![]() |
![]() |
![]() |
...
La seduta, sospesa alle 9,45, è ripresa alle 10,10.
COSIMO VENTUCCI, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
COSIMO VENTUCCI, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, vorrei far presente che si è resa necessaria una riformulazione di carattere meramente formale della parte conseguenziale dell'articolo aggiuntivo del Governo 23.01. Al comma 1, lettere a), b), e c), venivano apportate modificazioni ad una norma, l'articolo 34 del decreto-legge n. 269 del 2003, che a sua volta apportava modifiche ad altre disposizioni di legge. La nuova formulazione dei commi 1, 2 e 3 riferisce correttamente le medesime modificazioni alle norme direttamente interessate.
PIERO RUZZANTE. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIERO RUZZANTE. Signor Presidente, ho ascoltato la dichiarazione del Governo che mi era stata, peraltro, preannunciata. Vorrei chiedere, a questo punto, una breve riunione del Comitato dei nove per valutare il merito delle modificazioni proposte dal Governo.
PRESIDENTE. Prendo atto che il relatore è d'accordo e che non vi sono obiezioni.
Sospendo pertanto la seduta.
La seduta, sospesa alle 10,15, è ripresa alle 10,45.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Boato 21.30.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lusetti. Ne ha facoltà.
RENZO LUSETTI. Con questo emendamento, che reca la firma dell'onorevole Boato e di altri colleghi, vogliamo consentire alla Lega di riscattarsi; prego pertanto i colleghi della Lega di ascoltare con grande attenzione (Commenti dei deputati del gruppo della Lega Nord Federazione Padana). Ho visto infatti che ieri alcuni emendamenti proposti dalla Lega solo per pochissimi voti non sono passati; immagino che qualcuno si sia sbagliato a votare o che qualcun altro abbia avuto qualche problema: sta di fatto che quegli emendamenti non sono passati.
Però, colleghi della Lega, poiché voi siete sempre molto attenti al federalismo, in ogni vostra dichiarazione, e poiché il vostro leader, che è anche ministro delle riforme, è attentissimo alla devolution e alle competenze di tutto il comparto delle autonomie, vorrei riprendere questa vostra cultura molto forte delle autonomie, posto che l'emendamento 21.30 non lascia il CIPE da solo nella determinazione delle tariffe. Si chiede, infatti, che, su proposta del ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il ministro dell'economia e delle finanze (parlo, quindi, dell'attuale ministro Tremonti), sentita la Conferenza Stato-regioni, il CIPE possa fissare i criteri per le revisioni dei piani finanziari delle concessionarie autostradali. Il riferimento alla Conferenza Stato-regioni significa che vogliamo imprimere una sorta di accelerazione al modello delle autonomie, cioè al rispetto e alla tutela del mondo delle autonomie.
Mi rivolgo, quindi, ai colleghi della Lega, ma più in generale a tutti i colleghi della maggioranza che hanno una derivazione, sul piano della cultura politica (parlo di quella sturziana), che riserva grande attenzione al mondo delle autonomie. Sono convinto che se c'è qualcuno in mezzo a voi, colleghi della maggioranza, attento al mondo delle autonomie, allora noi potremo approvare questo emendamento
- recuperando alcune radici culturali, che forse abbiamo perso -, perché è importante che per ogni atto nazionale governativo vi sia il parere della Conferenza Stato-regioni. In caso contrario, rischiamo di comprimere tutto quel mondo delle autonomie locali, al rispetto del quale tutti i giorni noi vi chiamiamo e verso il quale troppo spesso il Governo è distratto (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-L'Ulivo e dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vigni. Ne ha facoltà.
FABRIZIO VIGNI. L'articolo 21, che riguarda le concessioni autostradali, ha lo scopo di favorire nuovi investimenti attraverso incrementi tariffari. Esso, dunque, rappresenta l'occasione giusta per fare il punto anche sulle politiche del Governo in tema di infrastrutture, che rappresenta uno dei cinque famosi punti del «contratto con gli italiani».
Abbiamo già detto ieri come il Presidente del Consiglio continui a raccontare favole su questo punto, parlando - come ha fatto ad esempio di recente in televisione - di 80 mila miliardi di vecchie lire, che sarebbero già stati deliberati dal CIPE. È una bugia, perché il CIPE ha deliberato, ad oggi, sulla base dei finanziamenti effettivamente disponibili, provenienti dalla legge n. 166 del 2002 e dalle ultime finanziarie, meno di 4 miliardi di euro, ovvero meno del 10 per cento di quanto racconta il Presidente del Consiglio, che parla anche di cantieri aperti per opere, come ad esempio il MOSE, che non solo non hanno a tutt'oggi cantieri aperti, ma non hanno neppure il progetto esecutivo! Sarebbe il primo miracolo al mondo di un'opera pubblica avviata in assenza di un progetto!
Vale la pena commentare quanto il ministro Tremonti, secondo il quale il Governo avrebbe fatto miracoli per quanto riguarda le opere pubbliche, ha sostenuto di recente sulle pagine del Corriere della sera. Egli ha scritto testualmente: «Negli anni novanta, gli investimenti pubblici erano stati sistematicamente tagliati. Dal 2001, con la legge obiettivo e con nuovi strumenti finanziari, si è invertita la tendenza. Combinando capitali pubblici e privati, si mobilizza una massa finanziaria pari ad oltre 165 miliardi di euro. Abbiamo trovato "i cassetti vuoti". Abbiano dovuto progettare e partire da zero e questo spiega il ritardo, ma i cantieri stanno aprendo da ovest ad est, da nord a sud». Sono affermazioni del ministro Tremonti.
Si tratta di bugie clamorose che è facile smentire. Per quanto riguarda gli investimenti, i dati parlano chiaro: dal 2001 si è invertita la tendenza, ma nel senso di una riduzione e non di una ripresa degli investimenti per opere pubbliche. Dal 1996 al 2001, con i Governi dell'Ulivo vi è stata una significativa ripresa, dopo il crollo dei primi anni novanta, nonché un incremento medio annuo pari al 10,6 per cento. Dal 2001, con il Governo Berlusconi, il trend positivo si interrompe: dal 2001 al 2003, secondo la stima del CNEL, la riduzione è di circa del 15 per cento e con la legge finanziaria per il 2004 vi è un ulteriore taglio del 13 per cento. Erano state promesse 270 grandi opere per un costo totale di 125 miliardi di euro, ma ne sono stati stanziati ad oggi appena 5,3. Gli investimenti pubblici per le infrastrutture strategiche, nel triennio 2002-2004, sono meno del 20 per cento, rispetto a quanto era stato previsto dalla tabella di marcia. Basta fare due conti per capire che, di questo passo, il piano delle grandi opere sarà completato nel 2079.
Non è vero, al tempo stesso, che il Governo in carica ha trovato il deserto e che ora non si fa altro che aprire cantieri: il Governo in carica si è trovato di fronte a cantieri aperti ed opere in corso (mi riferisco, ad esempio, ai lavori per l'alta capacità ferroviaria, avviati dal precedente Governo), mentre i ritardi del Governo Berlusconi, evidenziati impietosamente da tutti i centri studi del settore, nonché da un recente dossier di Confindustria, sono oramai evidentissimi.
L'unico cantiere che sta per aprire con le procedure previste dalla legge obiettivo è quello del maxi lotto per proseguire i lavori, anche essi avviati dal precedente Governo, sulla Salerno-Reggio Calabria.
Se poi si allarga lo sguardo oltre il settore dei trasporti, la visione è ancora più desolante: risultano dimezzati i finanziamenti per la difesa del territorio dal rischio di frane ed alluvioni e ridotti drasticamente quelli per le riqualificazioni delle città, per l'edilizia scolastica e per le reti idriche. Come se non bastasse, la politica dell'attuale Governo per le infrastrutture contraddice clamorosamente la necessità di un riequilibrio del sistema dei trasporti a favore delle modalità a più basso impatto ambientale, come le ferrovie ed il trasporto per mare.
Dunque, anche le norme di cui stiamo discutendo, che riguardano gli investimenti del settore autostradale, si collocano all'interno di un quadro di riferimento di una politica per le infrastrutture ed i trasporti che, come si vede, è non solo sbagliata ma, dopo tre anni di Governo, del tutto fallimentare (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Boato 21.30, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 402
Maggioranza 202
Hanno votato sì 178
Hanno votato no 224).
Prendo atto che gli onorevoli Filippo Drago, Garagnani, Caminiti, Volontè, De Brasi e Ventura non sono riusciti a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Boato 21.31.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lusetti. Ne ha facoltà.
RENZO LUSETTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'emendamento in esame riguarda la durata dell'intervallo temporale tra le revisioni successive della formula tariffaria. Prevedere cinque anni al posto di dieci significherebbe intervenire in modo più rapido e flessibile sul tema delle concessioni autostradali, senza penalizzare nessuno.
È semplicemente un modo per restituire una sorta di elasticità al mondo delle concessioni autostradali e, soprattutto, è anche un modo per svolgere alcune verifiche sul piano della tutela dell'utenza, dello sviluppo degli investimenti, della salvaguardia delle infrastrutture. Quindi, non si tratta di una semplice modifica, di un semplice cambio temporale, in quanto ciò serve innanzitutto a consentire, agli operatori da un lato e al Governo dall'altro, di verificare come si possa procedere e di accertare l'esistenza di eventuali mancanze o di situazioni positive che possano consentire una riqualificazione degli investimenti nelle infrastrutture.
Dunque, non si tratta di un emendamento per far perdere tempo, ma di una proposta significativa ed importante che interviene nel merito e nel contenuto della norma.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Raffaldini. Ne ha facoltà.
FRANCO RAFFALDINI. Signor Presidente, colgo l'occasione di questo emendamento per riproporre alcune domande, una delle quali è la seguente: per quale motivo si interviene per legge sul sistema di regolazione delle concessioni autostradali, vale a dire su un sistema regolato e da regolare per via amministrativa? Intervenendo per via legislativa si crea, in primo luogo, una sorta di mostro giuridico, nel senso che la madre di tutte le regole resta la convenzione-tipo, dalla quale discendono le convenzioni in essere, con le società concessionarie, con tutte le
modalità di regolazione delle tariffe, degli investimenti, dei servizi, degli anni di concessione e quant'altro. Successivamente, si interviene per regolare una singola parte del tutto, ovvero quella che riguarderà il rapporto tra tariffe e investimenti per eventuali nuovi atti aggiuntivi e lo si fa proprio per legge, producendo - lo ripeto - un mostro giuridico.
In secondo luogo, si può rilevare il fatto che le modifiche al sistema tariffario, già previste dalla delibera CIPE e dall'approvazione del IV atto aggiuntivo, dovrebbero essere atti regolatori standard. Invece, intervenendo per legge, si legano le mani al regolatore pubblico per il futuro.
Inoltre, l'articolo 21 rappresenta l'ammissione che il Governo non dispone delle risorse per realizzare le opere pubbliche e le infrastrutture annunciate e chiede dunque ai cittadini di pagarsele attraverso le tariffe. Berlusconi a Porta a Porta ha, anche recentemente, rinnovato una sua clamorosa bugia, vale a dire il fatto che il CIPE avrebbe stanziato per le grandi opere circa 80 mila miliardi di vecchie lire. In realtà, sappiamo bene - basta osservare i dati sul sito del CIPE - che le risorse stanziate per la cosiddetta legge-obiettivo sono pari a meno di 4 miliardi di euro, ovvero meno di 8 mila miliardi di vecchie lire, ovvero meno del 10 per cento di quanto Berlusconi ha annunciato a Porta a Porta.
Ad adiuvandum, vorrei rivolgere, rispetto a tutta questa propaganda e a questa azione di fuoco propagandistica, una domanda al Presidente Berlusconi e al ministro Lunardi: i 192 milioni di euro promessi al sindaco di Milano Albertini, alla presidente della provincia Colli, al presidente della regione Formigoni, per il completamento della rete metropolitana milanese, dove sono finiti? Vi è stata una specifica riunione con il Presidente del Consiglio e con tutti i ministri e parlamentari della maggioranza lombardi. Questo era il contratto che Berlusconi ha sottoscritto con Milano e, in questi giorni, invece continua a dire che i soldi non ci sono e che il contratto non può essere rispettato!
Ciò non ci rende felici perché vorremmo che l'Italia disponesse di adeguate infrastrutture, che si potesse decidere sulle priorità, contare su adeguate risorse e stipulare le necessarie intese con le regioni e gli enti locali; purtroppo, così non è (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Vianello. Ne ha facoltà.
MICHELE VIANELLO. Signor Presidente, questo dibattito potrebbe sembrare a molti italiani abbastanza astratto; sennonché, un aumento delle tariffe andrà effettivamente ad incidere sulle tasche degli automobilisti e, quindi, dei cittadini. A questo proposito desidero fare l'esempio, assolutamente concreto, di una grande opera, nell'ambito di quelle opere strategiche che il Presidente Berlusconi andò a disegnare sulla lavagnetta nel corso della trasmissione Porta a Porta, vale a dire il passante di Mestre. Una grande opera conosciuta da tutti; una di quelle opere che, secondo il ministro Lunardi e il Presidente Berlusconi, dovrebbe essere finanziata attraverso la cosiddetta finanza di progetto. Naturalmente, per la parte privata, quota parte delle risorse dovrebbero provenire dalle tre società Autostrade, Padova-Venezia e Autovie venete. Questo decreto-legge dovrebbe, quindi, servire, attraverso gli aumenti tariffari, a trovare le risorse per poter intervenire (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zanella. Ne ha facoltà.
LUANA ZANELLA. Signor Presidente, nel preannunciare il voto favorevole su quest'emendamento, che abbiamo anche sottoscritto, desidero soffermarmi su alcune considerazioni svolte poc'anzi dai colleghi intervenuti e far rilevare la nostra contrarietà a trasfondere nello strumento legislativo quanto è invece chiaramente di competenza del Governo e del CIPE.
Non si comprende infatti perché il sistema di regolazione delle concessioni stradali - sistema che è regolato per via amministrativa secondo le modalità indicate dai colleghi Vigni ed altri - sia, a questo punto, regolato da un emendamento presentato al decreto-legge in esame; quindi, anziché scegliere la strada della convenzione-tipo e la via amministrativa, si interviene per via legislativa. Sarà un caso, ma mi domando cosa abbia suggerito quest'esito del travagliato dibattito intorno sull'articolo 21 del provvedimento. Ricordo che questo pasticcio ha un'origine molto precisa; essa, infatti, è insita nel conflitto, in atto all'interno del Governo, tra i ministri Lunardi e Tremonti in ordine alle risorse, che in realtà non ci sono, da destinare al finanziamento di tutte le opere prioritarie strategiche che sono ormai centinaia.
