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PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per le comunicazioni, onorevole Innocenzi, ha facoltà di GIANCARLO INNOCENZI, Sottosegretario di Stato per le comunicazioni. Signor Presidente, in relazione all'atto parlamentare cui si risponde, si ritiene opportuno rammentare anche in questo caso che, a seguito della trasformazione dell'ente Poste Italiane in società per azioni, il Governo non ha il potere di sindacarne l'operato per la parte riguardante la gestione aziendale che, come è noto, rientra nella competenza propria degli organi statutari della società.
PRESIDENTE. L'onorevole D'Agrò ha facoltà di LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, signor sottosegretario, capisco le argomentazioni addotte soprattutto in merito alla trasformazione in società per azioni delle Poste Italiane; tuttavia, vorrei ribadire cosa sia un assegno circolare. Di fatto, si tratta di un titolo di credito vantato perché è stato depositato anticipatamente il corrispondente denaro; entriamo, quindi, in un discorso particolare. Ho la sensazione che venga esercitato un ricatto forte da parte dell'ente Poste che, giustamente, sta cercando di farsi una clientela: non credo che questo sia il modo.
intrattiene rapporti cosiddetti continuativi o non ha un conto corrente postale in quella sede specifica. Credo che, a questo punto, dovremmo considerare i rischi più volte evidenziati in materia di sicurezza dei cittadini.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento dell'interpellanza e delle interrogazioni all'ordine del giorno.
Ciò premesso, si fa presente che Poste Italiane, interessata in merito a quanto rappresentato dall'onorevole interrogante, ha riferito che gli uffici postali presenti su tutto il territorio nazionale accettano assegni circolari per il pagamento dei bollettini di conto corrente postale soltanto nei casi in cui tale titolo sia presentato da clienti correntisti o che abbiano con l'ufficio rapporti abituali. Tale comportamento, che del resto è usuale anche presso gli sportelli bancari, deriva dalla necessità di limitare al massimo i rischi connessi con l'eventuale falsificazione degli assegni stessi e, pertanto, è prassi generalizzata consentire l'effettuazione delle operazioni di pagamento tramite assegno circolare soltanto ai clienti abituali o ai titolari di un conto corrente postale, ai quali è consentito versare sui propri conti tutte le tipologie di assegni: bancari, postali e circolari.
Vorrei far presente che l'interrogazione è collegata ad un caso specifico, sostanzialmente tipico di quanto accade generalmente. Per esempio, il titolare di un'azienda che debba pagare il bollo auto per cento, centocinquanta camion o automobili, per un importo di 50, 80 milioni, deve presentarsi allo sportello postale con 50, 80 milioni di denaro liquido, se non
Mi pare quindi che una indicazione precisa verso una società per azioni, che tuttavia svolge anche un servizio pubblico, deve essere quella di tener conto dei titoli che effettivamente possono essere scambiati, nella logica dello scambio di denaro, sapendo perfettamente che quel denaro è stato preventivamente depositato in banca e non vi sono rischi di falsificazione. A questo punto, potremmo pensare che nessun assegno circolare possa essere girato fra le banche stesse, perché di fatto può essere considerato non vero e non certificato.
Questo mi dispiace molto, signor sottosegretario, perché mi è stato riferito che il caso in questione riguarda una serie di altri rapporti che sono intervenuti sempre fra il mondo imprenditoriale e il sistema postale italiano, il che pone delle serie questioni. In quest'aula è già riecheggiato il tema della riorganizzazione dell'intero settore postale italiano, nel cui ambito vi sono uffici postali che vengono chiusi solo in virtù di economie di scala. Le dico che dobbiamo stare attenti, come Governo di questo paese e come classe dirigente. Alcuni uffici postali in alcuni paesi di montagna svolgono una funzione sociale: sto pensando a chi va a ritirare la pensione e, magari, nel momento in cui viene chiuso l'ufficio postale è costretto a percorrere 10 o 15 chilometri per andare a ritirarla. Occorre valutare la questione con molta attenzione, perché se l'episodio dell'assegno circolare è una spia, a maggior ragione lo è il problema a cui ora ho fatto riferimento. In questo caso, credo che un servizio di questo genere, che le Poste in qualche modo devono offrire, non possa essere considerato soltanto in termini mercantilistici, in relazione ad economie di scala, sì da arrivare al pareggio di bilancio. Mi pare che siamo arrivati al pareggio di bilancio: adesso è meglio arrivare anche a un pareggio di servizi per la comunità.