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PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 45 e delle proposte emendative ad esso presentate (vedi l'allegato A - A.C. 3200-bis sezione 14).
Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferro. Ne ha facoltà.
MASSIMO GIUSEPPE FERRO. Signor Presidente, colleghi, intervengo per annunciare il ritiro dell'emendamento Ferro 45.21, il cui contenuto trasfonderemo in un ordine del giorno. È un argomento centrale per quanto riguarda l'ammodernamento del sistema aeroportuale del nostro paese. Come i colleghi sapranno, ci sono cinque aeroporti che gestiscono le aerostazioni in virtù di una concessione totale ope legis e altri 22 società di gestione che gestiscono gli aeroporti in virtù di una concessione precaria parziale.
Credo che sia un evidente caso scolastico di disparità. Ora, con questo nostro emendamento, tentavamo di sanare questa evidente disuguaglianza. Era una emendamento virtuoso perché procurava all'erario dello Stato entrate per circa 53 miliardi di vecchie lire. Abbiamo sostituito l'emendamento con un ordine del giorno, giusto un impegno del Governo a considerare in tempi ragionevoli e stretti questa situazione, che è di grave discriminazione e che non permette ammodernamenti infrastrutturali in quelle società di gestione che gestiscono gli aeroporti in virtù dell'assegnazione precaria.
Questa situazione è ancor più grave perché non si favoriscono processi di privatizzazione - come per esempio negli aeroporti di Firenze, Bologna, Catania, Palermo, Napoli, Verona, come negli aeroporti pugliesi, come a Cagliari e Olbia - proprio perché le società di gestione stanno esercendo l'attività aeroportuale in condizioni di precarietà. Abbiamo trasfuso il contenuto dell'emendamento in un ordine del giorno e volevo comunicarlo alla Camera (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cammarata. Ne ha facoltà.
DIEGO CAMMARATA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il Governo ha già credo chiarito questa mattina i termini della questione che riguarda il bacino del precariato, ma mi lasci fare qualche breve considerazione sull'argomento.
La città di Palermo ha vissuto negli ultimi mesi un periodo di gravi conflitti sociali, che hanno determinato giorni di guerriglia urbana, dovuti soprattutto alla esasperazione dei tanti lavoratori precari beffati in questi ultimi anni da un atteggiamento assolutamente irresponsabile. Noi, onorevoli colleghi, stiamo affrontando il problema del precariato in modo serio, promuovendo i programmi di intervento per consentire la progressiva fuoriuscita dal bacino del precariato e finalizzando una politica attiva per il lavoro.
Abbiamo già stabilizzato 1500 lavoratori e contiamo di proseguire su questo percorso. Si sarebbe già dovuto capire il contenuto dell'emendamento che abbiamo votato peraltro unanimemente: stiamo semplicemente cercando di rispondere alle attese di tanta gente alla quale per anni sono state soltanto alimentate illusioni.
Oggi, si viene a chiedere conto al Governo ed a me del titolo di un giornale, che, vi posso garantire, ha preoccupato e preoccupa me per primo, per il quale non è il caso di scomodare il Governo e per il quale ho vibratamente protestato contro il direttore di quel giornale stamattina, alle 8,30, prima che la questione venisse sollevata in aula. Infatti, mentre questa mattina la questione è stata affrontata con superficialità, vi posso garantire che con l'esasperazione della gente non ho mai giocato e non intendo farlo.
Vorrei che questo concetto, signor Presidente, fosse a tutti chiaro, perché a Palermo si lavora in trincea e si dovrebbero conoscere i pericoli che si corrono quando si spendono parole in libertà, alimentando polemiche e strumentalizzazioni che invece tutti, maggioranza e opposizione, dovremmo, in materie del genere, contribuire a non alimentare.
Sono stato eletto deputato nel collegio Zisa di Palermo, collegio che racchiude alcuni dei quartieri popolari della città che sono simbolo di particolari sofferenze che Palermo, da sempre, patisce. Sofferenze, signor Presidente, che io conosco profondamente perché io in uno di quei quartieri sono nato e cresciuto e posso garantirvi, onorevoli colleghi, che chi si misura e sperimenta la sofferenza, le attese, la speranza, con la sofferenza e la speranza si confronta con serietà (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Calzolaio. Ne ha facoltà.
Ha un minuto di tempo.
VALERIO CALZOLAIO. Signor Presidente, il problema è che questo articolo 45 contiene commi che fanno riferimento a materie del tutto diverse: dalle fondazioni a questioni riguardanti i trasporti. Rischia di sfuggire che il primo comma di questo articolo 45 cancella, di fatto, una legge approvata all'unanimità dal Parlamento e che la Commissione bilancio, nella scorsa legislatura, aveva dichiarato non avere effetti finanziari sul bilancio dello Stato.