Per quanto riguarda poi quello che il CIPE avrebbe dovuto decidere il 29 gennaio del 2004, cioè l'aumento dei pedaggi autostradali sulla rete gestita dalla società Autostrade, vi è stato un vero e proprio stop da parte del nucleo di valutazione del NARS. Ora, si sostiene ancora che questi aumenti deriverebbero da obblighi contratti nella convenzione stipulata tra ANAS e società autostradale.
Il CIPE non ha approvato il testo della convenzione e, pertanto, al fine di ottenerne l'assenso, sarebbe stato necessario proporre un altro quadro di regole.
Il Governo sostiene che gli aumenti dei pedaggi sono necessari per finanziare un ulteriore piano di investimenti della Società autostrade per l'Italia Spa per ben 4.685 milioni di euro, secondo quanto previsto dall'atto aggiuntivo del 2002. Va ricordato che la Società autostrade per l'Italia Spa ha eseguito solo il 15 per cento delle opere di cui al piano finanziario sottoscritto nel 1997. Tali opere ammontavano a circa 4.500 milioni di euro, mentre l'atto aggiuntivo del 2002 prevede 4.685 milioni di euro. Il fatto che ci si sia limitati al 15 per cento delle opere ha determinato immobilizzazioni finanziarie non previste dal piano.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Boato 21.31, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 409
Votanti 408
Astenuti 1
Maggioranza 205
Hanno votato sì 185
Hanno votato no 223).
Prendo atto che gli onorevoli Carra, De Brasi, Testoni, Ventura e Volontè non sono riusciti a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Boato 21.32.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Iannuzzi. Ne ha facoltà.
TINO IANNUZZI. Signor Presidente, la discussione che stiamo conducendo sul provvedimento in esame, in particolare sull'articolo 21 relativo al sistema delle tariffe previste dalle concessioni autostradali e alle revisioni ed agli aggiornamenti delle stesse, costituisce un'occasione importante per una riflessione da parte della Camera sulla politica infrastrutturale del nostro paese.
Si tratta di un punto chiave dell'offensiva mediatica condotta dalla maggioranza, durante la campagna elettorale e, successivamente, con l'avvento del Governo Berlusconi, incrociando l'esigenza, a nostro avviso assolutamente condivisibile, di compiere ogni sforzo per l'adeguamento, il potenziamento e l'ammodernamento del sistema infrastrutturale complessivo del paese.
Siamo giunti alla fine del terzo anno della legislatura ed è dunque possibile tracciare un bilancio consuntivo fondato non sugli slogan o sulle rispettive posizioni politiche, bensì sull'analisi degli impegni che sono stati assunti e dei risultati concretamente
raggiunti, soprattutto per quanto attiene al volume di finanziamenti effettivamente erogati, ai cantieri aperti e alla prosecuzione dei lavori riguardanti la rete delle principali infrastrutture necessarie per il paese.
Noi abbiamo sottolineato sin dall'inizio come in questo campo sia necessario confrontarsi con due realtà assolutamente ineliminabili nel settore della politica delle opere pubbliche e delle infrastrutture: da un lato, la concreta disponibilità delle risorse finanziarie per portare a compimento i programmi di ammodernamento infrastrutturale; dall'altro, la capacità organizzativa, amministrativa, tecnica, manageriale e burocratica complessiva dell'amministrazione dei lavori pubblici a seguirne l'iter, per sua natura articolato, complesso e ricco di ostacoli procedurali, che in qualche misura devono essere affrontati e superati con tempestività.
Noi abbiamo sottolineato sin dall'inizio come in questo campo sia necessario effettuare una serie di scelte precise, legate all'identificazione di una griglia ristretta di vere, grandi ed effettive priorità nella politica infrastrutturale, che devono essere ravvisate in quelle opere capaci di far compiere un vero e proprio salto di qualità a settori rilevanti del nostro territorio nazionale, cioè in quelle opere che costituiscano davvero un valore aggiunto nel complesso del sistema della mobilità e delle attività economiche e produttive di vaste aree territoriali del nostro paese.
Noi abbiamo sottolineato, invece, sin dall'inizio come la via intrapresa dal Governo con la legge obiettivo e, soprattutto, con la prima delibera attuativa del CIPE del 21 dicembre 2001 non abbia fatto i conti con la realtà e con l'esiguità delle risorse disponibili, che non soltanto non sono aumentate nel settore delle infrastrutture, ma anzi sono diminuite, sia nel 2002 sia nel 2003, ed hanno subito, nel 2004, una drastica riduzione di circa il 13 per cento. D'altro lato, la stessa capacità organizzativa della pubblica amministrazione dei lavori pubblici è rimasta sostanzialmente inalterata.
Qual è la realtà? La realtà è che, scegliendo di non scegliere, in questi tre anni abbiamo ascoltato una marea di slogan, di annunci, di indicazioni relative a flussi di finanziamento che sarebbero arrivati e a cantieri che sarebbero stati aperti. Invece, il concreto consuntivo che possiamo registrare è ben diverso: in realtà, non si è data priorità ad alcuna scelta precisa e, quindi, anche le opere più importanti che il paese attende - dall'ammodernamento del sistema autostradale e del sistema ferroviario al potenziamento ed adeguamento della rete idrica - a tutt'oggi non hanno ricevuto adeguata risposta, anche perché (come illustreremo nel corso degli interventi sull'articolo 21 del provvedimento in esame) il meccanismo di procacciamento di una grande quantità di capitali privati attraverso il ricorso alla finanza di progetto, fino ad oggi ha mostrato di non funzionare e di non fornire i risultati che ci si prefiggeva di raggiungere. Infatti, per potere assicurare alla finanza di progetto di realizzare la sua funzione, occorre dare certezza a tre variabili costituite dai tempi complessivi di esecuzione dell'opera, dai costi complessivi del progetto e dalla redditività dei flussi di cassa che possono derivare dalla concreta gestione dell'opera pubblica a cui il privato ha concorso.
Ecco perché noi sottolineiamo come, anche da questo punto di vista, l'iniziativa del Governo e i tanti annunci non abbiano portato risultati positivi, perché non sono stati sciolti i veri nodi che ostacolano il procacciamento di risorse finanziarie private rilevanti attraverso il ricorso alla finanza di progetto (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vianello. Ne ha facoltà.
MICHELE VIANELLO. Riprendo la narrazione iniziata nel mio intervento precedente.
Stavo parlando del passante di Mestre che dovrebbe essere, secondo il Governo e secondo l'impianto complessivo del decreto-legge
in esame, una delle opere finanziate in parte dalle società autostradali, alle quali - per mezzo di questo provvedimento - voi consentite di aumentare i pedaggi per poter finanziare l'opera. Invito il relatore e i colleghi della maggioranza a consultare la delibera del CIPE dell'8 febbraio 2004, che si riferisce alle nuove modalità di finanziamento del passante di Mestre. Se leggete quella delibera, vi accorgete che il passante di Mestre, che - secondo quanto Berlusconi ha spiegato alla trasmissione di Vespa e a tutta l'Italia - è una grande opera della finanza di progetto, è finanziata attraverso le procedure previste dalla legge n. 443 del 2001 (cioè dalla legge obiettivo) nel seguente modo: il 60 per cento è a carico del bilancio Stato, il 40 per cento a carico dell'ANAS.
Mi spiegate che finanza di progetto è questa? Mi spiegate che cosa ci mettono di tasca loro le società di gestione autostradale? Mi spiegate perché dovete regalare loro anche l'aumento dei pedaggi, nonostante che i soldi siano stati messi, al 100 per cento, dallo Stato italiano? Mi spiegate quale truffa è questa, ai danni dei cittadini? Abbiate il coraggio di affermare che avete perso cinque anni sul passante di Mestre, scegliendo la concessione diretta, incorrendo in una procedura di infrazione comunitaria e, alla fine, finanziando tutto con fondi dello Stato.
Ci avete fatto perdere cinque anni su un nodo fondamentale per l'Italia. Vi pare che questo sia il modo di procedere? Quanto è credibile Berlusconi che, in una trasmissione televisiva, afferma di avere risolto questo problema? Quanto siete credibili quando andate in giro a spiegare che questa è finanza di progetto (60 per cento a carico del bilancio dello Stato e 40 per cento a carico dell'ANAS!) Potevate iniziare da subito addebitando l'intero onere allo Stato. Sarebbe stato più semplice, sarebbe stato un percorso più lineare ed oggi i cantieri sarebbero aperti (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo e della Margherita, DL-L'Ulivo). Altro che i provvedimenti che state facendo voi! Altro che questi provvedimenti!
Allora, le discussioni non si fanno in teoria, ma si fanno nella pratica, nei cantieri che realmente si aprono. Invito i colleghi a prendere la delibera CIPE dell'8 febbraio 2004: da essa emerge l'inconsistenza di questo provvedimento e la vera truffa che si fa ai danni dei cittadini italiani. Regalate soldi alle società di gestione delle autostrade che in cambio non mettono una lira! Questa è la realtà con la quale state gestendo le infrastrutture in Italia (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-L'Ulivo, di Rifondazione comunista e Misto-Comunisti italiani)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Duca. Ne ha facoltà.
EUGENIO DUCA. Signor Presidente, chiedo che l'emendamento che ci apprestiamo a votare - mi rivolgo ai colleghi e anche al Governo - venga sostenuto con obiettività. Perché prorogare il limite temporale in cui poter rimodulare gli aumenti tariffari, vale a dire le tasse ai cittadini, fino a 10 anni? Perché volete a tutti i costi aumentare le tasse agli automobilisti (perché di questo si tratta)? Perché volete aumentare le tasse sulle merci italiane, che sono già in evidente difficoltà competitività? Perché volete tassare le imprese italiane? Infatti, dietro questo articolo, in realtà, c'è un enorme prelievo dalle tasche dei cittadini automobilisti, delle merci e delle imprese italiane, che così vengono appesantite ulteriormente nel mercato competitivo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dario Galli. Ne ha facoltà.
DARIO GALLI. Signor Presidente, faccio perdere soltanto un minuto all'Assemblea ma per amore della verità alcune cose non possono passare così sotto silenzio. Ricordo al collega Vianello, che ha appena
parlato, che cinque anni fa - è vero che la matematica può essere anche un'opinione - non governava il centrodestra e quindi forse, come minimo, dovrebbe cambiare riferimenti (Applausi dei deputati dei gruppi della Lega Nord Federazione Padana e di Forza Italia)! Vorrei ricordare che le autostrade italiane sono state regalate, ma veramente nel senso fisico del termine, dal centrosinistra ad alcune potenti famiglie italiane, che certamente non sono comuniste, ma ha fatto loro comodo essere amiche dei colleghi del centrosinistra.
Per quanto riguarda il passante di Mestre, ricordo che la Lega Nord, quando era in carica il vostro Governo, in occasione dell'esame di cinque leggi finanziarie di seguito ha chiesto di finanziare il passante di Mestre e per cinque leggi finanziarie di seguito voi non l'avete fatto (Applausi dei deputati dei gruppi della Lega Nord Federazione Padana e di Forza Italia)! Comunque, alla fine, con qualche difficoltà, il problema è stato affrontato e verrà risolto da questa maggioranza.
Quindi, colleghi, ognuno qui dice quello che vuole, come è giusto che sia, ma almeno sui dati e sui numeri cerchiamo di essere persone serie (Applausi dei deputati dei gruppi della Lega Nord Federazione Padana e di Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Campa. Ne ha facoltà.
CESARE CAMPA. Signor Presidente, certo, ci vuole coraggio da parte del collega Vianello, che si erge sempre a difesa di Venezia e del territorio, a parlare in questi termini sul passante di Mestre, dimenticando non solo le gravi responsabilità della sua parte politica, che in tutti questi anni non ha dato risposte concrete al problema, ma dimenticando anche l'opera deleteria che sta conducendo il fronte del «no», da lui capeggiato a Venezia e non solamente per il passante, ma anche per il MOSE e per tutte le opere che si intendono realizzare a salvaguardia di quel territorio. Ci vuole veramente del coraggio, amico Vianello, che sempre ti ergi ad unico deputato di Venezia, a parlare qui in maniera diversa da come ti comporti nel territorio! Fai il capo di quel fronte del «no» che purtroppo da troppi anni sta piegando la città e l'hinterland veneziano alla immobilità più assoluta. Chiedi ai tuoi colleghi sindaci per quale motivo fanno ancora oggi ricorso sul passante di Mestre: non mescolare ebrei con samaritani!
Ci vuole coraggio qui a sostenere delle teorie diverse da quelle che si sostengono a Venezia, dove si dice che, se le opere non vengono avviate, la colpa è tutta del Governo Berlusconi! Qui magari si raccolgono 140 firme per inviare una petizione al commissario europeo, per sospendere le iniziative finalmente poste in essere dopo un lungo periodo, dopo il parere favorevole di tutti i Governi di tutti i colori! Il merito di Berlusconi è quello di avere finanziato le opere; tu oggi stai cercando di bloccarle!
Penso che questi emendamenti siano da respingere e che con coraggio si debba andare avanti per dare una fonte di speranza alle nostre città, che purtroppo sono assediate dall'inquinamento, grazie anche ad un passante che non si è ancora potuto realizzare a causa della vostra insipienza (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza nazionale)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zanella. Ne ha facoltà.
LUANA ZANELLA. Signor Presidente, vorrei dire innanzitutto che le dichiarazioni del collega Dario Galli mi sembrano abbastanza stravaganti, dal momento che la Lega Nord - evidentemente egli conosce poco la politica locale - si è contraddistinta per una battaglia, soprattutto da parte dei sindaci, contro questo passante. Penso che il collega Dario Galli sappia che il territorio interessato dal passaggio del passante - che non sarà certo indolore, anzi - coinvolge i comuni amministrati anche dalla Lega Nord e non certo dal centrosinistra. Ma qui, collega Galli, collega Campa, si parla di una cosa molto
precisa che dovrebbe interessare tutti i deputati di quest'aula; si parla cioè di una politica dei trasporti, di una politica delle infrastrutture che fa acqua da tutte le parti e che cerca di bypassare le normative europee! E quando le nostre leggi non sono funzionali alle stravaganze di questo Governo, si cambia la legge, in questa come in altre situazioni!
Io ricordo che il nostro Governo si è impegnato con l'Europa, si è impegnato con Bolkestein. Non è certo il centrosinistra, quindi, ma l'Europa che ha posto delle condizioni a questa modalità veramente forsennata di predisporre gli atti che dovevano regolare anche la realizzazione di una delle opere strategiche ritenute fondamentali! Quindi, i ricorsi sono stati presentati da parte di chi si vedeva stravolgere il territorio ed anche i propri impegni con l'elettorato, con i cittadini e le cittadine, e quindi si è visto costretto a ricorrere all'Europa. Si tratta - ha fatto bene il collega Vianello a richiamare alla nostra attenzione la recentissima delibera CIPE - di non ingannare la cittadinanza, dicendo che le opere si fanno con la finanza di progetto, quindi con una esposizione finanziaria relativa da parte dello Stato, perché, in realtà, si fa tutto a carico dello Stato, comprese le prospettate tariffe, che aumenteranno! Quindi, non soltanto bypassiamo le nostre leggi, le nostre promesse, anzi, le vostre promesse elettorali, i vostri impegni di Governo, ma addirittura si fuoriesce della normativa europea, e penso che l'Europa di questo debba essere informata.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Stradiotto. Ne ha facoltà.
