La Camera,
premesso che:
l'articolo 11 della Costituzione afferma che «L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo»;
ne deriva che l'intervento delle forze armate italiane, fuori dai confini nazionali, può avvenire solo per compiti derivanti da condivisione di precisi impegni internazionali o comunitari;
la guerra contro l'Iraq iniziata dalle forze anglo-americane il 20 marzo 2003 non ha avuto nessun avvallo da organismi soprannazionali;
gli obiettivi dichiarati dalle forze anglo-americane sono tutti naufragati, infatti non sono state trovate armi di distruzione di massa, le condizioni del popolo iracheno, che ha pagato un altissimo tributo di sangue, sono sempre più insostenibili, quella che, ormai, anche gli americani chiamano resistenza ha avuto una tragica impennata, le tensioni tra le tre etnie rischia di portare ad una guerra civile, si è allargato il solco tra la civiltà occidentale e quella medio-orientale;
il 15 aprile 2003 il Parlamento italiano dà il via libera alla missione «Antica Babilonia» dove si prevede l'invio in Iraq di una scorta agli aiuti umanitari di tremila militari italiani;
il contingente militare italiano è stato inviato in Iraq nel contesto, ed in conseguenza, dell'appoggio del Governo italiano all'intervento anglo-americano e, quindi, viene percepito dalle popolazioni locali come forza a sostegno militare delle forze di occupazione anglo-americane;
solo il 16 ottobre 2003 le Nazioni Unite hanno approvato la risoluzione 1511 sull'Iraq, che comunque affida all'ONU un ruolo ancora limitato ed insufficiente;
nel rapporto al Consiglio di sicurezza, presentato il 23 febbraio 2004, il Segretario generale dell'ONU Kofi Annan afferma che le elezioni in Iraq non potranno che tenersi alla fine del 2004 o all'inizio del 2005 a patto che gli iracheni riescano a dotarsi prima di una legge elettorale; il giorno dopo, lo stesso segretario generale dell'Onu ha affermato che le Nazioni Unite non stabiliranno una piena presenza in Iraq a meno che non ci sia un miglioramento delle condizioni di sicurezza del Paese,
all'immediato ritiro del contingente militare italiano in Iraq;
ad attivarsi in ambito europeo affinché si porti alle Nazioni Unite una proposta unitaria che chieda il ritiro delle forze occupanti anglo-americane e sia attribuito all'ONU il compito di guidare la fase transitoria prima dell'avvio di un Governo eletto dagli iracheni.
9/4725/1. Cima, Pecoraro Scanio, Bulgarelli, Cento, Boato, Lion, Zanella.
La Camera,
premesso che:
i nostri militari, dopo l'attentato del 12 novembre 2003 a Nassiriya, risultano «bunkerizzati» nelle loro basi per l'escalation di pericolosità del territorio dove stanno operando;
nel frattempo, il 24 febbraio 2004 è stata nominata governatore della provincia di Dhi Qar, di cui Nassiriya è il capoluogo, l'italiana Barbara Contini, in sostituzione del governatore britannico John Bourne che ha lasciato l'incarico in anticipo;
questo avviene mentre Paul Bremer, governatore americano a Bagdad, chiede all'Italia di rimanere fino alla fine dell'anno e promette appalti sulla ricostruzione, che fino ad oggi sono stati appannaggio delle ditte anglo-americane;
entro marzo gli americani dovrebbero consegnare appalti per 5 miliardi di dollari;
alla fiera internazionale «Rebuilding Iraq», che si è svolta a gennaio a Kuwait City, su 1.300 imprese di quarantacinque paesi presenti, l'Italia ha partecipato con 110 imprese;
il Governo italiano, per seguire gli appalti, ha messo su una «task force» composta da una trentina di persone e, a metà gennaio, ha messo un proprio uomo, Lino Cardarelli, già consigliere del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Lunardi, come numero due del Program management office, guidato dall'ammiraglio David Nash, competente nella gestione dei contratti in Iraq,
a tenere informato il Parlamento sull'attività concreta dei nostri militari in Iraq, per capire se il loro utilizzo è rivolto anche alla stabilizzazione degli investimenti dell'Italia.
