PRESIDENTE. Onorevole Mantini, il suo tempo è scaduto.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lion ed altri 1.131, non accettato dalla Commissione né dal Governo e su cui la V Commissione bilancio ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 416
Votanti 414
Astenuti 2
Maggioranza 208
Hanno votato
183
Hanno votato
no 231).


Pag. 18

Prendo atto che i presentatori degli emendamenti Vigni 1.30 e 1.138 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vigni 1.30, non accettato dalla Commissione né dal Governo e su cui la V Commissione Bilancio ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 415
Maggioranza 208
Hanno votato
181
Hanno votato
no 234).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vigni 1.138, non accettato dalla Commissione né dal Governo e su cui la V Commissione bilancio ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 414
Votanti 413
Astenuti 1
Maggioranza 207
Hanno votato
178
Hanno votato
no 235).

Passiamo all'emendamento Vigni 1.122.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sandri. Ne ha facoltà.

ALFREDO SANDRI. Signor Presidente, stiamo cercando con i nostri argomenti di contestare la scelta che rappresenta il cuore del provvedimento, ovvero quella di monetizzare la realizzazione di opere in violazione dei titoli abilitativi e in contrasto con le norme ed i piani urbanistici.
Contestiamo il provvedimento e la sua natura perché, di per sé, favorisce - come hanno ricordato i colleghi - lo sviluppo di attività abusive, rafforzando nei responsabili di illeciti la convinzione di una sostanziale impunità dietro il pagamento di una somma di denaro.
Siamo contrari anche per il contesto in cui avviene questo provvedimento; a differenza di dieci o venti anni fa, nel nostro sistema istituzionale si è ormai consolidata, anticipando in questo il Titolo V della Costituzione, una pratica politico-amministrativa per cui le regioni, le province e i comuni si sono sentiti investiti della responsabilità di governare il proprio spazio territoriale. Non è un caso che, accanto agli illeciti, comunque presenti, siano sempre più numerosi i luoghi ove realizzare aree protette, centri storici pedonalizzati, recupero di beni, riqualificazione di aree in disuso, integrazione tra sviluppo industriale, commerciale e logistico.
Le regioni, negli anni Ottanta, si sono dotate delle prime leggi sull'urbanistica; oggi, in modo deciso, si stanno attrezzando con nuove normative in materia, non per inventare - come dice qualcuno - il nuovo statalismo regionale, bensì per produrre una legislazione avanzata, che affronti i veri nodi di una pianificazione moderna. Le regioni stanno tentando di dotarsi di strumenti che consentano di intervenire laddove lo Stato non è ancora arrivato, ovvero nella gestione unitaria del territorio. Le regioni sono alla testa di questo processo e sono impegnate a definire le nuove regole. Per questo occorre sostenere questa nuova generazione di legislazioni regionali.
Le regioni hanno il compito di produrre un salto culturale e politico sulla gestione del territorio, secondo criteri di compatibilità, di qualità e di costi, e proprio perché sono consapevoli di essere in prima fila, sono altresì consapevoli di trovarsi di fronte a una scommessa e


Pag. 19

hanno bisogno di sostegno. In particolare, hanno bisogno che lo Stato sia loro vicino e condivida questi obiettivi.
La reazione delle regioni al decreto-legge in esame non è soltanto determinata dall'appartenenza politica o da uno scontro fra poteri, e chi legge la situazione in tal modo compie un'analisi superficiale. Tale reazione è dovuta al fatto che il condono non aiuta le regioni nel confronto aperto sulla qualità delle politiche territoriali, ed anzi determina un regresso, proponendo un vecchio schema e non dando alle regioni stesse forza e credibilità.
Il vostro condono, dunque, vi darà qualche soldo in più per far tornare i conti, ma riduce la credibilità delle istituzioni impegnate nella riscrittura delle regole per una pianificazione urbanistica moderna (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo e della Margherita, DL-L'Ulivo).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vigni 1.122, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 419
Maggioranza 210
Hanno votato
185
Hanno votato
no 234).

Prendo atto che i presentatori degli emendamenti Vigni 1.114 e 1.13, Realacci 1.14 e Vigni 1.111 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vigni 1.114, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 411
Maggioranza 206
Hanno votato
179
Hanno votato
no 232).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vigni 1.13, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 410
Maggioranza 206
Hanno votato
183
Hanno votato
no 227).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Realacci 1.14, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 408
Votanti 407
Astenuti 1
Maggioranza 204
Hanno votato
180
Hanno votato
no 227).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento


Pag. 20

Vigni 1.111, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 412
Votanti 411
Astenuti 1
Maggioranza 206
Hanno votato
184
Hanno votato
no 227).

Passiamo all'emendamento Vigni 1.110.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Chianale. Ne ha facoltà.

MAURO CHIANALE. Signor Presidente, intervengo non per colpire il petto inerme dell'onorevole Lupi che si è offerto alle nostre lance, ma per continuare a ribadire, come ha ben fatto l'onorevole Sandri, che il condono di per se stesso è divenuto un grave pregiudizio al principio di pianificazione che era stato fatto proprio sia dai comuni sia dalle regioni. Il concetto, ripetutamente sottolineato, secondo cui il condono in esame sarebbe più restrittivo rispetto ai precedenti, mal si coniuga con il fatto che, ad esempio, per sanare una casa di poco meno di 149 metri quadrati siano sufficienti una fotografia e una dichiarazione e che si demandi l'ulteriore documentazione alla normativa regionale. Da una parte, si alimenta il conflitto e si creano le condizioni della protesta da parte delle regioni e, dall'altra, si chiede a queste ultime collaborazione.
Il condono è stato costruito in modo estremamente semplificato proprio al fine di offrire la massima accessibilità e la massima possibilità di condonare tutto il possibile. È evidente che, facendo il consuntivo della situazione dopo la scadenza dei termini, se non è stato raggiunto l'obiettivo di conseguire le risorse attese, emerge che il problema non è legato alla funzionalità del condono, ma probabilmente al fatto che esso non è stato recepito come il Governo si aspettava.
Le dichiarazioni di principio che abbiamo enunciato erano fondate - anche il senatore Schifani ha parlato di profili di incostituzionalità - e dunque si sapeva che la strada avventurosa del condono avrebbe determinato alcune complicazioni: il rischio che vi fosse un contenzioso e che la Corte costituzionale intervenisse sulla vicenda era noto.
Inoltre, si determina una sorta di concorrenza sleale con le realtà locali: ad esempio, l'istituto della concessione in sanatoria esiste già, senza necessità del condono. Se si aggiunge inoltre che il condono costa in ogni caso almeno 1.700 euro, scatta una banale contabilità.
Il cittadino valuta se sia opportuno utilizzare il condono o, invece, seguire la strada ordinaria della concessione in sanatoria. È chiaro che questo può essere un ulteriore elemento di fallimento di tale strada, che con questo condono ha voluto mettere in un calderone tutto il possibile: si condona dall'intervento sull'area demaniale agli interventi più banali e più ridotti di abusivismo edilizio.
Non avete nemmeno seguito una coerenza operativa. Dicevo prima, facendo una battuta a proposito del padrone di casa propria, che la super-DIA ha già sostanzialmente in qualche modo risolto alcune procedure e ha già messo in condizione il cittadino di operare in modo più semplificato, tant'è che rispetto al fenomeno dell'abusivismo edilizio non vi è stata magari la risposta che ci si aspettava.
Ciò vale ancor di più per questo meccanismo di concorrenza. Voi avete messo il cittadino in condizione di ritardare il pagamento degli oneri di urbanizzazione e di pagare il condono senza affermare un principio di progressività. Va bene la proroga, però, come dire, quando si stabilisce una proroga si dovrebbe imporre una mora! Questo poteva essere il modo per conferire una parvenza di serietà ad un processo che serio non è, ma che comunque, in ogni caso,


Pag. 21

dà la possibilità di recuperare del denaro. Neanche al riguardo si è voluto fare questo tipo di operazione, confidando evidentemente solo su un aspetto, e cioè che l'apertura dei termini avrebbe convinto qualcuno ad operare.
Così non avviene e ciò preoccupa ancor di più, perché questa norma, ad esempio, non prevede nulla per quanto riguarda gli edifici non residenziali. Cosa succederà in questo caso? Sappiamo che il Senato ha approvato un ordine del giorno che ha impegnato il Governo a non estendere l'applicazione di questo condono. Mi auguro che, a fronte di questa lunga discussione, il Governo ribadisca tale concetto e che si chiuda qui una vicenda che è, a dir poco, disonorevole (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo e della Margherita, DL-L'Ulivo).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vigni 1.110, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 415
Maggioranza 208
Hanno votato
186
Hanno votato
no 229).

Prendo atto che i presentatori degli emendamenti Lion 1.133 e Realacci 1.86, 1.6 e 1.87 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lion 1.133, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 409
Maggioranza 205
Hanno votato
182
Hanno votato
no 227).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Realacci 1.86, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 416
Maggioranza 209
Hanno votato
186
Hanno votato
no 230).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Realacci 1.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 412
Maggioranza 207
Hanno votato
184
Hanno votato
no 228).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Realacci 1.87, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).


Pag. 22

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 412
Votanti 411
Astenuti 1
Maggioranza 206
Hanno votato
181
Hanno votato
no 230).

Passiamo all'emendamento Vigni 1.15.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Realacci. Ne ha facoltà.

ERMETE REALACCI. Signor Presidente, vorrei ricordare ai colleghi e anche a chi ci sta ascoltando qual è l'oggetto del contendere di questo provvedimento: questo provvedimento proroga i termini per la sanatoria dell'abusivismo edilizio e, al tempo stesso, sancisce - con buona pace del collega Lupi, che ieri ha detto: «affermate solo falsità» - che tutte le cose che erano state dette su questo condono corrispondevano al vero.
In particolar modo, corrispondeva al vero non soltanto che la previsione di entrata per le casse dello Stato (non parlo dei comuni, che incassano molti meno soldi di quelli che devono spendere per regolarizzare effettivamente le aree abusive) pari a 3,8 miliardi di euro, come abbiamo sempre detto, era sovradimensionata - adesso vedremo nella legge finanziaria e nel DPEF come questo buco verrà coperto e a chi verranno sottratti i soldi che non sono entrati dalla sanatoria dell'abusivismo edilizio -, ma soprattutto che questa sanatoria avrebbe incentivato fortemente l'abusivismo che, infatti, è «schizzato» in avanti.
Vorrei raccontare, a questo proposito, una storia che riguarda il nostro bel paese, una storia del precedente condono, sempre voluto da un Governo Berlusconi, che riguarda una bellissima città italiana - come tante altre -, la città di Catania. Nel condono del 1994, ad un certo punto, il sindaco di Catania di allora, Enzo Bianco, che stava conducendo un'azione di contrasto dell'illegalità e dell'abusivismo - ricordo che fu avviato anche l'abbattimento di alcune case abusive...

BENITO PAOLONE. Perché dici bugie?

PRESIDENTE. Colleghi, vi prego.

ERMETE REALACCI. Bene, aspetto l'intervento degli onorevoli colleghi per smentire quanto sto dicendo!

BENITO PAOLONE. Lo smentisco io, Presidente: è una menzogna!

STEFANO LOSURDO. Perché gli tieni il sacco?

PRESIDENTE. Calma, colleghi, lasciate parlare l'onorevole Realacci! Poi, chi vorrà potrà intervenire.

ERMETE REALACCI. Sarò ben lieto di essere smentito in questo mio intervento. Vorrei ricordare che questa azione di contrasto dell'abusivismo che alcuni sindaci onesti (Commenti del deputato Paolone)...

PRESIDENTE. Per cortesia, onorevole Paolone! Prego, onorevole Realacci, prosegua pure.

ERMETE REALACCI. Alcuni sindaci onesti, anche di centrodestra, hanno portato avanti in tante parti d'Italia...

PRESIDENTE. Onorevole Realacci, posso difendere la mia categoria di sindaco? Tutti i sindaci sono onesti fino a prova contraria (Applausi).

