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PRESIDENTE. L'onorevole Realacci ha facoltà di
ERMETE REALACCI. Signor ministro, è di questi giorni la notizia, apparsa su diversi organi di stampa, che una multinazionale farmaceutica americana, la Pfizer, avrebbe predisposto un piano teso a screditare la regione toscana, colpevole, agli occhi di questa multinazionale, di aver messo in atto un'opera di razionalizzazione del costo dei farmaci, attraverso l'acquisto diretto nelle strutture ospedaliere e dei prezzi controllati, che senza cambiare la qualità del servizio, ha ridotto la spesa sanitaria della regione toscana di alcune decine di milioni di euro all'anno. Tale piano si sarebbe poi sostanziato in una campagna denigratoria, ed anche in incontri mediatici organizzati, al fine di far cambiare la politica alla regione toscana.
screditare lo Stato del Texas, o di cambiare fraudolentemente le sue politiche.
PRESIDENTE. Il ministro della salute, professor Sirchia, ha facoltà di
GIROLAMO SIRCHIA, Ministro della salute. Signor Presidente, premesso che le aziende farmaceutiche hanno piena facoltà di promuovere iniziative di informazione sui loro prodotti, c'è da considerare che, essendo il farmaco non un qualsiasi bene di consumo, ma un prodotto particolare, con forti risvolti etici, è necessario che la comunicazione sia corretta e non sia tesa ad influenzare le prescrizioni con altri mezzi.
PRESIDENTE. Ministro Sirchia, il tempo è tiranno anche per lei.
ROSY BINDI. Signor Presidente, credo che il ministro Sirchia dovrebbe ringraziare i gruppi dell'opposizione che hanno presentato questa interrogazione a risposta immediata sulla triste vicenda Pfizer - Toscana. In tal modo, infatti, lo abbiamo costretto ad uscire da un silenzio imbarazzato ed indecente. Ci aspettavamo, da parte del Governo, in particolare da parte del ministro della salute, un intervento immediato dopo essere venuti a conoscenza del comportamento - che il ministro stesso oggi ha avuto la possibilità di definire riprovevole - di una multinazionale che attacca, con i fondi propri, ma, soprattutto, con quelli dei cittadini, un sistema sanitario pubblico che funziona, che risparmia, che razionalizza i costi.
PRESIDENTE. Onorevole Bindi...
ROSY BINDI. Signor Presidente, mi avvio a concludere. La moralizzazione del sistema non si ottiene con un decreto poliziesco che mortifica la professionalità dei medici, come quello che è all'esame del Senato e che decadrà. Essa si dovrebbe ottenere attraverso una razionalizzazione e una moralizzazione vera del sistema, attraverso un'informazione farmaceutica pubblica ed una formazione dei medici che sia essa stessa pubblica e che possa avvalersi dei fondi delle case farmaceutiche, i quali non possono essere lasciati ad un uso indiscriminato da parte delle aziende come elemento di pressione nei confronti dei medici....
PRESIDENTE. Onorevole Bindi, non voglio rimproverarla...
ROSY BINDI. ...e usati per screditare un sistema pubblico che rappresenta una grande conquista del nostro paese (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-l'Ulivo e dei Democratici di sinistra-l'Ulivo).
Ora, signor ministro, il gruppo di parlamentari dell'Ulivo che ha sottoscritto questa interrogazione le chiede se lei è a conoscenza della vicenda, e quali misure intenda intraprendere per evitare che azioni in difesa di interessi particolari danneggino gli interessi generali della tutela del diritto alla salute e dell'equilibrio delle nostre finanze.
Vorrei aggiungere che è evidente che, oltre a problemi legati al diritto alla salute dei cittadini, c'è un problema di dignità delle istituzioni e di dignità nazionale: lascio solo immaginare che cosa accadrebbe se un'azienda italiana tentasse di
Per quanto riguarda, in particolare, l'azione della Pfizer in Toscana, sarà l'autorità giudiziaria a stabilire se vi sono gli estremi di reato, ma è certamente indubbio che il modo con cui questa azienda considera il farmaco, i medici che prescrivono e la sanità in genere è riprovevole dal punto di vista etico.
