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PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sul complesso del provvedimento.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Franci. Ne ha facoltà.
CLAUDIO FRANCI. Signor Presidente, in seguito a questo confronto così costruttivo che vi è stato in aula vorrei dichiarare l'astensione del mio gruppo nei riguardi di questo provvedimento.
Si tratta di un'astensione che, prima di tutto, assumiamo per senso di responsabilità nei confronti degli operatori che attendono questo provvedimento che, se non verrà approvato, vedrà decadere, fra quattro giorni, il decreto-legge di cui si tratta.
Abbiamo messo in evidenza l'insufficienza e la parzialità di questo provvedimento, non ritornerò su queste questioni, ciò che voglio sottolineare è la nostra preoccupazione rispetto alla situazione che l'agricoltura vive nel nostro paese. Vi è una grave difficoltà, vi sono emergenze sanitarie in atto come quella della BSE, vi sono emergenze idriche, vi sono nuove emergenze come la TSE e la blue tongue che stanno creando nuovo allarme e preoccupazione negli allevatori.
Questo mondo si interroga anche sulla revisione delle politiche comunitarie, sulle risposte che il nostro paese darà e come lo stesso si siederà al tavolo della trattativa. Vi è una risposta da dare ai consumatori che riguarda la qualità, la tracciabilità e la sicurezza alimentare.
Rispetto a queste vicende ci preoccupa l'assenza di volontà da parte del Governo di un confronto con il Parlamento rispetto ad un progetto credibile, serio, complessivo, nei riguardi di un settore in forte crisi e che sta vivendo processi di grande ristrutturazione.
Avvertiamo quindi la necessità che questo confronto vada avanti in Parlamento e a cui fino ad oggi lo stesso Parlamento è sottratto. Siamo ancora preoccupati rispetto alla diminuzione di risorse. Il settore in oggetto dovrebbe essere accompagnato nel suo sviluppo, emergenze così gravi come quelle che ho sottolineato dovrebbero essere affrontate, poiché ci si trova di fronte ad una consistente riduzione di risorse a disposizione. Come detto in precedenza, nella legge finanziaria di quest'anno sono stati stanziati circa mille miliardi in meno. Se così stanno le cose, signor Presidente, signor sottosegretario, onorevoli colleghi, mi viene da pensare ad un aneddoto che ben riassume l'atteggiamento di questo Governo nei confronti del settore agricolo. Un signore intraprendendo
una nuova attività imprenditoriale, invece di tosare le pecore, si mise a tosare i maiali e quando incontrava gli amici che gli domandavano come andasse, rispondeva: «Tanti strilli e poca lana». Signor Presidente, l'atteggiamento di questo Governo nei confronti dell'agricoltura mi sembra questo: tanti strilli e poca lana (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo e Misto-Comunisti italiani).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.
LUIGI BORRELLI. Signor Presidente, potrei dire che, come a teatro, siamo al bis. Per la seconda volta ci troviamo a discutere di un decreto-legge sulla BSE con l'aggravante che, di fronte alla riproposizione della problematica, il Governo si rifiuta di correggere...
PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia. Prego, onorevole Borrelli.
LUIGI BORRELLI. ...le insufficienze più gravi ed evidenti (il che non comporta nemmeno variazioni della spesa); mi riferisco all'obbligo dell'incenerimento su cui abbiamo insistito con i nostri emendamenti, all'individuazione del destinatario dei contributi oppure ad una migliore esplicitazione della forma del testo del decreto-legge.
Signor Presidente, resto dell'idea che, da gennaio di quest'anno, quando è stato elaborato il primo decreto-legge sulla BSE, ad oggi (sono ormai trascorsi più di sei mesi) avremmo avuto tutto il tempo per discutere in Parlamento e per predisporre una buona legge capace di portarci fuori dall'emergenza in un quadro più complessivo, nonché di dare al comparto zootecnico quella tranquillità che, invece, ancora non ha.
