Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 157 del 12/6/2002
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TESTO AGGIORNATO AL 18 GIUGNO 2002


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(Esame dell'articolo 5 - A.C. 47)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate (vedi l'allegato A - A.C. 47 sezione 5).
Ha chiesto di parlare l'onorevole Titti De Simone. Ne ha facoltà.

TITTI DE SIMONE. Signor Presidente, sinceramente penso che vi siano due cardini ordinatori di questa legge.

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, per cortesia. Onorevole Titti De Simone, è chiaro che non si sta cercando di interromperla.

TITTI DE SIMONE. Si tratta di due cardini culturali ordinatori della legge. Penso che questi due cardini rappresentino prioritariamente l'esclusione e l'ipocrisia. Da un lato, abbiamo registrato il rozzo fondamentalismo dell'onorevole Cè, dall'altro il pregiudizio culturale di chi, come l'onorevole Fioroni o l'onorevole Castagnetti, stabilisce il primato dell'etica cattolica su tutti i cittadini e tutte le cittadine di questo paese, creando un'imposizione a mio avviso inaccettabile che la sinistra ha troppo a lungo subito. Tale imposizione si basa sulla concezione che, al di là dell'etica cattolica, non esista altro che un deserto di valori e non invece, come noi sosteniamo, un pluralismo di valori, di etiche e di morali.
Sullo sfondo di questa discussione vi è l'annosa questione della doppia morale; con ciò, intendo la doppia morale dell'integralismo. Presidente, è difficile intervenire con questo rumore di sottofondo.

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, a proposito del richiamo dell'onorevole Boccia, cerchiamo di facilitare i lavori. Onorevole Boccia, come diversi altri suoi colleghi, lei sta quasi urlando; onorevole Innocenti per favore, l'onorevole Titti De


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Simone sta parlando e si lamenta che in aula vi è rumore. Onorevole Burani Procaccini, per cortesia. Prego, onorevole Titti De Simone.

TITTI DE SIMONE. Signor Presidente, volevo dire che sullo sfondo di questa discussione vi è la solita questione della doppia morale dell'integralismo cattolico, per cui in Parlamento si portano avanti crociate che stabiliscono dei principi ordinatori e delle esclusioni, mentre in privato ognuno può derogare a questi principi - ovviamente disconoscendoli -, magari proprio quei principi su cui un minuto prima si erano fatte le crociate. Questa doppia morale, che spesso è stata un danno per questo paese, altrettanto spesso ha rappresentato un privilegio, il privilegio di un ruolo.
In quest'aula vi sono colleghi che vivono esperienze di pluralismo culturale, fanno parte di coppie di fatto e votano contro i diritti delle coppie di fatto, sono omosessuali e votano contro i diritti delle persone omosessuali, sono donne single che hanno educato i figli da sole ed oggi escludono la possibilità di accesso ad una maternità indipendente. Credo che ciò rappresenti l'elemento di rottura di un'etica politica che, in quest'aula, vorrei richiamare.
Il cardine dell'esclusione è stato fatto proprio da questa proposta di legge attraverso l'esclusione per censo, per scelte, per comportamenti. Si annuncia una visione invasiva che è quella che intende normare comportamenti e scelte personali, estinguere libertà individuali, invadere la sfera privata creando un sistema di odiose discriminazioni.
Vi sono, pertanto, donne sterili e donne non sterili che non hanno gli stessi diritti; donne in coppia e donne non in coppia che non possono accedere alle tecniche; coppie sposate che lo possono fare e coppie di fatto che ne sono escluse; coppie ricche che possono ricorrere alle tecniche e coppie povere che, al contrario, non lo potranno fare; persone eterosessuali e persone omosessuali nei confronti delle quali vengono stabiliti diritti di cittadinanza diversi. Si tratta di principi ordinatori, insomma, che producono un effetto di sofferenza profonda ed anche di frammentazione del patto di cittadinanza.
Mi chiedo, onorevoli colleghi, cosa direte alle milioni di coppie di fatto che, in questo paese, sono una realtà e che voi, ancora una volta, considerate cittadini di serie B, perché per loro non prevedete l'accesso alle tecniche di riproduzione assistita.
Cosa direte ai due milioni di famiglie monoparentali, costituite soprattutto da donne (in questo paese sono una realtà concreta), circa il fatto che voi oggi impedite alle donne stesse di autodeterminarsi e di scegliere anche una maternità indipendente attraverso il ricorso alle tecniche?
Sullo sfondo vi è l'ossessione del controllo sul corpo delle donne e sulla potenza riproduttiva, come è stato ricordato, ma anche quella di normare e di invadere il campo della sfera della sessualità e della maternità indipendente, che è libertà di scelta e di responsabilità; siete troppo accecati dall'ipocrisia per non riconoscere che nessuna legge potrà mai proibire il primato riproduttivo delle donne sul proprio corpo e cancellare l'esperienza e la saggezza delle donne anche nella maternità indipendente.
Per questa via intendete compiere un'operazione ancor più subdola e pericolosa, quella di normare i comportamenti e le scelte che attengono alla sfera della sessualità e dell'affettività, calpestando quel campo di pluralismo che è il sale della democrazia. Onorevole Castagnetti, l'unica etica condivisibile e condivisa è il rispetto di questo pluralismo. Invece, in questo provvedimento si restituisce il primato alla coppia sposata contro il desiderio delle coppie di fatto ed il primato riproduttivo di ogni donna di essere madre, al di là del modello familiare che sceglie e se lo sceglie.
Questa è la prima legge apertamente discriminatoria che questo Parlamento sta approvando nei confronti dei cittadini e delle cittadine che si riconoscono in modelli,


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scelte, libertà diverse dall'etica cattolica che voi intendete portare a modello, imposto su tutti.
Vietando, inoltre, alle donne single di accedere alla fecondazione assistita, si afferma implicitamente che l'omosessualità rappresenta un impedimento, una discriminante, una patente, insomma, di inidoneità per potere accedere alla genitorialità. Credo che ciò sia un passaggio gravissimo che disconosce in primis la responsabilità individuale come principio ordinatore delle relazioni e della genitorialità, principio oltre tutto confermato oggi, per ciò che attiene alla genitorialità omosessuale, da tutte le grande organizzazioni degli psicologi, degli psicanalisti e degli scienziati che, su tali temi, hanno aperto ricerche importantissime che hanno spinto tantissimi paesi dell'Europa ad approvare leggi avanzate. La settimana scorsa, per esempio, la Svezia ha approvato una legge che riconosce l'adozione anche alle persone omosessuali e alle coppie omosessuali.
Voi non vedete la realtà della nostra società che è composita ed in ciò è la vostra ipocrisia più profonda! Io credo sia vergognoso il tono di alcune cose che sono state dette in quest'aula, nel corso di questa discussione.

CESARE RIZZI. Presidente!

FRANCESCO GIORDANO. Sta zitto!

TITTI DE SIMONE. Chiedo a questi colleghi, che pensano davvero di poter imporre la loro autorità morale, di giudicare i comportamenti e le scelte di gran parte di questo paese e di farsi laicamente un esame di coscienza. Fatevi laicamente un esame di coscienza, colleghi del centrodestra ed anche del centro, su quelli che sono i vostri comportamenti, le vostre scelte private. Buttate giù la maschera della doppia morale: guardate la realtà di una società che è profondamente modificata, nella quale esiste un pluralismo culturale che oggi rivendica diritti e garanzie per tutti.
Credo sarebbe un atto di dignità e di rispetto per questo Parlamento e per la democrazia quel rispetto del pluralismo e delle libertà individuali su cui voi perderete, in questo paese, il terreno delle responsabilità individuali, senza le quali non esiste quello che voi chiamate disordine sociale e che invece per noi è l'inalienabile libertà ed il diritto alla felicità (Applausi dei deputati del gruppo di Rifondazione comunista e di deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rosso. Ne ha facoltà.

ROBERTO ROSSO. Signor Presidente, intervengo su questo e premetto il mio voto favorevole sull'emendamento presentato dagli onorevoli Lucchese, Cè, ed altri.

PRESIDENTE. Mi scusi onorevole Rosso, per facilitarle e non per complicarle la vita. Stiamo parlando sul complesso degli emendamenti, perché posso darle la parola sull'emendamento.

ROBERTO ROSSO. Signor Presidente, intervengo solo su questo. Onorevole De Simone, sono una di quelle persone che vive una di quelle situazioni che lei ha richiamato. Convivo con una ragazza, siamo una coppia di fatto e voterò, e non credo di essere in contraddizione, perché rimanga nella legislazione ordinaria di questo nostro paese il principio costituzionale che sino ad oggi non è stato variato: il principio costituzionale che prevede che in questo nostro paese la famiglia sia fondata sul matrimonio. Questo non è un principio di integralismo cattolico, perché un matrimonio può essere cattolico, islamico, ebraico, assolutamente laico, un matrimonio civile. Non c'entra nulla con la visione sacramentale della vita. Si tratta invece di un'etica della responsabilità, relativa al fatto cioè di volersi assumere impegni seri, concreti e duraturi nei confronti dell'altro coniuge e nei confronti dei figli che verranno dal matrimonio, in modo esplicito.