9/4725/2. Pecoraro Scanio, Cima, Bulgarelli, Cento, Boato, Lion, Zanella.
La Camera,
premesso che:
di ritorno dall'Iraq, Pekka Haavisto, presidente del comitato di valutazione post-bellica dell'UNEP, l'agenzia per la protezione dell'ambiente dell'ONU, ha lanciato l'allarme che nel Paese è stato usato sicuramente uranio impoverito durante la guerra ed in quantità notevolmente più grandi di quelle usate in Kosovo e Bosnia: infatti, oltre ai proiettili lanciati dagli aerei, che contengono trecento grammi di uranio, sono stati usati proiettili di carro armato che ne contengono tre chili;
con l'UNEP hanno collaborato solo gli inglesi, fornendo le mappe e rivelando di aver usato su Bassora 1,9 tonnellate di uranio impoverito, un uso tanto massiccio che l'uranio, è stato rilevato, si è infiltrato nel terreno;
le associazioni dei militari e dei loro familiari denunciano che fino ad ora in Italia sono morti per tumore 24 militari e 263 risultano malati dopo il ritorno da missioni all'estero o una presenza nei poligoni di tiro italiani e denunciano anche parecchi casi di malformazioni tra i figli di militari trovatisi in situazioni analoghe;
secondo la «Commissione Mandelli», istituita dal Ministero della difesa, la media dei linfomi di Hodgkin dei militari ha un'incidenza superiore rispetto alla popolazione civile, anche se non c'è una chiara spiegazione delle cause,
a rimuovere gli ostacoli che impediscono il riconoscimento della causa di servizio per quei militari attualmente affetti da patologie correlate alla contaminazione da uranio o ad altre possibili concause, estesa anche a quei militari già deceduti per gli stessi motivi;
ad istituire un fondo per sostenere le spese mediche del personale militare affetto da patologie correlate alla contaminazione da uranio o da altre sostanze tossiche;
ad intensificare le misure di informazione, prevenzione e controllo per tutte quelle persone, militari e civili, che operano in quadri di sospetta contaminazione da uranio o da altri inquinanti pericolosi;
a richiedere agli alleati tutte le informazioni necessarie connesse all'uso di armi all'uranio impoverito o ad altre sostanze inquinanti;
a sostenere a livello internazionale la richiesta di una interdizione dell'uso di queste armi;
ad informare il Parlamento sull'eventuale uso di proiettili all'uranio impoverito nelle zone dove opera il nostro contingente militare in Iraq e sull'eventuale detenzione ed uso di proiettili all'uranio impoverito nei poligoni dislocati sul territorio nazionale.
9/4725/3. Zanella, Cima, Pecoraro Scanio, Bulgarelli, Cento, Boato, Lion.
