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I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
il 2 novembre 2002 si è svolta a Roma, in piazza SS. Apostoli, una manifestazione la cui parola d'ordine era «stop immigrazione» e alla quale hanno partecipato un noto esponente della maggioranza di Governo, l'onorevole Mario Borghezio, il capo di Forza Nuova, Roberto Fiore, e circa trecento persone;
nel corso di una vera e propria adunata di nostalgici del fascismo, durante il suo comizio l'eurodeputato Mario Borghezio, come è facilmente documentabile dai resoconti apparsi su tutti i quotidiani nazionali, ha affermato: «No all'immigrazione clandestina, no all'Islam, no al mondialismo. Non ci piegheremo. C'è il pericolo di un'invasione, di più: di una colonizzazione», citando «le pretese sempre più arroganti come quella di abolire i crocefissi dalle scuole. Contro il pericolo islamico c'è una crociata da combattere se non si vuole accettare l'occupazione. Non sopporto il tentativo mondialista di imbastardire il nostro sangue, noi non lo accetteremo mai. La sfida islamica è l'occasione per una grande rinascita del nostro senso di appartenenza: il nostro sangue, la nostra storia. Da un punto di vista etico meglio essere qui che con la vecchia politica. Quella dei ladri, dei porci, dei corrotti e dei salotti di Montecitorio. Noi siamo un'altra realtà, noi siamo il popolo che non vuole l'immigrazione selvaggia»;
la copertura di parlamentari della maggioranza alla manifestazione in oggetto, in cui si inneggiava al duce, al saluto romano e si urlavano e si esponevano simboli e striscioni di stampo inequivocabilmente razzisti, xenofobi e fascisti contro gli immigrati è un fatto decisamente grave per la democrazia della Repubblica -:
se, alla luce di quanto avvenuto, non ritenga opportuno che il Governo si debba dissociare in tutte le sue espressioni da tali inqualificabili atteggiamenti, provvedendo altresì che, d'ora in poi, tali manifestazioni - i cui contenuti sono a priori facilmente identificabili - non vengano mai più autorizzate, in qualunque parte del nostro Paese, essendo tra l'altro perseguibili anche dal punto di vista penale, secondo quanto affermato dal nostro stesso dettato costituzionale.
(2-00539)
«Pistone, Diliberto, Mussi, Rizzo, Pisa, Pennacchi, Franci, Giulietti, Pisapia, Tocci, Cento, Nigra, Quartiani, Benvenuto, Lucidi, Pollastrini, Maura Cossutta, Sciacca, Bielli, Nesi, Amici, Albonetti, Lulli, Nannicini, Vendola, Deiana, Titti De Simone, Bellillo, Angioni, Giacco, Carli, Zanotti, Leoni, Buffo, Sgobio, Grillini, Bindi, Fioroni, Giovanni Bianchi, Enzo Bianco, Gerardo Bianco, Banti, Armando Cossutta».
(8 novembre 2002)