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Non credo che questa posizione debba essere ideologizzata, tanto più che ormai moltissimi sono i matrimoni civili. Non credo che ci debba essere un'ideologia su questo piano, addirittura una barriera culturale, religiosa, come lei ha descritto e come, in altri interventi che l'hanno preceduta, ho sentito in qualche modo accennare dai colleghi della sinistra.
Credo soltanto - e questo mi stupisce molto, avendo ascoltato molti interventi di esponenti di Rifondazione comunista, del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, della componente socialista sia di maggioranza sia di opposizione - che emerga sempre, in contraddizione con la logica, ad esempio, che Rifondazione comunista dovrebbe far valere, una concezione edonistica - l'ha riaffermata molto bene al termine del suo intervento l'onorevole Titti de Simone - in contrasto con un'etica della responsabilità.
Credo che quella che si cerca in qualche misura di affermare, nel testo che la maggioranza propone, emendabile o meno come alcuni colleghi cercano di fare, sia un'etica della responsabilità, sulla quale soprattutto tradizioni culturali, forti come la vostra, dovrebbero far suonare un campanello di richiamo. Mi è parso invece che quella logica edonistica che voi contestate sul piano di un consumismo merceologico all'interno della visione liberista del mondo, quando poi si toccano sfere altrettanto importanti, quali quelle dell'intimità affettiva e sociale, venga meno.
Vorrei ora formulare un'ultima riflessione, rivolgendomi all'onorevole Titti de Simone: in Italia non è sicuramente vietato avere rapporti omosessuali per nessuno. Tuttavia, se è vero, come abbiamo votato liberamente in quest'aula del Parlamento, che anche il bambino ha dei diritti e non soltanto la concezione edonistica dei suoi potenziali genitori...

FRANCESCO GIORDANO. Cosa c'entra l'edonismo?

ROBERTO ROSSO. ...credo che questo bambino abbia il diritto, onorevole Giordano, ad una naturalità del rapporto. Voglio ricordare che il fatto che la Chiesa cattolica concepisca queste fondamenta del diritto naturale come proprie non esclude che altre culture lo possano parlare.
Voglio ricordare che una persona estremamente laica come l'ex Presidente del Consiglio, Giuliano Amato, ha riaffermato in molte occasioni una visione dei problemi della vita e del nascituro assolutamente consone a quella che una comunità di credenti come quella dei cristiani - in questo caso cattolici - ha espresso. Cerchiamo di vedere i problemi del diritto naturale scissi dalle questioni religiose, come, in qualche modo, si è cercato di fare in quest'aula. Credo saremmo tutti un po' più liberi.

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare sull'articolo 5 e sulle proposte emendative ad esso presentate, invito il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione.

DORINA BIANCHI, Relatore per la maggioranza. La Commissione esprime parere contrario sugli identici emendamenti Valpiana 5.8, Maura Cossutta 5.12 e Zanotti 5.20, sul testo alternativo del relatore di minoranza, onorevole Valpiana, sul testo alternativo del relatore di minoranza, onorevole Maura Cossutta, sul testo alternativo del relatore di minoranza, onorevole Cima, sugli identici emendamenti Zanotti 5.23 e Zanella 5.5, sugli emendamenti Titti De Simone 5.11, Bolognesi 5.22, Bolognesi 5.21 e Titti De Simone 5.10.
La Commissione invita altresì i presentatori al ritiro degli identici emendamenti Cè 5.19 e Lucchese 5.1, degli emendamenti Lucchese 5.15, Burani Procaccini 5.18, Lucchese 5.16, 5.17 e 5.24 e Cima 5.7 ed esprime parere contrario sull'emendamento Bimbi 5.4.

PRESIDENTE. Il Governo?

BEPPE PISANU, Ministro per l'attuazione del programma di governo. Il Governo si rimette all'Assemblea.


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PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Valpiana 5.8, Maura Cossutta 5.12 e Zanotti 5.20.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Chiaromonte. Ne ha facoltà.

FRANCA CHIAROMONTE. Signor Presidente, come è noto, sull'oggetto di questo articolo, vale a dire i requisiti soggettivi richiesti per accedere a questa terapia, alle tecniche di fecondazione assistita, la discussione è aperta, apertissima, come lo è su tutte le questioni trattate da questa normativa. Molti colleghi e colleghe lo hanno ricordato, a partire dal presidente Castagnetti ieri.
Più in generale - è bene ricordarlo perché ho sentito molta assertività in quest'aula -, il dibattito è aperto su tutti i temi - per questo è nata la bioetica - legati alle grandi potenzialità che la scienza e la tecnica offrono al nostro tempo - grazie al cielo, mi verrebbe da dire - per affrontare e risolvere problemi la cui soluzione sarebbe stata impensabile solo qualche anno fa.
Per quanto ci riguarda, ribadisco quanto affermato ieri e stamattina da altri colleghi del gruppo - dal presidente Violante, prima di tutti - vale a dire l'esistenza nel gruppo dei Democratici di sinistra di posizioni diverse, tutte legittime. Il gruppo, dunque, non darà indicazioni di voto su gran parte di questi emendamenti, perché considera tutte le posizioni presenti al suo interno come proprie. Del resto, quelle posizioni hanno trovato riscontro e piena cittadinanza nel documento che, come gruppo dei Democratici di sinistra, abbiamo ritenuto di offrire al dibattito pubblico.
È con questo spirito che, per quanto mi riguarda, invito l'Assemblea a votare a favore degli emendamenti che abbiamo presentato, che si propongono di sopprimere l'articolo 5, quello che descrive i requisiti soggettivi richiesti per accedere ad una terapia, vale a dire l'essere coppie, adulti, eterosessuali.
Su tale questione, come dicevo, la discussione è aperta nel paese, nell'Assemblea, nell'opposizione e nei DS. Si tratta - lo ripeto - di tutte posizioni legittime e di tutte - o quasi, mi viene da dire, avendo ascoltato il dibattito in questi giorni - posizioni laiche, come ricordava l'onorevole Bindi questa mattina. Guai a pensare che la morale, l'etica addirittura, stia solo da una parte! Vale sempre, naturalmente, ma vale o dovrebbe valere tanto più in un'aula parlamentare.
Sopprimere l'articolo che chiede dei requisiti ed interviene nel merito di scelte parentali significa, dal mio punto di vista, prendere atto di queste irriducibili differenze. Ripeto: irriducibili differenze.
Penso, infatti, che specie in materie controverse come questa, lo Stato debba astenersi il più possibile dall'entrare nel merito, dal dettare legge e dal prendere posizioni su scelte personali: è il «diritto mite» di cui ha parlato l'onorevole Finocchiaro. Credo, infatti, che in questa come in altre materie sia opportuno allargare la sfera di non intervento dello Stato. Sono convinta, in altre parole, che il concetto anglosassone di privacy abbia qualcosa da insegnare a noi italiani e a noi europei: per esempio, l'impossibilità di trasferire l'intera esperienza umana nella lingua dei diritti positivi e in quella conseguente dei divieti. Allo stesso modo, credo che abbia da insegnare la fiducia che le istituzioni dovrebbero avere nella capacità - ne parlava poc'anzi la collega Titti De Simone - delle persone (donne e uomini; in questo caso più donne che uomini) di autoregolarsi e, dunque, nella conseguente impossibilità (lo hanno detto bene l'onorevole Violante e l'onorevole Mussi) di imporre a tutti uno stile di vita e di comportamento. Si tratta di un tema che dovrebbe essere caro a chi si proclama liberale.

PRESIDENTE. La invito a concludere, onorevole Chiaromonte.

FRANCA CHIAROMONTE. Mi risulta che ve ne siano anche in quella Casa delle libertà che forse, anche dopo l'articolo che vieta la fecondazione eterologa, sarebbe più opportuno definire «casa dei divieti» o «casa delle ideologie».


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PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Grillini. Ne ha facoltà.

FRANCO GRILLINI. Come ho già avuto modo di dire intervenendo nel dibattito generale, c'è un aspetto particolarmente grave in questa legge e precisamente nell'articolo 5: per la prima volta, nella storia complessiva di questo paese (da quando esiste l'unità d'Italia) si introduce un'esplicita discriminazione verso le persone omosessuali. Non lo aveva fatto Zanardelli con il suo codice, alla fine dell'ottocento, che anzi aveva cancellato tutte le norme antiomosessuali dal codice italiano, facendo dell'Italia il paese più avanzato; mentre, infatti, in Inghilterra si processava Oscar Wilde, l'Italia cancellava le vergognose legislazioni antiomosessuali. Non lo aveva fatto nemmeno il fascismo con il codice Rocco, che non aveva avuto il coraggio di scrivere una legislazione omofobica. Certo, il fascismo ha mandato gli omosessuali al confino, insieme agli antifascisti, ma non aveva avuto il coraggio di scrivere una legge contro gli omosessuali. Lo aveva fatto, invece, Hitler con l'articolo 175, mandando nei campi di concentramento decine di migliaia di omosessuali, ai quali era messo sul bavero della giacca il triangolo rosa.

PRESIDENTE. La invito a concludere, onorevole Grillini.

FRANCO GRILLINI. Adesso lo fa il Parlamento italiano; per me è un fatto molto triste e chiedo quindi ai colleghi di valutare bene il significato di una decisione che questo Parlamento potrebbe prendere - anche se spero di no -, perché andrebbe in netta controtendenza rispetto all'intera legislazione europea. L'onorevole Cè citava prima la Svezia: caro Cè, in Svezia esiste il matrimonio per le coppie omosessuali! È stata, poi, da poco approvata, con 198 voti a favore contro 31, persino l'adozione, per tali coppie.

