Allegato A
Seduta n. 426 del 23/2/2004


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MOZIONI VIOLANTE ED ALTRI N. 1-00294, DEIANA ED ALTRI N. 1-00302, ANEDDA ED ALTRI N. 1-00321 E ANTONIO LEONE N. 1-00302 SULLA DESTINAZIONE DELLA BASE MILITARE STATUNITENSE NELL'ARCIPELAGO DE LA MADDALENA

(Sezione 1 - Mozioni)

La Camera,
premesso che:
nel novembre 2003 si è avuta notizia dell'incidente ad un sottomarino nucleare statunitense, che, pare a causa di un'erronea manovra, la mattina del 25 ottobre 2003 si è andato ad incagliare sui fondali rocciosi in prossimità dell'isola di Caprera. In ragione della gravità dell'episodio, è stato rimosso non solo il capitano del sottomarino, ma lo stesso commodoro della squadriglia sottomarini 22, ossia il numero uno della base della Maddalena;
in precedenza i più diffusi quotidiani della Sardegna avevano dato notizia della decisione del comitato organizzatore della Coppa America di vela di escludere la località di Porto Cervo dall'elenco delle possibili sedi di svolgimento delle gare veliche, in seguito a pressioni del comando della marina militare degli Stati Uniti di stanza a La Maddalena, motivate da ragioni di sicurezza;
negli stessi giorni il comando militare americano ha illustrato, in una conferenza stampa tenuta sempre a La Maddalena, la richiesta di un massiccio intervento edificatorio per 33.430 metri cubi nelle località di Vena longa e di Vigna grande, nel territorio comunale della Maddalena;
la marina americana è già presente nell'isola della Maddalena ed in quella vicina di Santo Stefano con quattro insediamenti, che sviluppano la volumetria di 11.350 metri cubi;
i dati esposti provengono dalla comunicazione fornita in sede di conferenza stampa dal quartier generale di Napoli della N.s.a. (Naval support activity);
risulta, inoltre, dalle note di stampa innanzi richiamate e da atti di sindacato ispettivo presentati da parlamentari e da consiglieri del centrosinistra del consiglio regionale della Sardegna che:
a) è ormai prossima la chiusura dell'arsenale militare della Maddalena, che comporterà la perdita di 200 posti di lavoro;
b) il ministero della difesa ha deciso di procedere nel piano di riconversione industriale dell'area dell'arsenale militare, presentato nel luglio 2003 ed affidato all'agenzia industria e difesa, con l'impiego di sole 65 unità lavorative, e di cedere parte della struttura militare (l'arsenale ovest e le strutture delle ex caserme Favarelle e Sauro) alla marina militare americana;
c) la marina militare americana intende trasformare il proprio insediamento nelle isole della Maddalena e di Santo Stefano da punto di appoggio in una vera e propria base di appoggio, con gravi conseguenze per le popolazioni residenti e con gravi danni alla fruibilità del Parco nazionale dell'arcipelago della Maddalena;
d) non vi è, o almeno non è conosciuto, alcun pian di emergenza per la


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protezione e la salvaguardia della popolazione civile della Maddalena: si tratta di oltre 12.000 persone residenti, alle quali si aggiungono circa trentamila villeggianti nella stagione estiva, e circa 5.000 persone del personale civile e militare, che opera nella base militare americana, che dispone di strutture e di fabbricati nell'isola della Maddalena, nella nave appoggio, nei sommergibili a propulsione nucleare all'ancora nell'isola di Santo Stefano, nei depositi e nell'arsenale ivi realizzati;

impegna il Governo:

a fornire le più immediate rassicurazioni circa la futura destinazione delle aree e delle strutture già esistenti nell'arcipelago della Maddalena, provvedendo in particolare a:
a) contrastare ed impedire la realizzazione del progetto edificatorio presentato dal comando militare americano nelle isole della Maddalena e di Santo Stefano;
b) mantenere i livelli occupazionali già garantiti al personale civile dell'arsenale militare, anche nell'attuazione del progetto di riconversione presentato nel luglio 2003;
c) assicurare la piena fruibilità e conservazione paesaggistico-naturale del Parco nazionale dell'arcipelago della Maddalena;
d) approntare o rendere noto, se esistente, il piano di emergenza per la salvaguardia e la tutela delle persone residenti nell'arcipelago della Maddalena;
e) proporre all'autorità militare americana un'altra località da destinare a punto di appoggio, con caratteristiche tali da evitare pericoli per la popolazione e per l'ambiente.
(1-00294)
«Violante, Carboni, Cabras, Maurandi, Folena, Minniti, Ruzzante».
(19 novembre 2003)

