Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 337 del 9/7/2003
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(Esame dell'articolo 4 - A.C. 3323-B)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4, nel testo della Commissione, e delle proposte emendative ad esso presentate (vedi l'allegato A - A.C. 3323-B sezione 7).
Ha chiesto di parlare l'onorevole Luciano Dussin. Ne ha facoltà.

LUCIANO DUSSIN. Signor Presidente, onorevoli colleghi, intervengo per sottolineare l'assoluta contrarietà del gruppo della Lega nord Padania rispetto all'articolato in esame che porta come prima firma quella dell'onorevole Pisapia.
Non possiamo appoggiare le iniziative di un deputato che ogni sera, nei telegiornali, soprattutto in quelli in prima serata chiede ogni cinque minuti di poter mettere in carcere il Presidente del Consiglio dei ministri di questo Governo, che mi sembra sia anche presidente di Forza Italia! Votino pure allora i deputati di Forza Italia insieme all'onorevole Pisapia; io continuerò a votare contro nel merito della proposta, ma soprattutto per principio. I principi che intendo enunciare a sostegno degli emendamenti che abbiamo presentato soppressivi dell'intero articolo, hanno un fondamento che si riallaccia sempre al famoso libretto inviato ad un milione di famiglie di questo paese e nel quale, a chiare lettere, si diceva di volere governare il paese nel rispetto massimo della sicurezza dei cittadini. Purtroppo, prima, come in molte altre circostanze, qualcuno ha richiamato in quest'aula le parole del Papa. Ero presente anche io e ricordo benissimo che per prima cosa il Papa ha chiesto di garantire la sicurezza dei cittadini e la vivibilità all'interno delle carceri per chi sta espiando le proprie colpe. In ordine alla prima considerazione del Papa, questa maggioranza è ancora ferma; sulla seconda sono in atto una serie di iniziative e risposte: ricordo i mille miliardi di


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vecchie lire per costruire 16 nuove carceri. Ciò che mi preoccupa e che mi infastidisce è che qualcuno utilizzi le parole del Papa pronunciate in questa sede, al fine di strumentalizzarle.
Infatti, rivolto ai gruppi parlamentari di ispirazione cattolica che sono presenti sia nel centrosinistra sia nel centrodestra, da anni ormai il Pontefice chiede di rivedere ad esempio la legge sull'aborto, ma guarda caso, gli uni e gli altri hanno sistematicamente ignorato le parole del Papa perché evidentemente non interessano. Accantoniamo quindi per decenza e decoro i riferimenti e le strumentalizzazioni nei riguardi delle frasi del Pontefice ed affrontiamo gli argomenti in modo serio e non strumentale.
Caposaldo del programma era la sicurezza dei cittadini: la maggioranza è dilaniata, si sta sfaldando sulla proposta dell'opposizione. Ho sentito dire da qualcuno che probabilmente la Lega nord Padania sta chiedendo qualcosa nella verifica odierna o lo farà in quelle future che sono in programma. Ebbene, si sbaglia clamorosamente! Le questioni di principio non hanno riferimenti temporali.
Durante la campagna elettorale, la Lega era per non varare provvedimenti «svuotacarceri»; ne è fermamente convinta a tutt'oggi e lo sarà anche in futuro, qualsiasi sia il tipo di maggioranza che governerà questo paese. Non si tratta di mercimonio: non ci sono merci di scambio sull'atteggiamento che sta tenendo il movimento della Lega in questo frangente, è una questione di principi, che qualcuno ha cari, qualcuno ricorda, qualcuno dimentica.
Ho apprezzato - parzialmente, devo dire, ma comunque l'ho apprezzato - l'ultimo intervento del deputato di Alleanza nazionale, che confermava il voto contrario del suo movimento. Mi dispiace però ricordargli che comunque, con il loro silenzio, il provvedimento sarà approvato da Forza Italia - che vota assieme alla sinistra che vuole mettere in galera il suo presidente di partito - e mi dispiacciono ad esempio anche alcune dichiarazioni rilasciate dal ministro Tremaglia, il quale ha detto: beh, la Lega esca dal Governo, che problemi ci sono? Non c'era mica un programma elettorale! Questo è un ministro della Repubblica, ministro che ogni tanto arriva, in aula o in Commissione, con delle proposte che la Lega ha anche approvato, ma, viste le dichiarazioni, abbia libertà di coscienza anche sulle sue proposte future! È arrivato addirittura a dire: mah, la Lega è una costola della sinistra. Bene, mi dispiace, ma, poiché mi ha tirato in ballo, rimando al ministro Tremaglia: la costola della sinistra, oggi, con il silenzio di Alleanza nazionale, ha un altro nome, che è Alleanza nazionale e non Lega nord...