PRESIDENTE. Onorevole Grillini, il tempo a sua disposizione è scaduto; magari potrà sviluppare tale argomentazione anche successivamente.

FRANCO GRILLINI. È la prima volta che intervengo in questo dibattito.

PRESIDENTE. Ho capito, però aveva già parlato un altro deputato appartenente al suo gruppo. Per intervenire a titolo personale le ho dato un minuto di tempo, che però è già trascorso.

FRANCO GRILLINI. Concludo, Presidente. Quello che volevo dire è che non vorrei che, a forza di divieti, fossimo costretti ad entrare in questo Parlamento mettendoci un triangolo rosa sul bavero della giacca (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, di Rifondazione comunista e Misto-Comunisti italiani).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Deiana. Ne ha facoltà.

ELETTRA DEIANA. Proponiamo la soppressione dell'articolo 5 perché esso contiene tutte le cose più significativamente negative del provvedimento, a partire dal fatto che, attraverso l'artificio delle tecniche di fecondazione artificiale, riscrive la tavola delle regole familiari e dei modelli relazionali asserendo, sostanzialmente, i criteri di accesso alle tecniche e, quindi, di legittimazione dell'essere famiglia, dell'essere madre, padre, genitori.
Sono presenti la questione dell'ipocrisia, prima efficacemente richiamata dall'onorevole Titti De Simone, e l'aspetto del diritto. Non è assolutamente tollerabile che si scriva un doppio binario di diritti riguardanti la cittadinanza, in particolar modo relativamente alle responsabilità personali in materia di scelte e comportamenti privati.
Per i colleghi della maggioranza che si richiamano continuamente alla famiglia e torcono a loro modo il dettato costituzionale vorrei sottolineare due aspetti: in primo luogo, la differenza che nella Costituzione esiste tra i grandi principi ispiratori, sovraordinatori dell'impianto costituzionale ed anche dei punti più accidentati come l'articolo 29, legato alla contingenza


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storica, rispetto ai principi ispiratori generali dell'articolo 3 e la necessità di intendersi sul concetto di famiglia e di matrimonio.
La famiglia e le relazioni parentali sono il frutto di una complessa costruzione storico-sociale, dalla famiglia del branco a dominanza femminile alle varie forme di famiglie patriarcali fino all'affermazione e alla visibilità di relazioni come quelle omosessuali che richiedono una capacità di interpretazione e di elaborazione non solo dell'esistenza di un diritto soggettivo ma dell'esistenza di un riconoscimento di relazioni parentali che nascono da quella esperienza dove non vi è nulla di edonistico, se non di un edonismo uguale a quello che può esistere nelle famiglie di orientamento eterosessuale.
Vi sono enunciazioni e formulazioni che sono la spia di una visione fondamentalista e totalizzante della famiglia, addirittura claustrofobica. Bisognerebbe indagare che cosa accade in realtà nelle famiglie così miticamente richiamate, dove non vi è nulla di idilliaco ed anzi spesso, purtroppo, si consumano tragedie terribili o avvengono pratiche innominabili.
La famiglia è sempre stata in evoluzione, trattandosi di una costruzione complessa, storicamente mutevole, così come lo sono tutte le relazioni parentali. Oggi, misurarsi con le grandi trasformazioni della società, con la caduta di una serie di elementi prima vincolanti, significa capire esattamente le trasformazioni esistenti in campo familiare, dare loro riconoscimento sul piano della legge e non cercare di schiacciarle dentro modelli che non corrispondono a nulla, che ripropongono in maniera autoritaria esperienze di una parte, di un'etica, di una concezione della vita e del mondo che non può essere imposta a tutti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bimbi. Ne ha facoltà.

FRANCA BIMBI. Signor Presidente, come ho avuto già modo di dichiarare in altra sede, ritengo che non sia giusto che la legge riconosca alla donna sola il diritto di accedere alla fecondazione artificiale, perché esiste un conflitto con i diritti del nascituro. Quindi, preferisco che ciò sia riconosciuto alla coppia coniugale o convivente. Tuttavia, quando la legge norma tutto, si rischia di definire uno Stato etico, per cui voterò a favore della soppressione dell'articolo 5 per le motivazioni addotte dal collega Grillini.
Non si tratta di ipocrisia; un provvedimento che ripete di continuo che è la coppia ad aver accesso alle tecniche, che nomina la donna e l'uomo, che definisce conviventi o coniugati, ha già detto abbastanza. Se un provvedimento, invece, esclude una categoria di persone nominandole, si rischia quello che il deputato Grillini ha sottolineato.
Io non voglio che con questa discussione si proponga alle cittadine e ai cittadini italiani la stigmatizzazione - per voler difendere un bambino che nasce da due genitori, donna e uomo - di tutta un'intera categoria di persone, a cui più che la mia solidarietà va il riconoscimento dei diritti civili. Quindi, chiedo anche ai colleghi dell'opposizione e della maggioranza di valutare la gravità del voto a favore dell'articolo 5 così com'è (Applausi di deputati del gruppo della Margherita, DL-l'Ulivo e di deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Volontè. Ne ha facoltà.

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, intervengo solo per annunciare la mia piena soddisfazione per il testo dell'articolo 5 e per pregare anche alcuni colleghi, se possibile, di attenersi a ciò che stiamo discutendo. Non mi sembra che, con questo articolo, si stia discutendo (come mai è avvenuto nella storia di questa Repubblica) se mettere o meno stelle o triangoli addosso a qualcuno. Non è questo l'oggetto né di questo articolo né di altri provvedimenti nella storia degli ultimi cinquant'anni.
Si dice che si violano dei diritti. Io sono stupefatto da alcune affermazioni. Quali


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sarebbero i diritti che si violano? La nostra Costituzione prevede esplicitamente che sia la famiglia ad essere riconosciuta; non vuole penalizzare nessuno, ma riconosce un dato della realtà.
Il nostro codice civile parla del matrimonio, del contratto di matrimonio, che assume dei caratteri di diritto civile perché l'affetto di due persone che celebrano questo rito va al di là del rapporto personale, invade cioè ambiti di responsabilità che trascendono anche i rapporti che intercorrono tra i due. Tutto questo - l'ho detto altre volte - può essere modificato, però qualcuno che ritiene che quello che la Costituzione e il codice civile prevedono sia limitativo o violi chissà quali altri tipi di diritti presenti una proposta di legge, chieda la calendarizzazione d'urgenza secondo i diritti della minoranza, per esempio alla Conferenza dei capigruppo, e dica che vuole parificare il riconoscimento costituzionale di tutte le Costituzioni civili ed occidentali della coppia formata dal matrimonio eterosessuale con le coppie omosessuali, riconoscendo alla coppia omosessuale gli stessi diritti e le stesse responsabilità civili godute dalla coppia oggi, in base alla nostra Costituzione. Questa è una battaglia di principio che io accetterei, piuttosto che dire che nell'articolo 5 si violano dei diritti, perché non è vero, in questo Stato, con questa Costituzione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Valpiana 5.8, Maura Cossutta 5.12, Zanotti 5.20, non accettati dalla Commissione e sui quali il Governo si rimette all'Assemblea.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 395
Votanti 386
Astenuti 9
Maggioranza 194
Hanno votato
116
Hanno votato
no 270).

Passiamo votazione del testo alternativo del relatore di minoranza, onorevole Valpiana.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Valpiana. Ne ha facoltà.

TIZIANA VALPIANA, Relatore di minoranza. Signor Presidente, colgo l'occasione del testo alternativo da me presentato per intervenire ancora sull'articolo 5 del testo di maggioranza in maniera molto breve, come sono solita fare, per una questione che non è stata toccata fino ad ora ma che io ritengo estremamente importante.
Tra le tante cose che io devo al femminismo c'è l'aver capito che le parole hanno un senso e che le cose, per esistere, devono essere nominate, e non solo, ma che spesso una non precisione del linguaggio nasconde idee poco chiare. Se questo è valido sempre è ancor più valido quando, come in questo caso, stiamo esaminando un testo di legge che riguarda, in particolare, le cose più importanti della vita di una persona, e dobbiamo avere la certezza di dire le cose giuste con le parole giuste.
Ho guardato, prima, sul Devoto-Oli, la definizione della parola procreazione che viene definita: generazione, con particolare riferimento all'importanza sociale e individuale delle funzioni relative. Credo, quindi, che non possiamo parlare di procreazione quando parliamo di tecniche, perché le tecniche, evidentemente, non hanno riferimento all'importanza sociale e individuale della procreazione. In questo caso, alla definizione giusta (unione del gamete maschile con quello femminile da cui ha origine un nuovo essere vivente) troviamo la parola fecondazione. Dunque, io trovo gravissimo che nei requisiti soggettivi, all'articolo 5 del testo di legge, si parli di tecniche di procreazione medicalmente assistita. Ciò è sbagliato da un punto di vista semantico. Questo errore induce in un altro errore gravissimo che è quello di parlare di procreazione al posto di fecondazione e quindi, impunemente,


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credere di poter parlare di fecondazione di coppie. Io, da che mondo è mondo, non ho mai visto fecondare che donne, non certo la coppia, che è un'entità giuridica astratta ma che non è un'entità scientifica. Dunque non possiamo accettare questo testo, oltre che per i contenuti escludenti, di cui hanno parlato prima le mie colleghe, anche per un errore di terminologia che induce in un errore concettuale.
Credo che voler negare, usando la parola procreazione al posto di fecondazione, il primato del corpo femminile nel mettere al mondo, sia una cosa estremamente grave perché porta ad una confusione con la quale voi escludete tutte quelle che non sono coppie di maggiorenni, di sesso diverso, coniugate o conviventi in età potenzialmente fertile entrambi viventi, da un qualcosa che definite procreazione e che invece è solo fecondazione e che non può che riguardare, esattamente come dice il nostro testo di minoranza, la donna.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul testo alternativo del relatore di minoranza, onorevole Valpiana, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 418
Votanti 404
Astenuti 14
Maggioranza 203
Hanno votato
115
Hanno votato
no 289).