MARCO STRADIOTTO. Signor Presidente, gli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto mi hanno convinto ad intervenire per fare un po' di chiarezza rispetto al problema in discussione.
Voglio rispondere in modo particolare al collega Campa. Lui sa benissimo come si sono svolti gli eventi riguardo alla vicenda del passante di Mestre. Sa benissimo, ad esempio, che, se fosse stato lui assessore ai lavori pubblici della regione Veneto, forse oggi i lavori per la realizzazione del passante sarebbero stati già iniziati.
Dobbiamo riconoscere, quindi, le responsabilità dei singoli, e credo che dall'intervento dell'onorevole Vianello emerga chiaramente che, quando egli sosteneva che si sono persi cinque anni, si riferiva alla giunta regionale, e sicuramente non al Governo centrale.
In particolare, in questi ultimi mesi, grazie al lavoro del commissario per le opere straordinarie del nord-est nominato dal ministro delle infrastrutture e dei trasporti, l'architetto Mainardi, si è riuscito ad instaurare un dialogo con le amministrazioni locali che avevano proposto ricorso...
PRESIDENTE. Onorevole Stradiotto, si avvii a concludere.
MARCO STRADIOTTO. ...contro la costruzione...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Stradiotto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ruzzante. Ne ha facoltà.
PIERO RUZZANTE. Signor Presidente, non interverrò nel merito della questione del passante di Mestre, sulla quale sono già intervenuti altri colleghi e sulla quale il dibattito continuerà anche nel corso dell'esame delle proposte emendative successive, ma vorrei riprendere l'intervento dell'onorevole Dario Galli.
In quest'aula le battaglie si fanno fino in fondo, caro onorevole Dario Galli. Vorrei ricordare, infatti, che ieri sono stati presentati dal gruppo della Lega Nord Federazione Padana tre emendamenti sui quali l'opposizione ha votato a favore (quello sul consorzio Polieco, quello sull'Agensud e l'emendamento Fontanini 21.1, relativo alle concessioni autostradali) e che non sono stati approvati per 5 o 6 voti. Non sfugge a nessuno che, su proposte
emendative presentate dal gruppo della Lega Nord Federazione Padana, casualmente 5, 6, 7 oppure 8 deputati di quel gruppo si siano astenuti, oppure abbiano votato contro.
Allora, le battaglie non si può fingere di farle: si devono condurre fino in fondo e bisogna assumersene la responsabilità! Nel prosieguo del dibattito sulla conversione in legge del decreto-legge in esame vi è una misura che riteniamo assolutamente importante, relativa alle ristrutturazioni edilizie - precisamente, alla possibilità per le famiglie di effettuare le detrazioni fiscali -, e vedremo come il gruppo della Lega Nord Federazione Padana voterà su quel punto, perché lo riteniamo assolutamente importante.
PRESIDENTE. Onorevole Ruzzante, la invito a concludere.
PIERO RUZZANTE. Quindi, onorevole Dario Galli, ci dia poche lezioni ed insegni ai suoi deputati come votare sulle proposte emendative presentate dal suo gruppo parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo)!
CESARE RIZZI. Ha parlato il professore...!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Raffaldini. Ne ha facoltà.
FRANCO RAFFALDINI. Signor Presidente, vorrei porre, a titolo personale, solo due questioni, per verificare se siano vere o meno, e chiedo al sottosegretario di rispondere.
Per quanto riguarda il passante di Mestre, è vero o no che la procedura dell'affidamento diretto è stata avviata da Galan, presidente del centrodestra della regione Veneto, esattamente cinque anni fa, e che quindi le responsabilità dei ritardi sono attribuibili a livello sia nazionale, sia locale al centrodestra, vale a dire a Galan e a Lunardi? Sarebbe bene che il sottosegretario rispondesse al riguardo.
Lo stesso avviene in Lombardia, per quanto concerne i 192 milioni stanziati per il completamento delle linee metropolitane. Vi sono state grandi promesse e rivendicazioni, ma agli amministratori milanesi e lombardi sia il ministro Lunardi sia il Presidente del Consiglio, in realtà, non offrono risposte per risolvere i problemi milanesi: è questa la realtà (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zorzato. Ne ha facoltà.
MARINO ZORZATO. Signor Presidente, credo che spendere qualche parola per fare un po' di chiarezza non faccia male! In questa sede si citano la regione Veneto, il presidente Galan ed il passante di Mestre, opera considerata di interesse nazionale, ma vorrei osservare che fino all'approvazione della cosiddetta legge obiettivo, con i ricorsi proposti dai comuni amministrati dal centrosinistra, l'opera è stata «imbalsamata», contrastando le procedure adottate dalla regione Veneto, governata dal centrodestra. Il ricorso dei comuni che hanno bloccato tale opera è stata una scelta politica, fino a che Lunardi e noi della maggioranza abbiamo varato la cosiddetta legge obiettivo (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza nazionale e della Lega nord Padania)! Questo è il primo punto!
In secondo luogo, per quanto riguarda la concessione, mi sembra che il sindaco di Venezia, l'europarlamentare Costa, abbia sostenuto il ricorso dell'Unione europea contro il Veneto affinché tale opera fosse fermata. Se l'opera fosse stata ritenuta importante, il sindaco di Venezia poteva quanto meno sostenerla, anziché bloccarla (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia)!
In terzo luogo, i comuni amministrati dal centrosinistra hanno proposto ricorso contro quella che voi, giusto un attimo fa, avete definito una buona scelta, vale a dire la nomina del commissario.
Voi avete fatto ricorso contro la nomina del commissario!
Se oggi viene espletata la gara e viene affidato il lavoro è perché noi, il Governo Berlusconi, noi, il ministro Lunardi, abbiamo approvato la legge-obiettivo, noi, la regione Veneto, con il presidente Galan, abbiamo avviato la procedura, noi abbiamo nominato il commissario, noi daremo inizio veramente all'opera, contro la vostra cattiva volontà!
Centrosinistra, siete contro il territorio e fate solo demagogia (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, della Lega Nord Federazione Padana e di deputati di Alleanza nazionale - Congratulazioni)!
COSIMO VENTUCCI, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
COSIMO VENTUCCI, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, annuncio all'Assemblea che il Governo ritira l'emendamento 23.17.
Si tratta di disposizione a contenuto interpretativo, ma, poiché vi sono leggi piuttosto chiare in materia, per non ingenerare confusione nei parlamentari, i quali, magari, non dispongono di documentazione di immediata consultazione, il Governo ritira l'emendamento.
PRESIDENTE. Sta bene.
Torniamo all'emendamento Boato 21.32.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Acquarone. Ne ha facoltà.
ANDREA GIBELLI. Signor Presidente, avevo chiesto la parola!
PRESIDENTE. Gliela darò subito dopo, onorevole Gibelli.
Prego, onorevole Acquarone.
LORENZO ACQUARONE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, nessuno di noi mette in dubbio l'importanza della questione di Mestre e delle vicende contenziose in sede europea che hanno seguito l'affidamento diretto. Tuttavia, vorrei richiamare l'attenzione dell'Assemblea su una questione che a me pare più rilevante in quanto di carattere nazionale.
Attraverso il decreto-legge al nostro esame si perviene, in realtà, ad una proroga all'infinito delle concessioni autostradali, attualmente ottenute, il più delle volte, non attraverso procedure di gara, ma mediante affidamento diretto. Qualche collega lo ha già rilevato, ma io vorrei puntualizzarlo da un punto di vista di stretto diritto amministrativo: stiamo facendo un regalo di estrema rilevanza agli azionisti della società Autostrade (e, molto spesso, si tratta di importanti famiglie italiane)! Tutti coloro che hanno un minimo di conoscenza di questo settore sanno che, quando si approssima la scadenza di una concessione, è abbastanza facile inventarsi un motivo per allungare la vita della concessione o, detto volgarmente, per allungare il brodo. Il mezzo più idoneo allo scopo è quello di inventarsi una miglioria: l'autostrada ne trae qualche giovamento, ma la durata della concessione viene prolungata e, con essa, anche l'applicazione dei prelievi tariffari, oltretutto aumentati.
Attraverso questo espediente, violiamo in maniera aperta i principi della concessione e della libertà di concorrenza, perché creiamo un settore monopolistico od oligopolistico nel sistema autostradale italiano. Andate a verificare chi sono gli attuali azionisti di maggioranza delle autostrade date in concessione: vi accorgerete che, attraverso l'indicato sistema, un certo numero di soci, amici dell'attuale Governo e, in particolare, penso, vicini all'attuale ministro delle infrastrutture e dei trasporti, vedranno prorogate all'infinito le loro concessioni, con buona pace dei criteri di trasparenza e di libera concorrenza!
Perciò, è facile prevedere che, non solo per il passante di Mestre, ma più in generale, saranno aperte nei confronti dell'Italia nuove procedure di infrazione ed interverranno altre condanne da parte della Corte di giustizia delle Comunità
europee: per voler accelerare, per voler favorire qualcuno, finiremo per ritardare l'ammodernamento!
Sarebbe molto più semplice lasciare che le concessioni arrivino alle loro scadenze naturali e fare le nuove gare: nelle condizioni del capitolato, si specifichino chiaramente gli oneri a carico del concessionario, compresi, parzialmente, anche quelli relativi all'ammodernamento della rete autostradale (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Alleanza Popolare-UDEUR, Misto-Socialisti democratici italiani e Misto-Verdi-L'Ulivo)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Gibelli. Ne ha facoltà.
ANDREA GIBELLI. Signor Presidente, vorrei invitare il collega Ruzzante a non predicare bene, razzolando male, perché, quando chiede al gruppo della Lega Nord Federazione Padana un voto di coerenza, dovrebbe porsi la seguente domanda: cosa ha fatto il centrosinistra nella passata legislatura (Commenti dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo)? Non è possibile prendere, in questa sede, lezioni di stile da un'opposizione che, nella passata legislatura, governava il paese con qualche voto di scarto grazie agli equilibrismi del presidente Violante! Non da altri! È così che avete governato questo paese!
Con riferimento al fatto che da una parte si chiede al presidente Galli di dare chiare indicazioni di voto al proprio gruppo e dall'altra si osanna, in tutte le televisioni e in tutti i luoghi, la massima libertà del parlamentare a votare secondo le proprie decisioni, non si può continuare, come fate voi, a cambiare pesi e misure (Commenti del deputato Ruzzante)!
Concludo, facendo riferimento a ciò che ha detto il collega Acquarone rispetto ai regali... (Applausi dei deputati dei gruppi della Lega Nord Federazione Padana, di Forza Italia e di Alleanza nazionale).
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Gibelli.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Susini. Ne ha facoltà.
MARCO SUSINI. Signor Presidente, tra le tante promesse mancate del Presidente Berlusconi, quella sulle infrastrutture, in particolar modo sulla viabilità, è senz'altro la più clamorosa ed evidente.
Vorrei citare, a supporto di quest'affermazione, alcuni elementi. Le leggi finanziarie approvate in questa legislatura hanno stanziato minori risorse per le infrastrutture rispetto alla media stanziata dai Governi di centrosinistra.
Si è ipotizzato, peraltro, un ricorso al project financing così esorbitante che è persino superiore a quello utilizzato nel paese dove questo strumento è più consolidato, cioè la Gran Bretagna. Questo significa che le cifre indicate non sono assolutamente credibili.
In più, si è fatto strame della politica di concertazione istituzionale tra Governo, regioni ed enti locali. Vorrei citare il caso della Toscana con riferimento alla quale il Governo, a fronte di un tracciato condiviso e ambientalmente sostenibile relativo all'autostrada Livorno-Civitavecchia, continua a sparigliare le carte e a proporre tracciati né condivisi né ambientalmente sostenibili, peraltro palesemente più costosi!
La conclusione, come tutti possono constatare al di là della propaganda, è che gli unici cantieri aperti sono quelli relativi ad opere avviate dai Governi di centrosinistra. Gli unici nastri tagliati da Berlusconi e da Lunardi sono riferiti ad opere avviate dei Governi di centrosinistra.
Su questo, per favore, non dateci lezioni, perché non potete farlo (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo e Misto-Comunisti italiani)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mazzarello. Ne ha facoltà.
GRAZIANO MAZZARELLO. Signor Presidente, credo sia interessante il dibattito
sul passante di Mestre. I cittadini sono attenti a verificare se questo provvedimento vada nell'interesse del paese, fornendo un aiuto significativo alla popolazione. Personalmente ritengo di no! È questo il punto su cui vi chiediamo di riflettere ulteriormente: è giusto prorogare all'infinito le concessioni delle società autostradali? È giusto pensare ad una fase nella quale i costi, i prezzi dei beni di consumo per i cittadini, per i pedaggi autostradali aumenteranno ancora, in maniera indefinita?
Vi è stata una fase in cui questi costi sarebbero dovuti diminuire in relazione ai grandi profitti delle società autostradali. Avete invece deciso che i prezzi per le merci, per i cittadini, aumentassero ulteriormente. Ora, introducete un criterio per cui questi oneri sui cittadini aumenteranno ancora di più. Pensiamoci un attimo! Fermiamoci un momento!
L'altro punto di questo provvedimento riguarda l'aumento... (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Mazzarello.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Panattoni. Ne ha facoltà.
GIORGIO PANATTONI. Signor Presidente, sento parlare di finanza creativa, di project financing (finanza di progetto), del modo in cui investire capitali per le grandi opere. Poi, quando analizziamo i provvedimenti concreti, scopriamo che si parla di aumento dei pedaggi sostenendo falsamente che ciò è destinato a finanziare le migliorie, perché il «delta-traffico», in qualche modo, finanzia i «delta-costi».
Quindi, qui si sta facendo un'operazione di accumulo di profitti presso le società concessionarie, che è esattamente la stessa cosa dell'aumento delle imposte e di quello che è stato fatto sul TFR dei lavoratori dipendenti, ma esattamente il contrario di quello che il Presidente del Consiglio continua a dire in televisione ma a non fare in Parlamento, cioè della riduzione delle imposte, che tanto sbandiera ai nostri cittadini in campagna elettorale.
Io credo che alla fine bisogna essere concreti di fronte a questa alternativa, perché c'è una riduzione degli investimenti e un aumento dei costi. Questa è la politica che viene proposta.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Frigato. Ne ha facoltà.