ANGELA NAPOLI. Vedi Bossi cosa fa, invece di toccare Tremaglia che è una persona seria!

LUCIANO DUSSIN. ...perché bastava iscrivere a parlare metà del vostro gruppo, onorevole Napoli, e il provvedimento non sarebbe passato (Commenti del deputato Angela Napoli)!

PRESIDENTE. Onorevole Angela Napoli, la prego.

LUCIANO DUSSIN. Mi dispiace, è una scelta politica. Allora, insistiamo con proposte che non sono, come diceva prima il portavoce di Forza Italia (Commenti dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale)... Sento un'eco, signor Presidente.

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, vorrei che l'onorevole Luciano Dussin parlasse con tranquillità. Prego, onorevole.

LUCIANO DUSSIN. La ringrazio, Presidente, ma sentivo un'eco: alcune considerazioni che il capogruppo di Alleanza nazionale stava facendo ad alta voce... Va bene, ripeto, ognuno può legittimamente fare delle scelte politiche. Noi, attualmente, non condividiamo il loro atteggiamento in aula.
Le nostre proposte, come ho detto prima, prevedevano finanziamenti certi per la costruzione di nuovi carceri e un


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codice penale snello, veloce, che rispetti i tempi. Prima qualcuno diceva: sì, però il ministro della giustizia è vostro. Sissignori, però bisogna anche ricordare il potere e l'autorità interdittoria che ha il Consiglio superiore della magistratura in questo paese, unico in tutti i paesi occidentali. Quindi, i freni, molto spesso, arrivano anche dal di fuori dei rappresentanti della sovranità popolare, nella fattispecie, dai gruppi di maggioranza che governano il paese.
Queste sono delle iniziative concrete che noi da tempo sottolineiamo per non perdere la comunanza, la stessa vicinanza che abbiamo con l'elettorato che attende queste risposte. Mi congratulo con quanto ha detto prima l'onorevole Bondi, portavoce ufficiale di Forza Italia, perché, se prima avevo dei dubbi se continuare o meno ad appoggiare incondizionatamente le proposte che provengono dalla maggioranza, ebbene, le sue dichiarazioni me li confermano ancor di più: d'ora in avanti, voterò in assoluta libertà di coscienza.
Come ho ricordato in altre circostanze, siamo continuamente attaccati, anche dai due primi firmatari di questa proposta di legge, su tutti i mass media, su provvedimenti varati da questo Governo, come ad esempio, il provvedimento sulle rogatorie, a proposito del quale l'onorevole Violante, in tutti i telegiornali, per due settimane, andava dicendo: con le rogatorie usciranno i pedofili e i mafiosi e la Casa delle libertà metterà in libertà gli assassini!
Ebbene, nessuno è uscito, ma questo signore ha potuto diffamare la Casa delle libertà e per settimane non ho sentito una parola a sostegno del provvedimento, difeso anche dall'OCSE, né nei telegiornali RAI né, purtroppo, nei telegiornali Mediaset. Far passare un messaggio falso senza attuare alcuna forma di legittima difesa vuol dire consegnare ancora più velocemente il paese a chi non vede l'ora di mettere in galera il Presidente del Consiglio che impegnato probabilmente in altri luoghi gli sta sfuggendo ciò che sta accadendo. Almeno dal suo gruppo parlamentare ci si aspettava una presa di posizione nei confronti di chi continua a volerlo in carcere, anche se poi propone l'indultino per fare uscire chi spaccia droga fuori dalle scuole dei nostri ragazzi. Nessuna parola al riguardo, passa tutto alla chetichella. A chi ci chiede come mai la Lega nord Padania continui, con la faccia feroce come diceva qualcuno prima, a difendere le proprie iniziative su questo provvedimento, ricordo che per noi si tratta di salvare la faccia nel rispetto dei cittadini che stanno aspettando da noi qualcosa che, purtroppo, tarda a venire.
Relativamente, poi, al discorso tenuto dal rappresentante degli ambientalisti, il sottoscritto come ha già detto è disgustato perché si sta accorgendo che ciò che accadeva prima con la sinistra sta avvenendo anche con questa maggioranza, e cioé si è duri con i cittadini onesti e invece, clementi con chi perseguita i nostri cittadini. Leggo tutto ciò in varie proposte di legge, compresa quella riguardante il nuovo codice stradale; da una parte viene tolta mezza patente a uno che si dimentica di allacciare la cintura di sicurezza, fermo magari sotto un semaforo a 40 gradi all'ombra, incolonnato in una città delle nostre, dove certe volte per fare cento metri si impiega un quarto d'ora; dall'altra parte se qualcuno entra di notte svegliando e terrorizzando una famiglia con una pistola o un coltello per sottrarre i risparmi di una vita, bisogna essere clementi. Questo era il senso della frase che ho pronunciato prima, ed è anche il senso che sta diffondendosi presso l'elettorato. Ricordavo che le amministrative sono andate come sono andate e come abbiamo potuto constatare, il prossimo anno per le elezioni europee probabilmente andrà ancora peggio.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO MUSSI (ore 20,15)

