Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 418 del 4/2/2004
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Discussione di documenti in materia di insindacabilità ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione (ore 10,07).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione di documenti in materia di insindacabilità, ai sensi del primo comma dell'articolo 68 della Costituzione.
Ricordo che a ciascun gruppo, per l'esame di ogni documento, è assegnato un tempo di cinque minuti (dieci minuti per il gruppo di appartenenza del deputato interessato). A questo tempo si aggiungono cinque minuti per ciascuno dei relatori, cinque minuti per richiami al regolamento e dieci minuti per interventi a titolo personale.

(Discussione - Doc. IV-quater, n. 60)

PRESIDENTE. Passiamo alla discussione del seguente documento:
Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla richiesta relativa all'applicabilità dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti del deputato Sgarbi (Doc. IV-quater, n. 60).
La Giunta propone di dichiarare che i fatti per i quali è in corso il procedimento concernono opinioni espresse dal deputato Sgarbi nell'esercizio delle sue funzioni, ai sensi del primo comma dell'articolo 68 della Costituzione. Faccio presente che, dopo la deliberazione della Giunta, è pervenuta alla Presidenza anche una richiesta di deliberazione da parte del giudice procedente, ai sensi dell'articolo 3, comma 4, della legge n. 140 del 2003.
Dichiaro aperta la discussione.
Ha facoltà di parlare il relatore, onorevole Cola.


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SERGIO COLA, Relatore. Signor Presidente, questa richiesta di insindacabilità prende le mosse da un procedimento iniziato a carico del deputato Sgarbi, a seguito di una denuncia-querela del sindaco di Terrasini, Manlio Mele, per aver offeso - come recita il capo di imputazione - la dignità e l'onorabilità di quest'ultimo nel corso della trasmissione Sgarbi quotidiani del 12 marzo 1997.
Intendo ripetere testualmente quelle che, nel capo di imputazione, sono state ritenute le frasi offensive: «Terrasini, luogo bello e dimenticato, e dimenticato anche da noi dopo che ne avevamo parlato tanto, per quella tragedia che toccò la vita e anche gli effetti del maresciallo Lombardo» - «Rimangono la moglie e i figli, a Terrasini, dopo che, inspiegabilmente, ma per una ragione che è l'opposto di quello che si è voluto insinuare, cioè non per sentirsi asservito alla mafia e scoperto, ma perché sputtanato pubblicamente, umiliato ed offeso in una trasmissione televisiva dall'ex sindaco di Palermo Orlando, spalleggiato poi dal piccolo sindaco non so se ancora esistente e reggente o cacciato, di Terrasini, c'è stato un referendum, non ho capito poi perché, se non perché la mafia c'è e sappiamo da che parte sta, non si è stabilito di cacciare quel sindaco, il quale, in società con Leoluca Orlando, infamò il maresciallo Lombardo e disse: quello è amico della mafia e quello si uccise, quello si è ucciso è stato ucciso in diretta...».
È il caso anche di sottolineare che, sulla scorta di tali testuali affermazioni, il capo di imputazione si è anche estrinsecato, secondo quanto affermato dall'onorevole Sgarbi, in un'altra formulazione di collegamenti fra Manlio Mele e la mafia, nonché sull'esistenza di un nesso di casualità tra le condotte poste in essere dal Mele e la morte del maresciallo Lombardo.
La Giunta ha esaminato in modo assai approfondito la questione, svolgendo due ordini di valutazioni.
Ancorché la vicenda in questione riguardi un fatto limitato ad una realtà territoriale particolare - la Giunta per le autorizzazioni a procedere, fra l'altro, ha esaminato in passato casi analoghi che hanno riguardato parlamentari appartenenti a tutte le forze politiche (ad esempio, i deputati Paolone, Pezzoli, Di Fonzo, Rizzi) -, ciò non esclude la possibilità di pronunciarsi sull'insindacabilità.
Questo è, in ogni caso, un aspetto che considero secondario; l'aspetto più importante è, invece, che il suicidio del maresciallo Lombardo ha avuto un'amplissima diffusione sui mezzi di mezzi d'informazione; se ne parlò anche con riferimento ad un particolare modo di gestire la giustizia nella lotta alla mafia, e tutto questo, secondo il collega Sgarbi, sarebbe stato il presupposto che avrebbe scatenato la reazione che ha condotto al suicidio il povero maresciallo Lombardo. Il fatto che il collega Sgarbi si sia intrattenuto su tematiche di carattere giudiziario che non potevano non investire la politica ha fatto ritenere alla Giunta per le autorizzazioni a procedere di pronunciarsi, a larga maggioranza, per l'insindacabilità.
In coda alla relazione abbiamo aggiunto una doverosa postilla, da cui si evince che il tribunale ha assolto l'onorevole Sgarbi per le frasi relative al maresciallo Lombardo, mentre lo ha condannato ad una pena pecuniaria per le frasi sui pretesi collegamenti tra Mele e la mafia. Questa doverosa precisazione ci induce a confermare ancor di più la nostra proposta di insindacabilità, la quale deve essere posta in relazione a quest'ultima parte delle frasi pronunciate - quella per la quale Sgarbi è stato condannato - e non anche alla prima parte, per la quale il tribunale lo ha assolto.