La Camera,
premesso che:
con la missione in Iraq, fiancheggiando una guerra condannata dalla maggioranza del popolo italiano ed in violazione dell'articolo 11 della Costituzione, il Governo italiano si è reso responsabile di partecipare, sotto il comando americano, alla occupazione militare di un Paese, esponendo migliaia di giovani militari e civili ai rischi di una guerra al solo fine di potersi sedere al tavolo dei vincitori, peraltro in totale subalternità agli Stati Uniti;
l'unico risultato tangibile di una guerra imperialista, sferrata dall'amministrazione americana al solo scopo di impossessarsi delle enormi risorse economiche dell'Iraq, è stato quello di aver inasprito il terrorismo e il fanatismo religioso e di avere allargato il solco tra i Paesi dell'occidente e quelli di religione islamica;
il caos in Iraq è certamente anche alimentato dalla presenza delle forze militari occupanti che impediscono alla società civile ed alle forze politiche irachene di assumersi la responsabilità del futuro del Paese;
la presunta esistenza di quell'arsenale di armi di distruzione di massa che aveva costituito il casus belli, lungamente dibattuto anche in sede ONU, frutto di un'abile operazione di mistificazione dei fatti da parte della intelligence anglo-americana e che aveva legittimato l'amministrazione Bush ad invadere l'Iraq, non ha ancora, ad oggi, ricevuto conferma;
l'unilateralità che ha ispirato l'intervento militare anglo-americano in Iraq e che è alla base dell'incapacità non soltanto di ricostituire la pace e la stabilità nei territori teatro del conflitto, ma anche di concludere il conflitto stesso, evidenzia ancora una volta l'urgenza che debba essere l'intera comunità internazionale a trovare le strade alternative per la risoluzione dei complessi problemi che attanagliano la delicata regione del Medio oriente;
solo il ritiro delle truppe militari e la fine della occupazione di quei territori possono sedare la guerra in atto in Iraq,
a ritirare immediatamente il contingente militare italiano impegnato in tutta la regione irachena e consentire così l'avvio di un processo costituente gestito dal popolo iracheno e garantito dall'Organizzazione delle Nazioni Unite con l'invio di caschi blu di nazioni che non abbiano partecipato alla guerra o all'occupazione dell'Iraq;
ad intraprendere con assoluta priorità il dialogo politico-diplomatico con l'Organizzazione delle Nazioni Unite, volto a ricondurre la situazione irachena entro la cornice multilaterale garantita dalla massima istituzione internazionale quale è l'ONU;
ad avviare intese politico-diplomatiche che consentano all'ONU di assumere immediatamente la guida del processo di ricostruzione sociale, economica, politica ed istituzionale dell'Iraq, e garantire il ritorno alla piena sovranità del popolo iracheno;
a favorire la configurazione di una forza multinazionale di stabilità e sicurezza sotto l'egida dell'ONU, costituita da truppe militari di Pesi che non hanno partecipato né alla guerra né alla occupazione
dell'Iraq, avente come obiettivo la realizzazione della transizione democratica nella regione irachena.
9/4725/4. Diliberto, Armando Cossutta, Rizzo.
La Camera,
fermo restando il preciso dettato dell'articolo 11 della Costituzione;
ritenuto che la dislocazione di unità militari italiane fuori del territorio nazionale può aversi solo per compiti derivanti da condivisione di precisi impegni internazionali o comunitari;
ritenuto che alla nostra risposta agli appelli dell'ONU, che è stata sempre sollecita e costante, debba seguire anche una partecipazione italiana (e dell'Unione europea) agli studi di riforma dell'Organizzazione;
riaffermato il carattere particolare della nostra temporanea presenza in Iraq, in un disegno di collaborazione all'avvio, nei modi che l'ONU dovrà rapidamente determinare, alla costruzione dell'autogoverno del popolo iracheno.
ad operare, ai fini dell'attuazione del presente decreto-legge, nello spirito delle suddette premesse.
9/4725/5. (Nuova formulazione) . Pisicchio.