Passiamo alla votazione del testo alternativo del relatore di minoranza, onorevole Maura Cossutta.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Maura Cossutta. Ne ha facoltà.

MAURA COSSUTTA, Relatore di minoranza. Signor Presidente, credo che più andiamo avanti più si comprenda come questa legge sia una legge oscurantista, fatta di divieti, ma soprattutto sia una legge confessionale, lo ripeto, la prima legge confessionale della storia della Repubblica italiana, ed è una legge che apre uno scontro nel paese. Altro che etica condivisa, onorevole Castagnetti! Questa legge apre uno scontro già qui in questo Parlamento - il voto precedente ne è un esempio con la differenza di soli 5 voti -, uno scontro ideologico che peserà nella società e nel paese.
Il voto precedente è stato un voto rilevante e credo che la maggioranza che ha votato l'articolo 4 debba, comunque, riflettere. Mi rivolgo appunto all'onorevole Castagnetti ed a tanti esponenti della Margherita che hanno parlato e che hanno votato in modo difforme da me.
Credo che non si debbano e non si possano umiliare le culture, le sensibilità diverse, la concezione della vita, i principi ed i valori e che non si costruiscano così, nello scontro ideologico, con l'imposizione di una maggioranza, di una esigua maggioranza, regole efficaci e legittime di convivenza, né si costruisca la polis.
Nell'articolo 5 questo impianto etico è rinforzato. L'argomento è sempre lo stesso: costruire, mantenere, garantire un ordine sociale che, purtroppo, è qui costruito su un'idea autoritaria e discriminatoria. Credo che accettare tale impianto, accettare una legge che di fatto è ormai un provvedimento non più sulle tecniche, bensì una legge confessionale - mi rivolgo in modo particolare ai colleghi dell'opposizione, ai colleghi della Margherita - significhi purtroppo dare legittimità ad una futura legislazione confessionale, neanche poi così tanto futura. Infatti, alcuni segnali preoccupanti sono già presenti: pensiamo, ad esempio, alla legge regionale cosiddetta Storace sulle famiglie, grazie alla quale si concedono sussidi, finanziamenti concreti, anzi concretissimi, in base al tasso di nuzialità, al numero dei figli e persino - c'è scritto anche questo nella legge regionale - al numero dei


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concepiti; oppure pensiamo all'America, dove vengono eliminati i sussidi alle donne single madri qualora non decidano di tornare nella famiglia di origine.
Credo che dovremmo tutti porre molta attenzione al rischio che con la legittimazione di questa legge confessionale si possa arrivare ad un'idea di cittadinanza ristretta: cittadini portatori di diritti sono solo le persone normali, che in questo caso - si può constatare dal tenore dell'articolo 5 - sarebbero le persone sposate, eterosessuali ed anche - mi rivolgo sempre ai colleghi della Margherita - italiane e non immigrate.
Con questo articolo si decide chi sia un buon genitore e chi, invece, non lo sia. L'argomento è quello della tutela dell'ordine biologico e sociale per il nato, mentre non si dice nulla sulla capacità di ascoltare i sentimenti vissuti, su cosa significhi essere e sentirsi genitori e sulla genitorialità. Noi siamo contrari a questa legge ed a questo articolo, ed abbiamo presentato un testo alternativo per dire che ci deve essere la possibilità, anche per le donne single, di accedere alle tecniche. Non si diventa madri in forza del diritto, ed è questo il primo, vero, unico principio naturale, voi che vi ispirate ad una concezione naturalistica. Si diventa madri da un corpo di madre, e si diventa madri anche senza una famiglia.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul testo alternativo del relatore di minoranza, onorevole Maura Cossutta, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 424
Votanti 404
Astenuti 20
Maggioranza 203
Hanno votato
110
Hanno votato
no 294).

Passiamo alla votazione del testo alternativo del relatore di minoranza, onorevole Cima.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cima. Ne ha facoltà.

LAURA CIMA, Relatore di minoranza. Signor Presidente, mi permetta di richiamare la precedente votazione, perché credo che questa ci dovrebbe far riflettere sulla presenza in aula di un certo disorientamento, nonché sul fatto che alcune formulazioni non sono in realtà condivise se, con voto segreto, la distanza tra posizioni diverse circa la fecondazione eterologa, che abbia almeno una finestra permessa, è stata così esigua. Ho voluto svolgere tale premessa perché anche l'articolo 5 presenta queste incongruenze, mentre la formulazione del testo alternativo che propongo è molto più rigorosa ed affronta alcuni nodi che nel testo della proposta di legge sono stati trattati in modo repressivo e non razionale. Innanzitutto, cosa significa avere come unico riferimento le coppie e non le persone di sesso femminile e maschile (quindi uomini e donne)? Cosa significa concedere l'accesso a coppie maggiorenni di sesso diverso, quando la maggiore età si acquisisce in Italia al compimento dei 18 anni? Ciò significherebbe permettere ad una donna di 18 anni di sottoporsi a queste tecniche che tutti riconoscono essere assolutamente pericolose, invasive e dolorose. Mi spiegate come mai si ha da una parte la repressione e, dall'altra, neanche il buonsenso? A 18 anni mandiamo una donna a sottoporsi a queste tecniche!

RAMON MANTOVANI. È maggiorenne!

LAURA CIMA, Relatore di minoranza. Da una parte, quindi, si ha la repressione (non sto qui a ripetere tutte le argomentazioni svolte dalla collega Titti De Simone e da tanti altri che sono intervenuti prima di me) mentre, dall'altra, ci diamo questo unico vincolo.


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Il nostro testo, da una parte, riporta il diritto a uomini e donne e, dall'altra, chiede che vi sia almeno un limite, ossia che sia stato tentata in precedenza - come è giusto che sia - la procreazione naturale. Come possiamo concedere la possibilità di ricorrere sempre alla procreazione artificiale, purché sia omologa? Colleghi, questo modo di legiferare mi sembra assurdo.
Il secondo punto richiama la condizione che siano state esperite cure per la sterilità. Il problema reale è che queste tecniche si stanno diffondendo anche perché non siamo in grado di spiegare il motivo per cui vi è una sterilità così diffusa e perché vi sia un'oligospermia crescente che riguarda gli uomini e che dovrebbe preoccuparci tutti.
Questo dovrebbe essere il punto sul quale indagare e legiferare e - concludo, signor Presidente - dovremmo spingere la comunità scientifica a risolvere questo problema.
L'altro aspetto, collegato alla lettera a) del primo comma del testo alternativo riguarda il fatto che le tecniche di procreazione assistita devono avere carattere volontario. Purtroppo, un malinteso senso di virilità (che vige soprattutto - i colleghi mi perdonino - in famiglie con un concetto patriarcale ancora arretrato e che si trovano al sud) induce la donna che non vuole sottoporsi a queste tecniche a farlo, in virtù del fatto che gli altri non devono sapere che esiste un problema di oligospermia vissuto come un calo della propria virilità. In merito a questi problemi reali, su cui dovrebbe esservi la preoccupazione di tutti e, soprattutto, di chi ha problemi di ordine etico, non sento dire nulla. Allora mandiamo le ragazze...

PRESIDENTE. Onorevole Cima, la prego di concludere.

RAMON MANTOVANI. Sono maggiorenni! Dove le mandi?

LAURA CIMA, Relatore di minoranza. Onorevole Mantovani, cosa dici? Non devi attaccare me in quest'aula, bensì altri!

PRESIDENTE. Colleghi, per favore!

LAURA CIMA, Relatore di minoranza. Signor Presidente, credo che forse dovremmo ragionare un po' più seriamente su quelli che realmente dovrebbero essere vincoli razionali e non ideologici.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Valpiana. Ne ha facoltà. Onorevole Valpiana, lei ha un minuto di tempo a disposizione.

TIZIANA VALPIANA. Signor Presidente, intervengo solo per dichiarare il voto contrario di Rifondazione comunista al testo alternativo della relatrice di minoranza, onorevole Cima, perché ci sembra che conculchi, ancora più del testo della maggioranza, la soggettività, i diritti individuali e, soprattutto, il diritto delle persone di autodeterminare la propria vita. Pensare che un maggiorenne non possa ricorrere a queste tecniche se non ha compiuto trent'anni credo rappresenti un procrastinare la maggiore età ad un'età veramente troppo avanzata; comunque, non ha nessun senso - relativamente a ciò - che un soggetto abbia o meno la maggiore età.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul testo alternativo del relatore di minoranza, onorevole Cima, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 426
Votanti 413
Astenuti 13
Maggioranza 207
Hanno votato
5
Hanno votato
no 408).


