Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 111 del 7/3/2002
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(Perquisizioni effettuate nelle abitazioni di otto giovani di Rio Marina (Livorno) - n. 2-00256)

PRESIDENTE. L'onorevole Mussi ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00256 (vedi l'allegato A -Interpellanze urgenti sezione 3).


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FABIO MUSSI. La ringrazio, signor Presidente.
Onorevole sottosegretario Balocchi, non so se lei sia mai stato all'isola d'Elba. Mi auguro di sì, perché l'isola è splendida. Se vi è stato, può darsi che non sia passato da Rio Marina, un piccolo comune, tra i meno turistici, che si trova sul versante orientale. Vi abita una piccola comunità di grandi tradizioni, gente orgogliosa che ha una sua storia: un tempo c'erano miniere, oggi chiuse. Si tratta, dunque, di una popolazione di minatori, contadini e marinai, un po' fuori dai circuiti turistici, che risente della grave crisi che l'ha investita e che sta cercando, ora, una sua strada di sviluppo e di progresso (che, naturalmente, spero trovi il più rapidamente possibile).
Orbene, in questo piccolo centro, nella notte tra venerdì 15 sabato 16 febbraio, tra le 24 e l'1,30, uomini dell'Arma dei carabinieri hanno bussato alle case di otto famiglie ed hanno effettuato una serie di perquisizioni, in particolare nelle stanze di otto giovani.
Potrebbe essere ritenuto un episodio periferico, un episodio di poco conto e, perciò, probabilmente, il Governo sarà rimasto sorpreso quando ha constatato che l'interpellanza recava la sottoscrizione di ben quarantasei parlamentari del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo. In realtà, il caso è emblematico, carico di insegnamenti e, soprattutto, esige spiegazioni.
Perché queste perquisizioni? Lo spiega in un'intervista il comandante della compagnia dell'Arma dei carabinieri dell'isola d'Elba, che ha grandi meriti e al quale va tutto il mio e il nostro rispetto. La nostra finalità - egli dice - era quella di cercare armi nelle abitazioni di questi otto giovani. Si può capire il riferimento all'articolo 41 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza: nel caso di un'attendibile segnalazione relativa alla presenza di armi ed esplosivi, anche senza il mandato del magistrato, la polizia giudiziaria può effettuare perquisizioni. È giusto; si tratta di un elemento di sicurezza collettiva.
Dunque, i carabinieri cercavano queste armi. Vi sarà stata una soffiata, un confidente o una fonte attendibile. Evidentemente, però, la fonte non era attendibile, tanto è vero che le armi non sono state trovate. In casi come questo credo che la cosa saggia da fare sia quella di scusarsi sommariamente con le famiglie e di ritirarsi in buon ordine. Invece no. Visto che si era lì, risulta che siano stati sequestrati, nell'ordine: alcuni grammi di hashish (e, trattandosi di alcuni grammi, mi pare non si possa trattare di traffico di droga); alcune magliette con l'immagine di Che Guevara; un giornale cinese...

FILIPPO ASCIERTO. Eh!

FABIO MUSSI. Pensi, Presidente, cinese! Che giornali vanno a cercare questi ragazzi! Sono stati rinvenuti, inoltre: un quaderno con esercizi di chitarra - in effetti, lo strumento è un po' sovversivo: sarebbe stata meglio un'arpa, ma è probabile che in quelle case un'arpa non entri neppure! -, quattro o cinque coltelli - ma anche se venissero a perquisire in casa mia un po' di coltelli, anche a lama lunga, li troverebbero, perché nelle case c'è sempre un certo numero di coltelli -, volantini e manifesti di concerti di gruppi rock! - qui si va sul gusto musicale -, materiali e volantini no global, un giornale anarchico, una foto del sindaco Bosi (sottosegretario alla difesa, qui presente; non credo sia un reato detenere la sua foto! Sarebbe offensivo anche per il Governo), un poster con il Papa che fuma uno spinello - può essere spiacevole, però si trova in quasi tutte le librerie; è irridente, ma si vende! - alcune poesie (non sono riuscito ad accertare esattamente di quale autore, ma dovevano essere particolarmente crudeli), bombolette spray, due mazze da baseball (sport finora legale; tra l'altro, una, mi hanno riferito i familiari, con tutte le firme di una squadra di baseball, regalata dallo zio ad uno di questi ragazzi) e una sciarpa della Juventus!

