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PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 3 luglio 2003, n. 159, recante divieto di commercio e detenzione di aracnidi altamente pericolosi per l'uomo.
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
Avverto che il presidente del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo ne ha chiesto l'ampliamento senza limitazioni nelle iscrizioni a parlare, ai sensi dell'articolo 83, comma 2, del regolamento.
Avverto che la XII Commissione (Affari sociali) si intende autorizzata a riferire oralmente.
Il relatore, onorevole Gianni Mancuso, ha facoltà di svolgere la relazione.
GIANNI MANCUSO, Relatore. Signor Presidente, questo provvedimento si rende necessario per colmare un vuoto normativo nella vigente disciplina relativa alla commercializzazione ed alla detenzione di specie potenzialmente pericolose per l'incolumità e la salute pubblica. L'attuale disciplina contenuta nell'articolo 6 della legge 7 febbraio 1992, n. 150, contempla infatti soltanto i mammiferi ed i rettili. Ciò ha consentito l'importazione e la relativa commercializzazione e quindi la detenzione di esemplari vivi di talune specie di aracnidi altamente pericolosi per l'uomo.
Esprimo soddisfazione perché viene finalmente vietata la commercializzazione e la detenzione di aracnidi pericolosi per l'uomo che avrebbero già dovuto trovare posto nel decreto ministeriale del 19 aprile 1996, ma il divieto, così formulato, si estenderebbe anche a tutte le specie di aracnidi esistenti e non solo a quelle altamente pericolose per l'uomo, rischiando pertanto di ingenerare ulteriore confusione, panico e di perpetrare una inutile strage di tranquilli ragni esotici, e non solo, attualmente allevati in Italia da molti terrariofili.
Consultando testi di aracnologia e tossicologia non è difficile constatare che solo una quindicina di generi di aracnidi appartenenti a scorpionidi ed araneidi, capitanati dai piccoli e terribili scorpioni deserticoli africani del genere Androctonus e dai leggiadri e micidiali ragni del gruppo delle «vedove», sono considerati altamente pericolosi, potenzialmente invalidanti ed in qualche caso, purtroppo, mortali per l'uomo.
Sarebbe stato meglio che al posto della terminologia generica «aracnidi che possano
arrecare, con la loro azione diretta, effetti mortali o invalidanti per l'uomo o che comunque possano costituire pericolo per l'incolumità pubblica» possa trovare posto un elenco dettagliato di taxa di aracnidi realmente pericolosi, riconosciuti dalla letteratura internazionale. In particolare mi riferisco all'ordine degli araneidi (alle famiglie Ctenidae, Dipluridae, Scytodidae, Sicariidae, Theridiidae), all'ordine degli Scorpionidae (alle famiglie Buthidae e Hemiscorpiidae).
Se il decreto-legge venisse convertito nell'attuale formulazione, si rischierebbe inoltre di ingenerare una pericolosa ricerca del proibito, sapendo che aracnidi di moltissime specie (per lo più tranquilli e facilmente allevabili) possono essere tranquillamente acquistati, per pochissimi euro, subito oltre il confine italiano, in altri paesi della Comunità europea, dove gli aracnidi continueranno ad essere tranquillamente commercializzati e detenuti.
Il recente abnorme sviluppo del commercio di animali esotici ha comportato la sempre maggiore presenza di numerose specie animali sicuramente pericolose per la salute e l'incolumità del pubblico. Il legislatore non dovrebbe pertanto sottovalutare i rischi che talune patologie degli animali possano superare la barriera di specie e diventare zooantroponosi, come recentemente ci hanno dimostrato i casi della BSE e della SARS.
L'esame del provvedimento, dunque, poteva essere l'occasione per vietare il commercio e la detenzione di altri animali potenzialmente pericolosi per l'incolumità e la salute pubblica che sono si diffusi in seguito a mode e tendenza diseducative. Penso, per esempio, agli esemplari vivi dell'ordine Testudines, appartenenti alle famiglie Bataguridae, Emydidae, Chelydridae, Pelomedusidae, Kinosternidae, Trionychidae e Chelidre; sono tartarughe d'acqua portatrici di germi patogeni per l'uomo del gruppo delle entorobatteriacee, ceppi di salmonella.
Penso agli esemplari vivi dell'ordine Squamata (iguane, lucertole, gechi, serpenti) che possono mordere o provocare escoriazioni da graffio e veicolare batteri del gruppo delle salmonella, che resistono fino a due anni nei resti di feci contaminate presenti sotto le unghie degli animali.