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Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Zanotti 5.23 e Zanella 5.5.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zanotti. Ne ha facoltà.

KATIA ZANOTTI. Signor Presidente, ricordo ai colleghi che nell'ordinamento attuale non vi è alcuna norma che regola l'attività riproduttiva e chiunque abbia la capacità fisiologica può riprodursi. La donna sola è titolata ad avere un figlio e se lo decide sappiamo, ovviamente, che può farlo. Questa titolarità - lo ricordo ai colleghi - non cessa perché interviene una menomazione, una ferita fisiologica o una lesione. Se un intervento terapeutico ripristina naturalmente la capacità fisiologica a procreare, che diritto abbiamo di negare alla donna questa titolarità? Con questa proposta noi la stiamo negando alla donna singola.
Alcune ed alcuni di noi ritengono che ad una donna singola non debba essere negata la possibilità di accedere alla tecnica di procreazione assistita, perché alcune ed alcuni di noi ritengono che vi sia un diritto alla tutela della salute riproduttiva che la riguarda al pari delle altre donne, perché il desiderio di maternità femminile va rispettato e riconosciuto anche ad una donna singola che non ha figli per altre vie.
Questa legge, a nostro avviso, non può togliere a nessuna donna la titolarità a procreare (Applausi di deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, di Rifondazione comunista e Misto-Comunisti italiani).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Buffo. Ne ha facoltà.

GLORIA BUFFO. A questo punto il concepito è più tutelato della donna, l'eterologa è vietata, si chiede di fare incontri perché a genitori adulti sia spiegato che possono anche adottare un figlio: lo sanno. Adesso si vuole decidere anche chi è degno di avere un figlio e chi no: le donne senza un uomo fisso accanto non possono, si dice.
Non solo ignorate che le donne da sempre, se vogliono, fanno un figlio da sole per vie naturali. Non solo discriminate donne che possono avere figli per via naturale dalle altre, ma realizzate un capolavoro di ipocrisia. Infatti, in Parlamento vi sono state e vi sono donne e uomini che hanno avuto figli per via eterologa, non con i coniugi, e donne parlamentari che hanno avuto figli da sole. Perché altre donne sono considerate, invece, irresponsabili se coltivano questo desiderio che, ormai, la società riconosce? Ciò che è concesso ad alcune, in realtà, viene negato ad altre. In tal modo, chi può fa figli con chi vuole o da sola, chi non può deve subire i veti di poche centinaia di parlamentari che riservano a sé la libertà di coscienza negandola alle donne.
Questa legge è un monumento alla vostra sfiducia nelle donne mentre finge che una norma possa dare una famiglia ideale a chi nasce. Voi state varando la famiglia di Stato su impronta genetica riservata a chi nasce con le tecniche. Credo che chi fa questo con le norme lo faccia perché ha già perso nella società e nella coscienza delle persone. Si tratta di una società che voi non rappresentate e di cui fate una caricatura. Sembra che chi, con fatica, vuole un figlio si voglia concedere a spese di tutti noi una Ferrari. Credo che le donne italiane meritino ben altro rispetto (Applausi di deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Zanotti 5.23 e Zanella 5.5, non accettati dalla Commissione e sui quali il Governo si rimette all'Assemblea.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 415
Votanti 403
Astenuti 12
Maggioranza 202
Hanno votato
111
Hanno votato
no 292).


Pag. 108


Passiamo alla votazione dell'emendamento Titti De Simone 5.11.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Valpiana, alla quale do un minuto. Ne ha facoltà.

TIZIANA VALPIANA. Signor Presidente, vorrei richiamare l'attenzione dei colleghi sul fatto che questo articolo, così come l'avete scritto voi, parlando solo di donne coniugate o conviventi, inficia la Costituzione nel principio fondativo dell'uguaglianza dei cittadini e delle cittadine di fronte alla legge. Stiamo facendo una cosa gravissima: per la prima volta in un testo legislativo stiamo introducendo il concetto che una donna per procreare deve essere sposata o convivente con un partner maschile. Non è scritto da nessuna parte nella nostra legislazione ma, soprattutto, non corrisponde alla realtà dei fatti. Stiamo attenti prima di inserire in una legge una disposizione che in una legge non si può mettere perché è contro la nostra Costituzione.

PRESIDENTE. Passiamo ai...
Onorevole Sabattini, perché non sta votando al suo posto?

SERGIO SABATTINI. Perché al mio posto siede la collega Bolognesi. Sto votando con la mia tessera.

PRESIDENTE. Va bene, gliel'ho chiesto perché mi era stato segnalato. Correttissimo: vi è un'esigenza tecnica dell'onorevole Bolognesi di essere vicino al direttivo del gruppo. Noi l'onorevole Bolognesi cerchiamo sempre di...

GIUSEPPE FIORONI. ...di assecondarla.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Titti De Simone 5.11, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 410
Votanti 394
Astenuti 16
Maggioranza 198
Hanno votato
108
Hanno votato
no 286).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Bolognesi 5.22 (Nuova formulazione).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bolognesi. Ne ha facoltà.

PIERGIORGIO MASSIDDA. Le ultime parole famose, Presidente! Se l'è cercata!

MARIDA BOLOGNESI. Inviterei i colleghi a leggere questa formulazione su cui, non essendovi motivazioni tra quelle che ho sentito ora, non si capisce il parere contrario espresso dalla relatrice. Intanto, nel testo base non si richiama il tema della sterilità e dell'infertilità, mentre l'accesso soggettivo presuppone il requisito dell'infertilità che abbiamo precisato essere per la donna, per l'uomo, per la coppia: tutto ciò ce lo dice la scienza perché la sterilità può essere di coppia, dell'uno o dell'altro. Ovviamente, in questo caso si richiamano le coppie coniugate o conviventi e, quindi, non capisco perché una precisazione maggiore sotto il profilo sanitario e patologico e anche dell'accesso per condizioni di sterilità - quindi, è scritto meglio - non venga accolta, non essendoci quei problemi su cui invece c'era attenzione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bolognesi 5.22 (Nuova formulazione), non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.


Pag. 109


Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 419
Votanti 402
Astenuti 17
Maggioranza 202
Hanno votato
115
Hanno votato
no 287).

Prendo atto che l'onorevole Burtone ha erroneamente espresso il voto e che avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Indìco...

FRANCO GRILLINI. Signor Presidente, cosa si deve fare per poter parlare?

PRESIDENTE. Onorevole Grillini, ha ragione, aveva chiesto la parola. Tuttavia, onorevoli colleghi, sto guardando i tempi e tra poco non ci sarà più nessuno che abbia la possibilità di parlare; quindi, vi chiedo almeno di contenere gli interventi. Prego, onorevole Grillini.

FRANCO GRILLINI. Signor Presidente, avevo chiesto la parola sugli emendamenti Zanotti 5.23 e Titti De Simone 5.11 e, quindi, sono diverse volte che chiedo la parola.

PRESIDENTE. Onorevole Grillini, non l'ho vista. Appena l'ho vista...

FRANCO GRILLINI. Presidente, io ci vedo poco ma lei ci vede benissimo. Adesso, non so su quale emendamento stiamo discutendo.

PRESIDENTE. Siamo passati all'emendamento Bolognesi 5.21.

FRANCO GRILLINI. Signor Presidente, parlerò dopo per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bolognesi 5.21, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 425
Votanti 404
Astenuti 21
Maggioranza 203
Hanno votato
104
Hanno votato
no 300).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Titti De Simone 5.10, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 418
Votanti 402
Astenuti 16
Maggioranza 202
Hanno votato
102
Hanno votato
no 300).

DORINA BIANCHI, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DORINA BIANCHI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, siamo ora giunti all'esame degli identici emendamenti Cè 5.19 e Lucchese 5.1, sui quali in precedenza avevo rivolto un invito al ritiro ai relativi presentatori. In caso di non ritiro, sarò costretta ad esprimere parere contrario perché riteniamo che l'articolo 5 sia frutto della mediazione che tiene conto di una realtà presente nel nostro paese. Con questo articolo noi rispettiamo, tra l'altro, lo spirito della legge che vuole tutelare il diritto del bambino ad una famiglia e ad una propria identità genetica. L'articolo 5, quindi, garantisce ad un bambino tanto desiderato due genitori che


Pag. 110

se ne assumano tutte le responsabilità. Di conseguenza, sarò costretta ad esprimere il parere contrario.