La Camera,
premesso che:
la Sardegna è da tempo segnata da un impressionante fardello di servitù militari, che trovano un'emblematica e quanto mai significativa espressione nei 24 mila ettari di territorio destinato alle attività militari, che negli ultimi anni, soprattutto in concomitanza con il coinvolgimento del nostro Paese nelle nuove strategie di guerra dell'occidente, hanno conosciuto un significativo consolidamento;
un assetto del territorio così strettamente connesso alla funzione e funzionalità militare ha evidenti ricadute sulla vita delle popolazioni dell'isola in termini di sicurezza della vita e salvaguardia della salute, oltre che per tutto ciò che riguarda gli equilibri ambientali e la sfera della sovranità popolare e della democrazia;
nei territori che ospitano gli insediamenti militari, sia italiani che di forze internazionali, si registra da tempo un'elevata incidenza di tumori tra la popolazione, in particolare tumori al sistema emolinfatico e alla tiroide, in una percentuale che va decisamente oltre la norma statistica, il 200 per cento in più della media nazionale;
nell'isola della Maddalena-Santo Stefano, il punto di approdo per una nave appoggio della Us Navy per sommergibili di attacco, in seguito ad una modifica apportata l'11 agosto 1972 all'accordo bilaterale fra la Repubblica italiana e gli Stati Uniti del 1954, relativo ad infrastrutture bilaterali, e all'intreccio di continui memorandum e di accordi dentro gli accordi, costituisce una struttura anomala, avulsa da qualsiasi contesto di compartecipazione di interesse bilaterale, in cui tutti gli elementi di sicurezza ecologico-sanitaria, i rapporti istituzionali, le regole urbanistiche e la compatibilità con il Parco nazionale dell'arcipelago della Maddalena restano assolutamente in secondo piano rispetto alla priorità della Us Navy;
il Ministro Martino, con una nota ministeriale del 30 settembre 2003, ha


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deciso, avvalendosi della facoltà prevista dall'articolo 3 della legge n. 898 del 1976, di avallare il progetto statunitense di «migliorie infrastrutturali» che, sottoposto al parere del comitato paritetico regionale sulle servitù militari, era stato respinto, presentando il complesso dei lavori esposti nel progetto come urgenti, indispensabili e indifferibili, in particolare per gli aspetti riguardanti la sicurezza del personale della base. In questo modo il progetto della Us Navy, sommario ma molto esplicito, che trasforma il punto d'approdo per nave appoggio per sommergibili d'attacco, secondo il titolo dell'accordo segreto del 1972, in una nuova ed effettiva base nucleare statunitense, viene presentato come un mero rifacimento e ammodernamento delle strutture esistenti;
il progetto di «migliorie infrastrutturali» a Santo Stefano, rigettato dal comitato paritetico regionale sulle servitù militari, non esaurisce la pianificazione della nuova presenza militare statunitense nell'arcipelago della Maddalena. Il dipartimento della difesa statunitense ha, infatti, presentato a partire dal marzo 2003 un proprio «programma concettuale» intitolato «obiettivi di consolidamento», la cui programmazione è al momento meno definita, ma che partecipa ancor più completamente al quadro d'insieme della nuova presenza statunitense in Sardegna;
sulla base nucleare statunitense di Porto Santo Stefano e sulla coabitazione con il contiguo deposito di munizioni Nato, il consiglio regionale della regione Sardegna ha sempre espresso unitariamente la propria posizione di contrarietà, come del resto il rifiuto di qualsiasi, seppur minimo, incremento di presenza militare nel territorio dell'isola, già oltremodo oberata da vincoli militari;

impegna il Governo:

a sospendere la determinazione del Ministro della difesa del 30 settembre 2003 e riconvocare il comitato paritetico regionale sulle servitù militari per riportare a correttezza le procedure di legge che impegnano il comitato a deliberare sulle installazioni che interessano la difesa nazionale, superando la grave irregolarità che ha portato la sezione statunitense della commissione mista lavori Italia/Usa a farsi proponente unilateralmente di un'opera di «interesse militare» statunitense;
ad adottare iniziative dirette a tutelare gli interessi ed il diritto alla salute della popolazione locale nell'arcipelago della Maddalena e in qualsiasi altro territorio della Sardegna sottoposto a servitù militare, attuando e potenziando l'attuale sistema di monitoraggio, di controllo in continuo e di allarme;
a predisporre e rendere pubblico un completo piano di emergenza ed un conseguente piano di evacuazione specificatamente adatti alle condizioni di un'isola.
(1-00302)
«Deiana, Cento, Pisa, Bulgarelli, Annunziata, Bellillo, Bellini, Cima, Giacco, Alfonso Gianni, Grotto, Pistone, Realacci, Rizzo, Russo Spena, Tolotti, Sciacca, Siniscalchi, Vendola, Zanella, Buffo, Tonino Loddo, Mantini».
(18 dicembre 2003)

