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il Governo ha espresso l'intenzione di privatizzare i settori dell'università e della ricerca;
in una lettera pubblicata sul quotidiano Il Corriere della Sera del 1o marzo 2002, i Ministri Moratti e Tremonti dichiaravano esplicitamente l'intento di voler procedere alla trasformazione delle università e degli enti di ricerca in fondazioni di diritto privato (articolo 28 legge finanziaria per il 2002);
a partire dalla scuola e dalla formazione, sono ormai evidenti i segnali di una volontà di completa destrutturazione del sistema pubblico di formazione e di ricerca;
la riduzione dei finanziamenti, il rifiuto del sapere inteso come pensiero critico, il privilegiare formazione e ricerca suggerite direttamente dal mondo della produzione sono tutti elementi pericolosi, che possono mettere in discussione l'autonomia e la libertà della ricerca scientifica;
di fatto, questo passaggio costituisce un grave attacco alle istituzioni universitarie - il più grave dal dopoguerra ad oggi - lesivo dei principi costituzionali di autonomia delle istituzioni di alta cultura, di libertà di insegnamento e di ricerca, di diritto allo studio;
sorge il dubbio che il vero obiettivo perseguito dal Governo, attraverso politiche di riduzione delle risorse e del personale - e di conseguenza anche dell'offerta formativa e delle competenze -, sia quello di dequalificare il servizio pubblico a vantaggio di pochi centri privati, subordinando la creatività culturale e scientifica a logiche di contabilità aziendale;
di fatto, si trasferirà sulle famiglie l'onere di pagare il prezzo della formazione superiore universitaria e anche a caro prezzo -:
quali siano le intenzioni del Governo e quali saranno le ripercussioni sullo stato giuridico e sul trattamento di lavoro del personale tecnico-amministrativo e docente derivanti dalla trasformazione delle università in fondazioni.(3-01031)
(4 giugno 2002)