Ben sapendo che il confine tra il mondo dell'informazione e quello della manipolazione tramite informazione è molto delicato, e spesso sottile, il Governo si è impegnato da tempo, con una serie di provvedimenti tesi a scoraggiare abusi ed illeciti con iniziative a tre livelli: in primo luogo, attraverso misure per garantire una forte base etica al settore, al fine di assicurare, in particolare, un'informazione sui farmaci il più possibile trasparente e scevra da connotazioni distorsive; in secondo luogo, con misure per evitare truffe, frodi e pressioni e per rendere sistematici i controlli sulle prescrizioni e sull'impiego dei medicinali; infine, attraverso misure per assicurare, da parte del Ministero della salute, un'informazione scientifica qualificata ed indipendente per gli operatori sanitari.
Circa il primo punto - certamente il più delicato - si sta lavorando per una revisione della legge n. 541 del 1992; è infatti attivo un comitato, che lavora presso il Consiglio superiore di sanità, composto di esperti. Nell'attesa che tale comitato presenti una proposta percorribile, si è provveduto a redigere un manifesto etico, attualmente all'esame della Confindustria e che dovrà essere poi condiviso con le altre forze che operano nel servizio sanitario nazionale, che impegna soprattutto le industrie farmaceutiche a certi comportamenti, prevedendo anche determinate sanzioni (è previsto, quindi, un meccanismo di autocontrollo).
Le altre iniziative assunte sono costituite, innanzitutto, dai controlli sulle prescrizioni farmaceutiche tramite l'Osservatorio nazionale sull'impiego dei medicinali; tale istituto trasmette ogni mese alle regioni, per i controlli di competenza, i dati di prescrizione e di consumo di ogni singola regione in confronto con le altre regioni. Esiste poi un database che viene aggiornato sistematicamente il quale prevede, ASL per ASL, la possibilità di effettuare altri controlli. In secondo luogo, è stata disposta la targatura di tutte le confezioni per evitare truffe e furti: si tratta della famosa banca dati attualmente in corso di completamento.
In terzo luogo, si è proceduto al rafforzamento dell'informazione scientifica da parte del Ministero della salute tramite un potenziamento di tutte le pubblicazioni. Molto importante è stato prevedere che gli eventi sponsorizzati dalle industrie farmaceutiche debbano avere contenuti formativi e, quindi, non un aspetto promozionale: a tal proposito, si è riconosciuto nella Commissione nazionale per l'educazione medica continua l'organismo che deve definire se l'evento abbia o meno contenuto formativo, distribuendo o non distribuendo di conseguenza i crediti. Ricordo poi l'eliminazione dei mini-meeting, che sappiamo bene essere lo strumento principale utilizzato per convincere i medici alla prescrizione di un certo farmaco. Ripeto che...
L'onorevole Bindi, cofirmataria dell'interpellanza, ha facoltà di
Invece, noi abbiamo solamente sentito silenzio, silenzio ed imbarazzo da parte di un Governo che non difende il servizio sanitario nazionale. Non lo difende perché, appunto, è timido nei confronti delle multinazionali farmaceutiche, senza inoltre essere in grado di monitorare realmente il comportamento delle regioni e di esprimere, in maniera oggettiva e corretta, un giudizio sul loro operato. Assistiamo, infatti, ad un fenomeno molto strano: le regioni che hanno reintrodotto i ticket per tenere sotto controllo la spesa farmaceutica, non lo stanno affatto facendo; il ticket rappresenta solo un'entrata, ma non una diminuzione della spesa farmaceutica. Al contrario, le regioni virtuose (come la Toscana, l'Emilia-Romagna e tutte quelle governate dal centrosinistra), quelle che non hanno reintrodotto il ticket, misura odiosa per i cittadini, soprattutto per i più deboli, sono riuscite ad introdurre meccanismi di controllo sulla domanda e sull'uso dei farmaci. Queste regioni andrebbero difese dal Governo e difese dal ministro della salute, che invece tace e che, soprattutto, non opera per introdurre una vera moralizzazione del sistema.