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summit sopraindicato, per arrivare a questo traguardo, prevedono espressamente il raggiungimento dell'eguaglianza di genere e l'empowerment delle donne (obiettivo 3);
il Governo italiano ha sottoscritto il Programma d'azione della Conferenza su popolazione e sviluppo (Cairo 5-13 settembre 1994) e la Piattaforma d'azione della Conferenza di Pechino su donne e sviluppo (4-15 settembre 1995), nonché i documenti approvati, a cinque anni di distanza dalle due conferenze, dalle due Assemblee generali delle Nazioni Unite del 2 luglio 1999 e del 9 giugno 2000;
la comunità internazionale, al summit del millennio delle Nazioni Unite (settembre 2000), si è data l'ambizioso traguardo di ridurre della metà il numero di individui in stato di povertà assoluta entro il 2005;
gli obiettivi di sviluppo del millennio (millennium development goals), stabiliti al
tutto ciò per arginare le gravissime emergenze che vedono, nel mondo: un miliardo e 200 milioni di persone che vivono con meno di 2 dollari al giorno, in maggioranza donne; il perdurare dell'analfabetismo, di cui le donne rappresentano il 63 per cento; 2 milioni di donne all'anno infettate dal virus Hiv e 1,2 milioni di donne uccise dall'aids; 2 milioni di bambine costrette a prostituirsi; 585.000 donne morte ogni anno per cause legate alla gravidanza e al parto; 60 milioni di donne assenti dalle statistiche a causa degli aborti selettivi; 130 milioni di donne che hanno subito mutilazioni dei genitali. Inoltre i due terzi dei 40 milioni di rifugiati nel mondo sono donne e bambini;
il cammino verso l'eguaglianza di genere comincia dagli indicatori di alfabetizzazione e di istruzione e continua attraverso l'assistenza sanitaria, che comprende anche la libertà di scelta sulla propria fecondità;
è importante che la famiglia e la società accettino una più ampia partecipazione pubblica delle donne e che tutti gli ostacoli a tale partecipazione siano eliminati;
l'obiettivo del millennio numero 5 prevede il miglioramento della salute materna, garantito a tutte le donne, l'assistenza durante la gravidanza, prima e dopo il parto, e la disponibilità di un pronto soccorso ostetrico per le emergenze e per le gravidanze precoci, in cui i rischi di mortalità e morbilità materne sono più alti, nonché una corretta pianificazione familiare, che può salvare la vita delle donne, poiché riduce il rischio di gravidanze indesiderate, aborti clandestini e morte di parto;
la cooperazione dell'Italia con i Paesi in via di sviluppo è, a tutt'oggi, disciplinata dalla legge 26 febbraio 1987, n. 49, che prevede il miglioramento della condizione delle donne e dell'infanzia e il sostegno della promozione delle donne;
tale legge prevedeva espressamente la creazione di un ufficio donna e sviluppo, che oggi è stato di seguito trasformato in ufficio donne, bambini, handicappati;
nel 2003 sono diminuiti i contributi volontari al sistema delle Nazioni Unite e i due organismi maggiormente penalizzati sono stati l'Unfpa (Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione) e l'Unifem (Fondo delle Nazioni Unite per le donne), che si occupano in modo specifico di migliorare la condizione femminile;
sono da tenere in considerazione le raccomandazioni espresse nella comunicazione della Commissione europea al Consiglio dell'Unione europea e al Parlamento europeo del 21 giugno 2001 sul Programma d'azione per il mainstreming sull'eguaglianza di genere nella cooperazione allo sviluppo dell'Unione europea -:
se il Governo, in particolare il Ministro interpellato, intenda ripristinare l'ufficio donne e sviluppo, dotandolo di risorse umane e mezzi finanziari adeguati per avviare progetti di azione positiva, per l'empowerment delle donne e per integrare una prospettiva di genere in tutti i programmi e progetti di cooperazione allo sviluppo;
se intendano attivarsi perché sia aumentato il contributo volontario e i finanziamenti per programmi e progetti specifici dell'Unfpa e dell'Unifem nel settore della salute riproduttiva, della violenza contro le donne, dello sfruttamento sessuale, delle mutilazioni genitali femminili, della rappresentanza politica;
se nei programmi di cancellazione del debito vogliano dare priorità ai progetti che hanno come obiettivo il miglioramento delle condizioni femminili e della salute riproduttiva;
se intendano realizzare iniziative di informazione in Italia a dieci anni dalla Conferenza de Il Cairo su popolazione e sviluppo e dalla Conferenza di Pechino su donne e sviluppo.
(2-01034)
«Alberta De Simone, Abbondanzieri, Bellini, Boato, Bolognesi, Buffo, Calzolaio, Cento, Chiaromonte, Cordoni, Maura Cossutta, Dameri, De Luca, Deiana, Diana, Duca, Lion, Lumia, Raffaella Mariani, Mazzuca Poggiolini, Montecchi, Panattoni, Pisa, Pollastrini, Quartiani, Ruzzante, Sasso, Siniscalchi, Valpiana, Vigni, Bulgarelli, Cima, Preda, Ranieri, Trupia, Zanella, Zanotti, Pistone, Battaglia, Labate, Bimbi».
(20 gennaio 2004)