ERMETE REALACCI. Giusto, Presidente. Allora, mi riferirò ai sindaci che hanno a cuore la legalità, perché molto spesso da parte della maggioranza si afferma: l'azione di contrasto dell'abusivismo è responsabilità dei sindaci, prendetevela con loro se l'abusivismo non viene contrastato! Ebbene, molti sindaci questo


Pag. 23

abusivismo lo hanno contrastato. È il caso, ad esempio, di quanto è accaduto in quegli anni a Catania.
Ricordo benissimo che venne avviata la demolizione di alcune case abusive costruite in un'area bellissima, l'oasi del Simeto, demolite in ottobre, quando la gente aveva terminato le vacanze e, quindi, le demolizioni potevano essere effettuate. In agosto, infatti, quelle case - che erano tutte seconde case - erano occupate e quindi sarebbe stato difficile dare corso alle demolizioni.
In quell'occasione cosa accadde? Accadde che alcuni professionisti della città si spartirono il territorio con regole molto chiare, che fanno pensare ad una mente - per così dire - sovraordinata e furono presentate una serie di domande di sanatoria che erano precedenti all'immobile abusivo: la domanda di sanatoria funzionava, cioè, come una licenza edilizia.
L'amministrazione comunale ebbe dei dubbi su queste domande di sanatoria e quindi «ruotò» i dirigenti che si occupavano della questione, chiedendo di accludere alla domanda di sanatoria la foto dell'immobile costruito. Per tutta risposta - e queste non sono illazioni perché ci fu un'indagine ben fatta dalle forze dell'ordine e dalla magistratura - venne dato fuoco agli archivi comunali per impedire che quell'illecito fosse scoperto; la manovalanza di quell'incendio venne poi individuata.
È chiaro che quando accadono queste cose non si tratta del singolo abusivo, ma di una mente ben più complessa, di uno o di quei tanti clan della mafia, della camorra, della 'ndrangheta, della Sacra corona unita che, quando ci sono i condoni, brindano e che sono gli abitanti di quella città - Berlusconia - di cui ha parlato il collega Vigni ieri, che cresce quando si fanno le sanatorie.
Ebbene, questa città non fa onore all'Italia e, per questo, non solo la sanatoria dell'abusivismo edilizio, ma anche la proroga dei termini del condono, costituiscono un danno per il nostro paese che - spero - possa essere evitato (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-L'Ulivo e dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolone. Ne ha facoltà.

BENITO PAOLONE. Signor Presidente...

PRESIDENTE. Scusi, onorevole Paolone, prima di attivare una polemica...

BENITO PAOLONE. Su che cosa? Ancora non ho aperto bocca!

PRESIDENTE. Dato che la discussione riguarda non le vicende di Catania bensì il decreto-legge, spero che lei intervenga su questo e non su altro!

LUCA VOLONTÈ. Bravo!

PRESIDENTE. Prego, onorevole Paolone.

BENITO PAOLONE. Signor Presidente, colleghi, stavo lavorando e seguivo le votazioni. D'improvviso, mi sono sentito investito dall'intervento del collega Realacci che, indubbiamente, ha molte affinità con il sindaco Bianco, affinità di ordine politico, personale, che evidentemente mi hanno fatto sobbalzare, quando ho sentito per una ennesima volta rivendicare il valore di un'area politica in difesa della difesa del territorio.
Allora, onorevole Realacci, molto brevemente e al di fuori della polemica, lei sa che la sua area politica ha devastato negli ultimi decenni il territorio italiano in tutte le città. Non siete stati capaci di determinare una sola scelta per i piani regolatori delle città. Non sapendo spendere una sola lira, avete procurato un danno inarrestabile con i Prust, con i Pit, con i contratti d'area, con i patti territoriali; non organizzando il territorio, lo avete devastato per poter dire che sapevate spendere e fare qualcosa.


Pag. 24


All'improvviso, lei chiama in causa un sindaco passato alla storia d'Italia come un grande sindaco: Dio solo sa - governando dieci o undici anni - quali grandi cose abbia fatto in quella città!
Qualcuna l'ho denunciata in questo Parlamento, a livello di riferimento penale, e non mi è stata data risposta!

PRESIDENTE. Onorevole Paolone, le chiedo scusa...

BENITO PAOLONE. Allora, quando lei parla ...

PRESIDENTE. La invito a concludere, onorevole Paolone.

BENITO PAOLONE. Sto concludendo. Di quanto tempo dispongo, signor Presidente? Mi dice quanto tempo ho a disposizione?

PRESIDENTE. Ha un minuto, onorevole Paolone.

BENITO PAOLONE. Allora, mi consenta di concludere, signor Presidente.
Onorevole Realacci, se vedesse le fotografie delle case che ha fatto demolire il sindaco Enzo Bianco e di ciò che, in quella città, egli ha cercato di far fare - mediante domanda di cambio di destinazione d'uso! - in un luogo vitale, in piazza Alcalà, dove un mulino è stato trasformato in albergo...! Nel cuore, nello svincolo della città, nel lato mare, è stata favorita la possibilità di realizzare cinque o sei superfici là dove ce n'erano due e, in tal modo, si è fatto gravare su quella zona un carico urbanistico devastante!
Bianco ha demolito quattro baracche! Prima di farlo, però, ha chiamato le televisioni, i giornalisti, la polizia ed i carabinieri (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale), affinché tutta l'Italia potesse ammirare l'operato di questo grande sindaco!
Ciò che sta realizzando quest'amministrazione, così tanto denigrata da Bianco, non è stato fatto, in quella città, né in tre anni né in quindici! Questa è la storia vera (Commenti dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo e della Margherita, DL-l'Ulivo)! Se lei ...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Paolone.

BENITO PAOLONE. Se lei pensa ...

PRESIDENTE. Concluda, onorevole Paolone.

BENITO PAOLONE. Io documento le mie affermazioni!

PRESIDENTE. Va bene ...

BENITO PAOLONE. E se affermo che quelle di Realacci sono bugie e mistificazioni, porterò i documenti che lo comprovano (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale)!

PRESIDENTE. Onorevole Realacci, se avessimo fatto riferimento a Ceppaloni, anziché a Catania, tutta quest'ammuina l'avremmo evitata (Si ride)!

ERMETE REALACCI. Non c'era il caso, però!

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, con riferimento alla questione riguardante il collega Enzo Bianco, mi pare ingiusto addentrarsi in un'area che attiene a vicende personali mentre stiamo discutendo di problemi generali. Pertanto, chiederei a tutti di sospendere il giudizio relativo alle vicende che hanno interessato la città di Catania e di riprendere le votazioni.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vigni 1.15, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).


Pag. 25

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 415
Maggioranza 208
Hanno votato
183
Hanno votato
no 232).

Passiamo all'emendamento Vigni 1.7.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro.

ANTONIO BOCCIA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori (Commenti dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale).

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia, è un suo diritto!
Ha facoltà di parlare, onorevole Boccia.

ANTONIO BOCCIA. Signor Presidente, se il collega Enzo Bianco fosse stato presente, avrebbe sicuramente chiesto la parola per fatto personale al termine della seduta (Commenti dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale).

BENITO PAOLONE. Non mi ha risposto in Parlamento!

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia! Prosegua pure, onorevole Boccia.

ANTONIO BOCCIA. Signor Presidente, mi pare di cogliere un interesse a rinviare alla prossima settimana l'approvazione di questo decreto-legge. Pertanto, credo che la migliore risposta che possiamo dare sia quella di contribuire a conseguire questo risultato al quale i colleghi della destra mostrano di tenere molto.

GIAN PAOLO LANDI di CHIAVENNA. Cretino!

ANTONIO BOCCIA. Se insistono, ben volentieri li accontenterò! Fatemi capire quali sono le vostre volontà: volete andare alla prossima settimana? Ditemelo, così vi accontento subito! Fatemelo capire (Commenti dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale)!
È questa la vostra volontà? Allora, signor Presidente, la migliore risposta alle offese ricevute dal collega Enzo Bianco sarà data dal gruppo della Margherita, DL-l'Ulivo con i suoi comportamenti (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-l'Ulivo - Commenti dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza nazionale)!

GIORGIO LAINATI. Rimbambito!

TEODORO BUONTEMPO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo, onorevole Buontempo?

TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, mi aspettavo da lei, che dirige i lavori in maniera sempre molto corretta, che riprendesse il collega Boccia...

PRESIDENTE. Se lei mi chiede di parlare, non posso farlo. Potrò farlo successivamente, ma, in ogni caso, compete a me valutare.

TEODORO BUONTEMPO. Credo nella sua buona fede, signor Presidente, ma è noto a tutti noi che, quando vuole, lei sa anche interrompere chi ricatta un settore del Parlamento in una maniera, onorevole Boccia, assolutamente inaccettabile (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale)!
Peraltro, lo dico con molta semplicità, qui non viene in rilievo il piano personale.
Rispetto l'onorevole Realacci sotto tanti profili, ma, a mio avviso, sta prendendo una direzione che non posso accettare!
Nel 1994, la legge sulla sanatoria edilizia fu la legittima difesa del cittadino al quale i comuni non rilasciavano licenze! Le rilasciavano solo ai grandi speculatori dell'edilizia (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale)!

GIORGIO LAINATI. Andatevene!


Pag. 26

TEODORO BUONTEMPO. In tal senso, le posso richiamare, non uno o due casi, ma esempi emblematici! A Roma è sorto un quartiere, l'Infernetto, su un'area non edificabile in base al piano regolatore. Il comune di allora vi portò l'acqua e l'energia elettrica, stimolando l'abusivismo; lì sorse un'intera città. Case Rosse: duemila case abusive! Colle Tappi: tremila case abusive! E, per farsi propaganda, il sindaco di allora andò a demolire la casetta di un piano della famiglia Tanzi con una figlia portatrice di handicap! Ma non «vedeva» palazzi di tre, quattro piani tra la Tuscolana e l'Anagnina (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale)!
È accaduto a Roma, così come in tanti comuni d'Italia, onorevole Realacci! Era colpa non del poveraccio che si costruiva la casa, non dello speculatore, non di colui che devastava i boschi! Erano i sindaci che non approvavano i piani regolatori! In molte città d'Italia non c'erano piani regolatori; si compivano varianti di piano regolatore in base alla posizione dei terreni dei grandi costruttori!

ROLANDO NANNICINI. Ma di cosa parla!

PRESIDENTE. Onorevole Buontempo, la invito a concludere.

TEODORO BUONTEMPO. Non ci sono speculatori da una parte e santi dall'altra. Ci sono stati sindaci onesti e disonesti appartenenti a tutte le forze politiche! Tuttavia, la sanatoria, se vi sono determinati paletti, se non sono protetti i grandi speculatori e se le case non sono costruite con il denaro del riciclaggio della mafia, della camorra e della 'ndrangheta, spesso tutela il diritto del piccolo cittadino (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale)!

LUIGI OLIVIERI. Respira ogni tanto!

PRESIDENTE. Mi sembra che si fosse convenuto da parte dei presidenti di gruppo di procedere in maniera spedita con l'esame del provvedimento per ovvie ragioni. Sembrava questa la convergenza.

LUCA VOLONTÈ. È così!

PRESIDENTE. Ora, non sto qui a sindacare, però vorrei chiedere ai rappresentanti di gruppo se l'intenzione è di andare avanti su questo tema o di procedere con l'esame del provvedimento.
Chiedo ai rappresentanti dei gruppi di esprimersi in tal senso.

RENZO INNOCENTI. Vogliamo rispondere nel merito!

PRESIDENTE. Allora, andiamo avanti.

RENZO INNOCENTI. Votano doppio e poi vengono ad insultare!

ERMETE REALACCI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMETE REALACCI. Signor Presidente, era stato affermato che eravamo tutti d'accordo nella repressione dell'abusivismo; quindi, né la sanatoria né la proroga dei termini potranno essere considerate come uno strumento che favorisse l'abusivismo. Dalla discussione si evince che non è proprio così. Se l'onorevole Buontempo avesse avuto la pazienza di ascoltare l'insieme del dibattito saprebbe che, più volte, ho sottolineato che non c'erano sindaci santi da un lato e sindaci disonesti o poco attenti alle legalità dall'altro. Ho citato più casi in cui sindaci di centrodestra erano stati in prima linea nel cercare di salvaguardare la legalità e la bellezza del territorio e nel combattere l'abusivismo.
La vicenda di Catania - all'onorevole Paolone vorrei dire che, prima di parlare di bugie o di falsità, possiamo verificare tutti ciò che ho dichiarato - è uno dei casi in cui erano state avviate demolizioni di seconde case. Erano case sul mare in una zona molto bella.


Pag. 27

BENITO PAOLONE. Ma che dici!

ERMETE REALACCI. Ed è chiaro che la presenza delle televisioni di fronte a queste demolizioni esemplari contribuiva, insieme ad altri fattori, a far calare negli anni passati l'abusivismo.

BENITO PAOLONE. Ha governato 11 anni!

ERMETE REALACCI. Perché l'abusivismo è un ottimo affare se si pensa di farla franca.
Se c'è il rischio che una casa, costruita in un luogo in cui non si dovrebbe costruire, costruita con il lavoro nero, costruita evadendo il fisco e, qualche volta, costruita anche con l'aiuto della malavita organizzata, non venga sanzionata, diventa più facile, per chi non ha a cuore i valori morali ed etici - che tutti i cittadini dovrebbero avere a cuore - , prendere questa strada. È il motivo per cui le sanatorie favoriscono l'abusivismo edilizio.
Questo dato credo sia noto a tutti, mentre negli interventi, anche in quello dell'onorevole Lupi, si è cercato sempre di dire che non è così, che non è vero che la sanatoria ha favorito l'abusivismo. Invece si tratta di un dato che da persone laiche, perbene ed intelligenti, dovreste dare per acquisito, senza cercare di dire che questa sanatoria poteva produrre chissà quali altri effetti. Dovreste cercare piuttosto di porre rimedio ai danni che sono in corso. Sicuramente non è una maniera di porvi rimedio quella di occultare la verità, di prolungare questa sanatoria e di mentire sui suoi effetti sul paese.

