...
a parere dell'interrogante i suicidi nell'Arma sono troppi e tutti misteriosi -:
degli avanzamenti di carriera e delle promozioni degli ufficiali del ruolo speciale;
ilmarinaio Crispino Adragna durante il suo periodo di servizio presso la stazione radar di Pantelleria, in cui si trovò esposto a intense emissioni radar e tenuto conto che sulla torre erano state collegate anche apparecchiature televisive, ha contratto un linfoma;
dal foglio matricolare apparirebbero 5 ricoveri di cui uno presso l'ospedale civile di Pantelleria, tre presso l'ospedale militare di Taranto e uno presso l'ospedale militare di Augusta -:
se l'Adragna fosse stato sottoposto a vaccini;
quali sono gli effettivi ricoveri a cui sia stato soggetto;
a quali turnazioni sia stato esposto l'Adragna durante il servizio; inoltre, quali siano stati i controlli eseguiti sulla torre aeroportuale di Pantelleria in merito alle radiazioni emesse e ai possibili effetti sulle persone e sull'ambiente e se siano stati emanati gli appositi certificati di agibilità della stazione stessa.
(4-04681)
soldati di leva, o volontari o ausiliari carabinieri, nelle caserme italiane si continua a morire;
il 27 novembre 2002, l'Ausiliare carabiniere Moracchi Riccardo, di anni 21, si è suicidato con l'arma d'ordinanza, al Comando Interforze di Verona;
risulta all'interrogante che solo nel corrente anno, da gennaio ad oggi, nelle caserme italiane, vi sono stati 6 decessi per suicidio e precisamente:
5 gennaio 2002: marinaio di leva Mario Cossu anni 22 si butta dalla finestra della camerata della Base navale di Cagliari;
12 gennaio 2002: aviere di leva durante la guardia si spara all'aeroporto di Ghedi, 20 anni;
27 febbraio 2002: ausiliare carabiniere Luca Angelucci anni 23 si suicida con l'arma durante servizio alla Corte di cassazione a Roma;
1o marzo 2002: marinaio aeronautica Pietro Eara anni 30, è stato trovato morto al Comando della 1a Regione Aerea di Milano;
26 aprile 2002: soldato leva Amoroso anni 21 s'è sparato durante la guardia alla Polveriera di Orgiano (Vicenza);
27 novembre 2002: ausiliare carabiniere Moracchi Riccardo anni 21 s'è suicidato con l'arma d'ordinanza, addirittura al Comando Interforze di Verona;
quali iniziative intenda intraprendere per fare chiarezza su questi suicidi;
se non ritenga opportuno avviare un'inchiesta per verificare le reali condizioni di convivenza nelle caserme italiane.
(4-04682)
con interrogazione n. 4-02613 si chiedeva al Governo di sollecitare una rapida conclusione della complessa vicenda
nonostante, infatti, diverse sentenze del giudice amministrativo obbligassero l'amministrazione alla ricostruzione della carriera degli ufficiali ricorrenti nel senso dagli stessi auspicato, a tutt'oggi tale obiettivo non è stato raggiunto a causa di incomprensibili ritardi nella esecuzione delle pronunce giurisdizionali;
nella risposta dell'11 ottobre 2002 il Governo confermava la complessità della situazione, sostenendo che vi erano sentenze favorevoli ai ricorrenti passate in giudicato non applicate;
i ricorrenti in attesa del giudizio di appello e altri ufficiali interessati che non avevano ancora proposto ricorso e che avrebbero potuto proporlo;
il Governo, comunque, affermava nella risposta che era in attesa di una pronuncia definitiva del Consiglio di Stato e del formarsi di un consolidato ed univoco orientamento giurisprudenziale utile ad una sistemazione organica e completa dell'intera materia;
dal semplice raffronto fra l'interrogazione e la risposta fornita, consegue la constatazione che non v'è alcun nesso tra le due e che quindi, di fatto, l'interrogante non ha ancora ricevuto risposta; o, meglio, ha ricevuto la medesima risposta che è stata fornita ai quesiti posti dal collega On. Ascierto in una sua più recente interrogazione (5-01172) che, pur riguardando la stessa materia, era riferita anche ad eventi non ancora accaduti e, quindi, ovviamente, non conosciuti dallo scrivente all'epoca della propria interrogazione;
è auspicio dell'interrogante ottenere risposta pertinente al quesito ancora inevaso essendosi nel frattempo la vicenda, ereditata dal precedente Governo, ancor più aggravata e complicata;
le sentenze n. 12260/01, 384/02, 385/02 e 390/02 del T.A.R. Lazio sono favorevoli agli ufficiali ricorrenti essendo stata ravvisata nei provvedimenti impugnati «...violazione dell'articolo 11, legge n. 404 del 1990 come modificato dall'articolo 39, comma 6, decreto legislativo n. 490 del 1997, per eccesso di potere, per disparità di trattamento, illogicità, contraddittorietà manifesta»;
anche il Consiglio di Stato, con atto n. 589/2000 in data 28 marzo 2000, si era espresso a favore dell'immediata applicabilità del comma 6 dell'articolo 39, decreto legislativo n. 490 del 1997, cioè per l'immediata ricostruzione di carriera degli ufficiali scavalcati nel ruolo di appartenenza «fin dal momento dello scavalcamento subito» senza attendere la loro promozione «a turno normale»;
