Allegato A
Seduta n. 280 del 13/3/2003


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(Sezione 8 - Iniziative per contrastare il terrorismo islamico)

H)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
già il quotidiano La Repubblica, in data 8 ottobre 2002, aveva pubblicato uno stralcio tratto dal libro di Magdi Allam, «Bin Laden in Italia, viaggio nell'Islam radicale», con una circostanziata intervista all'imam Abdul Qadir FadLallah Mamour della moschea di Carmagnola, nei pressi di Torino, definito l'ambasciatore di Osama Bin Laden in Italia;
l'imam parlava senza reticenza dell'esistenza di una rete di almeno 2000 mujahidin, che vivono in Italia, addestrati alla guerriglia urbana e alle tecniche di sabotaggio;
lo stesso imam ammetteva candidamente di avere ricevuto un addestramento militare in Libia negli anni 1987-1988 e di aver partecipato di persona alla guerra di Bosnia;
l'intervistato confessava, inoltre, di avere personalmente ricercato ed arruolato combattenti islamici da mandare clandestinamente in Afghanistan;
dalle sconcertanti parole di questo enigmatico personaggio emergeva, quindi, un quadro assolutamente allarmante, sia per i cittadini italiani, sia per i musulmani non integralisti immigrati, che desiderano vivere nel nostro Paese in pace;
tali deliranti affermazioni sono state ribadite e, se possibile, aggravate nel corso nell'intervista, resa dallo stesso imam nel corso della puntata di Ballarò su Rai 3 di martedì 25 febbraio 2003, ripresa da un articolo del quotidiano la Stampa del 26 febbraio 2003;
in quest'ultima occasione l'imam ha ancora parlato con disinvoltura e sfrontatezza, come se si trattasse di una circostanza del tutto naturale, della presenza in Italia di brigate di islamici, arruolati nelle moschee del nostro Paese, addestrati all'uso delle armi, con tono di sfida nei confronti dello Stato democratico ed occidentale;
l'intervista si è conclusa con una dichiarazione dell'imam inquietante e minacciosa, ad avviso degli interpellanti, che faceva riferimento al possibile verificarsi di atti di terrorismo nel nostro Paese nell'eventualità di un sostegno italiano agli Stati Uniti nella guerra all'Iraq, e con l'invito alle mamme italiane a «pregare per i vostri figli alpini. Pregate tanto...»;
è del tutto palese il tono di evidente e non celata minaccia, che si coglie in tali parole;
peraltro, recenti inquietanti episodi (attentati dinamitardi nei confronti di due chiese cattoliche nel padovano, sequestri di materiale esplosivo nel rodigino) costituiscono dei campanelli d'allarme di un pericolo incombente, che non possono essere ignorati -:
se il Governo sia a conoscenza dei fatti di cui parla Abdul Qadir, nelle citate interviste, in particolare del numero dei guerriglieri islamici «dormienti» presenti nel nostro Paese e dei loro canali di arruolamento;
quali iniziative intenda assumere il Governo, alla luce dei fatti emersi, per reprimere, in modo efficace, il fenomeno del terrorismo islamico nel nostro Paese e


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se non ritenga il Governo opportuno ordinare l'espulsione dal Paese di Abdul Qadir.
(2-00666)
«Zanettin, Bertolini, Antonio Leone».
(5 marzo 2003)