Allegato A
Seduta n. 436 del 10/3/2004


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(Sezione 4 - Realizzazione del terminale di rigassificazione nel Nord Adriatico)

GROTTO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio. - Per sapere - premesso che:
Edison, ExxonMobil e Qatar Petroleum hanno firmato, nel novembre 2003, a Doha, in Qatar, gli accordi che sanciscono l'acquisizione da parte delle due società estere di una quota maggioritaria di Edison Lng, società che controlla il 100 per cento del progetto del terminale di rigassificazione nel Nord Adriatico;
l'attività di sviluppo del progetto è in fase avanzata ed è prevista per marzo 2004 l'assegnazione del contratto Epc (ingegneria, fornitura materiali e costruzione);
il terminale, che verrà realizzato in mare al largo di Porto Levante, alle foci del Po, dovrebbe entrare in attività a metà del 2007;
questo impianto di stoccaggio e rigassificazione per 250.000 metri cubi di gas provenienti dalla Nigeria dovrebbe essere costruito a circa 17 chilometri dalla costa su una piattaforma marina di 356 metri per 56 e il metano liquido dovrà essere mantenuto ad una temperatura costante di 162 gradi sotto zero, con il rischio che, se questo non accadesse, il metano passerebbe allo stato gassoso, aumentando di 600 volte il proprio volume;
l'operazione di rigassificazione sarà attuata sulla stessa piattaforma marina, utilizzando l'acqua di mare come scambiatore di calore, con l'effetto di modificare sensibilmente la temperatura dell'acqua di mare circostante;


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tale impianto fu rifiutato da Manfredonia e Fano e respinto a Monfalcone, dopo un referendum e due anni di lotta da parte della popolazione locale;
al contrario, le proteste delle popolazioni locali e delle associazioni di categoria dell'area attualmente interessata non sono state prese minimamente in considerazione;
l'opposizione alla localizzazione in questa area dell'impianto si basa su numerose considerazioni, che appaiono inconfutabili:
a) i rischi notevoli per le popolazioni e il territorio circostante, visto che numerose sono le ipotesi di incidente (che nessuno si sente di escludere), tra cui il flasch-fire, ovvero il rilascio di gnl, che non vaporizzando immediatamente genererebbe una nube che potrebbe incendiarsi immediatamente, o, ipotesi ancora più preoccupante, la possibilità di un'esplosione dell'impianto, con le terribile conseguenze connesse (come purtroppo si è verificato nel mese di gennaio 2004 in Algeria, con un bilancio di 24 morti e 74 feriti);
b) il rifornimento di metano liquido verrà assicurato da enormi navi gasiere con 135 mila metri cubi di carico, che, in caso di incidente navale, purtroppo sempre possibile, determinerebbe un vero e proprio disastro in tutta l'area;
c) l'interdizione di una vasta area alla navigazione, con notevoli danni alla pesca, alla coltivazione di mitili e al turismo, che sono fonti primarie da un punto di vista economico dell'intera zona;
d) l'impatto negativo evidente che simile opera avrebbe nei confronti del Parco del delta del Po, che, per i suoi valori ambientali, sociali ed economici, rappresenta una fondamentale risorsa non solo per il Polesine ed il Veneto, ma per l'intero territorio nazionale;
un simile impianto è in contrasto con le attuali scelte di sviluppo del territorio basate prioritariamente sul turismo, sulla pesca, sull'itticoltura e su di un'agricoltura specializzata;
non si può dimenticare, inoltre, che il piano d'area definisce il delta del Po come «sistema lagunare e litoraneo» e che in tali ambienti sono consentiti solo interventi ed opere con finalità idraulica e produttiva ittica, cosa che non ha niente a che vedere con il terminal gasifero che si vorrebbe realizzare;
il delta del Po, sia per la parte veneta che per quella emiliano-romagnola, è un'area di inestimabile pregio ambientale, da decenni sotto la tutela delle leggi per l'istituzione del parco regionale e, quindi, vincolata alla massima salvaguardia e difesa del territorio;
è da registrare, infine, a dimostrazione dello scarso interesse da parte del Governo su tale tema, che l'interrogante ha già presentato a riguardo un atto di sindacato ispettivo (n. 4-00561) in data 3 agosto 2001, per il quale non è mai pervenuta risposta -:
se non si ritenga necessario bloccare la realizzazione del terminal gasifero al largo del litorale adriatico, per palese incompatibilità con il territorio circostante e per le dichiarate volontà della popolazione e degli enti locali interessati.
(3-03159)
(9 marzo 2004)