Risposta. - Si fa presente che dai drammatici attentati dell'11 settembre 2001, è stato adottato un complesso di misure per elevare i livelli di sicurezza di tutti gli obiettivi sensibili, tra i quali gli scali aeroportuali.
Risposta. - Si fa presente che, dagli accertamenti svolti dal compartimento polizia ferroviaria di Roma è emerso che nella mattinata del 13 luglio 2001 il responsabile del posto Polfer di Orvieto ha ricevuto una telefonata di un anonimo interlocutore che richiedeva la rimozione immediata di una fotocopia di una pagina di un giornale affissa sul vetro della biglietteria della stazione di Fabro-Ficulle (Terni).
Risposta. - Si fa presente che dagli accertamenti esperiti risulta che agli atti
dell'anagrafe del comune di Roma, l'architetto Enrico Cassia è stato formalmente residente al civico n. 31, int. 9 di via dei Funari, dal 21 giugno 1975 al 14 ottobre 1997.
Risposta. - Con l'interrogazione in esame si chiede l'adozione di iniziative di sostegno dell'economia italiana - anche di carattere normativo - dopo la crisi internazionale derivante dai tragici fatti dell'11 settembre 2001, al fine di rilanciare i consumi delle famiglie italiane. In particolare, veniva suggerito di rinunciare, in concomitanza delle trascorse festività natalizie, al gettito delle imposte collegate all'acquisto di beni di largo consumo e di servizi turistici.
maggio 1977, si sarebbe posta in contrasto con detta disposizione.
Risposta. - A seguito della pubblicazione del servizio giornalistico richiamato nell'atto di sindacato ispettivo, il prefetto di Torino, ha acquisito un dettagliato rapporto del comando provinciale dell'Arma dei carabinieri e ha richiesto al sindaco i chiarimenti del caso di Pino Torinese, ribadendo l'illiceità di eventuali iniziative volte a impiegare «volontari armati» in attività di controllo del territorio.
associazioni di guardie venatorie, convenzionate con il comune e composte da volontari, aventi la qualifica di guardie particolari giurate, esclusivamente per l'espletamento di attività relative alla tutela del patrimonio ambientale all'interno del «Parco della Callirea di Superga». Durante il loro servizio le guardie venatorie, dotate di pistola in quanto guardie giurate, impiegano autovetture di loro proprietà; su cui applicano un lampeggiante blu che utilizzano quando percorrono il menzionato parco.
Risposta. - Si fa presente che la manifestazione denominata «Marcia della dignità dei migranti», svoltasi a Bologna il 1o dicembre 2001, è stata indetta dal gruppo consiliare del partito della Rifondazione Comunista e da altri sodalizi aderenti al «Bologna Social Forum», per protestare contro le modifiche alla disciplina dell'immigrazione annunciate dal Governo.
l'individuazione degli aggressori che hanno potuto dileguarsi, approfittando anche della confusione determinata dalla presenza di molte persone nel centro cittadino.
condotta politica è stata caratterizzata da metodi antidemocratici, che hanno drammaticamente funestato non solo il nostro Paese, bensì una intera epoca storica a livello mondiale;
Risposta. - Il problema sollevato dagli interroganti sull'opportunità di annullare la determinazione n. 80 del 2 agosto 2001, con la quale il sindaco di Tremestieri Etneo (Catania) ha intitolato alcune strade cittadine ad uomini politici, può considerarsi superato.
Risposta. - Occorre anzitutto precisare che con il decreto legislativo 22 luglio 1999, n. 261 - che ha dato attuazione alla direttiva comunitaria 97/67/CE - è stato avviato un graduale e controllato processo di liberalizzazione del servizio postale.
quanto soggette a facili aggiramenti ed essere, pertanto, causa di aggravio dei costi del servizio universale.
Risposta. - In data 7 giugno 2001, la Corte europea dei diritti dell'Uomo di Strasburgo ha emesso la sentenza riguardante il contenzioso in atto tra lo Stato italiano e 208 emofilici contagiati dal virus dell'AIDS/HIV o dell'epatite in seguito a trasfusioni di sangue infetto.
Risposta. - La linea elettrica aerea che insiste lungo la via Gregorio XI nel comune di Roma è di proprietà di Acea distribuzione S.P.A., società del gruppo Acea che eroga il servizio di distribuzione elettrica nei comuni di Roma e Formello.
Risposta. - Si fa presente che l'utilizzo dei dispositivi supplementari di segnalazione visiva di allarme è attualmente consentito, ai sensi dell'articolo 177 del codice della strada, soltanto a determinati veicoli, adibiti essenzialmente a servizi di polizia, antincendio e soccorso.
Risposta. - Nel premettere che una comunicazione dell'agenzia delle entrate, ufficio dichiarazioni fiscali ed atti, concernente l'esito del controllo automatizzato effettuato sulle dichiarazioni dei redditi modello unico per il periodo di imposta 1999, invita i contribuenti a rivolgersi, per risolvere i casi meno complessi e per ottenere informazioni, a qualsiasi ufficio locale entro 30 giorni o a contattare i centri di risposta telefonici, ha lamentato il grave disagio di quei contribuenti che non ricevono risposta da parte degli operatori telefonici, nelle ore indicate nella comunicazione, ed ha chiesto di conoscere quali misure si intendano adottare per risolvere tale «disservizio».
decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972) concernenti la liquidazione automatizzata delle dichiarazioni presentate a decorrere dal 1o gennaio 1999, a cui si aggiungono i compiti in materia di annullamento, in autotutela, dei predetti atti, stabiliti con circolare dell'11 luglio 2000 (n. 143/E).
d'Italia», gestito dal ministero dell'Interno, relativamente alla misura 1.3 recante «Rafforzamento dei sistemi sociali locali»;
Risposta. - Si fa presente che, nell'ambito del programma operativo multiregionale «Sicurezza per lo sviluppo del Mezzogiorno d'Italia», annualità 1994-1999, approvato dalla Commissione europea il 3 marzo 1998 e completato in questi giorni (chiusura degli impegni di spesa 31 dicembre 1999; chiusura delle procedure di spesa 31 dicembre 2001), l'attuazione della misura I.3 «rafforzamento dei sistemi locali sociali» di cui è responsabile il prefetto di Caserta (destinata a finanziare «progetti pilota» in aree a particolare densità criminale), è stata affidata ad «Agrorinasce S.r.l. agenzia per l'innovazione, lo sviluppo e la sicurezza del territorio», società consortile, costituita fra i comuni casertani di Casal di Principe, Casapesenna, San Cipriano d'Aversa e Villa Literno.
L'Università della Legalità è stata ufficialmente inaugurata il 19 dicembre 2000 ed ha già iniziato la sua attività.
Risposta. - Si fa presente che il manifesto affisso il 29 settembre 2001, negli spazi riservati a manifesti pubblicitari e necrologi di Lacedonia e contenente un annuncio funebre relativo alla morte dell'ex sindaco Angelo Quatrale, faceva riferimento alla rimozione di quest'ultimo, disposta negli anni cinquanta «per motivi politici, poiché perseguitato (denunciato) più volte dai carabinieri di Lacedonia, per resistenza e vilipendio nei confronti delle istituzioni dello Stato e alla sua successiva assoluzione dalle accuse mossegli dalla polizia di Stato di Scelba».
cittadini pachistani ad opera degli agenti di polizia di Stato e agenti della Guardia di finanza;
Risposta. - Si fa presente che dagli accertamenti svolti dal competente ufficio del dipartimento della pubblica sicurezza di questo ministero, non risultano elementi che confermino l'episodio descritto nell'atto di sindacato ispettivo parlamentare.
Risposta. - Si fa presente che nel 2001 la fenomenologia delittuosa più diffusa nella provincia di Alessandria è stata rappresentata dai furti nelle abitazioni ed in danno di esercizi commerciali, fra i quali risultano più a rischio le tabaccherie ed i negozi con merce di elevato valore economico.
non è ancora riuscito ad avere una spiegazione circa la mancata presenza dei picchetti militari -:
Risposta. - Si rappresenta, in premessa, che per la celebrazione organizzata dall'associazione dei reduci da Coltano, il 23 settembre 2001, era stato previsto solo l'intervento di una rappresentanza della marina militare e dell'esercito e non picchetti armati.
Risposta. - Così come riportato dal quotidiano statunitense Washington Post, il dipartimento di Stato americano ha avviato una fase di revisione del programma denominato Visa Waiver (che garantisce ai cittadini di 29 paesi l'esenzione dall'obbligo di visto d'ingresso per turismo negli Stati Uniti), tesa a verificare che la situazione di sicurezza interna ai paesi coinvolti corrisponda alle condizioni previste dalla normativa americana.
dei centri sociali e dei no-global - non solo provocava gravi momenti di tensione ma metteva in seria difficoltà le forze dell'ordine impegnate per evitare che i due gruppi venissero in contatto;
Risposta. - Si fa presente che, il movimento politico «Forza Nuova», nel quadro della «settimana per la difesa della vita», ha indetto una manifestazione per il giorno 1o novembre 2001, incentrata su un corteo che sarebbe terminato con una veglia notturna nei pressi dell'ospedale ginecologico di Catania.
slovena, ma, anzi, sono soggetti a continui tentativi di espropriazione e estromissioni da compagini societarie miste italo-slovene-:
Risposta. - Negli ultimi anni l'attività svolta dalle imprese italiane in Slovenia, mediante la costituzione di numerose imprese miste e la partecipazione a gare di appalto, soprattutto per la realizzazione di progetti infrastrutturali, è stata significativa e crescente.
stabilito dall'acquis comunitario in materia di libera prestazione dei servizi e di libera circolazione dei capitali.
Risposta. - Il dipartimento della pubblica sicurezza di questo ministero ha ritenuto di dover resistere nel contenzioso instaurato dall'agente scelto della polizia di Stato Golzi Luca, in conformità ad un orientamento ormai consolidato, secondo cui le funzioni di vice procuratore onorario sono incompatibili con quelle di ufficiale o agente di polizia giudiziaria, rivestite dei dipendenti della polizia di Stato.
pubblico al corretto funzionamento degli uffici sancito dall'articolo 97 della Costituzione.
Risposta. - La legge n. 36 del 22 febbraio 2001, «Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici» stabilisce quanto segue:
Nel caso in questione, il gestore della linea elettrica, ENEL, ha comunicato che: l'elettrodotto richiamato dall'interrogazione è stato costruito a Palermo nel 1955 dalla società termoelettrica siciliana alla tensione
di 70 kilovattora e, successivamente trasformato dall'ENEL, in forza del decreto autorizzativo n. 1189/ZU del 24 ottobre 1998, alla tensione di 150 kilovattora;
dei cittadini italiani residenti all'estero e nella fattispecie in Brasile attraverso l'emanazione di una circolare interpretativa;
Risposta. - Con la interrogazione in esame si lamenta l'applicazione della convenzione Italia-Brasile del 3 ottobre 1974 sulle doppie imposizioni, che, sulla base di una errata traduzione dell'espressione "may be taxed", avrebbe comportato, a decorrere dell'1 gennaio 2000, la imposizione dei redditi da pensione di importo superiore a cinquemila dollari statunitensi in entrambi gli Stati contraenti.
Risposta. - Si comunica di aver dato disposizione agli uffici di questo dipartimento di predisporre lo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri relativo alla definizione delle modalità di riconoscimento dei titoli di studio, anche di quelli conseguiti all'estero, validi per l'accesso alla qualifica di dirigente nella pubblica amministrazione.
Risposta. - Le motivazioni che hanno indotto il comando generale delle capitanerie di porto di questa amministrazione ad adottare il provvedimento di trasferimento del capitano di corvetta Ferlisi sono state dettate dalla necessità di tutelare l'ufficiale,
atteso che la presenza dello stesso nella sede di Messina, per sua stessa ammissione, aveva fatto emergere ipotesi di incompatibilità ambientale.
Risposta. - A seguito dell'accertamento dei primi focolai di «Blue Tongue» in Sardegna nel mese di agosto 2000, il ministero della salute, in considerazione dell'evoluzione e della specificità epidemiologica di tale malattia, trasmessa da insetti vettori a diffusione eolica, visti i fattori di ordine geografico, amministrativo ed ecologico ad essa connessi, ha provveduto a diramare sul territorio nazionale una serie di provvedimenti atti a prevenite la diffusione della malattia nelle aree libere, tenuto anche conto di quanto stabilito in materia dalla normativa comunitaria.
infetti anche nelle province di Lecce, Taranto ed in alcuni comuni della provincia di Brindisi.
Risposta. - Con l'interrogazione in esame si chiede di conoscere le ragioni della mancata proroga del trasferimento del capitano Domenico Napoletano, in servizio presso il nucleo provinciale di polizia tributaria di Bergamo, al comando generale della guardia di finanza di Roma, e pertanto si chiede di procrastinare la decorrenza del trasferimento al fine di consentire al predetto ufficiale di continuare la collaborazione con l'autorità giudiziaria di Bergamo in importanti inchieste.
Risposta. - La società ferrovie dello Stato, interessata al riguardo, fa presente che in data 1o gennaio 1999 la stazione di Vittoria è stata trasformata in impianto satellite di Comiso a seguito di una revisione del reticolo logistico degli impianti adibiti a scalo merci nel territorio isolano, peraltro concordata con le organizzazioni sindacali siciliane.
dipendenti prevede quali motivi idonei a giustificarne la movimentazione le esigenze tecnico-organizzative del datore di lavoro o esigenze, interessi e specifiche condizioni personali e familiari del lavoratore da trasferire -:
Risposta. - Con l'interrogazione in esame si chiede di conoscere le ragioni del mancato trasferimento della signora Mancuso alla commissione tributaria regionale di Palermo; se, nel trasferimento di altri dipendenti, assunti a seguito dell'espletamento della medesima procedura concorsuale, siano stati seguiti i criteri appositamente previsti e, infine, se le sue legittime aspettative siano state danneggiate dal trasferimento dei predetti dipendenti.
Risposta. - Si fa presente che varie disposizioni di legge prevedono la «tutela legale» a favore del personale delle Forze di polizia sottoposto a procedimento giudiziario.
pubblico, prevede che possono fruire di tale tutela gli ufficiali e agenti di pubblica sicurezza o di polizia giudiziaria imputati per fatti compiuti in servizio e relativi all'uso delle armi o di altro mezzo di coazione fisica.
Risposta. - Si fa presente in via preliminare, che l'accordo di programma per la chimica di Porto Marghera ha rappresentato un risultato di grande rilevanza per le forze politiche, sociali e produttive del nostro paese e rappresenta, inoltre, ancora oggi, un caso d'eccellenza, un modello su cui costruire in altre aree del paese una serie di esperienze di successo.
Risposta. - L'onorevole interrogante, nell'evidenziare che il Ministro del lavoro e delle politiche sociali con verbale d'intesa dell'11 maggio 2001) ha riconosciuto le confederazioni sindacali delle libere professioni Confedertecnica, Consilp-Confprofessioni e Cipa come «rappresentative» del comparto libero-professionale, chiede di conoscere come si intende procedere per includere tali associazioni fra gli osservatori provinciali per l'adeguamento degli studi di settore alle realtà economiche locali, al fine di una corretta e compiuta rappresentatività degli esercenti arti e professioni tecniche.
Risposta. - Si fa presente che l'ipotesi di accorpare alcuni compartimenti, contigui fra loro, della polizia stradale era stata avanzata in sede di elaborazione del progetto, avviato dal 1998, di revisione dei moduli organizzativi degli uffici e reparti delle specialità della polizia di Stato, al fine di restituire a compiti operativi il maggior numero di personale, riducendo gli impegni di natura essenzialmente burocratica.
Risposta. - L'onorevole interrogante lamenta l'interpretazione restrittiva, da parte dell'amministrazione finanziaria, dell'articolo 33, comma 3, della legge 23 dicembre 2000, n. 388; norma, questa, che introduce un regime fiscale agevolato per i trasferimenti di beni immobili in aree soggette a piani urbanistici particolareggiati, a condizione che l'utilizzazione edificatoria dell'area avvenga entro cinque anni dal trasferimento.
di area ricompresa in un piano particolareggiato, bensì solo l'acquisto dal quale dipenda la edificabilità di quanto già si possieda.
Risposta. - Si segnala che la protesta attuata dal personale dell'ufficio provinciale della motorizzazione civile di Udine, interessa tutti gli uffici M.C.T.C. che hanno proclamato l'astensione dalle attività da svolgersi nelle ore pomeridiane presso le sedi dei richiedenti.
Risposta. - L'ufficio scolastico regionale per la Calabria non ha stilato a livello regionale protocollo d'intesa alcuno né con il Ministero dell'interno né con l'associazione «Riferimenti» al fine di attuare nelle scuole calabresi una barriera di solidarietà nella lotta alla criminalità organizzata.
Risposta. - Si fa presente che il comando generale dell'Arma dei carabinieri, a causa dell'inadeguatezza logistica e della vetustà dello stabile, già adibito a sede del comando stazione di Maropati, ha disposto, previa autorizzazione del ministero della difesa e parere favorevole della prefettura di Reggio Calabria, il trasferimento del presidio nel comune di Feroleto della Chiesa, in un immobile costruito «ad hoc» dall'amministrazione comunale.
archivi/o di dieci anni di attività, compresi i lavori di ricerca ed i numeri del Corriere dell'Europa, rivista culturale di respiro internazionale -:
Risposta. - Si fa presente che i fatti criminosi perpetrati il 1o novembre 2001 in danno dell'istituto Italiano per gli studi europei di Giugliano in Campania hanno formato oggetto di attente indagini della polizia di Stato e dell'Arma dei Carabinieri, indirizzate, tenuto conto del «modus operandi» e del tipo di attrezzature trafugate, nei confronti di alcuni gruppi malavitosi dediti alla commissione di analoghi delitti.
di Reggio Calabria continuano a rimanere al loro posto, tanto che nella stessa giornata in cui la Corte di appello reiterava la dichiarazione di incandidabilità, la giunta adottava decine di delibere;
Risposta. - Il prefetto di Reggio Calabria, considerato che la sentenza del 29 novembre 2001 della Corte d'appello confermava l'ineleggibilità del dottor Galletta e la nullità delle elezioni, con decreto n. 2344/2001/Gab. del 1o dicembre 2001, provvedeva a nominare un commissario prefettizio con i poteri del sindaco, della giunta e del consiglio, al fine di garantire la continuità della vita amministrativa dell'ente.
rieletto al Parlamento alle ultime elezioni politiche del 13 maggio 2001, su ordine della procura di Potenza, viene tratto in arresto con l'accusa di minaccia e violenza privata ai danni di un imprenditore di Taranto, con interessi a Castellaneta e calunnia ai danni del sostituto procuratore della Repubblica di Taranto, dottor Matteo Di Giorgio. Secondo l'impostazione accusatoria, i primi due reati ai danni dell'imprenditore sarebbero stati finalizzati a colpire il magistrato in servizio presso la procura di Taranto, in maniera tale da screditarlo, screditando di conseguenza anche l'inchiesta sugli appalti gestiti dal comune di Castellaneta e diretta proprio dal dottor Matteo Di Giorgio;
quando emergono elementi su collegamenti diretti o indiretti degli amministratori con la criminalità...»;
Risposta. - Il 6 dicembre, 2001 con decreto del Presidente della Repubblica è stato disposto lo scioglimento del consiglio comunale di Castellaneta (Taranto), a causa delle dimissioni di 13 consiglieri su 20 e nominato un commissario straordinario per la provvisoria gestione dell'ente, ai sensi dell'articolo 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000 n. 267, fino all'insediamento del nuovo Consiglio che avverrà in occasione del prossimo turno elettorale.
Risposta. - Al riguardo, si precisa che trattasi di un compendio immobiliare di notevoli dimensioni, allibrato alla scheda patrimoniale n. 50, costituito da quattro palazzine ubicate nella zona centrale del comune di Navi Ligure.
Risposta. - Nel pomeriggio del 14 settembre 2001 una tromba d'aria, associata a un violento nubifragio, ha colpito il territorio di alcuni comuni della Provincia di Alessandria.
legge n. 833 del 1978 disponeva l'articolazione in tre qualifiche funzionali del Servizio medico-legale degli Enti previdenziali;
II) Area comprendente i dirigenti del comparto regioni e delle Autonomie locali;
fermo per l'area contrattuale della dirigenza del ruolo sanitario quanto previsto dall'articolo 15 del decreto legislativo n. 502 del 1992 e successive modifiche. Agli accordi che definiscono i comparti o le aree contrattuali si applicano le procedure di cui all'articolo 46, comma 5. Per le figure professionali che, in posizione di elevata responsabilità, svolgono compiti di direzione o che comportano iscrizioni ad albi oppure tecnico-scientifici e di ricerca, sono stabilite discipline distinte nell'ambito dei contratti collettivi di comparto»;
Risposta. - L'onorevole interrogante chiede che la disciplina dell'area della dirigenza venga estesa ai medici degli enti previdenziali.
di comparto: non più, quindi, come articolazioni interne della dirigenza, ma espressamente come «figure professionali» destinatarie di «distinte discipline nell'ambito dei contratti collettivi di comparto», come previsto anche dall'articolo 11, comma 4, della legge n. 59 del 1997, il quale prevede che «i decreti legislativi e la contrattazione collettiva possano distinguere la disciplina relativa ai dirigenti da quella concernente le specifiche tipologie professionali.
Si fa presente, infine, che nel lavoro pubblico, a differenza di quanto avviene nel lavoro privato, la qualifica di «dirigente» non è correlata al ruolo ed alle funzioni gerarchiche rivestite dal soggetto nell'ambito dell'assetto organizzativo dell'ente, ma deriva unicamente dalla formale posizione di «status» attribuita al dipendente, di norma, al momento dell'assunzione ovvero, anche a seguito delle modificazioni dello stesso status conseguite nel corso della «carriera», sempre nel rispetto delle regole pubblicistiche, che attualmente ancora governano le modalità di assunzione alle dipendenze di pubbliche amministrazioni.
Risposta. - Si rappresenta che le problematiche relative all'inquinamento acustico sono da ricondurre alla legge quadro
sul rumore n. 447 del 1995 che prevede all'articolo 10 comma 5, che il gestore dell'infrastruttura ferroviaria predisponga e, quindi, attui piani di risanamento acustico nelle aree in cui si verificano superamenti dei limiti di immissione fissati con decreto del Presidente della Repubblica 459 del 1998. La stessa legge dispone, inoltre, che tale piano debba essere predisposto secondo le direttive emanate dal Ministero dell'Ambiente con decreto ministeriale del 29 novembre 2000, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 6 febbraio 2000 e con entrata in vigore dopo 60 giorni dalla sua pubblicazione. Con tale decreto stato appunto completato il quadro normativo che definisce modi e tempi con cui predisporre tali piani.
soprattutto alla tutela della circolazione ferroviaria, nonché degli estranei ripristinando, più volte, le recinzioni vandalizzate da ignoti, specialmente nelle zone ad alta intensità abitativa che, non adeguatamente recintate, costituiscono potenziali luoghi di facile intromissione ove possono essere consumati atti illeciti a danno della società medesima.
In ausilio, sono richiesti periodicamente interventi programmati delle altre forze di polizia (carabinieri, questura, Guardia di finanza) per il controllo delle aree urbane limitrofe alle stazioni nonché iniziative per rafforzare i controlli nelle stazioni ferroviarie impresenziate.
20 e 21 del regolamento di polizia ferroviaria (attraversamento dei binari e stazionamento in aree interdette ai viaggiatori).
Risposta. - L'efferatezza dell'eccidio di oltre 10.000 soldati italiani a Cefalonia, che si erano arresi alle truppe tedesche dopo gli eventi dell'8 settembre 1943, è stata con forza riportata all'attenzione pubblica nel corso della visita del Presidente Ciampi in Grecia, nel marzo scorso. In tale occasione, il Capo dello Stato, accompagnato dal Presidente greco Stephanopoulos, si è recato sull'isola di Cefalonia per rendere omaggio a quello che ha definito «il primo atto di resistenza» contro il fascismo.
Perché si verifichi quest'ultimo caso occorre dimostrare l'esistenza delle condizioni aggravanti della efferatezza, dei mezzi insidiosi usati, o dell'uso di mezzi pericolosi per la collettività. Perché quindi si possa aprire oggi un vero e proprio procedimento sui fatti di Cefalonia, occorre che venga dimostrata l'esistenza di almeno una delle predette condizioni.
in passato ripetutamente fatto ammenda e riconosciuto la responsabilità politica e morale della Germania per i crimini commessi dal regime nazista.
alla esecuzione dell'acquedotto di cui in premessa, che risulta in palese difformità alle condizioni previste dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri in data 4 agosto 1999;
Risposta. - Il distretto minerario di Torino nel luglio 1987 ha rilasciato, per un periodo di dieci anni, alla società Cementir s.p.a. una concessione mineraria per marna nella sopracitata località.
Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 4 agosto 1999 il Presidente del Consiglio dei ministri pro tempore fece propria la deliberazione del Consiglio dei ministri.
più di due ore, ne ha scaricato la nona parte, provocando gli ingenti danni in seguito ai quali il sindaco Iervolino ha chiesto la stato di calamità naturale;
Risposta. - Nella notte tra il 15 e il 16 settembre 2001 alcune aree del territorio della regione Campania sono state interessate da una precipitazione a carattere temporalesco di eccezionale intensità che ha prodotto danni ad abitazioni, attività produttive, infrastrutture e servizi, ed ha causato il decesso di due persone.
ricompresi nella dichiarazione dello stato di emergenza. Con successive delibere ha stanziato altri 50 miliardi.
Risposta. - Si fa presente che l'Arma dei carabinieri ha disposto servizi straordinari per il contrasto del fenomeno della prostituzione lungo il tratto viario della strada provinciale 26/bis, in provincia di Treviso, indicato nell'atto di sindacato ispettivo parlamentare.
e sfruttamento della prostituzione di 26 individui, di cui quattro albanesi, sei italiani e sedici rumeni.
Risposta. - Si fa presente che la situazione della sicurezza pubblica nei comuni di Codogné, Gaiarine e Vazzola è stata esaminata in un'apposita riunione, tenutasi il 22 novembre 2001 presso la prefettura di Treviso, con i sindaci dei comuni interessati.
Risposta. - Su proposta del competente comandante provinciale dei vigili del fuoco e valutate le esigenze territoriali, lo sviluppo industriale, la natura dei luoghi e la distanza da altre sedi di servizio antincendio,
con decreto ministeriale 139/88635 del 26 settembre 2001, è stato istituito il distaccamento permanente di Vittorio Veneto dipendente dal comando provinciale dei vigili del fuoco di Treviso.
Risposta. - Si fa presente che al signor Vada non è stato possibile presentare le garanzie previste dall'articolo 23 del testo unico sull'immigrazione, approvato con il decreto legislativo n. 286 del 1998, per assicurare l'ingresso in Italia di due cittadini etiopi, in quanto gia il 4 giugno 2001, era stato raggiunto il tetto delle 15.000 garanzie previste, per l'anno in corso, dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 9 aprile 2001 sui flussi migratori.
Risposta. - L'onorevole interrogante chiede di conoscere i provvedimenti che si intendono adottare per ovviare ai disagi che attualmente si verificano negli uffici locali dell'Agenzia delle entrate, ed in particolare in quello di Bergamo, a causa del massiccio afflusso di contribuenti destinatari di lettere che segnalano crediti non dichiarati o indicati in misura inferiore a quella spettante.
Ciò posto si ritiene che le iniziative descritte, unitamente al progressivo esaurimento del carico relativo agli anni pregressi, consentiranno di ridurre decisamente gli inconvenienti lamentati nell'interrogazione.
contestuali, ovvero rese anche con atti separati purché contemporaneamente presentati al protocollo dell'ente, della metà più uno dei membri assegnati, non computando a tal fine il sindaco»;
Risposta. - Il 12 luglio 2001, il consiglio comunale di Casandrino (Napoli) ha provveduto alle operazioni di surroga dei consiglieri dimissionari; le modalità di presentazione delle dimissioni, infatti, mancando del requisito della «contemporaneità» - che ha una valenza strettamente temporale - non hanno integrato la fattispecie normativa di cui all'articolo 141, comma 1, lettera b), n. 3, del decreto legislativo n. 267 del 2000.
Risposta. - Dagli elementi acquisiti dalle competenti autorità sanitarie della regione Lombardia, risulta che le analisi effettuate dalla azienda sanitaria locale di Brescia sul latte prodotto nella azienda agricola Faustini di Brescia, volte ad accertare la presenza di policlorobifenile («PCB») hanno avuto esito negativo.
dell'azienda sanitaria locale di Brescia ha immediatamente sequestrato tali prodotti, vietandone il consumo.
Risposta. - Il decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, all'allegato A, attribuisce al comune di Maletto 1858 gradi-giorno e, conseguentemente, la zona climatica D
militare, UCEA del Ministero dell'agricoltura e foreste, servizio idrografico del Ministero dei lavori pubblici), in tutto circa 870 stazioni.
all'età, che può provocare una drastica riduzione del campo visivo, impedendo di mettere a fuoco e distinguere i dettagli delle immagini -:
Risposta. - In ambito nazionale, in armonia con la legislazione comunitaria, ricadono in un contesto normativo particolare tutti gli alimenti espressamente destinati alla prima infanzia (fino ai tre anni di vita).
infiammabili (greggio) 77.958 tonnellate; infiammabili (esano) 154 tonnellate; C.V.M. 4.492 tonnellate; ossigeno 1.100 tonnellate; ossigeno 0,78 tonnellate; acido fluoridrico 784 tonnellate; cloro 3 tonnellate; ammoniaca 13 tonnellate; anidride solforosa 63 tonnellate; infiammabili (GPL) 50 tonnellate; infiammabili (benzine+GPL) 134.613 tonnellate; ammoniaca 39.317 tonnellate; fosgene 15 tonnellate; cloro 542 tonnellate; infiammabili (benzine) 128.500 tonnellate; acrilonitrile 9.270 tonnellate; infiammabili (benzine) 124.300 tonnellate; infiammabili (benzine) 500 tonnellate;
Risposta. - Il 21 ottobre 1998, presso l'allora ministero dell'industria è stato firmato l'accordo di programma per la chimica a Porto Marghera, approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri il 12 febbraio 1999. Tale accordo ha rappresentato un risultato di grande rilevanza per le forze politiche, sociali e produttive del nostro paese e rappresenta, inoltre, ancora oggi un caso d'eccellenza, un modello su cui costruire in altre aree del paese una serie di esperienze di successo.
operative seguite, e gli impegni assunti dai diversi soggetti coinvolti, costituiscono la base di tale esperienza.
Si è, inoltre, a conoscenza che nell'ambito delle competenze attribuite dalla regione veneta all'Arpav, con la convenzione stipulata il 18 maggio 1998, il servizio prevenzione industriale della stessa sta predisponendo il «piano per l'informazione della popolazione interessata al rischio industriale».
nella provincia di Varese è situato l'aeroporto internazionale di Malpensa, che negli ultimi anni ha visto una crescita esponenziale del movimento di passeggeri provenienti da ogni parte del mondo, con il conseguente aumento dei rischi legati a terrorismo, nonché malavita comune ed organizzata;
i recenti, drammatici atti terroristici dello scorso 11 settembre, e l'inevitabile acuirsi della tensione internazionale, hanno richiesto l'immediato incremento delle misure di sorveglianza dello scalo aeroportuale, con l'impiego sul posto di ulteriori forze della polizia di Stato, impoverendo così ulteriormente le già esigue risorse a disposizione della questura di Varese per il controllo del territorio del Capoluogo e della provincia;
la provincia di Varese è sede di numerosi obbiettivi sensibili per potenziali attacchi terroristici, tra cui industrie aeronautiche di interesse nazionale;
nel territorio provinciale risiedono numerosi cittadini provenienti da paesi islamici, alcuni dei quali oggetto di segnalazioni di presunte, ed in certi casi accertate, attività legate al terrorismo -:
cosa intenda fare per assicurare alla questura di Varese le risorse idonee a garantire un adeguato controllo dell'aeroporto internazionale di Malpensa e dell'intero territorio di competenza.