Chiederei quindi un po' di attenzione al primo comma perché se non saranno approvati gli emendamenti - alcuni sono anche stati presentati da parlamentari della maggioranza - rischia di essere abrogata, di fatto, la legge che cancella il debito estero e quindi una legge sulla quale, spesso, anche il Presidente del Consiglio ha manifestato apprezzamento nelle sedi internazionali.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Burtone. Ne ha facoltà.
Ha un minuto di tempo a disposizione. La prego, onorevole Burtone, di attenersi al tema degli emendamenti, perché argomenti di tipo diverso non avrebbero senso.
GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Signor Presidente, prendo atto della dichiarazione equilibrata del collega Cammarata, sindaco di Palermo. Non ho voluto per nulla dare al mio intervento un contenuto polemico, in modo particolare nei confronti di Cammarata. Però non ho parlato di un titolo ma di un articolo firmato e di dichiarazioni virgolettate. La cosa che devo sottolineare è che appare molto grave che in questi giorni si sono ripetuti articoli dei giornali che non hanno fatto riferimento alla reale consistenza dei provvedimenti. Non alimenta la polemica richiamando l'ultimo articolo apparso stamane sul Corriere della sera su un possibile tavolo di trattativa tra il presidente della regione Cuffaro e la Toyota, un'industria giapponese, per risolvere il problema della FIAT (Vivi commenti dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza nazionale).
Purtroppo dobbiamo prendere atto che questa trattativa...
PRESIDENTE. Onorevole Burtone, cosa c'entrano gli emendamenti con questa trattativa? Guardi che i giornali li leggiamo anche noi: avrei qualcosa da dire anch'io su un giornale genovese ma non la dico! Se commentiamo i giornali è finita la vita.
Nessun altro chiedendo di parlare, invito il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione sulle proposte emendative presentate all'articolo 45.
ANGELINO ALFANO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sugli emendamenti 45.50 e 45.51 della Commissione, quest'ultimo così riformulato: sostituire le parole «gestiti dai Comuni e dai datori di lavoro» con le seguenti «gestiti sia dai Comuni sia dai datori di lavoro»; il parere è favorevole sugli
emendamenti 45.52, 45.53 e sull'articolo aggiuntivo 45.03 della Commissione; il parere è altresì favorevole sull'emendamento Alberto Giorgetti 45.24 così riformulato: «Le disponibilità finanziarie esistenti sul conto corrente presso la Tesoreria centrale dello Stato intestato al Fondo rotativo di cui all'articolo 26 della legge 24 maggio 1977, n. 227, ed all'articolo 6 della legge 26 febbraio 1987, n. 49, sono destinate fino ad un massimo del 20 per cento, nel corso del triennio 2003-2005, con decreto del ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro degli affari esteri e con il Ministro delle attività produttive, a fondi rotativi per l'internazionalizzazione finalizzati all'erogazione dei prestiti per attività di investimento delle imprese italiane nei paesi in via di sviluppo e nei paesi in via di transizione».
La Commissione esprime, inoltre, parere favorevole all'emendamento 45.60 del Governo all'emendamento Luciano Dussin 45.25 e all'articolo aggiuntivo Burlando 45.02 così riformulato: «1. Al fine della valorizzazione del patrimonio dello Stato, del recupero, della riqualificazione e della eventuale ridestinazione d'uso, entro il 30 aprile di ogni anno, gli enti locali interessati ad acquisire beni immobili del patrimonio dello Stato ubicati nel loro territorio, possono fare richiesta di detti beni all'Agenzia del demanio. 2. Entro il 31 agosto di ogni anno l'Agenzia del demanio è tenuta a comunicare agli enti locali richiedenti la propria disponibilità all'eventuale cessione».
Il parere è contrario su tutte le restanti proposte emendative.
PRESIDENTE. Onorevole relatore, speriamo che gli uffici siano riusciti a seguirla nella sua velocità, che è stata veramente degna di Schumacher! Il Governo?
GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il Governo esprime parere conforme a quello del relatore. Devo però motivare, ancorché brevemente, il parere contrario all'emendamento Crucianelli 45.1 e ad altre proposte emendative che vertono su analoga materia. I presentatori di queste proposte emendative sostengono che, in qualche modo, verrebbe eliminata o modificata la legge che prevede la cancellazione del debito dei paesi in via di sviluppo e dei paesi comunque molto poveri. In realtà, la riformulazione prevista dall'articolo 45, comma 1, del Governo, non tende ad altro se non a precisare meglio la materia e a rimuovere quel limite dei 12 mila miliardi di lire che era previsto nella legge n. 209 del 2000. Tale riformulazione, quindi, consente, ancorché con una modulazione temporale che non può non essere calibrata sulle disponibilità esistenti ed effettive, una cancellazione del debito per un ammontare superiore a quello previsto nella stessa legge n. 209 del 2000. Sotto questo profilo mi permetterei quindi di affermare che si tratta di una norma migliorativa - se in questo senso intendiamo il miglioramento - della legislazione previgente e, quindi, più vantaggiosa per i paesi altamente indebitati.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Crucianelli 45.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Spini. Ne ha facoltà.
VALDO SPINI. Onorevole colleghi, questa è una materia serissima! Ieri abbiamo tutti sostenuto, ad alta voce, la necessità di dare risposta, di avviare un dibattito sui temi sollevati dalla manifestazione svoltasi sabato a Firenze. Ebbene, ora è in gioco la legge n. 209 del 2000 che ha avviato un processo di cancellazione dei debiti a favore dei paesi più esposti. La legge n. 209 del 2000 ha fissato, con molta chiarezza, una soglia minima di intervento: almeno 8 mila miliardi di vecchie lire, con un massimo di 12 mila, da realizzare in tre anni. Tale legge assicurava quindi certezza di fondi per un'iniziativa che ha un valore sociale, economico e politico di grandissimo rilievo. Questa certezza viene messa in forse dai vostri emendamenti! Abbiamo presentato emendamenti per difendere la legge così com'è e per assicurare la certezza di finanziamenti e di tempi lì prevista.
Chiediamo all'Assemblea di riflettere attentamente su tale questione, perché questa sarebbe la prima risposta negativa che si darebbe al movimento dei giovani che chiedono un mondo più giusto e più equilibrato e sarebbe, quindi, la prima potente contraddizione con ciò che è avvenuto sabato e con il dibattito che abbiamo svolto domenica alla Camera (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo).
PRESIDENTE. Onorevole colleghi, aveva chiesto di parlare l'onorevole Crucianelli, ma purtroppo è stato sostituito nell'intervento: forse è stata colpa mia non aver visto in tempo la sua richiesta. Se vuole intervenire brevemente su questo emendamento (Commenti dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza nazionale)... Colleghi, scusate! Sto facendo un'autocritica per non avere dato la parola all'onorevole Crucianelli! Ho sbagliato e pertanto abbiate pazienza! Non sono certo trenta secondi in più che cambieranno la situazione! Prego, onorevole Crucianelli (Commenti dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza nazionale).
NUCCIO CARRARA. I tempi sono esauriti!
PRESIDENTE. I tempi saranno pure esauriti, ma la cortesia no (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo della Margherita, DL-l'Ulivo - Commenti dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale)! C'è la comprensione della Presidenza, in quanto stiamo lavorando tutti insieme: non si lavora a cronometro! Si lavora secondo criteri di legittimità reciproca! Può darsi che io sia male abituato, ma la penso così (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-l'Ulivo e dei Democratici di sinistra-l'Ulivo - Commenti dei deputati del gruppo di Forza Italia e di Alleanza nazionale)! Prego, onorevole Crucianelli.
FAMIANO CRUCIANELLI. Signor Presidente, la ringrazio. Mi rivolgo al ministro Tremonti, ed anche al ministro Buttiglione che vedo concentrato su uno scritto sicuramente interessante, per far notare come con questo comma si cancelli una legge di grande importanza, quella che tratta il tema del debito esistente tra noi ed i paesi del sud del mondo, legge che non soltanto - come diceva poco fa l'onorevole Spini - affronta un tema che sta a cuore al movimento no global, ma che risponde ad un grande sentimento comune della società e, soprattutto, alle dichiarazioni più volte rilasciate dalla Conferenza episcopale.
Riceveremo fra qualche giorno il Santo padre. Ebbene, sappiamo che questo è uno dei punti fondamentali dell'ispirazione del magistero di questo papa. Allora, non riesco a capire per quale ragione, se non per una ragione contabile (infatti, i debiti di cui parliamo non saranno esigibili in tempi politici e forse neanche in tempi storici), il Governo insista nel voler (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo)...
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Crucianelli.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cima. Ne ha facoltà.
