Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 369 del 7/10/2003
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(Iniziative per facilitare il rilascio delle carte di identità elettroniche da parte dei comuni sperimentatori - n. 3-02362)

PRESIDENTE. Il ministro per l'innovazione e le tecnologie, ingegner Stanca, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Magnolfi n. 3-02362 (vedi l'allegato A - Interpellanza e interrogazioni sezione 2).

LUCIO STANCA, Ministro per l'innovazione e le tecnologie. Signor Presidente, onorevole deputato, l'interrogazione in oggetto, rivolta anche al ministro delle infrastrutture e dei trasporti e per la quale sono stato delegato a rispondere, riguarda l'adozione della carta d'identità elettronica; in particolare, in essa l'interrogante esprime preoccupazione per un eventuale aggravio di oneri a carico dei comuni che aderiscono alla fase di sperimentazione in corso, relativa al citato documento elettronico. Tale incremento di spesa, secondo l'onorevole Magnolfi, sarebbe determinato dalla necessità di allineare i dati delle anagrafi comunali con quelli contenuti nelle banche dati della motorizzazione civile e trasporti in concessione, tenuto conto che per l'accesso al centro elaborazione dati del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti i comuni interessati dovrebbero corrispondere, oltre ad una cauzione e al canone annuo di abbonamento, un corrispettivo per ogni operazione di accesso.
Al riguardo, in esito agli approfondimenti svolti dai competenti uffici tecnici del CNIPA (Centro nazionale per l'informatica nella pubblica amministrazione, che ha sostituito l'AIPA) e tenuto conto degli elementi acquisiti dal dipartimento per i trasporti terrestri e per i sistemi informativi e statistici del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, si precisa, in via preliminare, che la normativa vigente in materia non prevede il coinvolgimento della motorizzazione civile e trasporti in concessione nelle procedure relative al rilascio della carta d'identità elettronica da parte dei comuni sperimentatori. In particolare, risulta inesistente la necessità da parte dei comuni, così come manifestata dall'interrogante, di verificare, mediante l'accesso alle banche dati della motorizzazione civile, il perfetto allineamento di tutti i dati personali di coloro che richiedono l'emissione del nuovo documento di riconoscimento.
È di tutta evidenza, infatti, che i citati archivi elettronici della motorizzazione civile contenenti i dati identificativi del soggetto in quanto proprietario di un veicolo,


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ovvero in possesso del titolo di abilitazione alla guida sono finalizzati ad altri scopi, completamente estranei alle procedure di rilascio della carta di identità elettronica. Peraltro, ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica n. 634 del 1994, le amministrazioni regionali e locali per finalità istituzionali di polizia e sicurezza stradale possono accedere alle informazioni contenute nel citato centro elaborazione dati della direzione generale della motorizzazione civile, mediante la stipula di un'apposita convenzione a titolo oneroso; tale convenzione comporta la corresponsione di un canone annuo e di una quota fissa per ogni visura effettuata; i relativi proventi sono utilizzati esclusivamente per coprire i costi di erogazione del servizio nonché per aggiornare il sistema database di archiviazione dei dati. In proposito rilevo che, se da una parte l'obbligo, previsto dal citato decreto, di concedere l'accesso a titolo oneroso alle banche dati in questione è stato recentemente confermato in un parere del Consiglio di Stato, è allo studio da parte del mio ufficio una norma generale che renda i dati contenuti nelle banche dati della pubblica amministrazione un patrimonio pubblico eliminando eccessivi aggravi per accedervi.
Con riferimento, infine, alle procedure di rilascio della carta di identità elettronica che prevedono da parte dei comuni sperimentatori una serie di operazioni preliminari di confronto e di interscambio di dati tra le amministrazioni comunali, l'anagrafe tributaria e l'indice nazionale delle anagrafi presso il centro nazionale dei servizi demografici del Ministero dell'interno, si sottolinea che le suddette operazioni non comportano la corresponsione di alcun canone da parte dei comuni stessi.
Concludendo, per le considerazioni suesposte e alla luce della legislazione vigente in materia, risulta evidente l'irrilevanza e l'inutilità dell'accesso alle banche dati della motorizzazione civile da parte dei comuni ai fini del rilascio della carta d'identità elettronica; infatti tali sistemi informativi forniscono dati identificativi relativi soltanto a limitate categorie di soggetti poiché diversa è la loro finalizzazione. In secondo luogo, la richiesta dell'interrogante di eliminare il corrispettivo dovuto dagli uffici anagrafici dei comuni per l'accesso alle banche dati della motorizzazione civile richiede una modifica del regolamento che ho citato e non appare raggiungibile mediante un accordo tra amministrazioni pubbliche. Ribadisco, infine, che la modifica normativa è allo studio da parte degli uffici.

PRESIDENTE. L'onorevole Magnolfi ha facoltà di replicare.