(4-00820)
Presso questi ultimi è in atto un'articolata serie di misure di vigilanza aggiuntive previste dal programma nazionale di sicurezza, approvato l'11 ottobre 2001 dal comitato interministeriale per la sicurezza, organismo collegiale presieduto dal direttore generale dell'ente nazionale aviazione civile (E.N.A.C.) e composto da rappresentanti degli enti e delle organizzazioni, anche privati, a vario titolo coinvolti nella gestione delle complesse realtà aeroportuali, tra i quali anche il dipartimento della pubblica sicurezza di questo ministero.
Per quanto concerne in particolare lo scalo aereo internazionale di Malpensa, il comitato sicurezza aeroportuale - del quale fa parte anche il dirigente dell'ufficio di polizia di frontiera - in attuazione del programma in parola ha adottato una serie di misure per il controllo dei passeggeri nonché degli aeromobili in arrivo, in sosta ed in partenza.
In tale contesto, sono stati assegnati all'ufficio di polizia di frontiera aerea, anche venti metal-detector e cinque bomb-detector per il controllo delle persone e dei bagagli all'interno della struttura.
Trattasi di apparecchiature elettroniche in grado di rilevare la presenza di esplosivi sia nei bagagli a mano, che in quelli da stiva.
Relativamente alla protezione delle compagnie El-Al ed American Airlaines, è stata disposta la loro concentrazione in un'unica zona dell'aeroporto, mentre, per le operazioni di decollo e di atterraggio dei relativi aeromobili, è previsto il supporto dei mezzi aerei del II reparto volo della polizia di stato.
Per la vigilanza mobile lungo il perimetro esterno nell'arco delle 24 ore vengono impiegati 5 equipaggi per turno, di cui due della polizia di Stato, due dell'Arma dei carabinieri ed una della Guardia di finanza, con un impiego complessivo di 50 elementi.
Il dipartimento della pubblica sicurezza di questo ministero ha progressivamente aumentato l'organico dell'ufficio di polizia di frontiera dalle 160 unità, presenti nel 1998, alle attuali 503, con sei unità cinofile antiesplosivo.
È stata, altresì, prorogata fino al prossimo 31 gennaio l'aggregazione di ulteriori 80 Agenti della polizia di Stato.
Inoltre il II reparto volo della polizia di Stato dispone, rispetto alla previsione di organico di 75 unità, di 84 dipendenti, nonché 5 elicotteri e 5 aerei.
Su richiesta del prefetto di Varese, dal 23 novembre 2001 è stato assegnato un contingente di cento militari delle Forze armate per la sorveglianza ed il controllo di obiettivi sensibili fissi all'interno ed all'esterno dello scalo aereo.
Relativamente ai presidi della polizia di Stato dislocati nella provincia di Varese, la questura ed il dipendente commissariato di Busto Arsizio presentano, effettivamente, una carenza di personale, che può tuttavia definirsi «fisiologica» - essendo pari, rispettivamente, a quindici e a sette unità - mentre presso il commissariato di Gallarate operano cinque addetti in più rispetto all'organico previsto.
Anche per l'Arma dei carabinieri si rilevano analoghe carenze fisiologiche sullo stesso territorio, in quanto nella compagnia di Busto Arsizio è presente una forza di 65 militari su di un organico previsto di 73 ed in quella di Gallarate una forza effettiva di 58 militari su di un organico previsto di 59.
Viceversa, nel capoluogo è presente una forza di 115 unità rispetto ad un organico di 114.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
nella prima mattinata del giorno venerdì 13 luglio 2001 è stato rinvenuto, affisso con nastro adesivo alla vetrata della biglietteria della stazione ferroviaria di Fabro-Ficulle (provincia di Terni), un articolo di stampa con evidenziata in colore celeste la propaganda politica di alcuni esponenti di Alleanza nazionale in merito a problematiche della stessa stazione ferroviaria;
alla richiesta di informazioni, in merito all'accaduto, rivolta al personale di stazione in servizio nella mattina stessa, correlata da invito alla rimozione dell'articolo di stampa stesso, è arrivato come risposta un duplice diniego ad entrambe le richieste;
pur essendo stato informato della vicenda, nella stessa mattinata, l'ufficio posto all'interno della stazione ferroviaria di Orvieto (Terni) preposto alla gestione della stazione fabrese, lo stesso articolo - nella serata di sabato 14 luglio - era ancora affisso nella vetrata della biglietteria;
solo nella giornata di domenica 15 luglio si è potuta constatare l'avvenuta rimozione dell'articolo stesso;
appare particolarmente grave il fatto che l'atrio di una stazione ferroviaria venga utilizzato come spazio di propaganda politica -:
quali provvedimenti intenda adottare quanto prima al fine di conoscere l'identità del o dei responsabili dell'affissione dell'articolo di stampa nella vetrata della biglietteria della stazione ferroviaria di Fabro-Ficulle;
se ritenga opportuno verificare eventuali responsabilità a carico di soggetti preposti alla gestione e alla sorveglianza della stazione ferroviaria di Fabro-Ficulle.
(4-00377)
Analoga richiesta in precedenza era stata fatta anche al capostazione di Orvieto.
Il responsabile del posto Polfer si impegnava a contattare il personale dell'ente ferrovie per la rimozione, informando l'interlocutore della temporanea indisponibilità di personale della polizia di Stato, impegnato in servizi prioritari in corso (scorta a due treni e vigilanza presso convogli in partenza e in arrivo ad Orvieto in quella mattinata).
Da controlli effettuati il giorno successivo, è risultato che lo stampato è stato rimosso lo stesso giorno 13 luglio 2001 a cura del capostazione titolare.
Ogni altro accertamento svolto per identificare le persone che avessero affisso lo stampato ha dato esito negativo.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
nell'ambito dell'attività della Commissione parlamentare d'inchiesta sul terrorismo e le stragi è emerso che nel periodo 1984-1993 il Servizio per le informazioni e la sicurezza democratica (Sisde) ha avuto la disponibilità di un appartamento all'ultimo piano del palazzo denominato Antici Mattei, in via Caetani 32, proprio di fronte a dove il 9 maggio 1978 venne rinvenuto il cadavere dell'onorevole Aldo Moro;
nel corso delle ricerche effettuate dai consulenti della Commissione stragi è stato accertato che in quei locali, prima che vi si installassero gli uffici del Sisde, abitava l'architetto Enrico Cassia, il quale ha mantenuto ininterrottamente la sua residenza in quell'appartamento anche durante gli anni successivi, come emerge dai documenti esaminati presso la Camera di Commercio di Roma;
il 13 gennaio 1994 il quotidiano L'Indipendente riportava la notizia che in quell'appartamento aveva abitato fino al settembre 1993 la figlia di un funzionario del Sisde;
all'atto della chiusura dell'attività della Commissione stragi, coincidente con il termine della XIII legislatura, la relazione predisposta dai consulenti è stata resa nota, avanzando l'ipotesi che in realtà il Sisde potesse avere la disponibilità di quei locali anche durante il sequestro dell'onorevole Moro -:
se corrisponda al vero che nel periodo 1984-1993, cioè durante la permanenza del Sisde nei locali di via Caetani 32, l'architetto Cassia abbia mantenuto la sua residenza nel medesimo appartamento;
come, in caso affermativo, sia stato possibile ciò, considerato che per proprio istituto il servizio interno dovrebbe operare nel modo più riservato e lontano da occhi indiscreti;
se risulti che l'architetto Cassia abbia avuto in qualche momento una qualunque forma di contatto con uffici o persone riferibili ai servizi segreti;
se corrisponda al vero che nel settembre 1993 nell'appartamento in questione abitasse la figlia di un funzionario del Sisde, così come riportato dal quotidiano L'Indipendente del 13 gennaio 1994.
(4-01089)
La circostanza di tale formale residenza nel suddetto immobile nel periodo in cui il servizio aveva il possesso non è imputabile al SISDE, bensì all'omissione da parte del Cassia della dovuta comunicazione ai competenti uffici del comune di Roma della variazione della propria residenza.
Lo stesso comune di Roma non ha evidentemente, nel periodo in esame, dato corso ad alcuna verifica dell'effettiva residenza del soggetto.
Dal 1984 al 1993 il servizio per le informazioni e la sicurezza democratica ha avuto la disponibilità dell'immobile per esigenze di natura istituzionale.
In merito ai rapporti tra l'architetto Cassia e il servizio, dagli atti non risulta che vi sia stato alcun tipo di collaborazione, neanche esterna o saltuaria.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
la forte caduta dei consumi seguita alla crisi internazionale derivante dai tragici fatti dell'11 settembre 2001 richiede misure anche di portata straordinaria per rilanciare i consumi delle famiglie nel nostro Paese;
tali misure andrebbero incontro alle richieste delle categorie del terziario e in particolare delle organizzazioni commerciali e turistiche;
sarebbe utile per tale finalità, limitatamente al prossimo mese di dicembre, coincidente con le festività natalizie, esentare da imposte l'acquisto di beni di largo consumo nonché di servizi turistici (attività di ristoranti, alberghi, viaggi, ed altro);
la perdita di introiti fiscali sarebbe largamente compensata da una forte immissione di liquidità nel sistema economico nazionale;
una proposta analoga è in discussione presso il Congresso degli Stati Uniti d'America -:
se il Governo, al fine di rilanciare i consumi delle famiglie italiane, non ritenga di assumere urgenti iniziative, anche di carattere normativo, ai fini dell'acquisto da parte delle famiglie italiane di beni di largo consumo e di servizi turistici nel mese di dicembre 2001.
(4-01397)
Va preliminarmente evidenziato che la proposta di esentare, per il mese di dicembre 2001, gli acquisti di beni di largo consumo, nonché i servizi turistici, pur se riferita alle imposte di consumo in genere, era incentrata essenzialmente sull'imposta sul valore aggiunto, atteso che l'eliminazione di altri tributi minori (quali, ad esempio, le accise) non avrebbe avuto sufficiente incidenza sull'attivazione dei meccanismi economici sperati.
Al riguardo, tale ipotesi di esenzione avrebbe trovato un ostacolo di carattere giuridico nei vincoli derivanti dalla normativa comunitaria, atteso che ogni misura di carattere agevolativa e, in particolare, il regime di esenzione (anche se di natura temporanea) comporta, con tutta probabilità, effetti distorsivi sulla concorrenza, con ripercussioni a carico delle imprese di altri Paesi membri. Comunque, ogni intervento normativo volto a disporre l'esenzione da IVA al di fuori dei limiti fissati dall'articolo 13 della direttiva n. 77/388/CEE del 17
Inoltre, l'accoglimento della cennata proposta avrebbe determinato una considerevole perdita di gettito per il bilancio dello Stato, con conseguente necessità di idonei mezzi di copertura finanziaria.
Va peraltro rilevato che il rallentamento dei consumi in Italia non è dovuto esclusivamente alle ripercussioni di carattere economiche determinate dai tragici fatti dell'11 settembre 2001, in quanto, già nel corso del primo semestre dello stesso anno, si era progressivamente accentuato e le previsioni sono per una ulteriore, seppur lieve, decelerazione nel terzo trimestre seguito, tuttavia, da un recupero nel quarto e, successivamente, nel 2002, da un ritorno graduale a tassi di crescita più elevati.
Ad avviso del dipartimento del tesoro, la previsione di un recupero dei consumi per il corrente anno si fonda su una serie di concause.
Innanzitutto, la tenuta sostanziale dell'indice di fiducia delle famiglie, elaborato dall'ISAE (istituto studi e analisi economica), anche dopo gli eventi dell'11 settembre 2001. Bisogna poi considerare l'evoluzione positiva del prodotto interno lordo nel terzo trimestre (0,2 per cento rispetto al trimestre precedente in cui si era rilevata, viceversa, una stagnazione), il permanere di un andamento positivo del mercato del lavoro ed, infine, il netto calo dell'inflazione che favorisce il recupero del potere di acquisto delle famiglie.
A questi fattori si aggiungono gli effetti positivi derivanti dalla manovra di bilancio per il 2002, che dovrebbe stimolare la domanda di consumi, oltre che rispondere ad esigenze di equità redistributiva.
La manovra, infatti, include interventi di sgravio fiscale a favore delle famiglie a medio e basso reddito e l'innalzamento a un milione di lire delle pensioni più basse. Viene così perseguito l'obiettivo, evidenziato nella interrogazione, di sostegno dei redditi delle famiglie a più elevata propensione al consumo e, al tempo stesso, di significativa riduzione dell'area di povertà nel paese.
Il Ministro dell'economia e delle finanze: Giulio Tremonti.
a mezzo di inchiesta giornalistica si apprende che, a Pino Torinese, il comune più ricco del Piemonte, il sindaco Antonio Pecorari (AN), ha attivato ronde di sorveglianza armata per controllare la città e, a suo dire, prevenire i furti ed intrusioni di quelle che egli definisce bande di rumeni o albanesi immigrati;
volontari armati appartenenti ad associazioni per la protezione ambientale presidiano Pino Torinese, usando, a detta di testimoni, ronde e posti di blocco;
in città sono ovviamente presenti carabinieri e vigili urbani che sovrintendono alla sicurezza pubblica;
la magistratura ha aperto un'inchiesta per verificare i fatti -:
se i carabinieri siano al corrente del servizio di pattugliamento autogestito;
se le autorità competenti siano a conoscenza che coloro che pattugliano la zona sono armati e se questi volontari siano dotati delle armi oltre il limite consentito dalle specifiche autorizzazioni;
se sia lecito sottoporre a posti di blocco nella pubblica via, fermando auto e procedendo anche alle identificazioni di cittadini non residenti nel comune, così come apparso sugli organi di stampa.
(4-01516)
Le notizie sulle «ronde» e sui «posti di blocco» sono risultate destituite di ogni fondamento.
Dagli accertamenti svolti è emerso che in realtà, in quel territorio operano alcune
L'Arma, su richiesta del prefetto, ha riferito all'autorità giudiziaria sul contenuto degli articoli giornalistici.
Il sindaco di Pino Torinese, d'altro canto, ha fatto pervenire al prefetto copia della lettera inviata al quotidiano interessato, in cui ha smentito le dichiarazioni attribuitegli negli articoli di stampa.
Il dipartimento della pubblica sicurezza di questo ministero, con una direttiva diramata nel luglio del 1995, ha precisato che le associazioni di volontariato non possono in nessun caso svolgere attività di tutela della sicurezza pubblica riservate alle forze dell'ordine, quali il controllo del territorio.
Ove tali attività venissero espletate da soggetti privati, si concretizzerebbe un vero e proprio delitto, l'usurpazione di funzioni, previsto e punito dall'articolo 47 c.p..
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
sabato 1 dicembre 2001 a Bologna, al termine della pacifica «marcia della dignità dei migranti», tre manifestanti restati «isolati» tornando a casa, sono stati aggrediti da cinque o sei giovani con i capelli rasati, presumibilmente naziskin, armati di spranghe che dopo aver chiesto se avessero partecipato alla manifestazione in solidarietà degli immigrati, e avendo avuto risposta positiva, hanno iniziato il pestaggio;
i tre giovani, rimasti gravemente feriti in seguito all'agguato, riportando tagli e fratture, sono stati ricoverati all'ospedale di Sant'Orsola;
l'aggressione è avvenuta in pieno centro, in via Volturno, a pochi metri dal Mc Donald's che era presidiato da ben quindici poliziotti, poche ore dopo, sempre indisturbati i «picchiatori» hanno agito in piazza dell'Unità -:
se non ritenga doverosa una più efficace azione preventiva per evitare il ripetersi di fatti analoghi, provenienti dagli stessi ambienti e sempre più frequenti e gravi;
quali siano state le disposizioni impartite dalla Prefettura di Bologna alle Forze dell'ordine tali da spiegare il mancato intervento in difesa dei tre giovani del Bologna social forum.
(4-01554)
Le 1.500 persone aderenti all'iniziativa si sono radunate, come previsto, alle ore 14.00 in piazza XX Settembre e, percorrendo via Indipendenza, hanno raggiunto alle ore 17.00 piazza del Nettuno, ove la manifestazione si è conclusa regolarmente intorno alle 18.00.
Peraltro, al termine della stessa, si sono verificate due aggressioni.
Tre giovani, mentre facevano ritorno alla propria abitazione dopo aver partecipato al corteo, sono stati avvicinati, in via Volturno, da un gruppo di cinque-sei ragazzi, che li hanno aggrediti fuggendo subito dopo in direzione di via Galleria.
Il personale della polizia di Stato è intervenuto tempestivamente sul posto ma le dichiarazioni fornite dalle vittime nell'immediatezza del fatto, a causa della loro estrema genericità, non hanno consentito
Il giorno successivo, i giovani aggrediti, assistiti da un legale, hanno formalizzato le denunce presso la locale questura e in quella circostanza hanno precisato che quasi tutti gli aggressori indossavano giacche tipo Bomber e cappellini ben calzati di colore scuro.
Il riferimento alle formazioni estremistiche denominate naziskin è dovuto esclusivamente ad un'ipotesi avanzata dai giornali locali e non a riscontri di tipo oggettivo, in quanto dalle dichiarazioni delle vittime e dalle testimonianze raccolte non emerge alcun accenno né all'uso di spranghe né ad abbigliamenti tipici dell'ala estremistica degli Skinhead.
Pochi minuti dopo l'aggressione di via Volturno, è stata segnalato alla centrale operativa della questura felsinea un ulteriore episodio di violenza in piazza dell'Unità, da parte di tre persone ai danni di un giovane. Anche in questa circostanza l'intervento delle forze dell'ordine è stato immediato, ma inizialmente l'aggredito non ha collaborato con gli agenti, tanto da rifiutarsi di declinare le proprie generalità. Dopo essere stato identificato, egli si è rifiutato di sottoporsi a cure mediche e di formalizzare la denuncia, affermando che gli aggressori, descritti come naziskin, avrebbero motivato il loro gesto ritenendolo colpevole di aver tentato di sottrarre ad uno di loro il portafoglio.
Qualche giorno dopo, il giovane, che dai primi accertamenti non avrebbe partecipato alla manifestazione, ha rilasciato un'intervista, riportata nella cronaca del quotidiano Il Resto del Carlino, asserendo di appartenere al gruppo «S.H.A.R.P.» (Skin Heads Against Racial Prejudice) e che l'aggressione in argomento poteva essere motivata da «fini politici».
Sono in corso, d'intesa con l'autorità giudiziaria, indagini volte all'identificazione degli autori di entrambe le aggressioni.
Detto questo per una corretta ricostruzione dei fatti, si ritiene che nessun rilievo possa essere mosso alle autorità di pubblica sicurezza in merito alle misure adottate a tutela dell'ordine pubblico in occasione della manifestazione, anche in considerazione che gli episodi di violenza sono avvenuti, dopo la conclusione del corteo, l'uno in una via del centro situata non nelle immediate vicinanze della manifestazione, e l'altro in una piazza della periferia bolognese.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
il sindaco del comune di Tremestieri Etneo (Catania) esponente di AN, ha intitolato, con determinazione n. 80 del 2 agosto 2001, una strada a Benito Mussolini, esaltando il fascismo, attraverso il richiamo del tragico mito politico del suo capo;
l'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia ha già espresso a tutte le più alte cariche dello Stato il proprio sconcerto nel vedere con quanta disinvoltura il sindaco di un comune italiano possa offendere la memoria dei martiri dell'antifascismo, della resistenza e di tutti coloro che in Italia sono caduti per la nostra libertà;
la scelta di intitolare una strada a Mussolini rappresenta a giudizio degli interroganti un vero e proprio insulto ai principi fondanti della nostra Repubblica, in quanto - traducendosi di fatto in una vera e propria apologia del fascismo da parte di un organo pubblico - calpesta lo spirito antifascista del nostro Paese, che è espressione di uno del valori più significativi nei quali si riconosce la nostra democrazia;
ad avviso degli interroganti è estremamente grave che l'esercizio della funzione pubblica sia strumentalizzato, da parte di un esponente di un partito di Governo, al fine di esaltare colui, la cui
il Governo, ai sensi dell'articolo 6 regio decreto 3 marzo 1934, n. 383 (la cui vigenza è desumibile dal combinato disposto degli articoli 274 e 275 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 , e 64, della legge 8 giugno 1990, n. 142) ha la facoltà, in qualunque tempo, di annullare, di ufficio o su denunzia, sentito il Consiglio di Stato, gli atti degli enti locali, che siano viziati da violazione di leggi e pertanto specialmente quegli atti pubblici che, come, nel caso di specie, consistono in un vero e proprio reato, quale è l'apologia del fascismo -:
se non ritengano opportuno favorire iniziative dirette a valorizzare i principi ed i valori della nostra Costituzione, che si richiama esplicitamente all'antifascismo;
se non ritengano pertanto opportuno esercitare il potere di annullamento straordinario al fine di eliminare l'atto emanato dal sindaco di Tremestieri Etneo in dispregio dei principi fondamentali dell'ordinamento italiano.
(4-01512)
Il prefetto di Catania, infatti, con nota del 26 novembre 2001 ai sensi dell'articolo 1 della legge 23 giugno 1927, n. 1188 e conformemente al parere espresso in merito dalla società di Storia Patria, non ha autorizzato l'intitolazione di strade a Bettino Craxi, Giovanni Spadolini e Benito Mussolini; per i primi due perché non si sono ravvisati motivi per derogare al disposto dell'articolo 3 della stessa legge (in virtù del quale «nessun monumento, lapide o altro ricordo permanente può essere dedicato in luogo pubblico ed aperto al pubblico, a persone che non siano decedute da almeno dieci anni»), e per Benito Mussolini perché non se ne è ravvisata l'opportunità.
Si precisa inoltre che relativamente a quest'ultimo riferimento la società di Storia Patria per la Sicilia orientale, con nota in data 31 ottobre 2001 indirizzata alla prefettura di Catania e al comune di Tremestieri Etneo, esprimendo il proprio parere ai sensi di legge, aveva rilevato «che l'attuale Costituzione si fonda sulla Resistenza».
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Antonio D'Alì.
il decreto legislativo del 22 luglio 1999 n. 261 ha eliminato «Le agenzie recapito espressi in loco», attribuendo alle Poste Italiane Spa, tutti i servizi postali compreso il volantinaggio;
contemporaneamente le Poste Italiane Spa continuano a ridurre il personale e affidano a ditte private i servizi esterni di recapito, ditte che non assicurano i propri dipendenti ma li costringono a diventare dei «padroncini», facendoli lavorare, a proprie spese, mattina e sera;
unica alternativa a detto sistema risulta essere la richiesta di una Licenza Individuale, non prevista da alcuna normativa, se non quella prevista dal comma 2 dell'articolo 10 del predetto decreto legislativo, che impone un contributo, a favore delle Poste Italiane Spa, fino al 10 per cento del fatturato lordo, derivante dall'attività autorizzata;
la posizione dominante nel mercato delle Poste Italiane Spa ed il contributo del 10 per cento di cui sopra si traducono in svantaggi per le aziende private;
sono assoggettate al pagamento di questo contributo solo alcune centinaia di ditte titolari di licenze individuali, mentre la stragrande maggioranza è esonerata -:
se non ritenga opportuno porre in essere provvedimenti, quali ad esempio, l'applicazione di una marca di recapito autorizzato su ogni busta spedita ed una tassa fissa (il bollino blu) per ogni mezzo adibito al trasporto dei pacchi, che produrrebbero maggiori entrate perché il pagamento verrebbe allargato a tutti gli autotrasportatori per conto terzi ed agli infiniti tassisti che giornalmente partono dai piccoli centri per raggiungere la città portando persone, pacchi e commissioni diverse senza alcun controllo e pagamento;
quali provvedimenti, inoltre, intenda adottare affinché il contributo del 10 per cento alle Poste Italiane Spa venga abolito, al fine di poter garantire una vera ed efficace concorrenza nel mercato dei recapiti espressi.
(4-01214)
Aspetto caratterizzante della riforma è quello di garantire il servizio universale (raccolta, trasporto, smistamento e distribuzione degli invii postali fino a 2 Kg di peso e dei pacchi postali fino a 20 Kg., nonché i servizi relativi agli invii raccomandati ed assicurati) su tutto il territorio, a tutti i cittadini ed a prezzi accessibili.
Al fornitore del servizio universale - che è la società Poste Italiane - è stata affidata in esclusiva una parte di tale servizio, che comprende gli invii fino a 350 grammi di peso e 6.000 lire di prezzo (deliberazione 22 dicembre 2000): ciò allo scopo di garantire all'operatore pubblico le risorse finanziarie necessarie per l'espletamento del servizio universale.
Gli operatori privati possono espletare i servizi rientranti nel servizio universale - esclusi, ovviamente, quelli riservati - previo rilascio di una licenza individuale da parte del ministero delle comunicazioni, ovvero svolgere servizi postali al di fuori del servizio universale previo conseguimento di un'autorizzazione generale.
In tale contesto sono scadute, a decorrere dal 1o gennaio 2001, le concessioni accordate alle agenzie private di recapito che consentivano ai titolari di operare nell'ambito dell'area riservata al fornitore del servizio universale.
La suddetta normativa (decreto legislativo n. 261/1999) ha tuttavia previsto la possibilità che il ripetuto servizio universale possa presentare uno squilibrio e che in tale caso possa essere richiesto un contributo ai titolari di licenze individuali entro la misura massima del 10 per cento degli introiti lordi derivanti dall'attività autorizzata.
A tale fine è stato istituito il fondo di compensazione degli oneri del servizio universale (articolo 4, d.lgs n. 261/1999) che è stato disciplinato con decreto 17 novembre 2000 (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 56 dell'8 marzo 2001), mentre l'entità della contribuzione è stata in effetti stabilita nella misura del 3 per cento con la deliberazione 1o agosto 2001 (pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 199 del 28 agosto 2001).
In proposito giova ricordare che dei 120 soggetti titolari di licenza individuale soltanto 10, per l'esercizio 2000, hanno dichiarato introiti per attività rientranti nel servizio universale pari a 900 milioni; il contributo derivante ammonterebbe pertanto a circa 27 milioni di lire a fronte di un onere per servizio universale accertato in lire 1.306 miliardi.
Il ripristino di strumenti utilizzati in passato, quali la marca di recapito o il bollino blu, di cui è cenno nell'atto parlamentare in esame, non sembra auspicabile né condivisibile a causa dei problemi organizzativi che tale procedura comporta, senza considerare che siffatte modalità graverebbero in maniera unitaria su operatori con volumi di traffico molto diversificati e che potrebbero risultare inefficaci in
Il Ministro delle comunicazioni: Maurizio Gasparri.
la Federazione italiana delle Associazioni emofilici in una conferenza stampa del 21 settembre scorso denuncia che ad oggi lo Stato italiano deve ancora provvedere al risarcimento del danno subito a ben 211 emofilici italiani che hanno contratto il virus dell'aids o dell'epatite negli anni ottanta, anni in cui ancora i ministeri competenti si limitavano a «consigliare» di non usare i prodotti non trattati con emoderivati;
dette persone, in causa col ministero della sanità dal 1993, si erano rivolte alla Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo che nell'aprile del 2000 aveva ricevuto dallo Stato italiano una proposta di composizione amichevole con la quale si offriva di pagare a ciascuno dei ricorrenti un risarcimento entro tre mesi dalla notifica della sentenza. Tale sentenza è stata notificata il 7 giugno 2001, ma al 7 settembre queste persone non sanno ancora quando gli verranno onorati detti pagamenti;
oggi questi emofilici minacciano ingiunzioni di pagamento e se necessario richieste di pignoramenti negli uffici del Tesoro -:
quali provvedimenti intendano intraprendere, ognuno per la propria competenza, affinché vengano stanziati al più presto i fondi per gli indennizzi dovuti a queste persone e le modalità più incisive affinché i pagamenti possano essere subito onorati (visto che la data di scadenza è ormai da tempo superata) e non dilazionati come essi temono.
(4-00819)
La sentenza ha disposto il risarcimento dei danni patiti dai ricorrenti.
Detto provvedimento veniva notificato dalla rappresentanza d'Italia presso il Consiglio d'europa al dipartimento per gli affari di giustizia del ministero della giustizia, in data 14 giugno 2001.
Il giorno stesso, il citato dipartimento provvedeva a richiedere al reparto bilancio del proprio dicastero una variazione in aumento sul capitolo 1560, al fine di poter liquidare la somma relativa alla decisione formulata a Strasburgo.
Il successivo 6 luglio, il Ministro della giustizia, onde soddisfare le urgenti esigenze dovute alla liquidazione, inoltrava richiesta di variazione all'ex ministero del tesoro, per complessive lire 12.367.939.680.
L'ufficio centrale di bilancio in data 12 ottobre 2001 comunicava che, con decreto del Ministro del tesoro pro tempore, registrato alla Corte dei Conti il giorno 8 ottobre 2001, era stata apportata allo stato di previsione della spesa del ministero della giustizia, per l'anno finanziario 2001, la variazione in aumento per complessive lire 12.367.900.000 sul capitolo 1560.
Conseguentemente, il dipartimento per gli affari di giustizia ha provveduto tempestivamente ad emettere i relativi mandati di pagamento agli aventi diritto.
A tal riguardo, l'Ufficio centrale del bilancio ha comunicato che tutti i mandati di pagamento risultano essere stati riscossi dai ricorrenti.
Il Sottosegretario di Stato per la salute: Cesare Cursi.
la via Gregorio XI a Roma è di costruzione recente in parallelo alla via Aurelia tra via Boccea e via Pironti;
sul lato destro della via Gregorio XI in direzione Boccea esiste una linea elettrica che corre a circa dieci metri dalle abitazioni per oltre un chilometro -:
quali iniziative intendano intraprendere affinché si provveda al più presto all'interramento dell'elettrodotto in questione per la salvaguardia della salute dei cittadini residenti nel territorio e far rispettare di conseguenza anche gli impegni assunti, ma finora non rispettati, dall'Acea (secondo il decreto legislativo n. 79 del 1999 che prevede un nuovo assetto della rete elettrica della città di Roma).
(4-00828)
Tale linea è un'opera di pubblica utilità, ha una tensione nominale pari a 60.000 volts ed è stata regolarmente autorizzata e costruita, in conformità alle norme vigenti, verso la metà degli anni cinquanta.
Il piano di sviluppo della rete elettrica di distribuzione, elaborato in via preliminare a seguito dell'aggregazione tra Acea distribuzione S.p.A. ed il ramo d'azienda Enel esercizio metropolitano di Roma, come stabilito dal decreto legislativo 79 del 1999, prevede che la linea suddetta venga abbandonata, e quindi demolita, allorquando saranno portati a compimento gli investimenti, in parte già realizzati, per la trasformazione della rete primaria di distribuzione, nell'area interessata, dalla vecchia tensione 60 Kilovattora al nuovo valore unificato 150 Kilovattora.
Il Ministro delle attività produttive: Antonio Marzano.
numerose associazioni di volontariato, in particolare l'Associazione volontari protezione civile Persiceto di San Giovanni in Persiceto in provincia di Bologna, hanno sollevato una questione di particolare importanza cioè la necessità di poter avere in dotazione sui mezzi per il soccorso di protezione civile il dispositivo supplementare a luce lampeggiante gialla;
detto dispositivo è ritenuto assolutamente necessario da tali associazioni poiché, in occasione di interventi di soccorso per gravi incidenti in autostrada, emergenze e calamità naturali, gli automezzi impiegati devono poter essere avvistati da lontano dagli altri automobilisti specialmente nelle ore notturne e in presenza di nebbia -:
quali provvedimenti intenda intraprendere affinché gli automezzi di dette Associazioni vengano al più presto dotati del dispositivo supplementare a luce lampeggiante gialla attuando così anche le norme previste dal nuovo codice della strada.
(4-01141)
I conducenti dei veicoli in parola, nell'espletamento dei servizi urgenti di istituto, non sono tenuti a osservare gli obblighi, i divieti e le limitazioni relativi alla circolazione, le prescrizioni della segnaletica stradale e le norme di comportamento prescritte dal codice.