GABRIELE FRIGATO. Signor Presidente, intervengo soltanto per rispondere al collega della Lega Nord Federazione Padana. Vedi collega, il vostro gruppo qualche volta presenta degli emendamenti e delle proposte intelligenti. Ebbene, ieri qualche collega del nostro gruppo - ricordo l'intervento del collega Realacci - ha sottoscritto alcuni vostri emendamenti, ma in ben tre occasioni parte del gruppo della Lega Nord Federazione Padana ha votato contro i propri emendamenti. Allora, capisco che ci può essere il partito di Governo e il partito di lotta, però, se sullo stesso emendamento, in fase di votazione, ci sono posizioni diverse e contrapposte, credo che quello non sia né un partito di Governo né un partito di lotta, ma semplicemente un partito che imbroglia il proprio elettorato (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-l'Ulivo e dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Adduce. Ne ha facoltà.
SALVATORE ADDUCE. Signor Presidente, i miei colleghi stanno sostenendo giustamente una posizione che tende non a rivendicare un primato rispetto ai problemi sollevati e alle attività e alle iniziative svolte nell'altra legislatura, ma ad inchiodare il Governo alla propria responsabilità, per la definizione - in un quadro di impegni e promesse (chiamiamole come vogliamo) - di programmi che possano risolvere dignitosamente il ritardo che l'Italia ha in materia di infrastrutture. Se confrontiamo il dato generale del ritardo
italiano con quello del ritardo che registra nel Mezzogiorno, scopriremo come, per le infrastrutture in generale e per le strade e per le ferrovie in particolare, al Sud vi sia una difficoltà maggiore (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Boato 21.32, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 427
Maggioranza 214
Hanno votato sì 192
Hanno votato no 235).
Prendo atto che l'onorevole Zanella non è riuscita a votare e che avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Boato 21.33.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Stradiotto. Ne ha facoltà.
MARCO STRADIOTTO. Signor Presidente, prima pensavo di avere cinque minuti di tempo a disposizione e invece mi ha interrotto dopo un minuto.
PRESIDENTE. Onorevole Stradiotto, lei parlava a titolo personale, perché aveva già parlato un collega del suo gruppo.
MARCO STRADIOTTO. Signor Presidente, ho sbagliato io, mi scusi.
Relativamente al passante di Mestre, e con riferimento alle accuse fatte sia dal collega Zorzato sia dal collega Campa, stavo spiegando che le grosse responsabilità sono soprattutto della Giunta regionale, che in tutti questi anni non si è preoccupata di ricercare il consenso nei territori interessati, che venivano danneggiati da questa opera devastante, ma ha solo ed esclusivamente cercato di verificare qual era la cordata di imprese che realizzava l'opera. Credo che tanti in Veneto sanno già quale sarà l'impresa che alla fine vincerà la gara. Mi sembra strano per una gara europea. Questa è la verità sulle scelte fatte in questi anni. Tant'è vero che, dopo la nomina del commissario da parte del ministro dei lavori pubblici, si è riusciti ad instaurare un rapporto con le amministrazioni locali; il collega Zorzato lo sa bene, tant'è vero che nella finanziaria è stato approvato un emendamento, che reca la mia e la sua firma, che ha portato a quegli enti locali 22 milioni di euro in più, proprio per cercare di alleviare i danni arrecati da questa opera, che ovviamente, è molto impattante sul territorio.
In seguito a questo emendamento i comuni hanno sospeso i ricorsi. Tutti questi anni non sono andati persi per colpa dei comuni, tant'è vero che i ricorsi presentati si sarebbero dovuti discutere il 15 dicembre 2003 e, prima di quella data, sono stati sospesi.
Tutto ciò sta a dimostrare che non si è perso un giorno per colpa dei comuni; i giorni si sono persi per l'incapacità, da parte della giunta regionale, di trovare un accordo con le autonomie locali.
Credo che, rispetto a questo tema, la Lega si sia comportata in modo non coerente. È andata nei territori a raccogliere firme, dicendo «no» al passante e «sì» al tunnel. Dopodiché, sia a livello regionale sia a livello nazionale, ha votato a favore del passante. Credo che gli amministratori della Lega debbano essere più coerenti rispetto ai propri elettori (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vianello. Ne ha facoltà.
MICHELE VIANELLO. Signor Presidente, vorrei tornare al punto nodale di questo decreto-legge. Noi stiamo prevedendo per legge (cosa che non è mai
avvenuta in passato, perché normalmente tali determinazioni venivano adottate con delibere del CIPE, come è stato ricordato dall'onorevole Vigni e da altri colleghi) la possibilità per le società autostradali di aumentare i pedaggi ed ottenere una proroga delle concessioni. Tutto ciò, al fine di poter remunerare la cosiddetta finanza di progetto.
Il caso del passante di Mestre, che ho sollevato facendo irritare qualche collega della Lega e di Forza Italia, è il tipico esempio di un'opera spacciata come finanza di progetto, ma che in realtà non può ritenersi tale. Invito il collega Campa a prendere in mano le carte. Caro Cesare, in questo mestiere bisogna leggere le carte, prima di parlare. Se prendi in mano la delibera del CIPE dell'8 febbraio 2004, laddove si indicano le modalità di finanziamento del passante di Mestre, ti accorgerai che essa prevede un finanziamento del 60 per cento a carico del bilancio dello Stato ed un finanziamento del 40 per cento con un mutuo attivato dall'ANAS.
Mi spieghi che razza di finanza di progetto è questa? Mi spieghi qual è la quota parte privata e dove sono il rischio e l'imprenditorialità? Mi spieghi perché noi, attraverso questo decreto-legge, dobbiamo sancire che gli automobilisti paghino tariffe più elevate? E per far cosa? Per realizzare un'opera che è interamente finanziata dal pubblico? Sto contestando solo questo aspetto e non discuto se si debba realizzare o meno il passante di Mestre. Questo non c'entra niente! Sto contestando tale punto, perché questa è l'essenza del provvedimento in esame, che vale per il passante di Mestre e per tutte le opere che si stanno realizzando o che si vorrebbero realizzare in Italia in questo momento.
Sempre per amore di verità, vorrei ricordare al collega Zorzato alcuni aspetti, che illustrerò per punti, come ha fatto lui. Innanzitutto, caro Zorzato, voi avete approvato la cosiddetta legge obiettivo, la legge n. 443 del 2001, per accelerare le procedure. Tuttavia, per realizzare il passante di Mestre non avete utilizzato tale legge, ma, in deroga alla stessa, avete nominato un commissario. Pertanto, avete fatto il pasticcio di inserire il passante di Mestre fra le opere strategiche, affermando che la legge n. 443 del 2001 non sarebbe stata sufficiente e nominando anche un commissario. Allora, a cosa è servito approvare la legge n. 443? Potevate istituire subito il commissario!
In secondo luogo, per due anni, intere pagine dei giornali hanno parlato dello scontro fra Giancarlo Galan ed il ministro Lunardi, perché l'uno voleva il passante, mentre, come è noto, Lunardi voleva e vuole il tunnel di famiglia. Ci volete spiegare, in due anni, a quale scontro avete assoggettato il nostro paese?
La terza ed ultima questione: il sindaco di Venezia, giustamente, ha posto all'Europa un problema che aveva sollevato Giancarlo Galan, il quale ha dato in concessione diretta alle società autostradali la costruzione e la realizzazione del passante di Mestre. Perché all'epoca non avete voluto indire la gara? Perché all'epoca non si è voluta indire una gara per individuare chi avrebbe realizzato quell'opera? Perché si è voluta attribuire una concessione diretta? Perché, a quel punto, si è innescata una procedura di infrazione comunitaria? Peraltro, poi - come si è dimostrato in questi giorni - paga tutto il pubblico, paga sempre Pantalone!
In cambio si aumentano, ancora una volta, le tariffe per gli automobilisti che transitano non solo sul passante, ma su qualsiasi opera autostradale che si realizzerà nei prossimi anni in Italia.
A questo ci sta portando una politica confusa ed, insisto, di piaceri fatta costantemente dal presidente della regione Veneto, Giancarlo Galan (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo e della Margherita, DL-L'Ulivo)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Frigato. Ne ha facoltà.
GABRIELE FRIGATO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, intervengo brevemente per completare la riflessione svolta nel corso dell'intervento precedente.
Non voglio esprimermi sul passante di Mestre, ma vorrei ricordare che vi si sono tanti e chiari atti amministrativi che testimoniano chi ha lavorato per una procedura corretta e veloce e chi invece, nella velocità e nella fretta ha messo probabilmente in mezzo qualcos'altro!
A noi sembrava che l'emendamento Fontanini ed altri 21.1 andasse davvero nella direzione di chiarire le procedure nel rispetto delle norme comunitarie sull'aggiudicazione degli appalti e sulla libera concorrenza. Questo emendamento presentato dai colleghi della Lega Nord Federazione Padana è stato bocciato anche grazie ai voti contrari della stessa Lega Nord Federazione Padana (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-L'Ulivo e dei Democratici di sinistra-L'Ulivo)
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Agrò. Ne ha facoltà.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, onorevoli colleghi, questa lunga discussione sul passante di Mestre ci fa rilevare come si polemizzi su tutto ciò che dovrebbe invece essere realizzato. C'è infatti il rischio che, a forza di invocare reciproche responsabilità o, peggio ancora, vantare primogeniture, l'uno nei confronti dell'altro, opere importanti, come appunto il passante di Mestre, rimangano ferme o, peggio, bloccate.
Questo è un modo provinciale di trattare i grandi temi del paese. Il rischio grave è che questa generazione di politici venga mandata a casa per le polemiche continue a causa delle quali non riesce a rispondere ai grandi temi dell'infrastrutturazione di questo paese.
Abbiamo dato in questi minuti e in queste ore la dimostrazione che metodi provinciali non risolvono i casi nazionali. Anche il Veneto in questa occasione ha dimostrato di essere molto provinciale!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Duca. Ne ha facoltà.
EUGENIO DUCA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, sui giornali di oggi si parla di un'altra strada, ovvero l'infrastruttura riguardante il quadrilatero Marche-Umbria, sulla quale interverrò successivamente. È un invenzione del ministro Lunardi e del viceministro Baldassarri ispirata, anch'essa, al project financing (il primo termine afferisce al privato, il secondo al pubblico); tuttavia, tornerò successivamente su questo punto.
Venendo all'emendamento al nostro esame, si chiede che a queste procedure si arrivi sentita la Conferenza Stato-regioni.
Cosa si propone di così scandaloso ed inaccettabile? Soltanto che, quando si determina un incremento della tassazione per i cittadini automobilisti e per le imprese italiane, venga sentita la Conferenza Stato-regioni.
Non si comprende per quale ragione il ministro Lunardi ed il ministro dell'economia Tremonti, prima di aumentare le tasse agli automobilisti e alle imprese, non possano sentire - non si chiede neanche l'intesa -, la Conferenza Stato-regioni.
Vorremmo comprendere dal rappresentante del Governo le ragioni che hanno motivato il parere contrario su questo emendamento, che mi sembra di notevole buonsenso!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ascierto. Ne ha facoltà.
FILIPPO ASCIERTO. Signor Presidente, anch'io vorrei intervenire brevemente in merito al passante di Mestre. Va bene la contrapposizione, va bene il dibattito, ma l'ipocrisia non può essere tollerata. Per anni gli esponenti della sinistra, in modo particolare i Verdi, si sono opposti a qualsiasi forma di risoluzione del problema della tangenziale di Mestre. Per anni hanno impedito di accelerare l'iter burocratico per risolvere tale problema sentito da tutto il Veneto. Finalmente, stiamo per arrivare alla soluzione ed io, insieme con altri, vorrei godere di tale opportunità.
Mi sarei anche aspettato un compiacimento per la terza corsia della tangenziale
di Mestre, che non ha risolto tutti i problemi, ma sicuramente ha snellito il traffico. Anche questo è un successo della regione Veneto (Applausi dei deputati dei gruppi di Alleanza nazionale e di Forza Italia)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mazzarello. Ne ha facoltà.
GRAZIANO MAZZARELLO. Signor Presidente, ci permettiamo di insistere affinché vi sia un'ulteriore riflessione sull'emendamento in esame. Colleghi della maggioranza, il Governo, qualche settimana fa, ha permesso l'aumento dei pedaggi autostradali, che colpiscono i cittadini e le merci, anche se le società autostradali avevano altissimi profitti e tale aumento non era dovuto. Ora una norma prevede ulteriori aumenti dei pedaggi autostradali. Perché non si riflette?
Nello stesso provvedimento si permette un aumento dei pedaggi autostradali e si tolgono risorse per il trasporto pubblico locale. Vi sembra una posizione equa? Mentre si compie tale operazione, perché non si accetta un emendamento così chiaro e preciso? Avete parlato della regione Veneto, che è persino governata dal centrodestra. Perché, nel momento in cui si devono assumere tali provvedimenti così sbagliati e gravi, almeno non si sente l'opinione della Conferenza unificata Stato-regioni? Mi sembra una posizione di testardaggine.
Colleghi della maggioranza, perché, oltre ad emanare un provvedimento ingiusto, non pensate almeno di attenuare la gravità (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo e della Margherita, DL-L'Ulivo e del deputato Biondi)...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Mazzarello.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rosato. Ne ha facoltà.
ETTORE ROSATO. Signor Presidente, il collega Mattarella è opportunamente intervenuto ieri, all'inizio del dibattito, dicendo che il cosiddetto decreto-legge mille proroghe, già confuso nella sua iniziale formulazione, lo sta diventando sempre più con le modifiche apportate dagli emendamenti del Governo.
Vorrei intervenire sulla questione della partecipazione della Conferenza Stato-regioni nei processi decisionali all'interno del paese. Credo sia un principio indiscutibile: dovrebbe essere presente in tutte le leggi, a prescindere dalla materia che trattano, quando interessano il territorio regionale e le infrastrutture più vicine ai nostri cittadini.
Una bocciatura dell'emendamento in esame mi confonderebbe maggiormente sul vero interesse della maggioranza, che in questa sede boccia norme che vanno in una direzione mentre al Senato, con proposte ricche di demagogia, parla di un federalismo che, a questo punto, non serve veramente a nessuno (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-L'Ulivo e dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Boato 21.33, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 430
Votanti 427
Astenuti 3
Maggioranza 214
Hanno votato sì 188
Hanno votato no 239).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Realacci 21.22.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Realacci. Ne ha facoltà.
ERMETE REALACCI. Signor Presidente, vorrei riprendere un concetto già presente nel precedente emendamento.
Tuttavia, errare humanum est, perseverare diabolicum: possiamo recuperare il voto contrario espresso sull'emendamento precedente. L'emendamento in esame propone di aggiungere al comma 1, dopo le parole «con delibera del CIPE», le seguenti: «sentita la Conferenza unificata Stato-regioni».