LUCIANO DUSSIN. Se si decide di accelerare i tempi per cambiare il Governo di questo paese non potrà che dispiacermi perché ritornerà a governare il paese chi ha creato insicurezza nelle nostre abitazioni, nei nostri quartieri e nelle nostre


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città, facendo entrare con la legge sull'immigrazione la peggiore delinquenza del mondo. Tuttavia, se non ci sono alternative, se il paese non esprimerà maggioranze diverse vorrà dire che passeremo dal male al peggio. Il programma elettorale individuava delle priorità per fornire al paese quegli strumenti strutturali che attende da decenni, che in parte abbiamo affrontato attraverso la legge obiettivo, che probabilmente ha accelerato qualche progetto, anche se i lavori partiranno nella primavera del prossimo anno e saranno, purtroppo, inaugurati da altre maggioranze. Ripeto, però, che non abbiamo vinto solo per queste ragioni. Immigrazione, sicurezza, gestione delle carceri, era questo che si diceva nelle piazze, nelle tv locali, nei giornali di partito, nelle assemblee pubbliche, fuori delle fabbriche, al bar.
Purtroppo, però, sotto questo aspetto vediamo che le cose non funzionano.
C'è una legge sull'immigrazione che tenta di regolamentare, ad esempio, un fenomeno che è di queste ultime settimane: adesso, per evitare l'espulsione, molti clandestini chiedono l'asilo politico! La legge Bossi-Fini prevedeva l'apertura di centri dislocati sul territorio; le prefetture valutavano, nei quindici giorni, l'attendibilità della domanda; il richiedente, ovviamente, veniva trattenuto nei centri di permanenza per quindici giorni; se le domande avevano un senso, continuava la loro permanenza con un permesso, altrimenti i richiedenti sarebbero stati espulsi. Ebbene, dopo un anno, i regolamenti non li abbiamo visti e di centri di permanenza zero! Nel Triveneto, Friuli Trentino e Veneto, non ce n'è uno, per cui, quando le questure prendono un clandestino, devono caricarlo in macchina e devono portarlo a Bari, quando c'è posto. Quindi, vanificata la legge!

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PIER FERDINANDO CASINI (ore 20,20)

LUCIANO DUSSIN. Alzata di toni e adesso arrivano, guarda caso, i regolamenti!
Al vertice europeo tenutosi in Grecia si è parlato di come affrontare questo problema. Sembra esserci una nomina del Presidente del Consiglio ad un prefetto per aprire tre centri di permanenza nelle Marche, nel Veneto ed in Liguria per affrontare il problema.
Guarda caso, adesso che arrivano i regolamenti, in Commissione si sta cominciando a studiare, a valutare l'opportunità di varare un'altra legge che vanifica completamente la Bossi-Fini per quanto attiene all'asilo e che sembra riscuotere anche qualche approvazione da parte della maggioranza. Ora, bisogna capire da che parte stiamo! Tra l'altro, il predetto provvedimento attribuirà il titolo di rifugiato a chi non avrà l'asilo e, quindi, si verificherà quello che è stato già denunciato, poco tempo fa, da un prefetto audito in Commissione: sessanta clandestini erano stati già imbarcati su un aereo quando è arrivata, per fax, la richiesta di asilo; a quel punto, sono stati sbarcati tutti, alla faccia del lavoro delle questure, delle prefetture e degli uomini della Polizia di Stato che hanno anche rischiato la vita perché dentro quell'aereo c'erano le bande malavitose e mafiose di albanesi che fanno shopping turistico nelle nostre case durante le ore notturne! Vanificato tutto!
Ora, anziché rilanciare ed attuare i programmi, ci si sbraca e si va a studiare, assieme all'opposizione, un altro provvedimento che blocca completamente un altro dei capisaldi del nostro programma elettorale!
Certe volte, mi sembra di insistere anche troppo nel ricordare che le promesse devono essere rispettate. Il giudice vero, in tutti i paesi, non è la politica, non sono gli equilibrismi, i voti trasversali, gli accordi in Commissione o fuori: il vero giudice dell'andamento politico di un paese è, per fortuna, il corpo elettorale, la sovranità popolare, i cittadini che vanno a votare per i governi; ed io, di fronte a questo giudice, a questo arbitro - che rispetto -, pretenderei il massimo rispetto del programma.
Prima sentivo un deputato dire: «ma... sì... io rispondo personalmente». Rispondo