LAURA CIMA. Signor Presidente intervengo brevemente per dire che ho sottoscritto questi emendamenti e per ricordare che, oltre al papa e ai giovani di Firenze, anche il nostro Presidente del Consiglio in più sedi ha assunto impegni sull'eliminazione del debito. Pertanto, credo che non si possa approvare una legge finanziaria che riduce gli stanziamenti alla legge che deve realizzare questo obiettivo. Tra l'altro, vedo presente in aula la ministra Prestigiacomo e mi appello anche a lei, affinché nel Governo si presti attenzione alla povertà del mondo, che è soprattutto rappresentata da donne che devono anche accollarsi la crescita di bambini che muoiono di fame (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Verdi-l'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mazzuca Poggiolini. Ne ha facoltà.
CARLA MAZZUCA POGGIOLINI. Signor Presidente, vorrei ricordare a tutti i colleghi che, non a caso, la legge n. 209 è del 2000 e che, non a caso, venne approvata dopo che centinaia di noi, appartenenti a tutti gli schieramenti, aderirono all'associazione dei parlamentari per il Giubileo che aveva tra i suoi obiettivi, in sintonia con quanto detto dal Santo padre, proprio quello della cancellazione del debito dei paesi più poveri.
La trasformazione operata dal disegno di legge finanziaria non abolisce, ma elimina la certezza del finanziamento e sottopone tutto alle esigenze di finanza pubblica. Tuttavia, è ovvio che qualsiasi iniziativa lo Stato intraprenda essa debba essere relativa alle esigenze di finanza pubblica. In questo caso, però, data l'esiguità del finanziamento, veramente fa ridere questo richiamo del tutto ultroneo e contraddittorio rispetto alla volontà politica...
PRESIDENTE. La ringrazio, abbiamo compreso bene il senso del suo intervento.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Michelini. Ne ha facoltà.
ALBERTO MICHELINI. Signor Presidente, vorrei precisare un aspetto. Gli onorevoli Spini e Crucianelli conoscono la mia sensibilità su questi temi e sanno che in quest'ultimo anno mi sono impegnato su queste problematiche.
Credo che il senatore Vegas abbia spiegato bene come stanno le cose. L'Italia, se vuole tenere fede ai solenni impegni internazionali che ha assunto, non può rimanere ferma alla scadenza di tre anni, ma deve avere più tempo per rispettare tali impegni, anche perché vi sono paesi, come la Somalia e la Repubblica democratica del Congo, che stanno portando avanti trattative di pace e potrebbero entrare nei paesi HIPC.
Credo, quindi, che nel prossimo futuro non potremo impedire a questi paesi di beneficiare della remissione del debito. Pertanto, è meglio eliminare il termine dei tre anni. Allo stesso modo, per quanto riguarda i 12 mila miliardi, era stato fissato un tetto e dicevamo proprio ieri che, invece, il tetto dei debiti che vengono rimessi è più basso. Tuttavia, attualmente abbiamo raggiunto circa cinque miliardi di euro, ossia oltre 10 mila miliardi di dollari. Ciò significa che nel giro di poco tempo, con i nuovi paesi che entrano nella fascia HIPC, noi avremo oltre 12 mila miliardi. Pertanto, questo provvedimento è una garanzia per l'opposizione e per la legge stessa e veramente non comprendo determinate posizioni.
Semmai, occorre dire un'altra cosa sulla quale potrei essere d'accordo e che riguarda l'espressione «compatibilmente con le esigenze della finanza pubblica». Ecco, probabilmente si tratta di un eccesso di zelo o di un puntiglio della ragioneria, ma non sarà certo quest'ultima ad imporre al Governo italiano, che ha assunto solenni impegni, ciò che deve fare (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giovanni Bianchi. Ne ha facoltà.
GIOVANNI BIANCHI. Signor Presidente, sarò come al solito laconico, ma chiedo alla Camera di ricordare che questa legge, della quale fui relatore, fu approvata pressoché all'unanimità. Si tratta di una legge che molti altri Parlamenti stanno, fortunatamente, copiando.
Innanzitutto, non ci convince il riferimento alle compatibilità con l'andamento della finanza e, in secondo luogo, un riallineamento con il club di Parigi che la legge prevedeva - e in questo vi fu un contenzioso anche in occasione del regolamento -, invece, di forzare facendo giocare al nostro paese quel ruolo di battistrada che per alcuni versi il Governo, in particolare per i 15 paesi dell'Africa subsahariana, ha pure giocato.