La Camera,
premesso che:
la perdurante occupazione politico-militare delle truppe anglo-americane dell'Iraq sta determinando una sempre più drammatica condizione di instabilità sociale e di conflitto che alimenta quotidianamente una spirale di violenza, terrore e morti tra i civili;
le menzogne su cui è stata costruita la guerra preventiva dell'amministrazione Bush stanno emergendo con grande evidenza mentre si rende palese il fallimento dei suoi obiettivi dichiarati, portare la democrazia e la pace in Iraq, individuare e distruggere le armi di sterminio - ormai acclarata menzogna di cui il presidente degli Stati Uniti dovrà rendere conto al proprio Paese, così come ha dovuto e dovrà ancora fare il premier britannico Blair - mentre ciò che è invece sotto gli occhi di tutti è che questa guerra, e il suo presunto dopo guerra, è diventato il lievito in cui trova consenso e cresce il terrorismo interno;
la pretesa degli Stati Uniti di mantenere il comando e il controllo militare del territorio iracheno, e il perdurante rifiuto di indire libere elezioni in tempi ravvicinati, moltiplicano tensioni integraliste e gli scontri tra diversi gruppi religiosi, fomentano e alimentano gli odi e i risentimenti verso i Paesi occidentali, favoriscono l'inserimento nella resistenza all'occupazione straniera della rete terrorista di Al Qaeda, con strategie particolarmente violente e distruttive, spezzando in questo modo, alla radice, qualsiasi tentativo di costruzione di un processo costitutivo della democrazia, mantenendo la popolazione civile in condizioni di sofferenza sociale, di insicurezza e di precarietà;
per il diritto internazionale l'Iraq non è un paese liberato ma un paese occupato e posto sotto l'autorità di un esercito ostile (articolo 42 dei Regolamenti dell'Aja del 1907, ancora in vigore) e lo stesso Consiglio di sicurezza dell'ONU richiama con la risoluzione 1483 «le responsabilità e gli obblighi stabiliti dal diritto internazionale di questi stati come Potenze occupanti»;
le Forze armate italiane non sono in Iraq su richiesta di un legittimo governo iracheno ma su sollecitazione delle «Potenze occupanti», inquadrate sotto il comando di una di queste, la Gran Bretagna, e dunque in palese violazione del fondamentale dettame costituzionale espresso nell'articolo 11 della Costituzione, poiché
il Governo britannico ha dichiaratamente aderito alla guerra preventiva di Bush;
l'Italia non può proseguire in una missione di guerra, che mai avrebbe dovuto condividere, poiché apertamente contraria al diritto internazionale e all'articolo 11 della sua Costituzione, e tantomeno perseverare in un ruolo subalterno sul piano internazionale e ad essere complice delle dinamiche disastrose sviluppate in Iraq, che costantemente mettono a rischio quell'intera area geografica,
a valutare nelle opportune sedi l'immediato ritiro del contingente militare italiano dall'Iraq, adoperandosi contemporaneamente all'avvio, sotto l'egida delle Nazioni Unite e dei Paesi arabi, di un processo costituente democratico in grado di restituire la completa sovranità al popolo iracheno e ad adottare iniziative normative volte a destinare fondi oggi utilizzati nella missione militare a sostegno dei programmi internazionali umanitari delle Nazioni Unite e della Croce rossa internazionale.
9/4725/6. Bertinotti, Deiana, Giordano, Titti De Simone, Alfonso Gianni, Mascia, Pisapia, Russo Spena, Valpiana, Vendola.
La Camera,
premesso che:
è evidente il fallimento della dottrina della guerra preventiva adottata dalla Amministrazione Bush in Iraq, che ha contribuito a destabilizzare lo scenario mondiale;
l'articolo 11 della Costituzione sancisce la contrarietà del nostro Paese alla guerra come strumento della risoluzione delle controversie tra i popoli;
nel processo costituente europeo tale principio non può essere eluso, in considerazione della sua universalità;
l'Europa può rappresentare un importante punto di riferimento per una politica effettivamente multilaterale,
a promuovere l'inserimento del contenuto dell'articolo 11 della nostra Costituzione nel Trattato costituzionale europeo.
9/4725/7. Realacci, Fioroni, Rosato, Monaco, Reduzzi, Rusconi, Giovanni Bianchi, Folena, Innocenti, Ruzzante, Marcora.
La Camera,
premesso che:
oltre ai conflitti in Medio oriente, abbiamo il continente africano insanguinato da focolai di guerra perpetui e dimenticati dai mezzi di comunicazione che sono causa di morte e distruzione;
in Sudan e Uganda abbiamo vere emergenze umanitarie a causa dei conflitti in atto;
vi sono milioni di profughi e ogni giorno si allunga il tragico conto delle vittime che purtroppo vede donne e bambini colpiti in principal modo,
a porre in sede europea e in tutti gli organismi internazionali di cui è membro l'Italia l'emergenza umanitaria in Uganda e in Sudan, al fine di trovare una soluzione ai conflitti, anche attraverso un attivo impegno dell'ONU in questa direzione.