Il Governo, al contrario, si è impaludato nella fase dell'emergenza, senza riuscire a costruire soluzioni complessive. I provvedimenti che ci ha sottoposto a più riprese, come ho affermato, sono limitati e ristretti, come se il settore potesse risorgere da sé, senza bisogno di un'azione da parte dell'esecutivo e del Parlamento. È necessario superare la fase dell'emergenza, ma non lo si fa con le parole, con le prediche e con le promesse; si supera, al contrario, con proposte definite e con risorse certe. Il Governo non ci può, insomma, portare ancora in giro, promettendo sempre, ma mai prospettandoci iniziative concrete per il rilancio del settore.
Bisogna, in primo luogo, agire nei confronti dei consumatori; se vogliamo stabilizzare, anzi far riprendere il mercato delle carni, dobbiamo garantire una vera tracciabilità dei prodotti zootecnici attraverso, in primo luogo, un efficiente sistema dell'anagrafe bovina. Il mio collega Sedioli ricordava come, in effetti, oggi non siamo in grado di far funzionare, come dovrebbe, l'anagrafe bovina. È un grave ritardo!
Occorre poi intraprendere iniziative nei confronti delle aziende, guidando una riconversione delle imprese zootecniche e della macellazione, orientare...
PRESIDENTE. Per cortesia, colleghi.
LUIGI BORRELLI. ...queste ultime verso allevamenti di qualità, attraverso il rinnovamento del parco bestiame (valorizzando le razze autoctone, favorendo l'estensivizzazione, la multifunzionalità, l'implementazione della produzione delle proteine vegetali e delle produzioni biologiche certificate) e l'eliminazione, nel campo della macellazione, dei macelli clandestini, piaga abbastanza estesa (al riguardo, abbiamo proposto alcuni emendamenti che, purtroppo, sono rimasti inascoltati), e aggravando i controlli da parte delle strutture pubbliche sia sui macelli che hanno il bollo della CE sia su quelli a capacità limitata. Occorre anche aumentare la competitività della rete di macellazione anche attraverso la realizzazione di poli industriali della carne bovina ed investire maggiormente sulla ricerca, in tutti i settori, a cominciare dai test sugli animali vivi come il collega Marcora ha ricordato. Queste sono le misure che avremmo voluto discutere e che vogliamo
discutere con il Governo per il rilancio del settore.
Restano invece le insufficienze del decreto-legge relative alla blue tongue, alla TSE, quelle sulla disparità di disciplina verso gli impianti di trattamento collegati in continuo con i macelli per avicunicoli; restano la indeterminatezza di questo tavolo della filiera e l'assenza invece del consorzio obbligatorio per la distruzione dei materiali a rischio; infine la scarsezza dei fondi a disposizione ed il saccheggio di quelli destinati alla meccanizzazione.
Il quadro che abbiamo di fronte non è quindi sicuramente entusiasmante; a ciò si aggiunge anche l'atteggiamento del Governo e della maggioranza che, nel corso di questa discussione, non hanno, a mio avviso, accettato minimamente il confronto.
Logica conclusione di tutto ciò sarebbe il voto contrario su questo decreto-legge che l'opposizione dovrebbe esprimere. Invece noi ci assumiamo una responsabilità dinanzi al paese, non certamente verso il Governo e la maggioranza per sostenerli. Sottolineo la parola «sostenere», perché vorrei far rilevare che, nel corso di questa discussione, con l'esame di un decreto-legge il cui termine di conversione scade fra quattro giorni, la maggioranza non è stata in grado di garantire il numero legale in nessun momento della seduta e l'opposizione si è dovuta assumere la responsabilità di garantire il numero legale.
Sicuramente il nostro non è un atteggiamento di sostegno né a questo Governo né a questa maggioranza: non abbiamo certamente nessuna intenzione di farlo. Ciò che ci guida è il senso di responsabilità verso il comparto, gli allevatori e la zootecnia in senso generale.
Quindi per senso di responsabilità, dopo aver dato l'ennesima prova di buona volontà, proponendo emendamenti volti al miglioramento del testo, io annuncio, a nome del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, l'astensione dal voto su questo provvedimento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Alfonso Gianni. Ne ha facoltà.