Signor Presidente, manteniamo le tappe ed i termini come sono previsti. Se si volesse fare di più si potrebbe, tenendo conto, però, che la legge prevede che il ministro del tesoro ogni settembre debba
venire a rendere conto a questo Parlamento. Dunque, si tratta di una diluizione che se passasse così rischierebbe di affondare la cancellazione del debito, anziché cancellare il debito (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-l'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pistone, alla quale ricordo che ha un minuto a disposizione. Ne ha facoltà.
GABRIELLA PISTONE. Signor Presidente, l'allungamento dei tempi e l'inserimento di questo comma che riporta tutto alle esigenze di finanza pubblica del nostro paese non rafforzano certo il nostro ruolo nella cancellazione del debito. Dunque, ritengo di dissentire sia dal Governo sia dall'onorevole Michelini che si illudono in questo senso. Penso che mantenere i tempi, mantenere le scadenze e, soprattutto, non essere più realisti del re avrebbe comportato per il nostro paese un ruolo sicuramente trainante. Dato che ciò è stato annunciato in lungo ed in largo in tutte le sedi ufficiali ed a livello internazionale avrei ritenuto doveroso non fare questo passaggio che mi sembra assolutamente pericoloso e fuorviante. Come al solito vi è una discrepanza forte tra gli annunci e le intenzioni (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Comunisti italiani).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Landi di Chiavenna. Ne ha facoltà.
GIAN PAOLO LANDI di CHIAVENNA. Come ha già, peraltro, annunciato il sottosegretario Vegas non vi è alcuna volontà di annullare gli effetti della legge n. 209 del 2000. È stato presentato dalla Commissione un emendamento che sposta dal 2003 al 2006 i tempi per la cancellazione di tali debiti. Voglio solo aggiungere, per chiarezza di ragionamento, che la legge n. 209 obbliga comunque i paesi beneficiari della cancellazione a rispettare i diritti umani e le libertà fondamentali e rinunciare alla guerra come mezzo di risoluzione delle controversie. Inoltre, per il paese beneficiario la legge prevede l'obbligo di presentare progetti di utilizzo a scopo sociale del risparmio conseguito.
Il Governo ha più volte dichiarato, così come il Presidente del Consiglio e, per quanto ci riguarda, anche esponenti della maggioranza come il collega Zacchera, la volontà di perseguire il progetto di progressiva cancellazione del debito. Con l'emendamento presentato dalla Commissione che sposta il termine dal 2003 al 2006 credo si possa avere l'assoluta certezza e tranquillità che la legge n. 209 sarà rispettata dal Governo. Anzi, chiediamo ai paesi beneficiari di rendersi parte attiva nel rispetto delle obbligazioni assunte attraverso tale legge.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Volontè. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, onorevoli colleghi, non voglio ripetere cose già dette. Parto, però, dalla mozione parlamentare che impegnò il nostro Governo al vertice del G8 di Genova.
Questa azione del Governo, confermata anche dalle dichiarazioni del sottosegretario Vegas e dall'articolo 45 della legge finanziaria, va nella direzione di una mozione approvata da tutto questo Parlamento: si allunga il tempo, si allungano i soldi. Ciò peraltro tenendo conto, come diceva il collega Michelini, che è difficile raccogliere intese in paesi come il Congo, in cui non si sa con chi si possa parlare. Aggiungo anche che la maggioranza è talmente sensibile alla materia dei paesi in via di sviluppo, che i nostri emendamenti, che danno più soldi ai paesi in via di sviluppo e alla cooperazione internazionale, sono diventati gli emendamenti del relatore, quindi di tutta la maggioranza.
Inviterei quindi tutti i colleghi a riflettere non solo sulla coerenza tra questa manovra finanziaria e questo articolo con gli impegni presi da tutto il Parlamento,
ma anche sul segnale che grazie al relatore è stato introdotto per aiutare i paesi in via di sviluppo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Crucianelli 45.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 434
Votanti 433
Astenuti 1
Maggioranza 217
Hanno votato sì 183
Hanno votato no 250).
Prendo atto che l'onorevole Bimbi non è riuscita ad esprimere il proprio voto.
Credo che il presidente della Commissione, onorevole Giorgetti, intenda intervenire a proposito dell'articolo aggiuntivo Petrella 35.02, precedentemente accantonato.
GIANCARLO GIORGETTI, Presidente della V Commissione. Sì, Presidente. Con riferimento alla questione che ci ha occupato nelle ore scorse, chiederei a tutti i proponenti delle proposte emendative sul tema della ricerca sul cancro di ritirarli e di convergere sull'articolo aggiuntivo del Governo 35.071, modificato sostituendo alle parole «tre mesi» le parole «quattro mesi», grazie all'intervento degli onorevoli Petrella, Costa e Conti che hanno collaborato.
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