La questione relativa all'impiego, da parte dei mezzi di soccorso delle associazioni di volontariato di protezione civile, dei citati dispositivi supplementari, se pur condizionata all'adozione di particolari prescrizioni e cautele, potrà essere approfondita in sede di emanazione del decreto legislativo previsto dal disegno di legge di delega approvato dal Consiglio dei ministri il 15 gennaio 2002, per un'ulteriore revisione del nuovo codice della strada.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
l'Agenzia delle entrate - Direzione centrale gestione tributi - Settore dichiarazioni fiscali ed atti sta inviando una comunicazione, a firma del dirigente Walter Capaldi, ai contribuenti che, dal controllo automatizzato effettuato sulla dichiarazione modello Unico nell'anno 2000 per il periodo d'imposta 1999, sembra abbiano crediti non dichiarati o dichiarati in misura inferiore a quella spettante;
in tale comunicazione si invitano i contribuenti a rivolgersi «entro 30 giorni dal ricevimento della presente comunicazione al servizio di assistenza di un qualsiasi ufficio locale dell'Agenzia delle entrate. Per risolvere i casi meno complessi e per avere ulteriori informazioni può contattare i centri di risposta telefonica (call center) che rispondono al numero 848 800 444 (dalle ore 9 alle 17 da lunedì al venerdì, dalle ore 9 alle 13 il sabato)»;
al numero sopracitato, anche negli orari indicati nella comunicazione della Agenzia delle Entrate, non risponde nessun operatore con grave disagio e danno per i contribuenti -:
se e quali atti intenda adottare per porre fine al grave disservizio e alla situazione di disagio per i contribuenti italiani.
(4-01453)
Al riguardo, l'agenzia delle entrate ha fatto presente che, al fine di migliorarne costantemente il livello di efficienza e di eliminare quanto più possibile eventuali disagi ai contribuenti, il servizio di assistenza telefonica è stato potenziato con l'immissione di altri operatori telefonici, preventivamente selezionati, e con l'apertura dei centri di risposta telefonici di ridotte dimensioni (mini call center) di Pisa e Terni, in funzione dal mese di luglio 2001 e, da ultimo, con l'attivazione, nel mese di novembre 2001, delle sedi di Bari e Reggio Calabria.
Inoltre, è in fase di programmazione l'apertura, nell'anno 2002, di un call center di grandi dimensioni, nella sede di Salerno, con almeno 100 postazioni telefoniche, per far fronte alla crescente richiesta di assistenza telefonica.
Comunque, si sta provvedendo ad una profonda revisione dell'impianto organizzativo per ampliare e migliorare l'assistenza ai contribuenti nell'intento di rendere l'assistenza telefonica sempre più efficiente ed adeguata, sia dal punto di vista tecnico che del funzionamento.
Da un punto di vista generale riguardo alle attività svolte dai centri di risposta telefonici, la predetta agenzia ha evidenziato che i call center forniscono sia informazioni presenti nella banca dati dell'anagrafe tributaria in materia di provvedimenti fiscali, di rimborsi, di cartelle esattoriali, di ricorsi, di sgravi, sia informazioni, nel periodo di presentazione del modello unico, sulla corretta compilazione dei modelli, sulle modalità e termini dei versamenti nonché su inviti di pagamento (avvisi bonari) emergenti dalla liquidazione automatizzata delle dichiarazioni dei redditi presentate negli anni dal 1994 al 1998, ai fini delle imposte sui redditi e, dal 1995 al 1998, ai fini dell'imposta sul valore aggiunto.
Inoltre, vengono forniti chiarimenti sulle comunicazioni (articolo 36-bis del decreto del Presidente della Repubblica n. 600 del 1973 ed articolo 54-bis del
Da ultimo, con circolare del 6 dicembre 2001 (n. 103/E), è stata estesa, nell'applicazione dell'autotutela, la possibilità di intervento dei call center, previa acquisizione della relativa documentazione probatoria, anche alla correzione degli importi degli oneri deducibili e detraibili, delle ritenute di acconto e dei crediti di imposta, calcolati a seguito del controllo formale. Tale documentazione, necessaria per le correzioni, può essere trasmessa dai contribuenti ai centri di risposta telefonici, tramite fax.
Ciò posto, l'agenzia delle entrate ha evidenziato che dal mese di ottobre 2001, a seguito di nuovi invii di comunicazioni di irregolarità ai contribuenti, le telefonate sono sensibilmente aumentate e, nel mese di novembre 2001, le chiamate ai centri di risposta telefonici evase sono state oltre 120.000, con circa 7.500 telefonate giornaliere evase, senza alcuna interruzione del servizio.
Da parte sua, l'ufficio assistenza ai contribuenti ha continuamente verificato il flusso delle telefonate presso i centri di risposta telefonici ed è intervenuto ogni qualvolta si sono verificati problemi disponendo, da ultimo, un potenziamento dei turni di presenza degli operatori telefonici nel periodo di maggiore afflusso di telefonate nel corso della giornata, cioè dalle ore 9,00 alle ore 13.00.
Si ritiene, quindi, da quanto sopra rappresentato, che i timori espressi dall'interrogante non abbiano motivo di esistere in quanto risultano adottati tutti i provvedimenti necessari al miglioramento del servizio di assistenza telefonica.
Il Ministro dell'economia e delle finanze: Giulio Tremonti.
l'associazione Libera ha organizzato, dal 2 al 5 agosto 2001 una serie di manifestazioni in provincia di Caserta finalizzate alla diffusione della cultura della legalità e all'impegno antimafia;
a giudizio degli interroganti nonostante le declamazioni, le iniziative in questione si rivelerebbero però, come negli anni passati, niente più che occasioni di pura propaganda politica, come hanno denunciato anche i sindaci degli enti locali interessati alle manifestazioni, che, oltre a non essere stati invitati a parteciparvi, si sono trovati inseriti nell'elenco dei patrocinatori senza essere stati nemmeno interpellati;
per gli interroganti discutibili sarebbero altresì le modalità organizzative delle manifestazioni di Libera: invitare a incontri pubblici personaggi di un chiaro e indiscutibile colore politico (quello di sinistra), escludendone altri di diversa appartenenza e anche di rilievo istituzionale, può rendere nell'opinione pubblica l'idea falsa e fuorviante che solo una parte politica si impegni nella lotta per la legalità;
gli interroganti osservano inoltre, che Libera, in questo modo andrebbe sempre più caratterizzandosi come un'associazione che fa politica con i soldi dei contribuenti e che persevera nel tentativo di accreditare solo uno schieramento politico come alfiere della lotta alle mafie;
in tanti si battono per la legalità, lo sviluppo e per contrastare il deleterio fenomeno della criminalità organizzata; nessuno può arrogarsi il diritto di trasformare una battaglia civile e morale in pura speculazione e passerella politica a favore dei cosiddetti «professionisti» dell'antimafia -:
se l'associazione Libera goda, direttamente o indirettamente, di finanziamenti comunitari nell'ambito del programma europeo operativo multiregionale denominato «Sicurezza per lo sviluppo del Mezzogiorno
se la società Agrorinasce, che è soggetto attuatore del predetto programma europeo, finanzi, e in quali termini, le attività dell'associazione Libera;
se l'associazione Libera riceva altri finanziamenti pubblici di qualsiasi natura, ed a quale fine, e se ha mai svolto una rendicontazione in merito all'utilizzo degli stessi;
qual è il ruolo di Libera nei programmi di educazione alla legalità e di diffusione della cultura antimafia predisposti o patrocinati dal Ministero dell'Interno.
(4-00540)
In tale quadro, rientra la realizzazione della «Università della legalità», simbolicamente collocata in un immobile confiscato ad un noto «boss» della camorra sito nel comune di Casal di Principe.
La società Agrorinasce, previa delibera del consiglio di amministrazione, di cui fanno parte due funzionari della prefettura di Caserta, uno dei quali riveste incarico di presidente, ha ritenuto di affidare la gestione culturale e scientifica del progetto «Università della legalità» a «Libera Associazione - nomi e numeri contro la mafia».
Allo scopo è stata stipulata, nel dicembre 1999, una apposita convenzione tra «Agrorinasce» e «Libera» che prevede il finanziamento di lire 380.000.000, al netto di IVA, a carico del programma operativo di cui in premessa.
In base alla convenzione, «Libera» ha prodotto progetti in relazione a:
dibattito ed approfondimento (conferenze, cicli di seminari, incontri con i cittadini, approfondimenti per docenti, servizio di consulenza);
documentazione (creazione di una biblioteca, emeroteca e videoteca, pubblicazione di un periodico gratuito, costruzione e mantenimento di un sito internet, produzione di materiali originali);
ricerca (realizzazione di un centro di ricerca);
promozione della legalità in ambito locale (percorsi di educazione alla legalità nelle scuole, percorsi di approfondimento con le associazioni locali, iniziative di educazione interculturale);
promozione della legalità nelle regioni dell'Obiettivo 1 (borse di studio su temi di lotta per la legalità, scambi tra scuole e associazioni, stages per giovani ricercatori, conferenze e servizi di consulenza).
Al fine di procedere, poi, alla liquidazione a «Libera associazione» del corrispettivo previsto dalla convenzione, sono tuttora in corso i controlli contabili, amministrativi, di risultato e di impatto, effettuati sia sulla rendicontazione delle spese dalla stessa presentata, che sui progetti realizzati.
Le verifiche amministrativo-contabili sono demandate ad un controllore del ministero dell'interno in posizione di terzietà rispetto al progetto, mentre quelle di risultato e di impatto ad un valutatore esterno.
Per quanto concerne, infine, il programma operativo nazionale «Sicurezza per lo sviluppo del Mezzogiorno d'Italia», 2000-2006, approvato dalla Commissione europea il 13 settembre 2000, l'associazione «Libera» ha presentato un progetto nell'ambito della misura II.2 «sensibilizzazione dell'opinione pubblica», che tuttavia non è stato accolto.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
il 29 settembre 2001 si sono svolte, nel comune di Lacedonia (AV) le esequie del signor Angelo Quatrale;
il signor Quatrale è stato sindaco del comune di Lacedonia dal 4 giugno 1952 al 29 maggio 1953 eletto con larghissima maggioranza di consensi;
durante la sua carica il signor Quatrale fu sospeso due volte e rimosso definitivamente nel maggio 1953 per gravi motivi di ordine pubblico e incriminato per vilipendio ad organismi governativi;
il procedimento penale in oggetto fu archiviato nel successivo mese di dicembre 1953;
in occasione delle onoranze funebri la locale sezione di rifondazione comunista ha fatto stampare ed affiggere dei manifesti listati a lutto in segno di stima, affetto e cordoglio, contenenti espliciti riferimenti alla vita e alla storia politica di Angelo Quatrale;
il signor Quatrale era stato, nella provincia di Avellino, un uomo simbolo delle lotte contadine dei primi anni cinquanta;
i carabinieri hanno acquisito il manifesto, evidentemente ritenendolo offensivo per l'Arma in quanto vi si faceva esplicito riferimento alle numerose denunce, sempre cadute nel nulla, di cui era stato oggetto il Quatrale -:
quali siano state le motivazioni alla base del sequestro del manifesto operato dai carabinieri di Lacedonia;
se non riscontri, vista anche la storia della persona in oggetto, peraltro assolta dalle accuse a lui mosse dai Carabinieri di Lacedonia all'epoca dei fatti, di essere in presenza di un uso improprio delle prerogative dell'Arma;
quali iniziative intenda intraprendere affinché episodi simili, che di fatto limitano la libertà di pensiero e di espressione dei cittadini, non si ripetano.
(4-01036)
Il manifesto, a firma del locale circolo territoriale della federazione del partito della Rifondazione Comunista, è stato affisso su disposizione del dirigente provinciale del partito, il quale, nel riferire di aver riportato affermazioni tratte da un libro edito dalla C.G.I.L. di Avellino sull'occupazione delle terre in Irpinia nell'immediato secondo dopoguerra, ha consegnato spontaneamente ai militari della stazione dell'Arma l'originale dell'annuncio funebre, che non è stato sequestrato, ma solo trasmesso all'Autorità giudiziaria per le valutazioni.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
risulta all'interrogante che all'arrivo del volo PIA n. 770615769 proveniente da Islamabad (Pakistan) all'aeroporto di Fiumicino, si sarebbero verificati comportamenti molto irriguardosi nei confronti di
i cittadini pachistani, regolarmente imbarcati, sono stati apostrofati sgarbatamente e spintonati ripetutamente al punto che molti si sono sentiti obbligati a passare con le mani alzate sotto le strutture di controllo dell'aeroporto;
gli agenti preposti ai controlli di frontiera si sono rivolti a questi cittadini pachistani dando del «tu» e in lingua italiana -:
se non reputi necessario impegnare personale nei posti di frontiera in grado di parlare almeno un'altra lingua oltre l'italiano, e accanto a questo, garantire la presenza di «mediatori culturali» che possano intervenire per risolvere i semplici controlli o, in caso di profughi o rifugiati provenienti da zone di conflitto o da regimi dittatoriali, per informarli dei loro diritti di richiedere l'asilo politico o lo status di rifugiato di guerra;
se non ritenga il caso di impartire precise istruzioni al personale di frontiera affinché si evitino nei confronti di questi cittadini comportamenti poco rispettosi, specialmente se questi provengono da zone di conflitto e di violenza.
(4-01360)
Si ritiene utile evidenziare, comunque, che nei confronti di passeggeri provenienti da paesi ritenuti ad alto rischio terroristico, i controlli di sicurezza sono effettuati in un'apposita area presso il terminal degli arrivi internazionali dello scalo romano, mediante apparecchiature radiogene ed un portale metal detector.
I controlli, finalizzati, in particolare, all'accertamento dell'eventuale detenzione di armi o materiali pericolosi sono svolti da personale delle Forze di polizia appartenente al cosiddetto dispositivo di sicurezza aeroportuale, sin dal marzo del 1997, secondo canoni professionali improntati alla massima educazione e rispetto dei passeggeri, senza distinzione di nazionalità.
Si precisa, inoltre, che gran parte degli operatori in servizio presso l'ufficio polizia di frontiera di Fiumicino è in grado di esprimersi e capire una lingua straniera, soggiungendo che il citato ufficio organizza annualmente corsi di lingua al fine di preparare adeguatamente detto personale.
Inoltre, presso lo scalo romano, dal giugno scorso, sono presenti mediatori linguistici culturali del C.I.E.S. (centro informazioni e educazione allo sviluppo) che, giornalmente, secondo programmi concordati con il ministero dell'interno, supportano il personale addetto ai controlli di frontiera, fornendo una efficace attività di assistenza ed intermediazione linguistica, anche su richiesta dei passeggeri stessi.
Analoga forma di assistenza viene svolta dall'ufficio del C.I.R. (centro italiano rifugiati) nella trattazione delle istanze di asilo presentate in frontiera.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
le condizioni di sicurezza in cui sono costretti a lavorare i piccoli esercizi commerciali in Alessandria sono ormai da considerarsi insostenibili;
rapine e furti costituiscono un vero e proprio incubo, tanto che i presidenti di Ascom e Confesercenti, Luigi Boano e Sergio Guglielmero si sono dichiarati pronti a sostenere il costo di un servizio di pattugliamento da parte degli uomini della vigilanza privata (cfr. Agenzia Ansa 17 luglio 2001 ore 22,29);
non possono peraltro essere mossi appunti alle forze dell'ordine alessandrine che operano con professionalità ed abnegazione ma con evidentissime carenze di organico rispetto alle necessità dell'area di loro competenza;
in assenza di una decisa inversione di tendenza, si accentuerà il fenomeno della disaffezione del lavoro di bottega, con conseguente abbattimento della vitalità dell'area urbana -:
quali iniziative intenda assumere per potenziare gli organici di polizia e carabinieri di Alessandria al fine di assicurare un più efficace controllo del territorio e di contrastare con successo l'arroganza di una microcriminalità che colpisce soprattutto, con furti e rapine, il settore del piccolo commercio.
(4-00304)
Le rapine, negli ultimi tempi, hanno interessato per lo più gli istituti di credito e gli uffici postali, con sporadici episodi in danno di distributori di benzina e di altri esercizi.
Le questioni connesse alla sicurezza delle attività produttive e commerciali sono state più volte affrontate dal comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, da ultimo, con particolare riferimento alle festività di fine anno, il 27 novembre 2001, con la partecipazione di tutte le categorie professionali, tra cui gli esercenti.
Durante l'incontro è stata concordata l'effettuazione di una incisiva azione di controllo del territorio da parte delle forze di polizia, in costante e coordinata collaborazione con la polizia municipale, anche avvalendosi, soprattutto nei centri storici e negli orari di maggiore affluenza agli esercizi commerciali, di pattuglie a piedi e di motociclisti.
È stata altresì concordata con le organizzazioni di categoria la sensibilizzazione di tutti gli operatori economici per l'adozione di idonee misure di autotutela e per la massima intensificazione della collaborazione con le forze di polizia, mediante la tempestiva segnalazione di persone e movimenti sospetti.
Inoltre, su invito del prefetto, l'associazione provinciale commercianti ha elaborato le linee di un servizio di vigilanza integrato in forma consortile che, con un minimo esborso da parte dei singoli operatori, consentirà l'effettuazione di pattugliamenti nel capoluogo ad opera degli istituti privati di vigilanza, integrando in modo razionale il controllo del territorio assicurato dalle forze di polizia.
Quest'ultima attività, pur in presenza delle obiettive difficoltà dipendenti dall'estensione della provincia, dalle sue caratteristiche morfologiche, nonché dalla presenza di numerosissimi centri abitati, anche di dimensioni modeste, è stata recentemente intensificata mediante l'impiego straordinario, a supporto dell'azione dei presidi territoriali, di contingenti del reparto prevenzione crimine Lombardia - sezione di Torino della polizia di Stato.
Gli organici delle forze di polizia, ed in particolare della polizia di Stato, presentano effettive carenze, delle quali si terrà conto in sede di elaborazione del piano operativo per la redistribuzione territoriale delle Forze di polizia.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
domenica 23 settembre 2001 a Coltano (Pisa) si sono radunate, malgrado proibitive condizioni meteorologiche, circa 700 persone per assistere ad una Santa Messa al campo in suffragio dei caduti e dei dispersi nel 1945 nel Pow USA 337;
due picchetti armati della Marina e dell'Esercito dovevano presenziare alla cerimonia ed all'uopo erano stati espressamente comandati;
i picchetti armati non si sono presentati con grande rammarico di tutti i presenti e, ad oggi, il Presidente dell'Associazione Reduci da Coltano di Firenze
quali siano le ragioni che hanno impedito la già programmata partecipazione di due picchetti armati durante la celebrazione della Santa Messa a Coltano il 23 settembre 2001 organizzata dall'Associazione dei Reduci.
(4-00936)
Tuttavia, anche tale presenza di personale militare non ha avuto luogo in quanto il prefetto di Pisa, per motivi di ordine pubblico, ne ha sconsigliato la partecipazione.
Infatti, nei giorni che hanno preceduto l'evento, sul luogo prescelto per la cerimonia sono stati perpetrati atti vandalici ad opera di ignoti la cui natura ha indotto, in accordo con la citata autorità, a riconsiderare l'opportunità di disporre l'intervento delle rappresentanze militari.
Il Ministro della difesa: Antonio Martino.
il prestigioso quotidiano statunitense Washington Post ha dato notizia di una iniziativa del Dipartimento di Stato a proposito della revisione in corso dei «Visa Waiver country», e cioè del gruppo di Paesi i cui cittadini non debbono richiedere il visto per entrare negli Stati Uniti d'America;
in base alle informazioni in possesso del Washington Post, il Dipartimento di Stato, che opera la revisione tenendo conto di una molteplicità di fattori (falsificazione e furto di passaporti, controllo sui confini), avrebbe in animo di «declassare» l'Italia ripristinando il sistema del «visto»;
la notizia, se rispondente a verità, sarebbe estremamente grave e, oltre a creare una serie di problemi ai numerosissimi operatori economici italiani che abitualmente entrano negli Stati Uniti, costituirebbe, per altro verso, la comprensibile reazione valutativa degli USA nei confronti di un Paese come l'Italia in cui per anni è stato consentito o tollerato il transito incontrollato di tutte le nazionalità;
è bene che il Governo sottolinei all'amministrazione statunitense che tutti coloro che, nel corso degli anni, hanno contribuito a trasformare l'Italia in un crocevia di clandestini provenienti da tutti i continenti, sono fortunatamente privi di ogni responsabilità di governo -:
se risponda a verità l'allarmante notizia diffusa dal quotidiano statunitense Washington Post; in caso affermativo, quali iniziative intenda assumere per evitare il ripristino, nei confronti del nostro Paese, del «visto d'ingresso» negli Stati Uniti d'America, che, oltre a creare seri problemi ai nostri operatori economici, declasserebbe l'Italia con grave danno di immagine; se non ritenga di dover sottolineare una volta di più all'amministrazione americana che il nuovo Governo italiano non comprende alcuno dei personaggi che, nel corso degli anni, hanno reso insicura l'Italia e che, anzi, è prevista una nuova e forte politica di sicurezza.
(4-01327)
La procedura di revisione, secondo quanto appreso dall'amministrazione USA, sarebbe stata decisa prima dei noti fatti dell'undici settembre 2001 e soltanto accelerata in conseguenza di essi. L'Italia è stata inserita nel primo gruppo di sei paesi sottoposti a revisione, insieme ad Argentina, Belgio, Portogallo, Slovenia, Uruguay.
Il compito di verificare le condizioni della sicurezza nel nostro paese è stato affidato ad una missione tecnica congiunta dipartimento di Stato - immigration and naturalization service che è stata in Italia dal ventisei novembre al primo dicembre 2001.
In vista di tale missione, il ministero degli affari esteri ha operato in stretta collaborazione e coordinamento con il ministero dell'interno, competente per la maggior parte delle materie oggetto della visita, e l'istituto poligrafico dello Stato, accogliendo la delegazione e accompagnandola durante i sopralluoghi in Italia. I lavori si sono svolti in parte a Roma e in parte presso le strutture periferiche del ministero dell'interno (Gorizia e Bari).
La delegazione americana è stata ricevuta a Roma al ministero degli affari esteri, centro visti della direzione generale per gli italiani all'estero e le politiche migratorie, proseguendo poi i lavori in questura - ufficio passaporti - soffermandosi sulle procedure di rilascio e sui sistemi di sicurezza per la custodia dei documenti. L'istituto poligrafico dello Stato ha effettuato una presentazione sulle misure anti-contraffazione e sulle procedure di stampa del passaporto e della carta d'identità.
La delegazione ha poi proseguito la sua visita ai valichi di frontiera terrestri di Gorizia e marittimi di Bari, assistendo ad esercitazioni delle Forze dell'ordine italiane nella lotta all'immigrazione clandestina. In questa occasione il responsabile della quarta zona della polizia di frontiera è stato pubblicamente invitato a recarsi negli Stati Uniti per illustrare ai funzionari americani dell'INS i sistemi italiani di contrasto.
Anche all'aeroporto di Fiumicino i responsabili della polizia di frontiera hanno mostrato le effettive procedure di controllo dei passeggeri in arrivo e in partenza, con particolare riguardo ai voli considerati «a rischio».
Per quanto si è potuto apprendere nel corso della visita, la delegazione presenterà un rapporto all'Attorney General, al quale la normativa statunitense affida la gestione del programma. La decisione dell'Attorney General verrà poi presa di concerto con il segretario di Stato, probabilmente nei prossimi mesi.
Nel corso della visita, la delegazione italiana non ha mancato di mettere in risalto le norme e le misure previste dall'ordinamento del nostro paese in materia di sicurezza nazionale. La delegazione americana ha manifestato grande interesse per gli aspetti concernenti le misure adottate dall'Italia per contrastare il fenomeno dell'immigrazione clandestina.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Mario Baccini.
il 30 ottobre 2001 il questore di Catania autorizzava la manifestazione di un movimento politico nell'ambito dell'iniziativa denominata «Settimana per la difesa della Vita», con inizio previsto alle ore 19:30 del 1 novembre sino alle ore 8:00 del giorno successivo;
il corteo, con fiaccolata, doveva svolgersi secondo un itinerario che andava da Piazza Manganelli all'Ospedale «Santo Bambino» dove si sarebbe concluso con una veglia silenziosa «per i bambini non nati»;
successivamente, per motivi di ordine pubblico, la questura imponeva una variazione del percorso dal momento che negli stessi orari si svolgeva in via Santa Maddalena un presidio organizzato da un altro movimento contrapposto allo scopo precipuo di impedire ai primi di giungere al «Santo Bambino»;
tale contromanifestazione - a cui hanno preso parte deputati diessini, esponenti
gli aderenti a questa contromanifestazione - pur avendo chiesto che questa si svolgesse in un luogo ben determinato (via San Giuliano angolo via Santa Maddalena) - violando i termini del permesso ricevuto si spostavano in piazza Dante con chiari atteggiamenti provocatori nei confronti dei manifestanti antiabortisti;
il corteo del movimento che manifestava per la difesa della vita partiva soltanto alle ore 20:00 con un percorso tormentato che andava sviluppandosi lungo via Vittorio Emanuele per poi raggiungere piazza Machiavelli dove veniva sciolto dalle forze dell'ordine nonostante fosse regolarmente autorizzato;
i responsabili del corteo, pur non condividendo tale decisione, accondiscendevano allo «stop» forzato chiedendo di poter svolgere comunque la loro manifestazione anche a tarda notte, ricevendo in tal senso un ulteriore inspiegabile rifiuto -:
quali siano i motivi di tale atteggiamento di palese dispar condicio da parte delle autorità, che appaiono ad avviso dell'interrogante di una rigidità ai limiti dell'attentato alla libertà di espressione per gli uni e, al contrario, di una tolleranza estrema e ingiustificata nei confronti degli altri;
quali interventi intenda adottare per verificare se nello svolgersi dei descritti avvenimenti si siano riscontrati errori e/o omissioni da parte dei responsabili dell'ordine pubblico a Catania, e quali istruzioni ritenga impartire perché in futuro la libertà di manifestazione venga salvaguardata e non siano tollerati atteggiamenti di prevaricazione e di discriminazione.
(4-01311)
Per lo stesso giorno, alcuni movimenti di sinistra hanno preannunciato una manifestazione in contrapposizione al corteo in parola.
Il questore del capoluogo etneo non ha ravvisato motivi tali da legittimare il divieto di svolgimento della manifestazione di Forza Nuova, individuando, peraltro, alcuni accorgimenti volti a prevenire turbative dell'ordine pubblico, tra i quali la modifica dell'itinerario del corteo, per impedirne la sovrapposizione con l'iniziativa antagonista, nonché lo svolgimento della veglia ad una congrua distanza dall'ingresso del nosocomio, al fine di evitare possibili interferenze con l'attività sanitaria e disagi alle persone ivi ricoverate.
Poiché alcuni giovani di sinistra, allontanatisi dal luogo della loro manifestazione, si sono portati lungo il percorso del corteo degli aderenti a «Forza Nuova», questi ultimi, a seguito di laboriose trattative con i responsabili dei servizi di ordine pubblico, hanno sciolto anticipatamente il corteo, rinunciando, tra l'altro, alla programmata veglia.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
la Slovenia appare intenzionata a perseguire le procedure di adesione all'Unione europea;
è altresì basilare che l'ingresso della Slovenia nell'Unione europea debba essere subordinato all'emanazione di una legislazione statale adeguata agli standard europei;
gli imprenditori italiani, al momento, non godono di alcuna garanzia a tutela degli investimenti effettuati nella Repubblica
quali iniziative intendano assumere per garantire gli imprenditori italiani che hanno effettuato consistenti investimenti in Slovenia;
se non ritengano necessario attivare tutte le strutture ed enti competenti per effettuare un capillare monitoraggio sugli investimenti di aziende italiane in Slovenia e sulle difficoltà che gli imprenditori ancora presenti incontrano;
se non ritengano necessario di assumere informazioni sulle espropriazioni già effettuate a danno degli investitori italiani;
quali iniziative di carattere politico, istituzionale e diplomatico si intendano assumere nei confronti del Governo sloveno affinché garantisca le più elementari misure di salvaguardia degli imprenditori italiani al pari di tutti i Paesi aderenti all'Unione europea;
quali misure intende intraprendere affinché si evitino pesanti iniziative da parte di enti locali sloveni a danno degli imprenditori italiani.
(4-01042)
Sul piano bilaterale, per venire incontro alle esigenze derivanti da tale situazione, l'8 marzo 2000 è stato firmato a Roma l'«Accordo fra il Governo della Repubblica Italiana ed il Governo della Repubblica di Slovenia sulla promozione e la reciproca protezione degli investimenti». Tale accordo è stato già approvato dal Consiglio dei ministri ed è attualmente alla Camera dei deputati per la ratifica, che si auspica possa avvenire in tempi brevi.
In tale situazione, da parte slovena continuano a manifestarsi ostacoli nei confronti delle società straniere e, tra esse, anche di quelle italiane, le quali incontrano difficoltà nel vedersi assegnare lavori ed anche la stampa locale, a volte, si pone su posizioni critiche nei confronti degli stranieri e, in particolare, del nostro paese.
Al riguardo il ministero degli affari esteri ha chiesto all'ambasciata d'Italia a Lubiana di intraprendere tutti i passi necessari atti a verificare quanto segnalato dalle ditte interessate e ad ottenere elementi per poter individuare eventuali comportamenti lesivi e discriminatori nei confronti delle imprese italiane; in stretto rapporto con i responsabili delle società interessate, segue con attenzione i contenziosi tra le aziende italiane e le Autorità slovene, intervenendo sia su queste ultime, sia sui parlamentari, nonché sulla rappresentanza della Commissione europea a Lubiana.
Nel quadro dei negoziati per l'adesione all'Unione europea, la Slovenia si è impegnata a recepire al proprio interno l'acquis comunitario in materia di libera prestazione dei servizi e di libera circolazione dei capitali, che costituisce il presupposto normativo della tutela dell'attività d'impresa svolta da cittadini dell'Unione in un paese membro che non sia il proprio Stato nazionale. Tale disciplina sarà pienamente applicabile successivamente all'entrata in vigore dei trattati di adesione.
Tuttavia, nel comprensibile presupposto che l'adeguamento ad un così rilevante corpo normativo non possa compiersi d'un tratto, la progressiva applicazione di esso in Slovenia, come in ciascun altro paese candidato, è attualmente oggetto di monitoraggio da parte della Commissione, e naturalmente del ministero degli affari esteri, nel quadro dell'attività da essa svolta in relazione al processo di adesione.
In tale contesto, il ministero degli affari esteri continuerà a sollecitare, anche attraverso la nostra ambasciata a Lubiana, le autorità slovene al fine di indurle ad evitare qualsiasi iniziativa da parte di enti locali che possa risultare lesiva degli interessi degli imprenditori italiani e per garantire il rispetto da parte della Slovenia di quanto
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Roberto Antonione.
l'agente scelto Golzi Luca, nato a Piacenza il 24 aprile 1968, ed ivi residente in via San Sisto 13/b, addetto all'ufficio archivio-posta della sezione Polizia Stradale di Piacenza, inoltrava, essendo in possesso del titolo di laurea in giurisprudenza, la domanda al Consiglio Superiore della Magistratura, per essere nominato Vice Procuratore Onorario;
la disciplina che regola la materia (articolo 5, comma 6, del decreto del Ministro di Giustizia del 7 luglio 1999) prevede l'autorizzazione obbligatoria dell'eventuale datore di lavoro o dell'Amministrazione di appartenenza, quando - come nel caso di specie - l'aspirante giudice onorario eserciti l'attività lavorativa nella pubblica amministrazione;
contestualmente all'istanza di nomina indirizzata al Consiglio Superiore della Magistratura, il Golzi presentava istanza al Ministero dell'interno per il rilascio del nulla-osta ad esercitare, fuori dell'orario di servizio e compatibilmente con le esigenze del servizio stesso, le funzioni di Vice Procuratore Onorario;
il Direttore della I Divisione - Sezione Affari Generali - del Servizio Sovrintendenti Assistenti e Agenti, con nota numero 333D/36765 del 18 novembre 2000, negava il nulla-osta all'istanza del Golzi;
il Golzi presentava ricorso avanti il TAR per l'Emilia-Romagna, sezione di Parma, chiedendo la sospensione del provvedimento impugnato;
il tribunale adito - nell'accogliere con ordinanza nella Camera di Consiglio del 20 febbraio 2001, la domanda incidentale di sospensione - evidenziava come ad un primo esame della controversia, il ricorso pareva contenere elementi che avrebbero indotto il collegio a ritenere ragionevolmente prevedibile il suo accoglimento nel merito, stante soprattutto l'incongruità della motivazione del provvedimento impugnato;
a seguito della richiesta del Golzi di riesame della richiesta di autorizzazione, allo stesso veniva comunicato che l'Avvocatura Generale dello Stato aveva proposto appello avverso la pronuncia 57/01 del TAR per l'Emilia-Romagna. Sezione di Parma -:
quali siano motivi per i quali il ministero abbia deciso di resistere in giudizio, con conseguente aggravio di costi per il Golzi, essendo evidente giudizio dell'interrogante il diritto dello stesso ad ottenere il menzionato nulla-osta di autorizzazione.