La Camera,
premesso che:
la Sardegna è sede di insediamenti militari, sia italiani che di forze internazionali;
in particolare, l'arcipelago della Maddalena costituisce una base strategica della marina militare statunitense in virtù di accordi bilaterali tra la Repubblica italiana e gli Stati Uniti, il primo dei quali risale al 1954;
nel settembre 2003 il Governo italiano ha deciso, avvalendosi della facoltà prevista dall'articolo 3 della legge 24 dicembre


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1976, n. 898, di avallare il progetto statunitense di «migliorie infrastrutturali», con cui si intende procedere al rifacimento e all'ammodernamento delle strutture militari già esistenti;
tale operazione non comporta aumento delle cubature già esistenti, ma soltanto delle migliorie di carattere igienico-sanitarie, né pericoli di sorta, né per l'ambiente, né per la salute della popolazione che ivi risiede o villeggia, dal momento che si tratta sempre dello stesso territorio sottoposto a servitù militare e restando sempre in vigore i vincoli paesaggistici e di tutela ambientale secondo gli accordi con il Parco nazionale dell'arcipelago della Maddalena e il comune della Maddalena;
a seguito degli accertamenti effettuati, non è risultata traccia alcuna di inquinamento, anche nucleare, del mare;

impegna il Governo:

a esercitare, come nel passato, l'attività di verifica degli accordi internazionali d'intesa con le autorità locali preposte alla tutela e alla salvaguardia dell'ambiente e della salute pubblica;
a fornire rassicurazioni circa la destinazione delle aree e delle strutture già esistenti nelle zone interessate e a mantenere i livelli occupazionali già garantiti al personale civile dell'arsenale militare.
(1-00321) «Anedda, Porcu, Onnis».
(16 febbraio 2004)

La Camera,
premesso che:
il comprensorio militare dell'Isola di Santo Stefano è una base italiana, di cui una parte, sempre sotto comando italiano, è concessa in uso quale area di supporto logistico-navale alla marina militare degli Stati Uniti, sulla base di specifici accordi bilaterali;
il progetto di riqualificazione della predetta area di supporto logistico è considerato indispensabile, urgente ed indifferibile sia per gli aspetti riguardanti la sicurezza, anche in chiave antiterroristica, della struttura, nonché del personale civile e militare in essa impiegato, sia per migliorare gli standard abitativi del personale medesimo;
il progetto non prevede alcun potenziamento della struttura esistente, né dal punto di vista del personale militare impiegato, né dell'attività operativa del punto di appoggio;
le opere di risanamento predette rappresentano un intervento migliorativo sotto il profilo paesistico ed ambientale, in quanto verrebbero a sostituire vecchi edifici fatiscenti su cui si sono sovrapposti disordinatamente altri edifici e baracche, cui si aggiungono vasti depositi a cielo aperto di rottami: a riprova di ciò, sia il comune della Maddalena che la sovrintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio di Sassari hanno espresso a suo tempo parere favorevole al progetto, anche dal punto di vista paesistico ed architettonico;
la realizzazione del progetto, che prevede opere per un ammontare di circa 50 milioni di euro, avrà effetti favorevoli sull'indotto economico locale e sui livelli occupazionali;

impegna il Governo:

a mantenere gli impegni sottoscritti dall'Italia con gli Stati Uniti, nell'ambito della storica alleanza fra i due Paesi, anche nel quadro della Nato, che è stata ed è fondamentale per la salvaguardia della pace e della libertà da oltre mezzo secolo e che rappresenta un elemento essenziale per la difesa delle democrazie dalle nuove minacce, anche di tipo terroristico;
a portare avanti la realizzazione della riqualificazione del punto di appoggio logistico


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dell'Isola di Santo Stefano secondo il progetto già approvato, tenendo conto che la sua realizzazione è opportuna sia per esigenze di tutela ambientale e paesaggistica, sia per migliorare le condizioni, anche di sicurezza, di chi lavora in tale struttura e considerando anche gli effetti positivi sull'economia locale e sull'occupazione.
(1-00322) «Antonio Leone».

(16 febbraio 2004)