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, poiché questi interventi sono da considerarsi sull'ordine lavori, darò la parola ad un deputato per gruppo. Per la Margherita, quindi, ha già parlato l'onorevole Realacci.

ROBERTO GIACHETTI. Presidente, non può stabilire che si interviene sull'ordine dei lavori se non si parla sull'ordine dei lavori!

PRESIDENTE. Non posso farci nulla! Io ho fatto una proposta che non è stata accolta dall'Assemblea.

WALTER TOCCI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

WALTER TOCCI. Signor Presidente, il collega Buontempo ci ha nuovamente raccontato la favola dell'abusivismo di necessità. Caro collega, sono trent'anni che a Roma non si costruisce più abusivamente per necessità, ma si costruisce con la speculazione! L'abusivismo a Roma è stato una grande occasione di infiltrazione di capitali sporchi, di capitali riciclati, di capitali della mafia, con gente che si è arricchita sulle spalle dei cittadini ingenui, facendo pagare prezzi enormi alla collettività (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-L'Ulivo e Misto-Comunisti italiani). Quando le amministrazioni democratiche sono andate con le ruspe a demolire questi centri urbanistici, voi esponenti di Alleanza nazionale vi siete messi davanti per impedire il rispetto della legalità (Commenti del deputato Malgieri)! Una volta eravate il partito dell'ordine e della legge; adesso siete il partito che incita a non rispettare le regole; ma sappiate che i cittadini onesti sono la stragrande maggioranza e non vi voteranno, visto che lanciate continuamente questo messaggio di non rispetto delle leggi (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-L'Ulivo e Misto-Comunisti italiani - Commenti del deputato Delmastro Delle Vedove).

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, occorre sensibilità da parte del Parlamento. Questa sta diventando una discussione riguardante Catania e Roma, che, francamente, mi sembra sia un po' difficile da portare avanti. Chiunque voglia intervenire al di fuori degli emendamenti o dell'oggetto della discussione lo potrà fare a fine della seduta (Applausi dei deputati del gruppo della Lega Nord Federazione


Pag. 28

Padana). Peraltro, poiché ho detto che avrei dato la parola ad un deputato per gruppo, se ci sono altri gruppi che intendono intervenire, possono farlo, altrimenti passiamo ai voti.

FABIO FATUZZO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. No, onorevole Fatuzzo, lei non può intervenire, perché ha già parlato un deputato del suo gruppo.

SERGIO SABATTINI. Presidente, se siamo sul decreto-legge, parliamo anche in duecento!

PRESIDENTE. Sì, ma solo se ci si attiene al contenuto del decreto-legge.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, lei può intervenire a titolo personale per un minuto.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, è lei che ha trasformato una discussione di merito in una discussione sull'ordine dei lavori, perché tutti coloro che hanno preso la parola, compreso il collega Tocci, non mi pare lo abbiano fatto sull'ordine dei lavori!

PRESIDENTE. Ho voluto dare un minimo di dignità ad una questione che sta creando problemi a tutti, non soltanto a me. Prego, onorevole Giachetti, ha facoltà di parlare per un minuto.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, se lei mi consente, intervengo su quello che decido io, non su quello che decide lei!

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, la prego di intervenire per un minuto.

ROBERTO GIACHETTI. Io parlo per un minuto se lei non mi interrompe; se lei mi interrompe non parlo neanche per un minuto!
Stiamo facendo una discussione di merito, che lei sta trasformando in una discussione sull'ordine lavori. Io intendo replicare nel merito all'onorevole Buontempo, utilizzando i 30 secondi che mi rimangono (ma lo ha già fatto molto bene il collega Tocci). Il collega Buontempo forse dormiva quando i suoi colleghi di Alleanza nazionale andavano davanti alle case, che stavano per essere abbattute, dandosi fuoco, per impedire che fosse fatta giustizia rispetto ad abusi che, in questa città, coloro i quali vengono difesi da Alleanza nazionale hanno perpetrato per tanto tempo (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-L'Ulivo)!
È singolare che il collega Buontempo venga oggi a dirci queste cose (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-L'Ulivo)!

GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Onorevole Burtone, la avverto che ha un minuto a disposizione.

GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Signor Presidente, le segnalo che avevo chiesto di parlare prima del collega Realacci.
Le affermazioni dell'onorevole Paolone in genere non meritano risposta; però, oltre a «vomitare» una serie di ingiurie e di menzogne, egli ha affermato anche che durante la gestione del centrosinistra del comune di Catania, con il sindaco Enzo Bianco, non c'è stata una seria politica di pianificazione e di lotta all'abusivismo edilizio. Ebbene, l'onorevole Paolone sa che quelli sono stati anni difficili, in cui l'abusivismo è stato fortemente contrastato dall'amministrazione comunale.
Sono questi, invece, gli anni in cui, con il ritorno del centrodestra alla guida della città di Catania, è ripresa una spinta verso l'illegalità e verso l'abusivismo nel settore edilizio, con una serie di favoritismi nei confronti di speculatori presenti nella città, spesso collegati alla criminalità ed alla mafia.


Pag. 29

BENITO PAOLONE. Cosa dici? Facci i nomi!

GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Quindi, voglio ribadire con grande impegno che, per quanto riguarda (Commenti dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale)...

PRESIDENTE. Per cortesia, onorevoli colleghi! Vada avanti, onorevole Burtone...

GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Presidente (Commenti del deputato Paolone)...

GOFFREDO MARIA BETTINI. Paolone, zitto!

PRESIDENTE. Onorevole Paolone, per cortesia (Commenti del deputato Paolone)! Onorevole Paolone, la prego di smetterla, altrimenti sarò costretto a farla uscire dall'aula! La prego!
Onorevole Burtone, vada avanti...

GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Tra l'altro, l'onorevole Paolone ha sostenuto queste cose durante una campagna elettorale, in un confronto con il sindaco Enzo Bianco...

PRESIDENTE. La prego di concludere, però!

GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. ... ed è stato clamorosamente bocciato dagli elettori, perché Enzo Bianco ha stravinto! Quindi, la città ha riconosciuto che, sotto la gestione del centrosinistra, si erano fatti tanti passi avanti nel settore culturale, nel campo del lavoro e nei settori sociali.
Pertanto, le menzogne che anche qui sono state ripetute, vengono rispedite al mittente (Commenti dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale)...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Burtone: concluda!

GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. ... sapendo, tra l'altro, che per quanto riguarda la frontiera dell'abusivismo edilizio si deve fare ancora tanto, e che il nostro «no» al decreto-legge in esame contiene anche queste motivazioni (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-L'Ulivo)!

MASSIMO POLLEDRI. Non è il consiglio comunale di Catania, questo!

FABIO FATUZZO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Onorevole Fatuzzo, anche lei ha un minuto di tempo a disposizione (Commenti del deputato Fatuzzo). Le concedo un minuto perché è già intervenuto un deputato appartenente al suo gruppo.

FABIO FATUZZO. Signor Presidente, vorrei capire...

PRESIDENTE. Un minuto, onorevole Fatuzzo!

FABIO FATUZZO. ... vorrei capire, signor Presidente...

PRESIDENTE. Quando verrà lei al mio posto, deciderà lei! Un minuto!

FABIO FATUZZO. Signor Presidente, anche il gruppo della Margherita, DL-L'Ulivo aveva parlato prima...

PRESIDENTE. Ho concesso un minuto anche agli altri, per la verità!

FABIO FATUZZO. Allora mi faccia parlare!

PRESIDENTE. Ho dato un minuto anche agli altri: decide il Presidente, non lei! La prego di intervenire per un minuto!

FABIO FATUZZO. Signor Presidente, se dobbiamo aprire un dibattito sull'amministrazione attuale e su quella passata di Catania, siamo pronti.


Pag. 30

LUIGI OLIVIERI. Ma cosa dici? Avete fatto il condono regionale!

FABIO FATUZZO. Vorrei dire solamente che nessuna casa abusiva è stata abbattuta dall'amministrazione comunale precedente, tranne qualche baracca, mentre invece l'attuale amministrazione ha proceduto all'abbattimento delle costruzioni abusive nell'Oasi del Simeto.
L'onorevole Burtone non ha detto nulla di concreto, ma ha semplicemente esposto delle tesi e dei sospetti. Lo sfido a dire qualcosa di serio ed attinente alla realtà, con riferimenti precisi, come abbiamo fatto noi in altre sedi (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale)!

ENZO BIANCO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Enzo Bianco, le concedo un minuto se intende parlare sul tema...

ENZO BIANCO. Signor Presidente...

PRESIDENTE. Se intende parlare per fatto personale, le darò la parola alla fine della seduta.

ENZO BIANCO. Signor Presidente, parlerò per fatto personale a fine seduta.

PRESIDENTE. Le concedo un minuto, onorevole Enzo Bianco. Ha facoltà di parlare.

ENZO BIANCO. Desidero intervenire su questa questione, signor Presidente, perché l'onorevole Paolone è stato rinviato a giudizio - forse molti non lo sanno - per il reato di diffamazione aggravata. La Camera dei deputati ha ritenuto che le sue affermazioni riguardassero una materia attinente al suo mandato di parlamentare; dopodiché la magistratura ha sollevato il conflitto di attribuzione dinanzi alla Corte costituzionale.
Per quanto riguarda ciò che l'onorevole Paolone ha pronunciato in questa sede, dal momento che egli non può rispondere davanti alla magistratura, per le ragioni che sono state dette, e poiché non poteva rispondere davanti alla Camera, visto che al momento in cui furono fatte quelle affermazioni non ero deputato, oggi chiedo che di tali questioni egli risponda davanti ad un giurì d'onore, perché voglio sapere in quale modo una persona possa difendere la sua onorabilità qui dentro (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-L'Ulivo)! Nella fattispecie, signor Presidente, mi limito a ricordare che sono disponibili documentazioni serie, anche fotografiche - non ciò che è stato detto in quest'aula - su quante costruzioni abusive - seconde e terze case, ville con campi da tennis e, qualche volta, con piscina - sono state demolite nella città di Catania.
Mi limito a ricordare che, da ministro dell'interno, ho ordinato la demolizione di una costruzione abusiva della mafia, nella Valle dei templi, ad Agrigento e la demolizione di otto costruzioni abusive in Campania - nella sua regione, signor Presidente - che erano un altro scempio incredibile. Sono fatti e non parole, signor Presidente (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-L'Ulivo, dei Democratici di sinistra-L'Ulivo e del gruppo Misto-Comunisti italiani)!

PRESIDENTE. Assicuro all'onorevole Enzo Bianco, che si è richiamato all'articolo 58 del regolamento, che riferirò la sua richiesta al Presidente della Camera.

BASILIO GERMANÀ. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BASILIO GERMANÀ. Signor Presidente, vorrei solo ricordare che, involontariamente, siamo usciti fuori dal tema. Il mio amico, onorevole Giovanni Burtone, democristiano come me, che conosce la storia della Sicilia, dovrebbe ricordare che esiste un paese che si chiama Vittoria. Circa vent'anni fa, il sindaco - a quel tempo comunista - di tale paese creò il «comitato pro abusivismo di necessità». Il partito comunista allora aveva il 20 per


Pag. 31

cento dei voti. Il sindaco, Aiello, fu successivamente eletto con il 71 per cento. È un record storico. Significa che i sindaci - a prescindere, onorevole Burtone, dal fatto che siano di destra o di sinistra - fanno campagna elettorale anche sull'abusivismo. Credo che ognuno di noi abbia le proprie colpe (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vigni 1.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 411
Maggioranza 206
Hanno votato
183
Hanno votato
no 228).

Poiché mi è stato segnalato che risultano doppi voti, dispongo che i deputati segretari compiano le opportune verifiche (I deputati segretari ottemperano all'invito del Presidente).

RENZO INNOCENTI. Signor Presidente, guardi là, stanno togliendo le tessere!

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Realacci 1.16.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Realacci. Ne ha facoltà.

ERMETE REALACCI. Signor Presidente, le questioni di cui stiamo parlando sono strettamente attinenti al provvedimento. Noi, infatti, stiamo ragionando sul fatto che il condono, la sanatoria...

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, consentite a chi sta parlando di esprimere la propria opinione. Prego, onorevole Realacci.