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personalmente? Cosa vuol dire? Forse ha fatto campagna elettorale nella sua circoscrizione dicendo che avrebbe svuotato le carceri? Sarebbe mai stato eletto? Non lo so. Io penso di no. Quindi, bisognerebbe avere un minimo di rispetto per quanto detto, per quanto dichiarato, per quanto affermato durante quella fase molto impegnativa che ha visto la Casa delle libertà da una parte ed il centrosinistra dall'altra a cercare di convincere i cittadini per una guida del paese che (per quanto ci riguardava) fosse diversa da quella vista negli ultimi cinque anni.
Credo, però, che sia anche vero che vi sono strumentalizzazioni, come ricordava il presidente del gruppo di Forza Italia, relativamente al fatto che qua dicono: si sfascia tutto o non si sfascia tutto.
È vero, è giusto ricordare che le prediche arrivano da un centrosinistra che in cinque anni ha cambiato tot numero di Presidenti del Consiglio, ha mandato a casa decine di ministri, ha cambiato la bellezza di 5 ministri dei lavori pubblici. Queste sono evidentemente strumentalizzazioni, sulle quali comunque non serve neanche ritornare perché i cittadini queste cose le hanno capite. Il problema però è che, se noi non rispettiamo quello che abbiamo detto, l'unica alternativa rimane ancora quella loro. E allora non capisco questa voglia sfrenata, questa voglia smodata di votare un provvedimento a prima firma Pisapia che, ripeto ancora, va al telegiornale a chiedere l'incarcerazione del Presidente Berlusconi, sapendo che in quel processo i candidati al carcere avrebbero dovuto essere Prodi e De Benedetti per la svendita delle industrie agroalimentari. Mi domando se almeno per principio qualche deputato di Forza Italia voglia capire che non è ammissibile votare a favore di coloro che hanno proposto queste leggi, a favore di coloro che stanno lavorando da anni per minare il loro partito.

ANTONIO LEONE. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO LEONE. Signor Presidente, pur comprendendo le posizioni dei colleghi di maggioranza della Lega nord Padania su questo provvedimento, così come comprendo le posizioni di altri gruppi che appartengono alla Casa delle libertà, considerando - e penso che si debba dare atto di questo - che le posizioni dei singoli gruppi sono state ampiamente espresse e dibattute in quest'aula, ritengo mi si debba dare atto che non c'è stata alcuna richiesta di strozzatura del dibattito sino ad ora, perché stiamo andando avanti da questa mattina su questo provvedimento, e in questo modo.
Quindi, ritengo di essere legittimato a chiedere la chiusura della discussione, ai sensi dell'articolo 44 del nostro regolamento, senza con ciò voler limitare né tarpare le ali a chicchessia. Ritengo che siamo giunti ad un momento in cui non si possa dire che non si rispettano le diverse posizioni su questo provvedimento che è di espressione parlamentare, a cui si è dato ampio spazio.
In base allo strumento regolamentare, ritengo di essere legittimato a chiedere la chiusura della discussione, ai sensi dell'articolo che ho richiamato, senza tema di essere smentito sull'atteggiamento e sulle posizioni che ognuno ha tenuto legittimamente e democraticamente in quest'Assemblea su questo provvedimento, nel rispetto delle posizioni da ciascuno tenute.

PRESIDENTE. Onorevole Antonio Leone, la sua richiesta è perfettamente legittima.

IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, capisco che la proposta dell'onorevole Antonio Leone sia assolutamente legittima, assolutamente rispondente al dettato del regolamento, ma per quanto ci riguarda non potremo essere d'accordo. Noi su questo provvedimento, sin dal primo momento, siamo stati chiaramente