9/4725/8. Fioroni, Realacci, Rosato, Monaco, Reduzzi, Rusconi, Giovanni Bianchi.
La Camera,
premesso che:
le operazioni internazionali dei contingenti italiani impiegati al di fuori del
territorio nazionale prevedono, nell'ambito del mandato loro assegnato, di garantire la cornice di sicurezza, eventualmente in concorso con altri Paesi di una coalizione, al fine di consentire le attività di intervento umanitario iniziali e di contribuire direttamente alle attività di ripristino delle infrastrutture e dei servizi essenziali nella regione dove sono dislocati;
tali interventi umanitari e attività di ripristino richiedono anche l'impiego di fondi per la cooperazione internazionale, di competenza del Ministero degli affari esteri, da gestire a cura del personale impiegato nelle stesse operazioni;
l'esperienza maturata in questi ultimi anni nello svolgimento dei suddetti interventi di supporto alla pace ha evidenziato, in taluni casi, l'opportunità di un immediato supporto a favore della popolazione locale per sopperire a esigenze di prima necessità e di pubblica utilità anche da parte del contingente militare nazionale,
a prevedere che siano disponibili e prontamente spendibili, da parte dei comandanti dei contingenti nazionali impiegati in operazioni internazionali, risorse finanziarie da utilizzare, in via di urgenza, per interventi finalizzati a dare soluzione a esigenze di prima necessità, ivi comprese le attività di ripristino dei servizi essenziali in favore della popolazione locale, secondo modalità attuative da determinarsi di concerto tra il Ministero della difesa, il Ministero degli affari esteri ed il Ministero dell'economia e delle finanze.
9/4725/9.Fontana, Cossiga.
La Camera,
osservando con preoccupazione come si stiano moltiplicando le valutazioni e le analisi secondo le quali la produzione di oppiacei ed eroina starebbe nuovamente crescendo al di fuori di ogni controllo in Afghanistan;
ricordando come proprio dall'Afghanistan, negli anni passati, con la complicità delle mafie caucasiche e balcaniche, fosse alimentato il mercato europeo della droga e come l'Europa sia ancora una volta la destinazione finale degli oppiacei e dell'eroina prodotta in Afghanistan;
sottolineando come l'Afghanistan sia teatro di due importanti operazioni militari multinazionali: la prima, nota come Enduring freedom, sotto la diretta responsabilità del Comando centrale statunitense, con prioritarie funzioni di contrasto al terrorismo internazionale; la seconda, conosciuta come Isaf, attualmente sotto il comando e il controllo dell'Alleanza atlantica, finalizzata principalmente al sostegno della ricostruzione politico-istituzionale afghana;
evidenziando come, in particolare, le Forze armate italiane stiano al momento contribuendo direttamente alla seconda, con un proprio contingente di stanza a Kabul cui dovrebbe presto affiancarsi un secondo, destinato nel prossimo futuro ad assumere la guida di uno dei team provinciali di ricostruzione in via di allestimento;
ritenendo che, attraverso gli organi politico-militari dell'Alleanza atlantica, ed in particolare il Consiglio dell'Atlantico del Nord, l'Italia sia in grado di concorrere alla determinazione degli obiettivi da perseguire in Afghanistan,
ad adoperarsi in tutte le sedi opportune, affinché nel quadro degli sforzi della comunità internazionale per la ricostruzione politico-istituzionale dell'Afghanistan, venga posta in essere ogni iniziativa possibile diretta alla distruzione delle coltivazioni degli oppiacei.