(4-01271)
In particolare, il dipartimento della pubblica sicurezza ha operato una valutazione ove si è tenuto conto che l'esercizio dell'incarico di vice procuratore onorario, che come è noto appartiene all'ordine giudiziario, può dar luogo, in concreto, a limitazioni nell'impiego dei dipendenti nei compiti istituzionali, con pregiudizio per la funzionalità stessa degli uffici ove prestano servizio.
Il Consiglio di Stato, nell'accogliere, con ordinanza n. 4725 del 2001, l'appello preposto dall'amministrazione avverso l'ordinanza del Tar per l'Emilia Romagna del 20 febbraio 2001, ha ritenuto prevalente l'interesse
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
in Via Ignazio Gioè, a pochi metri di altezza dall'abitato, passa una linea di alta tensione dell'Enel (150Kv) di costruzione successiva ed abusiva rispetto al condominio sottostante ed alle vicine costruzioni, fra cui la Clinica «La Maddalena»;
la vicinanza di detta linea di alta tensione è contraria al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 23 aprile 1992, emanato al fine di identificare i limiti massimi di tolleranza per esposizione ai campi magnetici;
oltre all'inquinamento elettromagnetico, le linee in questione producono un insopportabile inquinamento acustico dovuto all'incuria dell'Enel nella pulizia dei tralicci e degli isolatori, inquinamento particolarmente esasperato nelle ore notturne, nelle quali evidentemente l'Enel innalza la quantità di energia trasportata -:
perché l'Enel per la collocazione della linea non abbia utilizzato altri tralicci preesistenti o preferito altre aree vicine non edificate né allo stato edificabili, determinando così un percorso irrazionale per la vicinanza alle case di abitazione, per la sua interferenza con le strutture di emergenza a servizio del vicino ospedale e per l'andamento non rettilineo che caratterizza il percorso della linea medesima, dovuto alla sua costruzione successiva alle abitazioni sottostanti;
se il Ministro non senta l'esigenza di adoperarsi affinché l'Enel proceda all'interramento, anche parziale, o allo spostamento nella zone disabitate attigue all'abitato della descritta linea ad alta tensione.
(4-00503)
l'articolo 4 riserva allo Stato il compito di stabilire, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri su proposta del ministero dell'ambiente e tutela del territorio di concerto con il ministero della salute, «i limiti di esposizione, i valori di attenzione, gli obiettivi di qualità ... e i parametri per la revisione di fasce di rispetto per gli elettrodotti ...».
l'articolo 5 prevede l'emanazione di un apposito regolamento che determini «... una nuova disciplina dei procedimenti di autorizzazione alla costruzione ed all'esercizio degli elettrodotti con tensione superiore a 150 kilovattora in modo da assicurare il rispetto ...» ai princìpi della stessa legge e, quindi, ai limiti di cui all'articolo 4.
l'articolo 9 prevede piani di risanamento per le situazioni esistenti in contrasto con i nuovi limiti di esposizione stabiliti secondo le norme della stessa legge. Tali piani di risanamento, presentati dagli stessi gestori, per gli elettrodotti con tensione superiore ai 150 kilovattora, sono approvati dal ministero dell'ambiente e tutela del territorio di concerto con il ministero delle attività produttive, mentre, per tensioni inferiori, dalla regione interessata. I tempi previsti per il risanamento degli elettrodotti sono 10 anni dalla data di entrata in vigore della legge mentre per gli elettrodotti esistenti che risultano non conformi ai limiti di cui all'articolo 4 ed alle condizioni di cui all'articolo 5 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 23 aprile 1992 il risanamento deve essere effettuato rispettivamente entro il 31 dicembre 2004 ed il 31 dicembre 2008.
All'atto della trasformazione da 70 kilovattora a 150 kilovattora Enel si è attenuta a quanto disposto, in materia di distanze di rispetto dai fabbricati, dal decreto ministeriale 21 marzo 1988 n. 28, che costituisce il regolamento di esecuzione della legge 28 giugno 1986 n. 339, recante norme tecniche per la disciplina della costruzione e dell'esercizio di linee elettriche aeree esterne;
Successivamente alla costruzione ed alla trasformazione di tale elettrodotto sono stati realizzati fabbricati per i quali non sono state mantenute le dovute distanze di rispetto dai conduttori. Per tale motivo è stato effettuato, a spese delle cooperative edilizie interessate, un intervento per il ripristino delle distanze prescritte dalla legge sopra citata.
Pertanto, una volta emesso il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri previsto dalla legge n. 36 del 22 febbraio 2001 con il quale verranno fissati per la popolazione i limiti di esposizione, i valori di attenzione e gli obiettivi di qualità, sulla base dei quali i gestori degli elettrodotti dovranno presentare una proposta di piano di risanamento per la sua approvazione da parte delle competenti autorità, secondo le priorità stabilite dallo stesso decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, il gestore della linea elettrica AT (alta tensione) in questione, dovrà adottare, sui propri impianti, tutte le azioni necessarie per il rispetto delle disposizioni che saranno emanate con il suddetto decreto, nei tempi e con le modalità previste dallo stesso.
Si fa presente infine che, in zone abitate, il tipo di risanamento solitamente previsto è mediante interramento delle linee elettriche che elimina altresì eventuali effetti acustici indesiderati.
Il Ministro delle attività produttive: Antonio Marzano.
in data 3 ottobre 1978 venne siglata una convenzione fra Italia e Brasile con lo scopo di evitare la doppia imposizione sui redditi;
fino al 1999, come si evince dalla lettera della Direzione centrale previdenza dell'Inpdai del 25 luglio 2000 protocollo n. 4572. PZ III, ha riconosciuto l'esenzione totale dalle imposte italiane sul reddito da pensione in analogia a quanto operato dall'Istituto nazionale di previdenza sociale;
in seguito alla richiesta del Ministero delle finanze si è passati ad un iniquo sistema di imponibilità in entrambi gli Stati contraenti per importi eccedenti i 5.000 dollari statunitensi a partire dal 1 gennaio 2000;
tale nuova interpretazione, definita opportunamente iniqua dall'interrogante, basa la propria ratio sulla traduzione del testo inglese della convenzione per quanto attiene il secondo comma dell'articolo 18 della stessa laddove in maniera del tutto arbitraria la frase inglese may be taxed viene resa nel testo italiano con l'espressione «è imponibile» e non con l'espressione «potrebbe essere imponibile»;
appare evidente che la nuova interpretazione voluta dal precedente Ministro dell'economia e delle finanze crea una situazione paradossale e discriminante in cui un medesimo soggetto imponibile viene tassato due volte;
più volte sono stati sentiti dagli interessati cittadini italiani residenti i competenti organismi internazionali i quali si sono sentiti sempre rispondere che la via da perseguire al fine di far terminare la discriminazione risultava quello di inoltrare una domanda di rimborso alle competenti autorità brasiliane sentendosi ovviamente opporre un diniego motivato dalle autorità brasiliane con la corretta applicazione della convenzione stessa -:
se il Governo intenda porre fine a questa vessatoria condizione discriminante
se il Governo intenda affrontare a livello governativo la questione con le autorità brasiliane e in caso affermativo in quali tempi intenda operare anche al fine di evitare costosi contenziosi internazionali.
(4-01341)
Si chiede pertanto l'adozione di iniziative tese a superare la errata applicazione della convenzione.
Occorre premettere che le convenzioni internazionali sulla doppia imposizione di redditi percepiti da soggetti residenti in uno degli Stati contraenti e percettori del reddito nell'altro stabiliscono come debba essere ripartito il potere impositivo tra i due Stati contraenti, regolamentando il trattamento fiscale riservato alle singole categorie di reddito.
Questi accordi prevedono, a seconda delle tipologie di reddito interessate, la tassazione esclusiva da parte di uno Stato oppure la possibilità che entrambi gli Stati prelevino un'imposta, sugli stessi elementi reddituali (tassazione concorrente).
Al riguardo, la convenzione fiscale conclusa con il Brasile il 3 ottobre 1978 (ratificata dalla legge 29 novembre 1980, n. 844) riserva (articolo 18) l'esclusivo diritto di imposizione delle pensioni private che non eccedono, nel periodo di imposta, la somma di cinquemila dollari statunitensi, allo Stato in cui risiede il beneficiario di tali redditi. Qualora, invece, le pensioni percepite superino il suddetto limite, viene riconosciuta anche allo Stato che eroga il reddito la possibilità di prelevare un'imposta sugli stessi elementi reddituali.
Infatti, l'espressione inglese evidenziata nella interrogazione, "may be taxed", può essere resa nella versione italiana con entrambe le espressioni «possono essere tassati» e «sono imponibili». In ogni caso, tale espressione indica l'effettivo esercizio del potere impositivo da parte dello Stato della fonte, qualora esista nell'ordinamento interno una norma che espressamente lo preveda.
Non sussiste quindi né per il percettore dei redditi né per il sostituto d'imposta alcuna facoltà di scelta in ordine alla imponibilità dei redditi stessi.
Pertanto, è vero che per le pensioni private i cui importi eccedono la somma di cinque mila dollari statunitensi si verifica una doppia imposizione, in quanto il diritto di tassazione è ripartito tra lo Stato della fonte del reddito e quello di residenza del beneficiario. Tuttavia, la Convenzione italo-brasiliana, come tutti gli accordi della specie, stabilisce (articolo 23) il metodo da adottare ai fini della eliminazione della doppia imposizione, che nel caso in esame è rappresentato dal credito d'imposta ordinario.
Sulla base di tale metodo, l'amministrazione fiscale del Brasile, quale paese di residenza del beneficiario del reddito, dovrà pertanto concedere, in osservanza della Convenzione, la detrazione dall'imposta dovuta e corrisposta al paese di residenza stesso, del tributo pagato in Italia, sui redditi ivi prodotti e imputati a quello complessivo, entro i limiti dell'imposta attribuibile ai predetti redditi.
Ciò posto, la posizione assunta dall'amministrazione finanziaria italiana sulla specifica situazione dei pensionati italiani residenti in Brasile si configura, ad avviso dei dipartimento delle politiche fiscali, conforme alle norme convenzionali vigenti in materia e non pare viziata in sede di interpretazione delle stesse norme.
Il Ministro dell'economia e delle finanze: Giulio Tremonti.
in vari bandi di concorsi pubblici, specie a livello dirigenziale, la valutazione dei titoli è basata su criteri ambigui;
ciò ha in alcuni casi portato alla presentazione di ricorsi giurisdizionali;
le autorità giudiziarie hanno sovente dato ragione ai ricorrenti, sancendo la illegittimità di tali bandi, perché fondati su criteri di irragionevolezza, talvolta di manifesta ingiustizia, in quanto favorenti un candidato in modo palmare;
le sentenze dei giudici hanno comportato il risarcimento dei danni da parte della pubblica amministrazione, con dispendio di risorse da parte del contribuente -:
se in questi casi si sono svolte indagini per individuare i responsabili e quantificare i danni prodotti all'erario;
quali controlli preliminari intenda porre in essere per verificare ab initio la pubblicazione di bandi rispettosi del principio sancito dall'articolo 97 della Costituzione.
(4-00956)
La predisposizione del citato decreto è espressamente prevista dall'articolo 28, comma 2, lettera b), del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, relativo alle «Norme generali sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche».
Per la definizione dello schema di regolamento si è in attesa della definitiva approvazione del disegno di legge relativo a «disposizioni per il riordino della dirigenza statale e per favorire lo scambio di esperienze e l'interazione tra pubblico e privato» - Atto Senato 1052 -, attualmente all'esame della 1a Commissione Senato, che all'articolo 3, comma 5, prevede la modifica dell'articolo 28 del decreto legislativo 165 del 2001.
Il Ministro per la funzione pubblica e il coordinamento dei servizi di informazione e sicurezza: Franco Frattini.
il periodico «Famiglia Cristiana» pubblicò il 12 dicembre 1999, un articolo «Fa il suo dovere: trasferito»;
in tale articolo si parlava del capitano di Corvetta (CP) Calogero Ferlisi, il quale, presso la Capitaneria di porto di Messina, aveva svolto un'attività capillare in materia di demanio marittimo;
in particolare, l'ufficiale aveva consentito l'introito di notevoli somme a titolo di canone di concessione ed aveva denunciato alla Procura della Repubblica gli autori di abusivismi;
il predetto Ferlisi, per evitare il trasferimento, si dimise dal Corpo delle capitanerie di porto -:
come mai fu repentinamente disposto il trasferimento dell'ufficiale in altra regione e quale ente o ufficio ne firmò il dispaccio di trasferimento;
se la Capitaneria di porto di Messina abbia proseguito il proficuo lavoro del Ferlisi in materia di recupero di canoni pregressi, introitando le somme a favore dello Stato.
(4-00968)
Non risulta alcun nesso causale tra il trasferimento e le dimissioni dell'ufficiale che sono ascrivibili ad altra circostanza, quale quella legata al concorso bandito dal comune di Messina per comandante della polizia municipale del comune di cui lo stesso è risultato vincitore.
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Nino Sospiri.
la decisione comunitaria 138 del 2001 CE del 9 febbraio 2001 ha delineato le zone di sorveglianza ai fini del rischio del diffondersi della malattia «lingua blu» ed ha imposto vincoli sanitari, in primis il divieto alla transumanza;
così facendo si impedisce la normale attività di allevamento e spostamento delle bestie, di fatto segregate all'interno delle proprie stalle: ciò ha determinato un affollamento abnorme degli allevamenti di animali maturi e invenduti;
in Puglia i servizi veterinari ad oggi non hanno riscontrato casi di animali infetti;
la situazione delle aziende zootecniche è critica: c'è il rischio che quasi tutto il patrimonio zootecnico pugliese rimanga fuori dal mercato;
da ben 8 mesi gli allevatori pugliesi, già in crisi per gli effetti del morbo da BSE che aveva fatto crollare i prezzi dei bovini ed aumentato i costi di allevamento, sono ormai in ginocchio;
la Coldiretti di Bari in questi giorni ha proclamato lo stato di agitazione e ha chiesto al Governo l'adozione di misure urgenti e straordinarie a favore delle aziende zootecniche -:
se non intenda opportuno adottare urgentemente iniziative volte a:
applicare immediatamente i regolamenti comunitari sull'ammasso pubblico e privato delle carni riconoscendo maggiori costi di trasporto delle carcasse degli animali macellati;
sbloccare il divieto di movimentazione del bestiame;
indennizzare gli allevatori per il mancato reddito degli animali maturi e non più commercializzati;
erogare un contributo per l'uso di stalle attrezzate che raccolgano gli animali durante la prescritta quarantena;
sostenere direttamente la realizzazione di centri di ingrasso dei vitelli e di centri di stoccaggio delle carni nelle aree blue tongue.
(4-00860)
Le autorità sanitarie regionali, il ministero della salute ed il centro di referenza nazionale di Teramo hanno collaborato alla predisposizione di un piano nazionale per la sorveglianza sierologica, clinica ed entomologica, in grado di individuare precocemente l'eventuale circolazione virale e, quindi, le reali possibilità di diffusione della malattia in questione.
Proprio attraverso tale attività di sorveglianza, prevedendo tale piano una distribuzione pressoché capillare di animali «sentinella», è stato - tra l'altro - possibile evidenziare con grande rapidità la circolazione virale ed accertare casi di animali
Per quanto riguarda eventuali richieste di deroghe alla movimentazione da presentare alla Commissione europea ai fini di uno sblocco del divieto di movimentazione, si fa notare che con l'emanazione della decisione 2001/783/CE, l'autorità centrale dello Stato membro interessato può autorizzare, in deroga, i movimenti degli animali vivi a partire dalle stesse zone di restrizione e alle condizioni previste dalla succitata decisione.
Ciò rappresenta, in effetti, un riconoscimento da parte della commissione europea anche per quanto le Autorità sanitarie italiane stanno facendo e, conseguentemente, offre una serie di possibilità di spostamenti coerenti con l'azione di controllo della malattia.
Occorre considerare con la dovuta attenzione, altresì, le concessioni riconosciute dalla Commissione europea relativamente alla delimitazione dei terreni sottoposti a restrizione, sancite dal passaggio dalla direttiva 2000/75/CE alle successive decisioni.
Infatti, in luogo delle zone di protezione aventi un raggio minimo di 100 km intorno all'azienda infetta e delle zone di sorveglianza profonde almeno 50 km oltre il limite delle prime in base alla direttiva 2000/75/CE, con la decisione 2001/783/CE si è stabilita l'istituzione di nuove zone soggette a restrizione, comprendenti zone di protezione e di sorveglianza corrispondenti al territorio di una singola provincia.
È evidente che senza tale riconoscimento da parte della Commissione europea, per ciò che concerne la regione Puglia, alla luce dei dati epidemiologici citati, il conseguente provvedimento di chiusura emanato per le province menzionate, avrebbe dovuto invece interessare il territorio dell'intera regione.
Sulla base dell'esito degli ultimi dati epidemiologici forniti dal piano di sorveglianza, il quale è in grado di fornire puntuali ed attendibili informazioni sulle reali condizioni epidemiologiche dei territori sottoposti a verifica, quando le attività di sorveglianza e di monitoraggio dimostrino sia un'assenza di circolazione virale che di attività del vettore, sarà possibile, di volta in volta, chiedere alla Commissione europea di prendere in considerazione la possibilità di modificare la delimitazione delle zone di restrizione di cui alla decisione 2001/783/CE.
In questo senso, è stata recentemente inoltrata dal nostro paese un'esplicita richiesta di deroga alla Commissione europea, supportata dall'esito favorevole dei dati epidemiologici generati dal piano di sorveglianza e, sulla base di quanto stabilito dalla Commissione europea con decisione comunitaria approvata nel comitato veterinario permanente svoltosi a Bruxelles il 4 dicembre 2000 (documento SANCO/4408/2001), si é riusciti - tra l'altro - ad ottenere, nel caso della Puglia, lo stralcio delle province di Bari e Foggia dall'elenco dei territori sottoposti a restrizione, riportato nell'allegato I A della decisione 2001/783/CE.
Si soggiunge, che sulla base di quanto stabilito dalla Commissione europea con le ultime citate decisioni, il ministero della salute - direzione generale della sanità pubblica veterinaria, degli alimenti e della nutrizione ha emanato, in data 6 dicembre 2001, un provvedimento a firma del direttore generale pro-tempore, con cui viene ridefinito tutto il quadro normativo riferibile alla «Blue Tongue» per ciò che concerne lo spostamento degli animali, fatto che consente agli allevatori di poter beneficiare appieno di tutte le deroghe previste dalla normativa vigente sulla movimentazione di tutti gli animali sensibili alla febbre catarrale degli ovini, sia da allevamento e/o da produzione nonché da macello in entrata, in uscita e nell'ambito del territorio di ogni singola regione verso il restante territorio nazionale.
Si ribadisce, in ogni caso, il principio che le concessioni di tali deroghe sulla movimentazione devono scaturire da un'analisi del rischio tesa a limitare al massimo la diffusione della circolazione virale e, quindi, il diffondersi della malattia: non si può prescindere dalla necessità di documentare con precisione le aree in cui esiste o non esiste circolazione virale.
Che si stia andando nella giusta direzione, del resto, viene dimostrato dai riconoscimenti che l'Unione europea ha sancito con i suoi più recenti provvedimenti, vale a dire il mantenimento della qualifica di aree libere da «Blue Tongue» per la maggior parte del territorio nazionale, con il relativo accesso al mercato comunitario ed internazionale.
Per quanto riguarda gli aspetti di propria competenza, il ministero delle politiche agricole e forestali ha inteso segnalare che i provvedimenti di blocco della movimentazione degli animali vivi a seguito della diffusione della «Blue Tongue» hanno riguardato, oltre che gli animali appartenenti alle specie ovina e caprina, anche i bovini, che vengono considerati portatori sani e come tali sono un potenziale serbatoio della malattia.
Per i bovini da carne il danno economico, conseguente unicamente al blocco della movimentazione degli animali, è caratterizzato dal mancato invio di vitelli svezzati ai centri di ingrasso nel nord Italia; situazione che crea pesanti condizionamenti nella gestione delle aziende zootecniche sovraccariche di animali invenduti. Si innescano in tal modo forti turbative di mercato per il crollo dei prezzi praticati dagli operatori che raccolgono animali per destinarli alla macellazione.
Per i bovini da latte, l'impossibilità di vendere vitelle e manze da allevamento costringe le aziende a mantenerle in stalla, con conseguente aumento della produzione di latte, entro uno-due anni, fuori dalla quota-latte assegnata all'azienda medesima.
Al riguardo, il dicastero delle politiche agricole e forestali sta prendendo in considerazione i seguenti interventi di mercato:
ammasso: rendere fruibili agli allevatori delle zone sensibili alla «Blue Tongue» i regolamenti comunitari sull'ammasso pubblico e privato delle carni, provvedendo al riconoscimento di strutture di macellazione e stoccaggio nelle aree soggette a limitazione sanitaria finora escluse per l'assenza di strutture autorizzate (macelli a capacità limitata che spesso non dispongono della catena del freddo per lo stoccaggio carni).
fondo di indennizzo: indennizzo da corrispondere, previa attestazione della macellazione avvenuta nel periodo di blocco della movimentazione del bestiame, del bovino detenuto in azienda per un determinato periodo di tempo (almeno 5 mesi) e differente per età alla macellazione. Ciò ristorerebbe i maggiori oneri sostenuti, soprattutto dalle aziende che operano nella «linea vacca-vitello», per il mancato invio di vitelli svezzati ai centri d'ingrasso del nord-Italia, con il conseguente condizionamento della gestione delle aziende medesime sovraccariche d'animali invenduti. Si sta verificando la possibilità di utilizzare, per le regioni colpite dai provvedimenti di profilassi sanitaria determinati dalla «Blue Tongue», un provvedimento simile a quello contenuto nell'articolo 7-bis, comma 2, lettera b), della legge n. 49 del 2001 sulla encefalite spongiforme bovina «BSE».
intervento cosiddetto «Erode»: alternativo o complementare agli interventi per il «fermostalla» è il ritiro dal mercato dei vitelli appena nati prevedendo un corrispondente compenso. Ciò, oltre ad equilibrare il mercato nelle zone colpite, elimina i costi per il mantenimento in stalla e la perdita di valore nel periodo del blocco. In teoria, se tale intervento può essere preso in considerazione dall'OCM carne, nella pratica non è stato consentito in passato per la "BSE" per motivi di benessere animale.
superprelievo latte: l'impossibilità di vendere vitelle e manze da allevamento a causa del blocco della movimentazione, costringe le aziende zootecniche da latte a mantenerle in stalla, con conseguente aumento della produzione fuori della quota-latte assegnata alle medesime aziende. Si sta, esaminando la possibilità concreta di avanzare apposita richiesta alla Commissione europea nell'ambito dell'OCM latte, ai fini del versamento del prelievo supplementare da parte dei produttori ricadenti nelle zone svantaggiate, possibilmente a decorrere dalla campagna 2000/01 appena conclusa.
contributi trasporto: l'inadeguatezza delle strutture di macellazione nelle zone colpite da «Blue Tongue» e la necessità di trasferire in altre zone del nostro paese gli animali vivi per conseguire un'adeguata remunerazione del prodotto (costi di macellazione troppo alti rispetto al nord), rende necessario prevedere un contributo al trasporto del prodotto altrimenti antieconomico.
agevolazioni contributive: come già previsto dalla Legge n. 49 del 2001 per la «BSE» articolo 7-ter, comma 1), dovrebbe essere investito il ministero dell'economia e delle finanze perché disponga la sospensione o il differimento dei termini relativi agli adempimenti ed ai versamenti tributari, anche nei casi di «Blue Tongue».
In realtà, le attuali disponibilità finanziarie sono costituite dagli stanziamenti previsti dall'articolo 129 della legge 23 dicembre 2000, n. 388 (legge finanziaria 2001), ammontanti a lire 20 miliardi per ciascuno degli esercizi 2002 e 2003.
In linea con le valutazioni finora espresse, il dicastero delle politiche agricole e forestali ritiene che le azioni considerate dalla legge n. 388 del 2000 debbano essere modificate da strutturali ad interventi di mercato e che si deve procedere in maniera analoga anche per i fondi (lire 15 miliardi per l'anno 2001), già ripartiti fra le regioni ma non ancora utilizzati.
Il Sottosegretario di Stato per la salute: Cesare Cursi.
presso la sede della guardia di finanza di Bergamo era in servizio, sino dal 31 ottobre 2001 il capitano Domenico Napoletano, ora trasferito al gruppo operativo della Guardia di finanza di Roma;
il Capitano Napoletano stava conducendo, in collaborazione con la magistratura bergamasca, inchieste di vasta portata e rilevanza riguardanti tra l'altro reati associativi finalizzati alla commissione di resti finanziari e alla bancarotta fraudolenta;
tali indagini hanno avuto grande eco nella provincia di Bergamo;
un primo trasferimento, che doveva essere operativo da luglio 2001 fu bloccato anche a seguito della richiesta formulata dalla Procura della Repubblica di Bergamo che ha trovato nel capitano Napoletano un valido collaboratore di polizia giudiziaria;
i quotidiani bergamaschi hanno riportato più volte notizia delle proteste avanzate da cittadini e forze politiche a seguito del trasferimento del capitano Napoletano, in quanto vi sono fondati timori che venendo a mancare l'esperienza e la competenza del predetto, alcune inchieste non potranno adeguatamente svilupparsi e concludersi;
per quale ragione non si sia deciso di prorogare almeno di alcuni mesi (come richiesto dallo stesso capitano Napoletano e da un magistrato della Procura di Bergamo) il trasferimento del predetto ufficiale, se il Ministro intenda fare in modo che il capitano Napoletano possa prestare servizio (almeno per qualche mese in modo da poter concludere le inchieste avvivate) presso la Guardia di finanza di Bergamo.
(4-01286)
Occorre premettere che il comando generale della guardia di finanza ha specificato che il trasferimento del capitano Domenico Napoletano dal nucleo provinciale della polizia tributaria di Bergamo al comando generale di Roma è stato disposto in sede di pianificazione dei trasferimenti degli ufficiali direttivi, per il corrente anno, con decorrenza 16 agosto 2001, per esigenze organiche dello stesso comando generale.
In ordine al predetto trasferimento, è stata avanzata il 23 giugno 2001 una prima istanza di proroga da parte della procura della Repubblica presso il tribunale di Bergamo.
Tale iniziativa ha indotto le autorità militari competenti ad assumere e mantenere continui contatti con la predetta autorità giudiziaria, al fine di contemperare le esigenze operative del reparto con la opportunità di garantire la presenza dell'ufficiale alle indagini in corso. La decorrenza del trasferimento, come proposto dalle predette autorità militari, è stata così prorogata al 31 ottobre 2001 e il capitano interessato, per garantire continuità alle indagini in corso, è stato affiancato nel contempo da altro ufficiale in forza al reparto.
Al riguardo, è opportuno rilevare che l'ufficiale in argomento non rivestiva la qualifica di dirigente del servizio di polizia giudiziaria ai sensi dell'articolo 14 delle disposizioni di attuazione del codice di procedura penale, e, pertanto, la proroga del trasferimento non costituiva, per l'amministrazione, un atto dovuto.
In prossimità della scadenza del periodo di proroga è stata presentata (11 settembre 2001), questa volta, dalla procura generale della Repubblica presso la Corte di appello di Brescia una seconda istanza per un'ulteriore proroga del trasferimento del capitano Napoletano.
Tale istanza non ha tuttavia avuto esito positivo. Infatti, le competenti autorità militari, pur comprendendo l'importanza delle esigenze segnalate, hanno deciso di non procrastinare nuovamente il trasferimento, attesa la necessità di ripianare, in termini ragionevolmente brevi, i deficitari organici del comando generale, anche nella consapevolezza che la prosecuzione delle indagini sarebbe comunque stata assicurata dal nucleo provinciale di polizia tributaria di Bergamo, che può contare su quattro ufficiali in effettivo sui cinque previsti in organico.
Va inoltre evidenziato che anche in occasione della seconda istanza di proroga furono avviati e mantenuti contatti con la procura generale istante, e ciò, anche, al fine di sgomberare il campo da qualsivoglia forma di strumentalizzazione circa le «preoccupazioni» manifestate in sede locale sulla vicenda e riprese dalla interrogazione in esame. Tali contatti hanno confermato la inesistenza di motivi ostativi al trasferimento dell'ufficiale. E, infatti, il predetto comando generale ha specificato che le indagini condotte dal capitano Napoletano potranno proficuamente essere proseguite dal maggiore Giuseppe Verrocchi, che sin dal mese di settembre gli è stato affiancato, e che altre risorse del nucleo provinciale di polizia tributaria di Bergamo saranno, in ogni caso, disponibili per ogni evenienza investigativa.
Il procuratore generale della Repubblica presso la corte di appello di Brescia, dal canto suo, si è dichiarato ampiamente soddisfatto della soluzione prospettata.
Pertanto, sussistendo i presupposti per la proficua esecuzione e conclusione delle indagini in corso, in data 12 novembre 2001, il capitano Napoletano ha effettuato il trasferimento alla sede di Roma.
Il Ministro dell'economia e delle finanze: Giulio Tremonti.
dal 1 giugno 2001 è stato chiuso lo Scalo merci della Stazione Ferroviaria di Vittoria (Ragusa);
si tratta di una decisione assurda che è stata duramente contestata dagli Amministratori della Città oltre che dalle varie organizzazioni agricole e commerciali del luogo;
la chiusura dello Scalo merci costituisce una grave penalizzazione per la città di Vittoria che, com'è noto, è la capitale delle produzioni orticole sottoserra e che sta attraversando una fase di grande sviluppo nonostante la sua marginalità geografica e la carenza di strutture viarie;
la decisione di chiudere lo Scalo merci assunta dalla Divisione Cargo della Holding F.S. appare discriminante per la città di Vittoria, specie se si considera che altri scali merci della Sicilia meno importanti sono rimasti attivi -:
se non ritenga di intervenire presso la Divisione Cargo della Holding F.S. per conoscere le ragioni della chiusura dello Scalo merci della Stazione Ferroviaria di Vittoria (Ragusa) e per sollecitare tale Ente a disporre con la massima urgenza la riapertura della struttura anzidetta.
(4-00039)
Dalla suddetta data, la stazione in questione, anche se non presenziata, è rimasta abilitata al traffico merci e le relative operazioni amministrative sono state affidate alla stazione di Comiso.
La società ferrovie dello Stato riferisce che la revisione e la conseguente razionalizzazione del reticolo logistico si sono rese necessarie per l'elevatissimo numero di impianti abilitati, circa 50, che presentavano irrilevanti traffici con una grande differenza tra costi e ricavi.
In riferimento allo scalo merci della stazione Vittoria, la società ferrovie dello Stato ha fatto conoscere che in data 31 maggio 2001, il rappresentante dello stabilimento di Palermo ha emesso un provvedimento concernente una restrizione di traffico a causa dell'inagibilità dello scalo medesimo. Tale provvedimento ha difatti comportato la sospensione del traffico da e per l'impianto di Vittoria.
L'esiguità del traffico relativo all'impianto in argomento, riferisce la società ferrovie dello Stato, con n. 263 carri arrivati e partiti nel corso dell'intero anno 2000, è tale da non giustificare investimenti per il ripristino dell'agibilità dello scalo merci e, quindi, la sua riapertura.
