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PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la difesa, onorevole Cicu, ha facoltà di SALVATORE CICU, Sottosegretario di Stato per la difesa. Signor Presidente, l'evoluzione della situazione internazionale ha reso necessario delineare una struttura della difesa, sensibilmente ridotta dal punto di vista quantitativo e funzionale al mutato quadro geo-strategico di riferimento. Conseguentemente, alle Forze armate è richiesto un crescente impegno di razionalizzazione e snellimento delle proprie strutture per ottenere uno strumento operativo moderno, sostenibile e coerente con quello dei nostri principali partner europei ed atlantici, in grado di tutelare globalmente gli interessi nazionali, proiettare stabilità al di fuori dei confini e fronteggiare anche minacce anomale, quali quelle del terrorismo.
1997, n. 464, recante norme in materia di ristrutturazione delle Forze armate, successivamente corretto e integrato dal decreto legislativo 27 giugno 2000, n. 214, che ha trovato ulteriore impulso nella legge 14 novembre 2000, n. 331, recante norme per l'istituzione del servizio militare professionale.
PRESIDENTE. L'onorevole Duca ha facoltà di EUGENIO DUCA. La ringrazio, signor Presidente. Onorevole sottosegretario, prendo atto della sua risposta e la ringrazio per la tempestività con cui essa mi è stata fornita. Tuttavia, ritengo si tratti di una risposta molto burocratica, che soprattutto mette in luce la difficoltà, da parte del Governo, di rapportarsi con le regioni e con gli enti locali: non c'è stata alcuna consultazione preventiva con i responsabili della regione Marche, con i presidenti delle province di Ancona, Ascoli Piceno, Macerata e Pesaro Urbino, nonostante siano stati messi in discussione servizi che riguardano direttamente i cittadini.
PRESIDENTE. Onorevole Duca, la prego di concludere.
EUGENIO DUCA. Ho concluso, signor Presidente. Per quanto riguarda il termine della sua risposta, auspico che quanto prima venga dato seguito alla misura transitoria fino al 2004, momento in cui scatteranno le nuove ferme volontarie in sostituzione di quelle obbligatorie di oggi.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze e delle interrogazioni all'ordine del giorno.
In questo quadro, il profondo processo di ristrutturazione, revisione e semplificazione dell'organizzazione militare, avviato in questi ultimi anni, è in corso di progressiva e completa attuazione, impostato in conformità dei dettami di una serie di provvedimenti normativi.
Cito la legge 18 febbraio del 1997, n. 25, il decreto legislativo 28 novembre
Tale legge, in particolare, nel prevedere tra l'altro una generale contrazione dello strumento militare, impone la necessità di un ulteriore allineamento delle strutture operative delle Forze armate. In tale ottica, occorre riorganizzare le strutture operative di supporto, attraverso l'armonizzazione e l'ottimizzazione di tutte le componenti: comando-operativa, scolastico-addestrativa, logistica-territoriale, al fine di accrescere l'efficienza delle capacità complessive dell'organizzazione militare, realizzando nel contempo economia di risorse sia di personale, sia finanziarie, quest'ultime da destinare all'investimento.
In particolare, relativamente all'organizzazione distrettuale, è previsto che alcuni distretti militari, tra cui quello di Ancona, perdano la funzione di selezione e reclutamento, con la contestuale soppressione degli organi della leva, continuando ad operare nelle stessi sedi, unicamente con funzione certificativa, documentaria e informativa. Al riguardo, occorre considerare che il carico di lavoro minimo ritenuto adeguato per controbilanciare i costi di mantenimento di una struttura che conservi anche le funzioni di selezione e reclutamento è individuato su un'utenza media di circa ventimila giovani all'anno. Il carico di lavoro del distretto militare di Ancona risulta invece di gran lunga inferiore a tale tetto minimo, attestandosi mediamente su circa tremila giovani all'anno. Pertanto, nei mesi scorsi il distretto è stato interessato dagli accennati provvedimenti di riordino.
Tuttavia, in considerazione della situazione di disagio venutasi a creare per i giovani marchigiani soggetti ad espletare gli obblighi costituzionali della leva presso strutture di altre regioni, il ministro della difesa ha recentemente disposto affinché sia individuata una soluzione transitoria che consenta di ripristinare per il distretto militare in argomento, e fino alla sospensione della leva obbligatoria, le funzioni di selezione e reclutamento, in analogia a quanto già avvenuto per i distretti militari di Lecce e di Salerno. Attualmente sono in corso di studio presso lo stato maggiore dell'esercito le conseguenti modalità attuative.
Io sono uno di quelli che, all'epoca, si dovette recare a Forlì per effettuare i cosiddetti «tre giorni». Ci sono voluti molti anni prima che, nel 1995, le Marche avessero un proprio ufficio leva in cui i giovani potessero andare ad effettuare la visita di leva e, da parte degli enti locali, vennero espresse grandi soddisfazioni.
Dopo sette anni il servizio viene soppresso, senza neanche preavvertire, da un giorno all'altro, costringendo i presidenti delle province e della regione a protestare nei confronti del Governo per una questione tra l'altro abbastanza delicata, quale è l'obbligo costituzionale di difesa della patria al quale tutti noi siamo giustamente tenuti. Quindi, è sembrato un dispetto al ruolo del capoluogo delle Marche ed ai giovani, ai quali si chiede di andare ad effettuare la visita ad oltre 200 chilometri di distanza (quelli di Pesaro Urbino a Bologna, quelli di Ascoli Piceno, Macerata ed Ancona al distretto militare di Chieti).
Non a caso, nell'interrogazione avevamo anche chiesto una misura temporanea - alla quale, mi sembra di capire dai termini della risposta, il Governo sia stato convinto ad accedere -, ma è questa idea dei dispetti, ormai ripetuti, che ha il sopravvento nei rapporti tra regione Marche e Governo centrale. Dispetti come quello di pochi mesi fa, da parte del sottosegretario per i beni e le attività culturali che si è appena dimesso, quando ha «scippato» i bronzi dorati dalla sede del museo nazionale di archeologia di Ancona per affidarli al comune di Pergola, violando un preciso accordo sottoscritto dal rappresentante del Governo, dal presidente della regione Marche, dai due presidenti delle province di Ancona e di Pesaro Urbino e dai due comuni di Ancona e Pergola. O altri dispettucci, come il piano ANAS 2002-2004: 110 miliardi di lire «scippati» dal completamento di un asse per il quale sono state già spese diverse decine di miliardi. È di ieri la presentazione dell'addendum al contratto di programma delle ferrovie: non prevede un solo euro nella regione Marche.
Potrei dirvi: continuate così. Veniamo adesso dall'esito delle ultime elezioni: continuate così. Nella provincia di Ancona il 65 per cento dei voti è andato al centrosinistra, un po' di più nel comune di Jesi. Quindi, continuate in questo modo, a fare dispetti ai cittadini e agli enti locali delle Marche e i cittadini vi ringrazieranno; quando si tornerà di nuovo al voto, metteranno insieme tutti questi dispetti e vi daranno il giusto compenso. Per quanto riguarda infine...
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 11.