9/4725/10. (Testo modificato nel corso della seduta) Bricolo.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 13-ter del decreto-legge in esame prevede la realizzazione di uno
studio epidemiologico di tipo prospettico seriale indirizzato all'accertamento dei livelli di uranio impoverito e di altri elementi potenzialmente tossici presenti in campioni biologici di militari impiegati nelle operazioni internazionali;
tale studio risulta finalizzato ad individuare eventuali situazioni espositive idonee a costituire fattore di rischio per la salute dei militari impiegati in operazioni internazionali;
ai fini dell'accertamento delle predette situazioni espositive, appare necessario verificare anche il livello di inquinamento chimico, fisico e radioattivo dei territori in cui operano i contingenti militari italiani,
ad assumere le necessarie iniziative affinché, ove possibile, siano svolte indagini per la verifica del livello di inquinamento chimico, fisico e radioattivo dei territori dove operano i contingenti militari italiani, anche tenendo conto delle indagini svolte dalla task-force dell'UNEP e dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio.
9/4725/11.Calzolaio, Molinari, Fumagalli, Pistone, Ballaman.
in relazione al dispiegamento del contingente militare italiano nell'Iraq meridionale e alle funzioni ad esso attribuite, a valutare l'opportunità di impartire le necessarie disposizioni al contingente militare italiano per garantire l'accesso e la circolazione degli imprenditori italiani nella regione dell'Iraq meridionale.
poteri ad un organismo provvisorio iracheno dalla composizione non ancora definita;
ad operare perché il dopoguerra iracheno venga affidato al controllo e all'iniziativa delle Nazioni Unite e perché vengano attuate le raccomandazioni contenute nel rapporto Brahimi inviato al Consiglio di sicurezza;
La Camera,
ad assumere ogni possibile iniziativa utile a prevenire e ridurre i rischi derivanti al personale, nelle varie condizioni di impiego operativo dal contatto o dalla esposizione a sostanze o situazioni potenzialmente patogene;
La Camera,
riconosciute qualità umane e professionali e spirito di sacrificio che hanno valso loro larghissimi e assolutamente meritati apprezzamenti;
a continuare a valutare con la massima attenzione tutti i fattori di rischio, collegati - soprattutto per i contingenti che operano in territorio iracheno - alla complessa e drammatica situazione che si è determinata in quel paese al fine di garantire condizioni di massima sicurezza;
La Camera,
ad istituire una commissione scientifica con esperti dell'APAT, dell'ISS, del CNR, dell'ENEA con il compito di:
La Camera,
e rinnovando la solidarietà alle famiglie delle vittime dell'attentato di Nassirya;
ad assumere ogni possibile iniziativa utile a prevenire e ridurre i rischi derivanti al personale, nelle varie condizioni di impiego operativo dal contatto o dalla esposizione a sostanze o situazioni potenzialmente patogene;
La Camera,
a continuare a valutare con la massima attenzione tutti i fattori di rischio, collegati - soprattutto per i contingenti che operano in territorio iracheno - alla complessa e drammatica situazione che si è determinata in quel paese al fine di garantire condizioni di massima sicurezza;
esaminato il disegno di legge di conversione del decreto-legge 20 gennaio 2004, n. 9;
considerato che:
gli imprenditori italiani, impegnati nella ricostruzione economica irachena o interessati a prendervi parte, non possono, per motivi di sicurezza, raggiungere Bassora ed altre aree della regione meridionale dell'Iraq, in particolare;
risulta che contingenti militari di altri paesi presenti attualmente in Iraq garantiscono, se opportunamente motivata, la sicurezza dei propri cittadini impegnati per ragioni di lavoro in Iraq;
gli obiettivi di pace sono garantiti anche da un pronto sviluppo economico che favorisce il benessere e una maggiore tutela dei diritti della popolazione;
sussiste un preciso interesse, anche da parte degli imprenditori iracheni, da anni impegnati in rapporti di collaborazione economica con l'Italia, a sviluppare opportunità di partnership con il nostro Paese;
9/4725/12. Polledri, Ballaman, Didonè.
