Allegato B
Seduta n. 298 del 15/4/2003


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ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazioni a risposta in Commissione:

ABBONDANZIERI, GIACCO, GALEAZZI, DUCA, PAOLA MARIANI, CALZOLAIO, GASPERONI e SERENI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
con decreto interministeriale del 7 marzo 2003, si dispone in merito alle dotazioni organiche del personale docente


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per l'anno scolastico 2003-2004 al fine di garantire il puntuale inizio dell'anno scolastico;
con circolare ministeriale del 7 marzo 2003 si dava disposizione agli uffici regionali di provvedere alla ripartizione del personale alla provincia di competenza;
l'articolo 5 del decreto interministeriale definisce le modalità di formazione delle classi nelle scuole di istruzione secondaria di secondo grado;
il comma 1 del sopraccitato articolo prevede che le prime classi sono costituite con un numero di alunni non inferiore a 20;
tale disposizione crea gravi difficoltà, facilmente comprensibili, nelle aree periferiche di collina e di montagna, mettendo a rischio l'avvio dei corsi di studio;
per gli studi professionali, si tende a considerare, prima classe anche la quarta per la quale gli studenti debbono confermare l'indirizzo formativo;
tale applicazione delle norme porterebbe inevitabilmente alla chiusura di molti corsi spezzando il percorso formativo degli alunni;
in particolare porta alla chiusura degli Istituti d'Arte e degli Istituti Tecnici e Professionali;
l'articolo 2 del decreto interministeriale sottolinea la necessità di tenere conto delle situazioni di disagio con particolare riguardo alle zone montane ed alle isole minori;
la Camera dei Deputati ha approvato, in prima lettura, all'unanimità la legge sui comuni inferiori a 5000 abitanti e particolare attenzione è stata data all'organizzazione del sistema scolastico -:
come intenda attivarsi presso le strutture regionali affinché si tenga davvero conto delle aree di disagio rappresentate dalle realtà collinari, montane e delle isole minori, adeguando i parametri nazionali al fine di mantenere le istituzioni scolastiche nel territorio affinché sia garantita dopo la classe iniziale, prima, continuità del patto formativo consentendo la formazione di classi articolate su più specializzazioni.
(5-01898)

ABBONDANZIERI, GALEAZZI, GIACCO, CALZOLAIO, DUCA, PAOLA MARIANI, SERENI e GASPERONI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
l'applicazione della legge finanziaria 2003, relativamente ai tagli previsti all'organico scolastico, sta già manifestando i suoi effetti negativi nei territori montani marchigiani, dove la consistenza della popolazione è minore e frammentata e il taglio di una classe e/o di un plesso scolastico, significa spesso tagliare il 100 per cento di quel servizio, nonostante i principi contenuti negli articoli 20, 21, 22 della legge n. 97 del 1994 (Legge per la montagna) e nella proposta di legge sui piccoli comuni, già approvata dalla Camera dei deputati ed ora all'esame del Senato;
il direttore scolastico regionale delle Marche si accingerebbe ad applicare in maniera rigida i parametri numerici, senza l'attenzione che pur la normativa attuale prevede per i territori montani;
il ruolo positivo che la scuola assolve nei piccoli centri come fattura di coesione ed unica «agenzia culturale»;
si debbano incentivare tutti quei fattori che favoriscono la presenza umana nelle aree montane -:
quali provvedimenti intenda adottare affinché il sistema scolastico pubblico sia in grado di misurarsi concretamente con le specificità del territorio di riferimento, in particolare con le aree montane, e come intenda salvaguardarle;
qual è il dimensionamento degli organici dei vari ordini di scuola previsto dal direttore scolastico regionale nei comuni compresi nelle comunità montane delle Marche.
(5-01899)


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Interrogazioni a risposta scritta:

MARAN. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
ilprossimo avvio della riforma della scuola produrrà una notevole riduzione degli organici dei docenti in tutti i livelli scolastici con un parallelo ampliamento della popolazione scolastica tenuto conto della possibilità dell'anticipazione e due anni e mezzo della frequenza alla scuola materna e a cinque anni e mezzo a quella elementare;
nelle province di Gorizia e Trieste funzionano istituti scolastici con lingua d'insegnamento slovena i cui organici rientrano, senza venir distinti, nell'unico computo provinciale nonostante ci siano specifiche leggi di tutela che prevedono un trattamento a parte per le scuole slovene;
secondo i dati prospettati dal sovrintendente Regionale del Friuli Venezia-Giulia sembrerebbe che si preveda una riduzione d'organico di cinquantatré docenti con la conseguente soppressione di diverse classi e il risultato di un generale peggioramento dell'offerta formativa della Provincia. A essere particolarmente a rischio sembra siano alcune prime che non raggiungono il numero previsto di iscritti e le classi quinte, che saranno accorpate, con il rischio della scomparsa di alcune specializzazioni -:
quali iniziative intenda assumere per evitare che negli istituti scolastici di II grado della Provincia di Gorizia con lingua d'insegnamento italiana e slovena, venga messa a rischio la attuale qualità formativa e didattica.
(4-06075)

FILIPPESCHI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
si prevederebbe per il prossimo anno scolastico l'accorpamento di classi quinte e la soppressione di due corsi di laboratorio all'Istituto d'Arte di Volterra, aggiungendosi poi alla soppressione della sezione per la lavorazione del legno quella per l'arte dell'alabastro;
l'Istituto d'Arte di Volterra è una delle scuole più antiche d'Italia, sorta da una scuola d'arte applicata alla lavorazione dell'alabastro, per iniziativa di Marcello Inghirami, nel 1791, che ha formato artigiani, artisti e insegnanti di grande valore;
attualmente, oltre alla sezione per l'arte dell'alabastro, sono in attività le sezioni per l'arte del legno, del ferro e dell'oro;
la difesa e il rilancio delle produzioni artigianali tipiche, qual è quella dell'alabastro, è parte fondamentale delle strategie di sviluppo del comune di Volterra e della comunità montana della Val di Cecina, sostenuta con atti positivi dalla provincia di Pisa e dalla regione Toscana anche nell'ambito delle azioni dell'Unione europea;
la legislazione vigente dispone per particolari forme di tutela delle attività formative a servizio delle comunità montane;
le istituzioni interessate, rappresentando le preoccupazioni fondate degli studenti, delle famiglie, del corpo insegnante, richiamano il ministero dell'istruzione e le autorità territorialmente competenti ad evitare atti che segnassero un depauperamento delle potenzialità economiche, formative e culturali di una comunità locale che, come dimostrano le rilevazioni statistiche, è attiva e protesa all'innovazione del proprio sistema di sviluppo -:
se non intenda intervenire per garantire il livello esistente dell'offerta formativa, rilanciando le sperimentazioni più innovative e ancorate alle vocazioni e alle esigenze del territorio, anticipando o, se del caso, revocando, atti dell'amministrazione scolastica che fossero contrapposti a questo indirizzo.
(4-06083)