NICHI VENDOLA. Questa è la cosa più grave (Si ride)!

FABIO MUSSI. Ora, qui, naturalmente, i pareri potrebbero dividersi; qualcuno potrebbe persino plaudire.


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PIERO RUZZANTE. Ci dissociamo!

FABIO MUSSI. Non credo che ci sia ancora l'obbligo di tenere la sciarpa del Milan - ho scelto una squadra a caso - o di qualsiasi altra squadra. Il comandante della compagnia dei carabinieri ha rilasciato un'intervista nella quale dice che effettivamente le armi non c'erano. Siamo certi - dice il comandante - che alcuni di questi giovani hanno partecipato a manifestazioni. Immagino anche a quelle di Genova. Poi, il giornalista domanda: sono ritenuti di ambienti anarchici? Sicuramente - risponde il comandante - , ma, di per sé, ciò non costituisce reato.
Evidentemente il comandante condivide con noi che l'articolo 41 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza è importante, ma lo è anche l'articolo 21 della Costituzione, che prevede, come noto, che tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e qualunque altro mezzo di diffusione. Il comandante dice che a Rio Marina sono state scritte sui muri contro il sindaco, i carabinieri, il Papa, frasi certamente non condivisibili, tanto meno da parte di chi vi parla. In questo caso, si tratterebbe di un reato, previsto anche questo dal codice, di imbrattamento, per il quale sono previste sanzioni amministrative e non perquisizioni.

NICHI VENDOLA. Più o meno come il falso in bilancio!

FABIO MUSSI. Più o meno come il falso in bilancio nella legge novellata. Questa invece c'era già. Ora, a questi elementi si aggiunge un aspetto non voglio dire un po' spiacevole, neanche imbarazzante, però da considerare con attenzione, sul quale anche i sottoscrittori dell'interpellanza interrogano il Governo. Infatti, il sindaco Bosi, sottosegretario di Stato alla difesa, se non sbaglio con delega ai carabinieri...

FRANCESCO BOSI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Nella marina!

FABIO MUSSI. Nei mesi trascorsi ha parlato di devianza giovanile a Rio Marina. Ora, non voglio assolutamente dire - e qui non c'è scritto - che l'abbia ordinato, tuttavia è bene sapere se esiste un qualche collegamento tra queste esternazioni del sindaco e questa azione, che a me più che preventiva e repressiva appare piuttosto un arbitrio e, soprattutto, un errore. Non voglio generalizzare, però l'episodio è grave. Credo si tratti di un errore, sicuramente da correggere, sul quale sono curioso di sentire che cosa ha da dire il Governo (Applausi del deputato Vendola).

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'interno, onorevole Balocchi, ha facoltà di rispondere.

MAURIZIO BALOCCHI, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, solo una battuta iniziale. Conosco l'isola d'Elba, onorevole Mussi, perché sono fiorentino; quindi una certa vicinanza con l'isola c'è. Adesso torniamo alle cose serie.
Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, rispondo all'interpellanza urgente con la quale l'onorevole Mussi, insieme ad altri onorevoli interpellanti, richiama l'attenzione del Governo in merito alla vicenda relativa all'attività di prevenzione effettuata dai militari della compagnia dei carabinieri di Portoferraio, che, ai sensi dell'articolo 41 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, hanno perquisito l'abitazione di otto giovani di Rio Marina, nell'isola d'Elba, sospettati di detenere armi e stupefacenti, nonché di essere autori di danneggiamenti avvenuti nella stessa isola a partire dal giugno del 2001.
Durante questa perquisizione sono stati rinvenuti, oltre a materiale cartaceo ed informatico del movimento anarchico, 2 mazze da baseball, una bomboletta spray, coltelli a serramanico di diverse misure, tre coltelli, rispettivamente con lama di 21, 27 e 33 centimetri, un passamontagna nero, una fotografia raffigurante il senatore Bosi, sindaco di Rio Marina, oltre a cinque grammi di hashish. Degli otto giovani, due risultano pregiudicati per detenzione