VALDO SPINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VALDO SPINI. Signor Presidente, onorevole colleghi, chiedo un attimo di attenzione. In questo caso, siamo nell'ambito della procreazione medicalmente assistita nell'interpretazione restrittiva che ne ha finora dato la maggioranza di questa Assemblea, però si vorrebbe togliere da questa possibilità le coppie di maggiorenni di sesso diverso qualora siano conviventi. Ricordo che, attualmente, la maternità, nel senso normale, è assolutamente consentita alle coppie conviventi e che i padri possono legittimamente riconoscere il figlio e potergli dare una famiglia. Trovo questa discriminazione odiosa dal punto vista giuridico ma, se mi è permesso, anche inaccettabile dal punto di vista dell'umanità.
Noi dobbiamo guardare a questi fenomeni con senso di umanità, di comprensione e di sviluppo. Ritengo che, francamente, approvare gli identici emendamenti Cè 5.19 e Lucchese 5.1, oltre che collocare l'Italia in una posizione del tutto peculiare rispetto agli altri paesi europei, significherebbe veramente fare un'azione poco rispettosa della convivenza civile e dell'uguaglianza dei diritti nel nostro paese. Se, oggi, ad una famiglia di fatto è possibile avere maternità con le leggi attualmente in vigore, non vedo perché con questa nuova legge, sia pure nell'interpretazione restrittiva che la maggioranza ne ha dato, dovrebbe essere esclusa dalle possibilità della stessa.
Si tratta di una cosa assolutamente inaccettabile e umanamente incomprensibile (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, di Rifondazione comunista, Misto-Comunisti italiani, Misto-Liberal-democratici, Repubblicani, Nuovo PSI e del deputato Biondi).

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, ormai l'orientamento su questo punto mi sembra chiaro.

FRANCESCO PAOLO LUCCHESE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO LUCCHESE. Signor Presidente, onorevole colleghi, annuncio il ritiro dei miei emendamenti 5.1, 5.15, 5.16, 5.17 e 5.24. Comunque, devo precisare che il testo attualmente in esame in aula corrisponde a quello presentato, da me e da altri colleghi, vale a dire l'atto Camera n. 639. Quindi, vorremmo che il testo approvato nella scorsa legislatura possa esserlo anche in questa.
Avremmo preferito che vi fosse previsto qualcosa di diverso. Tuttavia, noi non siamo contrari alle coppie di fatto e condividiamo la maggioranza che si esprime su tale tema. Concordiamo sul fatto che, nel nostro paese, vi siano delle situazioni di fatto e non vogliamo essere intolleranti rispetto a tale fenomeno.
Prendiamo atto che questa è la volontà della maggioranza di questo Parlamento; dunque, rispettosi di tale maggioranza, ritiriamo questo emendamento.

IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, intendevo invitare i colleghi a ritirare gli emendamenti ma, a questo punto, non posso che plaudire alla decisione dell'onorevole Lucchese.

PRESIDENTE. Onorevole La Russa, immagino che il suo invito permanga per l'onorevole Cè, visto che gli emendamenti sono di contenuto identico.

ALESSANDRO CÈ. Signor Presidente, non intendo ritirare il mio emendamento e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Cè 5.19.


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IGNAZIO LA RUSSA. Presidente, credevo che anche l'onorevole Cè avesse ritirato il suo emendamento. A questo punto, interverrò dopo l'onorevole Cè.

PRESIDENTE. Onorevole Cé, ha facoltà di parlare.

ALESSANDRO CÈ. Signor Presidente, per illustrare la nostra posizione interverrà in seguito l'onorevole Martini, tuttavia intendo ribadire che non rinunciamo a questo emendamento, in quanto riteniamo che rappresenti un elemento importante.
Riteniamo inoltre che dovrebbe esservi coerenza anche con l'azione di governo, che privilegia la famiglia fondata sul matrimonio. Dunque, su tale aspetto, invitiamo l'intera maggioranza ad un comportamento coerente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole La Russa. Ne ha facoltà.

IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, questo è un argomento molto delicato sul quale siamo giunti ad una indicazione dopo aver convocato il gruppo e aver a lungo dibattuto.
La prima decisione che abbiamo assunto in proposito è quella che, comunque, daremo un'indicazione di gruppo; tuttavia, per chi lo riterrà, sarà possibile votare liberamente e secondo coscienza.
Con riferimento all'indicazione di gruppo sottolineo che si tratta di un'indicazione contraria all'emendamento, nonostante l'articolo 29 della Costituzione, a nostro avviso, militi nettamente e logicamente per l'accoglimento dello stesso. Infatti, la formulazione dell'articolo 29, oggi, sembra precludere la possibilità di considerare famiglia, nel senso compiuto del termine, anche le famiglie di fatto. Ovviamente, sto parlando di famiglie eterosessuali, su ciò credo non vi sia - almeno da parte nostra - alcun dubbio.
Tuttavia, riteniamo che, nel caso specifico, l'unico dubbio che, per motivi di opportunità, permane è la formulazione attuale dell'articolo, che non qualifica la convivenza.
Ma, nel dare la nostra indicazione per un voto contrario, confidiamo che, quanto meno, la maggioranza si ritrovi compatta, ove questo emendamento non dovesse essere approvato, secondo la libera determinazione del Parlamento, al momento di votare emendamenti successivi che qualificano la convivenza. Mi pare che tali emendamenti prevedano un periodo di convivenza di almeno tre anni; per la verità, c'è un successivo emendamento, presentato anche da noi in via subordinata, che prevede un periodo di soli 18 mesi. Comunque, una di queste limitazioni, in riferimento ad una semplice ed occasionale convivenza, è per noi indispensabile. Lo dico ai colleghi di sinistra: le obiezioni avanzate da parte nostra rispetto alla conservazione dell'articolo nell'attuale formulazione riguardano la facilità con cui si potrebbe aggirare la norma, fingendo una convivenza che in realtà non esiste.
Per questo motivo, sin da ora, nel dirci liberamente convinti che occorra fare un passo avanti e considerare con pari dignità anche le tante coppie che, pur non essendo unite dal sacro vincolo del matrimonio, sono stabilmente legate, vogliamo e speriamo che la sinistra capisca la necessità di qualificare positivamente la convivenza. Pertanto, speriamo che si associ a noi nell'esprimere un voto favorevole sui successivi emendamenti che prevedono che la convivenza, per essere considerata tale ai fini di questo provvedimento, debba essere stabile e duratura per un periodo non breve. È tutto quello che vi volevo dire.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fanfani. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE FANFANI. Signor Presidente, intervengo a titolo personale per condividere, da cristiano, le considerazioni esposte dall'onorevole Spini. Innanzitutto, al di là del dettato costituzionale, siamo di fronte ad un fenomeno che socialmente esiste già, perché le coppie non sposate


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sono tantissime. Nella libertà cui abbiamo diritto nella valutazione dei nostri comportamenti, bisogna anche dimostrare un grandissimo rispetto per le scelte degli altri.
In secondo luogo, trovo fondamentalmente incivile negare un diritto, che spetta a tutti, alle coppie conviventi che desiderano avere un figlio, che potrebbero tranquillamente averlo, se non ci fossero impedimenti fisici, e che, sostanzialmente, si trovano nelle stesse condizioni sociali di coloro che sono sposati.
In terzo luogo - e concludo -, tenete presente che, proprio perché si tratta di un intervento invasivo ed anche pericoloso, presuppone sempre un atto d'amore profondo che io non sono in grado di capire: probabilmente, soltanto le donne sono in grado di capire quanto sia grande. Se questo è vero, non lo si può negare a nessuno, sposato o meno (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-l'Ulivo, dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, di Rifondazione comunista, Misto-Comunisti italiani e del deputato Biondi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Selva. Ne ha facoltà.

GUSTAVO SELVA. Signor Presidente, capisco benissimo il dramma dei conviventi che desiderano avere figli e mi rendo conto che, come è stato spiegato, il dato di fatto è largamente diffuso anche in Italia. Però, in occasione dei lavori della Commissione bicamerale, si sono elogiati, soprattutto da parte della sinistra, i principi fondamentali della nostra Costituzione. Onorevoli colleghi, l'articolo 29 si trova nella parte prima «Diritti e doveri dei cittadini», al titolo II «Rapporti etico sociali». Ed è bene leggere, perché resti almeno agli atti, questo articolo, che è icastico e chiarissimo: «La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio».
Credo non ci sia mai stato niente di più chiaro. E quando gli onorevoli colleghi si riferiscono a legislazioni diverse di altri paesi, dovrebbero anche aggiungere se questi paesi hanno nelle loro Costituzioni un analogo articolo di grande chiarezza come questo. Quando l'onorevole Rosso ha detto che, parlando di matrimonio, ci si riferisce non soltanto a quello religioso, ma al matrimonio tout court, vale a dire a quel «contratto» civile che molte coppie oggi scelgono - a me come cattolico può anche non far piacere - e che dà loro diritto alla piena garanzia di essere anche genitori con l'etica della responsabilità.
Allora, per concludere, agli onorevoli colleghi che si battono per questo e che lo considerano un fatto di modernità, mentre per chi sostiene la tesi che sto sostenendo io in questo momento pare che venga applicata la definizione di concezione claustrofobica di pratiche innominabili che verrebbero fatte fra coppie naturali, faccio una sola proposta. Nell'emendamento che faremo nostro, si fa la riserva di potere far accedere alla procreazione assistita coppie che abbiano almeno tre anni di convivenza. Ebbene, in questi tre anni di convivenza prendetevi la responsabilità di modificare o di abrogare l'articolo 29 della Costituzione, perché fin quando questo articolo è scritto in termini così precisi, credo che sia dovere di questo Parlamento rispettarlo in primo luogo (Applausi dei deputati dei gruppi di Alleanza nazionale, della Lega nord Padania e di deputati di Forza Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Francesca Martini. Ne ha facoltà.