Si chiede di aggiungere questo riferimento perché non ha alcun senso, non solo dal punto di vista di un'impostazione seriamente federalista e del rispetto delle leggi vigenti, ma anche dal punto di vista dell'efficacia delle scelte per i cittadini, che decisioni importanti, come la programmazione delle priorità degli interventi infrastrutturali sul territorio, vengano prese in maniera avulsa dalla pianificazione territoriale e dalle scelte dei vari territori. Purtroppo, invece, è esattamente quello che sta accadendo, peraltro in tanti campi dell'attività proposta da questo Governo, che riguardano sia il settore delle infrastrutture sia altri settori. Vorrei, ad esempio, ricordare che tante regioni italiane, anche quelle governate dal centrodestra, hanno avviato delle proteste formali contro il cosiddetto decreto «sblocca centrali», posto che si sovrappone una decisione nazionale alle pianificazioni territoriali, determinando un'ingovernabilità del territorio.
Inoltre, per quanto riguarda gli investimenti infrastrutturali e dei trasporti, come ricordava prima il collega Susini, vi sono dei casi veramente clamorosi. Penso, ad esempio, a quanto sta accadendo con riferimento alla cosiddetta Livorno-Civitavecchia. In questo caso, siamo di fronte al tentativo, da parte del ministro Lunardi, di imporre la propria volontà ad un percorso decisionale, che era stato condiviso, dal passato Governo, con le regioni Toscana e Lazio e che ancora oggi vede d'accordo le due regioni su un'ipotesi strutturale di tracciato, che al tempo stesso risolve le questioni legate alla strozzatura esistente sull'attuale Aurelia: quest'ultima, peraltro, è dovuta al fatto che mentre una parte della strada è stata adeguata, vi è un'altra parte (quella a sud di Grosseto) che è ancora assolutamente inadeguata e che provoca non solo disagi, ma un aggravio dal punto di vista della incidentalità. Ebbene, la soluzione a questo problema - che secondo l'accordo previsto fra la regione Toscana e la regione Lazio poteva avvenire con un minore intervento di denaro pubblico e con minore impatto ambientale, soprattutto evitando di distruggere ricchezze e bellezza esistenti (tutti voi potete bene immaginare quale sia il significato di un'autostrada che sventra la Maremma, uno dei luoghi più belli del nostro paese ed anche uno dei luoghi che sta avendo uno sviluppo più equilibrato e più interessante per quanto riguarda il futuro) -, o meglio la non soluzione del problema è figlia del fatto che il ministro Lunardi vuole imporre una sua idea di tracciato, legata anche ad una sua idea di spese, di appalti e di legami con le società che sono chiamate a svolgere questo tracciato, sovrapponendosi alla decisione della regione Toscana e della regione Lazio.
Con questo emendamento e con altri che abbiamo presentato, noi intendiamo invece riportare la scelta delle priorità all'interno di un progetto condiviso, che sia utile al territorio e che non violenti non solo la forma e la lettera della democrazia, ma anche il futuro di questi territori.
Aggiungo, ma avremo modo di tornarci, che, come diceva il collega Mazzarello, è davvero incredibile che nello stesso provvedimento si adottino scelte che fanno favori alle società autostradali e che ipotizzano pianificazioni del tutto indipendenti dalla volontà delle regioni e si tolgano risorse ingenti ai comuni per il trasporto pubblico, che è un'esigenza avvertita da tutti i cittadini (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vigni. Ne ha facoltà.
FABRIZIO VIGNI. Ci si può anche arrampicare sugli specchi per cercare di nascondere il fallimento dell'esecutivo per quanto riguarda le opere pubbliche e le
infrastrutture, ma la verità, dopo tre anni di Governo, è riassumibile in tre semplici dati. Il primo dato è che il Governo di centrodestra ha ridotto gli investimenti per infrastrutture rispetto al Governo precedente.
Il secondo dato è che, dopo tre anni, con la tanto sbandierata legge obiettivo, non è stato aperto un solo cantiere, e se il Presidente del Consiglio volesse, nella prossima campagna elettorale - come ha preannunciato -, andare in giro per l'Italia, da un cantiere all'altro, potrà farlo solo andando a visitare cantieri che sono stati aperti con i finanziamenti stanziati dal precedente Governo.
Il terzo dato inequivocabile, considerato il ritmo attuale dei finanziamenti avviato dall'attuale Governo con la legge obiettivo, è che il piano annunciato per le grandi opere sarebbe completato nel 2079. Forse, alla fine della legislatura, nel nostro paese sarà stata posta la prima pietra di qualche grande opera di forte impatto comunicativo per cercare di nascondere agli italiani il fallimento del Governo (come, ad esempio, il ponte sullo stretto, sicuramente non opera prioritaria per il Mezzogiorno)!
Corriamo seriamente il rischio di trovarci di fronte ad un sistema dei trasporti ancora più inadeguato e squilibrato, ad un sistema infrastrutturale ancora più arretrato rispetto a quello europeo, nonché ad un territorio ancora più fragile ed indifeso. La causa del fallimento della politica per le infrastrutture del Governo non si rinviene solo nella mancanza di risorse finanziarie, ma anche nell'abbandono di ogni politica di programmazione (si è, in primo luogo, messo nel cassetto il piano generale dei trasporti, con i suoi obiettivi di riequilibrio modale e di sostenibilità ambientale).
Inoltre, se si vuole realizzare presto e bene un sistema infrastrutturale utile per il paese, si dovrebbe prestare grande attenzione alla qualità dei progetti ed al consenso dei territori interessati, due temi che, invece, sono stati presi «a calci» dall'attuale Governo. Ad esempio, tra la Danimarca e la Svezia è stato recentemente realizzato un ponte (si tratta di un'opera sicuramente non semplice, ma di grande impegno): l'opera è stata completata, senza aumento dei costi in corso d'opera ed impatto ambientale negativo, perché il progetto era di qualità ed il processo decisionale è stato partecipato e condiviso. Nel nostro paese, invece, chi governa ha pensato che, scavalcando a piè pari ogni confronto con le regioni e gli enti locali, si potesse realizzare un'opera in tempi brevi e di migliore qualità, senza tante lungaggini, ma abbiamo visto com'è andata a finire: anziché una scorciatoia, questa brillante idea si è rivelata una fonte di infiniti conflitti istituzionali, rallentando ancor più i tempi delle decisioni. Per fortuna, ci ha pensato la Corte costituzionale che, di recente, ha ribadito la necessità di avviare intese istituzionali.
Lo stesso discorso vale per la qualità dei progetti: per fare prima, alimentando infinite aspettative, si sono infilati nel «tritatutto» del CIPE progetti realizzati in tutta fretta, senza studi, né approfondimenti adeguati e senza prestare attenzione alla qualità delle opere. Si è derubricata la valutazione di impatto ambientale, che è diventata una fastidiosa incombenza da aggirare quanto più possibile.
Vorrei fosse chiaro che noi non siamo i difensori della lentezza. Al contrario, pensiamo che bisogna decidere, facendo in modo che i tempi di progettazione dei lavori siano rapidi e certi. Come si fa a non capire che la rapidità dei tempi di progettazione, una buona realizzazione del lavoro preliminare e del progetto, nonché la ricerca del consenso sono tappe indispensabili per realizzare in tempi brevi e con migliore qualità un'opera pubblica, per evitare brutte sorprese, ritardi ed intoppi, una volta ottenuta l'assegnazione del lavori? Cercare il consenso e le intese istituzionali, a cominciare da quelle con le regioni, come suggeriamo con l'emendamento in esame, è faticoso, ma questa è la democrazia e questo è il senso della nostra proposta emendativa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale,
l'onorevole Panattoni. Ne ha facoltà.
GIORGIO PANATTONI. Signor Presidente, con riferimento all'emendamento in esame si sta decidendo la pianificazione dello Stato relativamente ai territori contro il parere delle regioni. Che fine ha fatto la devolution, il federalismo? Dobbiamo aspettare il Senato delle regioni? La verifica in atto e le minacce di Bossi di abbandonare il Governo, se non si realizza il decentramento, che esito hanno avuto? Con quale coerenza votate «no» sull'emendamento in esame? Con quale buon senso vi state cimentando rispetto a tale problema?
Noi saremo tutti comunisti, ma voi siete privi di qualunque tipo di coerenza politica.
Vorrei sfidarvi a dirci in quest'aula perché esprimete un voto contrario alla consultazione della Conferenza Stato-regioni. Qual è il lato razionale di questa vostra posizione? O sono solo parole in libertà che servono per trovare due sedie di più in qualche consiglio di amministrazione? O sono solo posizioni di comodo (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo)?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mazzarello. Ne ha facoltà.
GRAZIANO MAZZARELLO. Presidente, sinceramente non capisco la chiusura dei colleghi della maggioranza. Noi proponiamo una riflessione su una parte importante di questo provvedimento, su un emendamento molto chiaro che può migliorare il testo in esame.
La riflessione è la seguente: guardate che, se non provvedete a modificare questo decreto-legge, rischiate che venga al pettine il fallimento della vostra politica! Infatti, in sostanza, affermate: visto che abbiamo diminuito gli investimenti per opere pubbliche - a differenza di quanto avevamo promesso -, ora scarichiamo sui cittadini, attraverso l'aumento dei pedaggi autostradali, i costi delle opere, ammesso che le stesse si realizzino. Riflettete su tale punto, in quanto questa è l'immagine che emerge in maniera netta e precisa.
Inoltre, vi stiamo dando un consiglio, come già era avvenuto in occasione della legge obiettivo: non potete scartare l'idea dell'intesa con le regioni!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ruzzante. Ne ha facoltà.
PIERO RUZZANTE. Signor Presidente, ritorno su un punto che ho già toccato in precedenza, quando il collega Parolo era intervenuto su un emendamento relativo all'Agensud.
Onorevole Parolo, ieri, intervenendo in aula, lei ha chiesto coerenza rispetto all'articolo 18, riguardante la proroga dei contenziosi dell'ex Agensud, che provocherà disastri per quanto concerne la finanza pubblica. Noi, condividendo il punto di vista del gruppo di Rifondazione comunista, abbiamo espresso un voto favorevole sull'emendamento sopra richiamato e lei, onorevole Parolo, ci ha invitato ad essere in buona fede e a chiedere la soppressione dell'articolo 18. Ebbene, quell'emendamento non è stato approvato per sei voti e la causa della sconfitta del centrosinistra e della Lega su quella proposta emendativa sono stati proprio i deputati della Lega Nord che non hanno espresso un voto favorevole sulla stessa. Questa è la coerenza!
Cari deputati della Lega, dovrete spiegare nelle regioni del nord perché, in quest'aula, fate finta di condurre le battaglie e poi vi astenete o esprimete un voto diverso da quello del vostro gruppo sui vostri stessi emendamenti (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Susini. Ne ha facoltà.
MARCO SUSINI. La politica sulle infrastrutture condotta dal centrodestra è stata impostata e incentrata su una grande illusione, anzi su una vera e propria mistificazione.
L'illusione è che mettere in campo un meccanismo centralistico - quello che ispira, appunto, la legge obiettivo -, con un presunto impianto decisionista, sia la panacea per risolvere i problemi delle infrastrutture del nostro paese.
La realtà ha dimostrato l'assoluta infondatezza di questa scelta, per due ragioni fondamentali: in primo luogo, perché questo meccanismo centralista ha determinato l'apertura di un conflitto insanabile con le regioni e le autonomie locali (il caso della Toscana è clamoroso; infatti, se non ci fosse stata l'impuntatura del ministro Lunardi, la Livorno-Civitavecchia sarebbe già cantierabile); in secondo luogo, perché l'elenco delle opere prioritarie che il Governo doveva individuare si è tradotto in una interminabile lista della spesa dove, accanto alle grandi infrastrutture...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Susini.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Duca. Ne ha facoltà.
EUGENIO DUCA. Signor Presidente, avevo parlato in precedenza della società Quadrilatero, costituita per il 51 per cento dall'ANAS e per il restante 49 per cento da Sviluppo Italia, alla quale dovrebbero essere affidati lavori per un importo di circa 1,8 miliardi di euro.
Questa società e questo progetto sono stati presentati a Roma, più di un anno fa, dal ministro delle infrastrutture, dei trasporti e dei «propri tunnel», insieme al viceministro Baldassarri.
Alla conferenza stampa di presentazione del progetto ha partecipato anche il senatore Francesco Cossiga, ex Presidente della Repubblica italiana, il quale, rivolgendosi ai due esponenti del Governo, ha chiesto loro: «Vi siete procurati dei buoni penalisti?» A fronte della domanda si è contrapposto l'evidente sconcerto di Lunardi e di Baldassarri.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Frigato. Ne ha facoltà.
GABRIELE FRIGATO. Signor Presidente, desidero chiedere che sia apposta anche la mia firma all'emendamento Realacci 21.22, che ritengo di assoluto buonsenso e di grande serenità per i rapporti che, a mio avviso, devono esistere tra i diversi livelli di rappresentanza del territorio e del potere centrale. Registro con stupore e trovo strano il fatto che i parlamentari del gruppo della Lega Nord Federazione Padana, mentre al Senato conducono una battaglia forte e determinante, dichiarando l'uscita dal Governo qualora l'Assemblea del Senato non approvasse la devolution, alla Camera fanno sì che siano sostanzialmente abbandonate e scavalcate quelle, se pur timide ma ad oggi uniche e significative, occasioni di confronto e di concertazione tra il Governo, le regioni e gli enti locali. Trovo che l'emendamento in esame introduca, ripeto, un elemento di grande saggezza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Stradiotto. Ne ha facoltà.
MARCO STRADIOTTO. Signor Presidente, desidero chiedere che sia apposta anche la mia firma all'emendamento Realacci 21.22 perché ritengo che aggiungere il periodo «sentita la Conferenza unificata Stato-regioni» sia solo una questione di buon senso e possa condurre a risolvere alcune questioni e a velocizzare la realizzazione delle opere.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Realacci 21.22, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 412
Votanti 411
Astenuti 1
Maggioranza 206
Hanno votato sì 187
Hanno votato no 224).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Stradella 21.6, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 409
Votanti 402
Astenuti 7
Maggioranza 202
Hanno votato sì 228
Hanno votato no 174).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Boato 21.38, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 416
Votanti 415
Astenuti 1
Maggioranza 208
Hanno votato sì 179
Hanno votato no 236).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Stradella 21.5, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 419
Votanti 418
Astenuti 1
Maggioranza 210
Hanno votato sì 235
Hanno votato no 183).
Ricordo che i successivi emendamenti sono preclusi.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Boato 21.40.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Reduzzi. Ne ha facoltà.