ERMETE REALACCI. ...e la proroga della medesima rappresentano un incentivo all'illegalità e che in tale incentivo - non sempre, perché vi sono anche altri interessi ed altre dinamiche - si inseriscono, spesso, anche le attività della malavita organizzata. Chiedo scusa ai colleghi siciliani, non so chi governi San Giuseppe Jato, in Sicilia, ma vorrei segnalare che la cosiddetta «casa degli orrori», ossia la villetta nelle campagne dello stesso San Giuseppe Jato, dove fu seviziato e ucciso il piccolo Giuseppe Di Matteo, figlio del pentito di Cosa nostra, è stata costruita abusivamente, senza alcuna licenza edilizia, e che, per tale reato, nel 1999, sono finiti sotto processo tre pentiti, Vincenzo Chiodo, Giuseppe Monticciolo e Enzo Brusca...

ALFREDO BIONDI. Tutti a piede libero!

ERMETE REALACCI. Appunto, onorevole Biondi: è solo uno degli infiniti esempi di come l'abusivismo edilizio, essendo terreno di attività lucrose e convenienti, costituisca anche un'occasione, per la malavita organizzata, di aggressione al territorio. Se non si ha conoscenza di ciò e se non si vuole intervenire, con nettezza, in tale direzione, sia con gli atti legislativi sia con i segnali che si mandano al paese, è evidente che si incentiva l'illegalità. Mi auguro che ciò non sia l'interesse della maggioranza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vigni. Ne ha facoltà.

FABRIZIO VIGNI. Signor Presidente, vorrei tornare al merito del provvedimento, perché non siamo in quest'aula per discutere e dare un giudizio su questa o su quella amministrazione locale.


Pag. 32


Il punto è un altro: un condono edilizio mortifica e rende la vita più difficile a quei sindaci ed a quelle amministrazioni, siano esse di sinistra o di destra, che cercano di governare bene il proprio territorio. Il condono edilizio, incentivando l'abusivismo, rende più difficile una corretta pianificazione urbanistica ed un corretto sviluppo del territorio. È uno schiaffo in faccia a tutti quei sindaci, di sinistra o di destra, che in questi anni hanno avuto il coraggio, soprattutto nelle regioni del sud, dove l'abusivismo è spesso legato alla criminalità organizzata, di intervenire per reprimere tale fenomeno.
Questo è il senso profondo - che noi condanniamo - del provvedimento sul condono edilizio, che, in quanto tale, danneggia tutte le amministrazioni locali che cercano onestamente di svolgere le loro funzioni. Non è un caso che il conflitto istituzionale sul condono edilizio e i ricorsi alla Corte costituzionale siano stati sollevati, in primo luogo - e ne siamo orgogliosi - da tutte le regioni di centrosinistra, che evidentemente hanno a cuore il corretto governo del territorio, ma anche da regioni e da enti locali amministrati dal centrodestra, che hanno sentito queste norme come non rispettose delle loro funzioni istituzionali e come negative ai fini di una corretta pianificazione del territorio.
Stiamo parlando di ciò, cari colleghi, e non di questa o quella amministrazione locale. Da tale punto di vista, noi - che non abbiamo mai fatto condoni edilizi e ne siamo orgogliosi - ribadiamo che, quando torneremo a governare, faremo in modo che in Italia non vi siano mai più condoni edilizi (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buontempo. Ne ha facoltà.

TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, credo che chi di noi svolge un ruolo pubblico debba fare in modo di impedire con tempestività la nascita dell'abusivismo. Purtroppo, così non è stato e tuttora così non è. Onorevole Tocci, le vorrei ricordare che a Roma, dal 1980, vi sono stati quattro sindaci comunisti! Quindi, nei trent'anni da lei indicati, sono ricompresi quelli durante i quali voi avete governato Roma.

GIORGIO PANATTONI. Basta!

TEODORO BUONTEMPO. Sono due giorni che mentite in quest'aula sulle responsabilità riguardo all'abusivismo (Commenti dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo)!
L'onorevole Tocci dovrebbe sapere che nell'area in cui egli ha riscontrato i maggiori consensi - zona Tiburtina, Case rosse - è nato un intero quartiere abusivo. Non le attribuisco la responsabilità diretta di ciò, ma al riguardo lei deve convenire con me e non mi deve rispondere facendo i fuochi d'artificio. Dove lei camminava tutti i giorni, nel XV municipio, è nata un'intera città! Onorevole Realacci, dovremmo fare tutti una battaglia comune: anche in quelle zone in cui sono arrivate le sanatorie ed i cittadini hanno pagato gli oneri sociali ai comuni, non sono ancora state realizzate le fognature e non vi è acqua potabile. Se in quei luoghi si inquinano le falde acquifere - come avviene nella zona Tiburtina-Tuscolana - ciò accade perché i comuni non hanno provveduto a realizzare tali infrastrutture. Chi è sensibile all'ambiente deve intervenire in proposito, perché senza la rete fognaria si compromette l'acqua potabile delle nostre città.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, intervengo a titolo personale e mi rivolgo a lei, perché non posso parlare direttamente con l'onorevole Buontempo. Vi è una differenza sostanziale: certamente, potrà anche essere accaduto che, durante le amministrazioni di centrosinistra, siano avvenuti degli abusi, tuttavia, signor Presidente, ciò che non è mai accaduto è che esponenti di partito del


Pag. 33

centrosinistra, in qualunque occasione, abbiano difeso gli abusivi salendo sui tetti delle case per impedire che il reato compiuto fosse eliminato. Ciò non è mai accaduto e nessun membro del centrosinistra lo ha mai fatto (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-L'Ulivo, dei Democratici di sinistra-L'Ulivo e Misto-Verdi-L'Ulivo - Commenti dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza nazionale)! Consiglieri regionali di Alleanza nazionale hanno tentato di impedire che fossero abbattute case ritenute abusive da un'amministrazione di centrosinistra (e lo avrebbe fatto, certamente, anche un'amministrazione di centrodestra). Ciò è quanto accaduto.
È questa la sostanziale differenza, rispetto alla quale l'onorevole Buontempo avrebbe difficoltà a dimostrare che essa non corrisponde al vero!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Realacci 1.16 , non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e Votanti 355
Maggioranza 178
Hanno votato
165
Hanno votato
no 190).

Prendo atto che gli onorevoli Testoni e Sanza non sono riusciti ad esprimere il proprio voto.

RENZO INNOCENTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RENZO INNOCENTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, richiamavo poc'anzi l'attenzione della Presidenza sulla questione legata alla presenza di doppi voti; lei giustamente ha fatto effettuare la verifica. Mi sembra tuttavia che vi sia qualche collega che gioca «a nascondino», nel senso che le tessere vengono nascoste quando il deputato segretario si accinge a verificare la posizione e successivamente, come in questo caso abbiamo visto, vengono rimesse al posto, effettuando il voto doppio.
I colleghi della maggioranza che giocano «a nascondino» dovrebbero vergognarsi, dal momento che stiamo trattando una questione delicata: un decreto-legge che proroga l'autorizzazione agli scempi edilizi nel nostro paese. E si divertono pure! E ci insultano!
Credo che questa situazione abbia raggiunto il massimo livello della tolleranza da parte nostra (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo e Misto-Comunisti italiani ); pertanto, le chiedo di verificare attentamente la questione dei doppi voti, anche lasciando acceso, dopo aver chiuso la votazione, il tabellone luminoso, per poter verificare se ad ogni segnale luminoso corrisponda un deputato che vota! (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-L'Ulivo e Misto-Socialisti democratici italiani ).

PRESIDENTE. Onorevole Innocenti, spero che, al di là di ciò che è stato detto, vi sia da parte di tutti la disponibilità ad agevolare il lavoro sia del Presidente sia dei deputati segretari, in modo da evitare difficoltà nel prosieguo dei nostri lavori.
Passiamo all'emendamento Realacci 1.88.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rosato. Ne ha facoltà.

ETTORE ROSATO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, mi sembra che la sottolineatura di alcuni aspetti locali riguardanti Roma e Catania abbia sollevato un problema del quale, come giustamente ha


Pag. 34

ricordato il collega Realacci, noi abbiamo cercato di farci interpreti dall'inizio di questo dibattito. Non esiste infatti soltanto una questione di natura politica relativa al condono edilizio, che induce l'opposizione a cercare di ostacolare l'approvazione di un provvedimento governativo che non condivide; c'è infatti qualcosa di più! Questo nostro atteggiamento infatti sottende l'attenzione per un concetto di legalità che è stato dimostrato non essere presente all'interno di questo decreto-legge.
Cito i dati di Legambiente sugli atti della magistratura, del Ministero dell'interno, del CESIS, della DIA e della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla mafia, nei quali è dimostrato, in due lunghe pagine di appunti, che i clan della malavita, nelle regioni della Puglia, della Calabria, della Sicilia, della Campania e della Basilicata, ma anche della Lombardia, hanno rapporti d'interesse con il ciclo del cemento, attraverso il quale viene riciclato denaro sporco; a fronte di ciò è corretto che vi sia un'attenzione molto più sensibile da parte del Parlamento rispetto a quanto oggi vediamo.
In conclusione, vorrei svolgere un'ulteriore osservazione, riprendendo l'intervento di un collega di maggioranza, che ci ha ricordato che non vi è soltanto il problema dell'abusivismo, ma anche quello delle opere di urbanizzazione.
Ebbene, non vi è stata neanche la sensibilità di suggerire che gli introiti del condono edilizio vengano destinati ai comuni per realizzare le opere di urbanizzazione. Ciò poteva essere non condivisibile nell'operazione complessiva del condono, ma almeno avrebbe avuto una sua logica! Invece, non è stato fatto nemmeno questo!
Le risorse che arriveranno ai comuni, nel complesso di una manovra finanziaria che prevede tagli e «sopratagli» per le amministrazioni comunali, sono marginali e non copriranno neanche le spese per l'istruttoria che i comuni devono affrontare.
Quindi, al di là delle affermazioni di principio che la maggioranza deve pur fare per giustificare il suo voto favorevole, il provvedimento resta inaccettabile.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Abbondanzieri. Ne ha facoltà.

MARISA ABBONDANZIERI. Signor Presidente, la maggioranza dovrebbe tenere a mente che il decreto-legge in esame scade tra pochi giorni. Non tentate di far sembrare che il provvedimento non viene approvato per colpa nostra, dato che avete fatto mancare la maggioranza due volte in meno di 12 ore!
In questi anni avete scelto di cimentarvi con il condono edilizio, con quello tombale, con il concordato preventivo: adesso ne sopportate tutti gli oneri. Avendo scelto strade che è difficile argomentare sul piano di una politica che voglia dimostrarsi concreta e moderna, adesso subite la giusta battaglia che la minoranza porta avanti su argomenti che davvero non si possono accreditare come degni di nota.
Voglio ricordare che vi sono stati tre condoni: due portano il nome del Presidente del Consiglio dei ministri, Silvio Berlusconi. Poiché egli è solito dirci di guardare alla modernità, se non anche alla bellezza, ci dica cosa «c'azzecca» il condono edilizio con l'idea della bellezza del territorio. Alcuni colleghi che mi hanno preceduto, per la verità, già in Commissione avevano dimostrato insofferenza per la pianificazione urbanistica. L'onorevole Paolone, in Commissione ambiente, dieci giorni fa, a proposito del governo del territorio ci aveva accusato dicendo che i piani d'area, i PRUST, i piani regolatori, i contratti di programma sono marchingegni che i soliti comunisti mettono a disposizione per il governo del territorio.
Ha spiegato bene l'onorevole Sandri cosa significa per noi il governo del territorio. Si tratta di quell'insieme di regole per cui non può ritenersi normale il fatto che con questo condono andate a sanare anche ampliamenti fino al 30 per cento delle costruzioni originarie o, in alternativa,


Pag. 35

750 metri cubi e, per quanto riguarda le nuove costruzioni residenziali, non superiori a 750 metri cubi per singola richiesta di titolo abitativo edilizio in sanatorie, oppure a condizione che la nuova costruzione non superi complessivamente i 3.000 metri cubi.
Onorevole Buontempo, troppe ne vedrà di palazzine da dieci appartamenti sanate e condonate, se questi sono i presupposti e le norme che lei ha votato in occasione della conversione in legge del decreto legge n. 269 del 2003! Il condono edilizio che voi avete proposto, infatti, va in quella direzione: rende possibile costruire palazzine da dieci appartamenti. Quindi - le ripeto - troppe ne vedrà nel corso dei prossimi mesi, considerato che la proroga potrà essere effettuata fino al 31 luglio 2004 (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Realacci 1.88, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario .
(Segue la votazione).

PIETRO FOLENA. Presidente!

PIERO RUZZANTE. Presidente!

RENZO INNOCENTI. Guardate là! Guardi lassù, Presidente!

PRESIDENTE. Onorevole Losurdo...

LUIGI OLIVIERI. Togli le mani!

RENZO INNOCENTI. Ma vuoi togliere le mani? Presidente, il quinto settore!

PRESIDENTE. Dove? Secondo settore a destra...