è noto il principio di cui al all'articolo 33, legge 1034 del 1971 (legge T.A.R.) per il quale le sentenze dei T.A.R. sono immediatamente esecutive e obbligano l'amministrazione a dar corso alle pronunce di primo grado;
principio ribadito dal Consiglio di Stato con i provvedimenti n. 673/99 e 767/99 che comprendono anche le pronunce in pendenza di impugnativa;
esistono tre «relate di notifica» attestanti che in data 19 aprile 2002 sono state notificate per il giudizio di ottemperanza, le diffide relative alle tre sentenze del T.A.R. Lazio (n. 384/02, 385/02 e 390/02) non appellate e, quindi, passate in giudicato;
nonostante tutto quanto sopra esposto e malgrado ulteriori sopravvenute diffide e denunce accompagnate anche da svariate interrogazioni parlamentari sull'argomento, l'indifferenza da parte dei dirigenti della direzione generale per il personale militare è continuata fino alla emissione dei decreti del 18 luglio 2002 con i quali venivano disposte le promozioni «a turno normale» di molti ufficiali scavalcati, senza tener conto, ancora una volta, del disposto di legge e di tutti i provvedimenti giurisdizionali intervenuti per garantire la corretta applicazione della norma;
soltanto più tardi, a seguito della richiamata interrogazione dell'On. Ascierto, si poteva apprendere che le citate tre sentenze (384, 385 e 390 del 16 gennaio 2002) non erano state appellate mentre solo una (la n. 12260 del 27 dicembre 2001), precedente alle altre tre, pendeva in giudizio d'appello, pur essendo le quattro sentenze assolutamente identiche nel petitum e nella causa petendi, con il Ministro pro tempore, mai costituitosi in giudizio;
appare, quindi, incomprensibile l'atteggiamento dell'Amministrazione che contraddice se stessa con due opposti orientamenti squilibrati fra loro nel merito e nel metodo;
a seguito di tale situazione, l'amministrazione si trova esposta a provvedimenti anche di natura risarcitoria ed ulteriori azioni legali da parte degli ufficiali interessati il cui numero aumenta in modo quasi esponenziale. Se all'inizio, infatti, gli ufficiali che avevano scavalcato nel ruolo colleghi più anziani erano soltanto in due, oggi, per effetto della rideterminazione dell'anzianità, limitata pervicacemente e inspiegabilmente ai soli 88 ricorrenti di cui alle tre sentenze passate in giudicato, la situazione si è spiralizzata per effetto dell'ulteriore scavalcamento operato da questi 88 ufficiali nei confronti degli altri ricorrenti ancora in attesa del giudizio d'appello o di primo grado;
la vicenda esposta rischia di compromettere il rapporto di fiducia di moltissimi uomini in uniforme nella coerenza e imparzialità dell'azione della pubblica amministrazione -:
se il Ministro interrogato, accertati i fatti esposti in premessa:
a) intenda chiarire i motivi per i quali non sia stata attuata la direttiva del 6 marzo 2002 del Ministro della difesa nella parte in cui si delinea una migliore e più snella gestione del contenzioso;
b) intenda far conoscere i motivi per cui, benché le tre sentenze non appellate dimostrino un orientamento giurisprudenziale più recente perché cronologicamente successive (16 gennaio 2002) a quella appellata (27 dicembre 2001) e riguardino un numero di ufficiali tre volte maggiore, il ministero della difesa abbia continuato a non tenerne conto con riguardo alle posizioni dei ricorrenti e più in generale di tutti coloro i quali sono coinvolti nel contenzioso in questione;
c) intenda far decadere il contenzioso determinatosi attraverso un formale atto di autotutela con il quale si potrebbe disporre l'immediata rinuncia all'appello che grava sulla sentenza n. 12260/01 del T.A.R. Lazio, la rinuncia all'appello di tutte le eventuali analoghe sentenze future, l'immediata rideterminazione dell'anzianità, nei termini di legge, per tutti gli ufficiali ricorrenti per i quali non è ancora intervenuta alcuna decisione e per tutti gli altri non ricorrenti dello stesso ruolo scavalcati da colleghi meno anziani;
d) intenda fare piena luce sulla intera vicenda anche attraverso una commissione d'indagine allo scopo di definire eventuali responsabilità al fine di tutelare per il futuro l'amministrazione da probabili azioni di carattere legale compresi i risarcimenti per danni e spese legali.
(4-04685)
rimangono gravi disagi per i voli in partenza e arrivo dall'aereoporto di Brindisi;
continuano a risultare estremamente lenti i lavori di rifacimento con chiusura della pista principale nei giorni 2-3-4 prossimi venturi;
questa situazione paralizza l'intera area salentina comprendente circa due milioni di utenti -:
se i Ministri interrogati non ritengano opportuno un esame urgente della situazione al fine di accelerare il ripristino della normale funzionalità dell'aeroporto stesso.
(4-04691)