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Nino Sospiri.
in data 16 gennaio 2001 il dipartimento per le politiche fiscali del ministero delle finanze, ufficio amministrazione delle risorse, servizio III - divisione V esprimeva parere negativo sulla richiesta di trasferimento alla Commissione tributaria regionale di Palermo, della signora Stefania Mancuso;
il 10 luglio del 2001 il legale della signora, l'avvocato Francesco Galioto scriveva all'Amministrazione delle finanze contestandone la decisione di rigetto della domanda di trasferimento;
in detta istanza si faceva riferimento ad alcuni trasferimenti di colleghi della Mancuso, assunti a seguito dell'espletamento della medesima procedura concorsuale, precisamente due colleghi della Commissione tributaria regionale di Firenze, i signori G.P. e S.M., due colleghi della Commissione tributaria regionale di Bergamo, i signori G.C. e A.C. ed un collega della Commissione regionale tributaria regionale di Vicenza, il signor S.M.;
la movimentazione dei dipendenti avviene oltre che per esigenze tecnico-organizzative del datore di lavoro, anche per esigenze, interessi e specifiche condizioni personali e familiari del lavoratore;
la normativa che il ministero avrebbe dovuto seguire per il trasferimento dei
le ragioni per le quali l'istanza della signora Mancuso sia stata rigettata;
se nel trasferimento del personale suindicato siano stati seguiti i criteri di cui al punto precedente;
se il trasferimento dei soggetti di cui sopra abbia danneggiato le legittime attese della signora Mancuso, madre di due figli in tenera età, l'ultimo nato il 15 marzo del 2001, attualmente in aspettativa per maternità.
(4-00893)
Al riguardo, il competente dipartimento delle politiche fiscali ha precisato che non è stato possibile dare corso alla istanza di trasferimento della signora Mancuso, atteso che il parere sfavorevole del direttore della commissione tributaria regionale di Firenze è motivato dalla carenza di personale della qualifica rivestita dall'interessata.
Circa i chiarimenti richiesti dal legale della signora Mancuso sul trasferimento di alcuni suoi colleghi presso le commissione tributarie della stessa città, il predetto dipartimento ha specificato di aver prontamente evaso la richiesta dell'avvocato con apposita comunicazione (nota n. 26697) del 9 agosto 2001, nella quale è stata evidenziata la legittimità dei distacchi operati presso le commissioni tributarie di Palermo. In particolare, il signor Salvatore Manzo e la signora Alessandra Compagno sono stati distaccati rispettivamente presso la commissione tributaria provinciale e regionale di Palermo, in quanto beneficiari della legge 5 febbraio 1992, n. 104 (legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate).
Il signor Giuseppe Caponnetti è stato distaccato alla Commissione tributaria regionale di Palermo in quanto ricopre la carica di assessore comunale, in applicazione della legge 3 agosto 1999, n. 265 (disposizioni in materia di autonomia e ordinamento degli enti locali), e la signora Silvana Morici, a seguito di istanza corredata dai pareri favorevoli degli uffici interessati, è stata distaccata alla predetta commissione per un periodo di sei mesi per gravi documentati motivi personali.
Infine, a differenza di quanto evidenziato nella interrogazione, il signor Giuseppe Palazzolo non risulta essere stato trasferito.
Il Ministro dell'economia e delle finanze: Giulio Tremonti.
le forze dell'ordine, che si prodigano per la tutela dei cittadini, difendono le istituzioni e la legalità dovrebbero ottenere gli opportuni riconoscimenti, che sarebbe opportuno che il Ministero dell'interno assumesse a proprio carico gli oneri della difesa degli addetti all'ordine pubblico nei confronti dei quali fosse in corso un procedimento giudiziario, anche in considerazione dello sforzo quotidiano dagli stessi profuso a tutela della civile convivenza -:
quali iniziative intenda adottare per garantire la più ampia tutela delle forze dell'ordine, anche attraverso riconoscimenti adeguati al loro impegno.
(4-01127)
In particolare, l'articolo 32 della legge n. 152 del 1975, in materia di ordine
L'articolo 9 della legge 232 del 1990, nel richiamare integralmente la suddetta disciplina, ha esteso tale beneficio agli operatori di polizia per fatti derivanti dalla conduzione dei mezzi dell'amministrazione della pubblica sicurezza, nell'espletamento del servizio.
La difesa può essere assunta dall'avvocatura dello Stato o da libero professionista di fiducia dell'interessato; in quest'ultimo caso gli oneri economici della difesa sono a carico del ministero dell'interno, fatta salva la possibilità di rivalsa dell'amministrazione nel caso di responsabilità dell'imputato per fatto doloso.
Al di fuori delle citate ipotesi, l'articolo 18 del decreto-legge n. 67 del 1997, convertito con modificazioni, dalla legge n. 135 del 1997, consente a tutti i dipendenti statali di ottenere il rimborso delle spese legali relative a giudizi per responsabilità civile, penale e amministrativa, per «fatti e atti connessi con l'espletamento del servizio o con l'assolvimento di obblighi istituzionali», qualora i relativi procedimenti si concludano con sentenza o provvedimento che escluda la responsabilità del dipendente.
Il dipartimento della pubblica sicurezza, di questo ministero, ha allo studio ulteriori iniziative normative volte alla semplificazione delle procedure per la concessione dei benefici in parola.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
il 12 febbraio del 1999, veniva, con l'emanazione di un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, definitivamente approvato un «Accordo di programma per la chimica di Porto Marghera»;
tale Accordo era stato sottoscritto nell'ottobre del 1998 presso il Ministero dell'industria, del commercio e dell'artigianato, dal Ministro dell'ambiente, dal Ministro dell'industria, dal Ministro dei lavori pubblici, dalla regione Veneto, dal comune e dalla provincia di Venezia, dall'Autorità portuale di Venezia, dalle parti sociali e dalle aziende interessate, tra cui EniChem Spa;
l'accordo in questione con la lettera b) del punto 1, individuava tra le azioni di risanamento e tutela dell'ambiente, lo smantellamento degli impianti in dismissione, la messa in sicurezza e la bonifica dei siti e con la lettera a) del punto 2, prevedeva gli investimenti prospettati dalle imprese, tra i quali in particolare quelli di EniChem Spa ammontanti a 1.095 miliardi finalizzati in particolare a:
sostituire la tecnologia «celle a catodo mercurio» dell'impianto cloro soda con la tecnologia «celle a membrana»;
a ridurre la capacità di stoccaggio del fosgene provvedere alla bunkerizzazione dei serbatoi;
a sviluppare la ricerca per la sostituzione dell'utilizzo del fosgene con il dimetilcarbonato ai fini della produzione del TDI, anche attraverso un impianto pilota da realizzare a Marghera;
a riferire periodicamente sui risultati della ricerca/sviluppo di tale progetto innovativo;
il 7 giugno del 2000, fu siglato presso il ministero dell'Ambiente un protocollo d'intesa tra Ministero dell'ambiente, ministero dell'industria, regione Veneto, provincia e Comune di Venezia che impegnava i firmatari alla messa a punto di un Atto integrativo dell'Accordo, che, tra le altre cose, assegnasse l'istruttoria dei progetti di bonifica dei siti interessati dall'Accordo alla Conferenza di Servizi e relativa Segreteria Tecnica attivata ai sensi dell'articolo 3 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 12 febbraio 1999, integrata dai soggetti di cui al decreto ministeriale n. 471;
in seguito, per l'esattezza in data 15 dicembre del 2000, l'Atto integrativo dell'Accordo di Programma per la chimica di Porto Marghera (che si applica alle aree in disponibilità delle Aziende firmatarie dell'Accordo per la chimica e di quelle eventualmente subentranti, nonché alle aree in disponibilità di altre aziende comprese nel perimetro dei siti di interesse nazionale che intendano aderirvi) è stato sottoscritto a Roma, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, dal Ministro dei lavori pubblici, dal Ministro della sanità, dalla regione Veneto, dal comune e dalla provincia di Venezia, dall'autorità portuale di Venezia, dalle parti sociali e dalle aziende firmatarie, ed emanato con decreto del Presidente del Consiglio in data 15 novembre 2001;
entro il 31 dicembre 2001 la Società Enichem del Gruppo ENI concluderà il processo di riorganizzazione con la formale costituzione di due distinte società di cui la prima si occuperà prevalentemente di bonifiche, dismissioni e gestione dei servizi, mentre l'altra raggrupperà l'insieme degli impianti strategici;
preso atto dalla stampa in queste ultime settimane dell'ipotesi di accordo raggiunta per la possibile cessione della nuova società Enichem Polimeri Europa alla società araba SABI -:
come il Governo intenda muoversi per garantire che le nuove proprietà rispettino tutti gli accordi sottoscritti dall'ENI-Enichem e le loro clausole, ivi compreso il piano d'investimenti previsto dall'Accordo di programma sulla chimica;
come intenda garantire, nonostante la frammentazione proprietaria, le necessarie condizioni di gestione unitaria in favore della tutela ambientale e della sicurezza per i lavoratori e per la popolazione.
(4-01561)
Tale accordo di programma, fondato sulla considerazione peculiare delle caratteristiche ambientali della laguna veneta, è il risultato di una mediazione che tiene conto delle istanze di tutti i soggetti interessati. Esso individua le iniziative dei soggetti pubblici e privati, tra i quali anche l'ENICHEM, sulla base di un calendario che prevede interventi di monitoraggio del sistema ambientale e significativi investimenti sia di bonifica dei siti, sia interventi tecnologici sugli impianti, fissando i tempi e le necessarie risorse finanziarie, al fine di permettere uno sviluppo ecocompatibile dell'area.
L'attuazione delle iniziative individuate per la riqualificazione della chimica a Porto Marghera, è stata assicurata con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 15 novembre 2001 che ha reso esecutivo l'atto integrativo all'accordo, firmato il 15 dicembre 2000 dagli stessi firmatari dell'Accordo di programma.
Ciò premesso, per quanto attiene al processo di riorganizzazione dell'Enichem si fa presente che l'Enichem interpellata al riguardo, ha comunicato di aver manifestato da tempo l'intendimento di uscire dal settore petrolchimico. Ciò, al fine di concentrare la propria attività nel settore energetico, considerato anche che il settore della petrolchimica risulta caratterizzato da un processo di razionalizzazione e di concentrazioni di imprese che vedrà nell'arco di dieci anni la presenza di pochissimi operatori a livello globale.
Pertanto, l'Enichem ha iniziato un negoziato tutt'ora in corso, per una joint-venture con la Sabic che potrebbe rafforzare il posizionamento strategico dei business più competitivi e potrebbe inoltre, garantire importanti sinergie quali l'accesso a materie prime con conseguente miglioramento della competitività e redditività complessiva.
Per quanto riguarda gli impegni previsti dall'accordo di programma sulla chimica a Porto Marghera, sottoscritti dall'Enichem, l'ENI ha precisato che in ogni caso l'Enichem continuerà a garantire il predetto accordo e tutti gli impegni pregressi in materia ambientale.
Per quanto concerne la sicurezza della popolazione si è a conoscenza che, in attuazione dell'accordo di programma e nell'ambito delle competenze attribuite dalla regione veneta all'Arfav (agenzia regionale per la prevenzione e protezione ambientale del Veneto), con la convenzione stipulata il 18 maggio 1998, il servizio prevenzione industriale della stessa sta predisponendo il «piano per l'informazione della popolazione interessata al rischio industriale».
Circa le misure da adottare a tutela dei lavoratori prioritariamente esposti ed il controllo dei pericoli da incidenti rilevanti, si fa presente che la competenza, è attribuita, per effetto dell'articolo 18 della direttiva Severo (decreto legislativo n. 334 del 1999), alla protezione civile ed alla regione Veneto.
Si fa presente, infine, che è nelle intenzioni del Governo promuovere ulteriori interventi per il futuro del polo chimico di Porto Marghera. Infatti, l'osservatorio chimico nazionale, su richiesta e d'intesa con le forze politiche e sociali locali, sta istituendo un osservatorio locale che avrà l'obiettivo di individuare un modello di sviluppo produttivo per l'area chimica di Porto Marghera.
In tale ottica i soggetti che faranno parte dell'osservatorio locale (regione, provincia, comune, associazioni imprenditoriali, organizzazioni sindacali in linea con gli indirizzi operativi dell'osservatorio nazionale hanno stabilito di includere nell'ambito di una ricerca per il monitoraggio del settore chimico a Venezia uno studio di filiera finalizzato a favorire nell'area di Marghera lo sviluppo ecocompatibile, endogeno e autopropulsivo dell'intero sistema produttivo locale.
Il Ministro delle attività produttive: Antonio Marzano.
con decreto 15 aprile 1999 del Ministero delle finanze circa la «Istituzione degli osservatori provinciali per l'adeguamento degli studi di settore alle realtà economiche locali», il Direttore generale del Dipartimento delle entrate decretava quali componenti degli osservatori provinciali, tra gli altri, alla lettera F «un rappresentante degli ordini professionali degli esercenti arti e professioni tecniche»;
con verbale d'intesa dell'11 maggio 2001, il Ministro del lavoro ha riconosciuto le confederazioni sindacali delle libere professioni Confedertecnica, Consilp-Confprofessioni e Cipa come «rappresentative» del comparto libero professionale;
a seguito di tale intesa, le confederazioni sindacali dei liberi professionisti sono state ammesse al «tavolo della concertazione, al pari delle altre forze produttive» -:
come si intenda estendere tale intesa ai contenuti del decreto 15 aprile 1999 circa le composizioni degli osservatori provinciali, prevedendo coerentemente la presenza delle associazioni sindacali in questione in integrazione o sostituzione degli ordini professionali previsti, ai fini di una corretta e compiuta rappresentatività degli esercenti arti e professioni tecniche.
(4-00994)
Al riguardo, si precisa che per la composizione degli osservatori di cui trattasi (la cui istituzione, come ricordato dall'interrogante è stata prevista con decreto direttoriale del 15 aprile 1999), ciascuna direzione regionale delle entrate ha invitato le associazioni di categoria e gli ordini professionali maggiormente rappresentativi a livello territoriale a designare i nominativi di propri rappresentanti.
Pertanto, considerato che il criterio di riferimento con cui sono stati costituiti gli osservatori è stato individuato nella «maggiore rappresentatività» in sede provinciale delle associazioni, non tutte le associazioni presenti sul territorio hanno un proprio rappresentante negli osservatori stessi.
Le direzioni regionali hanno già selezionato, tra i nominativi pervenuti, i componenti degli osservatori provinciali della propria regione.
Infatti, come si evince, anche, dalla circolare del 15 novembre 2001 (n. 96/E) tutti gli osservatori provinciali risultano costituiti.
Ciò posto, l'immediata sostituzione dei componenti degli osservatori richiederebbe una procedura troppo lunga e complicata che avrebbe come conseguenza il rischio di una paralisi dell'attività già avviata dagli stessi.
Va, inoltre, precisato che le associazioni di categoria non rappresentate nell'osservatorio possono, attraverso la presentazione ad uno o più componenti dell'osservatorio provinciale, evidenziare casi concreti che siano ritenuti meritevoli di valutazione e che interessino un numero significativo di soggetti.
Tuttavia, al fine di permettere alle confederazioni sindacali delle libere professioni Confedertecnica, Consilp-Confprofessioni e Cipa, di garantire la rappresentanza dei loro iscritti anche nell'ambito degli studi di settore, le stesse possono designare propri rappresentanti da inserire nella commissione degli esperti, istituita con decreto ministeriale del 10 novembre 1998.
La predetta commissione, infatti, ha il compito di esprimere un parere in merito alla idoneità dei singoli studi di settore a rappresentare la realtà economica cui si riferiscono, prima dell'approvazione e della pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale degli studi stessi oltre che quello di esaminare le questioni evidenziate dai singoli osservatori provinciali al fine di trasmettere le relative valutazioni all'amministrazione finanziaria.
La richiesta di inserimento nella commissione degli esperti dei rappresentanti designati va effettuata all'amministrazione finanziaria che provvederà con decreto integrativo del citato decreto ministeriale 10 novembre 1998.
Il Ministro dell'economia e delle finanze: Giulio Tremonti.
nell'ambito della riorganizzazione generale degli Uffici della Polizia di Stato sembra nuovamente farsi avanti l'ipotesi, finora scongiurata, di sopprimere il Compartimento della Polizia Stradale di Basilicata, accorpando le province di Potenza e Matera rispettivamente con le competenze di Napoli e Bari;
l'eventuale chiusura della struttura determinerebbe una penalizzazione della Basilicata che fino ad oggi ha mantenuto la sua autonomia e funzionalità per quanto concerne la Polizia Stradale;
è fin troppo evidente che l'accorpamento del Compartimento con altre realtà territoriali extraregionali pone la Basilicata in subordine rispetto alle reali esigenze del territorio lucano, con inevitabili e gravissime conseguenze per la funzionalità e l'efficienza del comparto sicurezza sulla strada;
la presenza di importanti arterie stradali come la Salerno-Reggio Calabria, la Strada Statale 106 Jonica, la Strada Statale n. 407 «Basentana» e tutte le altre Fondovalli necessitano di adeguata copertura per il controllo e la sicurezza del territorio;
questa chiusura va nella direzione opposta rispetto a quanto sollecitato dalle Istituzioni regionali e dagli Enti Locali della Basilicata nonché dalle stesse organizzazioni sindacali delle forze di Polizia che lamentano una scarsità di mezzi e di uomini nelle Questure di Potenza e Matera ed anche nel caso del Commissariato di Pisticci e della Polfer di Metaponto;
si registrano anche ritardi per la istituzione del Commissariato della Val d'Agri e del controllo satellitare, alla luce dei finanziamenti del Quadro di Sostegno UE, della zona di Melfi;
la Basilicata per il suo essere una «terra di mezzo» è oggetto di tentativi di infiltrazione criminale anche in considerazione della crescita costante e dello sviluppo economico che la pongono quale capofila del Mezzogiorno;
la sicurezza ed il controllo del territorio sono una variabile economica imprescindibile per il consolidamento dello sviluppo socio-economico lucano;
quali interventi intenda porre in essere per scongiurare la soppressione del Compartimento di Polizia Stradale e di adottare tutti i provvedimenti necessari volti a rafforzare, in termini di mezzi e di uomini, i presidi presenti sul territorio che risultano ad oggi sottodimensionati rispetto alle reali esigenze del territorio.
(4-00775)
Detta opzione, comunque, dovrà essere ulteriormente riesaminata nel quadro del più ampio riassetto degli uffici e reparti previsto dal decreto del Presidente della Repubblica 4 marzo 2001, n. 78, in materia di riarticolazione dell'amministrazione della pubblica sicurezza.
Quanto all'istituzione del commissariato distaccato di pubblica sicurezza nella Val d'Agri e, più in generale, al rafforzamento dei presidi di polizia in Basilicata, la questione sarà affrontata nel quadro delle iniziative avviate dal Ministro dell'interno per la razionalizzazione della dislocazione degli uffici e comandi sull'intero territorio nazionale, mirata ad evitare sovrapposizioni e duplicazioni, ottimizzando le risorse disponibili.
Nella regione, peraltro, in luogo di interventi di tipo quantitativo, si è attualmente privilegiato il potenziamento dei mezzi tecnici disponibili, con il ricorso a tecnologie avanzate, in grado di elevare gli standard di sicurezza attraverso un più incisivo controllo del territorio.
Al riguardo si segnala l'attivazione della nuova sala operativa della questura di Potenza, che garantirà la «copertura», oltre che del capoluogo, anche dell'area industriale nell'agro di San Nicola.
Tale aggiornamento tecnologico, realizzato con l'utilizzo dei fondi strutturali previsti dalla commissione europea nell'ambito del progetto operativo «sicurezza per lo sviluppo del Mezzogiorno d'Italia» 1994-99, sarà esteso, con la programmazione per gli anni 2000-2006, all'intero territorio di competenza del commissariato distaccato di pubblica sicurezza di Melfi e sarà realizzata la nuova sala operativa della questura di Matera, che gestirà il dispositivo di controllo del territorio anche nel comprensorio di competenza dei presidi di Pisticci e di Scanzano Ionico.
Nella regione, inoltre, sono in corso le misure di rafforzamento della sicurezza sull'autostrada «Salerno-Reggio Calabria», incentrate sulla predisposizione di un sistema integrato di vigilanza elettronica dei punti sensibili e di radiocomunicazione satellitare in grado di consentire la radiolocalizzazione ed il tempestivo intervento delle pattuglie, dotate di autovetture tecnologiche progettate per lo specifico impiego operativo.
In particolare, per il tratto lucano tali misure riguardano la sottosezione autostradale di Lagonegro della polizia stradale.
Con le disponibilità economiche della programmazione 2000-2006 destinate alla sicurezza stradale, è prevista, infine, la realizzazione sulla statale ionica di un sistema di vigilanza analogo a quello già operativo sull'autostrada.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
il comma 3 dell'articolo 33 della Finanziaria 2001 stabilisce che i trasferimenti di beni immobili in aree soggette a piani urbanistici particolareggiati, regolarmente approvati ai sensi delle normative statale o regionale, sono soggetti all'imposta di registro ridotta all'1 per cento e alle imposte catastali e ipotecarie in misura fissa, a condizione che l'utilizzazione edificatoria dell'area avvenga entro 5 anni dal trasferimento;
l'Agenzia delle Entrate con le circolari n.1/E del 3 gennaio 2001 e n. 6/E del 26 gennaio 2001 ha dato una interpretazione restrittiva dell'articolo 33 condizionando il beneficio al fatto che l'immobile acquistato sia funzionale a uno sfruttamento edificatorio di un'area in possesso dell'acquirente;
in base all'interpretazione proposta dall'Agenzia delle Entrate il semplice acquisto di un'area in un piano particolareggiato non ha il diritto al beneficio se tale operazione non è funzionale a rendere edificabile un'area già in possesso dell'acquirente;
la Commissione finanze della Camera dei deputati ha riconosciuto tale discordanza tra il testo della legge e le circolari dell'Agenzia delle Entrate nel suo atto di indirizzo n. 7-01053 (approvato il 6 marzo 2001) nel quale impegna il Governo a chiarire che la disposizione deve intendersi nel senso che la fruizione del regime agevolato non è subordinata alla condizione del previo possesso dell'area interessata. Nello stesso atto di indirizzo è specificato che l'accesso al beneficio è consentito sia ai soggetti non proprietari che intendono subentrare nell'attuazione dei piani particolareggiati, sia ai proprietari dei beni immobili compresi nei piani destinati alla edificazione o concessione e realizzazione delle aree a standard ai fini della complessiva attuazione del piano stesso. Ed è inoltre specificato che il termine «piani particolareggiati comunque denominati» comprende qualunque tipo di piano urbanistico attuativo (o ad esso assimilato) del piano regolatore generale; a precisare che affinché la condizione (per cui l'utilizzazione edificatoria dell'area interessata deve realizzarsi entro cinque anni) possa intendersi soddisfatta è sufficiente il rilascio della concessione edificatoria e l'inizio del relativo lavoro -:
quali misure e provvedimenti intenda adottare il Governo per eliminare le incongruenze tra il dettato della legge e l'interpretazione adottata dall'Agenzia delle Entrate.
(4-01048)
Ed invero, secondo l'interpretazione ministeriale, per fruire dell'agevolazione in questione (consistente nell'applicazione dell'imposta di registro nella misura dell'uno per cento e delle imposte catastali e ipotecarie in misura fissa), occorrerebbe che l'immobile acquistato fosse funzionale a uno strumento edificatorio di un'area già in possesso dell'acquirente; con la conseguenza che rientrerebbe nel campo di applicazione della norma, non qualsiasi acquisto
Tale interpretazione, ad avviso dell'interrogante determinerebbe una irragionevole riduzione dell'ambito di applicazione della norma - peraltro non conforme al suo tenore letterale né alla sua ratio - in quanto precluderebbe l'accesso al regime agevolativo ai soggetti non proprietari intenzionati a subentrare nell'attuazione dei piani particolareggiati.
Al riguardo, si rileva che la legge finanziaria per il 2002 (legge 28 dicembre 2001, n. 448, articolo 76), ha introdotto una disposizione con la quale si precisa che «il regime fiscale previsto dall'articolo 33, comma 3, della legge 23 dicembre 2000, n. 388, si intende applicabile ... anche nel caso in cui l'acquirente non disponesse in precedenza di altro immobile compreso nello stesso piano urbanistico».
Pertanto, la problematica in argomento può considerarsi definitivamente risolta nel senso auspicato nell'interrogazione.
Il Ministro dell'economia e delle finanze: Giulio Tremonti.
nella Provincia di Udine secondo quanto disposto dalla Direzione MTC ogni trimestre le scuole guida richiedono, in base alla legge n. 870, articolo 19, del 1o dicembre 1986, sostituito dalla legge n. 625, di effettuare esami di guida, presso la propria sede provvedendo, presso la Banca d'Italia, al pagamento anticipato della trasferta degli esaminatori e debitamente allegando alla richiesta la ricevuta;
per andare incontro agli esaminatori, per il raggiungimento della località d'esame le scuole guida hanno comunque messo a disposizione le proprie autovetture sia per il raggiungimento della sede d'esame, sia per il ritorno in ufficio;
quanto sopra è ovviamente sempre stato effettuato a favore dei cittadini che si apprestavano a sostenere la prova pratica per la patente;
contro questo stato di cose, funzionante sostanzialmente in tutto il resto d'Italia, nella Provincia di Udine con lettera del 17 ottobre 2001 Protocollo 19-12-001/401 il Direttore provinciale dell'Ufficio periferico del ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha disposto, a partire dal 1o novembre, la sospensione temporanea delle sedute presso le sedi delle autoscuole e ciò a seguito della presa di posizione di tutti gli esaminatori, i quali hanno dichiarato che a partire dal 1o novembre si recheranno sui luoghi di missione esclusivamente con i mezzi pubblici sui quali si possa utilizzare la tessera DGMT e che sospenderanno gli esami da svolgere in orario pomeridiano;
sempre nella stessa lettera, viene disposto che gli esami di guida si svolgeranno presso l'ufficio di Udine;
l'Associazione sindacale imprenditori di autoscuole e di consulenza circolazione mezzi di trasporto (ASIAC) con nota 26 ottobre 2001, indirizzata al ministero delle infrastrutture e dei trasporti - Dipartimento dei Trasporti Terrestri, Unità di gestione della Motorizzazione e della Sicurezza del Trasporto Terrestre, Servizio Affari Generali e del Personale, ha chiesto che, nell'interesse dell'utenza tutta e dell'Amministrazione stessa siano tempestivamente adottate tutte le più opportune determinazioni volte ad evitare che si interrompa il corretto funzionamento del servizio Provinciale di Udine -:
se sia al corrente dei motivi per cui nella provincia di Udine gli esaminatori abbiano preso questa posizione lesiva nei confronti dei cittadini che intendono affrontare la prova pratica per il conseguimento della patente di guida;
quali provvedimenti intenda prendere per far sì che il disagio cessi immediatamente e si possa ripristinare la pratica consueta di effettuare nella medesima sede della scuola di guida gli esami orali e anche quelli di pratica.
(4-01403)
Ciò per un duplice ordine di motivi, quali il ritardo con cui vengono erogati i rimborsi per le spese di trasferta anticipate dal personale e l'endemica carenza di operatori (sia tecnici che amministrativi) che costringe il personale in servizio a turni di lavoro veramente eccessivi.
Posto dunque che si tratta di una protesta generalizzata e che le problematiche da cui scaturisce necessitano di particolare attenzione, questa amministrazione si è subito attivata presso il ministero dell'economia e delle finanze che ha assicurato l'avvio di meccanismi atti ad abbattere i tempi di attesa per i rimborsi.
Si fa presente, infine, che questa amministrazione sta allo stato valutando alcune iniziative per risolvere l'attuale situazione degli organici degli uffici provinciali della M.C.T.C. al fine di garantire l'ordinato svolgimento dei compiti istituzionali.
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Nino Sospiri.
notizie di stampa segnalano che, i ministeri dell'interno e della istruzione, dell'università e della ricerca, starebbero per stilare un protocollo d'intesa con l'associazione «Riferimenti» al fine di attuare nelle scuole calabresi una barriera di solidarietà nella lotta alla criminalità organizzata;
in Calabria esiste il Comitato regionale permanente per l'educazione alla legalità, ai sensi della legge regionale n. 2 del 1986, con annesso osservatorio antimafia, sotto la tutela dell'assessorato regionale alla pubblica istruzione -:
quali siano le motivazioni che porterebbero i Ministri interrogati alla stipula di un protocollo d'intesa con un associazione esterna, piuttosto che un organo istituzionalmente preposto all'educazione alla legalità.
(4-00978)
La direzione generale rappresenta l'ufficio scolastico regionale della Calabria, a livello di soggetto istituzionale, nel comitato regionale permanente antimafia educazione legalalità (Corapel), con annesso osservatorio antimafia, sotto la tutela dell'assessorato regionale alla pubblica istruzione, ai sensi della legge regionale n. 2 del 15 gennaio 1986, modificata dalla legge regionale n. 7 del 2 maggio 2001 ed il dottor Francesco Graceffa, è il dirigente assegnato ai sensi dell'ordinanza ministeriale 71 del 2001, a partecipare alle riunioni del comitato anzidetto e a perseguire gli obiettivi istituzionali ed educativi della solidarietà e della coscienza civile nei giovani.
Il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, per l'università e per la ricerca: Valentina Aprea.
la stazione dei Carabinieri di Maropati (Reggio Calabria) dopo più di cento anni dalla sua istituzione, sta per essere trasferita nel Comune di Feroleto della Chiesa (Reggio Calabria);
la stazione dei Carabinieri di Maropati fino al 1955 ha esercitato la giurisdizione sul territorio del comune di Giffone e da quella data in poi sul territorio del Comune di Feroleto della Chiesa;
appare decisamente inconcepibile la soppressione della Stazione di Maropati e l'apertura di quella di Feroleto della Chiesa, poiché quest'ultimo comune dista soli tre chilometri dal Comune di Galatro dotato di Stazione dei Carabinieri, mentre dista più di dieci chilometri dalla sede attuale di Maropati -:
se non ritengano necessario ed urgente rivedere la situazione e mantenere la sede della stazione dei Carabinieri anche presso il Comune di Maropati (Reggio Calabria).
(4-01652)
Il provvedimento, attuato il 10 dicembre 2001, non inciderà sull'attività di vigilanza e di controllo del territorio, non essendo stati modificati i limiti territoriali del reparto, che continuerà ad essere competente su entrambi i comuni, peraltro piccolissimi e tra loro limitrofi.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
nella notte tra il 31 ottobre e il 1o novembre 2001 un gruppo di teppisti si è introdotto nella sede dell'Istituto italiano per gli studi europei di Giugliano in Campania (Napoli) sottraendo tutte le attrezzature e provocando ingenti danni alla struttura dell'Istituto stesso;
l'Istituto di studi europei - collegato con l'Istituto italiano di studi filosofici - porta avanti in tutta la regione numerose iniziative culturali e sociali, operando in particolare in un territorio, la provincia a nord di Napoli, in cui la marginalità ed il sottosviluppo parevano invincibili. Esso ha lo scopo di avvicinare il Mezzogiorno all'Europa, in risposta ai numerosi appelli da parte di tutta la comunità politica, istituzionale, professionale e scientifica affinché i giovani assumessero un ruolo attivo nel processo di crescita dell'Europa e di sviluppo di queste terre. Per queste ragioni, esso è stato riconosciuto come ente di rilevante interesse regionale ai sensi della legge regione Campania n. 49 del 6 maggio 1985;
è la seconda volta che l'Istituto è stato oggetto di episodi di violenza: pochi mesi fa, infatti, in occasione di una manifestazione che promuoveva lo sviluppo della cultura cinematografica locale, uno dei partecipanti fu picchiato a sangue, proprio nella piazza in cui si trova lo storico Palazzo Palumbo, sede dell'Istituto stesso;
l'episodio della notte del 1o novembre 2001 è ancora più grave, poiché, oltre a paralizzare di fatto tutte le attività in programma, determina un passo indietro di anni nelle possibilità di pensiero e di confronto aperte ai giovani. L'Istituto italiano per gli studi europei è stato derubato delle sue attrezzature, tra cui i computers e le stampanti che fino a ieri i ragazzi delle scuole avevano usato per ricerche di studio, ma soprattutto è stato sottratto un
se siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa;
quali iniziative si intendano adottare per manifestare concretamente la solidarietà del Governo, anche per evitare che l'indifferenza e la sfiducia per le istituzioni, accanto ai nemici di sempre, sottosviluppo e camorra, diventino un'arma fatale per qualsiasi iniziativa di crescita.
(4-01314)
Le attività investigative, peraltro, non hanno sortito finora positive risultanze.