ALFONSO GIANNI. Signor Presidente, il provvedimento sul quale ci accingiamo ad esprimere il nostro voto è l'ennesima rappresentazione di come il Governo intenda affrontare questioni che sono assolutamente rilevanti per la struttura economica, produttiva ed alimentare del nostro paese, con un decisionismo di maniera che non tocca, dal punto di vista strutturale, le questioni di fondo.
Siamo quindi nell'ambito di una logica nella quale l'emergenza alimenta ulteriore emergenza. Dal decreto-legge, che è strettamente collegato alla crisi derivante dall'encefalopatia spongiforme bovina, si deduce che il Governo, per destinare risorse assolutamente insufficienti allo smaltimento dei materiali a rischio, scarica la responsabilità interamente sulle spalle degli allevatori, così come non affronta la questione delle macellazioni, o meglio degli impianti nei quali questa delicata operazione dovrebbe essere svolta. Operazione che, com'è evidente, è appunto connessa all'emergenza della BSE.
Eppure sono noti i dati e la situazione dei macelli, alla luce di quanto previsto dalle norme europee: su circa 2.500 macelli, soltanto il 20 per cento degli impianti sono in aderenza con le norme sanitarie ed impiantistiche che l'Unione europea ha stabilito. D'altro canto, l'80 per cento dei macelli sono privati, mentre non va dimenticata la piaga dei macelli clandestini connessa ad una zona oscura di illegalità.
Questi scarni, ma essenziali dati dovrebbero farci riflettere e richiedere un intervento sicuramente non emergenziale, o quanto meno non soltanto emergenziale. Come possono infatti garantirsi i consumatori con la presenza di questo tipo di impianti di macellazione, con lo stato in cui versano sia quelli privati, sia quelli (purtroppo sono la minoranza) pubblici?
Non è assolutamente necessario e non dovrebbe essere improrogabile intervenire con adeguate risorse sulla riqualificazione dei macelli, a garanzia dei lavoratori che
vi operano e dei consumatori. Perché su tale aspetto, da parte del Governo e della maggioranza che lo sostiene, abbiamo invece assistito, anche nel corso di questa nuova discussione, alla bocciatura di proposte che in qualche modo andavano in tal senso?
Evidentemente, ciò non sarebbe in alternativa con il problema urgente della distruzione dei materiali di scarto, ma sarebbe perfettamente complementare.
Ecco perché richiamiamo la necessità di interventi strutturali, strategici, non di provvedimenti-tampone che elargiscono un po' di risorse, ma che lasciano le cose come stanno, facendo cioè tutto il contrario di quanto si aspettano gli allevatori, i consumatori e i lavoratori del comparto. Certamente, uno strumento di intervento strutturale non è quello del decreto-legge, ma sarebbe necessario finalmente affrontare il tema agricoltura, il tema della sicurezza alimentare del nostro paese, nel contesto europeo, con ben altri e più approfonditi strumenti di intervento e di discussione.
Vi è un'altra parte del provvedimento, come è noto, che riguarda la questione della lotta e della prevenzione degli incendi boschivi, una piaga che ogni anno si ripete sistematicamente e che distrugge decine di migliaia di ettari del nostro territorio nazionale. L'articolo 2, che tuttavia avrebbe potuto essere seriamente modificato con il contributo di diversi colleghi, trova comunque una nostra considerazione favorevole, perché, bene o male, recepisce richieste provenienti dal Corpo forestale dello Stato. Tuttavia, in sede di valutazione complessiva di un decreto-legge che contiene più parti, fa premio sulla qualità, seppure ancora migliorabile, dell'articolo 2 la pesante negatività di quanto contenuto nell'articolo 1. Pertanto, questo ci impone di esprimere una critica al testo del Governo e, dunque, un voto contrario sul disegno di legge di conversione in legge del decreto-legge n. 68.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marcora. Ne ha facoltà.
LUCA MARCORA. Signor Presidente, è veramente sconfortante dover intervenire per la dichiarazione di voto su questo disegno di legge di conversione del decreto-legge sul settore zootecnico e sulla lotta agli incendi boschivi, perché - vedo, fra l'altro, il rappresentante del Governo, che si allontana - non c'è stata alcuna possibilità di discuterne, di modificarlo - in meglio -, di affrontare i problemi veri che stanno alla base dell'emergenza della BSE.