RENZO INNOCENTI. Quinto settore, ultima fila. Ci sono i «pianisti»!

PRESIDENTE. Per cortesia, colleghi! Ma io dico, rispetto ad una cosa di questo genere...! Se altri vi puntano l'indice contro, perché siete così inadempienti? Non riesco a capire!

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 314
Maggioranza 158
Hanno votato
144
Hanno votato
no 170).

Colleghi, se uno ha chiesto... (Commenti dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-L'Ulivo e Misto-Comunisti italiani)

LUIGI OLIVIERI. È una vergogna! 170 persone!

RENZO INNOCENTI. 170 persone!

PRESIDENTE. Per cortesia, colleghi! Per cortesia (Commenti dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-L'Ulivo e Misto-Comunisti italiani - Dai banchi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo si grida: «Vergogna! Vergogna!»)!
Passiamo all'emendamento Vigni 1.21.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vigni 1.21, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione)

RENZO INNOCENTI. Presidente, guardi là, il quinto settore!

PRESIDENTE. Togliete là la scheda: non c'è il collega! Chi vota per due? È lei che vota per due? È la scheda davanti. Toglietela, cortesemente. Non scherziamo! A maggior ragione ora.


Pag. 36

RENZO INNOCENTI. Presidente, nel quinto settore, penultima fila! È una vergogna!

PIERO RUZZANTE. Di fianco all'onorevole Vito!

PRESIDENTE. Guardate, colleghi, al punto in cui siamo, se le cose stanno così, sono costretto ad espellere chi vota per altri!

RENZO INNOCENTI. Antonio Leone, dietro di te!

PRESIDENTE. Là sopra, chi è che vota...?

Dichiaro chiusa la votazione.
Prendo atto che l'onorevole Volontè non è riuscito ad esprimere il proprio voto.
La Camera non è in numero legale per 28 deputati.
Rinvio pertanto la seduta di un'ora.

La seduta, sospesa alle 13,20, è ripresa alle 14,45.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ALFREDO BIONDI

PRESIDENTE. Dobbiamo nuovamente procedere alla votazione dell'emendamento Vigni 1.21, sul quale in precedenza è mancato il numero legale.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vigni 1.21, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 340
Votanti 339
Astenuti 1
Maggioranza 170
Hanno votato
131
Hanno votato
no 208).

Prendo atto che i presentatori degli emendamenti Realacci 1.22, Vigni 1.23, Realacci 1.24, Vigni 1.140, 1.112 e 1.113 e Realacci 1.32 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Realacci 1.22, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 354
Votanti 351
Astenuti 3
Maggioranza 176
Hanno votato
137
Hanno votato
no 214).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vigni 1.23, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 355
Votanti 354
Astenuti 1
Maggioranza 178
Hanno votato
140
Hanno votato
no 214).

Prendo atto che l'onorevole Tabacci non è riuscito a votare.


Pag. 37


Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Realacci 1.24, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 360
Votanti 359
Astenuti 1
Maggioranza 180
Hanno votato
147
Hanno votato
no 212).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vigni 1.140, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 374
Maggioranza 188
Hanno votato
153
Hanno votato
no 221).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vigni 1.112, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 371
Votanti 369
Astenuti 2
Maggioranza 185
Hanno votato
148
Hanno votato
no 221).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vigni 1.113, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 380
Votanti 378
Astenuti 2
Maggioranza 190
Hanno votato
161
Hanno votato
no 217).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Realacci 1.32, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 382
Votanti 380
Astenuti 2
Maggioranza 191
Hanno votato
157
Hanno votato
no 223).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Realacci 1.31.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazioni voto l'onorevole Vigni. Ne ha facoltà.

FABRIZIO VIGNI. Signor Presidente, vorrei cogliere l'occasione della presenza in aula del ministro Tremonti per rivolgere


Pag. 38

al Governo una domanda che abbiamo già formulato in Commissione, senza però ottenere risposta.
Nella relazione al disegno di legge di conversione leggiamo che si ha motivo di ritenere che le adesioni al condono siano sensibilmente diverse da quelle stimate.
Abbiamo chiesto - finora invano - al Governo di poter conoscere i numeri precisi, di sapere in particolare quanto ad oggi sia stato incassato dei 3 miliardi 800 milioni di euro stimati dall'esecutivo e quante domande di condono siano già state presentate.
Ritengo che ciò sia un doveroso elemento di informazione al Parlamento; dunque chiedo al ministro Tremonti, se ascoltasse il dibattito che si sta svolgendo, di rispondere alla domanda.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Realacci 1.31, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 373
Maggioranza 187
Hanno votato
157
Hanno votato
no 216).

Prendo atto che i presentatori degli emendamenti Vigni 1.141 e Realacci 1.39 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vigni 1.141, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 385
Votanti 384
Astenuti 1
Maggioranza 193
Hanno votato
161
Hanno votato
no 223).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Realacci 1.39, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 386
Maggioranza 194
Hanno votato
160
Hanno votato
no 226).

Passiamo all'emendamento Realacci 1.34.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Realacci. Ne ha facoltà.

ERMETE REALACCI. Anch'io, come il collega Vigni, vorrei approfittare della presenza in aula del ministro Tremonti, che magari può fornirci qualche chiarimento in merito all'entità delle entrate finora registrate con questo condono; infatti, da più parti - e ciò appare confermato anche dai comuni - si afferma che tali entrate siano molto esigue, visto che per i comuni il condono, dal punto di vista economico, costituiva sicuramente un handicap e che per lo Stato erano previste entrate per 3,8 miliardi di euro. Inoltre, vorremmo chiedere al ministro se ritiene che questa proroga - che, a nostro avviso, rischia di essere un segnale pessimo per la legalità e


Pag. 39

la lotta all'abusivismo nel paese - possa avere effetti significativi dal punto di vista dell'aumento delle entrate.
Desidero anche ricordare che il ministro Tremonti, nel dicembre del 2002, aveva dichiarato: «Il Senato con responsabilità ha escluso la scelta del condono edilizio». E, pochi giorni prima, il suo collega Lunardi aveva affermato: «Io sono contrario, contrario, contrario al condono edilizio, assolutamente. Sono contrario al condono edilizio perché, se il nostro paese andrà avanti a forza di condoni, non cambierà mai. Una volta per tutte bisogna non premiare i furbi, perché questo è un premio ai furbi e un invito all'abusivismo. Il condono edilizio è inopportuno, premia i furbi e incrementa l'abusivismo. Per giunta, non riesce a produrre quei benefici finanziari che spesso vengono amplificati per giustificare l'iniziativa stessa».
Dunque, signor ministro, volevamo chiederle lumi rispetto alle entrate e anche quale era stata la folgorazione sulla via di Damasco per cui una serie di dichiarazioni serie ed importanti contro il condono sono diventate poi una proposta di condono edilizio con gli effetti che tutti abbiamo sotto gli occhi.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Realacci 1.34, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 384
Votanti 383
Astenuti 1
Maggioranza 192
Hanno votato
166
Hanno votato
no 217).

Passiamo all'emendamento Vigni 1.144.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Chianale. Ne ha facoltà.

MAURO CHIANALE. Se il principio è quello di fare di necessità virtù, gli sforzi di nobilitazione compiuti sul provvedimento relativo al condono edilizio, per una strana coincidenza, si aggiungono ad altri provvedimenti che, a mio avviso, vanno un po' controtendenza.
In questo decreto-legge si è previsto, per quei comuni con più di mille abitanti sprovvisti di strumenti urbanistici, lo scioglimento dello stesso consiglio comunale con un rinvio di 18 mesi.
Mi è dato sapere che un altro provvedimento proroga ulteriormente per diciotto mesi la possibilità di non dotarsi dello strumento urbanistico fondamentale. È questo un aspetto rilevante per comprendere se questo testo si proponga in modo originale di introdurre un condono per poterlo sostanzialmente evitare o, comunque, per creare minori condizioni di abusivismo.
Sulla quantificazione del gettito - come già diceva il collega Vigni - vorremmo davvero approfittare della presenza del ministro Tremonti per avere qualche dato in più, visto che da 3 miliardi e 800 milioni iniziali ci siamo ridotti a 700 mila euro. Ci si chiede, quindi, se la proroga di qualche settimana possa compensare un divario così significativo, o se le informazioni fornite ai comuni perché compiano lo sforzo di recuperare in poche settimane grandi risorse finanziarie si basino su dati inconsistenti.
Vorremmo davvero avere informazioni in proposito, anche perché credo che già il Governo sia rassegnato a recuperare solo l'80 per cento di quello che sarebbe dovuto essere il gettito derivante da questo condono. Sarebbe davvero indispensabile avere delucidazioni per capire se questa proroga sia utile o meno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zanella. Ne ha facoltà.


Pag. 40

LUANA ZANELLA. Signor Presidente, anch'io volevo approfittare della presenza del ministro, che però ora non vedo seduto al banco del Governo; intervengo comunque lo stesso nella speranza che, nel frattempo, ritorni al suo posto.
In effetti, siamo di fronte ad un provvedimento estremamente delicato; mi pare che sia evidente agli occhi di tutti, anche perché il dibattito è stato molto accalorato, appassionato, ma anche accompagnato da argomentazioni molto dettagliate e profonde. Purtroppo, da parte della maggioranza abbiamo assistito ad un andamento piuttosto stanco del dibattito e ad una presenza piuttosto limitata, visto che è mancato a più riprese il numero legale. Non si capisce bene se l'interesse dei deputati della Casa delle libertà sia ormai altrove, indirizzato verso la campagna per le prossime elezioni, oppure se da parte di qualche collega della maggioranza vi siano esitazioni ad essere presente e ad approvare un provvedimento tanto discutibile.
Voglio però chiedere se davvero il Governo abbia tenuto conto dei veri costi che comporterà tale proroga ad un condono tanto discusso. Credo che i conti non siano stati assolutamente fatti: non solo non si è tenuto conto dell'esperienza pregressa e dei risultati concreti raggiunti dai condoni precedenti, ma si sono ignorate le critiche avanzate da enti locali quali regioni e comuni. Questo tipo di sanatoria ha comportato in passato maggiori costi - diretti e indiretti - rispetto alle entrate.
Il surplus di pratiche comporta necessariamente dei costi diretti per gli enti locali; i calcoli in proposito sono stati già fatti e le relative cifre sono state già presentate all'Assemblea. Inoltre, i costi per le infrastrutture primarie e secondarie, in presenza di abusivismo, non sono uguali rispetto a quelli relativi ad opere inserite in piani particolareggiati e dettagliati, collocati all'interno di un preciso programma e di un'efficace ed efficiente gestione della pubblica amministrazione del territorio. È stata riportata più volte, relativamente ai costi di urbanizzazione primaria e secondaria per ogni abitazione abusiva, la cifra aggiuntiva di 22 mila euro, costi che vengono scaricati sulla collettività.
È stato riportato anche un pregevole articolo di Gian Antonio Stella del settembre 2003, in cui venivano evidenziati i costi comparati delle opere di urbanizzazione nei casi di edificazione regolare e di edificazione irregolare. I costi, infatti, aumentano notevolmente in quest'ultimo caso: basti pensare a cosa significhi sanare un territorio nel quale l'abusivismo ha sconvolto completamente gli equilibri, che sappiamo già essere molto precari. I costi di urbanizzazione possono quasi raddoppiare nel caso di sanatoria ex post. Si tratta di costi che non vengono ripartiti soltanto fra coloro che hanno realizzato gli abusi, ma che ricadono sull'intera collettività, violando il principio di uguaglianza sancito dalla Costituzione e provocando un danno economico ai cittadini onesti.
Pertanto tale misura una tantum non risolve i problemi dell'erario e dei famosi «buchi», presunti o reali, e introduce non soltanto nuovi problemi ma anche vere e proprie tragedie, violando il senso profondo del patto di cittadinanza che dovrebbe essere garantito da un'assemblea legislativa degna di questo nome.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Banti. Ne ha facoltà.