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contrari; abbiamo tenuto questa posizione e continuiamo a tenerla senza ricorrere all'ostruzionismo, senza farne una inutile - a mio avviso inutile - battaglia propagandistica, ma valutando il contenuto, sapendo - e non c'è niente di offensivo - che, se uno decide di non mostrare la faccia feroce, è perché si è interrogato - e ci stiamo interrogando - su cosa significhi votare a favore o votare contro un provvedimento che è stato chiesto dal Santo Padre.
Noi riteniamo che l'indulto, l'indultino non serva a dare maggiore dignità alle persone che stanno in carcere, ma non per questo siamo disattenti su questo problema; anzi, vorremmo che in quest'Assemblea si discutesse di quel vero problema. Però non possiamo dare neanche lontanamente l'impressione di voler in qualche modo attuare una strozzatura del dibattito, che tale non sarebbe, perché do atto al vice capogruppo di Forza Italia di avere semplicemente utilizzato una norma regolamentare; per cui lo invitiamo magari a ritirare questa richiesta.
Rivolgo un appello agli amici della Lega: oggi c'è stata una giornata di ostruzionismo, qualche volta anche punteggiata da inutili attacchi a colleghi della maggioranza che, come avete visto, non solo non hanno risposto per le rime, ma, quando si è trattato - almeno da parte nostra - di darvi una solidarietà politica, ve l'hanno pure data. Credo che il momento dell'ostruzionismo possa anche cessare.
C'è un momento di contenuti. Il Parlamento, a questo punto, ha molto chiaro qual è l'atteggiamento della Lega nord Padania e quale quello di Alleanza nazionale. Noi non voteremo, comunque, quella richiesta e chiederemo a Forza Italia di ritirarla. Se, invece, i colleghi non vorranno ascoltarci, in 13 parleranno con atteggiamento lecito, ma ostruzionistico sull'articolo e sul complesso degli emendamenti: qualcuno li ascolterà, altri di noi, molti, non li ascolteranno. Parleranno così all'Assemblea, ma mi auguro che, se vogliono, invece, parlare alle coscienze, si concentrino più sui contenuti che sull'immagine di divisione e di inutile propagandismo, il quale non ha nulla a che fare con le ragioni di questo provvedimento.

ANTONIO BOCCIA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BOCCIA. Signor Presidente, voteremo a favore (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale)...

PRESIDENTE. Mi consenta, onorevole Boccia, posso chiederle una cortesia? C'è un problema, non forse di carattere regolamentare, ma certamente connesso al buonsenso. Vi è stata una richiesta dell'onorevole La Russa, a proposito della proposta formulata dall'onorevole Leone; non vorrei che lei rispondesse e l'onorevole Leone che mi sta facendo segno di volere la parola per rispondergli, accogliesse la richiesta dell'onorevole La Russa. Se lei non ha contrarietà, cedo la parola all'onorevole Leone.
Solo per agevolarla, non per altro. Faccia lei, decida lei.

ANTONIO BOCCIA. Il mio presidente mi suggerisce di acconsentire alla richiesta.

PRESIDENTE. I suggerimenti dell'onorevole Castagnetti sono improntati a saggezza. Do quindi la parola all'onorevole Leone.

ANTONIO LEONE. Sono andati a buon fine i suggerimenti del presidente Castagnetti, ho apprezzato sinceramente l'intervento del collega La Russa, così come apprezzo anche l'atteggiamento su questo provvedimento che, come egli stesso ha richiamato, non consiste nel fare faccia feroce, ma nel tenere fede ad un indirizzo politico del gruppo, al di là delle coscienze di ciascuno.
Ritengo di poter accedere alla richiesta del collega La Russa e ritirare la richiesta di chiusura anticipata della discussione, non omettendo però di ricordare anche al collega La Russa che siamo ancora dinanzi


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ad alcuni articoli ed emendamenti. Mi auguro che le parole del collega La Russa abbiano fatto breccia non solo nei confronti del mio gruppo ma anche del gruppo della Lega nord Padania, non dimenticando che domani è un altro giorno.

NITTO FRANCESCO PALMA. Rossella O'Hara: «Domani è un altro giorno!».

PRESIDENTE. A questo punto, la richiesta di Forza Italia non c'è...

FEDERICO BRICOLO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Scusate, c'è un problema regolamentare. C'è una richiesta che è stata ritirata. Ricordo che a questo punto vi sarebbe il secondo intervento sull'articolo 4 e sul complesso degli emendamenti.

MAURA COSSUTTA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAURA COSSUTTA. Signor Presidente, sono le 20,30 e anche la richiesta di Forza Italia ed il successivo ritiro della richiesta dell'onorevole Leone dimostrano che la situazione è seria. Poiché, poco tempo fa, il Presidente Berlusconi ha detto, parlando con i giornalisti: «i ragazzi hanno scherzato, li ho fatti un po' sfogare, adesso andiamo a vedere», non vorrei che anche in questo caso, ancora una volta, i ragazzi scherzassero ed il Parlamento venisse umiliato. Probabilmente la maggioranza avrebbe dovuto mettersi d'accordo prima. Siete una maggioranza o non lo siete più (Commenti dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale)?