GIULIANA REDUZZI. Signor Presidente, desidero innanzitutto chiedere che sia apposta anche la mia firma sull'emendamento Boato 21.40. Una proposta emendativa che condivido pienamente perché finalizzata all'importante obiettivo di concorrere a modificare l'articolo 21 del decreto-legge n. 355 del 24 dicembre 2003. Tale articolo è fortemente criticato per più di una ragione. Innanzitutto perché l'articolo 21 è stato completamente riscritto da un emendamento presentato dal Governo in Commissione, senza dare spazio a confronti e a discussioni fra i deputati dei diversi gruppi parlamentari. L'articolo 21, inoltre, assegna al Parlamento la responsabilità di apportare modifiche al sistema tariffario per le autostrade in concessione; materia questa di spettanza del Governo, che poteva e doveva deliberare sul tema senza ricorrere allo strumento legislativo, evitando così di avviare una procedura dai tempi più lunghi e, soprattutto, evitando di investire di responsabilità il Parlamento.
Tale scelta è incomprensibile e ingiustificata, e ci chiediamo il motivo di un atto che è in controtendenza e contraddice il comportamento abituale del Governo, che è solito snaturare e svilire il ruolo del parlamentare, sino a renderlo inutile e a svuotarlo di ogni contenuto di confronto e di dibattito. È noto a tutti che all'esame del Parlamento giungono testi blindati e
provvedimenti d'urgenza, che concedono all'Assemblea quasi esclusivamente la facoltà di approvare o di respingere il provvedimento stesso.
Mi chiedo dunque: perché questa mossa in controtendenza? Forse perché si tratta di una scelta che presenta caratteri di impopolarità e che contrasta con le promesse di riduzione di tariffe, tasse ed imposte. È questa, a mio avviso, una delle probabili risposte.
Ciò premesso, passo ad alcune considerazioni sul merito dell'emendamento in esame. È senz'altro condivisibile la scelta di individuare un rapporto più vincolante e stretto tra incrementi tariffari e realizzazione delle opere previste negli atti aggiuntivi stipulati tra l'ANAS e la società Autostrade per l'Italia Spa. È tuttavia necessario prevedere regole e modalità tali da tutelare in modo più efficace l'interesse pubblico e gli utenti. A tal fine, si propone di ancorare gli aumenti delle tariffe autostradali a interventi certi e qualificati, a investimenti diretti alla manutenzione ordinaria e straordinaria, all'adeguamento e messa in sicurezza della rete esistente.
Con l'emendamento Boato 21.40, si attribuisce specificatamente all'ANAS il compito di vigilare sul corretto adempimento degli obblighi assunti dal concessionario nella convenzione di concessione e si precisa che il mancato rispetto degli standard qualitativi o della realizzazione degli investimenti e dell'attuazione del programma di manutenzione limita la possibilità di applicare gli adeguamenti tariffari previsti. Si prevede altresì che, in presenza di gravi carenze addebitabili al concessionario, venga dichiarata la decadenza dalla concessione stessa. Si tratta dunque di un emendamento importante, di cui raccomandiamo l'approvazione da parte dell'Assemblea (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-L'Ulivo e dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vianello. Ne ha facoltà.
MICHELE VIANELLO. Signor Presidente, con l'articolo in esame si interviene per legge su una materia che di norma è regolata con delibere del CIPE, ovvero con atti amministrativi.
Con l'emendamento Boato 21.40 proponiamo che l'ANAS vigili sulla corretta applicazione di quanto previsto dalla legge. Si tratta di una proposta assolutamente ovvia: non si possono dotare le concessionarie autostradali di un formidabile strumento quale la facoltà di aumentare le tariffe e non si possono prolungare le concessioni senza che vi sia un'autorità pubblica la quale assicuri che le concessioni e il patto tra lo Stato e le concessionarie vengano rispettati e che gli automobilisti siano trattati equamente. Dovrebbe essere una previsione assolutamente ovvia e incontrovertibile; ci troviamo invece costretti a presentare un emendamento.
Perché la maggioranza si rifiuta di accogliere una proposta ovvia? Perché la maggioranza si rifiuta di prevedere che l'ANAS controlli la corretta applicazione della legge per quanto concerne le società concessionarie? Ciò, a nostro avviso, è incredibile: non esiste alcun paese occidentale in cui le concessionarie autostradali, soprattutto se con una forte presenza di capitale privato, non vengano sorvegliate e controllate da un'autorità pubblica.
In questo caso - non ricordo quale collega lo abbia affermato in precedenza - noi non chiediamo che i garanti siano i consumatori (anche se sarebbe giusto) o gli enti locali: chiediamo che lo sia l'ANAS. Come diceva la collega Reduzzi, noi abbiamo bisogno di una autorità pubblica che sorvegli l'andamento e le modalità di applicazione di questa legge.
Vorrei richiamare brevemente - anche a seguito della pubblicazione di un articolo incredibile apparso oggi sul Sole 24ore - uno dei criteri che l'ANAS dovrebbe applicare, secondo l'emendamento da noi presentato. Noi chiediamo, cioè, che l'ANAS verifichi gli standard qualitativi seguiti nella realizzazione delle autostrade e dei tratti stradali che dovrebbero essere costruiti con il denaro degli automobilisti. Gli standard qualitativi sono assolutamente
importanti. Sono d'accordo sul fatto che c'è un grande bisogno, in molte parti d'Italia, di costruire strade. Tuttavia, esse hanno un forte impatto ambientale e, spesso, un forte impatto con i paesi e con le città. D'altronde, intervenire in Italia per la costruzione di strade significa intervenire in un territorio fortemente antropizzato.
Nel nostro paese non ci sono grandi spazi: esso presenta montagne e città che sono state edificate; spesso, le strade passano a ridosso di abitati. Gli standard qualitativi, dunque, sono assolutamente importanti. Non basta assegnare i fondi ai concessionari e dire loro di costruire le strade: si tratta di dettare anche alcuni standard qualitativi. Non è un caso che, quando si costruisce un'autostrada, le diverse fasi di progettazione debbano essere accompagnate da una valutazione di impatto ambientale, perché è chiaro che soprattutto opere della dimensione di una autostrada interagiscono con territori antropizzati, quindi fortemente abitati. Questo è il motivo per cui, quando si vuole costruire una strada, c'è sempre qualche comitato che si costituisce, ci sono enti locali che protestano, varianti urbanistiche cui mettere mano.
In altri termini, costruire una strada è un'impresa spesso difficile. Lo ripeto: non stiamo costruendo strade nelle grandi pianure degli Stati Uniti, dove non c'è niente per chilometri, ma le stiamo costruendo in un territorio estremamente antropizzato come quello italiano. Quindi, gli standard qualitativi sono estremamente importanti. Affermo tutto questo perché, anche da parte del Ministero dell'ambiente, noto segnali estremamente contraddittori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cima. Ne ha facoltà.
LAURA CIMA. L'emendamento in esame, presentato dai Verdi e sottoscritto anche dai colleghi Realacci e Iannuzzi, propone di aggiungere un ulteriore comma dopo il comma 2 dell'articolo 21. Esso ha grande valenza amministrativa e politica ed è conseguente ad una diffida contro l'ulteriore aumento dei pedaggi autostradali, che i nostri senatori inoltrarono al CIPE prima che si pronunciasse con una nuova delibera. In questa diffida, si dimostrava come la società autostrade avesse eseguito soltanto il 15 per cento delle opere previste nel piano finanziario sottoscritto nel 1997, che ammontavano a circa 4500 milioni di euro, e come avesse invece effettuato immobilizzazioni finanziarie non previste nello stesso piano, con acquisizioni di partecipazioni in società, distribuito dividendi in misura superiore alle previsioni del piano finanziario e generato utili extra, nell'ordine di 800 milioni di euro.
A parere del NARS, il gruppo di consulenti istituito presso il CIPE, queste acquisizioni, utili ed extraprofitti erano stati ricavati da investimenti minori rispetto a quelli preventivati dalla convenzione e da incrementi di traffico superiori alle stime. Gli incrementi, quindi, non erano dovuti a una gestione più razionale ma al mancato rispetto dei termini convenzionali sugli investimenti. La stessa denuncia era stata formulata dal Codacons e dalle associazioni dell'intesa.
Poiché questo provvedimento prevede l'aumento, il tentativo è almeno quello di dare una limitazione del danno nel senso che si vincola al controllo dell'ANAS il corretto adempimento degli obblighi che il concessionario si è assunto nella convenzione di concessione, cosa non avvenuta in passato, come abbiamo visto. Quindi, tenuta presente questa volontà perversa del Governo di non controllare cosa fanno le società autostradali e nello stesso tempo di riconoscere aumenti dei pedaggi, si cerca almeno di pretendere che il mancato rispetto degli standard qualitativi o della realizzazione degli investimenti o della manutenzione non comporti più l'aumento di tariffe, anche se previste; inoltre, nel caso in cui le carenze siano veramente gravi e addebitabili al concessionario, si prevede addirittura la decadenza della concessione stessa.
Allora, sarebbe il Governo ad avere tutto l'interesse ad appoggiare un emendamento
di tal genere, posto che avrebbe dovuto prevedere questo tipo di criteri nel testo della legge. Responsabilmente rispetto agli utenti, con questo emendamento vogliamo mettere in chiaro che l'articolo 21 così com'è a noi non va assolutamente bene e che questo emendamento almeno riduce il danno, riportando un po' di serietà nella gestione delle autostrade, rispetto a come ora viene portata avanti. Mi auguro che i colleghi, anche quelli della maggioranza, vogliano capire che rispetto ai cittadini e alle cittadine italiane sia interesse di tutti garantire la trasparenza e la serietà dell'operatività, nonché la presenza di un controllore, in questo caso l'ANAS, che vigila sul corretto adempimento degli obblighi; ciò al di là della parte a cui si appartiene e al di là delle polemiche che ho sentito continuamente in quest'aula tra le incapacità del Governo di sinistra e le incapacità del Governo di destra. Decidiamo tutti insieme, destra e sinistra, che questo è un criterio di buon senso, che va nella direzione degli utenti e nell'interesse dei cittadini e che, quindi, come tale, va sostenuto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lupi. Ne ha facoltà.
MAURIZIO ENZO LUPI. Signor Presidente, non volevo intervenire, ma ruberò solo un minuto ai colleghi. Poiché ritengo totalmente legittimo che l'opposizione faccia una sorta di ostruzionismo velato per risolvere contraddizioni interne a se stessa, quando si usa l'ostruzionismo velato per dire bugie o per non raccontare una realtà ormai sotto gli occhi di tutti, mi sembra doveroso da parte nostra e da parte mia intervenire. In particolare, tutti gli interventi che ci sono stati su questi emendamenti avevano un minimo comun denominatore, cioè il fallimento del Governo, della legge obiettivo, dell'azione del Governo nel settore dei lavori pubblici. Poiché questa è una realtà che solo l'opposizione conosce, mentre gli operatori, i cittadini che percorrono l'autostrada Milano-Torino, la Bologna-Milano e quant'altro vedono sotto gli occhi che i cantieri si stanno aprendo, volevo ricordare ai colleghi solo tre dati e poi rivolgere un consiglio al collega Vigni.
I tre dati si riferiscano alla legge-obiettivo che è centralistica e non ha funzionato. Bisognerebbe chiedere alle regioni di centrodestra e di centrosinistra perché hanno fatto a gara per raggiungere accordi con lo Stato centrale al fine di sottoscrivere, come prevede la legge-obiettivo, intese di programma sulle opere da realizzare; inoltre, hanno fatto a gara per inserire negli accordi e nelle intese sottoscritte opere non solo strategiche ma anche di piccola entità presenti sul territorio, proprio perché la legge-obiettivo, che ci viene copiata in tutta Europa, è una normativa che snellisce le procedure per la realizzazione delle opere. Il secondo dato è che, proprio per monitorare i risultati della legge-obiettivo, questo Governo - e non il precedente - ha voluto un osservatorio oggettivo che ogni sei mesi riportasse lo stato di avanzamento della legge-obiettivo e delle opere da realizzare. Il CNEL ogni sei mesi pubblica questa relazione, che bisognerebbe leggere. Infatti, nella relazione degli ultimi sei mesi si dice che nel settore delle opere pubbliche gli investimenti effettivamente realizzati sono aumentati del 43,8 per cento, nel settore delle ferrovie del 54,8 per cento e nel settore della viabilità del 21,8 per cento.
Veniamo ad un altro dato. I bandi di gara pubblicati dall'ANAS (2003 su 2001) sono aumentati del 736 per cento. Le gare effettivamente aggiudicate (2003 su 2001) sono aumentate del 223 per cento. I lavori consegnati, cioè quelli effettivamente conclusi, sono aumentati del 38 per cento. Finiamola con questa favola che il centrosinistra avrebbe investito più risorse sul settore dei lavori pubblici e il centrodestra ne avrebbe investite meno! Caro Vigni, tutti quelli che hanno esperienza di pubblica amministrazione sanno che nel libro dei sogni si possono scrivere cifre enormi da destinare ai lavori pubblici per poi non realizzarli mai!
C'è un dato oggettivo che ci viene fornito dalla Ragioneria dello Stato: il coefficiente di efficienza di realizzazione della spesa pubblica. Sino al 2001, dato quel numeretto magico che voi scrivevate sui bilanci, questo coefficiente era del 31 per cento e ciò vuol dire che, a fronte di 100 lire stanziate ed iscritte nel bilancio, solo 31 venivano spese, mentre 69 erano accantonate. Si tratta di risorse della gente, dei cittadini! Guarda caso, questo coefficiente, non a detta del Presidente Berlusconi, non a detta dell'onorevole Lupi, non a detta del centrodestra, ma a detta della contabilità dello Stato, è improvvisamente cambiato. Saranno pure stati scritti dei numerini diversi nel libro dei sogni, ma finalmente i soldi stanziati si spendono! L'ultimo dato dice che il coefficiente di realizzazione della spesa pubblica è passato dal 31 al 69 per cento. Ciò vuol dire che date 100 lire, 69 finalmente si spendono (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia)!
Un ultimo consiglio. Dite che noi ci inventiamo le favole, che andiamo dicendo che i lavori pubblici sono ripartiti, che la legge obiettivo sta funzionando e che i cantieri, grazie a Dio, si inaugurano; ma tutti i settori lo dicono, gli imprenditori, gli amministratori locali! Vigni, ti do un consiglio: chiedi ad un impresa che io stimo - quale la CMC - se finalmente abbia utilizzato lo snellimento e le certezze della legge obiettivo per realizzare non un'opera sulla carta, ma un'opera il cui mancato completamento era uno scandalo per il paese! Mi riferisco all'autostrada Salerno-Reggio Calabria di cui, grazie al general contractor e alle innovazioni introdotte con la legge obiettivo, giustamente, proprio per la sua professionalità, tale ditta si è aggiudicata l'appalto e sta lavorando sulla Salerno-Reggio Calabria...
PRESIDENTE. Onorevole Lupi, la prego di concludere.