FRANCESCA MARTINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, vale la pena di sottolineare come l'articolo 5 in discussione contenga in nuce un'incoerenza che non riguarda soltanto l'articolo 29 della Costituzione testé citato, ma anche la stessa legge n. 149 sull'adozione, che è stata approvata dalla precedente maggioranza proprio nella primavera del 2001. Più volte, poi, ho sentito parlare della necessità di sancire per legge ciò che risulta nei dati di fatto. Proprio nel contesto, invece, della società attuale e a fronte anche del prefigurarsi di scenari


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funesti e di tecniche assolutamente irrispettose della dignità della persona e, in particolar modo, del concepito, io ritengo che in questo senso ancora di più vada posto l'accento sulle tutele che vanno assicurate nei confronti della famiglia in quanto tale: il diritto non può e non deve essere la prefigurazione dei dati di fatto; il diritto non può essere neutrale; il diritto, in quanto tale, vige per operare delle scelte.
Ecco allora che in questo senso, proprio oggi in quest'aula, il diritto è chiamato a difendere dei valori fondamentali, come la nostra Carta costituzionale, come la possibilità di creare attorno alla persona che dovrà nascere la maggior possibilità di tutela. In questo senso, falsamente dice chi prefigura garanzie nei fatti uguali per chi nasce all'interno e al di fuori del matrimonio. Noi sappiamo che nel momento in cui una coppia non legata da vincolo matrimoniale si scioglie, ad esempio, tutto ciò che riguarda il bambino e il minore va direttamente a carico del tribunale dei minori e non può esser risolto in sede locale. Noi sappiamo che dal vincolo matrimoniale scaturiscono una serie di diritti e di doveri che non riguardano soltanto i figli, ma che riguardano i coniugi. E chi può negare che da questi vincoli esistenti tra i coniugi nasca un affievolimento, nel caso in cui questi non sussistano, nei confronti del figlio?
Il matrimonio stabilisce delle regole e limita delle libertà, lo sappiamo tutti. La posizione del movimento della Lega nord Padania è, appunto, quella di tutelare e mettere al primo posto i diritti della persona, che noi andiamo in questo momento a prefigurare come diritto prioritario.
La famiglia, in quanto tale, è quel soggetto che si apre alla generazione, è unita proprio per avere un futuro. Come possiamo provare che tale istanza sia presente anche all'interno di una coppia, peraltro in nessun modo identificabile e sancita come stabile? Come possiamo pensare che attraverso questo articolo non nascano delle coppie estemporanee, al fine di avere una fecondazione non possibile in questo paese? L'unione di fatto si qualifica come empirica, non vuole che vi siano ingerenze nella sfera privata. Noi, allora ci chiediamo perché, proprio coloro che sostengono l'unione di fatto, avanzino richieste alle istituzioni (Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Massidda. Ne ha facoltà.

PIERGIORGIO MASSIDDA. Signor Presidente, chiedo ai firmatari facenti parte del mio gruppo di ritirare la loro firma dall'emendamento in esame. Voglio ricordare che questa legge nasce da un equilibrio difficilmente raggiunto nella scorsa legislatura. Per coerenza abbiamo cercato di seguire la stessa linea tracciata nella passata legislatura e voglio ricordare che questa legge è sofferta da tutti, compreso il nostro gruppo parlamentare. Noi stiamo portando a casa ciò che tutti i deputati costituenti l'emiciclo hanno sempre sostenuto. Si tratta di una proposta di legge importantissima che ha necessità di essere al più presto votata. Ecco perché chiedo un sacrificio ai colleghi consistente nel ritiro delle loro firme.

PRESIDENTE. Prendo atto che tra i colleghi firmatari dell'emendamento vi sono l'onorevole Burani Procaccini e l'onorevole Di Virgilio, i quali aderiscono all'invito dell'onorevole Massidda.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lucidi. Ne ha facoltà.

MARCELLA LUCIDI. Signor Presidente, ritengo che da quest'aula debba uscire un'informazione chiara, riguardante anche la lettura della Costituzione. È vero, vi è l'articolo 29, ma è vero - come la giurisprudenza e la Corte costituzionale hanno sempre ribadito - che vi sono anche l'articolo 2 e l'articolo 31 che tutela la maternità. Finora, nessuna legge che ha trattato le famiglie di fatto, le convivenze more uxorio, è stata dichiarata incostituzionale, semmai è incostituzionale la legge regionale del presidente Storace, perché


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quella sì viola la Costituzione (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, della Margherita, DL-l'Ulivo, di Rifondazione comunista e Misto-Comunisti italiani).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Deiana. Ne ha facoltà.

ELETTRA DEIANA. Signor Presidente, l'onorevole Lucidi ha detto le cose che volevo dire io riguardo l'interpretazione della Costituzione, per cui non aggiungo parola.

PRESIDENTE. Faccio presente ai colleghi che l'onorevole Maura Cossutta, la quale mi aveva fatto richiesta di voto segreto, ha preannunciato agli uffici il ritiro di detta richiesta.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cè 5.19, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 436
Votanti 420
Astenuti 16
Maggioranza 211
Hanno votato
64
Hanno votato
no 356).

Prendo atto che l'onorevole Grillo ha espresso voto contrario, mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole. Inoltre, prendo atto che il dispositivo di voto dell'onorevole Di Virgilio non ha funzionato e che lo stesso voleva astenersi.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Burani Procaccini 5.18 insistono per la votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Burani Procaccini 5.18, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 446
Votanti 443
Astenuti 3
Maggioranza 222
Hanno votato
59
Hanno votato
no 384).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Lucchese 5.17, ritirato dal presentatore e fatto proprio dall'onorevole La Russa.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole La Russa. Ne ha facoltà.

IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, vorrei intervenire per far sapere di che cosa si tratta. Con questo emendamento la convivenza viene qualificata, prevedendo che sia continuativa e che duri da almeno tre anni. Ci sembra che ciò sia anche nell'interesse di coloro che hanno sostenuto che la convivenza non possa essere occasionale o addirittura fittizia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boccia. Ne ha facoltà.

ANTONIO BOCCIA. Signor Presidente, non so se tale emendamento soddisfi e risolva i problemi che sono stati posti. Tuttavia, qualche problema si pone se la Commissione giustizia alla lettera b) del suo parere pone la seguente condizione: «all'articolo 5, al fine di assicurare certezza alla dimensione della convivenza e di prevenire fenomeni elusivi se non fraudolenti, sia previsto un periodo minimo di convivenza, in base al quale si possa presumere il carattere di stabilità della stessa».


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Se la Commissione giustizia ha previsto tale condizione, evidentemente qualche motivo di attenzione dovrebbe esservi.

PRESIDENTE. Onorevole Boccia, il parere è stato trasmesso alla Commissione che lo avrà valutato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boato. La facoltà.

MARCO BOATO. Signor Presidente, chiedo che si precisi che la convivenza di tre anni venga decisa dal portiere dello stabile nel quale abitano i conviventi (Applausi dei deputati dei gruppi di Rifondazione comunista, dei Democratici di sinistra-l'Ulivo e Misto-Comunisti italiani)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fioroni. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE FIORONI. Signor Presidente, condivido l'osservazione espressa dall'onorevole Boccia. Faccio solo presente all'onorevole La Russa e all'Assemblea che stiamo costruendo un percorso ad ostacoli perché l'espressione «stabilmente», da almeno tre anni comporta stabilire chi ha il compito di certificarlo e, conseguentemente, ciò comporterebbe l'istituzione di albi delle coppie di fatto nei comuni. Ci mettiamo in un casino senza limiti e, alla fine, non consentiremo a nessuno di accedere alla fecondazione omologa. Inviterei al buonsenso. Ritirate l'emendamento in esame e se la Lega lo vuole fare proprio, lo faccia. Si attaccherà la bandierina sul petto e poi sarà contenta!

PIERO RUZZANTE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIERO RUZZANTE. Signor Presidente, vorrei rilevare due aspetti e richiederei in merito la sua attenzione; il primo è che quando l'onorevole Lucchese ha ritirato i suoi emendamenti, l'emendamento non è stato fatto proprio da nessuno. Ufficialmente in quest'aula nessuno ha fatto proprio l'emendamento. Quindi per me...

PRESIDENTE. No, no, onorevole Ruzzante, mi scusi.

PIERO RUZZANTE. La seconda considerazione...

PRESIDENTE. No, mi scusi le rispondo.

PIERO RUZZANTE. Mi risponda su tutti e due gli aspetti. Abbiamo appena votato l'emendamento Burani Procaccini 5.18 nel quale nelle prime righe vi era inserita l'espressione: «comunque stabilmente conviventi da almeno tre anni», compresa anche nell'emendamento Lucchese 5.17. Abbiamo appena votato l'emendamento Burani Procaccini 5.18; pertanto, mi sembra che a questo punto si renda inutile la votazione dell'emendamento Lucchese 5.17.

GIUSEPPE PALUMBO, Presidente della XII Commissione. È precluso, signor Presidente.

LUCIANO VIOLANTE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCIANO VIOLANTE. Signor Presidente, pensavo che il collega Ruzzante avesse torto. Tuttavia, esaminato l'emendamento Burani Procaccini 5.18, dico che serve a tutti. Nella prima parte vi è scritto: «comunque stabilmente conviventi da almeno tre anni» (è questo è il primo presupposto) «se il tribunale competente accerta la loro idoneità ...». L'espressione «stabilmente conviventi da almeno tre anni» mi pare sia un elemento che ha una sua autonomia all'interno del testo. Per questo motivo mi sembra che sia precluso.