Penso agli esemplari vivi dell'ordine Carnivora (genette e civette mammifero), appartenenti alla famiglia Viverridae, ossia quegli animali dai quali è avvenuto il contagio della SARS sull'uomo in Cina; penso ancora agli esemplari vivi dell'ordine Anura (raganelle del centro e del sud America), appartenenti alla famiglia Dendrobatidae, che producono un secreto velenoso per l'uomo al solo tatto; penso agli esemplari vivi dell'ordine Carnivora (puzzole e furetti), appartenenti alla famiglia Mustelidae, che possono trasmettere all'uomo alcune malattie pericolose come la rabbia.
Penso ancora agli esemplari vivi dell'ordine Rodentia (scoiattoli, citelli, cani della prateria), appartenenti alla famiglia Sciuridae, che possono veicolare malattie infettive come la tularemia con il solo morso, per non parlare in particolare del cane della prateria che è anche portatore del vaiolo.
Ritengo che questa materia potrà diventare oggetto di un ordine del giorno rivolto al Governo affinché colmi la lacuna evidenziata con una legge ordinaria.
PRESIDENTE. Con tutto il rispetto per il relatore, confesso che il fatto che il Parlamento si occupi di aracnidi pericolosi a quest'ora della mattina pare un'incredibile incongruenza. Credo che questa materia vada disciplinata con un atto normativo del Governo e via seguitando; il fatto che debba essere l'Assemblea ad occuparsi della questione è un problema che dovremmo porci.
Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo, il sottosegretario di Stato per la salute Antonio Guidi.
ANTONIO GUIDI, Sottosegretario di Stato per la salute. Signor Presidente, anch'io condivido il senso di estraniamento con riferimento all'attuale discussione un po' kafkiana. Credo che argomenti come questi forse avrebbero potuto essere trattati in maniera più efficace con una legge ordinaria.
È anche vero, signor Presidente, che, in questi ultimi anni, stiamo riscontrando una strana forbice: da una parte, vi è un giustissimo animalismo, un'attenzione particolare nei confronti dei diritti degli animali, soprattutto di affezione. A tale proposito, molte volte ci siamo espressi contro chi riteneva che si pensi troppo agli animali e poco a chi soffre, per esempio ai bambini, senza tener conto che, in genere, chi è attento agli animali, soprattutto di affezione, è attento anche ai sentimenti dei bambini; chi è crudele contro gli animali, spesso è crudele anche contro l'infanzia e non solo.
Quindi, vi è una parte, diciamo, buona attenta agli animali che, a mio avviso, deve essere sempre più valorizzata, in tutti i sensi; mi riferisco anche al diritto degli animali da alimentazione che oggi vivono spesso in situazioni inaccettabili. Abbiamo discusso molto al riguardo e spero che tante cose vengano concretizzate.
Vi è altresì un animalismo alquanto estremo specularmente, quello che consiste nel raccogliere animali, soprattutto nei terrari, pericolosi sia dal punto di vista biochimico e fisico ma anche dal punto di vista psicologico. Si esalta la pericolosità, l'estrema esoticità che in qualche modo sviluppano nel ragazzo o nell'adulto che colleziona tali animali alcune istintività violente, potremmo dire, al pari di chi colleziona armi pericolose.
Può sembrare strano che stamattina si parli di questo, ma davvero questa moda di tenere in casa animali pericolosi merita una riflessione dal punto di vista pedagogico e su questo vorrei svolgere una serie di considerazioni non in aula ma perlomeno in Commissione senza demonizzare nessuno; un iguana o un camaleonte, non in politica, può essere estremamente affascinante, ma certi serpenti, magari non pericolosi ma di grandi dimensioni non fanno certo bene alla salute mentale di chi li detiene. Su questo ho una mia opinione personale che scatenerà sicuramente l'ira di qualcuno, ma sulla psicologia si può discutere.
Certo è che all'interno di questo comparto raccogliere animali veramente pericolosi è una moda, parlo proprio di moda, inaccettabile, sempre più presente e che noi dobbiamo traguardare. Fermo restando che può sembrare stonato discutere stamani di questo argomento, che in ogni caso è importante e forse merita un approfondimento, mi complimento per la relazione ampia e dettagliata, nonché estremamente specifica e credo sia molto corretto il ricorso all'ordine del giorno per approfondire successivamente in Commissione il versante psicologico riferito a chi detiene animali forse non pericolosi in sé ma che danno sempre un impriting di violenza, secondo me da discutere, se non da demonizzare, e per includere tutti gli animali di qualunque specie che possono essere pericolosi dal punto di vista fisico.
Ringrazio il presidente, i colleghi ed il relatore e credo di poter preannunciare fin d'ora che un eventuale ordine del giorno come quello cui ha fatto riferimento il relatore, potrebbe assolutamente essere accettato.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Meduri. Ne ha facoltà.