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, vi prego!

MAURA COSSUTTA. È tutto il pomeriggio che la maggioranza non esiste più! È tutto il pomeriggio!

PRESIDENTE. Onorevole Cossutta, venga al problema!

MAURA COSSUTTA. Facciamo nostra questa richiesta!

IGNAZIO LA RUSSA. Di che parliamo?

PRESIDENTE. Solo un presidente di gruppo con 20 deputati può fare la richiesta. Qualcuno la fa o no? Se qualcuno la fa, bene, altrimenti procediamo con i 13 interventi che si debbono svolgere, poi sentiremo il parere del relatore e domani ci saranno i voti. Qualcuno avanza la richiesta? No, allora avverto che vi sono altri 13 deputati che hanno chiesto di parlare. Il dibattito sull'articolo e sul complesso degli emendamenti avrà dunque luogo stasera con prosecuzione notturna sino ad esaurimento. Dopodiché, ascolteremo i pareri del relatore e del Governo e le relative votazioni si svolgeranno a partire da domani alle ore 9. Per questa sera, le votazioni sono esaurite.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Parolo. Ne ha facoltà.

UGO PAROLO. Signor Presidente, intervengo chiederle innanzitutto un chiarimento...

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi...

UGO PAROLO. Siccome sono convocate anche le Commissioni, vorrei avere la certezza...

PRESIDENTE. Le Commissioni sono sconvocate fino a quando c'è seduta d'aula: questo vale per tutte le Commissioni.

UGO PAROLO. Grazie, signor Presidente.
Bene, avuto questo chiarimento, entrerei un'altra volta nel merito della questione per affrontare e ribadire alcuni aspetti che gli interventi che mi hanno già preceduto hanno avuto modo di esplicare ed analizzare, ma che vorrei ulteriormente sottolineare.


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Il provvedimento al nostro esame può essere valutato sotto vari punti di vista. Una questione sollevata più volte sia durante interventi dei colleghi della Lega, sia soprattutto negli interventi strumentali dell'opposizione, riguarda la cosiddetta questione della solidarietà. Si dice che l'atteggiamento della Lega nord Padania non è un atteggiamento solidale e che si tratta di un atteggiamento forcaiolo. E si vuole anche far passare il comportamento del nostro gruppo come un atteggiamento che si vuole contrapporre alla volontà del Santo Padre.
Ebbene, credo che tutte queste siano accuse strumentali; si tratta di accuse infondate, e intendo dimostrarlo facendo emergere alcune contraddizioni insite in questo provvedimento. Se veramente questo provvedimento andasse nella direzione della solidarietà umana - verso i più deboli, verso coloro che hanno sbagliato -, allora questo provvedimento non dovrebbe rappresentare un condono generalizzato della pena. Se veramente il provvedimento al nostro esame volesse mirare al recupero di chi ha sbagliato, dovrebbe essere differenziato e tenere conto del comportamento della popolazione carceraria; dovrebbe pertanto premiare chi si è comportato bene durante la detenzione e condannare o castigare, o comunque non perdonare, chi, invece, magari anche all'interno delle carceri, ha continuato a tenere atteggiamenti poco raccomandabili.
Invece, ciò non avviene, e tutti sono posti sullo stesso piano; anzi, accade di più, poiché, come ho già affermato prima, i soggetti che dal punto di vista della solidarietà meriterebbero attenzione più degli altri - quelli in carcere in attesa di giudizio - vengono dimenticati. Stiamo parlando di qualcosa come 15 mila detenuti sulle circa 50 mila persone che costituiscono la cosiddetta popolazione carceraria: si tratta, cioè, di circa un terzo delle persone in carcere.
Ebbene, noi andiamo a liberare, in maniera indifferenziata, tutti coloro che sono stati condannati con una pena definitiva per reati che spesso hanno visto ledere diritti fondamentali dei cittadini, mentre non teniamo conto delle differenze cui accennavo poc'anzi. In pratica, poniamo tutti sullo stesso piano, e tutte le persone condannate - indifferentemente dal fatto che abbiano tenuto un comportamento positivo all'interno del carcere, oppure che abbiano avuto un atteggiamento «in linea» con quello tenuto quando erano in libertà - vengono comunque liberate. In più, ci dimentichiamo degli altri, che sono coloro che, dal punto di vista della solidarietà, avrebbero maggiore diritto.
C'è di più: se volessimo veramente avere un atteggiamento di solidarietà verso la popolazione carceraria - e, per quanto riguarda, dal punto di vista personale non ho nulla in contrario - si potrebbe intervenire con ben altri strumenti, ad esempio attraverso le cosiddette pene alternative.
Vi sono numerosi provvedimenti depositati in Parlamento da parte di schieramenti che vanno dal centrodestra al centrosinistra, da Rifondazione comunista fino ad Alleanza nazionale, passando per tutto il cosiddetto arco costituzionale. Credo che tutti i provvedimenti di legge meritino attenzione e debbano essere presi in considerazione. Ad esempio, ho ben presente la proposta di legge presentata dal gruppo parlamentare della Lega nord Padania. Siamo d'accordo che coloro che sono privati della libertà e danno un segnale positivo debbano essere tenuti in considerazione e che, anche dal punto di vista della solidarietà umana, debbano essere aiutati, ma ciò non deve avvenire attraverso questo sistema. Noi sosteniamo che potrebbe essere utile una pena alternativa trasformata in ore di lavoro: non mi riferisco semplicemente ai cosiddetti lavori sociali, ma ai lavori di pubblica utilità di qualunque genere.
Abbiamo presentato una proposta di legge che è agli atti del Parlamento. Se vi fosse stata la volontà di risolvere il problema dal punto di vista della solidarietà umana, si sarebbe potuto mandare avanti questo provvedimento, un provvedimento che consente ai carcerati che aderiscono in modo volontario di beneficiare di riduzioni di pena prestando lavoro per fini