EGIDIO BANTI. Signor Presidente, la lettera a) del comma 1 dell'articolo 1, di cui l'emendamento in esame propone la soppressione, costituisce il cuore del provvedimento, perché nel rinvio dal 31 marzo al 31 luglio si nasconde l'ulteriore scempio del territorio che il decreto-legge in esame, nonostante la migliore buona volontà sempre proclamata dal Governo e dalla maggioranza, si propone di fatto di realizzare, a fronte di modesti benefici per il bilancio dello Stato.
È pur vero che la silenziosa presenza in aula del ministro Tremonti - che si è materializzata in questo orario postprandiale, incombente come certi dipinti nelle sale dei monasteri - ci ricorda che il


Pag. 41

provvedimento in esame, contrariamente a quanto può apparire ad un lettore distratto, non riguarda né il settore dei lavori pubblici né, tanto meno, il settore dell'ambiente, bensì la politica economica del Governo. In ciò risiede una delle differenze di fondo tra la posizione del centrosinistra e quella del centrodestra: siamo consapevoli che si debba risanare il bilancio dello Stato, soprattutto a seguito dei guasti intervenuti negli ultimi anni e non certo per colpa dei governi di centrosinistra, per rientrare nei parametri europei che stiamo allegramente sfondando; tuttavia, ciò deve avvenire non solo in maniera concertata e coordinata con le parti sociali e con le istituzioni territoriali, a partire dalle regioni, ma anche in maniera rispettosa delle esigenze di tutela del territorio e di difesa complessiva del tessuto sociale del nostro paese.
È all'esame delle Commissioni un provvedimento volto ad inserire il richiamo all'ambiente nella Costituzione, ed è difficile fare con la mano destra ciò che con la mano sinistra si vuole disfare, nel senso di considerare la tutela dell'ambiente succedanea rispetto alle esigenze - giuste o meno che siano - di risanamento del bilancio dello Stato. Per tali ragioni, chiediamo di dare un segnale forte mediante l'approvazione dell'emendamento in esame.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Duca. Ne ha facoltà.

EUGENIO DUCA. Signor Presidente, in tarda mattinata il dibattito parlamentare è sembrato somigliare di più ad un dibattito dei consigli comunali (rispettabilissimi, ovviamente) di Catania e di Roma. Alla ripresa pomeridiana, invece, ben cinque parlamentari - almeno fino ad ora - di diversi gruppi hanno chiesto ai rappresentanti del Governo alcuni chiarimenti sul contenuto del decreto-legge al nostro esame, in particolare sull'effettivo gettito derivante dal condono e su ciò che ci si attende dall'attuazione del provvedimento. Non so se i nostri microfoni non funzionano bene o se i nostri ministri hanno problemi di udito o di «educazione istituzionale», ma ritengo che, a fronte di ripetute domande da parte di parlamentari, bisognerebbe dare delle risposte.
Allora, forse la nostra voce, signor Presidente, non è ben udita. La pregherei quindi di farsi portavoce nei confronti dei rappresentanti del Governo affinché abbiano l'educazione di rispondere a ciò che gli chiedono i rappresentanti del popolo e la smettano di tenere un atteggiamento prepotente ed arrogante che mal si concilia con il fatto che l'esame di questo provvedimento è andato avanti proprio grazie ai deputati dell'opposizione che hanno garantito il numero legale, altrimenti non avrebbero avuto neanche la possibilità di votarselo! Quindi, la prego caldamente di farsi portavoce di un'esigenza di educazione. Poi, magari, li richiameremo successivamente (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo e Misto-Verdi-L'Ulivo).

PRESIDENTE. La ringrazio, ma il Presidente, onorevole Duca, non ha poteri che superino il suo livello di voce, che viene percepito da chi vuole ascoltare. Non ha un potere di convincimento (Applausi del deputato Emerenzio Barbieri)!
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ghiglia. Ne ha facoltà.

AGOSTINO GHIGLIA. Signor Presidente, non so se vi siano problemi di microfono o di educazione da parte del Governo; però, probabilmente, vi sono dei problemi di comprensione da parte di qualche collega - per esempio quello che mi ha preceduto - che non si è accorto che l'oggetto del provvedimento è semplicemente e null'altro che la proroga dei termini di un provvedimento già approvato! Quindi, tutte le specifiche che richiede non spetterebbero all'aula (Applausi del deputato Polledri).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vigni 1.144, non accettato dalla


Pag. 42

Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 395
Maggioranza 198
Hanno votato
165
Hanno votato
no 230).

Passiamo agli identici emendamenti Vendola 1.102 e Vigni 1.105.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vigni. Ne ha facoltà.

FABRIZIO VIGNI. Signor Presidente, è il collega Ghiglia che evidentemente non ha compreso la nostra domanda. Proverò a ripeterla con il giusto tono di voce. Nella relazione al disegno di legge appare scritto: «si ha motivo di ritenere che le adesioni siano in misura sensibilmente diversa da quella stimata». La domanda molto semplice che rivolgiamo al Governo è la seguente: ci vuole dire, per favore, i numeri precisi? Quante domande sono state presentate e quanto lo Stato ha incassato fino ad oggi?
La domanda, Presidente, è tanto più legittima perché il 30 marzo - ovvero il giorno in cui il Consiglio dei ministri ha emanato questo decreto-legge - il ministro dell'ambiente Altero Matteoli dichiarava alle agenzie: «Il condono in Italia, per portare soldi nelle casse dello Stato, è un percorso che credo si sia esaurito. Qualche mese in più non cambia molto. Sono perplesso» - diceva il ministro Matteoli il 30 marzo di quest'anno - «sul fatto che si realizzi il gettito previsto».
Ora, se le perplessità e le domande provengono perfino dal Governo, credo sia a maggior ragione legittimo che se le ponga il Parlamento e che il Parlamento rivolga questa domanda al ministro dell'economia, sperando di ricevere una risposta.

PRESIDENTE. La speranza è l'ultima a morire...
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Vendola 1.102 e Vigni 1.105, non accettati dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 400
Maggioranza 201
Hanno votato
171
Hanno votato
no 229).

Prendo atto che gli onorevoli Falanga e Zorzato non sono riusciti a votare.
Passiamo all'emendamento Vigni 1.33.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Chianale. Ne ha facoltà.

MAURO CHIANALE. Signor Presidente, vorrei aggiungere ancora qualche considerazione sugli aspetti che davvero in questo caso ci interessano, affinché si possa capire a cosa serva lo sforzo che tutti stiamo compiendo. Richiamo una prima considerazione dell'ufficio bilancio del Senato, ove si afferma che gli introiti che giungeranno nelle casse dello Stato dall'operazione di condono edilizio potrebbero essere minori rispetto alle previsioni. Le modalità di calcolo riportate nella relazione tecnica, come ad esempio le diverse percentuali utilizzate per stimare le superfici in ragione della natura giuridica degli immobili, sono basate su una serie di ipotesi difficilmente verificabili; è infatti, indefinita l'estensione delle superfici sanabili perché una parte di queste potrebbero rientrare nelle zone sottoposte


Pag. 43

a vincoli non condonabili. È evidente - si legge nella nota dei relatori e degli uffici che chiedono maggiori chiarimenti al Governo - che la considerazione di una sia pur minima quota di unità non sanabile porterebbe ad una stima inferiore del gettito atteso.
Di contro, gli uffici della Camera rilevano che molti punti delle norme sul condono edilizio contenute nel decreto collegato alla finanziaria mancano di sufficienti chiarimenti in grado di giustificare l'introito previsto; dunque, le entità degli incassi per lo Stato sono a rischio. Per quel che riguarda i compiti e gli oneri degli enti locali - come diceva già peraltro l'onorevole Zanella prima di me - la relazione tecnica del decreto, sottolineano gli uffici, non quantifica gli effetti di gettito derivanti dall'anticipo a favore dei comuni degli oneri accessori nei costi a loro carico, connessi sia all'espletamento delle procedure amministrative sia agli interventi di urbanizzazione primaria e secondaria. Dunque, il Governo dovrebbe indicare l'effettiva possibilità da parte delle amministrazioni territoriali di compensare gli oneri derivanti dalla sanatoria.
Direi che a questo punto il conflitto istituzionale si aggiunge anche alla confusione di non conoscere quei dati minimali necessari per capire se effettivamente questa manovra abbia una ragion d'essere o meno.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vigni 1.33, non accettato dalla Commissione né dal Governo, sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 391
Maggioranza 196
Hanno votato
164
Hanno votato
no 227).

Prendo atto che i presentatori dei successivi emendamenti che porrò in votazione non accedono all'invito al ritiro.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lion 1.143, non accettato dalla Commissione né dal Governo, sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 399
Maggioranza 200
Hanno votato
169
Hanno votato
no 230).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Realacci 1.135, non accettato dalla Commissione né dal Governo, sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 403
Votanti 402
Astenuti 1
Maggioranza 202
Hanno votato
166
Hanno votato
no 236).

Avverto che della serie di emendamenti a scalare porrò in votazione il primo e l'ultimo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vigni 1.149, non accettato dalla Commissione né dal Governo, sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).


Pag. 44

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 405
Maggioranza 203
Hanno votato
170
Hanno votato
no 235).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vigni 1.38, non accettato dalla Commissione né dal Governo, sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 406
Maggioranza 204
Hanno votato
169
Hanno votato
no 237).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lion 1.136, non accettato dalla Commissione né dal Governo, sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 400
Maggioranza 201
Hanno votato
165
Hanno votato
no 235).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lion 1.153, non accettato dalla Commissione né dal Governo, sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 408
Votanti 407
Astenuti 1
Maggioranza 204
Hanno votato
170
Hanno votato
no 237).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vigni 1.151, non accettato dalla Commissione né dal Governo, sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 402
Maggioranza 202
Hanno votato
170
Hanno votato
no 232).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Realacci 1.35, non accettato dalla Commissione né dal Governo, sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 407
Votanti 406
Astenuti 1
Maggioranza 204
Hanno votato
171
Hanno votato
no 235).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Realacci 1.41, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).


Pag. 45

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 406
Maggioranza 204
Hanno votato
171
Hanno votato
no 235).

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Vigni 1.91. Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piglionica. Ne ha facoltà.

DONATO PIGLIONICA. Signor Presidente, sono certo di non avere maggiore fortuna dei colleghi che mi hanno preceduto. Infatti, è evidente che non c'è da parte del Governo la volontà di rispondere. Non so se abbia avuto più fortuna il ministro Matteoli che ha lanciato un appello il 30 marzo per ricevere una risposta. Tuttavia, credo che oggi la domanda abbia un peso maggiore dopo la relazione trimestrale di cassa. Se da tale documento risulta che siamo al 2,96 del rapporto debito-PIL e che bastano 140 milioni di euro per superare il 3 per cento (non costituisce una soglia fatidica, non si sfiora l'inferno, ma ha un valore che tutti conosciamo), 140 milioni di mancato gettito sembrano il minimo rispetto a ciò che si va configurando. Ciò meriterebbe una risposta da parte del ministro dell'economia che più volte, anche durante i lavori al Senato, è stato sollecitato a rispondere (non me ne adombro più di tanto; non ne ha voglia).
Questo provvedimento, stranamente assegnato alla Commissione ambiente, poneva un problema più di carattere economico e finanziario per i conti dello Stato che ambientale (i danni tendono ad aumentare, ma erano già stati prodotti dal condono). Mi chiedo quale inferno di rapporti istituzionali abbia comportato questo condono. Richiamo l'esempio della mia regione, la Puglia, una di quelle «messe peggio»: in un intento propagandistico, per dare l'impressione di un maggiore rigore, ha anticipato al 31 gennaio i termini per la presentazione delle domande per la concessione in sanatoria. Il risultato è che, in assenza di una pronuncia della Corte costituzionale, diverse migliaia di cittadini pugliesi si sono autodenunciati ed oggi sono appesi alla speranza che la Corte costituzionale non ne dichiari l'incostituzionalità; in caso contrario, si aprirebbe un procedimento per reato di abuso.
Un provvedimento che, senza riuscire ad ottenere i risultati economici previsti, ha comportato una caterva di ricorsi e difficoltà per un consistente numero di cittadini, credo sia da catalogare sotto la voce fallimento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vigni 1.91, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 407
Votanti 406
Astenuti 1
Maggioranza 204
Hanno votato
174
Hanno votato
no 232).

Prendo atto che i presentatori degli emendamenti Lion 1.145 e Vigni 1.148 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lion 1.145, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere.
(Segue la votazione).


Pag. 46

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 409
Maggioranza 205
Hanno votato
177
Hanno votato
no 232).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vigni 1.148, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 404
Maggioranza 203
Hanno votato
177
Hanno votato
no 227).

Passiamo all'emendamento Realacci 1.90.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Calzolaio. Ne ha facoltà.