LUIGI GIUSEPPE MEDURI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, sulla decretazione d'urgenza e sul suo utilizzo da parte del Governo si è discusso a lungo e nonostante i ripetuti interventi delle più alte cariche dello Stato - dal Presidente della Repubblica, alla Corte costituzionale ed anche ai Presidenti dei due rami del Parlamento -, dobbiamo dire che qualche elemento di discrezionalità continua a permanere in relazione agli argomenti affrontati nella decretazione d'urgenza, come per esempio in questo caso.
Il tema degli aracnidi pericolosi è un tema importante e delicato per la sicurezza della persona, ma probabilmente si poteva fare ricorso ad un disegno di legge ordinario e non impegnare il Parlamento in una conversione di un decreto-legge. Sappiamo di gente che, da viaggi esotici e con passioni a dir poco particolari, porta con sé improbabili souvenir, come ad esempio animali la cui pericolosità è ampiamente conosciuta e nonostante la presenza
di una datazione, quella del 1992, i limiti imposti fanno riferimento ad una situazione del paese, socialmente e culturalmente parlando, forse superata. È necessario porre un freno all'importazione e alla diffusione incontrollata di ragni ed animali la cui pericolosità può esser un rischio non solo per chi li detiene, ma anche per persone ignare che vengono in contatto con loro anche indirettamente.
Abbiamo letto che le motivazioni di questa urgenza e il ricorso al decreto-legge sono state dettate dalla aracnofobia del Presidente del Consiglio, di cui i giornali, in maniera più o meno seria, hanno fornito ampia letteratura offrendo agli italiani un nuovo profilo del Presidente Berlusconi. Noi eravamo rimasti alla fobia dell'aglio, ma qui abbiamo letto - fortunatamente - di un superamento dell'avversità avvenuto nell'ultima gita a Positano da Zeffirelli. Per i ragni, invece, la paura del Premier ha fatto sì che ci si occupasse tutti di un problema la cui soluzione di urgenza è fondamentale per il futuro del paese, un impegno morale: schiacciare i ragni pericolosi.
Già al Senato il provvedimento ha visto un'ampia maggioranza, tant'è che vi è stata unanimità nell'approvazione del disegno di legge di conversione del presente decreto-legge, ma ciò non può esimere tutti dal riflettere se valeva la pena di ricorrere a questo strumento per risolvere il problema dei ragni velenosi. Il Premier probabilmente, come tanti di noi, non ci dormirà la notte. C'è un «però» rispetto a questa conversione e cioè, per quanto ci si possa impegnare e preoccupare in merito alla regolamentazione della pericolosità degli insetti e dei ragni, c'è sempre - e lo diciamo con affetto al Presidente del Consiglio - una velenosità a cui non si può porre freno - e lui lo sa bene - ed è quella degli alleati di Governo. Comprendiamo il travaglio del Presidente del Consiglio di questi giorni, assediato dalle forze politiche della sua maggioranza che hanno perso le ragioni dello stare insieme e che si stanno trasformando in pericolosissime vedove nere della coalizione di centrodestra. Da questi pericoli il Presidente del Consiglio non si può difendere, neppure ricorrendo alla decretazione d'urgenza, perché forse gli antidoti andrebbero ben oltre i limiti della Convenzione di Ginevra!
Nel merito del provvedimento abbiano presentato solo un paio di emendamenti che riguardano l'estensione delle prescrizioni del decreto-legge ad altri animali riconosciuti come velenosi e l'anticipo dell'entrata in vigore da 90 a 60 giorni perché, se urgenza deve essere, urgenza sia.
Come gruppo della Margherita non abbiamo altro da aggiungere rispetto al merito, ma forse solamente una richiesta alla Presidenza della Camera affinché effettivamente vi sia una cautela e una prudenza istituzionale in ordine al ricorso alla decretazione d'urgenza, in quanto anche se ci troviamo alla fine del mese di luglio e, quindi, alla vigilia delle vacanze, davvero non riteniamo conveniente che il Parlamento, di fronte ad una serie di emergenze vere che preoccupano gli italiani, dalla siccità agli incendi, si debba occupare di problemi effettivamente un po' marginali. Detto questo, affronteremo il decreto-legge rassicurando il Presidente del Consiglio che voteremo il provvedimento, in quanto non vorremmo certo noi renderci responsabili della sua non tranquillità (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-l'Ulivo e dei Democratici di sinistra-l'Ulivo).
PRESIDENTE. Non essendovi altri iscritti a parlare, dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.
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