MAURIZIO ENZO LUPI. Concludo, Presidente. Noi dovremmo imparare ad avere un rapporto...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Lupi.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Duca. Ne ha facoltà.
GIANANTONIO ARNOLDI. Non ha esaurito i tempi!
PRESIDENTE. Non potete pretendere dagli altri che non abbiano lo stesso rispetto per tutti. Prego, onorevole Duca.
EUGENIO DUCA. Signor Presidente, come dicevo, vorrei sapere per quale ragione, di fronte alla domanda di Lunardi e Baldassarri, il senatore Cossiga ha risposto prontamente: perché una truffa così colossale non l'ho mai vista nella mia vita. Altro che grandi opere, collega Lupi: grandi truffe! Truffa ai comuni, ai quali verrebbe sottratta persino una quota dell'ICI; truffa alle categorie produttive, agli artigiani e ai commercianti, ai quali si chiede persino una tassa sull'iscrizione alla Camera di commercio; truffa, in questo caso, agli automobilisti e alle imprese italiane, a cui si fa pagare una tassa aggiuntiva per finanziare opere che, invece, sono finanziate dallo Stato (ma i fondi per gli investimenti non vengono utilizzati dalle società, che magari preferiscono con quei soldi lanciare un'opa!). Altro che tasse per fare opere (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo)...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Duca.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Realacci. Ne ha facoltà.
ERMETE REALACCI. Signor Presidente, so di avere solo un minuto a mia disposizione, ma volevo soltanto dire al collega Lupi che sicuramente avremo modo di monitorare l'efficacia della legge obiettivo. Su una cosa non ho dubbi: noi assisteremo, da qui alle prossime elezioni - mi sembra che il Presidente del Consiglio voglia anche spostare le elezioni regionali in modo da avere due anni per inaugurare cantieri e posare prime pietre -, a 276 pose di prime pietre, tante quante
sono le 276 opere pubbliche strategiche per il paese, ma a nessun completamento di queste 276 opere.
È questo il dubbio che da tempo stiamo avanzando: infatti, occorre selezionare le opere effettivamente prioritarie e realizzarle, e non fare solamente propaganda. Sotto questo punto di vista, pertanto, chiediamo una verifica.
Vorrei anche spiegare a chi ci sta ascoltando e all'Assemblea, con grande trasparenza, che non stiamo conducendo l'intensa discussione in atto solo per precisare i termini del provvedimento al nostro esame, perché vogliamo che in esso, che concede favori a numerosi soggetti, si trovino i soldi per fare un favore anche ai cittadini...
PRESIDENTE. Onorevole Realacci, si avvii a concludere.
ERMETE REALACCI. ...potenziando il trasporto pubblico (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Panattoni. Ne ha facoltà.
GIORGIO PANATTONI. Signor Presidente, vorrei iniziare a dare una parziale risposta a quanto affermato dal collega Lupi. In primo luogo, osservo che il coefficiente da lui citato è aumentato molto perché sono stati spesi i nostri soldi, e non quelli del centrodestra! Infatti, sono state spese le risorse finanziarie stanziate dal centrosinistra, e questo forse sarebbe bene ricordarselo, perché altrimenti c'è qualcosa che non torna in questo ragionamento!
In secondo luogo, vorrei rilevare che il coefficiente diventa massimo a due condizioni. La prima è che non si stanzino più risorse (ed, ovviamente, la realizzazione rischia di diventare il 100 per cento); la seconda è ancora più sottile: basta cancellare i residui passivi, come ha fatto il ministro Tremonti con il cosiddetto «decreto taglia spese», dopodiché è evidente che, cancellando tali residui, il coefficiente aumenterà moltissimo!
Allora, occorre fare chiarezza, perché altrimenti si raccontano le solite fandonie, si prende in giro l'opinione pubblica e si danno informazioni distorte!
Detto ciò, nessuno contesta che vi sia stata un'accelerazione della spesa, per fortuna. Ma era nella natura delle cose...
PRESIDENTE. Onorevole Panattoni, si avvii a concludere.
GIORGIO PANATTONI. ...perché quando vi sono risorse finanziarie da spendere, si può anche fare in fretta...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Panattoni...
GIORGIO PANATTONI. ...è quando non ci sono che si fa fatica...
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Acquarone. Ne ha facoltà.
LORENZO ACQUARONE. Signor Presidente, vorrei svolgere un intervento riferito non alle «fantasmagoriche» grandi opere, ma all'emendamento Boato 21.40. Esso, infatti, recita che l'ANAS Spa vigila sul corretto adempimento degli obblighi assunti dal concessionario nella convenzione di concessione.
Bisogna approvare tale emendamento perché, fino a non molto tempo fa, l'ANAS poteva esercitare tali funzioni, in quanto si trattava di un'azienda autonoma, organo indiretto dello Stato. Essendo stata tramutata la sua natura giuridica e non essendo più un organo indiretto dello Stato, bensì una società per azioni, se non viene ad esso attribuito ex lege il potere di vigilare sull'attività dei concessionari delle autostrade, non può esercitarlo. Mi sembra, dunque, che si tratti di una proposta emendativa di buonsenso, come ha sostenuto precedentemente la collega Cima.
L'ANAS Spa, infatti, è l'unico organismo attualmente esistente in Italia in grado di intervenire e controllare, perché dispone degli uffici tecnici centrali e periferici competenti nel settore; non com
prendo perché non si debba stabilire che quanto l'ANAS poteva svolgere prima della sua trasformazione possa farlo anche adesso...
PRESIDENTE. Onorevole Acquarone, la invito a concludere.
LORENZO ACQUARONE. ...che è stata trasformata in una società per azioni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ruzzante. Ne ha facoltà.
PIERO RUZZANTE. Signor Presidente, intervengo per replicare al collega Lupi.
Caro collega Lupi, nel decreto-legge al nostro esame non c'è alcuna contraddizione, né tanto meno divisione nell'opposizione, che è assolutamente compatta; semmai, mi sembra che vi sia qualche problema di tenuta della maggioranza, visti i tre emendamenti presentati ieri dal gruppo della Lega Nord Federazione Padana sul consorzio Polieco, sull'Agensud e sulle concessioni autostradali. Infatti, attendo ancora la risposta del gruppo della Lega sui motivi per cui i suoi parlamentari non abbiano votato a favore delle loro proposte emendative, in modo da consentire all'Assemblea di approvarle.
Soprattutto, collega Lupi, c'è una questione ancora aperta: quella relativa al subemendamento Armani 0.23.01.1, di cui lei stesso è cofirmatario, attinente alle ristrutturazioni edilizie, o meglio alla concessione delle detrazioni fiscali per i cittadini e le famiglie in ordine alle ristrutturazioni edilizie, sul quale il Governo ha espresso parere contrario. Vedremo quando arriveremo allo specifico punto.
Questo è uno dei motivi per cui cerchiamo di richiamare l'attenzione dei colleghi (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Susini. Ne ha facoltà.
MARCO SUSINI. Signor Presidente, il collega Lupi ha elencato in maniera molto puntigliosa, cifre e dati per replicare alle nostre critiche. Credo, tuttavia, che egli abbia dimenticato un particolare nient'affatto trascurabile: le opere che in questo momento vengono realizzate ed ultimate sono state tutte progettate, finanziate ed avviate dai Governi del centrosinistra. Sfido il collega Lupi o qualche altro esponente della maggioranza a citare una sola grande opera che sia stata interamente partorita dalla legge obiettivo: non ne troverete una sola!
Sostengo, altresì, che la legge obiettivo, per sua stessa natura, ha contribuito a svuotare lo stesso Piano nazionale dei trasporti, che ormai questo Governo considera alla stregua di carta straccia!
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Susini.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Raffaldini. Ne ha facoltà.
FRANCO RAFFALDINI. Signor Presidente, poiché ho tra le mani alcuni grafici tratti dal rapporto di monitoraggio degli investimenti infrastrutturali menzionato poco fa dal collega Lupi, desidero citare alcuni dati riguardanti gli stanziamenti per infrastrutture nel bilancio di previsione dello Stato: nel 2001, rispetto al 2000, sono aumentati dell'8,1 per cento; nel 2002, rispetto al 2001, sono diminuiti del 12,6 per cento; nel 2003, rispetto al 2002, sono ulteriormente diminuiti del 3,6 per cento. Inoltre, il rapporto tra la quota di finanziamenti per infrastrutture e PIL, mentre nel 2001 era del 3 per cento, nel 2002 è sceso al 2,6 per cento e nel 2003 al 2,4 per cento!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Albonetti. Ne ha facoltà.
GABRIELE ALBONETTI. Signor Presidente, vorrei rivolgermi al rappresentante del Governo per sapere se risponda al vero
che taluno, nel Governo, sta pensando di consentire all'ANAS di diventare a sua volta concessionaria autostradale.
Se così fosse - avrei piacere che il sottosegretario mi ascoltasse perché desidererei avere una risposta -, si comprenderebbe assai bene la ragione per la quale il Governo e la maggioranza sono contrari all'emendamento Boato 21.40, che individua nell'ANAS un organo di controllo e vigilanza: evidentemente, non si può essere, nello stesso tempo, controllore e controllato.
Si porrebbe, però, un altro problema: quello di individuare un altro organismo di vigilanza e di controllo delle gestione autostradali. Desidererei avere una risposta. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mazzarello. Ne ha facoltà.
GRAZIANO MAZZARELLO. Signor Presidente, anch'io chiedo al rappresentante del Governo di conoscere per quale ragione, dopo aver permesso, con questo provvedimento, di aumentare i pedaggi autostradali, non si vuole che l'ANAS possa verificare il rispetto degli impegni che le concessionarie si assumono. Su questo punto vi è grande chiusura: per quale motivo?
Io vengo da una regione nella quale fra il presidente della regione ed il Presidente del Consiglio è stato concluso un rilevantissimo accordo di programma sulle infrastrutture. Ebbene, si è fatta grande propaganda, ma in tutti i provvedimenti successivi non viene stanziato neanche un euro per consentire di rispettare quell'accordo! Allora, da una parte, non si rispettano gli impegni per realizzare le infrastrutture; dall'altra, viene consentito l'aumento dei pedaggi autostradali; in più, si vuole evitare persino che venga controllato lo stato di manutenzione delle strade e delle autostrade!
Non mi sembra una politica seria: ragionate ancora su questo emendamento e sul provvedimento in esame (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, onorevole Banti. Ne ha facoltà.
EGIDIO BANTI. Signor Presidente, nell'esprimere adesione all'emendamento in esame, dichiaro che sono rimasto anch'io colpito dall'enfasi del collega Lupi durante il suo intervento. Probabilmente, il collega Lupi non ha ancora avuto il tempo di leggere Il Sole 24 Ore di questa mattina che, a pagina 20, riporta un'intervista di un suo autorevole collega di partito - non solo di maggioranza -, il senatore Luigi Grillo, presidente della Commissione lavori pubblici del Senato, il quale, proprio sul punto in discussione, dichiara che ci vuole una nuova legge per far funzionare la legge obiettivo. Adesso - dice testualmente il senatore Grillo in quest'intervista -, occorre una nuova legge che dia certezze a chi investe in un progetto, certezze di tempi, di procedure, di affidamenti, di durata delle concessioni, di adeguamenti tariffari. Spiega perché, a suo giudizio, la legge attuale non è decollata sulle grandi opere, dilungandosi su questi argomenti.
Può darsi che quelle del senatore Grillo siano opinioni, ma sono opinioni di un personaggio autorevole (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Grazie onorevole Banti.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Boato 21.40, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 425
Maggioranza 213
Hanno votato sì 189
Hanno votato no 236).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Boato 21.41.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vianello. Ne ha facoltà.
EDMONDO CIRIELLI. Basta!
MICHELE VIANELLO. Signor Presidente, dovete scusarmi se continuo ad insistere sull'oggetto delle nostre proposte emendative e anche di quello in esame.
Da questa mattina, stiamo ponendo un problema. Per questo motivo, abbiamo molto insistito sulle grandi opere e sull'inefficacia della legge n. 443. Mi consenta, collega Lupi: non sempre quell'oro che ha dipinto, oggi luccica in tal modo! Se avete avuto una capacità, è stata quella di usare risorse che avevamo messo da parte noi, non voi.
Insistiamo su questi temi e, in particolare, sulla qualità delle opere. Riprendo una questione lasciata in sospeso durante il precedente intervento, poiché era terminato il tempo a mia disposizione.
Su Il Sole 24 Ore di oggi è stato pubblicato un articolo estremamente grave (non sto scherzando, considerata l'autorevole fonte) del capo di gabinetto del ministro dell'ambiente, Paolo Togni. La conseguenza di quell'articolo può avere risvolti importanti anche dal punto di vista diplomatico. Abbiamo appreso, questa mattina, che vi sono forti critiche nei confronti del Pentagono e degli Stati Uniti.
Colleghi della maggioranza leggete l'importante articolo «Sul clima vince la disinformazione» (apparso su Il Sole 24 Ore di oggi, 25 febbraio 2004, firmato da Paolo Togni, noto scienziato e climatologo!). Egli sostiene in sostanza che il Pentagono, ieri, avrebbe detto grandi sciocchezze. Berlusconi sta sostenendo il Pentagono e gli Stati Uniti e il capo di gabinetto del ministro dell'ambiente, su Il Sole 24 Ore entra in rotta di collisione con Berlusconi, con gli Stati Uniti e con il Pentagono stesso! È una vera e propria rottura (su questo sollecito l'attenzione anche del sottosegretario Ventucci, anche se probabilmente, occorrerebbe la presenza anche del ministro degli esteri). È una rottura nei confronti del nostro prevalente alleato!
Il noto climatologo e scienziato Paolo Togni, oggi, afferma che, in realtà, non esiste l'effetto serra. Egli spiega che, guardando i quadri di Giotto e di Poussin, si può notare che già nel passato eravamo in presenza di grandi mutazioni ambientali. Quindi - chiede Paolo Togni - cosa vuole il Pentagono? Dice delle grandi sciocchezze.