BEATRICE MARIA MAGNOLFI. Signor Presidente, il problema in questione è stato sollevato dai comuni sperimentatori i quali partecipano ad un apposito tavolo tecnico. Il ministro Stanca sa che questa problematica è in continuo divenire; difatti, in questa prima fase di sperimentazione l'applicazione della carta d'identità elettronica è stata anche molto rallentata perché la carta è stata gravata da una serie di requisiti tecnici che ne hanno reso molto complessa la fase di avvio.
Prendo atto del fatto che non serve assolutamente l'allineamento dei dati; a me risultava, invece, che tale allineamento di tutti i dati, compresi quelli della motorizzazione civile, fosse ritenuto in ambito ministeriale e, quindi, anche al tavolo tecnico citato, un requisito. Pertanto, se così è, si elimina un onere in più per i comuni i quali sia in questa materia sia in senso generale non ne hanno assolutamente bisogno.
Desidero ricordare infine che l'applicazione della carta di identità elettronica era anche questo - con buona pace del collega Delmastro Delle Vedove - un progetto del Governo dell'Ulivo; progetto che oggettivamente ha avuto una serie di ritardi forse anche perché, e di ciò ne abbiamo parlato anche con il ministro, lo stesso è stato caricato, al fine di renderlo funzionale a tutti gli obiettivi che si intendono perseguire, di una serie di accorgimenti che probabilmente gravano in maniera eccessiva sullo stesso.


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Detto ciò, so che in questa materia anche pochi mesi di ritardo comportano un arretramento, perché si tratta di un settore in continua evoluzione.
Dal versante dei comuni, vorrei dire che l'entusiasmo nel partecipare a questa fase di sperimentazione è stato grande; dopo la prima fase di sperimentazione, comunque, dovrà esserci l'applicazione a regime per tutti comuni, perché esiste un problema di omogeneizzazione sul territorio nazionale. Le spese, tuttavia, sono notevoli: per questo mi preoccupavo anche dei pochi euro, spesi per ciascuna operazione da destinare alla motorizzazione civile, così come per l'accesso a tutte le altre banche dati. Anche in questo caso, prendo atto con soddisfazione che vi è almeno un'idea (nella nostra interrogazione ne suggerivamo una) per eliminare questo tipo di oneri per i comuni.
Infatti, signor ministro, il solo fatto di mettere in piedi la stazione di rilascio presenta un costo di una cinquantina di milioni di vecchie lire; vi sono, inoltre, anche altre spese aggiuntive, come la formazione del personale addetto, l'adeguamento degli strumenti e la predisposizione di tutto ciò che possa consentire tale innovazione: non si tratta di un cambiamento da poco per gli uffici anagrafici delle amministrazioni comunali. Se si legge la finanziaria per il 2003 - mi auguro che quest'anno verrà corretta -, si dispone che la messa a regime della carta d'identità elettronica su tutto il territorio nazionale verrà effettuata a spese dei comuni; il Ministero competente, insomma, dice loro: do it yourself, fatelo da soli, e se volete fatevi finanziare dalle banche. Con questo «atto di generosità», allora, mi sembra che dovremmo aspettare molti anni per ottenere la diffusione generalizzata di questo strumento per tutti i cittadini!
Sa qual è il vantaggio, signor ministro? I nostri cittadini sono tutti molto disponibili all'innovazione, come riportano i dati e le statistiche: infatti, aumentano sia i navigatori su Internet, sia coloro che si avvicinano al computer, anche in età avanzata. Dare un impulso maggiore a queste innovazioni - la carta d'identità elettronica è una di queste, così come lo è la firma digitale - vorrebbe significare anche aiutare le imprese italiane.
Infatti, in Italia vi sono migliaia di piccole imprese che si occupano di information and communication technology, ma se escludiamo il settore della telefonia mobile, purtroppo tali imprese hanno subito un regresso; lo ha affermato pochi giorni fa il presidente di Federcomin, Alberto Tripi, il quale ha lanciato al Governo una sorta di appello.
Mi auguro, pertanto, che nella prossima legge finanziaria anche da queste piccole innovazioni, come la carta di identità elettronica, la firma digitale e l'archiviazione ottica (vale a dire tutto quanto possa accelerare questo eterno processo di transizione della pubblica amministrazione verso l'impiego delle tecnologie digitali) possano trovare un deciso incoraggiamento, anche in termini di risorse.
Penso che attraverso tale progetto...

PRESIDENTE. Onorevole Magnolfi, la invito a concludere.

BEATRICE MARIA MAGNOLFI. ...passi non solo una parte del recupero di competitività e di modernizzazione del paese, ma anche un pezzo di democrazia, perché da un lato si facilitano i rapporti con i cittadini, e dall'altro si reingegnerizzano le procedure della pubblica amministrazione: ciò costituisce, indubbiamente, uno dei punti che dovrebbero essere in cima alle attenzioni di qualsiasi Governo.

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