Ancora una volta il provvedimento arriva in aula blindato. Nella prima versione, il testo era arrivato alla Camera al cinquantesimo giorno dall'emanazione del decreto-legge e, quindi, la Camera ebbe solo dieci giorni per discuterne in Commissione e in aula (e, naturalmente, non è stata una discussione, perché il provvedimento, vista la scadenza dei termini, era blindato). Adesso, accade lo stesso: i termini per la conversione scadranno tra quattro giorni ed è necessario approvare questo provvedimento, altrimenti l'attività di macellazione in Italia verrebbe a bloccarsi.
È sconfortante, quindi, per noi della Margherita, dover annunciare il nostro voto di astensione e, dunque, la non volontà di contrapporsi alla conversione del decreto-legge, ma segnalando naturalmente tutte le forti ragioni di opposizione che abbiamo rispetto a questo provvedimento. Abbiamo argomentato gli emendamenti, seppure nel disinteresse generale, abbiamo portato avanti la battaglia in Commissione; ma questa legge rimane una brutta legge. Ci sono errori tecnici e li abbiamo segnalati (non si sa chi gestirà questo sistema a livello di erogazione dei contributi). Ci sono palesi ingiustizie (ricordavo poc'anzi il settore avicolo, la penalizzazione degli impianti di smaltimento di rifiuti ad alto e basso rischio). Ci sono molte dimenticanze, ci sono molti rischi (penso al tavolo della interprofessione al posto del consorzio volontario che noi proponevamo). Ma, soprattutto, non ci
sono soldi per gli agricoltori ed è importante sottolinearlo una volta di più: questi finanziamenti andranno ai macelli e alle case mangimistiche, ma gli allevatori, in questo provvedimento, sono stati completamente dimenticati.
Soprattutto, la nostra obiezione riguarda il fatto che questo testo, ancora una volta, perde l'occasione per un vero piano di rilancio dell'allevamento bovino italiano. Lo scorso anno (a giugno o a luglio), quando abbiamo discusso sul primo provvedimento di proroga dei termini, il Governo aveva affermato di dover lavorare nell'emergenza, così come aveva naturalmente affermato di ereditare la situazione dal passato Governo dell'Ulivo, mentre esso avrebbe invece voltato pagina, cambiando impostazione e formulando un piano complessivo per il rilancio del settore dell'allevamento zootecnico. È passato un anno e non abbiamo visto nulla. Abbiamo invece visto il continuo rincorrersi dell'emergenza, a seconda degli avvenimenti che si manifestavano a livello di casi di infezione sospetta tra i bovini (ed anche di un caso di infezione umana sospetta); si interveniva per prorogare gli interventi urgenti e così, di emergenza in emergenza, è passato più di un anno e nulla, di ciò che il Governo aveva promesso, è stato mantenuto.
Abbiamo con forza ribadito la necessità di un piano di rilancio per questo settore; abbiamo, altresì, fortemente ribadito che sono necessari incentivi per gli allevamenti alternativi ed anche per quelli estensivi (peraltro vi è una potenzialità di recupero dei pascoli montani, appenninici e alpini, ai fini dell'allevamento di bovini da carne, che potrebbe rappresentare non solo una forma alternativa di produzione, ma anche un recupero del territorio). Abbiamo più volte con forza sottolineato la necessità di un piano per la produzione di proteine vegetali, perché con l'abbandono delle farine animali, e quindi dell'utilizzo di proteine derivanti da queste, abbiamo bisogno di creare le condizioni affinché, attraverso un piano delle proteine vegetali (soia, erba medica e via dicendo), si possa arrivare ad un'autosufficienza per la somministrazione di proteine negli allevamenti italiani di bovini da carne.