Per quanto attiene, poi, all'aggressione subita da un frequentatore dell'istituto, di cui è menzione nell'atto di sindacato ispettivo, non risultano presentate denunce in tal senso alle Forze di polizia.
La questura di Napoli, peraltro, ha segnalato che in una piazza limitrofa sostano abitualmente dei giovani, tra i quali taluni pregiudicati, resisi di recente responsabili di un'aggressione ai danni di un militare straniero che aveva accompagnato una studentessa presso la sede dell'istituto; nell'occasione, le mirate investigazioni svolte hanno permesso di denunciare i responsabili all'autorità giudiziaria.
Il predetto ufficio di pubblica sicurezza, infine, ha assicurato l'ulteriore sensibilizzazione dei settori operativi preposti alla tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica nell'area in argomento.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
l'11 maggio 2000 è stato eletto sindaco di Palmi il dottor Bruno Galletta, rappresentante di una composita formazione di centro destra e liste civiche, in contrapposizione ad altro candidato della stessa area e ad un candidato del centro sinistra;
il dottor Galletta era però incandidabile a causa di sentenza definitiva di condanna per falso in atto pubblico;
il Prefetto di Reggio Calabria comunicava quanto sopra ai singoli consiglieri comunali perché ne traessero le dovute conseguenze, senza ottenere alcun risultato, poiché l'elezione venne convalidata dal consiglio comunale;
successivamente, con atti separati, il prefetto di Reggio Calabria ed una elettrice iscritta nelle liste del comune di Palmi proposero azione giudiziaria intesa ad ottenere la declaratoria di incandidabilità del sindaco eletto e di nullità delle elezioni;
con sentenza del 10 settembre, il tribunale di Palmi accolse le domande, dichiarando la incandidabilità del sindaco e la nullità dell'elezione;
la sentenza venne notificata in forma esecutiva, come prevede il codice di procedura civile; la cittadina istante si rivolse al Ministro dell'interno ed al Prefetto di Reggio Calabria per ottenere che la sentenza venisse eseguita, senza ottenere alcun risultato: rimasero infatti al loro posto il sindaco, gli assessori da lui nominati, i consiglieri eletti con il medesimo sulla base del premio di maggioranza;
in data 29 novembre 2001 è stato discusso l'appello avverso il provvedimento del tribunale di Palmi; anche la Corte di appello di Reggio Calabria ha confermato la declaratoria di ineleggibilità del dottor Galletta e di nullità delle elezioni;
e tuttavia sindaco, giunte e consiglio comunale della più grande città della provincia
si avverte, ad avviso dell'interrogante, in tale situazione, un sostanziale disprezzo delle norme, ed anche assenza di deontologia politica; lo stesso deve dirsi, però, per tutti i soggetti deputati a far cessare questo stato di cose -:
se il Ministro dell'interno sia a conoscenza dei fatti;
quali siano le ragioni per le quali è stato consentito ad un cittadino incandidabile di svolgere funzioni di grande responsabilità amministrativa pur dopo la scoperta di tale sua condizione;
quale sarà il destino degli atti compiuti da un sindaco incandidabile, di una giunta nominata da un sindaco incandidabile e da un consiglio comunale in gran parte eletto perché ricompreso nelle liste di un cittadino incandidabile;
se non ritenga che nelle condotte denunziate si ravvisino comportamenti omissivi, eventualmente perseguibili;
se non ritenga che sussistano nel caso di specie le persistenti violazioni di legge in forza delle quali occorre procedere allo scioglimento del consiglio comunale.
(4-01655)
La suddetta gestione commissariale ex articolo 19 del regio decreto 3 marzo 1934, n. 383, ancora vigente in virtù del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, proseguirà fino al primo turno elettorale utile per il rinnovo degli organi.
Circa i dubbi espressi in merito alla validità degli atti assunti dall'amministrazione al tempo in carica, si soggiunge, infine, che gli stessi potranno essere fatti valere in sede giurisdizionale.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Antonio D'Alì.
in data 12 settembre 2000 la Digos della questura di Taranto, su disposizione del GIP di Taranto, dottoressa Santella, eseguiva sei ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti dell'allora vice sindaco del comune di Castellaneta, professor Luciano Colangelo, del consigliere comunale dei democratici di sinistra, Giuseppe Bellino (fino a qualche mese prima assessore), del dirigente dell'ufficio tecnico comunale, del segretario generale del comune di Castellaneta, nonché di due imprenditori accusati a vario titolo dei reati di concussione, turbativa d'asta, frode nelle pubbliche forniture, tentativo di concussione, abuso d'ufficio, falso ideologico, falso materiale ed altro;
il relativo procedimento penale è stato definito con il deposito di richiesta di rinvio a giudizio (l'udienza preliminare è stata fissata per il 18 ottobre 2001) nei confronti, oltre che dei predetti, dell'assessore del comune di Castellaneta, Stefano Ignazzi dei democratici di sinistra e di altri imprenditori per un totale di undici imputati i quali devono rispondere complessivamente di ben novanta capi d'imputazione, undici dei quali addebitati al sindaco di Castellaneta, Loreto Rocco (tentativo di concussione, abuso d'ufficio, falso materiale, falso ideologico ed altro);
in data 4 giugno 2001, il sindaco di Castellaneta, il senatore Loreto Rocco, non
in data 25 giugno 2001 il Sostituto Procuratore della Repubblica di Taranto, Dott. Petrocchi Vincenzo ha depositato richiesta di rinvio a giudizio nei confronti dell'allora vice sindaco Colangelo Luciano, del dirigente dell'Ufficio Tecnico Comunale del Comune di Castellaneta e di alcuni componenti la commissione edilizia comunale, imputati a vario titolo di diverse ipotesi di abuso d'ufficio in favore della «Nuova Concordia s.r.l.»;
in data 9 luglio 2001 il G.U.P., Dott.ssa Santella ha emesso il decreto che dispone il giudizio nei confronti dell'allora vice sindaco Colangelo Luciano, del dirigente dell'Ufficio Tecnico Comunale, dei componenti la commissione edilizia comunale, imputati a vario titolo di diverse ipotesi di falso ideologico e di abuso d'ufficio, per un totale di sei capi d'imputazione;
in data 19 luglio 2001 la stampa locale riportava la notizia secondo la quale la Procura di Taranto, su richiesta del PM, Dott. Buccoliero Evangelista Mariano ha notificato l'avvio della conclusione delle indagini preliminari a tredici indagati per un totale di 29 capi d'imputazione. Destinatari di tale atto oltre ai soliti nomi del sindaco Loreto Rocco, dell'ex vice sindaco Colangelo Luciano, del segretario generale, dell'assessore Ignazzi Stefano ai quali sono addebitati a vario titolo i reati di abuso d'ufficio, falso ideologico, concussione consumata, concussione tentata e calunnia, risultano anche due pregiudicati comuni;
dalla lettura delle imputazioni emergono oltre ai reati tipici degli amministratori infedeli alla legge, anche episodi di criminalità pura certamente fuori dell'ordinario, essendo il sindaco Loreto accusato di essere il mandante di due attentati incendiari in danno di altrettanti esponenti politici locali, nonché di utilizzare i predetti pregiudicati per minacciare e ricattare il consigliere di minoranza Pontassuglia Vito Fortunato, onde costringerlo alle dimissioni;
per la prima volta in un procedimento giudiziario è stata consacrata l'attività di intimidazione posta in essere da alcuni pregiudicati comuni in danno degli esponenti politici di opposizione che più volte in passato era stata inutilmente segnalata ai competenti organi giudiziari e amministrativi;
in data 23 luglio 2001 la stampa locale riportava la notizia secondo la quale il G.U.P. del Tribunale di Taranto ha chiesto il rinvio a giudizio di tre imprenditori e del responsabile dell'ufficio tecnico del Comune di Castellaneta per una serie di lavori ad impianti di pubblica illuminazione fatti eseguire dall'Amministrazione Comunale di Castellaneta tra il 1996 ed il marzo scorso;
da quando Loreto Rocco è ritornato ad occupare la carica di sindaco da cui era sospeso durante il periodo di detenzione, i sistemi adottati nei confronti di molti dipendenti (definiti non allineati) sono del tutto insostenibili con le comprensibili conseguenze negative sull'andamento dell'intera amministrazione;
visto l'articolo 15-bis della legge 19 marzo 1990, n. 55, introdotto dall'articolo 1 del decreto-legge 31 maggio 1991, n. 1645, convertito con legge del 22 luglio 1990, n. 221 stabilisce «...il potere di scioglimento del Consiglio Comunale è esercitato
vista la sentenza 3 febbraio 2000 n. 585 - Consiglio di Stato, Sezione V -:
se non ritenga, dopo gli opportuni accertamenti, di adottare le iniziative di propria competenza, affinché sia disposto lo scioglimento del Consiglio comunale di Castellaneta.
(4-00535)
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Antonio D'Alì.
la Caserma «Giorgi» sita in via Verdi a Novi Ligure da tempo non è più adibita all'uso militare -:
quale Amministrazione abbia la gestione dell'immobile;
quale sia lo stato di utilizzo dell'immobile ed in particolare quali siano le unità immobiliari oggetto di contratti di locazione e quali siano i locali tuttora inutilizzati.
(4-00658)
Detto compendio, come comunicato dall'Agenzia del demanio, è stato riconsegnata, con verbale del 7 gennaio 1997, al ministero delle finanze dal ministero della difesa, che lo deteneva in uso governativo.
In base ad informazioni appositamente fornite dalla filiale dell'agenzia del demanio di Alessandria, risulta che due palazzine, denominate «Alberti» e «Coralli», sono in gran parte utilizzate, rispettivamente, dalla azienda sanitaria locale 22 di Novi Ligure (giusta atto di locazione n. 628 del 28 novembre 1997 con scadenza il 31 dicembre 2003), e dalla guardia di finanza di Novi Ligure (giusta verbali di consegna del 3 marzo 1997 e del 22 ottobre 1999).
Un'altra palazzina, denominata «Lalli», è utilizzata solo al piano terreno da varie associazioni no profit nei confronti delle quali è in corso la regolarizzazione dei rapporti economici e giuridici.
Infine, la quarta palazzina, denominata «Mori», è solo in parte utilizzata come archivio dall'Agenzia delle entrate, cui è stata consegnata in data 20 dicembre 2000, mentre la maggior porzione è inutilizzata.
In proposito si evidenzia che la predetta Agenzia è interessata all'utilizzo di tutta la palazzina Mori per potervi insediare i propri uffici di Novi Ligure e che, a tale scopo, la locale filiale dell'agenzia del demanio l'ha inserita nel programma di ristrutturazione per l'anno 2002.
Da ultimo, si segnala che l'ampio cortile interno, un'area esterna adiacente, nonché alcune costruzioni ad un piano esistenti agli angoli del compendio in esame, sono in concessione diciannovennale al Comune di Novi Ligure (giusta atto n. 24 del 22 settembre 2000).
Il Ministro dell'economia e delle finanze: Giulio Tremonti.
venerdì 14 settembre 2001 una tromba d'aria ha colpito la bassa Valle Scrivia (in provincia di Alessandria) causando danni rilevanti specie nel comune di Castelnuovo Scrivia;
ricordato che i danni hanno interessato impianti pubblici, strutture agricole ed artigianali, nonché abitazioni -:
quali risorse si intenda stanziare in accoglimento alla richiesta di stato di calamità inoltrata dal competente Assessorato della Regione Piemonte.
(4-00845)
I primi accertamenti hanno consentito di evidenziare che è risultato maggiormente colpito il Comune di Castelnuovo Scrivia, ove si è verificato lo scoperchiamento di numerose abitazioni, l'abbattimento di alberi e si sono registrati ingenti danni a varie strutture pubbliche e private, tra cui impianti sportivi, aziende e linee elettriche.
Nella circostanza, i vigili del, fuoco, i carabinieri, il Personale dei comuni interessati e dell'ENEL sono immediatamente intervenuti per le operazioni di soccorso urgente, le prime verifiche dei danni e il ripristino delle linee danneggiate.
Il 7 novembre 2001 con decreto del Ministro delle politiche agricole e forestali, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale in data 30 novembre 2001, è stato riconosciuto lo stato di calamità naturale per le zone colpite dal nubrifagio nella provincia di Alessandria, con il quale possono trovare applicazione le provvidenze della legge 14 febbraio 1992, n. 185, che prevede la possibilità di interventi dello Stato per favorire la ripresa dell'attività produttiva nel campo agricolo per le zone colpite da eventi calamitosi.
Si precisa, comunque, che a tutt'oggi per il Comune di Castelnuovo Scrivia non risultano erogate provvidenze a privati derivanti dal predetto stato di calamità naturale.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Maurizio Balocchi.
i medici degli Enti previdenziali (Enti pubblici non economici) sono stati assunti nella loro specifica ed infungibile qualità di medici per esercitare all'interno delle amministrazioni l'attività professionale propria del medico (i bandi di assunzione esigevano, ai fini dell'assunzione in servizio, il possesso del diploma di laurea in medicina e chirurgia, l'abilitazione all'esercizio della professione, l'iscrizione all'albo professionale dell'Ordine dei Medici) ed hanno svolto e svolgono effettivamente, all'interno degli Enti, le infungibili funzioni tecniche inerenti all'esercizio della professione medica;
l'articolo 13 della legge n. 222 del 1984 prevede che «... al personale medico degli Enti previdenziali si applicano integralmente gli istituti normativi ed economici previsti per i medici del servizio sanitario nazionale dalle norme di cui all'articolo 47 della legge n. 833 del 1978 istitutiva appunto del servizio sanitario nazionale; il citato articolo 47 legge n. 833 del 1978 contiene la delega al Governo per l'emanazione di criteri con valore di legge per la disciplina dello stato giuridico del personale delle unità sanitarie locali, che dunque costituisce l'antecedente di tutta la disciplina successiva di attuazione e che in virtù dell'articolo 13 legge n. 222 del 1984 deve essere applicata ai medici degli Enti previdenziali, tra cui anche l'articolazione nelle tre qualifiche funzionali previste per i medici del servizio sanitario nazionale (Primario-Aiuto-Assistente) e successivamente in applicazione del decreto legislativo n. 502 del 1992 e 517 del 1993 i livelli della dirigenza medica sono ridotti a due;
il decreto del Presidente della Repubblica 1 marzo 1988, n. 285 - recante le qualifiche funzionali ed i profili professionali del personale degli Enti pubblici non economici - in attuazione dell'articolo 47
gli Istituti previdenziali hanno dato attuazione alla richiamata normativa (INAIL con delibera del Consiglio di amministrazione n. 280 del 7 ottobre 1985 e l'INPS con delibera n. 46 del 9 marzo 1985), applicando ai medici dipendenti gli specifici istituti previsti per i medici del servizio sanitario nazionale, che comprendono l'articolazione delle qualifiche del personale medico (istituendo un apposito ruolo sanitario), l'esercizio di attività libero-professionale, l'istituzione di rapporto di lavoro a tempo pieno ed a tempo definito, le modalità per l'aggiornamento professionale dei medici nonché le misure rivolte a favorire, particolarmente per i medici a tempo pieno, l'esercizio di attività didattiche e scientifiche e ad ottenere su richiesta, il comando per ragioni di aggiornamento tecnico-scientifico;
con delibera del Consiglio di amministrazione dell'INPS n. 1846 del 29 luglio 1997 e delibera del Consiglio di amministrazione dell'INAIL n. 699 del 13 maggio 1997 veniva formalmente riconosciuta - al pari di quanto avviene per la dirigenza medica del servizio sanitario nazionale (ex legge delega n. 59 del 1997) - la qualifica dirigenziale ai medici INPS ed INAIL;
i medici degli Enti previdenziali (Enti pubblici non economici), esprimendo giudizi medico-legali vincolanti ed assumendosi tutte le responsabilità civili e penali dei loro atti professionali, svolgono un'attività che si caratterizza nella dirigenza e non nella mera attività di consulenza;
anche alla luce di quanto stabilito dalla giurisprudenza costante in relazione alla nozione di dirigente appare chiaro che i medici degli Enti pubblici non economici debbano essere qualificati come dirigenti;
l'ipotesi di accordo quadro per la definizione delle autonome aree di contrattazione della dirigenza del 29 luglio 1998, tra l'ARAN e le Confederazioni sindacali CISL-CGIL-UIL-CONFSAL-CISAL- CONFEDIR-CIDA - e COSMED, all'articolo 2 stabilisce che «i dirigenti delle amministrazioni pubbliche sono raggruppati nelle seguenti autonome aree di contrattazione collettiva:
I) Area comprendente i dirigenti dei seguenti comparti, ivi compresi quelli di livello dirigenziale, ove previsti dai relativi ordinamenti:
ministeri; enti pubblici non economici; aziende ed amministrazioni dello Stato anche ad ordinamento autonomo; università;
III) Area comprendente la dirigenza dei ruoli professionale, tecnico, amministrativo e sanitario del servizio sanitario nazionale;
IV) Area relativa alla dirigenza medica, comprendente medici, veterinari ed odontoiatri del servizio sanitario nazionale»;
il CCNL (1998-2001) relativo al personale del comparto Enti pubblici non economici, che ha fissato gli istituti contrattuali per i dipendenti degli Enti pubblici non economici, sottoscritto di recente, ha inquadrato il personale medico e gli altri professionisti, già destinatari delle speciali normative contenute nelle apposite Sezioni dei CCNL relativi «all'area della Dirigenza e delle specifiche tipologie professionali» degli Enti pubblici non economici stipulati per il quadriennio 1994-1997, nel comparto, in due distinte Aree denominate rispettivamente «Area medica» ed «Area delle attività professionali»;
tale collocazione deriva da un'errata interpretazione dell'articolo 1 del decreto-legge n. 396 del 4 novembre 1997, il quale al comma 3 prevede che «mediante appositi accordi tra l'ARAN e le Confederazioni rappresentative ai sensi dell'articolo 47-bis, comma 4, sono stabiliti i comparti della contrattazione collettiva nazionale riguardanti settori omogenei od affini. Resta
l'accordo suddetto interpreta il riferimento all'articolo 15 del decreto-legge n. 502 del 1992 per il personale medico sanitario, come un'esclusione del personale medico degli Enti pubblici non economici dall'area dirigenziale, che viene pertanto inserito tra il personale che svolge compiti di direzione o che comportano iscrizione ad albi professionali, nell'ambito, dunque, dei contratti collettivi di comparto;
tale interpretazione oltre a creare un'evidente disparità di trattamento, è in assoluto contrasto con l'articolo 13 legge n. 222 del 1984 nonché con il CCNL 1994-1997 dove si garantisce una sostanziale equiparazione ed omogeneità di trattamento di detto personale con quello del servizio sanitario nazionale, tenendo conto anche delle esperienze maturate e delle realtà presenti nei contesti di riferimento nazionale ed europee;
per di più l'articolo 1 del decreto-legge n. 396 del 1997 sembra andare in senso opposto, stabilendo la necessità di istituire un ruolo unico per i dirigenti al fine di garantire la necessaria specificità tecnica, coma stabilito dalla legge delega n. 59 del 1997 all'articolo 11, comma 4, lettera A);
se infatti il decreto-legge n. 396 del 1997 avesse voluto escludere dalle aree dirigenziali il personale medico non appartenente al servizio sanitario nazionale lo avrebbe espressamente previsto. In realtà proprio il riferimento ai medici del servizio sanitario nazionale deve essere interpretato come una estensione a tutte le categorie, con analoga specificità, ad esso equiparate per legge e previsione pattizia -:
quale sia il parere dei ministri in indirizzo - ed ognuno per le rispettive competenze - sull'eventuale condivisione in merito a quanto descritto in premessa e la sua determinazione ad emanare conseguentemente disposizioni affinché il personale medico degli enti pubblici non economici sia inquadrato nelle aree di contrattazione della dirigenza.
(4-00021)
Si rappresenta che la disciplina relativa ai comparti di contrattazione, contenuta nel decreto legislativo n. 29 del 1993, relativo a «razionalizzazione dell'organizzazione delle amministrazioni pubbliche e revisione della disciplina in materia di pubblico impiego, a norma dell'articolo 2 della legge 23 ottobre 1992, n. 421» - articoli 45 e 46 - aveva individuato, per ciascuno dei comparti, una autonoma separata area per il personale dirigenziale e, nell'ambito di questa, aveva previsto «un adeguato riconoscimento delle specifiche tipologie professionali».
La contrattazione collettiva di quel quadriennio - 1994/1997 - si era dunque svolta in modo coerente con tale quadro normativo. Infatti, il contratto collettivo nazionale stipulato in data 11 ottobre 1996 relativo all'area della dirigenza degli enti pubblici non economici aveva disciplinato, in apposita e distinta sezione contrattuale, il personale delle specifiche tipologie professionali e tra questi i medici dipendenti dagli stessi enti.
Nella seconda tornata contrattuale - 1998/2001 - la richiamata disciplina del decreto legislativo 29 del 1993 ha invece subito sostanziali variazioni per effetto delle modifiche intervenute con l'approvazione del decreto legislativo n. 396 del 1997. In tale nuovo contesto normativo le «specifiche tipologie professionali» sono state ricondotte nell'ambito dei contratti collettivi
La contrattazione collettiva del secondo quadriennio contrattuale si è dunque adeguata a tale mutato quadro normativo, come risulta dai contratti successivamente stipulati:
i due accordi quadro per la individuazione dei comparti di contrattazione e delle aree dirigenziali: il primo stipulato il 2 giugno 1998 e il secondo stipulato il 25 novembre 1998;
il contratto collettivo di lavoro del personale non dirigenziale degli enti pubblici non economici stipulato il 16 febbraio 1999, il quale ha ricompreso al suo interno, con distinta disciplina, il personale medico degli enti pubblici non economici;
il contratto collettivo di lavoro dell'area I della dirigenza stipulato il 5 aprile 2001, i cui destinatari sono unicamente i dipendenti formalmente inquadrati nella «qualifica dirigenziale».
Di conseguenza il contratto collettivo non avrebbe potuto in alcun modo operare un reinquadramento del personale delle «specifiche tipologie professionali», attribuendo al medesimo la qualifica dirigenziale sulla base di un riconoscimento delle mansioni svolte di fatto o di una supposta analogia con altre figure professionali di altri comparti o aree dirigenziali.
Il Governo ha ritenuto che le richieste motivate dei rappresentanti dei medici degli enti previdenziali siano effettivamente valide e, per riconoscere la specifica professionalità dei medesimi, ha inserito nel disegno di legge per il riordino della dirigenza statale, approvato dalla Camera dei deputati il 23 gennaio 2002 - Atto Senato n. 1052 -, all'articolo 7, il comma 4, che integra le disposizioni dell'articolo 40, comma 2, del decreto legislativo n. 165 del 2001, relativo a «nome generali sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche», prevedendo per i professionisti degli enti pubblici la costituzione, unitamente alla dirigenza, di una area contrattuale autonoma in separata sezione, nel rispetto della distinzione tra i ruoli e le funzioni.
Il Ministro per la funzione pubblica e per il coordinamento dei servizi di informazione e sicurezza: Franco Frattini.
la tratta ferroviaria Napoli-Aversa direttrice principale Napoli-Roma lungo il suo percorso attraversa alcuni centri abitati del napoletano e del casertano;
i pochi chilometri di rotaie che tagliano trasversalmente o lambiscono i centri abitati dei comuni di Aversa, Cesa, Sant'Arpino, Sant'Antimo, Grumo Nevano, Frattamaggiore, Afragola, Casoria e la zona orientale di Napoli sono percorsi quotidianamente da numerosi convogli ferroviari per trasporto merci e persone;
oltre al transito dei treni a lunga percorrenza, la direttrice di marcia Napoli-Aversa è interessata anche alla percorrenza di treni locali con fermate per salita e discesa passeggeri nelle stazioni di Aversa, Sant'Antimo, Sant'Arpino, Grumo Nevano e Frattamaggiore, Casoria e stazione centrale di Napoli;
la somma dei transiti di convogli ferroviari a lunga percorrenza e quelli locali dà luogo ad un'eccezionale frequenza giornaliera di passaggi di treni;
le Ferrovie dello Stato non hanno mai disposto, né progettato né finanziato reti o muretti in calcestruzzo a protezione delle aree di allocazione delle rotaie lungo l'intero tragitto ed in particolare nei tratti di attraversamento dei centri abitati nei comuni lambiti;
detti dispositivi di sicurezza, come in ogni paese civile avrebbero dovuto interdire l'accesso ed il calpestio delle aree soggette a frequenti passaggi di treni a persone non autorizzate;
l'assenza di tali misure di prevenzione ha causato, nel tempo, numerosi incidenti mortali che hanno visto vittime, persone investite dai treni in corsa mentre attraversavano i binari, spesso a seguito di una pericolosa consuetudine che vede comitive di giovani attraversare i binari dei treni proprio nelle zone abitate tagliate in due dall'attraversamento delle rotaie;
la facilità di accesso ai binari, stante l'assenza di elementi d'interdizione quali muri e/o reti di protezione, spesso facilita il compito anche ad aspiranti suicida che usano i binari come «arma» per compiere insani gesti;
risulta inoltre, all'interrogante che anche nelle stazioni ferroviarie, i passeggeri usano sempre meno i sottopassaggi a causa della loro inagibilità e delle pessime frequentazioni ed incontri che si possono fare in questi luoghi, spesso eletti a dimora di barboni e tossicodipendenti alla ricerca di zone tranquille per iniettarsi stupefacenti;
tale stato di cose purtroppo, in assenza di periodici controlli delle forze di polizia ferroviaria costringe i passeggeri ad attraversare in superficie i binari con i rischi che ne conseguono;
inoltre la progressiva saldatura tra centri abitati e aree di sedime delle Ferrovie resosi concreto negli ultimi dieci anni, in assenza di controlli da parte delle amministrazioni locali deputate alla vigilanza del territorio, e a rispetto delle norme urbanistiche, è ormai sotto gli occhi di tutti;
decine di case insistono su territori non edificabili, a pochi metri dalle rotaie, e per di più, trattandosi di vecchi abusi sanati da innumerevoli leggi di condono, non sono più soggette a provvedimenti di demolizione per il ripristino dello stato di luoghi violato;
nei casi sopraccitati, nessun provvedimento è stato mai preso per limitare il tasso d'inquinamento acustico, prodotto dal rumore assordante delle rotaie, che investe non solo le abitazioni attigue alle rotaie, ma anche quelle site a maggiore distanza -:
se e quali provvedimenti i Ministri interrogati intendano adottare per limitare il tasso di inquinamento acustico, che investe le suddette abitazioni;
se non si ritenga opportuno che si provveda a cura delle amministrazioni competenti alla realizzazione di muretti o reti che impediscono l'accesso all'area di sedime delle rotaie a persone non autorizzate;
se non si reputi necessario ed urgente verificare lo stato di agibilità dei sottopassaggi delle stazioni ferroviarie di Aversa, Sant'Antimo, Frattamaggiore e Casoria e contestualmente sollecitare la polizia ferroviaria a svolgere costanti controlli in questi luoghi spesso frequentati da malintenzionati e tossicodipendenti.
(4-00041)
A tal riguardo, la società Ferrovie dello Stato ha fatto presente di aver dato avvio al risanamento acustico della rete ferroviaria ai sensi del succitato decreto del Presidente della Repubblica 459 del 1998 che prevede la priorità assoluta di intervento per i cosiddetti «ricettori sensibili» (scuole, ospedali, case di cura e di riposo); le segnalazioni di inquinamento acustico su edifici di residenza vengono inserite, invece, nel programma di monitoraggio della situazione di fatto esistente che permette di costituire la base per la redazione del piano pluriennale di interventi di contenimento ed abbattimento del rumore. In particolare, ai sensi del succitato decreto del Presidente della Repubblica, la predisposizione della mappatura acustica di tutta la rete ferroviaria italiana deve essere completata entro il mese di luglio 2002 ed entro i successivi diciotto mesi, vale a dire entro il gennaio 2004, devono essere predisposti i piani regionali degli interventi.
Le Ferrovie dello Stato sono impegnate, attualmente, ad approntare il piano in questione nel quale vengono inseriti lavori di mitigazione sia sui recettori sensibili che su edifici di residenza.
Per quanto concerne la linea ferroviaria compresa fra le stazioni di Casoria e Aversa, che attraversa anche comuni densamente abitati quali Frattamaggiore, Grumo Nevano, Sant'Antimo e Sant'Arpino, cui confini hanno una lunghezza di circa 22 chilometri l'Ente Ferrovie precisa di averne già recintati 14 chilometri pari al 64 per cento della tratta in questione.
In particolare, le parti attraversanti le aree più intensamente urbanizzate sono state già quasi tutte recintate e sono inoltre in progetto ulteriori tratti di recinzione per una lunghezza complessiva di 3.200 metri.
Detta tratta è comunque dotata di 19 attraversamenti stradali (fra cavalcavia e sottovia) che, consentendo la normale comunicazione tra le due parti di territorio attraversato, rendono superfluo l'attraversamento diretto della sede ferroviaria.
Le Ferrovie dello Stato provvedono alla separazione delle aree di pertinenza nel rispetto dell'articolo 36 del decreto del Presidente della Repubblica 753 del 1980, che prevede l'esecuzione di recinzioni ai soli fini della sicurezza dell'esercizio ferroviario e dell'articolo 40 dello stesso decreto del Presidente della Repubblica che, in caso di nuovi insediamenti adiacente la sede dei binari, obbliga i relativi proprietari a recintarsi ai fini della sicurezza pubblica e dell'esercizio ferroviario (fermo restando l'obbligo di Ferrovie dello Stato ad eseguire recinzioni con recupero della relativa spesa, nel caso in cui i proprietari non dovessero provvedervi).
Tuttavia il predetto ente fa presente che, in molti casi, la normativa prevista dal citato decreto del Presidente della Repubblica è stata nel tempo largamente disattesa sia dagli utenti sia dalle autonomie locali concorrendo quindi a causare gli inconvenienti lamentati dagli onorevoli interroganti.
In particolare, pur con l'attenzione esercitata da Ferrovie dello Stato, è stato inapplicato, in molti casi il Titolo III del succitato decreto del Presidente della Repubblica 753 del 1980, che tende fondamentalmente a disciplinare i comportamenti dei proprietari o in ogni modo i proprietari degli immobili adiacenti alla linea ferroviaria e delle attività che in essi si svolgono, nonché delle opere di pubblica utilità che debbano attraversare una ferrovia.
Le Ferrovie dello Stato hanno fatto fronte non solo ai dettami della legge, ma
Inoltre, in molti punti della linea la società medesima ha attuato nuove tipologie di protezione sostituendo le vecchie staccionate con recinzioni metalliche o in muratura.
Gli interventi già attuati da Ferrovie dello Stato non hanno tuttavia potuto ostacolare il perpetuarsi di atti vandalici oppure di attentati alla circolazione ferroviaria quali la posa in opera di ostacoli sulle linee ferrate.
Tale fenomeno è notevolmente accentuato in talune tratte della rete ferroviaria, tra le quali risulta appunto la tratta in questione.
A tal riguardo, l'Ente ferroviario sottolinea che al di la delle recinzioni esistono altri ingressi, facilmente accessibili, formati dalle stazioni impresenziate che, soprattutto nelle ore notturne, sono luogo di ritrovo per individui estranei all'attività ferroviaria.
Ferrovie dello Stato fa presente altresì che, ai sensi dell'articolo 2 del decreto ministeriale 2 agosto 1977, la predisposizione delle attività operative aventi per scopo la prevenzione e repressione dei reati, la tutela dell'ordine pubblico e dell'incolumità dei cittadini nell'ambito dei trasporti effettuati sulle linee ferroviarie, sui treni in sosta o in corsa, negli impianti ferroviari ed in ogni loro pertinenza od in qualunque settore del servizio ferroviario, sono compito istituzionale della polizia ferroviaria che opera sulla totalità della rete ferroviaria attraverso 15 uffici compartimentali, suddivisi in sezioni, sottosezioni e posti.