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pubblici, naturalmente a titolo gratuito. A questi carcerati verrebbero naturalmente riconosciuti almeno i diritti fondamentali necessari per potersi mantenere, per poter avere una casa, ma naturalmente non potrebbero pretendere un salario al pari di tutti gli altri lavoratori.
Pertanto, credo che la questione della solidarietà sia puramente strumentale e, a questo punto, viene meno anche l'appello rivolto dal Santo Padre. Credo che il Santo Padre giustamente dal punto di vista della coscienza cristiana abbia posto il problema. Spetta, però, a noi che siamo eletti dal popolo e che dobbiamo tenere conto di tutte le mediazioni, di tutte le aspettative e di tutti gli aspetti sociali mediare la posizione espressa dal Santo Padre in quest'aula. Spetta, quindi, a noi dare risposte che possano essere conciliabili sia con la coscienza sia con la morale religiosa, ma anche con i diritti che i nostri cittadini legittimamente chiedono di veder tutelati.
Vi è poi un'altra questione che strumentalmente viene sollevata a pretesto per approvare questo provvedimento: mi riferisco al sovraffollamento delle carceri. Parlo di un pretesto perché con questo provvedimento non risolveremo niente. Lo hanno già ricordato i colleghi che mi hanno preceduto: liberando in modo indifferenziato tutti coloro che sono in carcere, probabilmente, otterremo il risultato che, fra qualche mese, una buona parte delle persone liberate ritorneranno in carcere, naturalmente dopo aver commesso un'altra volta quei reati per i quali sono già stati condannati. Noi non andiamo a liberare persone che hanno dimostrato il loro recupero sociale e la loro non pericolosità sociale, bensì ci accingiamo a liberare tutti. Quindi, è certamente probabile che una buona parte di essi possa tornare in libertà e continuare a commettere quei reati che sempre hanno commesso e a tenere lo stesso comportamento. Pertanto, non risolveremo il problema, perché tra qualche mese ci ritroveremo ancora con la stessa popolazione carceraria.
Per risolvere tale problema si potrebbero costruire nuove carceri, si potrebbe dare attuazione al programma illustrato dal ministro Castelli sin dall'inizio del proprio mandato. Forse, consentitemi una critica anche verso la nostra maggioranza, tale programma non ha trovato la dovuta attenzione che, invece, avrebbe meritato. Infatti, a distanza di due anni, ben poco è stato fatto dal punto di vista pratico.
Non dimentichiamo che se vogliamo risolvere il problema del sovraffollamento delle carceri dobbiamo anche tenere conto del cattivo funzionamento della magistratura. A questo punto gli aspetti si intrecciano. Se è vero, com'è vero, che ci sono 15 mila persone in carcere che aspettano di essere giudicate è altrettanto vero che qualcosa non funziona per quanto riguarda la nostra magistratura. Se le suddette persone venissero giudicate, probabilmente, una buona parte di queste potrebbe essere giudicata non colpevole e, quindi, il numero dei carcerati diminuirebbe in modo sensibile.
Signor Presidente, vi è, poi, una questione politica, una questione di opportunità. In un momento di grande difficoltà del Governo viene calendarizzato un provvedimento come questo: si tratta di un grosso regalo all'opposizione. In realtà, questo è un provvedimento dell'opposizione, facilmente strumentalizzabile, come abbiamo visto oggi, sul quale i gruppi di opposizione legittimamente faranno emergere le difficoltà a cui in questo momento stiamo andando incontro. Il buon senso e l'opportunità politica avrebbero voluto che l'esame di tale provvedimento fosse rinviato a momenti meno difficili.
Vorrei toccare un'ultima questione. Stiamo entrando nel semestre europeo. Come primo provvedimento significativo approviamo un condono generalizzato verso i nostri carcerati. L'Europa ha richiamato l'Italia migliaia di volte e ci ha condannato centinaia di volte per il cattivo funzionamento della nostra magistratura e per le modalità con le quali gestiamo le nostre carceri. Noi, come risposta, liberiamo un po' di carcerati.