Abbiamo sottolineato più volte la necessità di un vero piano di ricerca sul problema della BSE, affinché si possano conoscere, oltre alle cause, anche le forme di diffusione, i tempi di incubazione e i rischi per il consumatore e per il cittadino. Abbiamo sottolineato più volte la necessità di effettuare test sul vivo; dicevo prima, nel corso della presentazione dell'emendamento, che questo potrebbe dar luogo ad un vero piano di risanamento del settore bovino, attraverso il monitoraggio di tutti gli allevamenti e di tutti i capi, arrivando a identificare i capi infetti o sospettati di esserlo e abbattendo tali capi; si procederebbe, così, ad un risanamento nazionale. Ciò sarebbe conveniente anche dal punto di vista delle risorse finanziarie, perché altrimenti si continuano a spendere soldi per smaltire rifiuti ad alto e basso rischio e le farine animali, quando, invece, se adottassimo un piano di risanamento, potrebbe essere possibile destinare tali fondi per attività di sviluppo ben più efficaci e produttive.
Abbiamo, più volte, sottolineato poi la necessità dell'avvio dell'anagrafe bovina. Ascoltiamo ancora promesse da parte del Governo; era stabilito il mese di giugno come termine ultimo per l'avvio dell'anagrafe bovina, ma dobbiamo constatare purtroppo un ulteriore ritardo e, dunque, un ulteriore rinvio della piena operatività dell'anagrafe bovina.
Abbiamo parlato più volte di tracciabilità; al riguardo, sappiamo che esiste un regolamento comunitario che ci impone la tracciabilità sulla carne bovina, in maniera ferma, chiara e completa, ma il nostro paese è ancora inadempiente non solo rispetto all'Unione europea, bensì rispetto ai suoi cittadini e alla necessità di garantire sicurezza alimentare e certezza nei consumi.
Abbiamo infine sottolineato più volte la presenza di pratiche di macellazione e commercializzazione di carne bovina illegali, di fronte alle quali il sistema nazionale è assolutamente sprovvisto di risorse
per attuare i controlli necessari e non dispone di pene sufficienti per sanzionare queste attività illegali. Abbiamo infine sottolineato più volte la presenza di vere e proprie bombe ad orologeria: magazzini di stoccaggio delle farine animali ancora pieni di migliaia e migliaia di quintali di queste farine che, fino a quando non saranno distrutti, potrebbero ancora rientrare nel circuito alimentare dell'allevamento, causando quindi - spero di sbagliarmi - nuovi casi umani di malattia (la variante umana della BSE).
Abbiamo chiesto a gran voce misure che non sono previste dal provvedimento; il collega Borrelli ha affermato che siamo al bis; non dimentichiamo il primo provvedimento riguardante la proroga dei termini e quello risalente al luglio dello scorso anno: dunque stiamo facendo «tris».
Colleghi della maggioranza, avevate il tempo, la possibilità, la collaborazione da parte nostra per apportare miglioramenti alla legge ma, soprattutto, per affrontare i temi che ho sollevato nel mio intervento, che sono la vera causa della grande crisi provocata dalla BSE nel settore dell'allevamento italiano.
Colleghi, voi promettete, fate grandi annunci, ma quando siete chiamati a dare prova della vostra capacità di governare questo è il risultato. Io vi chiedo: qual è la politica agricola di Governo?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Losurdo. Ne ha facoltà.
STEFANO LOSURDO. Presidente, è all'ordine del giorno la conversione in legge di un altro decreto-legge ed incombe lo svolgimento di eventi calcistici a noi ben noti. Chiedo, dunque, alla Presidenza di autorizzare la pubblicazione del mio intervento in calce al resoconto della seduta odierna.
PRESIDENTE. La Presidenza l'autorizza.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marinello. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Presidente, dichiaro il voto favorevole dei deputati del gruppo di Forza Italia al provvedimento in oggetto. Chiedo alla Presidenza di autorizzare la pubblicazione del mio intervento in calce al resoconto della seduta odierna.
PRESIDENTE. La Presidenza l'autorizza.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boato. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Presidente, non ho bisogno di chiedere l'autorizzazione della pubblicazione del mio intervento in calce al resoconto della seduta odierna perché sarò molto breve nell'esposizione.
Condivido le riserve espresse dai colleghi Franci, Borrelli e da ultimo, in modo molto articolato e motivato dal collega Marcora. Mi richiamo anche agli interventi che ha svolto più volte nel corso del dibattito la collega Laura Cima.