In particolare per quanto concerne le aree di stazione, la polizia ferroviaria è chiamata ad esercitare la propria attività attraverso:
frequenti controlli ai soggetti che abitualmente «soggiornano» all'interno degli scali ferroviari, allontanando oziosi, vagabondi, nomadi, eccetera;
periodiche ispezioni all'interno dei vagoni ferroviari in sosta;
costanti controlli delle aree di stazione;
oculati presenziamenti all'atto «dell'incarrozzamento», al fine di evitare la consumazione di eventuali reati contro il patrimonio;
visibilità e centralità sia degli operatori sia degli uffici, costituendo con ciò un forte deterrente per i malintenzionati ed un espressivo elemento di sicurezza per gli utenti ed i lavoratori.
Il ministero dell'interno, da parte sua, rappresenta che sulla tratta ferroviaria Napoli-Aversa, direttrice principale Napoli-Roma, transitano, oltre ai treni a lunga percorrenza, anche i convogli regionali che assicurano il collegamento tra il capoluogo campano ed i comuni limitrofi.
Il numero degli utenti dei predetti convogli, prevalentemente lavoratori pendolari e studenti, è particolarmente consistente soprattutto nel periodo scolastico.
Per tal motivo, su 28 treni vengono effettuati servizi di scorta giornalieri, nonché interventi frequenti e mirati per lo più disposti presso gli scali intermedi.
L'azione di vigilanza svolta a salvaguardare l'incolumità degli utenti da azioni delinquenziali, di vandalismo e di disturbo, spesso esercitate da tossicodipendenti, è assicurata tramite l'impiego di autopattuglie.
Settimanalmente sono effettuati servizi straordinari di controllo sugli impianti fissi, ivi compresi i sottopassaggi delle varie stazioni, ove non sono presenti posti di polizia ferroviaria.
Durante il corso del 2001, sono state identificate 2800 persone ed elevate 109 contravvenzioni per violazione degli articoli
Infine, per quanto concerne i sottopassaggi, l'Ente Ferrovie precisa di aver curato, salvo particolari situazioni temporanee locali, con l'apposizione di apposita segnaletica, le indicazioni necessarie per un uso corretto degli stessi e assicura che i sottopassaggi di Casoria, Frartamaggiore, Grumo e Aversa si presentano in condizioni di normale agibilità.
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Nino Sospiri.
ha sollevato una grande emozione presso il pubblico internazionale la rievocazione attraverso un'opera cinematografica dell'eccidio dei diecimila soldati italiani a Cefalonia e a Corfù, nel corso della seconda guerra mondiale;
l'eccidio ricordato nel film rappresenta uno dei più efferati massacri perpetrati dalle truppe tedesche e insieme l'episodio di più alto eroismo compiuto dall'esercito italiano che rifiutò di consegnare le armi ai nazisti;
i governi tedeschi del dopoguerra non hanno mai ammesso la responsabilità della Wehrmacht per una strage perpetrata in spregio ad ogni convenzione di guerra e regola morale -:
se il Presidente del Consiglio dei ministri non ritenga di assumere una iniziativa presso il Governo tedesco volta a riscattare atteggiamenti omissivi precedentemente assunti e a chiedere perdono ai parenti delle vittime ed ai reduci, riconoscendo onore ai giovani soldati italiani che subirono, oltre ogni ragione bellica, la tragica follia nazista.
(4-01415)
La rappresentanza diplomatico-consolare italiana a Berlino ha riferito che la procura di Dortmund, anche avvalendosi di nuovi documenti disponibili provenienti dagli archivi della Stasi, la polizia segreta dell'ex Germania dell'Est, ha aperto un'inchiesta sui fatti di Cefalonia. A condurla è Urlich Maass, un magistrato già impegnato in altre indagini giudiziarie sui crimini di guerra dei nazisti. Maass sta vagliando 3500 nominativi di militari tedeschi che erano in servizio a Cefalonia nel periodo in cui il massacro ebbe luogo. Le indagini prevedono anche una missione a Washington, per prendere visione dei documenti della «Commissione Alleata», custoditi nei National Archives.
In merito ai seguiti che tale inchiesta potra avere, è da rilevare che i codice penale tedesco prevede due tipi di omicidio:
omicidio semplice (Totschlag) che si prescrive in 15 anni;
omicidio aggravato (Mord).
L'attuale fase di indagine potrebbe concludersi entro la fine dell'anno.
Mentre appare opportuno attendere il completamento dell'inchiesta aperta dalla procura di Dortmund, si ricorda che il Governo ed il Parlamento tedeschi hanno
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Roberto Antonione.
la Cementir spa, ora Arquata Cementi, il 4 novembre 1986 richiedeva al Corpo delle Miniere di Torino la concessione mineraria per lo sfruttamento di una miniera di marna cementizia in località Monte Bruzzetta comune di Voltaggio (Alessandria) in alternativa alla concessione allora in uso, denominata Monte delle Rocche - comune di Voltaggio (Alessandria) via di esaurimento, al fine di consentire il prosieguo dell'attività produttiva del cementificio di Arquata Scrivia (Alessandria);
all'interno dell'area di concessione della nuova miniera insistevano ed insistono le sorgenti dell'acquedotto del comune di Carrosio (Alessandria) ed in parte quelle del comune di Gavi;
la concessione, rilasciata dal Corpo delle Miniere di Torino, venne subordinata alla costruzione di un nuovo acquedotto, in accordo con i comuni sopra citati, da realizzarsi a cura della Cementir;
nel 1997 la concessione scade senza che fosse mai iniziata la coltivazione della miniera;
il procedimento di rinnovo della concessione è stato dichiarato concluso, nonostante il dissenso ampliamente espresso dai comuni di Gavi e Carrosio, tramite apposito decreto del Presidente del Consiglio dei ministri in data 4 agosto 1999;
tale decreto del Presidente del Consiglio dei ministri vincola a precise prescrizioni il rinnovo della concessionee stabilisce che la verifica puntuale dell'adempimento delle suddette prescrizioni spetta al Dipartimento per il coordinamento amministrativo della Presidenza del Consiglio;
tra le prescrizioni è previsto testualmente «che l'opera di presa dell'acquedotto alternativo deve essere posizionata all'esterno del Parco Naturale delle Capanne di Marcarolo»;
nell'attuale progetto, approvato dalla regione Piemonte, l'acquedotto alternativo risulta posizionato all'interno del Parco Naturale delle Capanne di Marcarolo, in evidente e palese violazione del citato decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, e che la Regione autorizzandone l'esecuzione con propria deliberazione di Giunta del 23 aprile 2001, ha demandato alla Presidenza del Consiglio dei ministri la valutazione relativa al posizionamento delle opere di presa, senza alcuna considerazione delle posizioni nettamente contrarie ampiamente espresse dagli Enti locali interessati (comuni di Gavi, di Carrosio, della comunità montana Alta Valdiemme ed Alto Ovadese, del Parco Naturale delle Capanne di Marcarolo e l'Azienda sanitaria locale 22 di Novi Ligure);
la Presidenza del Consiglio dei ministri - dipartimento per il coordinamento amministrativo - in data 20 luglio 2001, con semplice nota a firma del segretario generale, invitava la regione Piemonte a dare corso ad ulteriori adempimenti per la realizzazione dell'acquedotto in parola, con le opere di presa posizionate all'interno del Parco Naturale delle Capanne di Marcarolo, attestando la mancanza del rispetto delle prescrizioni stabilite dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 4 agosto 1999 vincolanti per il rilascio delle concessioni;
risulta singolare che una nota del segretario generale del dipartimento per il coordinamento amministrativo della Presidenza del Consiglio, possa superare una condizione espressamente riportata in un decreto del Consiglio dei ministri -:
se non ritenga necessario sospendere la procedura amministrativa di autorizzazione
se non ritenga opportuno avviare una approfondita consultazione con le comunità locali interessate, con l'obiettivo di pervenire ad una soluzione condivisa ed ambientalmente compatibile.
(4-00731)
In realtà, durante il periodo di vigenza della concessione mineraria, l'esercizio di tale concessione è rimasto sospeso dal momento che vi era un problema di interferenza dei lavori minerari con le opere di captazione degli acquedotti che alimentano i limitrofi comuni di Gavi e Carrosio.
Il distretto minerario di Torino - preso atto che l'unica possibilità per avviare l'attività mineraria era quella di sostituire in via preliminare le captazioni esistenti, costruendo un nuovo acquedotto - in sede di conferimento del titolo minerario, condizionò l'inizio delle nuove coltivazioni ad un accordo tra le parti interessate che consentisse una captazione di acque alternative, individuate successivamente lungo il corso del rio Acque Striate, affluente del Lemme, circa a 10 Km a monte dell'insediamento estrattivo.
Tale soluzione, tuttavia, non ha mai incontrato il favore di detti comuni.
Nel 1996, venuta a scadere la concessione, la Cementir s.p.a. ha presentato istanza di rinnovo al distretto minerario di Torino, che ha promosso una conferenza di servizi, ai sensi dell'articolo 14 della legge n. 241 del 1990 e successive modificazioni, al fine di acquisire i necessari nullaosta e pareri.
Nel corso di tale conferenza di servizi, svoltasi in numerose riunioni a partire dal gennaio 1997, non è stato possibile raggiungere l'unanimità dei consensi, in quanto rimaneva comunque insoluto il problema originario: l'interferenza dei lavori minerari con l'utilizzo degli acquedotti.
Il distretto minerario di Torino, risultate senza esito le varie riunioni della conferenza di servizi, nel settembre del 1998, ha rimesso tutti gli atti al Ministro dell'industria che con nota del 26 marzo 1999 ha rimesso gli atti alla Presidenza del Consiglio dei Ministri chiedendo l'applicazione dell'articolo 14, comma 4, della legge n. 241 del 1990 e successive modificazioni.
Dopo una lunga e complessa istruttoria svolta dal dipartimento per il coordinamento amministrativo di questa presidenza, il Consiglio dei ministri, nella riunione del 23 luglio 1999, adottò la relativa deliberazione accogliendo la proposta formulata dal Ministro dell'industria e consentendo il rilascio del rinnovo della concessione mineraria, imponendo, tuttavia, alcune prescrizioni per la realizzazione dell'acquedotto.
In particolare venne prescritto che:
dovesse essere preventivamente realizzato l'acquedotto alternativo alimentante i comuni di Gavi e Carrosio;
la spesa per la realizzazione del nuovo acquedotto «Rio Acque Striate» dovesse gravare sulla società concessionaria;
la stessa società concessionaria, una volta operante il nuovo acquedotto e fintanto che avesse esercitato la concessione mineraria, si facesse carico dei costi di manutenzione aggiuntivi rispetto a quelli attualmente sostenuti dai comuni di Gavi e Carrosio;
che l'opera di presa dell'acquedotto alternativo fosse posizionata all'esterno del parco naturale delle Capanne di Marcarolo;
che la zona di rispetto attorno a detta opera di presa fosse estesa per 200 metri;
che fosse verificata la possibilità di realizzare un serbatoio di compenso lungo la linea del nuovo acquedotto, allo scopo di fronteggiare situazioni climatiche eccezionali dalle quali potesse scaturire un rischio per l'approvvigionamento idrico dei Comuni di Gavi e Carrosio.
In sede di esame del progetto modificato a seguito del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 4 agosto 1999, sono emerse delle incertezze in ordine al reale posizionamento del confine del Parco che hanno portato la regione, dopo una serie di approfondimenti, ad affermare che, nel tratto in questione, il Rio Acque Striate faceva interamente parte del parco e il relativo confine conglobava l'intero alveo dello stesso corso d'acqua.
Tuttavia, la presenza dell'opera di presa all'interno del parco non poteva essere considerata di per sé causa ostativa alla realizzazione dell'acquedotto stesso, dal momento che la stessa legge istitutiva del Parco (legge regionale 31 agosto 1979, n. 52) all'articolo 12 (norme vincolistiche) nell'indicare i divieti per il territorio del Parco alla lettera i) prevede un'eccezione proprio per gli acquedotti. Si ritenne, quindi, che la formulazione del giudizio di compatibilità ambientale del progetto «acquedotto del Rio Acque Striate per l'approvvigionamento idropotabile dei comuni di Carrosio e Gavi» potesse essere comunque svolta con riferimento al progetto così come predisposto e presentato dalla ditta incaricata.
Al termine del procedimento amministrativo di valutazione dell'impatto ambientale del progetto dell'acquedotto - di competenza della Regione Piemonte - la suddetta regione, nel maggio 2001, ha trasmesso la deliberazione della giunta regionale che in data 23 aprile 2001 ha concluso positivamente, con le prescrizioni, il suddetto procedimento.
La Presidenza del Consiglio dei ministri, con nota del 20 luglio 2001, considerato che all'esito del procedimento di valutazione di impatto ambientale il progetto dell'acquedotto in esame risultava compatibile da un punto di vista ambientale, ha invitato la regione Piemonte a dare corso agli ulteriori adempimenti di competenza per la realizzazione del progetto approvato.
Tale indicazione è scaturita dagli approfondimenti istruttori in precedenza svolti dai quali risulta che la localizzazione dell'opera di presa dell'acquedotto all'interno del parco non poteva ritenersi di per sé elemento inibente la realizzazione dell'acquedotto stesso. Inoltre, nella deliberazione di giunta sopraindicata viene riportato che la prescrizione relativa alla localizzazione dell'opera di presa dell'acquedotto fu richiesta, in sede istruttoria del rinnovo della concessione mineraria, dalla provincia di Alessandria per motivi di inopportunità e non di necessità specifica.
Si segnala, infine, che sulla questione è stato recentemente acquisito il parere dell'avvocatura distrettuale di Torino - che segue il contenzioso amministrativo in corso - in base al quale accertata la natura di opera pubblica dell'acquedotto in discussione, viene confermata la possibilità di eseguire i lavori da parte della ditta incaricata sulla base della deliberazione della giunta regionale Piemonte del 23 aprile 2001.
Il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri (Segretario del Consiglio dei ministri): Gianni Letta.
la provincia di Napoli è stata investita da un violento nubifragio nella notte di venerdì 15 settembre;
una pioggia di 100 millimetri, nella zona orientale, e di 150 millimetri, nella zona occidentale, è caduta su Napoli, dalle 3.30 fino alle 6 del 15 settembre: in poco più di due ore, una quantità di acqua compresa tra un quintale e un quintale e mezzo è precipitata su ogni metro quadro della città. Considerando che la pioggia che cade su Napoli in un anno è pari a circa 900 millimetri, il nubifragio, in poco
la pioggia caduta in poco più di 2 ore è stata la più elevata fra quelle registrate dal 1866 presso l'Osservatorio Meteorologico del Dipartimento di Geofisica e Vulcanologia dell'Università Federico II, al centro della città. Le piogge catastrofiche storiche di un'intera giornata sono comparabili o addirittura inferiori a quelle cadute recentemente in appena due ore. È stato veramente un impulso di pioggia violentissimo mai registrato dal 1866;
dopo tre giorni, le dimensioni del disastro sono ancora più nitide nella loro gravità. Una stima dei danni è ancora indecifrabile, ma dalle decine di miliardi del primo giorno si è passati a centinaia. I quartieri maggiormente colpiti dal nubifragio, a Fuorigrotta, a Soccavo, a Bagnoli, a Poggioreale;
sono 240 in tutto le famiglie sgomberate: 182 hanno trovato una soluzione individuale, 37 sono ora in albergo, 12 in strutture di circoscrizione e 9 in strutture comunali. Dieci le scuole allagate, nel comune di Napoli, nelle quali sono in corso verifiche;
due sono state le vittime e numerosi risultano le persone ferite;
nei comuni dell'area flegrea, Pozzuoli, Bacoli, Quarto e Monte Di Procida, i sindaci hanno richiesto lo stato di emergenza a causa dei gravi danni subiti dal territorio; analoga richiesta è stata inoltrata dai sindaci di Nola, di Castellammare e di altri comuni campani -:
se la Protezione Civile sia stata messa in grado di intervenire tempestivamente e quali ulteriori misure stia intraprendendo per salvaguardare la sicurezza del territorio e quella dei cittadini;
quali misure intendano intraprendere per la messa in sicurezza del territorio del comune di Napoli e della regione Campania alla luce di disastri ambientali ricorrenti (vedi Sarno, Quindici, Cervinara);
se non ritengano di voler intraprendere tutte le iniziative per l'annullamento del Vertice Nato, previsto per il 26 e 27 settembre a Pozzuoli, alla luce dei gravi danni arrecati dal nubifragio di sabato scorso a tutto il territorio campano, così come richiesto dalle istituzioni locali.
(4-00717)
Le abbondanti precipitazioni localizzate su di un'area limitata hanno dato luogo ad un fenomeno di elevata ed imprevedibile intensità. Il ristretto margine di tempo intercorso da una prima manifestazione dell'evento all'istante di consapevolezza delle possibili dimensioni del fenomeno atmosferico non ha consentito la diramazione di un avviso meteorologico.
Occorre, infatti, tenere conto che gli avvisi meteorologici del 13 e del 14 settembre 2001, diramati dal servizio meteorologico dell'aeronautica militare e dal servizio meteorologico regionale dell'Emilia Romagna, avevano previsto nell'area interessata dal nubifragio precipitazioni piovose contenute in un valore di 10 millimetri.
Al di là di questa previsione la quantità di pioggia che si è riversata sulla parte del territorio interessato è stata di 160 mm. in 3 ore; il doppio rispetto agli 80 mm. che costituiscono il valore standard delle precipitazioni riscontrate statisticamente e mediamente nell'intero mese di settembre in questa porzione di territorio napoletano.
Si sono registrati danni diffusi nella città di Napoli e nei territori dei comuni circostanti, compresi alcuni comuni della provincia di Salerno e di Avellino.
In base ai risultati delle perizie effettuate su circa 200 edifici per verificarne la stabilità si è deciso di sgomberarne 18 (2 parzialmente crollati, 8 gravemente dissestati e 8 seriamente dissestati); altri 100 edifici sono risultati danneggiati. Per quanto concerne gli abitanti, 132 famiglie sono state sgomberate per motivi di sicurezza (circa 450 persone) e 300 diffidate dal rimanere nelle loro abitazioni. La popolazione interessata ha trovato sistemazione o presso parenti e amici, o presso strutture alberghiere e comunali.
Le forti piogge hanno inoltre provocato un blocco dei servizi essenziali, il cui ripristino è avvenuto in breve tempo.
Il dipartimento della protezione civile, fin dal primo momento, si è tenuto costantemente in contatto con il prefetto, il sindaco di Napoli e i funzionari della regione Campania e nella stessa giornata di sabato, 15 settembre 2001, un nucleo di intervento del dipartimento della protezione civile è stato inviato a Napoli per coadiuvare le locali autorità nella gestione dell'emergenza.
È stato pertanto possibile assicurare l'immediata disponibilità di tutte le risorse necessarie per fronteggiare la situazione secondo le indicazioni e le richieste formulate dal sindaco di Napoli.
Il dispositivo di soccorso si è immediatamente attivato e il corpo dei vigili del fuoco ha rafforzato i contingenti operativi, mentre il volontariato nazionale di protezione civile (FOPIVOL, Misericordie, ANPAS e Croce Rossa) è intervenuto con 73 mezzi speciali ed ha concorso ad operare soprattutto nell'attività di ripristino della viabilità.
Inoltre l'immediato coordinamento tra le aziende municipalizzate delle regioni Campania, Lazio, Calabria e il comune di Roma ha reso disponibile l'utilizzo di numerosi mezzi speciali.
Il territorio è stato suddiviso in 4 aree operative, ove sono stati impegnati numerosi tecnici del comune di Napoli e le forze di soccorso locali, per le verifiche sugli edifici, i muri di sostegno, il suolo e la rete fognaria. In supporto al suddetto personale sono stati fatti confluire ulteriori soccorsi provenienti dall'esterno.
Il corpo nazionale dei vigili del fuoco oltre alle 300 unità del comando di Napoli (che nella sola giornata del 15 settembre ha eseguito 1363 interventi) ha operato con uomini e mezzi speciali provenienti dai comandi dell'Aquila, Potenza, Latina, Roma, Caserta, Bari e Benevento.
D'intesa con la regione Campania il dipartimento della protezione civile ha effettuato i primi sopralluoghi avvalendosi di esperti del gruppo nazionale per la difesa dalle catastrofi idrogeologiche che hanno potuto esaminare le zone colpite con un elicottero messo a disposizione dallo stesso Dipartimento.
Il 18 settembre 2001 presso il dipartimento della protezione civile si è tenuta una riunione, per organizzare, definire e coordinare le operazioni di intervento e di supporto alle autorità locali.
Il successivo 20 settembre 2001 si è tenuto un ulteriore incontro, con la partecipazione dei presidenti della regione, della provincia, del sindaco di Napoli, del prefetto, del capo dipartimento della protezione civile, dell'ispettore regionale dei vigili del fuoco e dei sindaci interessati, nel corso del quale si è convenuto di rappresentare alle amministrazioni locali, stante l'adozione da parte del Governo della dichiarazione dello stato di emergenza e l'emanazione di una prima ordinanza, che con un successivo provvedimento sarebbero stati completati degli interventi già previsti e per promuovere un rapido ritorno alle normali condizioni di vita.
In considerazione dell'eccezionalità dell'evento il Governo, il 21 settembre, ha dichiarato lo stato di emergenza, ai sensi della legge 225 del 1992 nel territorio dei comuni delle province di Napoli, Salerno e Avellino. Il Ministro dell'interno ha successivamente emanato la prima ordinanza di protezione civile (n. 3147) individuando i comuni colpiti e attivando i primi interventi urgenti sul territorio.
La regione, indipendentemente dall'iniziativa governativa, ha predisposto un primo stanziamento di 50 miliardi, di cui 25 per la città di Napoli e 25 per i comuni
Con una successiva ordinanza di protezione civile (n. 3158), pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 15 novembre scorso, il presidente della regione Campania e il sindaco del comune di Napoli sono stati nominati commissari delegati nei territori dei comuni danneggiati dal nubifragio, rispettivamente per l'area del territorio campano e per quella del territorio del comune di Napoli, con la facoltà di accedere, secondo la specifica disciplina prevista per la fattispecie, ai finanziamenti stanziati in sede di primi interventi.
L'articolo 7 della suddetta ordinanza nel confermare l'importo dei 50 miliardi già stanziato, in aggiunta alle risorse impegnate dalla regione, ne dispone il trasferimento nella misura di 25 miliardi al presidente della regione Campania e nel medesimo importo al sindaco di Napoli.
È inoltre prevista la concessione di un fondo perduto da parte dell'amministrazione dello Stato per la realizzazione delle opere necessarie al ripristino statico e funzionale dei fabbricati. L'articolo 3, pur stabilendo benefici per favorire il sollecito rientro dei privati nelle abitazioni danneggiate dall'evento, determina un contributo massimo autorizzabile di 50 milioni.
Per quanto riguarda, infine, il vertice Nato, previsto per il 26 e 27 settembre 2001 a Pozzuoli, si precisa che esso non si è più tenuto, anche a seguito dei noti eventi dell'11 settembre 2001 negli Stati Uniti e ai conseguenti problemi di terrorismo internazionale.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Maurizio Balocchi.
da qualche tempo lungo la strada Pedemontana, nel tratto Pederobba-Possagno, sono comparse prostitute di colore che sostano in loco durante il giorno in attesa di clienti;
la zona è frequentata da bambini e da studenti e non è quindi uno spettacolo conveniente quello che si presenta ai loro occhi;
il fenomeno della prostituzione, in strada e non, e del conseguente sfruttamento della stessa nella provincia di Treviso sta aumentando in maniera sempre più impressionante -:
se non si intenda rafforzare gli organici e i mezzi delle forze dell'ordine nella provincia di Treviso per combattere questi che sembrano essere degli affari gestiti da vere e proprie organizzazioni malavitose - infatti non si recano su una determinata strada da un giorno all'altro trenta ragazze di loro spontanea volontà - per non lasciare il contrasto allo sfruttamento della prostituzione alla buona volontà di qualche pattuglia in servizio sul territorio.
(4-01096)
L'azione svolta dalla locale compagnia dell'Arma ha permesso di registrare una diminuzione nella zona della presenza delle prostitute - prevalentemente albanesi e dell'est europeo -, le quali, dopo essere state sottoposte a rilievi fotodattiloscopici, sono state inviate alla questura di Treviso per il rimpatrio.
Al fine di una più incisiva attività di prevenzione nell'intera provincia di Treviso, l'attività delle Forze di polizia (462 appartenenti ai ruoli della polizia di Stato e 715 militari dell'Arma dei carabinieri) è stata potenziata con l'invio di unità del reparto prevenzione crimine della polizia di Stato, per l'attuazione di servizi straordinari di controllo del territorio finalizzati, in particolare, al contrasto dell'immigrazione clandestina.
È stato dato impulso, altresì, alle attività investigative, che hanno consentito nel decorso anno, tra l'altro, l'arresto per favoreggiamento
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
i sindaci di Codogné, Gaiarine e Vazzola hanno denunciato con una lettera al Prefetto di Treviso in data 5 ottobre 2001 (protocollo n. 11493) la grave situazione venutasi a creare nei territori dei rispettivi comuni interessati ultimamente da un'escalation di fenomeni di criminalità, quali furti in abitazioni e edifici pubblici, rapine ad istituti di credito e postali;
i suddetti sindaci, ribadendo il soddisfacente rapporto di collaborazione con i carabinieri della caserma di Codogné, lamentano l'insufficienza numerica degli organici in forze alla stessa stazione dei Carabinieri -:
come si intenda intervenire per risolvere efficacemente un problema più volte denunciato dal sottoscritto ed interessante soprattutto alcune zone della provincia di Treviso.
(4-01222)
Al fine di potenziare la stazione carabinieri di Codogné, sono stati assegnati, per il ripianamento degli organici, tre militari, nonché un'ulteriore autovettura di servizio.
Il reparto, pertanto, assicura l'apertura al pubblico dalle ore 8,00 alle 22,00 e ha incrementato i servizi esterni.
Il prefetto ha riferito che, dall'analisi dei fatti criminosi perpetrati in quel comprensorio, non emergono situazioni di particolare criticità sotto il profilo della sicurezza pubblica.
Ciò in considerazione che, nonostante il numero dei furti sia salito nell'anno 2001 a 284 rispetto ai 244 denunciati nel 2000, le rapine sono scese a 3 rispetto alle 7 del precedente anno, mentre è raddoppiato il numero delle persone arrestate (8) ed è rimasto pressoché invariato quello dei soggetti denunciati (44 nel 2001 e 50 nel 2000).
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
in fase di discussione del disegno di legge sul potenziamento del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, diventato legge n. 246 del 2000, il Governo si è impegnato:
a potenziare la dotazione organica del comando provinciale dei vigili del fuoco di Treviso a fronte delle carenze e dell'aumento della categoria dell'aeroporto di San Giuseppe;
a ripristinare il distaccamento permanente di Vittorio Veneto;
a tutt'oggi il Governo non ha dato indicazioni alla Direzione generale della protezione civile e dei servizi antincendio in merito agli impegni assunti;
il comando in questione è stato scelto da almeno 30 vigili del fuoco residenti nella provincia di Treviso, ma attualmente impiegati in altre province e regioni, quale sede di prossima designazione nell'ambito di un programma di trasferimento del personale;
il rientro di tale personale permetterebbe di migliorare il dispositivo di soccorso garantito dal comando provinciale dei vigili del fuoco della provincia di Treviso -:
come il Ministro intenda indirizzarsi sul piano operativo per il rispetto degli impegni assunti.
(4-01256)
Si fa presente, inoltre, che il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri concernente la distribuzione per qualifiche dirigenziali, aree funzionali, posizioni economiche e profili professionali dell'incremento delle dotazioni organiche del corpo nazionale dei vigili del fuoco in attuazione delle leggi 10 agosto 2000, n. 246, e 21 marzo 2001, n. 75, è stato emanato in data 24 ottobre 2001 e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 21 novembre 2001.
Con tale provvedimento, è stato previsto, tra l'altro, per il comando provinciale dei vigili del fuoco di Treviso, un aumento di n. 12 capo squadra (area funzionale B - posizione economica B2), e n. 32 vigili del fuoco (area funzionale B - posizione economica B1), per un totale complessivo di 44 unità.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Maurizio Balocchi.
sul quotidiano La Tribuna di Treviso sono apparsi, rispettivamente nei giorni 10 e 18 giugno 2001, due articoli, dal titolo «Permessi in mano al caporalato immigrato» e «Ricorsi al TAR veneto per due cittadini etiopi», nei quali si riportava il caso di Camillo Vada, ex dirigente d'azienda, il quale voleva sponsorizzare l'ingresso in Italia della sorella e del fratello della propria compagna etiope;
secondo quanto affermato dal Vada, nonostante egli fosse in possesso di tutti i documenti e le garanzie richieste, l'operazione, si è trasformata in una inutile odissea a causa di tutta una serie di boicottaggi creati da una organizzazione di extracomunitari che «gestiva» le liste di attesa delle sponsorizzazioni presso la questura, configurando una sorta di racket creato a scopo di lucro -:
se i fatti riportati in premessa si siano svolti nella maniera descritta dal signor Camillo Vada e, in caso affermativo, a chi, eventualmente, debba essere fatta risalire la responsabilità di quanto verificatosi;
se non si ritenga di dover assumere provvedimenti per reintegrare il signor Camillo Vada nei suoi diritti negati, dal momento che il suddetto, prima della chiusura delle liste di ingresso, aveva adempiuto a quanto richiesto dalle leggi vigenti al fine dell'ottenimento dei permessi dovuti per il ricongiungimento dei due familiari della propria convivente;
se, più in particolare, risulti veritiera la denuncia dell'esistenza di fenomeni di caporalato clandestino in provincia di Treviso.
(4-01308)
Con riferimento alla presenza, segnalata dallo stesso signor Vada, di una presunta organizzazione di extracomunitari che avrebbe «gestito» le liste d'attesa, si precisa che le domande di garanzia, sono state presentate presso uno sportello appositamente istituito, situato nell'atrio della questura di Treviso, unico locale sufficientemente ampio da accogliere l'elevato numero di persone previste.
L'elevatissima affluenza di utenti italiani e stranieri, che non permetteva lo smaltimento della coda nel normale orario di servizio, ha reso necessaria l'istituzione di un sistema di «prenotazione», in uno spazio aperto alla periferia della città, tramite l'impiego di un camper mobile.
Presso tale postazione mobile ogni mattina è stato impiegato personale della polizia di Stato per le prenotazioni e per il servizio d'ordine pubblico. Le procedure sono avvenute seguendo rigorosamente l'ordine delle persone posizionate in fila di fronte al camper, all'interno di un «serpentone», formato da barriere mobili, controllate permanentemente dal personale addetto alla vigilanza, appartenente al reparto mobile di Padova.
Non si ritiene quindi in alcun modo possibile che persone estranee abbiano potuto alterare indebitamente il regolare ordine delle precedenze nei turni d'accesso.
Per quanto invece concerne l'eventuale presenza di fenomeni di caporalato in provincia di Treviso, si precisa che le locali autorità di pubblica sicurezza hanno comunicato che non sono state presentate denunce né acquisiti finora elementi che confermino tale ipotesi.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
l'Agenzia delle entrate, Direzione centrale gestione tributi, settore dichiarazioni fiscali ed atti, ha inviato a cittadini in tutta Italia una lettera in cui si comunica che il controllo automatizzato sulla dichiarazione modello UNICO ha evidenziato crediti non dichiarati o indicati in misura inferiore a quella spettante;
gli interessati hanno 30 giorni di tempo dal ricevimento della stessa per fornire chiarimenti, rendere noti i dati e gli elementi non considerati o valutati erroneamente nella fase di controllo, presso qualsiasi ufficio locale dell'Agenzia delle entrate;
per quanto concerne l'ufficio di Bergamo, il personale in organico affronta un carico di lavoro aggiuntivo non previsto che comporta per l'utente disagi in termini di tempi di attesa, anche per il fatto di dovere ritornare più volte all'Ufficio per riuscire ad incontrare gli addetti;
l'ufficio di Bergamo per fare fronte con professionalità alle migliaia di comunicazioni inviate, ha deciso di fare accedere giornalmente agli sportelli un numero massimo di settanta persone;
le problematiche dell'ufficio di Bergamo rappresentano presumibilmente uno spaccato della situazione nazionale -:
se il Ministro interrogato intenda adottare dei provvedimenti atti a migliorare la situazione degli Uffici locali dell'Agenzia delle entrate, in particolare quello di Bergamo.