PRESIDENTE. Rivolgo un saluto agli studenti e agli insegnanti del liceo «Alessandro Torlonia» di Avezzano, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune del pubblico (Applausi).
È iscritto a parlare l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, dalla relazione svolta dal collega Cola sono già emersi fatti sufficienti per


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inquadrare il caso in questione. In particolare, il fatto che il collega Sgarbi sia stato già assolto dal tribunale sulla prima parte delle presunte affermazioni diffamatorie ci esime dallo svolgere, su tale parte della vicenda, un approfondimento, sebbene non avremmo difficoltà ad affermare che per quelle espressioni, pronunciate dal collega durante la trasmissione televisiva Sgarbi quotidiani, sarebbe difficile intravedere una potenzialità lesiva che vada al di là della semplice espressione di un'opinione e di un diritto di critica.
In tutti i casi, siamo sollevati dallo svolgere delle valutazioni anche perché queste sono state già fatte dal tribunale e, comunque, sarebbero per noi da porre sulla stessa linea indicata dal relatore. Più specifica, invece, è la valutazione sull'esistenza, affermata dal collega Sgarbi nel corso della trasmissione citata, di un collegamento tra Manlio Mele, sindaco di Terrasini, e la mafia nonché di un nesso di causalità tra le condotte poste in essere dal detto Mele e la morte del maresciallo Lombardo.
Sono due attribuzioni di fatti specifici, che esulano dall'espressione di un'opinione. Infatti, affermare, utilizzando un mezzo di comunicazione di massa quale la televisione, nel corso peraltro di una trasmissione particolarmente seguita quale quella condotta dal collega Sgarbi, che il sindaco di Terrasini ha un collegamento con la mafia e che sussiste un nesso di causalità tra le condotte dello stesso e la morte del maresciallo Lombardo, significa assumersi una precisa responsabilità.
Si tratta di una responsabilità che può essere assunta con coraggio, come sempre avviene quando si vuol far opera di critica e di denuncia, ma che non può essere coperta dall'irresponsabilità politica, poiché ciò sarebbe contraddittorio con le premesse e vistosamente contraddittorio con il primo comma dell'articolo 68 della Costituzione. Tale norma protegge opportunamente la libertà di opinione, ma non la libertà di insultare né di attribuire fatti specifici, anche di carattere delittuoso, a chicchessia, contando sulla totale impunità.
Tale interpretazione sarebbe a nostro avviso contraria alla Costituzione e al senso della garanzia - che condividiamo profondamente - che la Costituzione medesima riconosce alla libertà di espressione nell'esercizio della funzione parlamentare. Non ci troviamo in tale circostanza, e debbo pertanto concludere, rispetto a questo capo d'imputazione, nel senso che sarà impossibile, da parte nostra, e mi auguro anche da parte degli altri colleghi, ritenere tali espressioni insindacabili ai sensi dell'articolo 68 della Costituzione.

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione.
Avverto che è stata chiesta la votazione mediante procedimento elettronico.

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