Dichiaro, così come gli altri deputati del centrosinistra, la mia astensione dal voto sul provvedimento in esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Gioia. Ne ha facoltà.
LELLO DI GIOIA. I deputati del gruppo dei Socialisti democratici italiani sentono il dovere di intervenire riguardo al provvedimento proposto dal Governo, che riteniamo del tutto insufficiente e inadeguato.
Si tratta di un provvedimento, come hanno già esplicitato altri colleghi nei loro interventi, di carattere emergenziale. Credo che il settore dell'allevamento e della zootecnia non abbia più bisogno di interventi che presentino caratteristiche di questo tipo.
Nella proposta del Governo manca completamente un piano organico che riguardi lo sviluppo dell'allevamento nel nostro paese; mancano interventi finalizzati alle questioni connesse alla macellazione, così come un intervento organico sulle politiche agricole.
Esprimiamo questa valutazione di carattere generale perché riteniamo che in questo particolare momento, soprattutto in alcune realtà del Mezzogiorno d'Italia, si determineranno ulteriori problemi.
Il settore agricolo, come ho già avuto modo di affermare in precedenza, è fortemente penalizzato, soprattutto per quanto riguarda i temi connessi all'irrigazione, ai mutamenti climatici, alla desertificazione.
Sarebbe opportuno che del piano agricolo nazionale si parlasse all'interno di questo Parlamento, a prescindere dalle questioni emergenziali, sapendo che dobbiamo intervenire fortemente per favorire uno sviluppo armonico ed equilibrato all'interno del nostro territorio. Riguardo alle questioni degli incendi boschivi, credo che, anche in questo caso, vi sia ancora la consapevolezza di ciò che sta accadendo all'interno del territorio nazionale, in modo particolare nel Mezzogiorno d'Italia, dove si verificano incendi boschivi sistematici; dove oggi la temperatura sta aumentando. Questo Governo non ha voluto accogliere emendamenti estremamente importanti che non soltanto consentivano di aumentare le risorse per il Corpo forestale, ma di determinare un quadro di riferimento chiaro anche per ciò che riguarda gli enti che sono impegnati sul territorio nazionale, favorendo una prevenzione degli incendi nel nostro territorio.
Il patrimonio boschivo è importante per il nostro territorio nazionale perché determina serie condizioni di crescita della qualità della vita e quindi non è pensabile che si possa costruire un sistema di associazioni che determini le condizioni delle attività di prevenzione degli incendi senza definire gli aspetti riguardanti soprattutto gli enti locali e gli enti subcomunali. Come è possibile fissare condizioni di prevenzione degli incendi quando, ad esempio, non sono previsti interventi per le comunità montane per il coordinamento e lo sviluppo del territorio e, quindi, per una migliore prevenzione degli incendi? Noi Socialisti democratici italiani, componente del gruppo misto, pur capendo le situazioni che si stanno verificando, pur sapendo che si avvicinano i tempi di scadenza di questo decreto-legge, avremmo voluto votare contro; sarebbe stato necessario un segnale forte per uscire dall'emergenza e costruire un piano organico che andasse nella direzione della tutela del settore dell'allevamento, del settore agricolo, della tutela ambientale, anche nei confronti degli incendi boschivi. Ci rendiamo, però, perfettamente conto che esiste un'emergenza dovuta alla prossima scadenza del decreto-legge e, quindi, i Socialisti democratici italiani si asterranno dal voto su questo provvedimento(Applausi dei deputati del gruppo Misto-Socialisti democratici italiani).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vascon. Ne ha facoltà.
LUIGINO VASCON. Signor Presidente, francamente, dopo aver sentito gli interventi lagnosi e pretestuosi dell'opposizione, avrei voglia di intervenire. Comunque, mi riservo di farlo in altra sede e chiedo alla Presidenza l'autorizzazione alla pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del mio intervento.
PRESIDENTE. La Presidenza l'autorizza senz'altro.
È così esaurito lo svolgimento delle dichiarazioni di voto sul complesso del provvedimento.
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