Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 233 del 3/12/2002
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(Manifestazione per la commemorazione dell'eccidio avvenuto a Schio (Vicenza) nel luglio 1945 - n. 3-01203)

PRESIDENTE. Il sottosegretario per l'interno, senatore D'Alì, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Trupia n. 3-01203 (vedi l'allegato A - Interpellanza e interrogazioni sezione 6).

ANTONIO D'ALÌ, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, onorevoli deputati, dagli accertamenti effettuati in ordine alla manifestazione richiamata dagli onorevoli interroganti, risulta che il 7 luglio ultimo scorso si è tenuta, a Schio, una manifestazione con corteo, regolarmente preavvisata già dal 7 maggio precedente, indetta dall'associazione nazionale combattenti della Repubblica sociale italiana per commemorare cinquantaquattro cittadini scledensi rimasti vittime dell'eccidio di Schio, avvenuto presso quelle carceri in data 7 luglio 1945.
Precedentemente, in data 3 luglio 2002, a firma del segretario del circolo di Rifondazione comunista di Schio, veniva dato preavviso di una contromanifestazione consistente in un presidio con volantinaggio nella piazzetta Garibaldi e in un successivo corteo fino alla lapide commemorativa dei fratelli Bogotto, caduti per la Resistenza.
In relazione al possibile verificarsi di incidenti lungo il percorso del corteo, nei luoghi dove era stata preavvisata la controiniziativa del partito della Rifondazione comunista, veniva invitato presso la locale questura il rappresentante dell'associazione combattenti della Repubblica sociale italiana citata, al fine di una modifica del percorso rispetto a quello indicato nel preavviso, proprio perché il corteo non interferisse con l'altra iniziativa.
Al primo corteo prendevano parte circa 200 persone, provenienti anche da altre province del nord Italia, la maggior parte delle quali di età piuttosto avanzata, con i labari delle varie unità combattenti, nonché un ridotto numero, quantificabile in circa 15 persone, di aderenti al Veneto fronte skin, sempre attentamente controllati da un nutrito cordone di forze dell'ordine. Il corteo, partito dal sacrario, giungeva compatto, senza alcun inconveniente, fino all'incrocio tra via Capitano Sella e piazza Rossi, dove un gruppetto composto da una decina di aderenti all'ex centro sociale Stella rossa, allontanatosi dalla piazza ove era in corso la manifestazione promossa da Rifondazione comunista, tentava di avvicinarsi al corteo profferendo slogan contrari all'ideologia dei partecipanti allo stesso, comunque sempre attentamente controllati dalla forza pubblica. Questi ultimi rimanevano


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compatti, limitandosi a rispondere con alcuni slogan di opposto significato. Non si registrava alcun contatto fisico, né lancio alcuno di oggetti.
Il corteo proseguiva fino alle ex carceri, ove sostava brevemente e, successivamente, attraverso un itinerario periferico, giungeva al sacrario, dove veniva celebrata una funzione religiosa. Nei pressi del sacrario, inoltre, era stato collocato un banco di vendita da parte di un commerciante ambulante, solitamente presente in diverse fiere e mercati del Veneto e specializzato in articoli militari, con esposizione, come in altre occasioni, anche di oggettistica riguardante il periodo fascista.
I servizi di ordine e sicurezza pubblica predisposti garantivano che entrambe le manifestazioni si svolgessero regolarmente ed ordinatamente e senza inconvenienti di sorta. Peraltro, in ordine ai fatti di cui sopra, la locale questura riferiva all'autorità giudiziaria competente in data 9 luglio ultimo scorso.
Dalla ricostruzione dei fatti che ho esposto, non sembra che la manifestazione abbia degenerato. Come è noto, infatti, l'articolo 21 della Costituzione garantisce a tutti la libertà di manifestare il proprio pensiero con la parola, lo scritto ed ogni altro mezzo di diffusione. L'ultimo comma dell'articolo vieta tali manifestazioni solo se contrarie al buon costume, ma, evidentemente, si è al di fuori di tale fattispecie; né, a mio giudizio, si rientra nel divieto sancito dalla XII disposizione transitoria della Costituzione. La maggioranza dei partecipanti era costituita da persone di età molto avanzata, probabilmente combattenti reduci che hanno interpretato il loro impegno negli anni oscuri della Repubblica sociale italiana esclusivamente come adempimento di un servizio verso la patria in un particolare periodo storico e non come precisa presa di posizione antidemocratica ed antilibertaria. Inoltre, in relazione alle modalità di svolgimento ed alle circostanze di tempo e di luogo, credo che manchi ogni idoneità della manifestazione a creare la situazione di pericolo della ricostituzione del partito fascista.
La recente risoluzione, adottata anche per la XIII disposizione, dovrebbe farci riflettere su quanto alcune situazioni, che quasi sessant'anni fa erano ritenute foriere di pericoli per una giovane democrazia, siano oggi destituite di ogni timore di fronte ad una società libera, democratica e matura come la nostra.
Credo infine che gli accadimenti dell'11 settembre dello scorso anno ci abbiano indicato con sufficiente chiarezza quali siano i veri pericoli per la nostra società. Di fronte ad essi, episodi come la manifestazione di Schio non credo siano in grado di offendere in maniera indelebile le nostre coscienze, anche le più sensibili.