VALERIO CALZOLAIO. Signor Presidente, questi emendamenti sono importanti perché chiedono che l'illecito sia riconosciuto prima ancora di versare la prima rata, come previsto nel condono, e fissano alcune date che hanno un significato politico (non si tratta di emendamenti a scalare).
La Corte costituzionale sta esaminando la legge sul condono edilizio che ha convertito il relativo decreto-legge ed è attesa la sentenza per la seconda metà di giugno. I ministeri competenti stanno preparando una circolare interpretativa del provvedimento in esame e della legge vigente che prefigura un'incertezza sulla legittimità costituzionale e sul rispetto di queste stesse norme.
Ora, sarebbe importante che l'impegno contenuto nel testo degli emendamenti fosse approvato dall'Assemblea. Visto che non è più possibile approfittare della presenza del ministro Tremonti, che molto gentilmente ha risposto a tutti i colleghi che lo hanno chiamato in causa (lui non viene spesso, ma quando è venuto ha collaborato, finalmente, ad un iter parlamentare ricco!), vorrei approfittare della presenza dei rappresentanti degli altri ministeri.
Chiedo al rappresentante del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio se possa fornirci l'opinione del suo ministero su questa circolare interpretativa, visto che sui giornali si legge di una differenza di opinioni tra il ministero in questione e gli altri ministeri, in particolare quello dell'economia e delle finanze, che è alla disperata ricerca di denaro.
Al rappresentante del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, che ha seguito fin qui l'iter di questo provvedimento, chiederei se potesse darci qualche indicazione sul rischio che noi paventiamo (cioè che il condono edilizio finisca con l'aumentare l'abusivismo). In altre parole, mi riferisco a quello che ha detto la Corte dei conti a marzo: ad un gettito ordinario certo si sostituisce un gettito straordinario, e molti, che potevano pagare, scelgono di non pagare, in attesa magari di questa proroga o della sentenza della Corte costituzionale, per poi presentare domanda all'ultimo momento.
Sarebbe utile conoscere l'opinione dei ministeri interessati o che il Governo modificasse il suo parere su questi emendamenti, perché ciò confermerebbe che non si vuole incentivare l'abusivismo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Savo. Ne ha facoltà.

BENITO SAVO. Signor Presidente, intervengo a titolo personale. Da più di un giorno sento continuamente parlare della


Pag. 47

necessità del nostro Governo di fare cassa, di un abusivismo che si protrae nel tempo, favorito dalla nostra compagine. Innanzitutto, l'abusivismo che si è consumato fino ad oggi è degno erede di una normativa farraginosa prodotta negli anni dalla sinistra e dell'altissimo costo della burocrazia che bisogna sostenere per farsi una casa anche molto piccola. Gli abusi di cui vogliamo parlare sono i piccoli abusi, molto spesso di necessità. Oggi non si può parlare più degli abusi dei «palazzinari», commessi negli anni Sessanta a Roma, a Napoli, a Palermo e a Milano; oggi si deve parlare solo di piccoli abusi di necessità. Infatti, sapete tutti che i «palazzinari» di allora oggi si trovano in una condizione economica tale da influenzare le scelte nei piani regolatori, nei piani particolareggiati e nelle destinazioni d'uso (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia). Diciamocela tutta per intero, a proposito di scelte!
Ho visto che si cerca di essere severi, ma verso chi? Prendiamo la Valle dei Templi. Non si è stati severi quando è stata fatta una superstrada, che spezza l'orizzonte davanti al Tempio della Concordia, però si è riusciti a fare la faccia feroce e ad abbattere la casa di un pastore, una casa dignitosa che si era costruito a blocchetti, che, neanche a farlo apposta, Presidente, si sposava bene con il colore della pietra delle colonne del Tempio della Concordia. Questo è il punto. Sulle altre ville circostanti del luogo, che devastavano quell'ambiente, nessuno ha messo le mani addosso!
Signor Presidente, se non si modifica la normativa attuale, così pesante per il cittadino che vuol farsi una casa, noi assisteremo ancora ad altri condoni. Nel caso nostro, è chiarissimo che esso non serve per fare cassa, ma solo per sanare situazioni familiari importanti per l'economia di ogni singola famiglia. Non sono - torno a ripetere - gli abusi dei «palazzinari», ma i piccoli abusi di necessità, che il nostro Governo, con il nostro sostegno, deve sanare (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Abbondanzieri. Ne ha facoltà.

MARISA ABBONDANZIERI. Signor Presidente, devo riconoscere che il dibattito ha introdotto elementi veramente molto interessanti. Questa mattina è emerso che, in realtà, la maggioranza non aveva nessun imbarazzo a votare, nel novembre scorso, a favore del condono edilizio. La maggioranza ha dimostrato, infatti, una sottile e strisciante condivisione del condono, se non anche dell'abuso edilizio. L'ultimo intervento, poi, ha aggiunto un elemento importante: gli abusi si possono distinguere persino a seconda del colore dei mattoni: se i mattoni stanno bene vicino agli altri elementi dell'area, l'abuso non è tale, mentre se stanno male, si è semplicemente scelto il colore sbagliato. Questa non l'avevamo mai sentita, ma è davvero interessante!
Devo altresì osservare che un gettito così grande, pari a 3,8 miliardi di euro, può provenire dalla sanatoria non dei piccoli illeciti, ma essenzialmente dei grandi abusi edilizi (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Banti. Ne ha facoltà.

EGIDIO BANTI. Signor Presidente, nel sostenere l'emendamento in esame, prendo atto con soddisfazione di quanto ho sentito riferire poc'anzi, circa il fatto che la portata del provvedimento in questione è limitata ai piccoli abusi, cosiddetti di necessità («cosiddetti» perché forse in questo campo non vi è mai necessità).
Mi domando, allora, per quale motivo tutte le proposte emendative che abbiamo presentato per limitare effettivamente la portata del provvedimento ad abusi di piccole dimensioni siano state tutte respinte dalla maggioranza.

MARISA ABBONDANZIERI. Bravo!


Pag. 48

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Realacci 1.90, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 376
Maggioranza 189
Hanno votato
151
Hanno votato
no 225).

Avverto che, della serie di emendamenti a scalare da Lion a 1.152 a Vigni 1.40, porrò in votazione il primo e l'ultimo.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lion 1.152, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 380
Maggioranza 191
Hanno votato
160
Hanno votato
no 220).

Prendo atto che l'onorevole Gastaldi non è riuscito ad esprimere il proprio voto.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vigni 1.40, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 388
Maggioranza 195
Hanno votato
162
Hanno votato
no 226).

Passiamo all'emendamento Pappaterra 1.92.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pappaterra 1.92, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 389
Votanti 388
Astenuti 1
Maggioranza 195
Hanno votato
161
Hanno votato
no 227).

Passiamo all'emendamento Vigni 1.44.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vigni 1.44, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 388
Votanti 387
Astenuti 1
Maggioranza 194
Hanno votato
161
Hanno votato
no 226).


Pag. 49


Passiamo all'emendamento Pappaterra 1.158.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pappaterra 1.158, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 395
Maggioranza 198
Hanno votato
168
Hanno votato
no 227).

Passiamo all'emendamento Vigni 1.159.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vigni 1.159, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 380
Votanti 378
Astenuti 2
Maggioranza 190
Hanno votato
166
Hanno votato
no 212).

Passiamo all'emendamento Lion 1.165.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vigni. Ne ha facoltà.

FABRIZIO VIGNI. Signor Presidente, il Governo non ha voluto rispondere alle nostre richieste su quanto sia stato incassato ad oggi con il condono edilizio. Tale reticenza è un segno di imbarazzo dell'esecutivo, ed ho l'impressione che vi sia anche la voglia di nascondere un vero e proprio fallimento: non dimentichiamoci, infatti, che proprio il condono edilizio costituiva uno degli elementi portanti della scorsa manovra di bilancio.
Dal momento che il Governo non ha voluto rispondere alle nostre domande, allora proviamo noi a fornire alcune informazioni al Parlamento. Alla fine di marzo, ad esempio (dati forniti dall'agenzia Adnkronos), risultavano presentate nel comune di Milano solamente 1.350 domande, nel comune di Napoli solo 280, a Bologna solamente 100 e al comune di Torino solo 200.
Stando alle stime che circolano, ad oggi lo Stato avrebbe incassato poco più del dieci per cento delle previsioni contenute nella legge finanziaria. Vale anche la pena aggiungere che se il gettito è stato, ad oggi, così basso, dipende non solo dall'incertezza creatasi per i ricorsi alla Corte costituzionale - elemento di per sé vero - ma anche dal fatto che le stesse previsioni erano infondate. Lo avevano segnalato, a suo tempo, anche gli uffici della Camera dei deputati e vale la pena ricordare come anche nei precedenti condoni le entrate dello Stato erano state sempre inferiori - e di molto - alle previsioni. Nel 1985, anno del primo condono, erano stati previsti 10 mila miliardi di lire; ne furono incassati 5.800. Nel 1994, anno del primo condono Berlusconi, la previsione era di 6.900 miliardi di lire; ne furono incassati 4.900. Dunque, se oggi, anche sotto il profilo finanziario, vi è un fallimento della manovra del condono, ciò dipende non solo dall'incertezza creata dal conflitto istituzionale tra lo Stato, le regioni e gli enti locali, ma anche da una scelta sbagliata nelle previsioni, fin dall'inizio.
Ci sarebbe piaciuto poter ascoltare dal Governo una smentita rispetto ai dati che abbiamo potuto apprendere oppure informazioni più precise. Così non è stato e, dunque, dobbiamo ritenere che, ad oggi, siano questi i dati precisi in materia di


Pag. 50

domande effettivamente presentate e di gettito effettivamente riscosso dalle casse dello Stato.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lion 1.165, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 392
Maggioranza 197
Hanno votato
168
Hanno votato
no 224).

Passiamo all'emendamento 1.166.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vigni 1.166, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 392
Votanti 390
Astenuti 2
Maggioranza 196
Hanno votato
168
Hanno votato
no 222).

Passiamo all'emendamento Rizzo 1.116.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rizzo 1.116, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 388
Maggioranza 195
Hanno votato
168
Hanno votato
no 220).

Passiamo all'emendamento Zanella 1.160.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Chianale. Ne ha facoltà.

MAURO CHIANALE. Signor Presidente, intervengo per offrire un ulteriore contributo, anche perché abbiamo appreso che la scelta della proroga non è legata alla necessità di introitare maggiori disponibilità, bensì all'esigenza di sanare i piccoli abusi. Pertanto, sarebbe opportuno aggiungere alcune considerazioni e alcuni dati sulle conseguenze dell'applicazione di questo condono per i comuni.
Secondo lo studio del Cresme, le risorse acquisibili dalle sanzioni (calcolate, sulla base delle indicazioni fornite dal Ministero dell'economia, in 500 euro per infrazione più 100 euro in media per metro quadro di abuso compiuto) sarebbero pari a circa 5,1 miliardi di euro. Ammonterebbero, invece, a 8,7 miliardi di euro i costi di urbanizzazione che gli stessi comuni sarebbero chiamati a sostenere, calcolando il costo per il completamento dell'urbanizzazione in 18 mila euro per ogni abitazione in area intensiva (il 30 per cento del patrimonio abusivo realizzato) e in 27 mila euro per ogni abitazione in area estensiva (il restante 70 per cento).


Pag. 51


Il costo medio per abitazione, secondo tale analisi, si attesta, quindi, attorno ai 24 mila euro, portando il totale, come detto, a 8,7 miliardi di euro. Si tratta di spese cui dovrebbero contribuire, per una cifra stimata intorno a 4 miliardi di euro, i proprietari degli immobili condonati. Per i comuni rimarrebbe, comunque, un disavanzo pari a 4, 7 miliardi di euro che, nel caso in cui fosse confermata l'ipotesi della possibile compartecipazione (si parla del 10 per cento, ma è un dato relativo, che deve essere ovviamente misurato sulle effettive entrate degli enti locali) alle oblazioni incassate dallo Stato, potrebbe attestarsi attorno ai 4, 2 miliardi di euro.
Direi pertanto che si tratta di un'operazione non solo negativa, ma quasi fallimentare.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Mi si dice che vi sono colleghi che hanno l'esuberanza di votare anche per altri. Gradirei che, da un lato e dall'altro, si facesse un uso soltanto individuale dello strumento del voto.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zanella 1.160, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 370
Votanti 369
Astenuti 1
Maggioranza 185
Hanno votato
161
Hanno votato
no 208).

Prendo atto che gli onorevoli Falanga e Zorzato non sono riusciti ad esprimere il proprio voto.
Prendo atto altresì che i presentatori dei successivi emendamenti che mi accingo a porre in votazione non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vigni 1.53, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione) (Commenti dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 358
Maggioranza 180
Hanno votato
157
Hanno votato
no 201).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Realacci 1.54, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 369
Maggioranza 185
Hanno votato
159
Hanno votato
no 210).

Prendo atto che l'onorevole Volontè non è riuscito ad esprimere il proprio voto.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vigni 1.55, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 371
Maggioranza 186
Hanno votato
160
Hanno votato
no 211).


Pag. 52


Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Realacci 1.47, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 370
Maggioranza 186
Hanno votato
162
Hanno votato
no 208).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lion 1.48, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 383
Maggioranza 192
Hanno votato
166
Hanno votato
no 217).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rizzo 1.161, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 384
Maggioranza 193
Hanno votato
172
Hanno votato
no 212).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vigni 1.49, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni) (Commenti del deputato Rizzi).
(Presenti e Votanti 390
Maggioranza 196
Hanno votato
172
Hanno votato
no 218).

MARISA ABBONDANZIERI. Guarda di là! Guarda il settore di Alleanza nazionale!

CESARE RIZZI. Guardati i tuoi!

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vigni 1.50, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 385
Maggioranza 193
Hanno votato
168
Hanno votato
no 217).