premesso che:
il dopoguerra in Iraq è segnato da continui episodi di violenza, terrorismo e da crescenti rischi di caos e guerra civile;
il difficile e fragile compromesso raggiunto all'interno del Consiglio di Governo su una legge fondamentale provvisoria ha bisogno di essere accompagnato dalla comunità internazionale, assegnando alle Nazioni Unite la guida effettiva del processo di transizione in Iraq;
è indispensabile porre fine allo stato di occupazione militare del territorio iracheno e costituire una forza multinazionale sotto l'egida delle Nazioni Unite, anche attraverso il coinvolgimento di paesi arabi e di paesi che non hanno condiviso la guerra;
il 30 giugno la Coalition Provisional Authority (Autorità Provvisoria della Coalizione) dovrebbe sciogliersi e trasferire i
pertanto appare opportuno non compiere atti politici e militari che ostacolino tale trasferimento o che accentuino le attuali condizioni di insicurezza;
a ritirare il contingente italiano in Iraq se entro il 30 giugno non si siano realizzati atti visibili ed inequivoci di effettivo coinvolgimento dell'ONU.
9/4725/13 Violante, Castagnetti, Intini.
esprimendo apprezzamento per l'opera di ufficiali, sottoufficiali e soldati italiani impegnati in tutte le missioni internazionali e rinnovando la solidarietà alle famiglie delle vittime dell'attentato di Nassirya;
tenuto conto che:
l'impegno al di fuori dei confini nazionali delle Forze armate italiane coinvolge con carattere di periodicità una parte decisamente consistente del nostro strumento militare sia sotto il profilo della risorse umane sia sotto quello dei mezzi impiegati;
considerato che al personale impegnato nelle varie missioni sono state ampiamente riconosciute qualità umane e professionali e spirito di sacrificio che hanno valso loro larghissimi e assolutamente meritati apprezzamenti;
considerato che a tale dedizione deve corrispondere ogni possibile attenzione istituzionale, nei vari teatri operativi con particolare riguardo a quello iracheno, dove la situazione è particolarmente impegnativa e pericolosa;
ad emanare specifiche direttive per:
predisporre idonee misure organizzative per provvedere ad una adeguata attività di tutela della salute del personale militare impiegato o da impiegare in missioni internazionali, anche attraverso le strutture della sanità militare;
predisporre apposite convenzioni per consentire alla sanità militare di operare congiuntamente con centri ricerche qualificati e con le Università pubbliche;
consentire in via amministrativa la possibilità di sostenere economicamente il personale colpito da patologie presumibilmente derivanti dalle condizioni indicate in premessa.
9/4725/14.Ruzzante.
esprimendo apprezzamento per l'opera di ufficiali, sottoufficiali e soldati italiani impegnati in tutte le missioni internazionali e rinnovando la solidarietà alle famiglie delle vittime dell'attentato di Nassirya;
tenuto conto che:
l'impegno al di fuori dei confini nazionali delle Forze armate italiane coinvolge con carattere di periodicità una parte decisamente consistente del nostro strumento militare sia sotto il profilo delle risorse umane sia sotto quello dei mezzi impiegati;
considerato che al personale impegnato nelle varie missioni sono state ampiamente
considerato che a tale dedizione deve corrispondere ogni possibile attenzione istituzionale al fine di garantire, nei vari teatri operativi, e con particolare riguardo a quello iracheno, condizioni di massima sicurezza;
nelle modalità di impiego degli uomini e dei mezzi;
nelle dotazioni di protezione individuale;
nelle dotazioni di difesa dei mezzi impiegati;
nella tutela della salute del personale impiegato.