PRESIDENTE. L'onorevole Trupia ha facoltà di replicare.

LALLA TRUPIA. Signor Presidente, vorrei innanzitutto approfittare della presenza del sottosegretario di Stato per sollecitare il Governo, soprattutto il ministro dell'interno, a rispondere con maggiore tempestività ad interpellanze ed interrogazioni che riguardano fatti di così grande rilevanza. Vorrei ricordare che, anche per i fatti in oggetto, l'interrogazione fu presentata nel luglio scorso mentre la risposta viene data molti mesi dopo e, quindi, rischia di essere inefficace.
Detto questo, devo dire, onorevole sottosegretario di Stato, che non sono assolutamente soddisfatta delle risposte che lei ha dato alla mia interrogazione. I motivi sostanziali sono due. Il primo è che è mi parso di scorgere dalle sue parole una sorta di giustificazione ad un corteo - io ero lì presente insieme ad altre cariche istituzionali - che non ha risposto con delle provocazioni a provocazioni fatte da altri, ma che ha attraversato le strade di Schio inneggiando al fascismo e al nazismo con slogan inequivocabili, che ha gridato «assassini» ai cittadini sgomenti di quella città, che hanno peraltro una lunga tradizione antifascista (tanto che Schio ha guadagnato la medaglia d'argento per il valore militare durante la Resistenza).
Quindi, non è giustificabile il fatto che qui si possa sostenere che ci sono stati solo dieci


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facinorosi che hanno risposto ad altri facinorosi di parte opposta. Tant'è vero - io ero lì - che la manifestazione che lei ha ricordato, che è stata in seguito a questa organizzata su sollecitazione di Rifondazione comunista e che ha visto la presenza di moltissime altre forze democratiche, si è svolta in modo del tutto civile e pacifico. Altrettanto non si può dire di quegli energumeni che agitavano il saluto romano e offendevano il sentimento democratico di una città.
Il secondo motivo per cui non sono soddisfatta è che mi è parso di leggere nelle sue parole persino una giustificazione per chi ha partecipato ad una guerra dalla parte sbagliata, come persino l'onorevole Martino ha avuto modo di ricordare in più di una occasione. Tra l'altro, non mi ritengo soddisfatta perché lei non ha risposto a tutti i quesiti che io pongo nell'interrogazione. Uno tra tutti, quello con cui chiedo chi ha formalizzato la richiesta di tale manifestazione, che, evidentemente, è stata richiesta da alcuni esponenti di reduci della Repubblica di Salò, ma che, per quanto ci riguarda, per quanto si sa, in loco, è stata formalmente patrocinata da rappresentanti istituzionali locali appartenenti a forze politiche di Schio e del suo stesso consiglio comunale, appartenenti al Polo.
Lei non mi ha risposto; mentre credo la risposta sarebbe stata doverosa. Se si è trattato di ciò, è evidente che il fatto è molto grave. Significa che nelle sedi istituzionali c'è chi tollera ed incoraggia manifestazioni inneggianti al nazismo ed al fascismo; significa che nel nostro paese c'è ancora chi strizza l'occhio a movimenti anticostituzionali come quello che ho visto marciare a Schio.
D'altra parte, onorevole sottosegretario, l'eccidio di Schio fu un fatto, avvenuto nel luglio del 1945, molto grave, che pesò, e pesa tuttora, nella comunità di Schio, tanto che non sono state ancora chiuse le indagini storiche fatte da più parti, che ha lasciato il segno sui cittadini di quella comunità. Si provocarono molti morti nelle carceri di Schio e, purtroppo, non solo tra i seguaci del regime fascista, ma anche tra civili e cittadini che non c'entravano nulla.
Ciò segnò profondamente la storia della città; quindi, era del tutto doveroso assecondare e rendere possibile una manifestazione che commemorasse le vittime; tuttavia, non si trattava di una commemorazione: il tutto era annunciato, da molti giorni, dalle pagine dei giornali locali, in cui si denunciava che la manifestazione avrebbe avuto caratteristiche profondamente diverse da quelle per cui era stata indetta. Tant'è vero che non è che ci fossero bancarelle, come ne esistono nei mercati o nelle sagre, perché lì si vendevano, come ho visto, gadget con l'effigie di Mussolini e con le svastiche.
Non credo ciò rientri nell'ordinaria amministrazione e che ogni cittadino possa fare propaganda delle effigi del nazismo e del fascismo nella nostra Repubblica democratica impunemente e che qui il Governo dica «tanto...»
Tutto ciò mi sembra grave e mi sembra grave che si venga a dire che rispetto alla XII norma transitoria della Costituzione non c'entri nulla.
Per concludere, devo sostenere di essere insoddisfatta, ed anche indignata delle risposte del Governo. E devo dirle che la mia interrogazione non sarà l'ultima, perché proprio in queste settimane sulla stampa locale i rappresentanti delle forze naziste e fasciste, che hanno dato vita a quell'orribile manifestazione, tollerata, affermano che la vorrebbero trasformare...

PRESIDENTE. Onorevole Trupia, è molto oltre il tempo a sua disposizione.

LALLA TRUPIA. ...in una manifestazione annuale, per cui ritorneremo sull'argomento, per riparlarne.

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