(4-01442)
In merito alla situazione dell'ufficio di Bergamo, per la quale l'interrogante chiede specifiche notizie, si precisa che, proprio in considerazione del grande bacino di utenza che gravita su quella circoscrizione territoriale (si registra un afflusso medio di 16.000 contribuenti al mese, circa 800 al giorno), è stata prevista l'attivazione di due uffici locali, anche se al momento, per difficoltà legate al reperimento di idonee strutture immobiliari, è stato possibile attivarne soltanto uno.
Consapevole, comunque, della necessità di realizzare anche il secondo ufficio, la competente direzione regionale delle entrate della Lombardia ha recentemente individuato un immobile che per le sue caratteristiche strutturali e la favorevole ubicazione sarebbe idoneo allo scopo. Detto immobile, di proprietà dell'istituto diocesano per il sostentamento del clero, è attualmente condotto in locazione dalla ex direzione provinciale del tesoro che lo occupa con appena 32 impiegati.
L'istituto diocesano ha dichiarato il suo assenso al subentro parziale da parte dell'agenzia delle entrate nel contratto di locazione, sicché l'ufficio potrebbe essere attivato prima della fine dell'anno nel caso in cui l'immobile si rendesse disponibile a breve.
Circa l'invio di lettere ai contribuenti, si segnala che, oltre alle lettere con le quali si comunica il riconoscimento di un credito maggiore rispetto a quello indicato nella dichiarazione, sono state inviate altre tipologie di comunicazioni di irregolarità, quali, soprattutto, quelle che segnalano un pagamento inferiore al dovuto. Queste ultime comunicazioni costringono i contribuenti a recarsi in ufficio per chiedere spiegazioni; invece, quelle che segnalano un maggior credito, sono inviate solo a scopo informativo e non comportano alcuna incombenza per il contribuente.
Occorre, preliminarmente, sottolineare che, nel biennio 1999-2000, l'amministrazione finanziaria ha controllato ben cinque annualità di imposta, per un totale di circa 150 milioni di dichiarazioni, ultimando, così, un piano straordinario che ha consentito di azzerare l'arretrato nell'attività di controllo formale. Questo eccezionale sforzo organizzativo ha, inevitabilmente, comportato un forte incremento del numero delle comunicazioni di irregolarità inviate ai contribuenti, in quanto le comunicazioni relative all'ultima annualità di imposta si sono venute a sommare con quelle relative agli anni pregressi.
L'invio delle comunicazioni e degli avvisi è rimasto, comunque, sospeso nel periodo estivo (dal 25 luglio al 25 agosto 2001) ed è stato nuovamente interrotto nel periodo dal 10 novembre 2001 fino al 14 gennaio 2002.
In particolare, come evidenziato dall'agenzia delle entrate, nei primi dieci mesi del 2001 sono state inviate 3 milioni di comunicazioni di irregolarità. Di queste, 2 milioni e trecentomila riguardano richieste di chiarimenti, mentre 700 mila segnalano maggiori crediti o minori rimborsi. Gran parte delle segnalazioni di irregolarità (1,5 milioni) riguarda i versamenti (pagamenti tardivi o carenti, nonché mancato abbinamento tra i dati dichiarati dai contribuenti e quelli trasmessi da banche e poste); le altre (800 mila) sono dovute, invece, ad errori diversi commessi dai contribuenti (errori di calcolo, eccesso di compensazione, errato riporto dell'eccedenza a credito). I mancati abbinamenti dei versamenti dipendono, a loro volta, soprattutto da errori nell'indicazione del codice fiscale, del codice tributo o dell'anno cui si riferisce il pagamento, nonché dall'omessa presentazione del modello F24 con partite a debito e a credito di pari importo e saldo finale pari a zero.
Sempre nei primi dieci mesi dell'anno gli uffici hanno annullato, in tutto o in parte, il 20 per cento degli avvisi inviati (460.000). Si ipotizza che, al termine delle lavorazioni, le dichiarazioni corrette saranno circa il 30 per cento del totale.
È importante sottolineare, peraltro, che la comunicazione di irregolarità è uno strumento concepito per agevolare i contribuenti, in quanto consente di sanare in via bonaria eventuali incongruenze ed evita l'emissione delle cartelle e il relativo contenzioso.
L'accavallarsi di avvisi relativi a diverse annualità di imposta sta effettivamente creando disagi sia ai contribuenti che agli uffici; ma questo stato di cose è destinato a migliorare sensibilmente quando la situazione andrà a regime e, cioè, quando gli avvisi riguarderanno di volta in volta una sola annualità.
Consapevoli, comunque, delle problematiche sollevate dall'interrogante l'adozione di forme e modalità di servizio tali da ridurre il costo «economico, sociale e psicologico» dei cittadini nelle relazioni con le strutture amministrative è stata fissata fra gli obiettivi della gestione tributaria.
In proposito, sono state intraprese talune iniziative che possono essere così sintetizzate:
a) interventi volti alla riduzione degli errori commessi dai contribuenti: a tale fine verrà semplificata la modulistica e saranno ridotti i codici tributo da utilizzare per i versamenti;
b) miglioramento dei controlli precedenti l'emissione della comunicazione: dal 1o gennaio 2002 è operativo un apposito ufficio (centro operativo di Venezia), deputato ad eseguire un controllo preventivo sugli esiti della liquidazione automatizzata e ad analizzare il funzionamento delle relative procedure, anche al fine di individuare interventi per il loro miglioramento;
c) potenziamento del servizio di assistenza ai contribuenti: sono stati già rafforzati sia i servizi di sportello che quelli dei centri di assistenza telefonica. È, inoltre, in fase di avvio la sperimentazione di un centro di prenotazione, che consenta ai contribuenti di prendere appuntamento per telefono con gli impiegati dell'ufficio; se l'esito della sperimentazione darà risultati positivi, nel corso dell'anno si procederà ad installare i centri di prenotazione telefonica nei maggiori uffici locali dell'agenzia. Si prevede, poi, di instaurare un canale di comunicazione diretta (via telefono, fax, e-mail, eccetera) con i contribuenti e gli intermediari, tramite il quale sia possibile risolvere le incongruenze prima dell'emissione della comunicazione di irregolarità;
d) migliore programmazione e pianificazione degli invii delle comunicazioni: l'invio delle comunicazioni verrà opportunamente scaglionato. Su questo punto i margini di azione non sono però molto ampi, in quanto per le annualità correnti i termini di invio sono stabiliti dalla legge, mentre per gli arretrati c'è l'esigenza di completare l'operazione in tempi ragionevoli, trattandosi di annualità ormai remote;
e) fissazione di una soglia minima di importo, al di sotto della quale la comunicazione di irregolarità non viene inviata: questa soluzione è coerente con i principi di economicità che devono ispirare l'azione amministrativa ed è vantaggiosa sia in termini di costi effettivi (si evita di emettere comunicazioni la cui predisposizione ed invio comportano una spesa superiore alla somma richiesta ai contribuenti) che di costi «sociali». Naturalmente, verranno previsti accorgimenti atti ad evitare chel'adozione di questa soglia minima si tramuti in una sorta di «sconto» generalizzato sulle imposte dovute.
Il Ministro dell'economia e delle finanze: Giulio Tremonti.
il 12 luglio 2001 la metà più uno dei consiglieri assegnati al comune di Casandrino (Napoli) ha rassegnato le proprie dimissioni dalla carica. Le dimissioni di uno dei consiglieri sono state protocollate con il numero 8021, le dimissioni degli altri 10 recano il numero 8038;
poiché i protocolli comunali, com'è prassi, non recano orario, l'addetto al protocollo del comune di Casandrino dichiara che le dimissioni del primo consigliere sono state protocollate verso le ore 9,00 e le dimissioni degli altri 10 consiglieri sono state protocollate verso le ore 12,30;
questa dichiarazione viene richiamata nel provvedimento prefettizio e costituisce la base della decisione per il mancato scioglimento del consiglio comunale di Casandrino. Nel provvedimento prefettizio si legge: «...lo scioglimento di un consiglio comunale va disposto, tra l'altro, in presenza della contemporanea e necessariamente concordata dichiarazione di dimissioni della maggioranza dei consiglieri comunali». In pratica la differenza di 17 numeri tra i due protocolli delle dimissioni dei consiglieri ha determinato il mancato scioglimento del comune di Casandrino;
l'articolo 141, comma 1, lettera b), del decreto legislativo 267/2000, che disciplina lo scioglimento dei consigli comunali, recita: «cessazione dalla carica per dimissioni
vi sono decine di sentenze del Consiglio di Stato, tra cui una importantissima dell'adunanza plenaria del Consiglio di Stato, da cui si evince chiaramente che il termine «contemporaneamente» va inteso «nell'arco della stessa giornata»:
Consiglio di Stato (ad. plenaria) 24 luglio 1997, n. 15;
Consiglio di Stato (sez. 4) 11 dicembre 1997, n. 1386;
Consiglio di Stato (sez. 4) 27 ottobre 1998, n. 1398;
Consiglio di Stato (sez. 4) 26 maggio 1998, n. 696;
nel citato articolo 141 non si fa alcun cenno a dichiarazioni di dimissioni concordate. Tale problema interpretativo si era presentato negli ambienti della prefettura. In data 16 luglio 2001 gli 11 consiglieri dimissionari hanno protocollato presso la prefettura un documento comune in cui si ribadiva la sfiducia nei confronti del sindaco e dell'azione politico-amministrativa da questi portata avanti; questo documento, malgrado fosse stato richiesto dagli ambienti prefettizi, non ha avuto alcun effetto in quanto nello stesso pomeriggio del 16 luglio 2001 veniva emesso il provvedimento prefettizio che negava lo scioglimento del consiglio comunale di Casandrino -:
quali azioni intenda intraprendere il Ministro in indirizzo per verificare la validità della procedura seguita ed in particolare l'aver fondato il provvedimento di diniego dello scioglimento del consiglio comunale di Casandrino sulla base di una dichiarazione dell'addetto al protocollo comunale resa ex post;
se la richiesta di dichiarazione e comunque l'acquisizione di fatti o atti per via orale costituisca prassi da seguire nelle procedure in questione;
quale valenza si debba attribuire al comportamento del funzionario che ha richiesto il documento di integrazione e «chiarificazione» agli undici consiglieri comunali già dimessisi, ha provveduto ad acquisire al protocollo dell'ente tale documento e successivamente lo ha ritenuto ininfluente nella procedura in questione.
(4-01444)
Alcune sentenze adottate dal Consiglio di Stato si riferiscono alla normativa anteriore alla legge n. 127 del 1997, poi recepita nel testo unico n. 267 del 2000, che ha introdotto notevoli e rilevanti modifiche alla legge n. 142 del 1990, anche in merito alle dimissioni dei consiglieri comunali e provinciali ed allo scioglimento dei relativi consigli.
Tra queste modifiche si annovera, tra le altre, proprio il requisito della «contemporaneità» in base al quale, a differenza del passato - in cui si consideravano contemporanee le dimissioni presentate nell'arco delle ventiquattro ore - i diversi atti devono essere presentati al protocollo contemporaneamente. Ciò che ha rilievo è, infatti, la contemporaneità della presentazione, della quale la protocollazione rappresenta il momento della constatazione formale.
La non contemporaneità, nella fattispecie, è circostanza, peraltro, non messa in discussione nell'interrogazione e non rilevabile dagli atti stessi.
La conseguenza che è derivata dalle citate dimissioni, una volta pervenute all'ufficio e protocollate, ha prodotto effetti qualificati come irreversibili dal legislatore.
Per quanto concerne, poi, il riferimento alla nota trasmessa alla locale prefettura il 16 luglio 2001, sottoscritta dagli undici (1+10) consiglieri dimissionari, con la quale gli interessati manifestavano la propria sfiducia nei confronti del sindaco, si osserva che a tale volontà non poteva attribuirsi alcun valore formale e sostanziale in quanto, a quella data, i sottoscrittori avevano perso lo status di consiglieri comunali.
Allo stato risulta pendente un solo ricorso dinanzi al Tribunale amministrativo regionale della Campania di Napoli, proposto da cinque ex consiglieri dimissionari, avverso il provvedimento prefettizio del 16 luglio 2001, con il quale era stato comunicato al sindaco di Casandrino l'orientamento di questo ministero in ordine alla non ricorribilità dei presupposti previsti dalla normativa vigente per l'attivazione delle procedure di scioglimento del consiglio comunale in parola.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Antonio D'Alì.
da mercoledì 3 ottobre 2001 è stato sospeso il conferimento del latte dell'azienda agricola Faustini, con sede in Brescia - via Malta 36, alla Centrale del Latte di Brescia;
la motivazione della sospensione si baserebbe sul fatto che nel latte prodotto dall'azienda agricola Faustini di Brescia è stato ritrovato policlorobifenile (PCB) in quantità assai superiori ai limiti consentiti dalla normativa vigente;
le analisi sono state effettuate dalla Centrale del Latte di Brescia ed ora si è in attesa della verifica fatta dalla Asl;
la casualità delle analisi condotte dalla Centrale del Latte pone un serio interrogativo sulla qualità delle analisi eseguite in passato sul latte alla ricerca di policlorobifenile;
potrebbe essere reale il rischio che per molto tempo, ed essendo l'azienda Faustini una storica conferitrice di latte alla Centrale del Latte di Brescia, possa avere prodotto latte inquinato da policlorobifenile e che questo sia finito al consumo -:
se i ministri interrogati siano a conoscenza del risultato delle analisi della Centrale del Latte di Brescia sul latte prodotto dall'azienda Faustini;
se la verifica effettuata dalla Asl di Brescia abbia dato esito positivo;
se non ritengano di procedere a indagini approfondite nella zona di Brescia al fine di verificare la presenza di policlorobifenile nella zona;
se negli anni passati la Asl di Brescia abbia condotto analisi sul latte prodotto e con quali risultati, in particolare sulla presenza di policlorobifenile.
(4-01106)
Nella zona di Brescia viene costantemente svolto un attento monitoraggio ad opera dei servizi veterinari territoriali.
Nel corso del più recente piano di campionamento, sono stati riscontrati sporadici casi di presenza di «PCB», per cui si è provveduto al sequestro e alla distruzione dei capi di bestiame e degli alimenti risultati inquinati.
Peraltro, le aziende che producono il latte in cui è stata rilevata la presenza di «PCB», non conferiscono latte a stabilimenti di trasformazione.
Presso tali aziende sono stati effettuati campionamenti mediante prelievo di conigli, animali da cortile e uova.
In seguito ai risultati delle analisi, che hanno individuato una significativa presenza di «PCB», il servizio veterinario
Più in generale, la regione Lombardia ha assicurato che sono state incrementate, a cura delle aziende sanitarie locali competenti, le attività di analisi e monitoraggio svolte presso gli allevamenti ubicati nel territorio regionale.
La regione Lombardia, infatti, da anni sta operando come direzione agricoltura (in collaborazione con le amministrazioni provinciali e per il tramite delle associazioni degli allevatori), per incrementare tutte le attività di assistenza tecnica e di fornitura di servizi specializzati alle imprese zootecniche, soprattutto nel settore del miglioramento della quota del latte, dell'alimentazione del bestiame e dell'igiene delle strutture di allevamento; in modo da pervenire ad un sistema di controllo della qualità (sul piano sanitario e merceologico).
Tuttavia, esulano dalle possibilità immediate di intervento del «sistema agricolo» le attività di conoscenza, prevenzione e controllo degli inquinanti di natura esogena (come nel caso del «PCB»).
Peraltro, sono state presentate alla direzione agricoltura, da parte di alcuni istituti universitari, proposte di progetti di ricerca e sperimentazione che affrontano la problematica in questione per gli aspetti che direttamente interferiscono con l'attività di allevamento.
Tali proposte verranno valutate dalle competenti autorità regionali nell'ambito del piano annuale della ricerca - anno 2002.
Il Sottosegretario di Stato per la salute: Cesare Cursi.
il decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412 «Regolamento recante norme per la progettazione, l'installazione, l'esercizio e la manutenzione degli impianti termici degli edifici ai fini del contenimento dei consumi di energia» in attuazione dell'articolo 4, comma 4, della legge 10 gennaio 1991, n. 10, suddivide il territorio nazionale in sei zone climatiche in funzione dei gradi-giorno;
i comuni inclusi nelle zone climatiche E ed F (secondo la tabella di cui all'allegato A del decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993) hanno diritto alla riduzione dei costi per gli impianti di riscaldamento;
mentre i comuni di Cesarò (Messina), Montalbano Elicona (Messina), San Teodoro (Messina), Santa Domenica Vittoria (Messina) sono stati inseriti nella fascia E il comune di Maletto, che appartiene alla stessa area geografica e la cui altitudine di 960 metri è superiore a quella del comune di Montalbano Elicona che è di 907 metri, è stato inserito nella fascia D e non può usufruire delle suddette agevolazioni;
numerosi cittadini di Maletto hanno firmato una petizione popolare chiedendo che venisse sanata tale anomalia ma a tutt'oggi non hanno ricevuto risposta -:
sulla base di quali motivazioni il comune di Maletto è stato inserito nella fascia D, quando comuni della stessa area geografica sono stati inseriti nella fascia E, escludendolo così dalle agevolazioni previste dalla legge n. 10 del 1991;
se non ritenga opportuno e necessario rispondere affermativamente alla richiesta dei cittadini del comune di Maletto (Catania), inserendo tale comune nella stessa fascia dei comuni siti nella stessa area geografica, dando la possibilità di usufruire delle agevolazioni previste per i comuni inseriti nelle fasce E e F della tabella dell'allegato A al decreto del Presidente della Repubblica del 26 agosto 1993.
(4-01320)
La tabella di cui all'allegato A, a suo tempo, fu compilata usando i valori di temperatura dell'aria rilevati nelle stazioni meteorologiche nazionali (ITAV dell'aeronautica
Per ciascuna stazione furono calcolati direttamente i valori dei gradi-giorno per il riscaldamento invernale, che forniscono indirettamente una misura del calore necessario per assicurare il comfort ambientale degli edifici durante i mesi freddi.
Ai comuni, sedi di stazioni meteorologiche, fu attribuito un numero di gradi-giorno strettamente correlato a quello della stazione, tenendo conto dell'eventuale differenza di altitudine tra la stazione e la casa comunale.
Ai restanti comuni fu assegnato un numero di gradi-giorno ricavato dai valori delle stazioni limitrofe, facendo - quando era il caso - una media spaziale ed usando la regressione lineare per tener conto dell'altitudine.
Per quanto concerne il comune di Maletto il calcolo dei gradi giorno fu effettuato sulla base dei dati rilevati nelle stazioni meteorologiche della provincia di Catania: Nicolosi e Zafferana Etnea.
La richiesta avanzata con l'interrogazione in esame di inserire il comune di Maletto (Catania) nella medesima fascia dei comuni siti nella stessa area geografica, al fine di consentire allo stesso di usufruire delle agevolazioni previste dalla legge 10 gennaio 1991, n. 10, è stata sottoposta, ai sensi dell'articolo 2, comma 2 del citato decreto del Presidente della Repubblica, all'Enea per una verifica tecnica dei gradi giorno attribuiti al Comune di Maletto con il metodo sopradescritto.
Al riguardo l'Enea ha comunicato che la diversa attribuzione della zona climatica al comune di Maletto rispetto ai comuni limitrofi è stata determinata dal criterio principale di calcolo dei gradi giorno: la «regressione provinciale rispetto all'altitudine». Secondo tale criterio, infatti, i comuni di una medesima provincia sono considerati un gruppo da trattare omogeneamente e si ipotizza per tutti la stessa legge di dipendenza lineare dall'altitudine.
L'Enea ha tuttavia fatto presente che tale criterio non è sempre accettabile, in quanto le condizioni climatiche di una zona sono determinate dalla conformazione fisica del territorio e non dalla sua suddivisione amministrativa.
In particolare, l'ente ha rilevato che il comune di Maletto, sito in provincia di Catania, si trova di fatto in una propaggine di tale provincia che si incunea nel territorio della provincia di Messina nella valle tra l'Etna e i Nebrodi e di conseguenza le sue condizioni climatiche sono simili a quelle dei comuni della provincia di Messina.
Per tali motivi l'Enea ha rifatto il calcolo dei gradi-giorno da attribuire al comune di Maletto adottando il criterio della «regressione locale rispetto all'altitudine» nonché i valori ricavati dalla stazione meteorologica di Cesarò, che si trova in provincia di Messina, ma che, in linea d'aria, è più vicina al comune di Maletto delle stazioni meteorologiche di Nicolosi e Zafferana Etnea.
Il valore dei gradi-giorno così ricavato risulta essere, pertanto, di 2268 anziché di 1858, come attribuito dal decreto del Presidente della Repubblica n. 412 del 1993, allegato A, di conseguenza al comune di Maletto va attribuita la zona climatica E anziché D.
Ciò stante, è stato predisposto il decreto ministeriale di modifica dei gradi-giorno del comune di Maletto e della relativa zona climatica da D ad E. Tale decreto è stato firmato in data 3 dicembre 2001 e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 3 del 4 gennaio 2002.
Il Ministro delle attività produttive: Antonio Marzano.
da uno studio americano eseguito da un equipe del Massachusetts Eye and Ear, pubblicato recentemente sugli Archives of Ophtalmology, i grassi contenuti nelle merendine aumentano i rischi di degenerazione maculare, una grave malattia legata
quali controlli siano previsti in Italia su prodotti alimentari di largo consumo come le merendine per evitare i descritti danni alla salute dei consumatori.
(4-00799)
Per tali alimenti sono vigenti specifiche disposizioni normative in materia di composizione, anche in riferimento alla composizione lipidica, sia sotto l'aspetto qualitativo che quantitativo.
Per quanto concerne la produzione di merendine come alimenti di uso corrente, a livello nazionale e comunitario non esistono requisiti di composizione definiti sul piano normativo.
In termini di salubrità, si applicano le disposizioni della legge quadro sugli alimenti (legge n. 283 del 1962 e successive modifiche ed integrazioni), mentre, per quanto concerne l'etichettatura, la presentazione e la pubblicità, si applicano le disposizioni del decreto legislativo n. 109 del 1992 e successive modifiche ed integrazioni.
L'esigenza di una produzione alimentare di qualità e salubrità sempre più elevate è costantemente all'attenzione di questo dicastero, che, tra le altre iniziative intraprese, ha di recente istituito anche una Commissione di esperti diretta ad approntare e coordinare le misure necessarie per limitare l'impatto negativo che la cattiva alimentazione e gli errati stili di vita esercitano sulla salute pubblica.
In tal sede verranno individuate e proposte le più idonee iniziative da adottare per prevenire e delimitare i danni alla salute dei consumatori.
Il Sottosegretario di Stato per la salute: Cesare Cursi.
dopo gli attacchi terroristici dell'11 settembre, da più parti e anche da autorevoli rappresentanti del Governo è stato sottolineato il rischio di attentati corso da Venezia, città d'arte particolarmente vulnerabile a causa del rilievo mediatico di qualsiasi evento la riguardi;
il rischio a cui sono sottoposte Venezia e la sua Terraferma è reso più drammatico dalla presenza del polo chimico nell'area di Porto Marghera e la normativa tesa alla tutela dei lavoratori e della popolazione non contempla i pericoli derivanti da attacchi terroristici e da sabotaggi;
i rapporti di sicurezza ai sensi dell'articolo 8 del decreto legislativo n. 334 del 1999, che recepisce la direttiva Seveso 2, n. 96 del 1982 e prevede che ogni azienda, oltre alla redazione di documentazione relativa allo stabilimento (notifica), predisponga la redazione di un rapporto di sicurezza da presentare agli organi competenti responsabili delle emergenze esterne, rivelano che nella Provincia di Venezia gli stabilimenti a rischio di incidente rilevante di cui al decreto legislativo n. 334 sono ben 36, di cui 24 nel Comune di Venezia concentrati nella zona industriale di Porto Marghera;
l'autorità portuale ha predisposto il Rapporto sulla Sicurezza all'interno del Piano regolatore portuale del Porto Di Venezia per la sezione di Porto Marghera, adottato dal Comitato Portuale il 17 febbraio 2000, da cui si evince la presenza di sostanze infiammabili, esplosive o tossiche di seguito elencate:
sostanza anidride arseniosa 12 tonnellate; infiammabili (GPL) 675 tonnellate; infiammabili (benzine) 900.720 tonnellate; infiammabili (benzine) 25.000 tonnellate; infiammabili (benzine) 218.325 tonnellate;
sia il Rapporto sopra citato, sia il Piano di emergenza esterna relativa ai rischi industriali redatto dalla Prefettura nel febbraio 1998 evidenziano che, in normali condizioni di vento, i centri abitati di Marghera, Mestre, Malcontenta, Oriago, Mira, distanti da 1 a 4 km dall'epicentro della zona a rischio, sarebbero raggiunti in pochi minuti dalla nube di sostanze tossiche sprigionatesi da qualche impianto;
le aziende non sono dotate di sistemi e misure di sicurezze atte a prevenire eventuali incursioni, l'accesso acqueo è facilitato da 8 km di banchina priva di sorveglianza alcuna e i tratti via terra altrettanto penetrabili;
la situazione di Marghera appare drammaticamente simile a quella di Tolosa, a causa della vicinanza degli impianti ad elevatissimo rischio industriale con i centri abitati;
gli impianti produttivi ed i siti di stoccaggio sono del tutto incompatibili con la realtà urbana circostante, in cui si trovano 300 mila abitanti e con il delicato equilibrio ambientale della laguna;
un particolare fattore di rischio è dato dalla vicinanza delle piste di decollo e di atterraggio dell'aeroporto di Tessera, che obbliga i velivoli a sorvolare a bassa quota raffinerie, siti per lo stoccaggio di prodotti petroliferi, impianti chimici ad altissimo rischio per dimensione e tipologie delle sostanze trattate quali clorosoda, cloruro di vinile monomero e polimero, acrilonitrile ed altre -:
se il Governo non ritenga che vada accelerato il processo di riconversione dell'area industriale di Porto Marghera nel senso di uno sviluppo sostenibile e socialmente ed ecologicamente compatibile;
se, a tal fine, il Governo intenda recepire in tempi rapidi l'accordo integrativo sulla chimica relativo alle bonifiche con l'obiettivo di dismettere in via definitiva l'industria chimica pesante e di delocalizzare gli impianti ed i siti di stoccaggio;
quali misure intendano adottare a tutela dei lavoratori primariamente esposti al verificarsi di eventi quali esplosioni, incendi, rilasci e dispersioni di sostanze tossiche, e a tutela della popolazione residente nell'area limitrofa agli stabilimenti a rischio;
se non ritengano di supportare e indirizzare l'azione degli Enti Locali che, in base alle direttive Seveso sono tenute ad informare la popolazione e a strutturare sistemi adeguati per allertare la medesima, in caso di incidenti rilevanti.
(4-00898)
I problemi connessi allo sviluppo compatibile delle attività produttive presenti a Porto Marghera sono stati affrontati ed avviati a soluzione dal lavoro che si è sviluppato intorno al tavolo di consultazione istituito presso il predetto ministero, che ha visto la partecipazione del ministro dell'industria, dell'ambiente e dei lavori pubblici, nonché dell'osservatorio permanente per il settore chimico. Le modalità
L'accordo di programma sulla chimica fondato sulla considerazione peculiare delle caratteristiche ambientali della laguna veneta, è il risultato di una mediazione che tiene conto delle istanze di tutti i soggetti interessati. Esso individua le iniziative dei soggetti pubblici e privati, sulla base di un calendario che prevede interventi di monitoraggio del sistema ambientale e significativi investimenti sia di bonifica dei siti, sia interventi tecnologici sugli impianti, fissando i tempi e le necessarie risorse finanziarie, al fine di permettere uno sviluppo eco-compatibile dell'area.
L'accordo di programma sulla chimica a Porto Marghera rappresenta il primo caso concreto in Italia in cui attraverso la concertazione tra le parti si è arrivato a siglare un accordo nel quale i soggetti coinvolti si sono impegnati volontariamente a raggiungere condizioni ottimali tra la tutela dell'ambiente e sviluppo produttivo, nel rispetto di una nuova concezione dello sviluppo che integri e contemperi obiettivi economici e obiettivi di salvaguardia ambientale.
Il 15 dicembre 2000, gli stessi firmatari dell'accordo di programma hanno firmato un atto integrativo con il quale si è reso compatibile quanto previsto dall'accordo di Porto Marghera con quanto stabilito nel decreto ministeriale n. 471 del 15 dicembre 1999, riguardante, tra l'altro, le procedure per l'istruttoria e l'approvazione dei progetti di bonifica dei siti di interesse nazionale, nelle diverse fasi progettuali, è stata prevista l'elaborazione e l'approvazione di un apposito «Master Plan» delle bonifiche, nel rispetto della normativa vigente e delle finalità dell'accordo, consentirà di procedere con tempi certi e procedure omogenee e condivise, alla realizzazione delle iniziative da assumere nel sito per attuare le scelte strategiche dell'accordo medesimo, e inoltre al fine di individuare e sviluppare le migliori tecnologie di bonifica applicabili a Porto Marghera, nell'atto integrativo è previsto che possono essere attivati, su richiesta di ciascuno dei firmatari o enti di ricerca di rilevanza nazionale e/o internazionale, dei programmi di «ricerca applicata» per il sito in questione.
Tale atto integrativo all'Accordo è stato reso esecutivo con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 15 novembre 2001. In tal modo è stata assicurata l'attuazione di iniziative di grande rilevanza per la riqualificazione della chimica a Porto Marghera.
Per quanto riguarda lo stato di attuazione dell'accordo in questione, si sintetizzano, di seguito, gli importanti passi avanti compiuti, per la parte di rispettiva competenza, dai vari soggetti coinvolti:
a) sono stati scavati 2,5 milioni di metri cubi di fanghi su 6,9 milioni di metri cubi totali;
b) è stato avviato e realizzato per circa il 30 per cento il programma di sistemazione delle sponde e di sconfinamento dell'area per impedire il contatto delle acque della laguna con le fonti inquinanti;
c) sono in avanzata fase di smaltimento gli impianti dismessi e già liberata una parte significativa dei circa 90 ettari previsti;
d) è stato avviato dalla regione il progetto del nuovo depuratore del Fusina e le imprese hanno confermato l'impegno a farvi confluire i reflui;
e) il piano di sicurezza portuale è stato redatto ed attuato;
f) sono in fase progettuale gli interventi su strade e ferrovia per ridurre i rischi in fase di movimentazione delle merci;
g) la regione ha incaricato l'Arpav (Agenzia regionale per la prevenzione e protezione ambientale del Veneto) di realizzare un sistema integrato per la gestione del monitoraggio ambientale e la gestione del rischio di incidenti e delle emergenze, stanziando il relativo finanziamento;
h) l'Arpa ha già realizzato tre bilanci ambientali di area che registrano sensibili miglioramenti in tutte le emissioni connesse alle produzioni chimiche;
i) nove imprese hanno già realizzato la certificazione Iso 14001, per le altre la certificazione sarà realizzata entro l'anno;
l) le imprese hanno già realizzato il 67 per cento del totale degli investimenti previsti pari ad oltre 1.000 miliardi di lire.
Per quanto concerne le misure da adottare a tutela dei lavoratori primariamente esposti ed il controllo dei pericoli da incidenti rilevati, la competenza, per gli effetti dell'articolo 18 della direttiva Seveso II (decreto legislativo 334 del 1999 di recepimento della direttiva comunitaria 96/82/CE), è della protezione civile e della regione Veneto.
Per quanto riguarda, infine, il futuro del polo chimico di Porto Marghera, l'osservatorio chimico nazionale, su richiesta e d'intesa con le forze politiche e sociali locali, sta istituendo un osservatorio locale che avrà l'obiettivo di individuare un modello di sviluppo produttivo per l'area chimica di Porto Marghera.
In tale ottica i soggetti che faranno parte dell'osservatorio locale (regione, provincia, comune, associazioni imprenditoriali, organizzazioni sindacali), in linea con gli indirizzi operativi dell'osservatorio nazionale, hanno stabilito di includere nell'ambito di una ricerca per il monitoraggio del settore chimico a Venezia uno studio di filiera finalizzato a favorire nell'area di Marghera uno sviluppo eco-compatibile, endogeno e autopropulsivo dell'intero sistema produttivo locale.
Il Ministro delle attività produttive: Antonio Marzano.