9/4725/15.(Testo modificato nel corso della seduta) Minniti, Ruzzante.
esprimendo apprezzamento per l'opera di ufficiali, sottoufficiali e soldati italiani impegnati in tutte le missioni internazionali e rinnovando la solidarietà alle famiglie delle vittime dell'attentato di Nassirya;
tenuto conto che:
impegno al di fuori dei confini nazionali delle Forze armate italiane coinvolge con carattere di periodicità una parte decisamente consistente del nostro strumento militare sia sotto il profilo delle risorse umane sia sotto quello dei mezzi impiegati;
considerato che al personale impegnato nelle varie missioni sono state ampiamente riconosciute qualità umane e professionali e spirito di sacrificio che hanno valso loro larghissimi e assolutamente meritati apprezzamenti;
considerato che a tale dedizione deve corrispondere ogni possibile attenzione istituzionale, nei vari teatri operativi con particolare riguardo a quello iracheno, dove la situazione è particolarmente impegnativa e pericolosa;
tenuto conto che l'uso di munizionamento ad uranio impoverito e la particolare natura degli obiettivi colpiti durante le azioni militari hanno determinato condizioni di inquinamento fisico, chimico e radioattivo;
valutare l'inquinamento chimico, fisico e radioattivo di armamenti ad uranio impoverito sui teatri operativi al di fuori dei confini nazionali dove hanno operato contingenti militari italiani;
condurre un'indagine sanitaria su tutti i militari inviati in missione per operazioni internazionali dal 1990 utilizzando anche i dati raccolti dalle commissioni istituite dal Ministero della difesa e dell'ambiente;
accertare le cause di malattie e decessi di militari italiani impegnati in missioni all'estero dal 1990 al 2004;
riferire in Parlamento sui lavori di tale Commissione.
9/4725/16.Rotundo.
esprimendo apprezzamento per l'opera di ufficiali, sottoufficiali e soldati italiani impegnati in tutte le missioni internazionali
tenuto conto che:
l'impegno al di fuori dei confini nazionali delle Forze armate italiane coinvolge con carattere di periodicità una parte decisamente consistente del nostro strumento militare sia sotto il profilo delle risorse umane sia sotto quello dei mezzi impiegati;
considerato che al personale impegnato nelle varie missioni sono state ampiamente riconosciute qualità umane e professionali e spirito di sacrificio che hanno valso loro larghissimi e assolutamente meritati apprezzamenti;
considerato che a tale dedizione deve corrispondere ogni possibile attenzione istituzionale, nei vari teatri operativi con particolare riguardo a quello iracheno, dove la situazione è particolarmente impegnativa e pericolosa;
ad emanare specifiche direttive per realizzare, avvalendosi delle competenze e delle capacità di misurazione e controllo esistenti nei reparti e negli enti militari, un sistema standardizzato che consenta di disporre nei vari teatri operativi di una completa ed esauriente «mappa dei rischi» e a riferire periodicamente nelle sedi parlamentari sui dati in essa contenuti.
9/4725/17.Pinotti.
esprimendo apprezzamento per l'opera di ufficiali, sottoufficiali e soldati italiani impegnati in tutte le missioni internazionali e rinnovando la solidarietà alle famiglie delle vittime dell'attentato di Nassirya;
tenuto conto che:
l'impegno al di fuori dei confini nazionali delle Forze armate italiane coinvolge con carattere di periodicità una parte decisamente consistente del nostro strumento militare sia sotto il profilo delle risorse umane sia sotto quello dei mezzi impiegati;
considerato che al personale impegnato nelle varie missioni sono state ampiamente riconosciute qualità umane e professionali e spirito di sacrificio che hanno valso loro larghissimi e assolutamente meritati apprezzamenti;
considerato che a tale dedizione deve corrispondere ogni possibile attenzione istituzionale al fine di garantire, nei vari teatri operativi, e con particolare riguardo a quello iracheno, condizioni di massima sicurezza;
nelle modalità di impiego degli uomini e dei mezzi;
nelle dotazioni di protezione individuale;
nelle dotazioni di difesa dei mezzi impiegati;
nella tutela della salute del personale impiegato.
9/4725/18.Ascierto.