PRESIDENTE. Onorevole Violante, ho qualche perplessità perché, se seguissimo questa sua tesi, chissà quante preclusioni dovremo dichiarare. Non credo onestamente di poterlo dichiarare precluso.
Non credo nemmeno di poter dichiarare precluso l'emendamento per la motivazione


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posta dall'onorevole Ruzzante, perché non eravamo arrivati alla discussione di questo emendamento. Pertanto, a parte che l'onorevole La Russa, prima ancora che l'onorevole Lucchese lo ritirasse, ne aveva data comunicazione agli uffici, non eravamo arrivati all'esame. In quel momento l'onorevole Lucchese si era limitato a ritirare il primo di questi.

PIERO RUZZANTE. No, signor Presidente, lo ha letto!

PRESIDENTE. Mentre l'onorevole Lucchese ha detto questo, immediatamente l'onorevole La Russa ha comunicato agli uffici la sua intenzione di fare proprio l'emendamento a nome del gruppo. Successivamente, quando siamo arrivati ad esaminare quell'emendamento, ho comunicato che questo era stato fatto proprio dal presidente La Russa. Non potevo dirlo prima.

MARCO BOATO. Presidente, votiamolo e bocciamolo!

PRESIDENTE. Credo pertanto che sia stata rispettata in maniera totale la metodologia con cui abbiamo sempre lavorato. Non avrei motivo... Forse una decisione diversa semplificherebbe un problema, però le cose stanno così.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cè. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO CÈ. Signor Presidente, intervengo rapidamente per manifestare, in coerenza con le argomentazioni sviluppate precedentemente dall'onorevole Martini e con la posizione assunta, in maniera pressoché compatta, dal nostro gruppo su tale argomento, il mio stupore.
Mi stupisco in assoluto che su questo argomento così importante, che rappresenta un discrimine così importante, vi sia stata un'equiparazione, da parte di quasi tutto resto della maggioranza o di gran parte di essa, anche da parte dei popolari, dal punto di vista civile, laico, non confessionale. Noi della Lega nord non siamo confessionali, siamo laici (Commenti dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, di Rifondazione comunista e Misto-Comunisti italiani).

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, vi prego!

ALESSANDRO CÈ. Ciò è avvenuto, in particolare da parte di quelle formazioni, come gli ex popolari o il Biancofiore, o altre formazioni, anche della maggioranza, che anche da un punto di vista laico hanno sempre sostenuto le differenziazioni fra la famiglia fondata sul matrimonio e la coppia di fatto, differenze sancite giustamente, come è stato prima detto dall'onorevole Selva che ha avuto il coraggio (uno dei pochi in quest'aula)...

RAMON MANTOVANI. Non lo ha votato!

ALESSANDRO CÈ. ...di alzarsi e di affermare chiaramente che la Costituzione italiana prevede una distinzione netta, ma che allo stesso modo hanno come conseguenza una diversità di status e di rapporti.

PRESIDENTE. Onorevole Cè, lei ha un minuto di tempo a disposizione. Le regole devono valere per tutti. In precedenza è intervenuta sull'emendamento l'onorevole Martini, per cui...

ALESSANDRO CÈ. Signor Presidente, l'onorevole Martini non è intervenuta su questo emendamento, è intervenuta sull'emendamento 5.19.
Questa diversità comporta anche una diversità di status fra i coniugi e nei confronti dello Stato. Non è una questione banale. È una riflessione di stampo prettamente laico.
Vi è una diversità chiara fra questi due status. La coppia di fatto non ha rapporti con lo Stato, sanciti in termini di diritti e doveri, e questo anche come conseguenza comporta anche che la famiglia fondata sul matrimonio, empiricamente, ma anche


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per quanto riguarda lo status e i diritti, abbia una stabilità maggiore che non quella di fatto.

MAURA COSSUTTA. Ma chi te lo ha detto!

ALESSANDRO CÈ. Noi intendiamo esprimere con chiarezza la nostra posizione e, dal momento che riteniamo che tale emendamento ex-Lucchese, fatto proprio dal presidente La Russa, non rappresenti altro che un pannicello caldo, tra l'altro ostentato da coloro che in quest'aula, anche all'interno della maggioranza, non hanno il coraggio di difendere queste posizioni sancite dalla Costituzione. Annunciamo pertanto l'astensione su questo emendamento. Arrangiatevi (Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fanfani. Ne ha facoltà.
Intervenga uno per gruppo.

GIUSEPPE FANFANI. Signor Presidente, intervengo brevemente per ribadire che, una volta che si è già stabilito che le coppie di fatto possano accedere a questo, diciamo, servizio pubblico, se si accettasse un limite minimo di permanenza temporale in questo status, si correrebbe un grandissimo rischio che va evitato, ovvero quello di costringere i comuni a creare registri di coppie di fatto, che convivono da più di tre anni o che convivono da meno di tre anni, creando altresì una pubblicità ed una situazione che le stesse persone che non intendono sposarsi, ritengono probabilmente di non pubblicizzare. Questo è un primo fatto.
Vi è una seconda circostanza: ci dobbiamo rendere conto che, in realtà, il problema, onorevole La Russa, non esiste o esiste marginalmente, perché quando una coppia va a richiedere un servizio di questo tipo, di fatto, il padre e la madre si impegnano nei confronti dello Stato, perché, di fatto, riconoscono preventivamente il frutto della loro unione. È come una coppia di fatto che genera un figlio e poi lo va a riconoscere! Si tratta di una situazione assolutamente analoga, per cui credo sia un problema assolutamente marginale (Applausi di deputati dei gruppi della Margherita, DL-l'Ulivo, dei Democratici di sinistra-l'Ulivo e Misto-Comunisti italiani).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lucchese 5.17, ritirato dal presentatore e fatto proprio dall'onorevole La Russa a nome del gruppo di Alleanza nazionale, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si è rimesso all'Assemblea.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 440
Votanti 403
Astenuti 37
Maggioranza 202
Hanno votato
74
Hanno votato
no 329).

Prendo atto che l'onorevole Scherini ha espresso voto favorevole mentre voleva esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'articolo 5.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Grillini. Ne ha facoltà.

FRANCO GRILLINI. Signor Presidente, in quanto esponente della comunità omosessuale italiana, sono molto dispiaciuto che in questo articolo vi sia una discriminazione nei confronti delle persone omosessuali.
Volevo rispondere all'onorevole Volontè, ricordando che nella Costituzione italiana, all'articolo 29, non c'è scritto che il matrimonio è tra un uomo e una donna: si parla di coniugi. Dovete smetterla di brandire l'articolo 29 della Costituzione come se fosse una clava, anche perché (Commenti dei deputati del gruppo della Lega nord Padania)...


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PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, vi prego di consentire all'onorevole Grillini di parlare con un minimo di tranquillità. Per cortesia!

FRANCO GRILLINI. ...anche perché, evidentemente, per voi la Costituzione è un oggetto a geometria variabile. Infatti, quando si parla di finanziamenti alla scuola privata confessionale, voi ignorate bellamente l'articolo 33 della Costituzione, che vieta - quello sì esplicitamente - l'erogazione di fondi alle scuole private (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, di Rifondazione comunista e Misto-Comunisti italiani).
Però devo dire che, come esponente della lega italiana per le famiglie di fatto, oggi, il voto che riconosce l'esistenza anche di un'altra famiglia, non può che essere un fatto positivo, anche se io voterò contro l'articolo 5 nella sua attuale formulazione. Infatti, sarà difficile da ora in poi negare che in questo paese non esiste solo la famiglia fondata sul matrimonio e sarà difficile in futuro, dopo aver riconosciuto che esiste la famiglia di fatto eterosessuale, spiegare le ragioni per le quali si negano i diritti della famiglia di fatto omosessuale.
Ha ragione l'onorevole Fanfani quando dice che bisogna istituire i registri dei conviventi: in più di 300 comuni italiani abbiamo promosso i registri delle convivenze, che hanno prodotto un dibattito politico accesissimo a livello locale e che hanno evidenziato che una larga fetta della popolazione italiana ormai è pronta per riconoscere la realtà delle famiglie di fatto, omo od eterosessuali che siano.
Laddove è stata approvata una legge, come in Francia, nel primo anno di applicazione del patto civile di solidarietà, oltre centomila francesi si sono iscritti e non c'è stata alcuna distruzione della famiglia tradizionale! Non è stato assolutamente messo in discussione il matrimonio eterosessuale! Sono aumentati i matrimoni eterosessuali e sono aumentati persino i bambini! È aumentata persino la natalità!

GIULIO CONTI. Poveri cocchi! Povere vittime!

FRANCO GRILLINI. Quando si riconosce una legislazione civile, quando si riconoscono i diritti civili, tutta la società ne trae beneficio (Applausi di deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, di deputati della Margherita, DL-l'Ulivo, di Rifondazione comunista e Misto-Comunisti italiani)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 447
Votanti 430
Astenuti 17
Maggioranza 216
Hanno votato
272
Hanno votato
no 158).

Prendo atto che l'onorevole Pinotti ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Onorevoli colleghi, farei il punto della situazione. Propongo di procedere con l'esame dell'articolo 6, sul quale ci sono poche votazioni. Credo che potremo tranquillamente terminare entro le 21 di questa sera.

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