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PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per le attività produttive, onorevole Valducci, ha facoltà di
MARIO VALDUCCI, Sottosegretario di Stato per le attività produttive. Signor Presidente, in relazione all'interrogazione in esame, concernente la situazione del
gruppo Marzotto, si ritiene utile aggiornare quanto rappresentato recentemente in aula in occasione dello svolgimento di un'interrogazione a risposta immediata concernente il medesimo argomento.
PRESIDENTE. L'onorevole Ercole ha facoltà di
CESARE ERCOLE. Signor Presidente, sottosegretario Valducci, questa interrogazione trae spunto da un fatto importante. Negli ultimi mesi si sono moltiplicati i segnali di crisi provenienti da diversi comparti industriali e produttivi. L'emergenza più grave, che ha catalizzato l'attenzione del Governo, del Parlamento, dei mass media e dell'opinione pubblica, è rappresentata dalla crisi della FIAT, ma non si pensi che il settore dell'auto sia l'unico a soffrire. Il comparto tessile - come lei ha ricordato - sta attraversando un momento di profonda crisi e, se non interverranno iniziative adeguate per fronteggiarla tempestivamente, si rischia di pervenire alla chiusura di numerose imprese con gravi ripercussioni sul piano economico ed occupazionale. Senza considerare che il settore tessile e dell'abbigliamento rappresenta uno dei principali comparti industriali nazionali. Le persone impiegate nel settore - voglio ricordarlo - sono circa
700 mila e il fatturato per il 2002 è stato pari a 48 milioni di euro.
Il Ministero delle attività produttive ha seguito con attenzione il piano di sviluppo dei settori di business in cui opera il gruppo Marzotto. L'ufficio di diretta collaborazione del ministro, su richiesta degli enti locali e delle organizzazioni sindacali, ha seguito le criticità che hanno determinato il ridimensionamento degli organici e delle strutture industriali con un apposito tavolo di confronto tra le parti.
In tale sede, ed in collaborazione anche con gli uffici del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, la società ha ribadito la propria volontà di permanenza e non di dismissione del settore tessile, ha illustrato la propria strategia competitiva ed i programmi di segmentazione, innovazione e potenziamento dell'offerta di filati e tessuti, unitamente ad un piano di ridimensionamento dell'assetto industriale. Tale ridimensionamento è reso necessario dalla strutturale riduzione dei volumi produttivi di prodotti tessili, in specie nel segmento dei tessuti lanieri per abbigliamento formale per l'uomo, che è la parte prevalente dell'offerta Marzotto (circa il 90 per cento del fatturato nel 2001).
Il suddetto piano di ridimensionamento è in corso di attuazione e sono stati conclusi accordi sindacali per i siti di Valdagno (Vicenza) e di Manerbio (Brescia). La riduzione del personale ha interessato altresì lo stabilimento di Nova Mosilana, sito nella Repubblica ceca.
In dettaglio, il sito di Mortara è stato interessato, nel corso del 2002, da programmi di cassa integrazione ordinaria. La società non ha mai dichiarato, neppure al tavolo di confronto del Ministero delle attività produttive, di voler procedere alla cessazione dell'attività del sito di Mortara. In coerenza con il piano di riduzione volumi che interessa l'intera filiera, per il sito di Mortara è prevista, nel 2003, una rimodulazione dell'attività che comporterà una riduzione di circa 20 unità sulle 180 occupate, da realizzarsi, d'intesa con le organizzazioni e le rappresentanze dei lavoratori, attraverso blocco del turnover e mobilità di accompagnamento alla pensione.
A Manerbio, in data 6 febbraio, è stato siglato un accordo sindacale relativo alla cessazione dell'attività del sito. In base a tale accordo i dipendenti verranno posti in cassa integrazione straordinaria per cessata attività. Il piano di gestione esuberi, che verrà implementato da un organismo composto da Marzotto, organizzazioni sindacali, assessorato al lavoro della provincia di Brescia, assessorato alle attività produttive e formazione della provincia di Brescia, area servizi alla persona del comune di Manerbio, prevede attività di placement sul territorio, job offer in società del gruppo Marzotto, mobilità volontaria, programmi di orientamento, riqualificazione e formazione ed incentivi all'esodo.
Il gruppo Marzotto cui si riferisce l'interrogazione, che opera nel settore tessile con marchi di grande prestigio, sta vivendo questa crisi che ha comportato in primis - come lei ricordava - la chiusura della tessitura di Manerbio (270 posti di lavoro) e, a seguire, la contrazione dell'attività dei vari stabilimenti di Schio, di Mortara (con 180 lavoratori), di Valdagno (con 108 unità). La chiusura poi dello stabilimento di Manerbio è stata operata dall'azienda, a nostro parere, senza nemmeno avere effettuato un corretto confronto sindacale, mettendo i lavoratori e i loro rappresentanti di fronte al fatto compiuto.
Per quanto concerne poi l'origine della mia interrogazione che si riferisce allo stabilimento di Mortara, i 180 lavoratori sono stati messi in cassa integrazione ad ottobre, poi ancora a dicembre e l'ultimo periodo si è da poco concluso.
Signor sottosegretario, in questa si zona si sta determinando una preoccupazione diffusa e vi è sconcerto fra le famiglie dei lavoratori, anche alla luce dell'episodio verificatosi a Manerbio. L'istituto della cassa integrazione - si sa - è spesso un'anticamera per il licenziamento e, quindi, anche per la disoccupazione. Non si tratta di un discorso allarmistico, ma che fa parte della realtà locale, specie se si considera che lo stabilimento Marzotto è, indubbiamente, una delle industrie che ha fatto la storia del nostro territorio, specialmente di Mortara.
La chiusura paventata - al riguardo lei mi tranquillizza, attraverso questo tavolo di confronto che si è tenuto presso il ministero - comporterebbe un impoverimento del tessuto industriale ed occupazionale della Lomellina e innescherebbe spirali negative che devono assolutamente essere evitate. Per questo motivo, sottosegretario Valducci, ci dichiariamo pienamente soddisfatti della risposta alla nostra interrogazione.