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Penso che se i nostri partner europei dovessero analizzare in modo più approfondito il provvedimento in esame e non limitarsi alle dichiarazioni di facciata rese da quasi tutti i partiti - ad esclusione della Lega e, in parte, di Alleanza nazionale - avrebbero buoni motivi per criticarci. Ripeto, si tratta del primo segnale verso il semestre di Presidenza europeo. Non è un buon segnale, non è un buongiorno verso l'Europa. Non è un segnale di serietà quello che diamo agli altri paesi europei. Dunque, anche da questo punto di vista sarebbe stato opportuno rinviare il provvedimento ad altri tempi meno rischiosi sul piano interno ed anche sul piano internazionale.
Per questi e per altri motivi noi della Lega abbiamo manifestato il nostro dissenso in modo plateale. Non volevamo fare baracconate, non volevamo venire meno al nostro ruolo istituzionale. Non volevamo offendere nessuno e crediamo di non averlo fatto. Non volevamo fare una sceneggiata e crediamo di non averla fatta.
Ci restava solo questo metodo per fare emergere la nostra posizione, che crediamo sia una posizione di serietà, di intransigenza e di rispetto del programma elettorale che abbiamo sottoscritto con i cittadini. Vi chiediamo pazienza, e vi ringraziamo per essere stati pazienti, però ribadisco che molte delle accuse che ci sono state rivolte sono accuse infondate, perché non crediamo di essere andati sopra le righe. Abbiamo semplicemente usato gli strumenti regolamentari che ci sono concessi e crediamo di aver illustrato in modo sufficiente la nostra posizione.
Concludo, Presidente, dicendo che se la maggioranza si fosse attenuta al programma elettorale molte delle situazioni critiche che si stanno manifestando probabilmente non sarebbero mai emerse e non avremmo mai dovuto affrontarle. Sicuramente noi della Lega vogliamo attenerci al programma elettorale e nessuno mai potrà accusarci di essere stati noi a causare delle crisi all'interno della maggioranza perché non abbiamo rispettato il programma elettorale. Se queste crisi ci sono, o ci saranno, non saranno certamente dovute al nostro comportamento.

PRESIDENTE. Avverto che gli altri colleghi del gruppo della Lega nord Padania, che avevano chiesto di parlare, hanno rinunciato ai loro interventi.
Nessun altro chiedendo di parlare sull'articolo 4 e sulle proposte emendative ad esso presentate, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ENRICO BUEMI, Relatore. La Commissione esprime parere favorevole sugli emendamenti Fanfani 4.1, Pisapia 4.14 e 4.15. Su tutti gli altri emendamenti all'articolo 4, la Commissione esprime parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE VALENTINO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Il Governo si rimette all'Assemblea.

PRESIDENTE. Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.
Prima di dare lettura dell'ordine del giorno della seduta di domani, comunico quanto segue.
Con riferimento alle presenze del Vicepresidente del Consiglio alle sedute dedicate allo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata in Assemblea (question time), devo precisare - rispetto a quanto ho affermato oggi - che, nel corso della presente legislatura, l'onorevole Fini è intervenuto quattro volte. In particolare: nella seduta del 27 giugno 2001 (8 interrogazioni), del 18 luglio 2001 (7 interrogazioni), del 14 novembre 2001 (8 interrogazioni) e del 6 marzo 2002 (8 interrogazioni).
Per cui chiedo scusa all'onorevole Fini, in quanto avevo affermato che il Presidente e il Vicepresidente del Consiglio non avevano mai partecipato, invece l'onorevole Fini ha partecipato quattro volte.

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