In realtà, l'uomo non c'entra niente con le emissioni responsabili dell'effetto serra, non c'entra niente, perché - lui dice - si tratta solo del 4 per cento. Ora, al di là delle battute, vorrei richiamare l'attenzione su queste assolute bestialità. Noi stiamo insistendo molto anche su questo decreto-legge, perché una non corretta progettazione di autostrade e di strade comporta un aumento del traffico su gomma, un aumento dell'effetto serra e la compromissione dell'ambiente. Ecco perché siamo molto preoccupati, ecco perché continuiamo a tenere questo atteggiamento nei confronti di questo decreto-legge. Qui dentro non c'è il controllo pubblico, qui dentro c'è mano libera alle concessionarie autostradali, qui dentro alla fine può esserci un disegno - come diceva prima un collega che mi ha preceduto - secondo il quale alla fine la vera concessionaria autostradale diventa la stessa ANAS. Ci troviamo di fronte ad una situazione estremamente complicata e difficile, non riusciamo a capire - anzi, lo comprendiamo troppo bene - dove state cercando di portarci. Da un lato, vi è una scelta che ci può portare alla fine a non realizzare realmente le strade e a fare graziosi regali alle società concessionarie; dall'altro, vi sono pericolose impostazioni, anche da un punto di vista culturale, sulle vicende ambientali. D'altronde, è noto da tempo come la pensa il capo di gabinetto del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio. Forse sarebbe bene non facesse il capo di gabinetto di un ministero che, come noto, dovrebbe tutelare l'ambiente (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo e della Margherita, DL-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Boato 21.41, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 423
Votanti 421
Astenuti 2
Maggioranza 211
Hanno votato sì 190
Hanno votato no 231).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Vigni 21.12.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vigni. Ne ha facoltà.
FABRIZIO VIGNI. Signor Presidente, capisco che l'onorevole Lupi debba cercare di difendere l'indifendibile, ma raccontare che con l'attuale Governo le opere pubbliche stanno andando a gonfie vele appartiene un po' allo stesso filone di cinema favolistico che porta il Presidente del Consiglio a raccontare agli italiani che in questi tre anni sono diventati più ricchi. Il collega Lupi non può contestare, perché sono incontestabili, tre dati che io torno a sottolineare.
Primo dato: dal 2001 al 2004 gli investimenti nel bilancio dello Stato per le opere pubbliche e le infrastrutture sono diminuiti; lo dice il CNEL, lo dice l'ANCE. Il collega Lupi vuole contestare anche le stime che fa l'Associazione nazionale dei costruttori? Secondo dato: la legge-obiettivo doveva realizzare opere per 125 miliardi di euro. Invito ogni collega di quest'Assemblea ad andare sul sito www.cipe.it per verificare agevolmente come l'insieme delle delibere e dunque degli stanziamenti già assegnati arrivi, sì e no, a 4 miliardi di euro. Una cifra lontanissima non solo dall'obiettivo finale, ma anche dai numeri che va sbandierando il Presidente del Consiglio. Terzo dato, incontestabile: con la legge-obiettivo, dopo tre anni, non è stato aperto un solo cantiere, e quell'unico cantiere che cita anche il collega Lupi (che speriamo tutti stia per aprire, ma è per ora il primo e l'unico) è il maxilotto sulla Salerno-Reggio Calabria, che consentirà di proseguire i lavori già avviati dal precedente Governo su altri lotti della Salerno-Reggio Calabria. Dunque, è una bugia affermare che l'attuale Governo ha trovato i cassetti vuoti, che non c'erano opere avviate, perché gli unici cantieri aperti in questo momento in Italia sono quelli avviati e finanziati dal precedente Governo.
Ciò detto, vorrei illustrare rapidamente, entrando nel merito, questo emendamento. Per quanto riguarda il settore autostradale, dovremmo perseguire alcuni obiettivi essenziali.
Primo: dovremmo avere una rete autostradale di qualità, più sicura e più funzionale; secondo: dovremmo disporre di adeguati investimenti per la manutenzione e l'ammodernamento della rete; terzo: vi dovrebbe essere una liberalizzazione del settore con un pieno dispiegarsi della concorrenza; quarto: dovremmo avere un sistema di regolazione tale da tutelare l'interesse pubblico e gli utenti.
Ad oggi, non possiamo ritenere la situazione soddisfacente, sotto nessuno di questi punti vista. Lo dico con grande onestà e non ho difficoltà ad ammetterlo: i problemi che determinano tale situazione insoddisfacente non nascono tutti oggi con l'attuale Governo. Anche il processo di riordino del settore e di liberalizzazione avviato dal Governo di centrosinistra era rimasto incompiuto e doveva essere perfezionato. Il fatto è che oggi si rischia di aggravare i problemi esistenti. Vorrei fare soltanto due esempi.
Innanzitutto, per quanto riguarda il price cap, esso è un meccanismo che dovrebbe legare le tariffe alla produttività, alla qualità del servizio ed agli investimenti; dovrebbe essere un meccanismo in grado di dare certezze. Invece, da mesi, siamo di fronte ad un conflitto tra i vari soggetti interessati (il NARS, il CIPE, l'ANAS, il ministro Tremonti ed il ministro Lunardi), che sostengono opinioni e valutazioni
diverse. Ad esempio, il NARS ha sostenuto che la corretta applicazione del price cap dovrebbe, secondo i dati disponibili, portare ad una riduzione delle tariffe; altri sostengono che, invece, dovrebbe portare ad un aumento delle tariffe.
Dico solo che, in questo momento, preoccupa il fatto che vi sia un margine così ampio di discrezionalità nell'applicazione del price cap, che dovrebbe essere un meccanismo obiettivo. Infatti, avere un quadro di regole incerte ed arbitrarie può danneggiare l'interesse pubblico, i consumatori e - perché no? - anche le stesse imprese regolate e comunque, in generale, le liberalizzazioni.
Faccio un altro esempio: le tariffe oggi sono definite solo...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Vigni.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Panattoni. Ne ha facoltà.
GIORGIO PANATTONI. Signor Presidente, nel comma 3 dell'articolo 21 si fa riferimento ad una congrua remunerazione degli investimenti aggiuntivi, ossia alla congrua entità degli aumenti tariffari. Infatti, la correlazione tra remunerazione degli investimenti ed aumenti tariffari è del tutto lineare.
Allora, la domanda che sorge spontanea è la seguente: cosa vuol dire congrua? Congrua per chi? Per chi deve pagare gli aumenti tariffari o per chi effettua l'investimento? E per coloro che effettuano l'investimento, qual è un dato di remunerazione congruo? Deriva da una media storica, è un dato fissato per tutti o è un dato minimo? Cosa significa congruo? Abbiamo una lunga esperienza del significato della parola «congruo»; quando si parlava di diffusione delle parabole, era un modo per definire qualcosa che non c'era ed era totalmente virtuale...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Panattoni.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Duca. Ne ha facoltà.
EUGENIO DUCA. Signor Presidente, in un intervento precedente un collega della maggioranza ha fatto riferimento ai numerosi accordi di programma sottoscritti tra il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e le regioni. Effettivamente, lo strumento dell'accordo di programma, che non è una novità, è stato sottoscritto da molte regioni, governate sia dal centrodestra sia dal centrosinistra.
Il problema è che a quegli accordi non è stato dato alcun seguito concreto. Le cito l'esempio dell'accordo sottoscritto, da oltre un anno e mezzo, dal ministro Lunardi e dal presidente della regione Marche, Vito d'Ambrosio, che indica tutta una serie di opere e di date. Per quanto riguarda tutte le date riferite al 2002, al 2003 ed al primo trimestre del 2004 (rispetto al quale ci avviciniamo alla scadenza), non ne è stata rispettata una!
Anzi, con riferimento ad un'opera che poteva già essere appaltata da molto tempo, l'ANAS ha assunto un atteggiamento volto ad impedire l'appalto, contravvenendo all'impegno assunto, e non partecipa per...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Duca.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vigni 21.12, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 419
Maggioranza 210
Hanno votato sì 190
Hanno votato no 229).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Vigni 21.13.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Abbondanzieri. Ne ha facoltà.
MARISA ABBONDANZIERI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'intervento del collega Lupi mi fa venire in mente qualcosa che riguarda la legge-obiettivo rispetto alla vicenda del cosiddetto quadrilatero Marche-Umbria. Il giudizio sulla legge-obiettivo lo esprimeremo, e lo esprimeranno, vedremo, tra qualche mese o tra qualche anno. Sono convinta di questo, nel senso che i giudizi definitivi necessitano di tempi più lunghi; da questo punto di vista quindi si può accogliere l'invito celato che rivolgeva l'onorevole Lupi.
Vorrei però che si sapesse che la vicenda del quadrilatero Umbria-Marche di fatto si costruisce, e forse si realizzerà, al di là delle previsioni della legge-obiettivo. Ovvero, la legge-obiettivo, ammesso che funzioni, non verrà di fatto utilizzata per la realizzazione del quadrilatero Umbria-Marche. Perché dico questo? Per quanto attiene alla parte finanziaria, innanzitutto, siamo ancora ad un rinvio, non ultimo quello di ieri, e l'onorevole Lupi mi insegna che la legge-obiettivo può funzionare se funziona la partita finanziaria.
In secondo luogo, la legge-obiettivo non funziona perché per quanto attiene alla finanza di progetto, nel caso del quadrilatero Umbria-Marche, la si metta come si vuole, la finanza è tutta pubblica! Pertanto, da questo punto di vista - ripeto - la legge-obiettivo non funziona.
In terzo luogo, nella vicenda del quadrilatero Umbria-Marche, si è voluta inserire una partita tutta urbanistica interamente legata ad un'ennesima e significativa colata di cemento, che la dice lunga sull'interesse concreto alla realizzazione di quell'intervento, in modo particolare da parte del viceministro Baldassarri.
Detto questo, rispetto all'articolo in questione e al comma 3, noi siamo ormai ad una situazione di questo tipo. Con l'approvazione, in definitiva sul piano sostanziale, dei commi 1 e 2, siamo di fronte alla modifica del calcolo del sistema tariffario, all'allungamento a dieci anni del periodo regolatorio, ovvero di quel periodo che di fatto legherà le mani del soggetto regolatore, e siamo sicuramente alla conclamata certezza che le tariffe finanziano gli investimenti in toto.
Del resto, credo sia evidente che la vicenda che si trascina ormai da oltre otto mesi sulla questione dell'aumento delle tariffe, - partite CIPE, Nars e ANAS, chiamatele come volete -, dipende in primo luogo da una certezza, ovvero che gli investimenti programmati negli anni passati di fatto non sono ancora realizzati. Se fossero stati realizzati, sarebbe stato più semplice addivenire alla costruzione di un meccanismo per il riconoscimento della remunerazione degli investimenti e, conseguentemente, ad una situazione meno difficile sul piano della revisione delle tariffe.
Non sto parlando della percentuale, bensì dell'avvenuto riconoscimento, condiviso eventualmente da tutti i soggetti, sulla questione delle tariffe. Così non è stato e pertanto ci teniamo ad affrontare l'esame dell'articolo 21, così come il Governo lo ha predisposto.
Il comma 3 prevede la congrua remunerazione delle tariffe.
Chiediamo semplicemente che il parametro X, quello relativo al recupero della produttività dell'investimento - vorrei ricordare che si tratta del parametro più significativo - venga considerato relativamente a tutti gli interventi, compresi quelli aggiuntivi. Inoltre, chiediamo che gli incrementi dei flussi veicolari sulle singole tratte - uno degli argomenti più discussi all'interno della partita delle revisioni delle tariffe - siano desunti dal Piano generale della logistica e dei trasporti. Si tratta di un piano pubblico, di un piano in proiezione che eviterebbe di (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo e della Margherita, DL-L'Ulivo)...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Abbondanzieri.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Banti. Ne ha facoltà.
EGIDIO BANTI. Signor Presidente, l'emendamento Vigni 21.13 consente di
sottolineare, una volta di più, le incongruenze che il passaggio del decreto-legge dalla primitiva stesura del Governo all'esame del Senato e, poi, della Camera ha determinato.
Se all'inizio l'articolo 21, comunque discutibile, era una vera e propria proroga, anche se parziale e limitata, adesso tale articolo è un Elsa Poppin, come si dice a volte, cioè un «di tutto, di più» a proposito delle concessioni autostradali. Dietro il troppo qualche volta vi è il pericolo: il pericolo è che non si determini, fra tante parole spese, una norma sicura. Mi riferisco alla norma sulla congrua remunerazione sulla quale già altri colleghi si sono soffermati.
L'emendamento in esame va proprio nella direzione di agganciare la remunerazione ora definita, in modo vago, congrua ad elementi concreti. In tal senso, si chiede che l'aliquota del parametro X venga evidenziata relativamente a tutti gli interventi, compresi quelli aggiuntivi. Si deve capire, insomma, rispetto a quale platea di possibili calcoli ed interventi si determina il pressoché certo aumento tariffario che ne deriverà.
Inoltre, si indica un criterio oggettivo - potrebbero esservene altri, ma questo ha un valore - per quanto riguarda la determinazione degli incrementi dei flussi veicolari sulle singole tratte per tutta la durata della concessione. Mi riferisco al Piano generale della logistica e dei trasporti. Se tali semplici indicazioni di metodo concreto non vengono inserite nel provvedimento, si rimane in una situazione di aleatorietà e di incertezza che si scaricherà in modo inevitabile sugli utenti. Non credo sia interesse del Governo creare nuove proteste. Quindi, il Governo e la maggioranza ci pensino: il nostro emendamento va nella direzione giusta (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-L'Ulivo e dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mazzarello. Ne ha facoltà.
GRAZIANO MAZZARELLO. Signor Presidente, con l'emendamento in esame cerchiamo almeno di migliorare un provvedimento sbagliato. Vorrei dire ai colleghi della maggioranza, che hanno voluto dimostrarci come vi siano stati molti interventi sulle grandi infrastrutture -, loro stessi sanno che non è vero! - che nessuna delle righe tracciate dal Presidente del Consiglio in una famosa trasmissione è diventata terra mossa. Un altro grande scandalo è, poi, costituito dagli accordi di programma tra il Presidente del Consiglio e le regioni italiane. Si era detto che nel giro di pochi mesi sarebbero stati realizzati gli impegni: non c'è un euro a disposizione di tali accordi di programma sulle infrastrutture!
Ebbene, ora compite un'operazione che prende atto di tale fallimento e scarica sulle tariffe, sui costi, sui pedaggi autostradali il fallimento di tale politica. Vi preghiamo di riflettere: cambiate, cambiate, cambiate! Correggete, correggete, correggete (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Raffaldini. Ne ha facoltà.
FRANCO RAFFALDINI. Vorrei ricordare, signor Presidente, che il problema delle risorse effettivamente si fa sempre più pesante, perché da una parte, rispetto alla crescita degli investimenti che si è registrata nel bilancio del centrosinistra (dell'8,1 per cento negli ultimi anni), vi è stata una riduzione del 12 per cento nel 2002 e del 3,6 per cento nel 2003, dall'altra, leggo questa mattina che un altro strumento, quello delle cartolarizzazioni, sta proseguendo con grande affanno, con la conseguenza che il ministro dell'economia e delle finanze deve «bussare» alle banche per chiedere un prestito di 800 milioni di euro, per far fronte all'appuntamento del rimborso della prima tranche delle obbligazioni emesse, pari a 1,9 miliardi di euro. Quindi, nemmeno quello strumento funziona (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo)!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vigni 21.13, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 402
Maggioranza 202
Hanno votato sì 170
Hanno votato no 232).
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15 con lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
![]() |
![]() |
![]() |