Passiamo all'emendamento Vigni 1.162.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fanfani. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE FANFANI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'emendamento Vigni 1.162 - così come i successivi Realacci 1.51 e Vigni 1.171 - introduce in


Pag. 53

maniera ancor più enfatica di quanto non sia stato fatto nell'intero provvedimento un problema di legalità nella parte in cui si crea una disciplina differenziale per i condoni relativi ad opere realizzate in aree protette o su immobili soggetti a vincoli imposti sulla base di leggi a tutela degli interessi idrogeologici e delle falde acquifere o dei beni ambientali e paesistici...
Colleghi, se ciò che ho da dire non vi interessa, almeno abbiate il buon gusto di parlare lontano da qui!

PRESIDENTE. Onorevole Fanfani, lei ha ragione. Purtroppo, si ascolta con una certa difficoltà: in quest'aula è più facile parlare che ascoltare.

GIUSEPPE FANFANI. L'emendamento in esame sottolinea un problema di legalità, concetto che non è assolutamente astratto, ma che esprime la qualità del rapporto tra istituzione e cittadini e si riferisce alla conformità del sistema legislativo ai concetti di uguaglianza e di tutela del rapporto civile interno alla nostra società.
Mi riferisco soprattutto ai colleghi del centrodestra che, quando si affrontavano temi diversi, quale ad esempio il cosiddetto indultino, hanno utilizzato il concetto di legalità per sottolineare un problema di fondo: quello della certezza della pena. Si sosteneva, infatti, da parte di questi colleghi come non fosse possibile che ad un comportamento illegale non conseguisse una sanzione certa. Tuttavia, nel comportamento di costoro che oggi sostengono la legalità del provvedimento in esame vi è una contraddizione di fondo sulla quale vi chiederei di riflettere.
Infatti, non è consentito, nel momento in cui si è invocato il principio di legalità, sostenendo che a comportamenti illegali dovesse corrispondere una sanzione certa, avvalorare il contrario e sostenere che, ad un comportamento sostanzialmente illegale, debba conseguire un atto di clemenza o, peggio ancora, un atto di disponibilità a pagamento da parte dello Stato.
Quando l'onorevole Buontempo stamani contestava duramente ai colleghi dell'odierna opposizione di non avere, nella loro qualità di sindaci, demolito tempestivamente gli immobili abusivi, e quando questo concetto veniva più volte ribadito in quest'aula, in realtà gli stessi colleghi che interloquivano sul punto riconfermavano l'esigenza di fondo, che era quella di legalità, rimproverando ai sindaci dell'epoca di non aver sufficientemente tutelato questo aspetto.
Oggi non si può sostenere un provvedimento del genere, soprattutto se si è sensibili nei riguardi dei beni soggetti a vincolo, che sono quelli ai quali tutti, indipendentemente dal nostro colore politico, dovremmo essere fortemente legati perché essi attengono alla nostra qualità della vita e alla decenza del rapporto con il territorio; pertanto, i colleghi dovrebbero riflettere prima di votare un provvedimento di questo tipo.
Mi domando inoltre: qual è la straordinaria necessità ed urgenza (per rispondere alla contestazione rivolta in quest'aula) cui si fa riferimento nell'epigrafe di questo provvedimento, attraverso il quale si vorrebbe imporre la proroga? Non certo quella di tutelare l'ambiente, che è sufficientemente tutelato dalla normativa vigente, bensì quella di coprire un «buco» finanziario che oggettivamente esiste.
Se quella prospettata da questo decreto-legge è un'esigenza di cassa, che oltretutto non sembra aver avuto un grosso risultato sul piano pratico, è giusto e corretto sacrificare il diritto all'ambiente per esigenze di cassa? Ma soprattutto, è giusto sacrificare la legalità complessiva del sistema ad esigenze e ragioni di cassa? Comprendo che per questi motivi si possa svendere o vendere il patrimonio pubblico, ma non accetto che venga posto in vendita l'ambiente, perché esso attiene alla cultura intera e alla civiltà di un popolo.
Quando ci troveremo circondati da paesaggi distrutti, da dissesti idrogeologici, per i quali tutti invocano lo stato di calamità naturale, o di fronte ad una qualità della vita profondamente degradata (come tutti possiamo constatare quando attraversiamo le nostre pianure


Pag. 54

circondate da orribili costruzioni) o, ancora, tutte le volte che verificheremo la distruzione delle coste attuata da una cementificazione abusiva e cialtrona, dovremo renderci conto, a prescindere dal «colore» politico, che non si è fatto abbastanza nel rendere effettivo il senso di legalità.
In conclusione, vorrei richiamarmi al senso di responsabilità di tutti, perchè questo provvedimento - e smetto anche di essere ipocrita - prevede ben altro che una riqualificazione urbanistica ed ambientale! Si tratta invece di un provvedimento che consentirà, così come è impostato, di ottenere un risultato diametralmente opposto, inutile e dannoso.
Salviamo almeno, attraverso l'approvazione di questo emendamento, i beni sottoposti a tutela ambientale, che, ripeto, dovrebbero stare a cuore a tutti (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-L'Ulivo e dei Democratici di sinistra-L'Ulivo)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vigni 1.162, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 383
Maggioranza 192
Hanno votato
163
Hanno votato
no 220).

Passiamo all'emendamento Realacci 1.51.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Realacci 1.51, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 386
Votanti 385
Astenuti 1
Maggioranza 193
Hanno votato
163
Hanno votato
no 222).

Prendo atto che i presentatori degli emendamenti Vigni 1.163 e 1.171, Realacci 1.93, Vigni 1.172, 1.175, 1.168, 1.170 e 1.58, Lion 1.173, Vigni 1.174, 1.176 e 1.59, Realacci 1.63, Vigni 1.61, Realacci 1.52, 1.62, 1.60, 1.57 e 1.65, Vigni 1.178, Lion 1.177, Realacci 1.64 e 1.95 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vigni 1.163, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 385
Votanti 384
Astenuti 1
Maggioranza 193
Hanno votato
163
Hanno votato
no 221).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vigni 1.171, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale


Pag. 55

la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 381
Maggioranza 191
Hanno votato
166
Hanno votato
no 215).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Realacci 1.93, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 384
Maggioranza 193
Hanno votato
160
Hanno votato
no 224).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vigni 1.172, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 392
Maggioranza 197
Hanno votato
169
Hanno votato
no 223).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vigni 1.175, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 391
Votanti 390
Astenuti 1
Maggioranza 196
Hanno votato
170
Hanno votato
no 220).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vigni 1.168, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 400
Maggioranza 201
Hanno votato
171
Hanno votato
no 229).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vigni 1.170, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 383
Maggioranza 192
Hanno votato
165
Hanno votato
no 218).


Pag. 56


Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vigni 1.58, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 390
Votanti 389
Astenuti 1
Maggioranza 195
Hanno votato
167
Hanno votato
no 222).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lion 1.173, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 397
Votanti 396
Astenuti 1
Maggioranza 199
Hanno votato
168
Hanno votato
no 228).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vigni 1.174, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 395
Votanti 394
Astenuti 1
Maggioranza 198
Hanno votato
169
Hanno votato
no 225).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vigni 1.176, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 401
Votanti 400
Astenuti 1
Maggioranza 201
Hanno votato
174
Hanno votato
no 226).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vigni 1.59, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 395
Votanti 394
Astenuti 1
Maggioranza 198
Hanno votato
172
Hanno votato
no 222).


Pag. 57


Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Realacci 1.63, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 394
Votanti 393
Astenuti 1
Maggioranza 197
Hanno votato
172
Hanno votato
no 221).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vigni 1.61, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 386
Votanti 385
Astenuti 1
Maggioranza 193
Hanno votato
165
Hanno votato
no 220).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Realacci 1.52, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 397
Maggioranza 199
Hanno votato
171
Hanno votato
no 226).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Realacci 1.62, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 400
Maggioranza 201
Hanno votato
175
Hanno votato
no 225).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Realacci 1.60, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 402
Votanti 401
Astenuti 1
Maggioranza 201
Hanno votato
174
Hanno votato
no 227).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Realacci 1.57, non accettato dalla


Pag. 58

Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 404
Maggioranza 203
Hanno votato
178
Hanno votato
no 226).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Realacci 1.65, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 401
Maggioranza 201
Hanno votato
172
Hanno votato
no 229).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vigni 1.178, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 396
Votanti 395
Astenuti 1
Maggioranza 198
Hanno votato
171
Hanno votato
no 224).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lion 1.177, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 401
Maggioranza 201
Hanno votato
174
Hanno votato
no 227).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Realacci 1.64, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 401
Votanti 398
Astenuti 3
Maggioranza 200
Hanno votato
171
Hanno votato
no 227).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Realacci 1.95, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 404
Maggioranza 203
Hanno votato
173
Hanno votato
no 231).


Pag. 59

Prendo atto che i presentatori degli emendamenti che porrò successivamente in votazione, dall'emendamento Vigni 1.180 all'emendamento Realacci 1.66, non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore e dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vigni 1.180, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 401
Maggioranza 201
Hanno votato
173
Hanno votato
no 228).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lion 1.193, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 401
Maggioranza 201
Hanno votato
173
Hanno votato
no 228).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Realacci 1.75, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 401
Votanti 400
Astenuti 1
Maggioranza 201
Hanno votato
173
Hanno votato
no 227).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vigni 1.185, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 398
Maggioranza 200
Hanno votato
175
Hanno votato
no 223).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vigni 1.194, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 404
Maggioranza 203
Hanno votato
173
Hanno votato
no 231).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Realacci 1.67, non accettato dalla


Pag. 60

Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 401
Votanti 399
Astenuti 2
Maggioranza 200
Hanno votato
170
Hanno votato
no 229).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Realacci 1.76, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 393
Votanti 392
Astenuti 1
Maggioranza 197
Hanno votato
164
Hanno votato
no 228).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Vendola 1.103 e Vigni 1.106, non accettati dalla Commissione né dal Governo e sui quali la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 408
Votanti 407
Astenuti 1
Maggioranza 204
Hanno votato
175
Hanno votato
no 232).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Realacci 1.70, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 405
Votanti 404
Astenuti 1
Maggioranza 203
Hanno votato
176
Hanno votato
no 228).

Avverto che della serie di emendamenti a scalare dall'emendamento Vigni 1.188 all'emendamento Realacci 1.73 porrò in votazione il primo e l'ultimo.
Prendo atto che i presentatori di tali emendamenti non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vigni 1.188, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 404
Votanti 403
Astenuti 1
Maggioranza 202
Hanno votato
172
Hanno votato
no 231).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Realacci 1.73, non accettato dalla


Pag. 61

Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 410
Maggioranza 206
Hanno votato
176
Hanno votato
no 234).

Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lion 1.192, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 401
Votanti 400
Astenuti 1
Maggioranza 201
Hanno votato
170
Hanno votato
no 230).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lion 1.195, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 404
Maggioranza 203
Hanno votato
175
Hanno votato
no 229).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Realacci 1.97, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 403
Maggioranza 202
Hanno votato
173
Hanno votato
no 230).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Realacci 1.81, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 407
Maggioranza 204
Hanno votato
175
Hanno votato
no 232).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Realacci 1.82, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 409
Votanti 408
Astenuti 1
Maggioranza 205
Hanno votato
175
Hanno votato
no 233).


Pag. 62


Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Realacci 1.78, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 401
Maggioranza 201
Hanno votato
171
Hanno votato
no 230).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Realacci 1.77, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 412
Maggioranza 207
Hanno votato
178
Hanno votato
no 234).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Realacci 1.56, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 405
Votanti 404
Astenuti 1
Maggioranza 203
Hanno votato
173
Hanno votato
no 231).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lion 1.179, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 404
Votanti 403
Astenuti 1
Maggioranza 202
Hanno votato
172
Hanno votato
no 231).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Realacci 1.66, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 410
Votanti 409
Astenuti 1
Maggioranza 205
Hanno votato
180
Hanno votato
no 229).

Prendo atto che i presentatori dei successivi emendamenti che porrò in votazione non accedono all'invito al ritiro formulato dalla Commissione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vigni 1.96, non accettato dalla


Pag. 63

Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 413
Maggioranza 207
Hanno votato
179
Hanno votato
no 234).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Realacci 1.79, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 411
Maggioranza 206
Hanno votato
180
Hanno votato
no 231).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Realacci 1.80, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 412
Maggioranza 207
Hanno votato
180
Hanno votato
no 232).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Realacci 1.83, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 404
Maggioranza 203
Hanno votato
175
Hanno votato
no 229).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Realacci 1.01, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 411
Maggioranza 206
Hanno votato
179
Hanno votato
no 232).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Realacci 1.02, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 402
Maggioranza 202
Hanno votato
172
Hanno votato
no 230).

Poiché il disegno di legge consiste in un articolo unico, si procederà direttamente alla votazione finale.

Back Index Forward