Allegato B
Seduta n. 220 dell'8/11/2002


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POLITICHE AGRICOLE E FORESTALI

Interrogazione a risposta in Commissione:

CATANOSO. - Al Ministro delle politiche agricole e forestali, al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
ormai da tempo in Sicilia la brucellosi bovina, bufalina e ovi-caprina rappresenta il sintomo di un grave malessere per l'intero settore zootecnico tale da compromettere non solo la sicurezza e la salubrità degli alimenti ma anche da danneggiare in maniera irreparabile i mercati del latte, dei suoi derivati e delle carni, di questa regione come di tutto il paese;
mentre in altre regioni italiane, con i programmi di risanamento e di controllo di malattie è stato raggiunto l'obiettivo dell'eradicazione, in Sicilia, invece, ove si registra un'elevata positività di tale malattia negli allevamenti bovini e ovi-caprini, tutto sembra fermo e bloccato come per una sottaciuta volontà di non debellare la malattia al fine di utilizzare i finanziamenti comunitari che sostengono i piani di eradicazione della brucellosi;
il mancato risanamento determina una notevole penalizzazione del comparto zootecnico per l'inevitabile recrudescenza dei casi di brucellosi;
da notizie di stampa si è appreso che ogni anno in Sicilia circa mille persone si ammalano di brucellosi e non si possono escludere altri rischi legati alla trasmissibilità delle altre zoonosi;
la Regione, nonostante massicci interventi finanziari (cfr. da ultimo il decreto dell'Assessore per la sanità del 12 aprile 2002 - «Piani straordinari di controllo della brucellosi bovina, bufalina e ovi-caprina), non riesce a debellare la brucellosi che nel resto d'Italia ha ormai scarsa incidenza;
da più parti si sottolinea la necessità improrogabile di porre rimedio alla situazione di arretratezza accumulata in Sicilia nel settore dei piani di eradicazione ciò


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nell'interesse e nella prospettiva di un rilancio della zootecnia siciliana e della salvaguardia della salute pubblica;
solo poco tempo fa i veterinari siciliani hanno chiesto con forza alle istituzioni un impegno concreto per garantire una svolta alle operazioni di controllo del patrimonio bovino e ovino in modo da avvicinare lo standard sanitario della Sicilia a quello delle altre regioni italiane;
le richieste dei veterinari non si limitano ad una maggiore efficacia dei servizi sanitari ma riguardano anche altri aspetti, quali una verifica circa lo stanziamento dei fondi per i microchip, l'applicazione di sanzioni per coloro che non procedono al risanamento degli allevamenti entro un certo termine, la concessione di premi per chi risana, la mappatura dei pascoli, e, infine, come estrema ratio, lo stamping out -:
se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza della situazione descritta in premessa e quali misure intendano assumere per evitare i pericoli di una gravissima emergenza zootecnica e sanitaria, che ha determinato l'isolamento commerciale della Sicilia e una gravissima penalizzazione in termini occupazionali ed economici;
in particolare, se non ritengano opportuno intervenire con adeguati stanziamenti, nel pieno rispetto dell'autonomia regionale, affinché le Asl siano messe nelle condizioni di adempiere ai loro compiti irrinunciabili, che riguardano appunto l'eradicazione della brucellosi e la tutela della sicurezza alimentare;
se non ritengano opportuno adottare iniziative normative volte ad istituire un sistema nazionale di monitoraggio del bestiame e dei capi infetti.
(5-01401)

Interrogazione a risposta scritta:

CARBONELLA. - Al Ministro delle politiche agricole e forestali. - Per sapere - premesso che:
il comparto dell'agricoltura è da tempo attraversato da gravi problemi a causa di calamità naturali e da una profonda crisi di carattere economico;
di recente, la Commissione europea ha presentato alcune proposte che modificano i regolamenti comunitari;
tra queste, si prevede una riduzione del 27 per cento del contributo previsto per il grano duro;
tale coltivazione è molto presente nella provincia di Brindisi e contribuisce a rendere la Puglia tra le prime regioni d'Italia per la produzione del grano;
l'evenienza prima richiamata penalizzerebbe fortemente il nostro Paese ed il territorio di Brindisi, in particolare anche alla luce dell'allargamento dell'Unione europea ai Paesi dell'Est;
se ciò fosse, inoltre, registreremmo una notevole diminuzione di tale semina, con ulteriore penalizzazione del settore;
i nostri produttori in tal caso si troverebbero inevitabilmente in grave difficoltà ed il nostro Paese, da grande produttore si trasformerebbe in grande importatore, con gravi conseguenze sia economiche che di sicurezza alimentare -:
se non ritenga di intervenire ed adottare tutte le misure idonee al fine di tutelare un settore di vitale importanza per il sud e l'intero Paese.
(4-04425)