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e spaccio di sostanze stupefacenti. Segnalo, inoltre, che sia la perquisizione sia il sequestro del materiale sono stati convalidati dalla competente autorità giudiziaria, che ha iscritto i giovani nel registro degli indagati.
Quello che ho esposto è la rappresentazione dei fatti così come si sono svolti; nell'interpellanza si adombrano possibili legami tra l'attività di perquisizione e l'affermazione del sindaco Bosi, attuale sottosegretario presso il Ministero della difesa, circa la presenza di casi di devianza giovanile nella località di Rio Marina. A tale proposito, informo che il comando provinciale dei carabinieri di Livorno ha escluso di aver ricevuto qualsiasi tipo di sollecitazione ed ha ribadito che tutte le iniziative di polizia giudiziaria sono state riferite ed avallate dalla procura della Repubblica di Livorno, titolare dell'indagine. Quanto alle dichiarazioni attribuite al comandante della compagnia dei carabinieri di Portoferraio, riportate anche dagli interpellanti, il comando generale dell'arma ha precisato che lo stesso, interessato dai rappresentanti di alcuni organi di stampa locale, forniva delle sommarie notizie sull'attività svolta, nei limiti consentiti del riserbo investigativo e senza peraltro rilasciare alcuna intervista. Aggiungo che non può ritenersi censurabile l'azione svolta dai carabinieri, cui spetta istituzionalmente il compito di vigilare ed assicurare il rispetto delle leggi.

PRESIDENTE. L'onorevole Mussi ha facoltà di replicare.

FABIO MUSSI. Non mi ritengo soddisfatto dalla risposta fornita dal sottosegretario Balocchi, perché l'articolo 41 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza autorizza la perquisizione per armi, esplosivi e traffico di stupefacenti. È stata trovata una modestissima quantità di stupefacenti, non erano presenti armi ed esplosivi; evidentemente, l'informazione era infondata e la fonte non era attendibile. In quel caso non bisognava insistere ma riconoscere l'errore. Sottosegretario Balocchi, l'articolo 21 della Costituzione, che ho citato poco fa, riguarda il diritto di manifestare liberamente: è facilissimo applicarlo alle idee che si condividono o che vanno per la maggiore, ma esso è volto a garantire tutti, anche le idee estreme o quelle agitate da piccole minoranze; è questa la parte dell'opinione pubblica maggiormente tutelata dalla nostra Costituzione.
Sottosegretario Balocchi, le persone di cui stiamo discutendo sono iscritte nel registro degli indagati e sono curioso di venire a conoscenza delle imputazioni; certamente, se l'imputazione riguarda il danneggiamento o l'imbrattamento di muri, questo ipotetico reato (che dovrà essere dimostrato) non giustificava l'irruzione notturna nelle case di otto famiglie che, in una piccola comunità, crea uno shock, dal momento che non ci troviamo in una grande città. Otto irruzioni notturne in un paese di poche centinaia di abitanti costituiscono un fatto sconvolgente: bisogna usare una certa cautela.
Voglio dire una cosa di più: ammettiamo, sottosegretario Balocchi, che quel gruppo di giovani - non so come possano essere definiti, e starei attento anche ad appiccicare etichette: «anarchici» è quella che va per la maggiore; infatti, ogni qual volta non si comprende bene la realtà dei fatti, si appiccica sempre l'etichetta di anarchico - abbia un pregiudizio verso lo Stato, le sue istituzioni, i suoi apparati; ebbene, così avete trovato il modo per rafforzare quel pregiudizio, non certo per correggerlo. Gli adulti hanno il dovere, soprattutto gli adulti che hanno responsabilità istituzionali, di aprire dialoghi, di tendere la mano, di esercitare anche un'opera educativa, ma non di comportarsi in modo da rafforzare il pregiudizio e chiudere le vie alla comunicazione, comunicazione tra persone diverse, tra generazioni, tra istituzioni e, soprattutto, con la gioventù.
Il concetto usato dal sindaco, qui presente nella sua veste di sottosegretario alla difesa, di «devianza giovanile» è un concetto da maneggiare con cura, con molta cura. I giovani hanno diritto a cercare la loro strada, a cercarla in piena libertà, a


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trovare interlocutori, ad incontrare anche una politica che offra loro i luoghi, le occasioni, le opportunità di essere liberi e di sviluppare la loro personalità.
Per queste ragioni continuo a pensare che ci troviamo di fronte ad un errore che deve essere corretto e, pertanto, mi dichiaro insoddisfatto della risposta del Governo (Applausi del deputato Vendola).

PRESIDENTE. Con il consenso degli altri interpellanti e dei rappresentanti del Governo passeremo ora allo svolgimento dell'interpellanza Arrighi n. 2-00266, relativa all'intervento del signor Agnoletto presso la scuola elementare di Lecco.

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